Un paio di anni fa tramite un corso di formazione come operatore per l'infanzia ho svolto un tirocinio in una casa famiglia che ospita ragazzi extracomunitari che non hanno i genitori sul territorio. Tra questi otto ragazzi c'erano due bambini di circa 10 anni, noi operatrici ci occupavamo principalmente di loro, supervisionavamo i loro compiti per la scuola e condividevamo i loro giochi. Devo dire che mi ha particolarmente stupito l'organizzazione che avevano tutti e 8 per le faccende di casa come lavare i piatti o farsi il letto o anche solo piegarsi i proprio vestiti puliti. Uno dei due bambini è italiano e inizialmente era un pò diffidente nei nostri confronti, ma piano piano ci ha prese in simpatia tanto che un giorno mi rese particolarmente felice il suo invito nei mie confronti per il suo compleanno.. Lì capii che riuscii ad istuarare un rapporto di fiducia con lui.. Quest'esperienza è durata per circa un paio di mesi e devo ammettere che mi ha fatto veramente capire quanto è bello prendersi cura mantenendo sempre una certa "distanza" di ruoli con bambini che cmq hanno avuto esperienze psicologicamente dannose..
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Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità (extra di sola lettura)
alessia maruzzella- Messaggi : 16
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- Messaggio n°27
Re: Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità (extra di sola lettura)
Salve a tutti mi chiamo Alessia e ho 25 anni,comincio con dire la scuola che ho frequentato dirigenti di comunità (attività sociali), che mi ha portato già a 16 anni a incominciare il tirocinio, il primo anno e stato svolto presso la luodoteca centrale comunale Pegaso e stato il mio primo contatto con il mondo dei bambini ed e stato bellissimo , poi e continuato nell' anno successivo nella scuola Marta Russo che si trova a Secondigliano,li i bambini erano misti nomadi bimbi che non avevano padri perchè erano in carcere,bimbi senza mamme,mamme che svolgevano lavori notturni comunque e stata un esperienza un pò diversa dalla prima perchè mentre nella prima erano bimbi provenienti da famiglie serene nella seconda no infatti erano alla ricerca sempre di abbracci,coccole erano alla ricerca di affetto.L'ultimo anno è stato fatto al centro Don Orione ad Ercolano e un centro riabilitativo e stato bellissimo ed emozionante confrontarmi con ragazzi con disabilità fisica e con problemi psichici mi hanno regalato emozioni indescrivibili e bello vedere ragazzi che nonostante i loro problemi ridevano e scherzavano e ti regalavano sorrisi, l'ultimo giorno del tirocino sapendo che la nostra esperienza finiva hanno organizzato una festa ed erano molto dispiaciuti devo dire la verità anche noi eravamo tristi perchè quando andavamo li entravamo in un mondo diverso dove non ti era permesso essere triste dove la cosa più importante era sorridere.Durante l'utlimo anno scolastico mi e stata data l'opportunità di fare anche volontariato presso l'ospedale San Paolo. Finita la scuola ho fatto ancora volontariato presso il progetto Mentoring (sponsorizzato anche in tv)contro la dispersione scolastica. Poi ho incominciato a fare della mia passione il mio lavoro cioè stare con i bambini sono stata fortunata perchè ho partecipato a diversi progetti del Comune di Napoli, il mio primo lavoro e stata la partecipazione al progetto "MARIO E CHIARA A MARECHIARO"si svolgeva nell'istituto San Francesco a Marechiaro, era un progetto territoriale i bambini dai 3 ai 16 anni venivano segnalati dall'assitente sociale,e venivano a trascorrere un esperienza fantastica questo progetto l'ho fatto per 4 anni l'ultimo anno e stato fatto con i disabili. Poi ho avuto il piacere lavorare al progetto Tempi in gioco,e Natale in gioco, entrambi progetti consistevano che durante la chiusura delle scuole nel periodo estivo oppure natalizio un gruppo di educatori intrattenevano i bambini nelle scuole. L'ultimo progetto e stato quello dell'accudimento del bambino, svolto in una scuola dell'infanzia comunale, praticamente io affiancavo la maestra.
Ho raccontato ciò che ho fatto ma delle mie emozioni che ho provato ho raccontato poco molto poco, perchè ogni esperienza mi ha lasciato molto,mi ha insegnato tanto, mi ha fatto capire che questo lavoro lo devi fare non per lavoro ma per passione altrimenti non puoi farlo,ho raccontato poco perchè non basterebbero pagine per scrivere ciò che di bello mi e stato trasmesso, vedere bambini tristi disegni con colri scuri, bambini che già a 3 anni sapevano come far piangere le persone,bambini in cerca di abbracci,baci, di coccole, di parole dolci ne ho visti tanti durante il mio percorso e so che pultroppo se questo lavoro voglio fare devo essere forte perchè ogni giorno incontrerò persone con problemi diversi, ma io sono forte e so che posso, e devo donare sorrisi e sparenze a chi non li ha.
Ho raccontato ciò che ho fatto ma delle mie emozioni che ho provato ho raccontato poco molto poco, perchè ogni esperienza mi ha lasciato molto,mi ha insegnato tanto, mi ha fatto capire che questo lavoro lo devi fare non per lavoro ma per passione altrimenti non puoi farlo,ho raccontato poco perchè non basterebbero pagine per scrivere ciò che di bello mi e stato trasmesso, vedere bambini tristi disegni con colri scuri, bambini che già a 3 anni sapevano come far piangere le persone,bambini in cerca di abbracci,baci, di coccole, di parole dolci ne ho visti tanti durante il mio percorso e so che pultroppo se questo lavoro voglio fare devo essere forte perchè ogni giorno incontrerò persone con problemi diversi, ma io sono forte e so che posso, e devo donare sorrisi e sparenze a chi non li ha.
marigliano francesca- Messaggi : 18
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Età : 33
Località : napoli
- Messaggio n°28
Re: Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità (extra di sola lettura)
La mia vita nel sociale è cominciata a 17 anni, quando ho scelto di fare servizio presso una delle associazioni di un paese limitrofo al mio. Si trattava di accogliere bambini dai 5 ai 12 anni circa.
Nel pomeriggio dopo l’uscita da scuola, nessuno poteva badare a loro in quelle ore, in quanto orfani e affidati a nonni troppo anziani per tenerli con sé tutto il giorno oppure perché entrambi i genitori erano impegnati con il lavoro. In quei pomeriggi li aiutavamo a fare i compiti, giocavamo (sala apposita con tanto di giochi), facevamo esperimenti, addirittura c’era una cucina dove tutti insieme facevamo dei dolci(tutto ciò molto bello perché vi era una vera e propria sintonia tra noi responsabili adulti e loro piccoli uomini che cercavano affetto e attenzioni), spesso capitava in estate di portali in piscina o anche nei parchi dove come sempre giocavamo assieme. A fine giornata arrivava anche il momento di parlare e riflettere, ci disponevamo in cerchio tutti seduti a terra con le gambe incrociate e a turno esponevamo le nostre riflessioni su quanto svolto in giornata o su temi proposti da noi “responsabili”, per indurli al dialogo.
Per me abbandonare questa esperienza è stato molto difficile, ma è servito per crescere, per prendere coscienza di tali problematiche e per fare scelte che mi hanno portato fin qui.
Infatti l’anno seguente, compiuti i famigerati “18 anni”,per cui lo Stato ti riconosce la piena autonomia, ho cominciato a lavorare come accompagnatrice estiva della colonia del mio paese, e oggi fanno tre anni che svolgo tale ruolo.
A partecipare sono più di 100 bambini che ruotano.
Il comune offre questo servizio, che dura tre settimane, a famiglie disagiate, impossibilitate a garantire un futuro ai propri figli (anche se lo vorrebbero più di ogni altra cosa), tantomeno pensate ad una vacanza.
Sono tante le storie che caratterizzano ogni singolo bambino, famiglie povere, genitori che spacciano, che fuggono abbandonando i propri figli, o ancora, maltrattamenti e abusi e tanto altro ancora.
Il mio ruolo in tutto questo vi chiederete?
Io rappresento il loro tutor, insieme ad altri colleghi, siamo responsabili di questi bambini/ragazzi che variano dai 6 ai 14 anni.
Il mio ruolo prevede anche una mediazione tra gli assistenti sociali e i genitori, qualora ci fosse bisogno. Bisogna fare in modo che tra noi operatori e genitori vi sia un patto di fiducia, soprattutto quando vi è la presenza di bambini che possiedono handicap, e in questo caso sono due in particolare che possedevano apparecchi acustici molto costosi, quindi la rottura o il danneggiamento di tali ausili sarebbe stato un vero e proprio danno per le famiglie.
E’ un esperienza molto forte per i motivi pocanzi accennati, ma allo stesso tempo davvero bella, vedere nascere, crescere e maturare rapporti con questi piccoli, grandi ragazzi è magnifico, i quali incontri poi durante l’anno per le strade e ti fermano contentissimi con la speranza negli occhi di rivederti l’estate seguente, perché per loro non sei soltanto l’accompagnatore da obbedire e rispettare, ma anche il confidente dove ripongono fiducia. Ricordo a memoria i nomi e le facce di ogni singolo bambino, anche se ogni anno c’è qualcuno che ci lascia perché raggiunta l’età limite e chi si unisce a questo grande gruppo perché finalmente ha raggiunto l’età minima per poter partecipare. Dicevo di ricordarmi di tutti loro, perché ognuno ti segna dentro un singolo ricordo, un’emozione.
Raccontata e riassunta la mia esperienza di vita nel sociale consiglio a tutte le persone che ancora non hanno avuto la possibilità di vivere tali emozioni, di farlo al più presto, perché queste situazioni non solo formano, ma cosa ancor più importante ti insegnano a vivere.
Nel pomeriggio dopo l’uscita da scuola, nessuno poteva badare a loro in quelle ore, in quanto orfani e affidati a nonni troppo anziani per tenerli con sé tutto il giorno oppure perché entrambi i genitori erano impegnati con il lavoro. In quei pomeriggi li aiutavamo a fare i compiti, giocavamo (sala apposita con tanto di giochi), facevamo esperimenti, addirittura c’era una cucina dove tutti insieme facevamo dei dolci(tutto ciò molto bello perché vi era una vera e propria sintonia tra noi responsabili adulti e loro piccoli uomini che cercavano affetto e attenzioni), spesso capitava in estate di portali in piscina o anche nei parchi dove come sempre giocavamo assieme. A fine giornata arrivava anche il momento di parlare e riflettere, ci disponevamo in cerchio tutti seduti a terra con le gambe incrociate e a turno esponevamo le nostre riflessioni su quanto svolto in giornata o su temi proposti da noi “responsabili”, per indurli al dialogo.
Per me abbandonare questa esperienza è stato molto difficile, ma è servito per crescere, per prendere coscienza di tali problematiche e per fare scelte che mi hanno portato fin qui.
Infatti l’anno seguente, compiuti i famigerati “18 anni”,per cui lo Stato ti riconosce la piena autonomia, ho cominciato a lavorare come accompagnatrice estiva della colonia del mio paese, e oggi fanno tre anni che svolgo tale ruolo.
A partecipare sono più di 100 bambini che ruotano.
Il comune offre questo servizio, che dura tre settimane, a famiglie disagiate, impossibilitate a garantire un futuro ai propri figli (anche se lo vorrebbero più di ogni altra cosa), tantomeno pensate ad una vacanza.
Sono tante le storie che caratterizzano ogni singolo bambino, famiglie povere, genitori che spacciano, che fuggono abbandonando i propri figli, o ancora, maltrattamenti e abusi e tanto altro ancora.
Il mio ruolo in tutto questo vi chiederete?
Io rappresento il loro tutor, insieme ad altri colleghi, siamo responsabili di questi bambini/ragazzi che variano dai 6 ai 14 anni.
Il mio ruolo prevede anche una mediazione tra gli assistenti sociali e i genitori, qualora ci fosse bisogno. Bisogna fare in modo che tra noi operatori e genitori vi sia un patto di fiducia, soprattutto quando vi è la presenza di bambini che possiedono handicap, e in questo caso sono due in particolare che possedevano apparecchi acustici molto costosi, quindi la rottura o il danneggiamento di tali ausili sarebbe stato un vero e proprio danno per le famiglie.
E’ un esperienza molto forte per i motivi pocanzi accennati, ma allo stesso tempo davvero bella, vedere nascere, crescere e maturare rapporti con questi piccoli, grandi ragazzi è magnifico, i quali incontri poi durante l’anno per le strade e ti fermano contentissimi con la speranza negli occhi di rivederti l’estate seguente, perché per loro non sei soltanto l’accompagnatore da obbedire e rispettare, ma anche il confidente dove ripongono fiducia. Ricordo a memoria i nomi e le facce di ogni singolo bambino, anche se ogni anno c’è qualcuno che ci lascia perché raggiunta l’età limite e chi si unisce a questo grande gruppo perché finalmente ha raggiunto l’età minima per poter partecipare. Dicevo di ricordarmi di tutti loro, perché ognuno ti segna dentro un singolo ricordo, un’emozione.
Raccontata e riassunta la mia esperienza di vita nel sociale consiglio a tutte le persone che ancora non hanno avuto la possibilità di vivere tali emozioni, di farlo al più presto, perché queste situazioni non solo formano, ma cosa ancor più importante ti insegnano a vivere.
Aiello Raissa- Messaggi : 17
Data di iscrizione : 14.03.12
- Messaggio n°29
Re: Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità (extra di sola lettura)
Non si tratta di un commento solo mio...ma di un commento scritto insieme ad una mia amica ed anche collega del percorso di studi:CHIARA VERACE .Chiariamo che la nostra non è un'esperienza di volontariato e forse non è questo il luogo opportuno, ma ascoltando le varie discussioni in aula,e le diverse tematiche sulla diversità e le malattie è affiorato in noi il ricordo di anni trascorsi accanto alla nostra migliore amica delle scuole superiori che oggi non c'è più ma che ricordiamo sempre con amore.Eravamo al terzo anno di superiori,formavamo il trio perfetto ma poi tutto ad un tratto ci siamo viste crollare il mondo addosso...alla nostra cara amica era stato diagnosticato un brutto male ormai in fase già molto avanzata!avevamo circa 16 anni ciascuno per cui la notizia ci sconvolse,l'idea che ogni giorno potesse essere l'ultimo insieme a lei ci faceva riflettere su come avremmo potuto fare per sostenerla ma soprattutto per non farle sentire il peso delle eventuali problematiche che si sarebbero potute verificare in seguito a cure,chemioterapie.Fu un lavoro molto difficile perchè ci ritrovammo ad affrontare situazioni che prima d'ora non avevamo mai vissuto ma avevamo la consapevolezza che nulla sarebbe cambiato,anzi,il nostro rapporto sarebbe migliorato e si sarebbe rafforzato!Abbiamo dovuto lavorare anche molto su noi stesse perchè non era facile farsi forza per aiutarla quando sono cominciati a cadere i primi capelli,non era facile quando ha dovuto abbandonare la scuola,non era facile parlare con lei come se niente fosse (perchè non le era stato detto in parole povere cosa avesse,ma lei in realtà l'aveva capito!),non era facile vederla star male in un letto perchè non riusciva a muoversi per via dei problemi gravi alle ossa...e noi puntualmente tornavamo a casa dove la giornata non finiva perchè ogni volta eravamo stremate dalla forza che ci mettevamo per strapparle un sorriso,dall'amore che avevamo voglia di donarle per non lasciarla sola,mentre il pensiero di non averla più al nostro fianco da un giorno all'altro ci tartassava come un martello;ma eravamo pronte all'inevitabile e quindi abbiamo fatto tutto ciò che potevamo......
Non vorremmo dilungarci perchè le cose da dire sarebbero tante ma ciò che ci tenevamo a condividere sono degli avvenimenti cruciali che ci hanno fatto capire (affrontando le diverse tematiche a lezione) che la società è ricca di pregiudizi non solo per chi è in carrozzella,non solo per chi ha dei deficit ma anche per chi soffre di malattie gravi.Abbiamo capito che la nostra è una società individualistica dove tutti pensano solo al bene per sè stessi e non riescono a guardare oltre lo spazio stesso che li contiene,che la nostra è una società superficiale e scontrosa,che non accetta l'altro anche con le sue eventuali problematiche,i suoi deficit ma soprattutto che la società non è capace di AMARE gli altri e di riflesso neanche sè stessa!
Queste comprensioni sono derivate dal fatto che siamo state protagoniste di episodi che riguardavano la nostra amica e che ci hanno fatto star male,ma soprattutto arrabbiare!Ricordiamo uno in particolare (perchè ricordarli tutti sarebbe troppo) di un breve periodo in cui lei decise,un pò per sua volontà,un pò perchè noi la invogliavamo per farla stare in compagnia,di ritornare a scuola...Era in periodo chemioterapia quindi,indossava la bandana,il suo volto, SEMPRE BELLO, ma segnato dai problemi ,ma soprattutto indossava un busto in ferro(chiaramente visibile perchè si indossava sugli indumenti)che la aiutasse a sostenersi.eravamo vicino al distributore di merendine del piano,era l'ora dell'intervallo per cui affollatissimo,noi volevamo evitare che lei uscisse dall'aula,ma non perchè potessero vederla ma semplicemente perchè sapendo il caos che si creava volevamo evitare che qualcuno potesse urtarla o in qualche modo farla male (perchè era molto debole)...ma lei caparbia e forte come era volle per forza uscire insieme a noi.Arrivate al distributore scelse ciò che desiderava,a quel punto volevamo ritirarle i biscotti dal cassetto del distributore che si trovava quasi a terra, per agevolarla nel movimento visto che quel busto non le consentiva di muoversi con facilità,ma lei decise di fare da sola,purtroppo però nello sporgersi in avanti perse l'equilibrio ed urtò con la testa contro il distributore e stava quasi per cadere...noi eravamo dispiaciute per l'accaduto,ma nello stesso momento ci accorgemmo che mentre noi soffrivamo...LA FILA CHE SI ERA FORMATA DIETRO DI NOI,LA DERIDEVA FORTEMENTE A GRAN VOCE...Non si ebbe rispetto di lei...fu umiliante per lei essere derisa da tutti...MA LEI HA SEMPRE SAPUTO CHE NOI PRIMA ED ANCORA OGGI CHE NON C'è PIù LA APPREZZAVAMO E LA APPREZZIAMO PER LA SUA FORZA D'ANIMO E PER AVERCI INSEGNATO CHE SI COMBATTE,CHE ANCHE SE CI SONO DEI PROBLEMI (EVIDENTI)CIò CHE CONTA SIAMO NOI,CREDERE IN NOI E NELLE NOSTRE CAPACITà!..scusate se ci siamo dilungate ma è stato uno sfogo,una voglia immensa di ricordarla nella sua genuinità e per dichiarare in modo diverso quanto le vogliamo bene!
Non vorremmo dilungarci perchè le cose da dire sarebbero tante ma ciò che ci tenevamo a condividere sono degli avvenimenti cruciali che ci hanno fatto capire (affrontando le diverse tematiche a lezione) che la società è ricca di pregiudizi non solo per chi è in carrozzella,non solo per chi ha dei deficit ma anche per chi soffre di malattie gravi.Abbiamo capito che la nostra è una società individualistica dove tutti pensano solo al bene per sè stessi e non riescono a guardare oltre lo spazio stesso che li contiene,che la nostra è una società superficiale e scontrosa,che non accetta l'altro anche con le sue eventuali problematiche,i suoi deficit ma soprattutto che la società non è capace di AMARE gli altri e di riflesso neanche sè stessa!
Queste comprensioni sono derivate dal fatto che siamo state protagoniste di episodi che riguardavano la nostra amica e che ci hanno fatto star male,ma soprattutto arrabbiare!Ricordiamo uno in particolare (perchè ricordarli tutti sarebbe troppo) di un breve periodo in cui lei decise,un pò per sua volontà,un pò perchè noi la invogliavamo per farla stare in compagnia,di ritornare a scuola...Era in periodo chemioterapia quindi,indossava la bandana,il suo volto, SEMPRE BELLO, ma segnato dai problemi ,ma soprattutto indossava un busto in ferro(chiaramente visibile perchè si indossava sugli indumenti)che la aiutasse a sostenersi.eravamo vicino al distributore di merendine del piano,era l'ora dell'intervallo per cui affollatissimo,noi volevamo evitare che lei uscisse dall'aula,ma non perchè potessero vederla ma semplicemente perchè sapendo il caos che si creava volevamo evitare che qualcuno potesse urtarla o in qualche modo farla male (perchè era molto debole)...ma lei caparbia e forte come era volle per forza uscire insieme a noi.Arrivate al distributore scelse ciò che desiderava,a quel punto volevamo ritirarle i biscotti dal cassetto del distributore che si trovava quasi a terra, per agevolarla nel movimento visto che quel busto non le consentiva di muoversi con facilità,ma lei decise di fare da sola,purtroppo però nello sporgersi in avanti perse l'equilibrio ed urtò con la testa contro il distributore e stava quasi per cadere...noi eravamo dispiaciute per l'accaduto,ma nello stesso momento ci accorgemmo che mentre noi soffrivamo...LA FILA CHE SI ERA FORMATA DIETRO DI NOI,LA DERIDEVA FORTEMENTE A GRAN VOCE...Non si ebbe rispetto di lei...fu umiliante per lei essere derisa da tutti...MA LEI HA SEMPRE SAPUTO CHE NOI PRIMA ED ANCORA OGGI CHE NON C'è PIù LA APPREZZAVAMO E LA APPREZZIAMO PER LA SUA FORZA D'ANIMO E PER AVERCI INSEGNATO CHE SI COMBATTE,CHE ANCHE SE CI SONO DEI PROBLEMI (EVIDENTI)CIò CHE CONTA SIAMO NOI,CREDERE IN NOI E NELLE NOSTRE CAPACITà!..scusate se ci siamo dilungate ma è stato uno sfogo,una voglia immensa di ricordarla nella sua genuinità e per dichiarare in modo diverso quanto le vogliamo bene!
Roberta Narici- Messaggi : 20
Data di iscrizione : 13.03.12
- Messaggio n°30
Dimitri
Dimitri è il mio bambino. Dimitri non è mio figlio ma io lo sento mio perchè sento tutte le responsabilità, le paure e le ansie che possa sentire una mamma. Sono un'animatrice per feste di bambini da quand ho 16 anni ma, quel giorno che mia madre, due anni fa, mi disse che una sua cliente aveva bisogno di qualcuno che ci sapesse fare con i bambini (perchè aveva cambiato 2 psicomotori e 3 baby sitter) la presi come una sfida. Dimitri ha 10 anni, è un bambino russo che è stato adottato all'età di due anni. La sua madre naturale lo ha abbandonato e lui conosce a memoria ogni dettaglio del suo abbandono...Nell' orfanotrofio non è mai stato preso in braccio, non ha ricevuto affetto nè tantomeno alcun tipo di attenzione. Per i suoi primi due anni di vita non ha visto nemmeno il sole. Sulla sua cartella clinica russa c'era diagnosticato "Autismo" ma, poichè il papà è un prestigioso dottore del Cardarelli, decise di non abbandonare quegli occhi azzurri al loro destino. Dimitri non è autistico ma è affetto da sinrome da deficit attentivo e iperattività e questo lo fa essere tanto violento al punto di trasformare ogni idea in movimento. E' stato mandato via da due scuole dove si creavano "club antidimitri", il mister del calcetto disse alla madre di non presentarsi più altrimenti avrebbe preso "provvedimenti", le mamme dei suoi compagni non lo invitavano alle feste. Insomma, era un bambino escluso dalla società in ogni sua forma. Cosi, mi presentai a casa sua per fargli da "doposcuola" parlai coi genitori che mi descrissero la situazione e da li' cominciò il nostro percorso. Dopo ore e giorni di opposizione, cominciai a capire che tutto quello di cui aveva bisogno era di sentirsi apprezzato, amato, lodato per ogni cosa giusta che faceva e necessitava di giocare, correre e sfogare la sua rabbia. Dopo lunghi mesi, ottenendo la fiducia di sua madre che vide i primi progressi ,cominciammo ad avere il permesso di andare al parco sotto casa. Lo portavo al parco solo come premio. Prima avrebbe dovuto fare tutti i compiti e poi avrebbe ottenuto il parco. Mi parla di qualsiasi situazione di disagio, dal rifiuto di un amico di sedersi accanto a lui, ai litigi dei genitori e si fida molto dei miei consigli. Finalmente sta imparando a scrivere nei righi e a leggere anche mezza paginetta tutta di un fiato. Ora è cambiato e riesce a calmare gli istinti, certo, non è il più bravo della classe ma, seppur con molta fatica e molti capricci riesce a finire i compiti a casa. L'emozione più forte è stata quando mi ha detto: "Hai gli stessi occhi della mia mamma" in quel momento avrei voluto sparire... Ora abbiamo un rapporto morboso e mi fa stare male la sola idea del distacco ma, per amor suo, spero si renda autonomo in tutto e per tutto il prima possibile.... Quando la madre mi ringrazia per quello che faccio io le ripeto sempre che è lui che ha arricchito me perchè è verissimo che aiutare gli altri giova soprattutto noi stessi... Questa esperienza mi ha insegnato che l'amore e la volontà sono forze capaci di ottenere tanto. Scusate se ho scritto tanto, ho cercato di tralasciare molti dettagli ma Dimitri non si può raccontare in poche parole
ROSA NUVOLETTA- Messaggi : 14
Data di iscrizione : 13.03.12
- Messaggio n°31
Re: Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità (extra di sola lettura)
La mia esperienza non sò se può definirsi vera e proprio volontariato, ma fa parte della mia vita. La mia famiglia era composta dai miei genitori e 5 figli, io sono la più piccola e mia madre mi definisce "la figlia della vecchiaia" perchè aveva 41 anni quando mi ha messo al mondo. Siamo cresciuti con veri valori della famiglia e noi fratelli siamo molto uniti. Nel 2005 abbiamo avuto la bruttissima notizia che uno dei miei fratelli che all'epoca aveva 30 anni, aveva un cancro ai polmoni e alla tibia sinistra. Da quel momento è iniziata una nuova vita. Per via di quel mostro i miei genitori e mia cognata erano quasi sempre via e io , unica meno impegnata, a soli 14 anni mi dividevo tra scuola, casa e bambina (la figlia più piccola di mio fratello che allora aveva solo 7 mesi ). E' stato un periodo molto complicato per me perchè sono dovuta crescere molto in fretta per dare una mano, come potevo , a casa. La prima operazione che ha affrontato lo ha costretto sulla sedia a rotelle per molto tempo poichè aveva ricevuto un trapianto della tibia.Come tutti sappiamo quando hai queste barriere hai bisogno di aiuti costanti per fare molte cose e soprattutto nella sua situazione dove comunque il disagio di stare su una sedia era associato alle chemioterapie che portano ad essere molto deboli, ci impegnava costantemente tutti nella giornata. La malattia di mio fratello si è protratta per 4 anni e nell'ultimo periodo della sua vita era ormai consumato dalle cure. Gli era diventato difficile anche mangiare, camminare, andare da solo in bagno e anche lavarsi e molto spesso io e mia cognata lo aiutavamo in queste cose. 3 anni fa mio fratello è volato in cielo e adesso vive accanto al Signore. Se vado a visitare i miei ricordi mi viene in mente il suo sguardo di dolore nel vedersi Disabile nel dover fare le cose più banali che prima riusciva a fare da solo, anche perchè per coloro che devono vivere la disabilità improvvisamente è ancora più difficle . La mia esperienza è stata questa , dedicarmi ad aiutare una delle persone più importanti della mia vita e ne vado fiera. Non mi importa se ho perso gli anni della mia adolescenza e sono dovuta diventare grande a soli 14 anni, la cosa che mi fa stare bene è che nel mio piccolo ho dato una mano. Quest'esperienza mi ha reso più forte anche se tutti i giorni faccio i conti con il dolore della sua assenza e dei ricordi di quel periodo veramente pesante e molto difficile.
Melfi Roberta- Messaggi : 13
Data di iscrizione : 15.03.12
- Messaggio n°32
volontariato
salve a tutti vorrei raccontare la mia esperienza di volontariato in una casa famiglia, quest'anno ho avuto il piacere di stare con dei bambini autistici...non ne ero mai stata prima a contatto e devo dire la verità che all'inizio non è molto semplice tenerli a bada capire quali sono i loro disagi maggiori come poterli prendere e gestire.. ma pian piano tutto è diventato più semplice anche attraverso una carezza un semplice abbraccio sentivo di dare tanto a loro e loro a me con il loro occhioni furbetti,sono adorabili..che dire la rifarei altre cento volte questa esperienza perchè sono cresciuta molto sia dinanzi a loro che me stessa....
Baldascino Concetta- Messaggi : 18
Data di iscrizione : 20.03.12
- Messaggio n°33
Re: Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità (extra di sola lettura)
vorrei raccontare la mia esperienza di volontariato in una casa famiglia,ho avuto il piacere di stare con dei bambini autistici e dawun...non ne ero mai stata a contatto e devo dire la verità che all'inizio non è semplice tenerli a bada capire quali sono i loro disagi come poterli gestire.. ma dopo tanto tutto è diventato semplice sono riuscita a farmi capire da loro e non viceversa...anche attraverso un sorriso sentivo di dare tanto,ma sicuramente sono stati loro che mi hanno dato tanto a me...
Baldascino Francesco- Messaggi : 19
Data di iscrizione : 20.03.12
- Messaggio n°34
Re: Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità (extra di sola lettura)
IO LAVORO IN UNA CASA FAMIGLIA DOVE CI SONO TUTTI BAMBINI CON VARI TIPI DI ANOMALIE E PER ME è UN ONORE STARE A CONTATTO CON LORO E PER ME è UN'ESPERIENZA CHE CONSIGLIO A TUTTI...
Russo Livia Maria- Messaggi : 17
Data di iscrizione : 12.03.12
- Messaggio n°35
Re: Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità (extra di sola lettura)
Salve mi chiamo Livia e circa 1 anno fa ho svolto la mia prima esperienza di tirocinio in una Casa di Riposo che ha sede nel mio paese. È stata proprio questa esperienza che mi ha fatto scoprire la mia particolare attitudine per la cura e l'assistenza agli anziani, persone che io considero speciali. La prima volta che sono entrato in questa Casa di Riposo ero molto emozionato perché era la mia prima esperienza e non sapevo quello che avrei incontrato o quello a cui avrei potuto andare incontro. Mi hanno subito considerata e trattata come una persona di famiglia e per me ogni impegno è diventato immediatamente più leggero, fra sorrisi, parole, emozioni, gioie e qualche lacrima.Mi sono resa conto del fatto che offrire aiuto a un anziano, prendersi cura di lui, significa anzitutto aiutarlo a comprendere la propria situazione ,aiutarlo a superare la solitudine che l'attanaglia e il senso di inferiorità che lo porta a sminuire il valore di se stesso. Il periodo del tirocinio è stato positivo in quanto mi ha permesso di acquisire un primo bagaglio culturale che nei libri scolastici non trovi e che solo attraverso l'esperienza quotidiana e continuativa puoi imparare, come ad esempio osservare l'organizzazione della struttura di una casa di riposo, il lavoro che si nasconde dietro alla programmazione delle varie attività di animazione proposte, le relazioni che si intrecciano tra il personale, tra il personale e gli Ospiti ecc.
Ma soprattutto mi ha consentito, da un punto di vista personale, di venire a contatto con delle persone "speciali", particolari, le quali mi hanno dimostrato di possedere abilità, capacità, interessi, una propria storia personale su cui puntare l'attenzione. Persone che hanno un grande bagaglio di esperienze, consigli da cui poter trarre esempio ed insegnamento.
Vorrei terminare questo articolo con dei versi di una poesia di uno scrittore inglese:
"...l'anziano non è che un relitto umano, un abito a brandelli appeso ad un bastone, a meno che l'anima non batta le mani e canti, canti sempre più forte per ogni brandello del suo abito mortale".
Ma soprattutto mi ha consentito, da un punto di vista personale, di venire a contatto con delle persone "speciali", particolari, le quali mi hanno dimostrato di possedere abilità, capacità, interessi, una propria storia personale su cui puntare l'attenzione. Persone che hanno un grande bagaglio di esperienze, consigli da cui poter trarre esempio ed insegnamento.
Vorrei terminare questo articolo con dei versi di una poesia di uno scrittore inglese:
"...l'anziano non è che un relitto umano, un abito a brandelli appeso ad un bastone, a meno che l'anima non batta le mani e canti, canti sempre più forte per ogni brandello del suo abito mortale".
rossellastallone- Messaggi : 5
Data di iscrizione : 22.03.12
- Messaggio n°36
Re: Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità (extra di sola lettura)
Forse vi sembrerà strano che questo commento lo sto scrivendo solo adesso ma a me fa tanto male poter dire ciò che penso sulle persone non vedenti. Avvolte vorrei prendere coraggio a lezione e raccontare le mie esperienze, ma puntualmente mi tiro indietro.Bhe che dire mio padre 2 anni fa ha perso la vista ad 1 occhio, ha subito 6 interventi ma pultroppo nn si è potuto far nulla, mentre l altro ha visibilità ma per il 25%. L ho visto soffrire, non accettare il suo stato,lottare ma senza avere risultati. Noi sicuramente gli siamo stati, gli siamo vicini ma pultroppo mio padre non ha un carattere facile, infatti si innervosisce di continuo ma l unica cosa che non ha abbandonato è il suo lavoro. Non riesce spesso a distinguere me da mia sorella più piccola, cerca di guardare la televisione, il telefonino, il computer ma dopo un pò ha dei dolori di testa atroci. Non so che pensare vorrei poter tornare indietro e fargli fare tutti i controlli, visite, prima di arrivare al suo stato, ossia alzarsi la mattina e non riuscire più a vedere come prima.
Mario Cavallaccio- Messaggi : 13
Data di iscrizione : 13.03.12
- Messaggio n°37
Re: Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità (extra di sola lettura)
Salve a tutti, sono Mario e volevo parlare della mia esperienza di volontario del servizio civile, che ho svolto presso “La Piccola Casa Della Divina Provvidenza” conosciuta anche come Cottolengo.
È stata sicuramente l’esperienza più bella ed importante di tutta la mia vita, quella che mi ha permesso di imparare ad apprezzare le piccole cose, quella che mi ha fatto maturare e innamorare di persone uniche e fantastiche, persone che nonostante la disabilità, nonostante le avversità che la vita gli ha riservato, nonostante fossero state emarginati dalla società, non hanno mai smesso di sorridere alla vita.
Mi rendo conto giorno dopo giorno, che la fortuna è stata solo mia di aver potuto incontrare e lavorare accanto a queste persone, non sono io ad aver dato qualcosa a loro, ma sono loro che hanno donato a me tutto, amore, affetto, dolcezza, un sorriso quando non ne avevo, una mano quando non sapevo cosa fare.
Stare qui a scrivere mi sembra così riduttivo, perché le parole non possono esprimere determinate emozioni, sensazioni e stati d’animo, quindi vi lascio un video che forse può far capire, almeno in parte, come lavorare con i miei “angeli” mi ha cambiato la vita.
È stata sicuramente l’esperienza più bella ed importante di tutta la mia vita, quella che mi ha permesso di imparare ad apprezzare le piccole cose, quella che mi ha fatto maturare e innamorare di persone uniche e fantastiche, persone che nonostante la disabilità, nonostante le avversità che la vita gli ha riservato, nonostante fossero state emarginati dalla società, non hanno mai smesso di sorridere alla vita.
Mi rendo conto giorno dopo giorno, che la fortuna è stata solo mia di aver potuto incontrare e lavorare accanto a queste persone, non sono io ad aver dato qualcosa a loro, ma sono loro che hanno donato a me tutto, amore, affetto, dolcezza, un sorriso quando non ne avevo, una mano quando non sapevo cosa fare.
Stare qui a scrivere mi sembra così riduttivo, perché le parole non possono esprimere determinate emozioni, sensazioni e stati d’animo, quindi vi lascio un video che forse può far capire, almeno in parte, come lavorare con i miei “angeli” mi ha cambiato la vita.
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- Messaggio n°38
Re: Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità (extra di sola lettura)
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