ERIKA IARNONE Gio Mar 22, 2012 8:46 pm
Oscar Pistorius, ragazzo 21 enne sud africano che fin da quando aveva pochi mesi fu costretto all’amputazione dei due peroni a causa di una malformazione, è come la Atzori un esempio di resilienza. Molteplici sono le barriere che oscar ha dovuto superare nella sua vita ma questo non lo ha fermato, non lo ha spinto ad arrendersi, ha sempre cercato di mettere da parte i suoi limiti e far emergere le sue passioni tra le quali c’è lo sport. Infatti oscar gioca prima a pallanuoto, poi a rugby e dopo un infortunio avuto al ginocchio si cimenta nell’atletica; è proprio in questo sport che egli si scopre un fenomeno, un campione. Egli rifiuta qualsiasi tipo di giudizio che lo reputi inferiore ad un ragazzo meno sfortunato di lui; infatti oscar ha combattuto, con la sua determinazione, per far capire al mondo che non vuole essere considerato per ciò che è visibile in superficie ossia per la sua disabilità bensì semplicemente per il fatto stesso di essere uomo, vorrebbe avere la stessa attenzione di cui gode un semplice ragazzo normodotato. Tutto ciò lo ha dimostrato costruendo con le sue stesse mani le prime lame che sostituivano le sue gambe ricavandole dalle pale degli elicotteri: secondo il mio punto di vista questo ragazzo rappresenta un grande esempio non solo per altri ragazzi con problemi simili ma anche per tutti gli altri normali perché insegna che se ci sono delle circostanze che ti possono far sembrare che il mondo ti sia crollato addosso, bisogna combattere, fare di tutto per rialzarsi e uscirne vincitori; oscar lo ha fatto e lo sta continuando a fare con dedizione, coraggio,passione, sacrificio, nell’atletica. Dopo le prime lame che egli costruì con le sue stesse mani ha avuto la possibilità di usufruire di una tecnologia avanzata, le protesi in fibra di carbonio chiamate flex foot.(piede flessibile a forma di C). Dopo aver dimostrato di essere un fuoriclasse nelle paraolimpiadi, egli nel 2008 esprime il desiderio di poter correre con i normodotati ma il Tas (il Tribunale d’Arbitrato Sportivo) respinge la richiesta sostenendo che le protesi del ragazzo gli darebbero un vantaggio nella corsa rispetto ai ragazzi normodotati. Oggi la commissione scientifica ha stabilito che al momento non esistono elementi scientifici per dimostrare che Pistorius tragga dei vantaggi dall’uso delle protesi. Grazie a questa decisione la federazione internazionale gli ha concesso di gareggiare. Non escludendo che la mia è una semplice opinione di una “ignorante” in materia, io penso che dare dei comandi a dei corpi, come le protesi, estranei al nostro organismo sia molto più difficile rispetto al comando che il cervello umano,attraverso il sistema nervoso, dà alle gambe che sono parti integranti del corpo umano. "Lì devo prima pensare a mettere bene la lama a terra, piatta, poi a inclinare il corpo, altrimenti cado. E devo farlo a ogni passo, cercando di mantenere un’azione fluida",sostiene oscar. Da quanto egli afferma non penso che siano poi così vantaggiose le sue protesi,contrariamente io penso che sia stato difficile e abbia richiesto tanto e durissimo allenamento riuscire non solo ad usarle nella corsa ma a diventare addirittura un fortissimo corridore. Dunque secondo il mio parere, dopo tante barriere contro cui questo ragazzo ha dovuto continuamente sbattere, sia egli alquanto meritevole di gareggiare insieme ai normodotati, uno dei suoi sogni nel cassetto.