Pedagogia della disabilità 2012

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Pedagogia della disabilità 2012

Pedagogia della disabilità (2012)- Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti


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    Messaggio  maria11 Mer Mar 28, 2012 3:49 pm

    Premetto che questa lezione mi ha messo un pò in crisi... sopratutto la simulazione!!!! però procediamo per gradi....
    nella prima parte della lezione ci siamo occupati del rapporto tra arte e disabilità e di sono stati 2 quadri che mi hanno colpiti maggiormente:
    1- il ragazzo zoppo.... e di non era una solita persona malconcia che chiedeva elemosina ma un ragazzo semplice e la cosa più impressionante che nonostante il suo essere diversabile aveva un sorrisso stampato sulle labbra che riusciva a trasmettermi una vasta gamma di emozione quali felicità forza coraggio il non avere paura della propria condizione ecc...

    2- il ritratto della ballerina... questo quadro mi ha colpito molto perchè appena ho vista questa ragazza (tralasciando che era una ragazza drogata ecc...)è come se avessi visto l'altra faccia di quello che oggi ci propongono le riviste...ovvero un modello di ragazza magra potremmo definire anoressica ecc... e molto spesso queste immagini penetrano nelle mente di molte ragazze a me coetanee spingendoli ad avere il loro stesso fisico e quindi spingendoli ad essere anoressiche....

    bene ora arriviamo alla parte più emozionante cioè quella della simulazione:
    la poesia che mi ha colpito di più è stata l'ultima...mi ha fatto capire quanto la società " discrimina" queste persone diversabili, quanto queste vengono considerate diverse, strane, solo 'perchè non hanno qualche abilità. Ma la cosa che più mi ha fatto ragionare, riflettere, emozionare, è stato proprio il fatto stesso di vivere (anche se solo per 10 minuti) da un non vedente, bhè in questi attimi ho percepito, anche se solo minimamente, cosa provano, almeno io in quegli attimi era alla continua ricerca di sicurezza!!! Infatti toccavo continuamente la mia amica che era seduta accanto a me, e anche quando ci siamo alzati in piedi mi è venuto il batticuore per la paura di non poter vedere e quindi in qualche modo di avere sotto controllo chi mi circondava...ora capisco che gran doti hanno queste persone, devono subito fidarsi delle persone che gli sono accanto, perchè hanno bisogno di un supporto!!!!!

    MARIA CIRINO


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    lab. 5 - Simulazione e avviso (chiuso) - Pagina 6 Empty Re: lab. 5 - Simulazione e avviso (chiuso)

    Messaggio  carmela accurso Mer Mar 28, 2012 3:50 pm

    Questa lezione ancor più delle altre è stata molto significativa, soprattutto per la seconda parte dove ci siamo immedesimate, o meglio in una piccolissima parte nella vita dei non vedenti. Abbiamo iniziato parlando della disabilità nell'arte e delle protesi chimiche. Il dipinto che mi ha colpito è stato I giocatori di skat di Otto Dix. Egli ritrae dei giocatori che erano reduci della prima guerra mondiale. Infatti in questo quadro possiamo notare gli effetti che la guerra ha prodotto su di loro partire da sinistra notiamo il primo, al quale manca il braccio destro e quello sinistro è stato sostituito da una protesi in legno; al posto della gamba sinistra si ritrova un bastone di legno nero e usa quella destra per tenere le carte; e per poter sentire i compagni è costretto a ricorrere ad un tubicino inserito nell'orecchio destro che è collegato ad un piccolo corno sul tavolo e non ha l'occhio destro.
    Il secondo, al centro, ha una parte del cranio ricucita con del metallo; non ha nè le braccia, infatti tiene le carte con la bocca, nè le gambe, diventate due bastoni di legno nero; parte della mandibola è di ferro ,ha un occhio di vetro e ha una placchetta metallica all'orecchio sinistro.
    Il terzo, sulla destra, è solo un busto con una protesi di legno al posto del braccio destro; ha perso sia il naso che la mandibola, sostituita da una metallica.
    Per quanto riguarda la simulazione è stata davvero bella e toccante. Ci siamo messe dei foulard agli occhi e contemporaneamente la professoressa ci ha letto delle poesie davvero molto commoventi. Infatti nel momento in cui avevo gli occhi chiusi mi sono sentita un pò strana, spaesata, avevo la sensazione di non aver tutto sotto controllo e ascoltando quelle poesie ho davvero provato delle sensazioni diverse. Penso a come siamo tutte noi, che non ci rendiamo conto di ciò che provano gli altri in questa condizione, ci spaventiamo per delle piccolezze, per delle cose che nella vita non contano a nulla! Invece dobbiamo imparare ad apprezzare le piccole cose, quelle sensazioni più semplici, quei gesti più comuni; Coloro che hanno scritto queste poesie si sentono vivi, si sentono persone che pur non avendo la vista o che non possono muoversi, si sentono delle persone e che sanno prendere il meglio di questa vita, no come NOI che pensiamo solo a cose futili!!!!
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    lab. 5 - Simulazione e avviso (chiuso) - Pagina 6 Empty Gli occhi del cuore!

    Messaggio  valeria scognamiglio Mer Mar 28, 2012 4:05 pm

    1)Questa è stata una della lezioni che mi ha lasciato un segno. Ho avuto l’opportunità di cogliere la “diversità“ in mille sfaccettature e ho trovato interessante come gli artisti riuscissero a rappresentare la loro idea di disabilità attraverso un gioco di colori e di linee stravaganti. “ Giocatori di skate” ad opera di Otto Dix raffigura tre reduci di guerra ,a ognuno dei quali mancano una o più parti del corpo. I colori cupi, le forme costruite quasi geometricamente trasmettono angoscia e malinconia ma l’aspetto che più salta all’occhio è l’atteggiamento dei tre uomini che sembrano isolati dal contesto e lontani da occhi indiscreti. Giocano in maniera tranquilla,uno tenendo le carte con il piede,l’altro con un occhio di vetro e le braccia sostituite da pezzi di legno,l’altro ancora con la faccia ricucita ma dal quadro non traspare alcuna forma di imbarazzo o preoccupazione. Dall’opera si evince anche l’importante della protesi ,sostituite alle varie parti che permettono libero movimento e quindi la possibilità di condurre una vita “normale”.
    2) Vuoto inabissale,silenzio assordante. Quella benda non legava solo i miei occhi,mi stringeva tutta e facevo fatica a respirare. Mi sentivo intrappolata in uno spazio indefinito ed ero disorientata. Non riuscivo ad ascoltare le parole dell’insegnante perché il battito era troppo forte e prevaleva su ogni suono, la mia attenzione era focalizzata sul vuoto e sul buio che mi circondava .Poi sono riuscita pian piano a sentire la voce e il mio udito sembrava fondamentale. Sono stati pochi minuti ma la sensazione è stata intensa, ho provato per poco quello che un cieco prova ogni giorno: strapparsi quella benda dagli occhi! Quello che Sara esprime così:
    << Quanto vorrei a volte, poter essere un gabbiano,volare sopra il mondo senza essere riconosciuta. Potrei sfiorare l’acqua del mare e farmi trasportare dalle dolci onde, sentire il vento che viene a contatto con tutto il mio piccolo corpo. Con un battito di ali potrei raggiungere quell’immensa luce di colori che fa brillare ogni cosa che tocca. Potrei sprofondare nella morbide macchioline bianche che avvolgono il cielo e assistere da lontano alla vita che scorre sotto di me. >>
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    Messaggio  Angela Di Marzo Mer Mar 28, 2012 4:09 pm

    In questa lezione abbiamo parlato delle Tecnologie integrative :come integrazione del corpo (le protesi per lo sport);come miglioramento(le protesi estetiche);come potenziamento(le protesi organiche);abilitanti(il computer e il sostegno).
    Durante la prima parte della lezione mi ha colpito una frase anonima:” ricorda sempre che sei unico ,esattamente come tutti gli altri” è veramente bellissima perchè rappresenta la realtà! Siamo tutti uguali ma c'è sempre qualcosa che ci rende unici in questo mondo,e credo che anche la presenza di un deficit o handicap non dovrebbe collocare le persone in determinate categorie, ma far risaltare la loro e la nostra unicità…
    Abbiamo anche parlato del rapporto tra arte e disabilità e l’opera che mi ha fatto riflettere di più è stata quella di Ribera,il ragazzo zoppo…l’opera restituisce un’idea di disabilità sopra le righe,Ribera era definito lo spagnoletto,per la sua bassa statura,si reca a Napoli dove propone l’immagine di un disabile che non è disperato,non cerca l’elemosina ma SORRIDE!
    Durante la simulazione in aula ho provato diverse emozioni,inizialmente l’ho presa come un gioco ma poi ascoltando le poesie,nel silenzio,ho provato a capire quello che le parole volevano dirci…o meglio quello che la persone disabili potrebbero insegnarci! La poesia che mi ha colpito di più è stata quella di Gennaro Morra “in bilico”…i disabili sentono più dolore nel sentire gli occhi delle persone puntati su di loro che nel cadere…Ogni lezione riesce a darmi un insegnamento nuovo,e a farmi “aprire gli occhi” ,a farmi apprezzare anche le cose piu piccole che abbiamo!
    Al signor Palladino chiederei di descrivermi come vede noi, se,come facciamo spesso noi, ha dei pregiudizi nei nostri confronti…
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    lab. 5 - Simulazione e avviso (chiuso) - Pagina 6 Empty che ebbrezza fantastica

    Messaggio  emma mariniello Mer Mar 28, 2012 4:27 pm

    1) Mi colpisce moltissimo l'immagine del giovane zoppo,che nonostante la sua difficoltà,ha un sorriso sgargiante e una postura retta.Si potrebbe considerare diverso perchè non ha una gamba,ma NOI il diverso non lo campiamo quasi sempre perchè non ci proviamo neanche e perchè per chi è diverso proviamo vergogna compassione...questi frasi averle ascoltate mi hanno reso davvero forte ad aiutare il prossimo.

    2)In aula è stato stupendo fare questa esperienza.L'ho fatta fare tante volte ai miei ragazzi,ma chiudevano semplicemente gli occhi e ascoltavano i rumori della natura.Ma essere bendati e ascoltare quelle poesie è stato qualcosa di indescrivibile,quelle parole mi risuonavano migliaia di volte sia nella testa che nel cuore.All'inizio avevo paura,forse per mancanza di fiducia verso l'altro,ma poi dopo è stato tutto molto tranquillo.Mi sentivo come quella poesia che è stata letta NON di Rebecca,perchè era come se fossi intrappolata,diversa,oppressa e pian piano mi calmavo,soprattutto ascoltando CHIAMATEMI PER NOME si è aperta la mia libertà,perchè è vero ognuno di noi ha delle difficoltà e io voglio essere riconosciuta per quello che sono.Infine voglio fare un ringraziamento particolare ad una ragazza che ha portato l'esperienza piangendo,perchè le sue lacrime mi sono entrate nel cuore
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    Messaggio  peluso cristina Mer Mar 28, 2012 5:21 pm

    In aula si è argomentato sull'arte e la disabilità.Abbiamo visto alcuni dipinti,quello che più mi ha colpito è stato la donna barbuta di RIBERA, una donna con un problema ormonale che le provoca crescita di peli sul viso,tanto da sembrare un uomo.UN altro ritratto molto interessante,è stato: la ballerina Anita Berber, una donna appariscente e scandalosa.
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    Messaggio  arianna annunziata Mer Mar 28, 2012 5:48 pm

    è incredibile come possa l'uso di un banale foulard suscitare così tante sensazioni.la lezione non è stata solo interessante,ma anche e soprattutto motivo di crescita.sembra strano ma l'essere stata per un pò bendata,mi ha aperto gli occhi.è così,ho avuto un misto di emozioni e sensazioni,spiacevoli e belle in egual modo.era un mix tra disorientamento e allo stesso tempo tranquillità,come se per un attimo non mi importasse del mondo circostante.come fossi più a mio agio nel non sentirmi gli occhi addosso.non vedendo focalizzavo maggiormente l'attenzione sulle parole della prof,come se per un pò le mie orecchie fosse la mia guida,la mia vista.alcune parole sono entrate dentro con violenza,come se avessero fatto eco dentro di me.gli altri sensi si sono come affinati,è stata una sensazione strana,ma bella.le poesie mi hanno colpito molto...parole che non solo fanno riflettere,ti scuotono,ti lasciano così senza fiato.quella che mi è entrata dentro,è chiamatemi per nome.è racchiuso in essa il desiderio forte,l'urlo di rifiuto,la voglia di non essere giudicati per quello che non si ha,ma per ciò che si è.non chiameremmo mai un ragazzo,portatore di occhi castani,allora perchè mai definirla portatrice di handicap.ed ecco che si ritorna al valore,fin troppo sottovalutato,delle parole...così taglienti a volte che lasciano cicatrici più profonde di una lama.

    nel laboratorio disabilità nell'arte abbiamo visionato diversi quadri,ma quello più d'impatto è il RAGAZZO ZOPPO.vedo racchiuso in esso l'emblema della napoletaneità.per la serie bast ca c sto o sol,bast ca c sto o mar...per dire che in una circostanza dove il resto del mondo si aspettava un viso afflitto,disperato e frustrato a causa della povertà,in aggiunta al fatto di essere zoppo,troviamo un sorriso,un bambino col viso illuminato da un enorme sorriso.ho scelto di commentare questa opera proprio perchè mi rappresenta molto...rappresenta ciò che io amo di questa città,il fatto di affrontare le difficoltà con un sorriso,essere allegri e spensierati,anche nelle situazioni più estreme e complicate.amo questa città e soprattutto amo i napoletani.napoli viene sempre vista nei suoi aspetti negativi,sempre rimproverata delle sue mancanze,ma troppo poco spesso valorizzata per le sue innumerevoli qualità...è sempre nel mirino dei pregiudizi,sempre etichettata come la macchia nera dell'italia,ma come sempre i pregiudizi,sono senza fondamento,infatti ogni singola persona che visita questa città se ne innnamora.
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    lab. 5 - Simulazione e avviso (chiuso) - Pagina 6 Empty Re: lab. 5 - Simulazione e avviso (chiuso)

    Messaggio  Daria Casolare Mer Mar 28, 2012 5:54 pm

    La lezione di lunedì mi ha sorpresa davvero tanto... E' bellissimo provare delle sensazioni così forti..come l'ascoltare una poesia bendati, è proprio vero che con una cecità momentanea e attraverso l'udito si percepiscono tante sensazioni ed emozioni profonde! La poesia che mi ha colpito di più è stata "Chiamatemi per nome" di Gianni Scopelliti, già l'avevo qualche giorno fa letta nel libro..ed aveva suscitato in me forti sensazioni e molti pensieri...! Si parla di questa persona che non fa altro che ripetere al mondo che non lo deve vedere come un diverso, ma che deve essere pronto a tutto.. lo deve vedere come una PERSONA! Questa sua forza mi fa riflettere tanto.. Per me tutte queste persone descritte nel corso sono un esempio di coraggio, forza e determinazione! Il ritrattto che mi ha colpito di più è stato il dipinto della ballerina "Anita Berber"..quella ballerina dall'aria sfacciata e provocante..quasi volesse andar contro la morale e le regole di una società chiusa. Riguardo a questo collegamento "fra arte e disabilità" non mi sono mai soffermata sull'importanza del loro rapporto..di quanto una poesia possa far emergere tanti sentimenti che non si riescono a scorgere, credo che anche semplice sinfonia possa dare tanto, o un quadro... Per me la parola "arte" è anche la forza che hanno queste persone ..l'arte di distruggere i pregiudizi, l'arte di farsi valere come persone "normali"..l'arte di affrontare un mondo che già di per sè è difficile!
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    lab. 5 - Simulazione e avviso (chiuso) - Pagina 6 Empty Lab.5 Simulazioni e avviso (chiude il 9 aprile)

    Messaggio  Antonella Pagliaro Mer Mar 28, 2012 6:28 pm

    Oggi abbiamo discusso nella prima parte della lezione un altro argomento importante ossia quello di arte/disabilità. Molte volte guardando un quadro è raro che ci soffermiamo a pensare se in esso ci siano tracce di disabilità.Ecco questa lezione ci ha fatto molto riflettere. Il quadro che mi ha incuriosito di più è stato quello di Otto Dix dove erano ritratti 3 giocatori di skat reduci delle guerre mondiali in uno stato quasi scabroso per via della guerra che li aveva ridotti in quel modo. Nel primo soldato notiamo la mancanza di entrambi le braccia sostituite da delle protesi di legno, poi era senza un occhio e con problemi di udito. Anche nel secondo c'è la mancanza delle braccia e questa volta anche delle gambe, si nota un apparecchio di metallo nell'orecchio e un occhio di verto. Nel terzo soldato si intravede la mancanza del naso e del braccio e quest 'ultimo sostituito da delle protesi di legno.In questo quadro si evidenzia lo spirito dell'amicizia e che anche se ci si ritrova ridotti in quello stato c'è la forza di vivere la vita ed andare avanti.Nella parte laboratoriale invece la professoressa ci ha chiesto di bendarci con dei foulard e di ascoltare in silenzio le poesie che ci leggeva. Tra le poesie che ci ha letto quella che mi ha colpito di più è stata la quarta poesia ossia "IN BILICO di GENNARO MORRA".4
    poesia ." IN BILICO " di Gennaro Morra
    ---------------------------------------------------
    "Il mio precario equilibrio
    mi tiene in bilico
    mi costringe a cercare un appiglio.
    Devo avvinghiarmi ai muri
    alle sedie,alle persone
    non posso commettere
    il minimo errore.
    Barcollo come un birillo
    sfiorato da una palla
    traballo come una bottiglia
    urtata da una biglia.
    Ho paura di cadere
    non tanto per il dolore che potrei avvertire
    ma per il peso dei loro occhi
    che sul quel pavimento
    mi potrebbero inchiodare.
    Basterebbe un sorriso
    il protrarsi di una mano
    alla quale mi potrei aggrappare
    per non sentire più l'imbarazzo
    del mio continuo ondeggiare."

    Facendo questa simulazione ho capito di quanto sia difficile percepire ogni singola parola o immaginarci un azione. Mi sono accorta che non vedendo la luce non è affatto facile e di quanto è strano avere quella certezza e sicurezza di ogni parola e di ogni cosa, la mia prima impressione è stata che è come se vivessi in un mondo tutto tuo.In questa poesia quando il protagonista non vedente diceva di quanto sia brutto essere visti dagli occhi degli altri non sapendo come ti vedano, lì ho provato una forte emozione una sorta di brivido, anche quando diceva che aveva paura di camminare tra la gente e magari cadere, la vergogna che puoi provare in quell'attimo e la paura di non capire cosa ci stia succedendo attorno,non poter osservare gli altri come ci guardano in quel momento, se qualcuno ha la prontezza di aiutarti ad alzarti tendendoti la mano, oppure chi con forte egoismo invece di aiutarti ti passa accanto accentuando una risata e lasciandoti lì in terra abbandonato a quella difficoltà momentanea.Di tutto ciò in questa simulazione ho provato anche una profonda tristezza, mi sono sentita per un attimo un pò disorientata ma anche un pò sola, forse questo perchè non sono mai riuscita ad immedesimarmi in una persona non vedente.Concludendo posso dire di ritenermi veramente fortunata ad avere questo senso così importante ovvero quello della vista che mi permette di orientarmi ed osservare il mondo!!! Very Happy
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    Messaggio  Micaela Crescenzo Mer Mar 28, 2012 7:01 pm

    Stavolta l'argomento centrale della lezione è la disabilità/diversità nell'arte. Ci sono state mostrate una serie di opere rappresentanti concetti diversi mai affrontati all'epoca in cui sono stati prodotti, che meritano una grossa riflessione e anke ammirazione. Einstein disse che era più facile spezzare un atomo che un pregiudizio e in qst opere traspare proprio l'intento degli artisti di andare controcorrente e trattare di qst argomenti tabù...abbiamo osservato in particolare 5 dipinti che rappresentano tutti temi diversi ma affini per argomento. quello che mi ha più colpito è quello della venere di willendorf. questa scultura paleolitica rappresenta l'ideale fisico di donna di allora. il motivo per cui mi ha colpito è ke oggi è totalmente opposto a quello che vediamo e che soprattutto ci vogliono far vedere e la mia riflessione verte, piu ke altro, su quanto i percorsi storici cambino ed insieme ad essi gli ideali delle persone. tutto è visto come "una moda" e qualsiasi ideale ci viene inculcato solo perchè si pensa ke sia l'unico e giusto...ma appunto si deve capire che siamo tutti diversi e si deve rispettare la differenza perchè il mondo è bello proprio perchè è vario.
    L'esercizio che abbiamo compiuto per ultimo in aula mi ha commossa e segnata particolarmente tanto da rimanermi impresso...abbiamo tutte coperto i nostri occhi con un foulard in modo tale da simulare la mancanza del senso visivo...la cosa straordinaria è che eliminando la vista mi sono messa nei panni di chi tutti i giorni si ritrova ad avere questo foulard sugli occhi e quindi di capire come ci si sente...ma la sensazione era piacevole perkè mi ritrovavo ad essere più attenta alle parole di quelle favolose poesie di quelle piccole creature che altrimenti avrei appreso con meno profondità.
    Questo corso continua a insegnarci a trovare e vedere sempre in una persona con handicap una" diversa abilità" e trovo che l'abilità delle persone non vedenti sia quella di affinare gli altri sensi e riuscire ad avere più sensibilità verso cose ke chi ha tutti i sensi non riesce ad avere...
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    Antonella De Rosa


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    Messaggio  Antonella De Rosa Mer Mar 28, 2012 7:56 pm

    Questa lezione è stata molto toccante, abbiamo introdotto il tema del rapporto che intercorre tra l’arte e la disabilità visionando alcuni dipinti che raffiguravano persone disabili. L’ opera che più mi ha colpita è stata quella di Ribera “ il ragazzo zoppo “ nella quale viene raffigurato un ragazzo zoppo con un sorriso enorme… Guardando quest’ immagine la mia attenzione, il mio sguardo non si è posato sulla gamba ma sul viso, su quel sorriso spensierato , bello!!!
    La seconda parte della lezione poi è stata ancor più toccante, quasi sensazionale!!! Non ho mai provato ad ascoltare una poesia bendata e forse anche perché era la prima volta ho provato un enorme sensazione di pace … è stato come se le parole d elle poesie mi cullassero… Quella che più mi ha emozionata è stata:
    NON di Rebecca

    "Non scrivo
    Non parlo
    Non cammino
    Non canto
    Non chatto
    Ma sogno
    E vivo"
    Beh non credo di dover aggiungere niente a queste semplici ma bellissime parole!
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    Messaggio  raffaella piccolo Mer Mar 28, 2012 8:06 pm

    La lezione di lunedi è stata una lezione ancora più interessante delle solite, forse perché diversa nell’impostazione : interattiva, emozionante e coinvolgente, mi ha dato numerosi spunti su cui riflettere..... Abbiamo affrontato il tema "Arte e disabilità". L'arte rende possibile “vedere” ed “esprimere” molto di più di quello che le parole possono fare, poiché si tratta di una comunicazione efficace e densa di significato, che viene percepita emotivamente anche da chi ne è semplicemente spettatore; essa incorpora idee, sentimenti, sogni, aspirazioni .Tra i vari dipinti che abbiamo visionato ,quello che più mi ha colpito è stato il ritratto di Ribera la donna barbuta .Il Ribera descrive il fatto curioso ( una donna che durante la gravidanza si è vista crescere oltre alla pancia, la barba,) immergendo i due personaggi ritratti, il marito e la donna col bambino, in un buio quasi drammatico, dove la luce mette in rilievo da una parte il viso pensieroso del marito e dall'altra l'immagine così cruda della donna di cui è evidente una spettacolare virilità. Ribera rappresentò un caso che fu insieme meraviglia, diversità, spettacolarità e forse stregoneria. Nella quotidianità distinguiamo continuamente il normale dal diverso, con un giudizio negativo il più delle volte, perché questo rappresenta tutto ciò che non noi non controlliamo, che non è accettato dai più, che è difficile e ci spaventa, che richiede impegno morale e fisico e quindi spesso cerchiamo di risolvere il problema scappando da situazioni, da persone, da responsabilità .Noi crediamo di essere uomini liberi ma in realtà siamo consapevolmente e inconsapevolmente soggetti al giudizio della comunità, ai pregiudizi , al parere altrui , alla convenzionalità.

    Con la simulazione di oggi posso dire che la vista è uno dei sensi essenziali….
    Dagli occhi parte tutto: si recepiscono le immagini, le quali sono le prime ad essere elaborate dal cervello umano ed è, dunque, attraverso di esse che si può capire/comprendere/interpretare il mondo al di fuori di noi.
    Al primo impatto volevo togliere quel foulard: mi dava un senso di fastidio, il non poter controllare ciò che succedeva intorno a me mi irritava, ma poi ascoltando le poesie questo stato d’animo quasi angoscioso, mi ha lasciato e ha dato posto a emozioni che si susseguivano ininterrottamente nella mia mente , ogni parola, ogni rima mi apriva delle immagini cosi forti , cosi persuasive che dapprima ho immaginato di essere una ragazza diversamente abile che trova un po’ di conforto solo nei propri genitori, gli unici che la amano senza vincoli; poi mi vedevo cieca e al primo ostacolo cado a terra e tutti mi deridono; poco dopo, invece, mi sono vista mancare tutto, la mia vita era piena di “NON” eppure so di esistere, ci sono, ho la mia vita, un nome, un sorriso, un volto che gli altri purtroppo vedono diverso, e poi ……… ho immaginato di essere una ragazza normale perché non ho nulla di diverso dagli altri ,non mi mancano arti, ci vedo ,parlo e cammino e allora perché sono diversa???Solo dopo aver ascoltato tutta la poesia ho compreso la mia disabilità : sono ebrea e solo per questo emarginata, ma nonostante la sofferenza e le lacrime che mi accompagnano sono convinta che è bello vivere!!! Che grande lezione… DI VITA!


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    Messaggio  edvige garofano Mer Mar 28, 2012 10:27 pm

    Cos’è la cecità? “La cecità consiste in una percezione ottico-visiva ridottissima o nulla (cecità parziale o totale rispettivamente). Può essere congenita oppure derivata da gravi affezioni dell'apparato visivo oppure in seguito a traumi”. Ma la vera domanda dovrebbe essere: cosa significa non vedere per queste persone? E’ peggiore non vedere dalla nascita, e quindi non avere alcuna percezione del reale, o perdere la vista in seguito, vivendo di rimorsi e rimpianti? Io non riesco ad immaginare la mia vita senza la vista, che noi puntualmente non sfruttiamo, ci soffermiamo alle banalità. La cecità può essere genetica, oppure derivare da un evento successivo alla nascita, questa disabilità non incide in maniera negativa sull'intelligenza di una persona. Il disabile visivo, per contro, essendo meno focalizzato sulla percezione della realtà esterna può essere facilitato nello sviluppo del pensiero e della memoria, e questo è molto importante per noi, ma soprattutto per loro che si sentono “importanti” facendoci capire molte cose, dandoci molte lezioni di vita. Il disabile è sempre stato considerato “qualcosa da cui scappare, da cui tenersi lontani, perché fa paura", ma perché? Perché la società bada all’apparenza, deve essere a primo sguardo perfetta, non può permettersi di avere parti non uguali, richiederebbe impegno e bisognerebbe mettersi in gioco, e ovviamente è più facile abbandonare determinate “problematiche”, isolare queste persone e renderle negative agli occhi degli altri! Ma ognuno di noi è diverso a modo suo, ecco appunto un miope non è detto mostro perchè ha gli occhiali, non proviamo compassione per una persona con gli occhiali.
    Molte sono le opere d’arte che da un certo punto in poi danno un’immagine diversa del disabile, ad esempio OTTO DIX raffigura i disabili, per me, come degli eroi in GIOCATORI DI SKAT: tre reduci di guerra, al primo manca il braccio destro, il secondo non ha braccia ed ha il cranio ricucito col metallo ed il terzo è solo un busto con una protesi di legn al posto del braccio. Questo non dovrebbe farci paura, dovrebbe farci pensare a come queste persone, anche sentendosi e sapendosi diverse, cercano di vivere la vita di tutti noi, la vita di tutti i giorni. Questa lezione è stata “vera”, ha tentato di farci capire cosa si prova ad essere dall’altra parte: brividi, vergogna di noi stessi, ero li, ero nella voce che leggeva, nelle parole di chi scriveva; avevo paura che quel non vedere fosse reale. Eppure questi ragazzi parlano dei loro occhi, quelli con cui vedono la realtà, non quella che noi vediamo, quella materiale, ma la vera essenza delle cose: si sentono uomini, si sentono veri, si sentono nuovi, ed hanno ragione quando dicono che i diversi siamo noi, perché è così, dovrebbero loro guardare con vergogna e commiserazione noi, perché noi non conosciamo l’essenza delle cose, non siamo grati delle cose che abbiamo, vorremmo sempre più, quel più superfluo, quando poi la felicità è nelle cose che possiamo noi osservare. E poi, cn gli occhi coperti parole della poesia “NON” ti provocano brividi, pelle d’oca, tristezza: si intravede nel testo speranza, ma allo stesso tempo illusione, solitudine, disperazione, una ragazza che si arrende, non vuole più lottare perché è sola, perché nessuno la capisce, tutti pensano ad aver pietà di lei… Quante cose potrebbero insegnarci queste persone? Tanto, davvero tanto, loro si che sanno vedere il mondo, il vero mondo! Si arrendono perché “Ho paura di cadere non tanto per il dolore che potrei avvertire ma per il peso dei loro occhi che sul quel pavimento mi potrebbero inchiodare”.
    Facendo ricerche è emerso che: “Prevenire la cecità è possibile nell'85% dei casi. A sostenerlo è l'OMS che, assieme all'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB) e ad altre organizzazioni, porta avanti programmi per ridurre la perdita della vista nel mondo. Questi interventi possono consistere, ad esempio, nella distribuzione di vitamina A (per prevenire la xeroftalmia, una grave malattia oculare), in operazioni di cataratta, nella realizzazione di pozzi da cui si può attingere acqua pulita (che consentono di ridurre l'incidenza del tracoma) e via dicendo. In particolare l'OMS e la IAPB portano avanti un progetto chiamato V2020-The Right to Sight ("Il diritto alla vista") che mira ad eliminare la cecità evitabile nel mondo entro il 2020”. Beh penso che noi dovremmo promuovere questo, dovremmo pubblicizzarlo e farlo conoscere, se veramente abbiamo un animo propenso all’aiutare l’altro, perché appunto come ci viene detto dal titolo del progetto, “ NOI ABBIAMO IL DIRITTO ALLA VISTA”!!!
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    Messaggio  DE STEFANO ANGELA Mer Mar 28, 2012 10:51 pm

    Amo la semplicità, e non sopporto la perfezione...Se vedo danzare una persona,io guardo la leggerezza dei suoi movimenti,la sua passione per la danza, e non guardo il suo fisico; perchè una ballerina deve essere stimata ed ammirata per i suoi movimenti perfetti,per la sua bravura e non per il suo fisico, ecco perchè ho preferito il ritratto della ballerina Anita Berber...Mi ha colpito il rosso del ritratto, perchè per me ha simboleggiato la passione, ed inoltre la mia attenzione è caduta subito sul corpo della ballerina, e mi ha ricordato una ragazza che veniva a danza con me tempo fa,non aveva il fisico che ha di solito una ballerina ,ma ogni volta che la vedevo danzare rimanevo senza parole per la leggerezza dei suoi movimenti...

    Commento Emozionale
    A volte amo la notte, perchè è buia, perchè riesco ad immaginare senza vedere e spesso preferisco restare nel buio, perchè la realtà a volte è dura,fa male,mentre nel buio,accompagnata da dolci parole di sottofondo,lascio spazio alla tranquillità,alla fantasia,quasi riesco a volare, "Volare sopra il mondo,senza essere riconosciuta" sono le parole che mi hanno dato i brividi in quella circostanza,voler essere un gabbiano,mi fa capire che c'è un bisogno forte di libertà,di spensieratezza,ma il bello è quello di essere sopra il mondo,lontano dai pregiudizi della gente...
    Però lo stesso buio,troppo buio per troppo tempo, mi mette angoscia,a volte paura, perchè per me è più bello vedere la luce del sole,guardare negli occhi delle persone che amo,piuttosto che rimanere nel buio...E' così che mi sono sentita quando la professoressa ci ha fatte bendare,ho sentito i brividi durante la lettura delle poesie,era piacevole inizialmente,quasi rilassante,ma nello stesso momento ho pensato che una delle cose più belle che ho ricevuto dalla vita è la vista,il poter vedere il sole,guardare il volto e il sorriso della persona che amo,e mi chiedo come una persona in assenza della vista,riesca a superare questa grande difficoltà e ad andare avanti;la cosa che più mi incuriosisce e che mi domando è quella di sapere se dal suono della mia voce o toccandomi il viso riesca ad immaginare il mio volto...
    Sara Costigliola
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    Messaggio  Sara Costigliola Gio Mar 29, 2012 6:59 am

    Commento sull'opera.
    lab. 5 - Simulazione e avviso (chiuso) - Pagina 6 5

    'I giocatori di skat' di Otto Dix opera creata nel 1920 dedicata ai reduci di guerra insieme ad altre due sue opere:'Dedicato ai miei compagni' e a 'Storpi di guerra'. Rappresenta tre soldati che giocano a carte. A prima occhiata appaiono grotteschi, orridi, ma analizzando e osservando i tre personaggi si capiscono e si percepiscono le mutilazioni e le sofferenze patite in guerra.
    Il primo a sinistra ha il volto sfigurato, gli manca un occhio ed un orecchio (sostituito da un impianto acustico che termina con una ‘trombetta’ poggiata sul tavolo), entrambe le braccia (sostituite da una protesi in legno e dal piede, che svolge funzione di mano) ed una delle gambe.
    L’uomo al centro non ha le gambe e le braccia (perciò tiene le carte in bocca); ha parte del cranio ricucito con metallo. la mandibola e l’orecchio sostituita da parti in metallo e l’occhio con un occhio vitreo.
    Il terzo non ha più la parte inferiore del corpo, il braccio destro sostituito da una protesi in legno e la mandibola da una protesi in metallo.

    Commento sull'esperienza.
    Quando uno dei cinque sensi non è attivo, gli altri 'funzxionano' meglio.
    L'esperenza avuta in aula mi ha dato la conferma di ciò. Inizialmente appena mi sono bendata a causa del buio mi sentivo un po': non potevo vedere chi avevo al mio finaco, non sapevo se qualcuno poteva prendere qualcosa dalla mia borsa. Mi agitava un po' non sapere cosa mi circondava e cosa succedeva intorno a me.
    Dopo un po' essermi bendata però ho iniziato ad utilizzare il tatto e riuscivo a percepire dettagli della mia maglia, a sentire il ruvido della sedia. Poi la professoressa ha incominciato a leggere le poesie ed è stato stupendo ascoltarle perchè riuscivo a cogliere ogni parola e cercavo di rappresentarle tutte. Le emozioni erano forti, inizialmente un brivido ha percorso il mio corpo.
    Mi sono chiesta: e se chiudessimo gli occhi ogni volta che ascoltiamo? Forse riusciremo a dare più valore alle parole.
    Questa esperienza però mi ha insegnato anche le difficoltà e le paure che può affrontare una persona con cecictà. C'è chi riesce a vincerle e io mi congratulo con loro per la forza che hanno ogni giorno sempre più.
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    lab. 5 - Simulazione e avviso (chiuso) - Pagina 6 Empty imparare a conoscere i venti del cuore

    Messaggio  miriam perrella Gio Mar 29, 2012 7:50 am

    parto dall'assunto di un'esperienza molto significativa vissuta in classe oggi: l'esperienza della cecità! immedesimarsi in uan persona affetta da deficit della cecità non è cosa di poco conto, anzi riflette con efficacia l'angoscia e l'oscurita di un mondo che non si puo tradurre in aprole! malinconia, pessimismo, disarmonia sono le note che descrivono il mio stato d' animo in un momento di oscurità, persona come inabile, incapace è cio che ho realizzato di me in quel momento, ma mi sono sentita investita di un alto senso di ascolto, meraviglia, di incanto come se stessi seduta dinanzi ad un cielo blu a godermi il panorama con la voce del cuore! sono momenti di mero sconforto e desolazione ma penso che i laghi dove nessuno puo scendere sono rappresentati dagli incavi del cuore, a volte si rimane prigionieri di queste oasi di dolore, arenati nella disperazione di una solitudine che piange in silenzio, udita solamente dalla speranza di chi sogna ancora un viaggio chiamato vita! bellissime le poesie che attestano quanto le emozioni possano essere incise a grandii linee se ascoltate con la voce del cuore, cio dimostra come il paradiso è all'interno di noi stessi perchè le note dell'ascolto sono profonde e indefinibili quasi da farti precipitare nel baratro di una meraviglia senza tempo! il cuore secondo me insegna a cavalcare le onde della vita, la poesia è cibo dell'anima, l'espressione è cio che ci rende unici nelle nostre diversità accomunate. IN classe abbiamo affrontato il tema della diversità nell'arte" ogni cosa finchè dura porta con se la pena della sua forma, la pena di essere cosi e di non poter essere altrimenti" cio dimostra come le idee della mostruosità, della fisicità, gli ideali di bellezza sono costruzione di un'idea! è il cambiamento, il modo di pensare, di agire, di osservare a forgiare una persona, il modo di interpretare il mondo e dargli forma! cio che mi ha colpito nell'ambito della disabilità nell'arte è il ritratto di ribera "ragazzo zoppo", portatore di un sorriso rivoluzionario, un sorriso che è l'esempio piu atroce della miseria umano, la capacita dell'artista sta nel rappresentare l'eroica miseria dell'uomo, che sta in quell'oscillare delc orpo tra un' effimera bellezza e fisico orrore! dal dipinto certamnentee il ribera non vuole ridere o far ridere di lui, bensi vuole lodarne la gaiezza nella sventura,dichiarando la propria solidarietà, colto in un atto della vita quotidiana!
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    Messaggio  silvana marconi Gio Mar 29, 2012 8:19 am


    (Faccio una piccola premessa) DA QUANDO FREQUENTO QUESTO CORSO, SONO Più CONTENTA , FINALMENTE UNA MATERIA CHE MI PIACE DA UN SIGNIFICATO A QUELLO CHE IN REALTà VOGLIO FARE … OGNI VOLTA CHE ESCO DALL’AULA VEDO TUTTO IN MODO DIVERSO,MI SENTO RICCA,E FORTUNATA ENON VEDO L’ORA DI POTER METTERE IN PRATICA TUTTO CIO CHE STO IMPARANDO,VORREI POTER TRASMETTERE NELLA STESSA FORMA,CON LO STESSO AMORE DELLA PROF…MAGARI!!!CMQ RINGRAZIO ALLA PROF CHE OLTRE AD INSEGNARCI PER IL SUO IMPEGNO E LA SUA PASSIONE.

    La lezione,le lezioni sono tutte davvero interessanti ,illuminanti ,il tema della 4 lezione e di fondamentale importanza, “la parte della disabilità nell’arte.” Devo dire che quello che mi ha suscitato più scalpore e stato”i giocatori di skat” di otto dix ;i tre soldati reduce dalla guerra sono tutti e tre un po’ grotteschi. il primo a sinistra ha il volto sfigurato, gli manca un occhio ed un orecchio,l’uomo al centro gli mancano le braccia e gambe ,il terzo non ha più la parte inferiore del corpo ,il braccio destro sostituito da una protesi in legno e la manibola da una protesi in metallo .questo dipinto puo essere associato alla atzori che non stante la mancanza dei vari arti si e pronti ad affrontare la vita di tutti giorni con la resilenza.

    Tema sulla cecità: Nel momento in cui sono stata bendata uno tzunami di emozioni mi ha assalito…angoscia,paura,stati d’ansia,ma dall’ultimo briciolo di lucidità,ho giudicato coloro che vivono senza luce,eroi di forza di vita … EROI!!
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    lab. 5 - Simulazione e avviso (chiuso) - Pagina 6 Empty ALZATE IL VOLUME DI QUESTO SILENZIO CHE FA STARE BENE

    Messaggio  MARIO RIEMMA Gio Mar 29, 2012 8:53 am

    Arte e disabilità:
    Tra le opere che ci sono state proposte lunedì in aula, quelle che più mi hanno colpito sono state “Il fiammiferaio” di Otto Dix e “Lo storpio” di Ribera .
    Nel 1921 Otto Dix dipinse “Il Fiammiferaio”. La Grande Guerra era finita solo da tre anni e i veterani erano riconoscibili perché spesso i loro corpi erano stati deturpati durante le battaglie. Il fiammiferaio é uno di loro, ha perso tutti e quattro gli arti e la vista, e giace per terra su un marciapiedi vendendo fiammiferi. La gente, che sembra camminare frettolosamente in quanto piegata in avanti, é totalmente indifferente alle sue condizioni, solo un bassotto gli presta attenzione, ma non lo riconosce come un essere umano e alza la gamba per urinargli addosso. Una visione impietosa delle terribili condizioni in cui vivevano i veterani, uno dei tanti quadri di denuncia sociale che Dix dipinge in questo periodo. Lo spazio nella composizione é deformato (in particolare la cassetta di legno con i fiammiferi), la testa del fiammiferaio é piegata in modo poco naturale, la visione della scena avviene dall’alto: tutto contribuisce a dare un senso di instabilitá ed inquietudine.
    Lo storpio, riporta il caso del fanciullo con una deformazione del piede, forse un piede torto congenito. L’autore così affronta ciò che è diverso, non bello, e lo esprime non per meravigliare ma per portare all’attenzione degli osservatori quella parte di umanità che solitamente la società vuole ignorare.L'orizzonte basso, un leggero movimento di colline, isola la silhouette del ragazzo contro il cielo coperto di nuvole.Il mendicante impugna un pezzetto di carta con un'iscrizione che fa appello alla carità, all'amore di Dio e alla salute dell'anima.Il suo sorriso ampio e sincero è una delle dichiarazioni più naturali e spontanee di un bambino, felice di aver attirato su di sè l'attenzione del pittore e fiero di poter posare per lui.Il leggero movimento del corpo, l'intensità dello sguardo, il cappello sotto il braccio e il lungo bastone obliquo, sottolineano la volontà di Ribera di voler dipingere un vero e proprio ritratto che nobilitasse la persona piuttosto che documentare la sua malattia.


    L’esperienza:
    Per quanto riguarda l’esperienza pratica, come ho già spiegato in classe nell’ ultima fase della lezione, è stata davvero emozionante, una cosa molto particolare.
    Inizialmente ho provato una sensazione di ansia e disagio. Dopo un pò, quando iniziavo ad abituarmi al buio totale ho avuto l impressione che gli altri sensi, in particolar modo l’udito, diventassero piu sensibili. Sentivo il silenzio altissimo, immenso. Sentivo forte i rumori, i respiri. La concentrazione sembrava molto migliore ed efficace. Se da un lato non potevo ammirare la bellezza di tutto questo però per la prima volta potevo sentirlo. È stata un emozione forte. Quando poi la professoressa ha iniziato a leggere le poesie, queste risuonavano dentro me, senza passare attraverso i filtri sensoriali. Scavalcando la barriera che mi divideva dalla fonte di quelle parole. Era come se la professoressa era nella mia testa.
    Ultimamente, sto soffermandomi molto a ragionare sulla disabilità, ma mai come in quel momento di silenzio mi sono sentito così parte di questo aspetto.
    Ho capito che i disabili non sono un'altra cosa. Non appartengono a una categoria. Sono vivi come me, sognano come me e hanno il diritto di vivere come me. Ci sono persone che non sentono, o non vedono, o non parlano, o non camminano. Ma Pensano, credono, sperano, sognano, ridono e vivono.Ci sono altre invece che sentono, vedono, parlano e camminano, ma non ascoltano, non guardano, non dicono nulla e sono li immobili mentre tutto il resto passa sotto i loro nasi. Dormienti.
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    lab. 5 - Simulazione e avviso (chiuso) - Pagina 6 Empty Commento ragionato su un quadro e commento emozionale sulla simulazione

    Messaggio  Valentina Gaudioso Gio Mar 29, 2012 9:17 am

    Guardando il quadro in cui era rappresentato il bambino zoppo di Ribera, la prima cosa che ho pensato è stata:
    "Come fa a sorridere se è zoppo?"
    Quando ero piccola ero molto vivace, amavo correre e saltellare, ed ero una bambina felice proprio perchè potevo muovermi e giocare come volevo!
    Credo che se fossi stata zoppa, sarei stata una bambina infelice perchè non avrei potuto fare le stesse cose dei bambini normodotati;
    infatti mi ha davvero stupito il sorriso di quel ragazzino, che nonostante la sua disabilità, riesce ad essere lo stesso "felice" a modo suo..

    Per me aprire gli occhi la mattina e riuscire a guardare le cose che mi circondano è sempre stata una cosa scontata, ho capito che invece non lo è solo grazie alla simulazione che abbiamo fatto in classe.
    Caratteriamente mi definisco un'osservatrice, ho una buona memoria visiva e avere quella benda agli occhi e non poter osservare, è stato bruttissimo, mi sentivo strana e avevo anche un po paura perchè non riuscivo a capire quello che gli altri facevano attorno a me,
    Infatti, mi vergogno a dirlo, ma ho dato la mano alla mia amica che era seduta affianco a me).
    Anche un secondo dopo aver messo la benda, il mio istinto voleva levarla perchè per me non vedere ha significato non esserci perchè sono una ragazza molto insicura e la vista spesso "mi serve" anche per confrontarmi e capire se ad esempio sto sbagliando..
    Levare la benda e riuscire fianlmente a "rivedere" mi ha fatto capire quanto sono davvero fortunata.
    Perfortuna l'esperienza vissuta è durata pochi minuti, ma posso dire che solo ora, capisco cosa significa essere non vedenti.
    Ringrazio la professoressa per tutte l'emozioni che mi sta regalando.
    Valentina Gaudioso
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    lab. 5 - Simulazione e avviso (chiuso) - Pagina 6 Empty Arte e Disabilità..

    Messaggio  RaffaellaPagano1990 Gio Mar 29, 2012 9:29 am

    1)Cos'è l'arte?
    L'arte è espressione di se stessi,del proprio modo di vivere,di sentire,di pensare e di vedere le cose che poi si concretizzano nelle opere d'arte attraverso colori e forme..
    E' veramente interessante questo rapporto tra arte e disabilità che la professoressa ci ha mostrato in classe..
    Credo che unire l'arte con la guerra sia una cosa veramente bella.!!
    Il quadro che più mi ha affascinato è quello dei GIOCATORI DI SKAT di OTTO DIX,rappresenta tre soldati che giocano a carte,il loro aspetto è(esteticamente)brutto perchè hanno subito molta sofferenza e colpi di armi durante la guerra.
    -Al primo:gli manca un occhio e un orecchio(sostituito da un impianto acustico)e le braccia sostituite da una protesi in legno.
    -Al secondo:(l'uomo che si trova al centro)mancano le gambe e le braccia,infatti possiamo notare che le carte le tiene con la bocca,e ha una parte del cranio cucito con il metallo.
    Anche la mandibola e l'orecchio sono sostituite da parti in metallo e ha un occhio di vetro.
    -Al terzo:manca la parte inferiore del corpo,il braccio destro sostituito da una protesi in legno e la mandibola da una protesi in metallo.
    Loro nonostante questo hanno la forza di andare avanti e viversi la vita(magari come facevano prima della guerra)giocando a carte anche con alcune parti del corpo che gli sono venute a mancare.

    2)Quest'esperienza per me è stata unica,in quel momento che avevo la benda sugli occhi mi sono sentita cosi persa(infatti ho subito preso la mano della mia amica)non sapevo che fare..
    Posso dire di aver provato le sensazioni di queste persone che pur essendo state colpite da questo "MALE" continuano a vivere la vita di tutti i giorni..
    All'inizio ho provato ansia perchè egoisticamente pensavo solo a me stessa,ai miei occhi volevo riavere la mia vista,mi mancava il respiro,mi mancava vedere i colori...
    Dopo quando la Prof. ha iniziato a leggere quelle poesie di persone ammalate di cecità in me è nata la tristezza,
    tutti i pensieri di quelle persone che non possono ammirare con la vista il mondo ma possono farlo con la loro immaginazione e i loro pensieri sono visivi ma "solo nella loro mente".
    Ammiro loro perchè hanno la forza di andare avanti..
    Io non potrei mai farcela,mi sentirei insicura e incapace,forse diversa da tante altre persone...!!!
    La poesia che è arrivata subito al mio cuore è stata quella di rebecca : NON ..
    Non scrivo
    Non parlo
    Non cammino
    Non canto
    Non chatto
    Ma sogno
    E vivo
    Non scrivo
    Non parlo
    Non cammino
    Non canto
    Non chatto
    Ma amo
    Sogno e sono viva
    Non scrivo
    Non parlo
    Non cammino
    Non canto
    Non chatto
    Non amo
    Non sogno
    Sono viva
    E SOLA.
    In questa poesia riesco a sentire alcuni sentimenti di Rebecca lei in un primo momento elenca alcune cose che non può fare ma nonostante questo continua a sognare ad amare,poi in un secondo momento nelle sue parole vedo la rinuncia nel continuare a sognare e ad amare e questo mi fa un male incredibile perchè lei non dovrebbe mai sentirsi sola non dovrebbe mai smettere di sognare perchè anche se è difficile dovrà continuare a lottare per questa vita..
    Valentina Caponigro
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    Messaggio  Valentina Caponigro Gio Mar 29, 2012 9:55 am

    Ogni lezione mi stupisce sempre di più.L'ultima volta si è parlato di arte e disabilità,binomio che apparentemente suona strano.La rappresentazione del "diversamente bello",della non perfezione,dell'incerto:bellissimo.L'arte è essenzialmente creatività,può rappresentare e deve rappresentare qualsiasi cosa o persona.Molti dipinti mostrati mi hanno colpito,in particolare "Il ragazzo zoppo" e "ritratto della ballerina Anita Berber".Il primo fu rivoluzionario perchè per la prima volta diede un'immagine di disabilità diversa,questo bambino che sorride nonostante tutto è un esempio di come le difficoltà non devono abbatterci,si può assaporare la vita sorridendo.Nessuno ha il diritto di toglierci il sorriso.L'altro è questo ritratto di una ballerina con un'idea opposta di salute:magra e drogata,con i toni rossi dello sfondo e del vestito,gli occhi fissi e le labbra segnate che svelano una falsa immagine di una vamp,di una femme fatale.
    La parte laboratoriale è stata bellissima.Abbiamo svolto una simulazione con dei foulard bendandoci gli occhi e ascoltando alcune poesie scritte da alcuni disabili.Innanzitutto ho provato un pò di paura a non veder niente,mi sono sentita SOLA e spaesata.L'emozione suscitata non riesco a descriverla precisamente,in un primo momento non è stata positiva.Nello stesso tempo però ho cercato di ascoltare con le orecchie e soprattutto con il cuore,forse per la prima volta in vita mia ho soltanto ascoltato.Provo una profonda tristezza per chi quotidianamente si trova a convivere con questa condizione e allo stesso tempo un forte senso di ammirazione.
    Grazie prof per tutte le emozioni che sto vivendo!
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    veronicagiordano


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    Messaggio  veronicagiordano Gio Mar 29, 2012 10:03 am

    il quadro che mi ha colpito di piu' in aula e quello dei tre militari che giocano a carte nonostante abbiano protesi da per tutto......
    Per quanto riguarda il laboratorio non so'veramente cosa dire un esperienza che non potro'mai piu' ripetere ho pianto tantissimo ....non so se xche mi sono sentita coinvolta in maniera particolare .....xche ho mia nipote di 9 mesi che e cieca .....ho provato veramente tanta tristezza ......io sono madre di due splendidi bimbi e non potrei immagginare di non poterli vedere correre giocare a pallone ......ho sentito la vita scorrere velocemente e ho capito che do molta poca importanza al volore immenso che essa ha ........al di la di tutte le disabilita'la cecita'mi mette paura .....lo ammetto e un mio limite ...... Crying or Very sad
    mi scuso con la prof x i miei commenti brevi ma so'usare molto poco il pc ...e devo cogliere al volo tutto con i miei bimbi.......mi scuso ancora spero solo di essere chiara'nonostante il poco contenuto......
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    Ilenia Caiazza


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    Messaggio  Ilenia Caiazza Gio Mar 29, 2012 10:11 am

    Lezioni sempre più interessanti, sempre più belle, sempre più emozionanti. Mettere una benda sugli occhi, quante volte ho pensato di farlo ma quante volte ho avuto paura del giudizio degli altri. Ecco ciò che mi fa paura! Sappiamo essere così superficiali, ci preoccupiamo di cosa indossare, dell'acconciatura dei capelli, il trucco,lo smalto, il cellulare, la borsa e quante altre cose che ne possiamo fare a meno ma senza di essa non riusciamo a "vivere" perchè le personse, i compagni, le persone che ci girano intorno chissà cosa potrebbero pensare o dire. Una benda sugli occhi è servito a sviluppare l'udito, a farmi venire i brividi quando sentivo delle poesie eccezionali, a farmi sentire un puntino in questo grande mondo.
    Queste lezioni mi insegnano sempre di più non in senso culturale ma di vita. Mi fanno capire come si sentono le persone diverse da me ai nostri sguardi, mi fanno capire di andare oltre a ciò che ci appare. E con queste lezioni, con il forum che posso diventare forse una persona migliore, posso capire tante cose che i libri non riescono a fare. Grazie
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    Messaggio  elena capasso Gio Mar 29, 2012 12:45 pm

    la simulazione che abbiamo fatto mi ha fatto davvero tanto riflettere su come puo essere complicata la vita per una persona non vedente...ho riflettuto su come è brutto non poter vedere la luce,il cielo, il sole...noi siamo davvero fortunati ad avere la vista ma non ce ne rendiamo conto perchè ci sembra qualcosa di scontato ,di banale,eppure non è affatto cosi.Io personalemte ho provato una sensazione di tristezza assoluta ,di solitudine,benchè intorno a me ci fossero numerose persone.Mentre eravamo bendate ci sono state lette delle poesie di persone disabili che chiedevano di poter essere considerate persone normali e durante la lettura ho provato a farmi un esame di coscienza e a riflettere sulla condizione di queste persone.Ho detto prima di aver provato una sensazione di tristezza ma nello stesso tempo ho avvertito uan sensazione di quiete ,serenità,concentrazione assoluta su quello che mi si stava leggendo non essendo distratta dagli altri sensi....Ho capito che a volte dovremmo fermarci un attimo per riflettere e per capire com'è bello ascoltare gli altri.
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    Messaggio  serenalestingi Gio Mar 29, 2012 1:08 pm

    1 MOMENTO:oggi in aula abbiamo riflettuto sul tema ARTE E DISABILITA',e si evince che il tema disabilita anche nell'arte viene raramente espresso,uno degli autori invece che si occupa di ciò è RIBERA'.Mi ha fatto molto riflettere il quadro sulla donna barbuta(una donna che aveva problemi di ormoni e quindi gli cresceva la barba).RIBERA' decide di rappresentare quel quadro nel momento in cui la donna allatta suo figlio,nel mondo maggiore di espressione della femminilità a prescendire da quella diversità(quella barba) lei è una DONNA,senza discriminazioni!
    2MOMENTO:un momento stupendo.....finalmente ho aperto il cuore all'altro, ho pensato quante volte non riesco a farlo, quante volte non mi soffermo sugli altri,ho chiuso gli occhi....ho chiuso quella barriera e le parole di quei ragazzi mi sono entrate nel cuore:Non scrivo
    "Non parlo
    Non cammino
    Non canto
    Non chatto
    Non amo
    Non sogno
    Sono viva
    E SOLA"(sola quante volte noi che ci definiamo "normali" facciamo di tutto per allontare gli altri o il "diverso" e loro si sentono soli esclusi dalla società).Un' altra aprte che mi ha colpito molto è:
    "Chiamatemi per nome.
    Non più:
    portatrice di handicap, disabile,
    non vedente, non udente, cerebrolesa, tetraplegica.
    Forse usate chiamare gli altri:
    “portatore di occhi castani” oppure “inabile a cantare”?
    o ancora: “miope” oppure “presbite”?
    Per favore abbiate il coraggio della novità.
    Abbiate occhi nuovi per scoprire che,
    prima di tutto,
    io “sono”.
    Chiamatemi per nome.
    Quante volte con parole dipreggiative offendiamo il "diverso"? tante volte è solo perchè noi ci crediamo di essere perfetti, in realtà non abbiamo il coraggio di chiamare le persone per nome siamo limitati non andiamo oltre,non vogliamo conoscere gli altri!,

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