Cos’è la cecità? “La cecità consiste in una percezione ottico-visiva ridottissima o nulla (cecità parziale o totale rispettivamente). Può essere congenita oppure derivata da gravi affezioni dell'apparato visivo oppure in seguito a traumi”. Ma la vera domanda dovrebbe essere: cosa significa non vedere per queste persone? E’ peggiore non vedere dalla nascita, e quindi non avere alcuna percezione del reale, o perdere la vista in seguito, vivendo di rimorsi e rimpianti? Io non riesco ad immaginare la mia vita senza la vista, che noi puntualmente non sfruttiamo, ci soffermiamo alle banalità. La cecità può essere genetica, oppure derivare da un evento successivo alla nascita, questa disabilità non incide in maniera negativa sull'intelligenza di una persona. Il disabile visivo, per contro, essendo meno focalizzato sulla percezione della realtà esterna può essere facilitato nello sviluppo del pensiero e della memoria, e questo è molto importante per noi, ma soprattutto per loro che si sentono “importanti” facendoci capire molte cose, dandoci molte lezioni di vita. Il disabile è sempre stato considerato “qualcosa da cui scappare, da cui tenersi lontani, perché fa paura", ma perché? Perché la società bada all’apparenza, deve essere a primo sguardo perfetta, non può permettersi di avere parti non uguali, richiederebbe impegno e bisognerebbe mettersi in gioco, e ovviamente è più facile abbandonare determinate “problematiche”, isolare queste persone e renderle negative agli occhi degli altri! Ma ognuno di noi è diverso a modo suo, ecco appunto un miope non è detto mostro perchè ha gli occhiali, non proviamo compassione per una persona con gli occhiali.
Molte sono le opere d’arte che da un certo punto in poi danno un’immagine diversa del disabile, ad esempio OTTO DIX raffigura i disabili, per me, come degli eroi in GIOCATORI DI SKAT: tre reduci di guerra, al primo manca il braccio destro, il secondo non ha braccia ed ha il cranio ricucito col metallo ed il terzo è solo un busto con una protesi di legn al posto del braccio. Questo non dovrebbe farci paura, dovrebbe farci pensare a come queste persone, anche sentendosi e sapendosi diverse, cercano di vivere la vita di tutti noi, la vita di tutti i giorni. Questa lezione è stata “vera”, ha tentato di farci capire cosa si prova ad essere dall’altra parte: brividi, vergogna di noi stessi, ero li, ero nella voce che leggeva, nelle parole di chi scriveva; avevo paura che quel non vedere fosse reale. Eppure questi ragazzi parlano dei loro occhi, quelli con cui vedono la realtà, non quella che noi vediamo, quella materiale, ma la vera essenza delle cose: si sentono uomini, si sentono veri, si sentono nuovi, ed hanno ragione quando dicono che i diversi siamo noi, perché è così, dovrebbero loro guardare con vergogna e commiserazione noi, perché noi non conosciamo l’essenza delle cose, non siamo grati delle cose che abbiamo, vorremmo sempre più, quel più superfluo, quando poi la felicità è nelle cose che possiamo noi osservare. E poi, cn gli occhi coperti parole della poesia “NON” ti provocano brividi, pelle d’oca, tristezza: si intravede nel testo speranza, ma allo stesso tempo illusione, solitudine, disperazione, una ragazza che si arrende, non vuole più lottare perché è sola, perché nessuno la capisce, tutti pensano ad aver pietà di lei… Quante cose potrebbero insegnarci queste persone? Tanto, davvero tanto, loro si che sanno vedere il mondo, il vero mondo! Si arrendono perché “Ho paura di cadere non tanto per il dolore che potrei avvertire ma per il peso dei loro occhi che sul quel pavimento mi potrebbero inchiodare”.
Facendo ricerche è emerso che: “Prevenire la cecità è possibile nell'85% dei casi. A sostenerlo è l'OMS che, assieme all'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB) e ad altre organizzazioni, porta avanti programmi per ridurre la perdita della vista nel mondo. Questi interventi possono consistere, ad esempio, nella distribuzione di vitamina A (per prevenire la xeroftalmia, una grave malattia oculare), in operazioni di cataratta, nella realizzazione di pozzi da cui si può attingere acqua pulita (che consentono di ridurre l'incidenza del tracoma) e via dicendo. In particolare l'OMS e la IAPB portano avanti un progetto chiamato V2020-The Right to Sight ("Il diritto alla vista") che mira ad eliminare la cecità evitabile nel mondo entro il 2020”. Beh penso che noi dovremmo promuovere questo, dovremmo pubblicizzarlo e farlo conoscere, se veramente abbiamo un animo propenso all’aiutare l’altro, perché appunto come ci viene detto dal titolo del progetto, “ NOI ABBIAMO IL DIRITTO ALLA VISTA”!!!