Anzitutto con il termine domotica si vuole far riferimento alla Scienza che si occupa dell'applicazione di elettronica e informatica all'organizzazione delle vita domestica (elettrodomestici e sistemi di controllo), e dell'utilizzo delle relative apparecchiature. Molti sono stati i critici di questa scienza che ormai non è più solo una sperimentazione ma è un dato di fatto sempre in corso di miglioramento.Si sono chiesti se la domotica servisse davvero o fosse soltanto un capriccio per i "ricconi" che non sanno in che modo sperperare il loro denaro.Da qui sono emerse fazioni contrapposte:c'è chi ritiene che la domotica sia riservata solo a pochi eletti per gli eccessivi costi,chi ritiene che sia una grande innovazione che rende la vita più comoda e sicura(si pensi agli impianti di sicurezza)e c'è chi invece ha ritenuto la domotica un innovazione NECESSARIA non per tutti ma per alcuni che da questa possono soltanto trarne vantaggio ed autonomia....i disabili!
Per loro la domotica potrebbe essere una via di uscita,un modo per gridare al mondo che possono farcela anche da soli...un po ciò che fa Giovanni.
Giovanni vive da solo in una casa domotica realizzata assieme alla società Eurika SRL, nell'ambito del progetto HomeCloick.Come si può ben vedere dal video Giovanni pur non essendo completamente autonomo riesce a vivere da solo.Ci sono altre attrezzature domotiche che permettono a molte persone di vivere da sole anche senza l'aiuto di un assistente,ovviamente il tutto ha prezzi veramente alti e che non tutti possono permettersi.In classe abbiamo fatto l'esempio di una casa domotica che ha dei binari che permettono al disabile di muoversi da solo in ogni parte della casa stessa.Per me è veramente in innovazione eleggendo l'articolo sotto riportato ho riflettuto molto sul fatto che molte delle nostre azioni in casa potrebbero essere impossibili per i disabili,mettendo già da parte tutte le barriere architettoniche che questi ultimi potrebbero già incontrare in una casa normale.Mi auguro che l'innovazione vada avanti sempre di più e non soltanto per il cellulare all'ultimo grido che più touch non si può ma per qualcosa di più importante quasi vitale come la casa domotica.A loro pesa anche la cosa più banale cioè coricarsi...alcuni non sono in grado di farlo da soli e la domotica in questo gli ha dato un forte contributo.
LA DOMOTICA PER IL RECUPERO DELL'AUTONOMIA - capitolo 1
(Dott.ssa Alessandra Eselli)
“Domotica”, “casa intelligente”, “automazione ambiente”; tutti sinonimi di una stessa scienza che studia particolari sistemi per automatizzare l’abitazione e facilitare di conseguenza l’adempimento di molte azioni che solitamente si svolgono in casa.
Nata per lo sfizio di qualche facoltoso, oggi la domotica è diventata un’arma indispensabile per quei disabili motori molto gravi che vogliono riappropriarsi della loro autonomia.
Troppo spesso, a seguito di traumi fortemente invalidanti, molte persone si trovano nella condizione di dover dipendere interamente dai familiari o, nei casi meno fortunati, da sconosciuti: dall’impossibilità di svolgere quelle attività che da sempre hanno costituito la quotidianità di un individuo, deriva quasi sempre una perdita profonda di autostima che rende sempre più lungo e complesso il processo riabilitativo.
Proviamo per un istante a pensare a quante azioni, nell’arco della giornata, siamo talmente abituati a svolgere da non farci nemmeno più caso: apriamo la porta di casa per uscire e suoniamo il campanello per rientrare; accendiamo la luce quando fa buio e la spegniamo se vogliamo dormire; apriamo la finestra se sentiamo caldo e chiudiamo le tapparelle se scoppia un temporale; rispondiamo al telefono quando squilla o facciamo “zapping” con il telecomando della televisione quando siamo stufi dei soliti programmi trasmessi. Potremmo andare avanti per ore a citare innumerevoli cose: ma se un giorno non fossimo più in grado di svolgere da soli nemmeno la più semplice di esse? Quanto ci sentiremmo inutili e frustrati nel dover chiedere in continuazione: “Mi cambi canale per favore? Puoi abbassare il volume? Mi apri la porta del bagno?”, o se dovessimo telefonare ad un amico con qualcuno a fianco che ci tiene la cornetta e che, inevitabilmente, partecipa alla nostra telefonata.
Fortunatamente la tecnologia mette oggi a disposizione innumerevoli sistemi per controllare l’ambiente domestico, alcuni di essi studiati appositamente per disabili, altri facilmente reperibili sul mercato e ideati per automazioni di processi industriali o per necessità di estetica e design.
Molte case produttrici hanno iniziato ormai da qualche anno a produrre elettrodomestici, luci per interni e motori per serrande, controllabili attraverso un piccolo telecomando o programmabili attraverso piccoli cervelli elettronici (quasi dei mini computer) che rendono più facile l’adempimento di molte attività.
Ma proviamo allora a pensare cosa potrebbe significare consentire ad un disabile motorio di controllare interamente quel telecomando: la tapparella si alzerebbe e si abbasserebbe con un semplice comando a distanza; la luce si accenderebbe a richiesta; la lavatrice, caricata e pronta per partire, si avvierebbe con un semplice “clic”.
Se poi riuscissimo a convogliare tutti i telecomandi in un unico sistema, magari tanto intelligente da essere in grado di riprodurre anche il funzionamento dei trasmettitori che solitamente si usano per comandare a distanza lo stereo, la televisione, il videoregistratore, ecc…, avremmo tra le mani un piccolo dispositivo in grado di ridare autonomia anche alla persona la cui mobilità è completamente compromessa.
In questa direzione si sono mosse, da una decina d’anni a questa parte, alcune delle aziende nord-europee che da sempre hanno cercato di ideare dispositivi per l’autonomia dei disabili gravi. Esistono telecomandi programmabili in grado di controllare tutto ciò che è alimentato da corrente e che può essere adattato per ricevere un segnale infrarosso proveniente dal telecomando stesso; alcuni di essi hanno l’aspetto di un trasmettitore tradizionale, altri sono dotati di un display sul quale compaiono i comandi da impartire alle utenze elettriche, alcuni si possono controllare attraverso un computer, altri attraverso lo stesso sistema che ci consente di guidare la carrozzina elettrica; alcuni richiedono interventi particolari sulle utenze elettriche, altri si interfacciano semplicemente con il loro sistema di comunicazione; una cosa accomuna tutti questi dispositivi: tutti consentono la massima accessibilità e possono essere controllati direttamente anche da quelle persone che, apparentemente, non presentano alcuna capacità motoria funzionale residua.