- Contribuire al miglioramento della qualità della vita della persona disabile, attraverso un supporto domotico, inteso sia come fornitura di strumentazioni di controllo domestico, sia come intervento per eliminazione delle barriere architettoniche, che permetta lo svolgimento di azioni quotidiane rese difficili dalla disabilità fisica;
-Contribuire all'alleggerimento del carico assistenziale esterno;
-Fornire monitoraggio;
- Garantire la naturale evoluzione dei bisogni espressi dalla persona: non solo bisogni legati alla patologia ma anche esigenze di autorealizzazione, di autonomia e di autogestione del proprio spazio di vita;
- Sensibilizzazione e promozione dell'importanza del valore della domotica per un miglioramento della vita della persona disabile e delle persone a lei legate;
In questi casi si parla di Home care. Nell' Home Care si concretizza un modello di connessione bidirezionale e multimodale dell'impianto domestico con l'esterno (tramite Internet / linee ISDN/ADSL) integrato da dispositivi specifici low cost che permettono il monitoraggio a distanza da parte di un centro specializzato dello stato del soggetto, rilevando eventuali parametri fisiologici per controllare continuamente l'evoluzione del suo stato di salute.
Ciò permette di svolgere attività di assistenza e consulto, fornire consigli e intervenire rapidamente in situazioni di emergenza . Quando la menomazione è di tipo mentale ( demenza senile o altre lievi disabilità mentali ) l'intervento di domotica deve servire come ausilio per stimolare l'individuo a crearsi ed essere padrone di una propria autonomia almeno all'interno della casa. Si tratta di progettare ed attuare un intervento basato sul "rapporto" tra disabile e abitazione, che deve ridurre al minimo l'intervento di un educatore esterno e prevedere invece la presenza di un pacchetto domotico molto semplice al fine di rendere la casa sicura ma anche "educativa". Con "educativa" si intende l'introduzione di una strumentazione elettronica che non sostituisca l'individuo nella gestione dell'abitazione ma che sia solo utile aiutare nelle normali azioni quotidiane e gli indichi eventuali omissioni ( gas lasciato aperto, luci accese ) consentendogli ovviamente una immediata possibilità di contatto con familiari e parenti. La strumentazione tecnologica a disposizione è la più svariata. Si parte dal controllo automatizzato dell'apertura della porta ( senza chiave ), al controllo dell'apertura e chiusura di infissi serrande e tende, il controllo delle luci con comando vocale, alla programmazione computerizzata di molteplici "scenari di vita" quotidiana. La domotica, come integrazione di eventuali facoltà psico-motorie perse, si rivolge agli oggetti di uso quotidiano e domestico, interessa tutti gli utenti. Nei normodotati diventa un prodotto di tecnologia superiore che permette di ottenere un grande livello di confort (prodotti di lusso ), offre invece a quelli più deboli uno strumento unico di accesso, controllo, comando e fruizione di servizi e prodotti altrimenti inaccessibili diventando quindi mezzo di integrazione sociale. Io credo che casa come queste possano servire per far sentire più autonome le persone con disabilità fisiche, per non farle sentire sempre dipendenti da qualcuno. Voglio riportare l’esempio di Daniele Furlan…di lui ho già parlato anche in un altro commento e voglio riportarlo come esempio perché devo dire che per me è un altro grande esempio di resilienza!!!