Federica Riccardo Gio Mag 03, 2012 4:27 pm
1)L'uomo per crescere,maturare e migliorarsi necessita del confronto con l'altro.La relazione educativa quindi è indispensabile per fare esperienze di vita che possono essere sia positive che negative,ma che comunque vada ti lasciano un segno.Le relazioni sono per la maggior parte delle volte un DARE-AVERE,uno flusso di scambi.Ciò che è alla base di tutte le relazioni quali: familiari,lavorative e quant'altro,è l'ASCOLTO.Ascoltare gli altri è un "dono" che non tutti possiedono in questo mondo così frenetico,così veloce che spesso non abbiamo tempo per ascoltare una persona quando parla,tanto è vero che SENTIAMO(lasciamo scivolare le parole senza trattenere in memoria,così le dimentichiamo poco dopo) ma non ascoltiamo.Ascoltare una persona richiede tempo,dedizione per poter analizzare per bene la situazione e dare consigli.Quante volte in una discussione è capitato di essere interrotti senza poter finire il nostro pensiero,travisando così le parole?A volte abbiamo la presunzione di sapere ciò che l'altro vuol finire di dire,e tendiamo così a cadere in errore,a travisare e creare così discussioni inutili.Una delle relazioni educative dove è fondamentale l'ascolto è il rapporto fra EDUCATORE ed EDUCANDO.Innanzitutto è importante la prossemica,il modo in cui l'educatore si pone nei riguardi della persona che chiede aiuto.Una postura che infonda serenità e sicurezza all'educando è positivo in quanto sarà più facile per quest'ultimo aprirsi e raccontare i propri problemi.Il lavoro che svolge l'educatore non è semplice,deve essere bravo a saper entrare in punta di piedi nella vita dell'educando senza urtare la propria sensibilità,il suo obiettivo è quello di rieducare e condurre il soggetto a cambiamenti positivi.Spronare il soggetto a migliorarsi nei confronti di una determinata situazione che gli è di ostacolo,non proporgli la soluzione,ma "restituire" cioè capire il problema e accompagnare così il soggetto nel percorso educativo.
In aula abbiamo assistito ad una simulazione riguardante il rapporto educatore-educando,divisa in due scenari diversi.La prima scena era costituita da una ragazza che si calava nei panni di una madre preoccupata per le assenze frequenti dell'insegnate di sostegno di suo figlio,quindi "l'abbandono" del bambino senza un supporto che lo aiutasse a seguire le lezioni.La seconda scena invece era costituita da una ragazza introversa con difficoltà nel relazionarsi con i propri coetanei.Entrambi i setting hanno rispettato secondo me i canoni di un buon educatore citati sopra.
2)Il concetto di emarginazione oggi è riferito solo ad una determinata categoria di persone,come disabili,vagabondi,immigrati nel nostro paese alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore.Nell'immaginario collettivo queste persone devono rimanere fuori dalla società,non avere voce in capitolo,insomma messi all'angolo o ancora meglio ai margini della nostra società.
Io porto gli occhiali da vista da una decina di anni per correggere la miopia,nella simulazione sindaco-cittadino ho fatto parte del gruppo di coloro che sono stati esclusi dalla città perchè emarginati e senza voce in capitolo.Durante la nostra "permanenza" fuori città mi sono sentita veramente esclusa da tutto e soprattutto da tutti,in maniera particolare dalle mie amiche che erano completamente assorbite da ciò che il sindaco proponeva loro dimenticandosi di me e di tutte le persone con gli occhiali messe da parte.Dopo la simulazione ho riflettuto a fondo e ho capito che un pò tutti chi meno chi più in situazioni particolari ci sentiamo emarginati,isolati.L'emarginazione non deve essere correlata alla parola diversità,perchè spesso si pensa che l'emarginato sia il diverso.Io preferisco attribuire emarginazione alla parola solitudine,perchè è così che si diventa esclusi da tutto e da tutti..Il libro "Uno ,nessuno e centomila" spiega brillanetemente in un passo il concetto di solitudine-emarginazione: "La solitudine non è mai con voi;è sempre senza di voi,e soltanto possibile con un estraneo attorno:luogo o persona che sia,che del tutto vi ignorino,che del tutto voi ignoriate,così che la vostra volontà e il vostro sentimento restino sospesi e smarriti in un'incertezza angosciosa e,cessando ogni affermazione di voi,cessi l'intimità stessa della vostra coscienza.La vera solitudine è in un luogo che vive per sè e che per voi non ha traccia nè voce,e dove dunque l'estraneo siete voi."