lab. prof. PALLADINO (chiude il 23 aprile)

"Prendi la tua vita e fanne un capolavoro" è questo che mi viene in mente pensando alla fantastica persona del Dottor Palladino, è stato emozionante ascoltare storie di vita vissuta, ascoltare quanto amore e passione c'erano nelle sue parole, un uomo che non si è lasciato abbattere dalle avversità, una persona che aveva e alla quale è stato tolto qualcosa di vitale ma si è rimboccato le maniche e più forte che mai è andato avanti, creando quel capolavoro che è la sua vita. Non ci sono parole, può solo essere un esempio da emulare.

E'stato,quello del 12 aprile,un incontro particolarmente toccante.
Il prof.Palladino mi e' parso un uomo straordinario per il modo in cui ha affrontato e affronta ancor oggi il suo disagio.
Quest incontro mi ha dato uno schiaffo morale in quanto mi son resa conto della fortuna che ho a poter vivere senza alcun "limite".
La forza di vita che ha dimostrato e' di esempio per ognuno di noi, vivere con il sorriso e affrontare con serenita' le proprie difficolta'.
Questo e' cio' che mi ha stupito, mi e' stata trasmessa una sensazione di serenita' in relazione al deficit, abbattendo quel senso di angoscia e rassegnazione che emerge nel tentativo di raggirare l ostacolo, forse e' stato un altro esempio di resilienza...

in questa lezione, la Prof. Briganti, ha invitato il Prof Palladino, per farci nutrire della sua meravigliosa testimonianza di vita. Nell'aula risuonavano vitalità, energia, ottimismo e buon umore.
un insegnamento di vita, per tanti che, pur avendo tutto, perchè di tutto sono stati graziati e saziati, cercano volontariamente la morte oppure lasciano che, i propri giorni di dissolvano nel vuoto di emozioni.
è stato un incontro bellissimo! soprattutto nel momento in cui, il Prof ci ha donato di conoscere la storia del suo amore per la Moglie Luisa. è stata per me la più bella testimonianza d'amore della mia vita.
Ho provato tanta commozione, perchè attraverso questa persona non vedente, ho fatto esperienza di un amore completo, totale, unico che, si dona senza limiti. Lui non vedente è veramente capace di amare al pari anzi, credo di più di una persona che si innamora incontrando lo sguardo dell'altro. Lui si è innamorato del cuore di questa donna, si è innamorato di ciò che fa grande una persona, ossia: l'anima. splendido questo amore, esempio per tanti che, chiamano amore semplici "passioncelle" ,che non sanno andare oltre il corpo e cogliere i sentimenti più nobili.
Bellissima, ancora la presenza di tutta la sua famiglia. Toccanti le parole della nipote e della figlia, anch'esse piene del rigore paterno. Il Prof Palladino è senz'altro un uomo che nella vita ha saputo guardare a valori e virtù e su questi ha fondato la sua vita. Indispensabili per una vita piena, sana, bella, felice.
Ho capito che un non vedente è una risorsa, un vaso colmo di abilità nascoste e proprio per questo, meravigliose.
Avrei voluto ringraziare personalmente il Prof. ma non c'è stato modo. Volevo solo sussurrargli: "grazie per la sua splendida testimonianza d'amore"
Grazie a lei Prof. Briganti per questi momenti!!
Annamaria

Il prof. Palladino è un altro ,emblematico, esempio di resilienza!La cecità è una realtà che ha ,sempre, suscitato in me un forte timore... io credo di non essere così forte psicologicamente per affrontare ed accettare una tale, potenziale, mancanza. Ricordo la simulazione fatta in aula a Marzo e non potrò mai dimenticare il senso di inadeguatezza che mi pervase in quei pochi minuti trascorsi senza poter vedere... Per il prof. Palladino, per le persone che lo circondano e per tutti coloro che pur avendo questo deficit riescono a sorridere alla vita non posso che provare una profonda stima ed ammirazione.
Quante emozioni e riflessioni mi sta regalando questo corso...Grazie ancora docente!

La lezione di giovedi scorso, è stata ricca di emozioni positive.Abbiamo avuto l’onore di avere un ospite speciale, il prof. Palladino e la sua splendida famiglia. Il prof. Palladino è un padre, un nonno eccezionale,ma prima di tutto un uomo, che non si è mai perso d’animo, di coraggio, è andato avanti, a testa alta, nonostante la sua condizione di persona non vedente, è senza dubbio un esempio di resilienza.ha dimostrato e mostrato che nella sua vita ha seminato bene e i risultati dei suoi raccolti sono stati ottimi. Mi ha trasmesso tanto amore e serenità:l’amore per la famiglia, per il prossimo e il donarsi all’altro incondizionatamente. Mi ha colpito la sua umiltà, con semplicità e spontaneità ha raccontato le sue esperienze di vita, dandoci dei consigli su come appprocciarsi ad un bambino non vedente; il semplice gesto di fare una carezza al bambino, può sembrare scontato ma in realtà non lo è; poiché è proprio, in quella carezza fatta con amore,che si possono comunicare sensazioni positive, far capire al bambino che si può fidare di chi ha accanto, c’è chi lo accoglie come persona nella sua essenza, per poi poter lavorare insieme, imparare così la santa scrittura brail e migliorarsi sempre di più.
riflettevo sull'importanza della vità,il valore che ha, ma ancora di più ai valori e ai principi , trasmessi dai nostri familiari ossia i nostri affetti, i legami più forti. portiamo sempre avanti valori quali l'amore, il rispetto,l'affetto, la condivisione, la fiducia. Valori ai quali dobbiamo crederci fermamente anche quando tutto sembra essere perduto. è grazie a questi valori che possiamo aprirci all'altro con il cuore, con animo buono, trasmettendo tanta positività.
Grazie di cuore prof., per questo incontro.

Oltre ad essere un professore è un grande padre e un grande nonno e la testimonianza è stata vedere la sua famiglia in aula insieme a lui a condividere qst esperienza.. a me cm penso a tante altre questo nonno mi ha fatto venire dentro di me una grande voglia di riscatto una voglia ke era stata messa da parte dp tante sofferenze avute in famiglia io devo dire grazie a quel nonno meraviglioso ke ci ha fatto capire ke la vita è una cosa preziosa nn va buttata cn le mille ansie e le mille paura se c'è L'AMORE c'è tutto...

Questa lezione mi ha coinvolta in maniera singolare, guardavo quell’uomo, la sua forza ,la sua caparbietà e la sua grande simpatia e ne venivo rapita…Che persona speciale!!! Il prof. Palladino ci ha raccontato in breve la sua storia, il tragico incidente che all’età di 13 anni lo portò alla cecità, la sua adolescenza nei collegi e la sua grande storia d’amore con la moglie Luisa…ciò che mi ha colpita di più durante tutto il racconto è che lui non si soffermava mai su quell’incidente come un evento tragico per lui stesso e per la sua vista, ma anzi raccontava di come nonostante la sua condizione trovava la forza per aiutare gli altri compagni “ancora più sfortunati”, che nella seconda guerra mondiale avevano perso l’uso delle braccia e delle gambe.
Posso dire infatti che è stato proprio questo il grande insegnamento di questa lezione,in qualsiasi condizione di diffoltà un uomo si trovi ,aiutando gli altri trova maggiore forza per accettare e affrontare positivamente la propria disabilità.
Infine una frase del prof. Palladino molto significativa che mi ha aiutato a riflettere è che “i non vedenti non sognano mai il buio”,questa frase mi ha dato un enorme carica positiva ;inoltre spero davvero di riuscire a seguire il corso con lui per imparare “la santa scrittura braille”!!!

L'argomento affrontato oggi in aula è stato molto emozionante, grazie alla presenza del prof. Palladino e la sua famiglia ,dove insieme abbiamo affrontato il tema della cecità.
Ascoltare le sue parole mi ha colpito tantissimo, in particolare quando ha raccontato la sua storia, che all'età di 13 anni è stato vittima di un incidente nel quale ha perso la vista. Queste persone riescono grazie ad una grande forza di volontà a svolgere una vita "normale" , la sua storia magari rispetto a quella di altri è più fortunata perchè conosce il viso dei propri cari, i colori della vita, il sorriso di un bambino.
Io non oso nemmeno immaginare la mia vita senza la vista , perchè per me è una delle cose piu brutte ,ed è proprio per questo che apprezzo e stimo queste persone e la loro forza.
Quando nelle lezioni precedenti abbiamo fatto l'esercizio con i foulard ,e per pochi minuti abbiamo avuto gli occhi bendati ho provato una strana sensazione,quasi mi sentivo soffocare. La presenza della famiglia del professore Palladino è stata per noi fondamentale, in quanto gli stessi familiari ci hanno raccontato come vive una persona non vedente, ma soprattutto l'amore e gli insegnamenti che ha saputo dare a tutti loro.
Infatti uno dei momenti più emozionanti è stato quando la nipote ha detto : "il nonno mi ha insegnato che l'ingrediente giusto , la ricetta infallibile per la vita è L'AMORE". Questo mi ha fatto capire che nonostante la sua cecità ha avuto la forza di dimostrare alle persone care e non solo che niente è impossibile; infatti lo dimostra il libro "le ali spezzate" che lui stesso ha scritto.
Il professore quindi è un ottimo padre,marito , nonno ma soprattutto un grande esempio di vita , non solo per la sua famiglia ma anche per tutti noi, per questo lo ringrazio vivamente anche perchè in poco tempo mi ha fatto capire che davvero non esiste nessun limite. GRAZIE [img][/img]javascript:emoticonp('')

Alla lezione del 12 aprile scorso è stato ospitato il prof. Vincenzo Palladino autore di “Le ali spezzate” ed “Lettere ad un amico non vedente”. Non ho avuto ancora il piacere di leggere questi testi però da alcune ricerche fatte si nota che ne “Le ali spezzate” “la forza di un uomo non si misura in base a quanto può vedere quanto piuttosto in base a ciò che riesce a fare senza poter vedere nulla con gli occhi fisici, e utilizzando unicamente quelli dell’anima”. Un libro che vuole essere d'aiuto a tanti giovani che si sentono perduti di fronte a difficoltà anche minori raccontando che lui, in un momento storico molto difficile, è venuto su bene comunque ed ha saputo far del bene al suo prossimo e continua a farlo ancora. Vincenzo Palladino a 13 anni perse la vista, oggi è un signore attempato eppure a vederlo non lo diresti. E’ un nonno felice e un patriarca fiero, ma è soprattutto un uomo impegnato nel sociale al fianco e al sostegno di altri non vedenti ed ipovedenti.
Per quanto riguarda “lettere ad un amico non vedente“ ho consultato la relazione fatta dalla coautrice (dott.ssa Emanuela Cimmino) e possiamo sintetizzarlo come un testo che non raccoglie solo lettere e messaggi, ma raccoglie in modo significativo una
intera cronistoria, istanti di vita, impegno sociale e civile, passione, condivisione e non ultima l’esperienza del
corso di Braille (Il braille è un sistema di scrittura e lettura a rilievo per non vedenti ed ipovedenti messo a punto dal francese Louis Braille nella prima metà del XIX secolo, consiste in simboli formati da un massimo di sei punti, impressi con un punteruolo su fogli di carta spessa o, più raramente, di plastica) tenuto da Vincenzo e quella in qualità di presidente dell’Anpvi per il Servizio Civile.
Dell’intervento tenuto dal prof. Palladino l’aspetto che mi ha colpito maggiormente è stato il suo non sentirsi a disagio , stando comunque in un luogo a lui non familiare, sembrava molto felice di stare con noi ragazzi e di raccontare storie simpatiche della sua vita come se fossimo tutti suoi nipoti.

Giovedi è stata una giornata molto emozionante le parole del Prof. Palladino mi hanno fatto riflettere molto. L’esempio di queste persona ti fanno davvero pensare di quante cose futili ci lamentiamo e mentre il prof parlava mi è venuto in mente l’esperimento fatto in aula un po’ di tempo prima . Quanto amore per sua moglie e i suoi nipoti . . . una vera forza della natura !
Il nipote gli aveva detto “ nonno domani piove” e lui “ non ti preoccupare uscirà il sole” esempio di grande amore per la vita e tanto tanto ottimismo … un grande esempio di vita grazie!.

I CIECHI NON SOGNANO MAI IL BUIO...
L'incontro con il prof. palladino è stato uno dei più emozionanti che abbia mai vissuto in generale. Il suo modo di esprimere l'amore per la vita e per tutti i valori di cui è composta nonostante la mancanza cheha di uno dei sensi puù importanti per l'uomo. Ho sempre pensato che si può assaporare la vita attraverso lo sguardo di tutto ciò che ci circonda , i colori , il mare , il sole e proprio per questo quando il professore ha cominciato a raccontare la sua storia di essere nato vedente e che per un incidente rimasto cieco, ho provato veramente emozioni mischiate tra tenerezza e ammirazione: ammirazione perchè ha mostrato "il lato positivo delle cose" ne l guardare chi stava peggio di lui, come gli altri bambini che avevano perso braccia o gambe per via della guerra.... I CIECHI NON SOGNANO MAI IL BUIO perchè dentro i loro occhi vivono tanti colori aggiungerei....

La cecità dell'anima

Una notte ho sognato un bambino,
da solo giocava in mezzo al prato.
Aveva gli occhi chiusi, sfiorava i petali.
Mi chiese: "Come sono questi fiori?"
"Belli." Gli risposi.
"Perchè sono belli?",
mi guardava con gli occhi chiusi
e mi sentii stringere il cuore.
"Perchè sono colorati di giallo, rosso, verde e blu." riposi,
"E com'è il giallo? Il rosso? Il verde? Il blu?" mi chiese,
mi guardava con gli occhi chiusi
e mi sentii mancare il fiato.
"Non lo so." Risposi.
"Te lo spiego io." mi disse.
Con gli occhi chiusi si avvicinò a me, mi fece sedere.
Mi chiuse gli occhi, mi accarezzò, mi baciò, mi abbracciò.
Con gli occhi chiusi, sorrideva.
La mattina mi svegliai e mi accorsi che avevo ancora gli occhi chiusi.
Provai ad aprirli, ma non ci riuscii.
Provai ad immaginare, non ci riuscii.
Con gli occhi chiusi non ho ancora imparato a sorridere.

Mentre ascoltavo il prof. Palladino, mi è venuto in mente un altro uomo che vive la sua stessa esperienza della cecità, ma oltre a questo hanno un'altra cosa in comune, amare la vita in tutte le sfaccettature guardando i lati positivi che essa può offrire. Volevo dunque pubblicare una canzone di un grande artista ANDREA BOCELLI e concludere così:

Il giorno 12/04,la professoressa Briganti ha colto l'occasione di presentarci il professore Palladino,il quale ci ha trasmesso molte emozioni positive,con la sua simpatia e pieno d'entusiasmo per la vita e la sua amatissima famiglia.Il prof.ci ha raccontato delle sue esperienze formative,lavorative e private,appunto riguardanti la sua famiglia(incontro con la moglie).è stato molto emozionante averlo tra noi.A riguardo vorrei aggiungere la mia esperienza di tirocinante presso l'Istituto Domenico Martuscelli;per il sostegno e l'autonomia dei ragazzi non vedenti e ipovedenti.L'istituto accoglie individui divisi in gruppi di diverse età.Tali soggetti vengono inseriti anche per problemi ulteriori diversi da quello della vista:disturbi dell'apprendimento,sindrome di down e disturbi autistici.La struttura è in grado di offrire degli interventi adeguati per un eventuale miglioramento dei disturbi appena citati tra cui interventi abilitativi e psicopedagogici.Il complesso riesce ad offrire ai ragazzi la possibilità di farli vivere in un ambiente tranquillo e sereno.Una delle tante cose più rilevanti nella riuscita di questa esperienza è stata l' introduzione alla scrittura braille,fondamentale per creare un buon rapporto interpersonale con l'alunno.Credo sia importante che nella vita di ognuno di noi ci sia almeno un'esperienza di questo tipo.A mio parere molto toccante e gratificante.Grazie a questa esperienza,ora posso affermare di essere in grado di affrontare al meglio eventuali situazioni che mi si presenteranno in futuro.

La lezione del 12 aprile è stata una lezione stupenda, innumerevoli sono state le emozioni e le sensazioni che mi ha suscitato il prof. Palladino, uomo con grande carattere, un uomo che non si è fermato dinanzi a nulla. Lui con il suo carisma e con la sua voglia di vivere ha cambiato la prospettiva del mio mondo, ora le persone che soffrono di cecità saranno guardate da me con occhi diversi, occhi nuovi. Il prof. Palladino in un'unica lezione si è guadagnato tutta la mia stima e la mia gratitudine, lui ci ha insegnato che l'amore è fondamentale nella vita e ogni azione compiuta nella propria vita dev'essere accompagnata dalla passione.

Devo dire che questo corso mi fa emozionare ogni giorno di più..mi ha aiutato a riflettere, pensare a cose a cui prima forse davo meno importanza e meno attenzioni...Credo che il prof. Palladino sia un esempio della forza della vita...quando ascoltavo le sue parole anzichè provare angoscia,tristezza, mi trasmetteva allegria, una tranquillità d'animo e spensieratezza che credevo di non provare...forse siamo noi che troviamo in queste persone degli ostacoli che forse per loro "non esistono" ..La cosa più bella è l'amore che quest uomo trasmette ai suoi familiari, ma non solo..è lui infatti che trasmette forza, sicurezza, armonia..e per fortuna anche lui riesce a fare tantissime cose grazie all'innovazione della scrittura Braille, nata appunto per dare la possibilità ai non vedenti di svolgere le azioni più comuni come ad esempio avere la possibilità di leggere un giornale,un libro, una rivista!!! Non c'è cosa più bella di essere visti e trattati allo stesso modo..nessuno è superiore o inferiore all'altro ..ma ognuno di noi ha delle qualità particolari che fanno di ognuno di noi una persona speciale!

L’incontro con il signor Vincenzo Palladino è stato uno dei laboratori più interessanti di questo corso. Vincenzo Palladino, uomo, marito, padre e nonno diventa cieco all’età di tredici anni in seguito all’esplosione di una mina. Da quel momento la sua vita cambia radicalmente: le attività quotidiane che di solito faceva con autonomia, dopo la cecità diventano difficili da svolgere ma il signor Palladino non si abbatte. I primi tempi sono stati lunghi e molto faticosi soprattutto nell’accettare la sua condizione; molti sono stati i pregiudizi che ha dovuto affrontare come racconta nel libro “Le ali spezzate”, perché si trattava proprio di quelle ali che furono tolte ad un bambino di tredici anni, troppo presto, improvvisamente per una colpa non sua ma di queste inutili guerre. All’incontro erano presenti anche sua moglie, sua figlia e sua nipote e Palladino era fiero di mostrare a tutti questo grande tesoro, anche se erano presenti solo alcuni dei componenti della sua grandissima famiglia. Il signor Vincenzo non è solo un uomo cieco, ma è una persona che il 12 aprile ha insegnato qualcosa a tutti noi; è un padre di sette figli che non si è mai arreso di fronte alla difficoltà del non vedere anzi si è “rimboccato le maniche” imparando il metodo Braille, un metodo di scrittura e lettura che permette ai non vedenti di poter usufruire di tutte le conoscenze disponibili nel mondo. Guardando i coniugi Palladino, mi sono emozionata vedendo come attraverso una semplice carezza il signor Vincenzo abbia manifestato il suo amore e come non sia svanito in questi anni, anzi si è rafforzato. Ascoltando la storia del signor Vincenzo, ho rivissuto il giorno della simulazione svolta in classe sul tema della cecità; in quell’istante tutto era buio, non si dava importanza a ciò che indossava la nostra\o compagna\o di banco, al suo aspetto fisico o al colore della pelle, ma si ascoltava la voce di una persona, in quel caso la nostra professoressa che ci leggeva delle bellissime poesie.

La lezione col professore Palladino è stata davvero molto interessante.
Nelle sue parole,nel suo modo di scherzare riusciva a trasmettermi tutta la forza e l'amore che lui aveva dentro di sè.
Trasmetteva la meravigliosa gioia di vivere la vita..!
Il professore Palladino è riuscito a toccare il mio cuore,con la sua simpatia e la meravigliosa storia d'amore che lui vive.
Lui è davvero una persona eccezionale ,terrò sempre nella mia memoria le parole che lui ripeteva
"quando incontrerete un bambino non vedente non dategli la vostra pietà ma tutto il vostro amore "

Guardando quest uomo non ho provato alcuna sensazione di tristezza,ma solo una profonda ammirazione,perchè ho capito realmante che anche dove ci sono alcune difficoltà con l amore e la volontà si possono superare tanti ostacoli!

Innanzitutto è bellissimo vedere una famiglia così compatta ed affiatata che ha come punto di forza l'amore che l'uno prova nei riguardi dell'altro, facendo di questo il vero successo personale.Il professore Palladino è un uomo fantastico,simpatico,alla mano,che non ha bisogno di ricevere sicurezze o attenzione perchè è lui a concederle agli altri.Inizialmente l ho visto seduto,silenzioso,e ascoltavo le parole della nipote con malinconia ,ma poi hai iniziato a parlare con tanta grinta,carisma e soprattutto semplicità che è la chiave d'accesso per arrivare realmente a tutti.Non l'ho visto più come un disabile,non ho continuato più a fantasticare sulle sofferenze che ha potuto trascorrere durante il suo percorso,l'ho iniziato a vedere semplicemente come un uomo,un grande uomo,che ha vinto contro gli ostacoli che la vita gli ha messo davanti e ha fatto delle sue vittorie mezzi di cui gli altri se ne possano servire.Un'esempio di amore per la vita unico,puro,talvolta anche esilarante.
Perchè è vero nella vita bisogna sempre puntare in alto e guardare in avanti,ma talvolta è anche necessario fermarsi e voltarsi indietro,smettere di piangere per le proprie sofferenze e rendersi conto che c'è chi è più sfortunato e che ha bisogno di te quanto tu di lui.

L’incontro con il Prof. Vincenzo Palladino e la sua famiglia è stato molto significativo ed emozionante (mi ha colpito molto la carezza che ha dato al viso della moglie che le era a fianco). E’ stato bello vedere e sentire la forza dell’amore e della coesione solidale della famiglia, che tutta si è stretta intorno a questo grande uomo, che ha saputo dare forza e senso alla sua vita stessa, donando amore, insegnando amore e cercando di dare sempre, a mio avviso, un senso positivo e costruttivo alla sua esistenza e ai fatti che l’hanno connotata. Senza dubbio una persona resiliente, ha studiato da cieco in un’epoca in cui la maggior parte della gente non conseguiva neppure la licenza elementare (ovviamente per i seri problemi che la guerra aveva arrecato). Testimonianza vivente dell’orrore e della crudeltà del secondo conflitto mondiale: vera piaga per l’intera umanità, mietitrice di morte e di invalidi, conseguenza inevitabile di ordigni, armi ed infezioni. Si è addirittura sentito “fortunato” nel collegio dei “mutilatini”, bambini ai quali la scienza medica aveva consentito di sopravvivere alle ferite ma che la chirurgia e la tecnologia protesica, ancora agli albori, non avevano potuto restituire loro una piena dignità estetica agli occhi della società e, soprattutto, una piena autonomia (allacciava le scarpe ai bimbi che non erano più capaci di farlo). E poi, quel suo accorato elogio della “Santa Scrittura Braille” che finalmente aveva spazzato via il buio almeno dai libri e dalle scatole dei medicinali, e l’esortazione ancora più accorata a noi studenti a donare sempre una carezza ad un bambino cieco o disabile che sia. Il contatto umano, specialmente nella relazione discente – docente, è senza dubbio fondamentale perché insegnare significa trasmettere e si muove sul filone del doppio canale insegnamento – apprendimento ormai visto in una misura orizzontale (anche il docente apprende dal discente) piuttosto che verticale. Chissà come immagina oggi il Prof. Palladino la nostra società, chissà come descriverebbe un’ alba, un tramonto, chissà quanto fedeli alla realtà sono rimasti i suoi ricordi. Ha esordito il suo intervento affermando che i ciechi “sognano a colori”: chissà se i suoi sogni sono popolati dalle cose e dai volti che ha visto da bambino e se questi riescono a compensare una veglia di buio. Chissà se a parità di condizioni, sia più fortunato colui che è diventato cieco (perché, seppure per poco, ha visto il mondo e le persone che lo circondano) oppure è più fortunato chi vi nasce (perché non subisce lo stress della malaugurata sventura e dell’adattamento alla nuova condizione). Mi piacerebbe avere il tempo per porgergli queste domande e, soprattutto, mi piacerebbe imparare da lui l’umanità e l’ allegria che servono per vivere felici e in armonia con se stessi e con gli altri.

Ho parlato con la prof. Sono esonerata dal lab. prof. Palladino perchè ho seguito il lab.SAAD

L'incontro oggi con Vincenzo Palladino,mi ha fatto riflettere molto su come a volte la maggior parte di noi dia poco valore a ciò che abbiamo,in questo caso godere di ottima salute.Molto spesso diamo per scontato ciò che possiamo fare e ci lamentiamo per cose futili,banali.Solo con l'incontro con un uomo con tanta forza d'animo e coraggio poteva scuoterci in quel modo e farci pensare????Io penso di no,dovremo riflettere giorno per giorno ai doni che il Signore ci ha dato;e ringraziarlo di ciò.Mi ha emozionato molto vederlo e sentire le sue paroli molto intense,forti...Vincenzo Palladino però nonostante il suo caso ha emanato allegria,serenità e voglia di vivere,consideriamo che è padre!Questo caso mi ha toccato in modo così forte che non saprei esprimermi,fortuna mia ho ancora la Bisnonna,98anni,ma da qualche tempo anche lei è affetta da cecità,i dottori dicono per vecchiaia,ma sta benone ......E' per questo motivo che forse riesco a capire la convivenza con una persona affetta da cecità,credetemi non è difficile.Ogni giorno è una nuova scoperta!!!TI VOGLIO BENE NONNA.


Basandomi su questo tema ho scelto una poesia di Orma Detruria:
Ad occhi chiusi
riesco a immaginare
il tuo calore che resiste al tempo
tocco ogni parte di te
come se fossi vero
e qualcosa in me trasale
mentre la mano scivola
su gradini impercettibili di pelle
a cercare i battiti
di un cuore inarrestabile

e vedo dove sei
sotto una fredda lapide

s'amplifica il ricordo
alla spicciolata
ed anche se fa male
ricostruisco sempre
il niente
per sentirlo pieno
la fonte incandescente
cola su vecchie rovine
e scioglie le mie lacrime
certe di solitudine.

Stranamente...la Cecità in determinate circostanze può divenire un senso anzi il senso dei sensi...perché è ad occhi chiusi che si riescono a percepire sensazioni che altrimenti non sarebbe possibile captare.

Nella lezione odierna abbiamo avuto come ospite il prof. Palladino,un uomo da un forte carattere e voglia di vivere. Il professore tredici anni fa,durante l'esplosione di una mina,ha perso la vista.Questo evento all’improvviso ha cambiato la sua vita in tutti i sensi,non potendo più ammirare il mondo che lo circonda.Ammiro molto questo uomo e la sua famiglia che lo è accanto,inoltre è da apprezzare il modo in cui è riuscito ad affrontare questo problema,perchè tra lui e un non vedente dalla nascita la differenza sta che lui,il prof Palladino ha conosciuto il mondo a differenza di una persona non vedente dalla nascita.Lui essendo stato colpito da un incedente improvviso,ha dovuto affrontare molteplici difficoltà sia fisiche che psicologiche.Da questo ho tratto,immedesimandomi nella sua figura,che bisogna vivere la vita nel miglior modo possibile,con tante emozioni,in modo che se un giorno dovremmo spegnerci in noi stessi ci potranno rimanere tanti ricordi.

La lezione svolta dal prf. Palladino è stata molto divertente. Questi incontri diretti con persone che hanno fatto della propria vita tutto ciò che volevano fare grazie semplicemente ad una grandissima forza di vivere e di rapportarsi con gli altri sono davvero molto importanti proprio per farci capire che anche persone con difficoltà possono vivere tranquillamente. Il discorso che ci ha fatto il prof . è stato molto molto bello ci ha fatto capire che molte volte nella nostra vita noi siamo sempre molto superficiali , ci arrabbiamo per cose inutili quando invece potremmo sorridere alla vita sempre. Palladino ha detto che non è nato cieco ma ci è diventato all’età di 13 anni a causa dell’ esplosione di un ordigno . Così improvvisamente una persona vede fuggire via la sua vista … che dramma … magari fino a quel momento non si era neanche accorto di possedere questo gran dono perché come si dice a volte le persone si accorgono di quello che hanno perso solo nel momento in cui davvero non lo possiedono più . faccio questa riflessione perché io mi sono accorta di possedere un gran dono solo quando mi sono bendata a lezione e mi sono chiesta ma come fanno senza vista? Grande forza d’animo questa è la risposta . Il prof. Sosteneva addirittura di essere stato fortunato rispetto agli altri bambini che avevano perso gli arti . La sua vita è cambiata radicalmente nel momento in cui è diventato cieco ha dato più peso alle cose e riuscito a non avvilirsi , anzi cercava di sollevare gli altri bambini che avevano subito qualche amputazione facendoli ridere per farli distrarre ad es. quando ha detto che un bambino non sapeva come mangiare perché non aveva più le braccia e lui disse non ti preoccupare ti faccio mangiare io . Poi ci ha parlato della così da lui chiamata ironicamente SACRA SCRITTURA cioè la scrittura BRAILLE scrittura fatta un po’ in rilievo per permettere a i non vedenti di poter leggere . Quest’uomo quindi è autonomo non necessità di nessun aiuto anche grazie questa innovazione. Molto commovente è stata la storia che ci ha raccontato di quel ragazzo Antonio che si innamorò di una ragazza cieca .Evidente è la passione e la gioia di vivere del prof . ed inoltre trasmette davvero molta positività come sosteneva che la figlia . Grazie ancora prof. Per averci fatto conoscere questa magnifica persona .

E' stata d'avvero una bella esperienza,avere un contatto con una persona affetta da cecità e ascoltare da vicino la sua storia,è stato toccante per me vedere una persona con un problema ed essere allegro,solare e molto simpatico è stato capace di far ridere l'intera classe è un nonno simpaticissimo...sarebbe molto interessante fare il corso per imparare la lingua braile è sempre un qualcosa in più che hai nella vita e durante il percorso della nostra vita potrebbe risultare molto utile