Pedagogia della disabilità 2012

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Pedagogia della disabilità 2012

Pedagogia della disabilità (2012)- Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti


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    Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità (extra di sola lettura)

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    Messaggio  Admin Lun Mar 05, 2012 2:51 pm

    Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità
    prenotati qui.........con una piccola sintesi


    Ultima modifica di Admin il Lun Mar 26, 2012 1:37 pm - modificato 2 volte.
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    silvana marconi


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    Messaggio  silvana marconi Ven Mar 16, 2012 4:46 pm

    NON SO SE E L'ESPERIENZA GIUSTA DA RACCONTARE Mà IL MIO VOLONTARIATO L'HO FATTO A CASA MIA,PURTROPPO CON MIO PADRE CHE NON Cè PIù ORMAI DA 15 MESI , 2 ANNI FA QUANDO SEPPI CHE ERO INCINTA SEPPI SUBBITO DOPO CHE MIO PADRE GLI AVEVANO DIAGNOSTICATO UNA BRUTTA MALATTIA..IO VIVEVO A NAPOLI E LUI A FORMIA E NON RIUSCIVO A STARMENE LI A GUARDARE FECI LA VALIGIA E ANDAI IN OSPEDALE DA LUI,LUI ERA UN UOMO FORTE,SIMPATICO,UN UOMO COME POCHI GENEROSO E VEDERLO LI IN QUEL LETTO MAGRO CHE NON RIUSCIVA NEANCHE A PARLARE MI FECE IMPAZZIRE DAL DOLORE SICCHE NON MI FECI VEDERE TRISTE ,CACIA TUTTA LA FORZA DI QUESTO MONDO E CON IL MIO PANCIONE ANDAI TUTTI GIORNI DA LUI A FARLO MANGIARE,A CAMBNIARLO,ED A FARLO RIDERE...QUANDO UNA ESPERIENZA DI QUESTO GENERE TI FORTICA E APPREZZI LA VITA,ORA LUI NON Cè E HO DECISO DI FARE VOLONTARIATO PER QUEL OSPEDALE DOVE TANTE PERSONE HANNO BISOGNO DI UN SORRISO IN PIU....

    cara Silvana sarebbe molto bello parlarne anche perchè avremo presto un ospite che si occupa proprio di questo.
    grazie di averlo condiviso con noi
    la docente
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    Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità (extra di sola lettura) Empty semplicemente io...

    Messaggio  simonamanzoni Dom Mar 18, 2012 11:16 am

    Salve a tutti mi chiamo Simona ed ho 31 anni…ed ho pensato di raccontarVi la mia storia…
    Tutto è incominciato 19 anni fa…
    Il mio papà mi portò in oratorio per farmi socializzare con il gruppo dei pari e per iscrivermi in una squadra di pallavolo…da quel giorno tutta la mia vita è cambiata..Ho scoperto veramente un nuovo mondo lì c’erano ragazzi e ragazze,i cosidetti animatori,che organizzavano giochi attività ludiche varie tematiche in circle time..tutto senza scopo di lucro..vero è proprio volontariato. Ricordo benissimo che chiesi,dopo un po’ di mesi che frequentavo l’oratorio,di poter essere anche io un animatore-educatore..ma il sacerdote mi rispose che visto la mia giovane età il mio cammino sarebbe stato molto lungo..ed intanto incominciai a frequentare un corso di “Aspirante pre-animatore”..nonostante le sue parole non demorsi…anzi mi impegnai sempre di più..e dopo circa un’ anno fui affiancata ad un animatore per la conduzione di un gruppo di bambini piccoli..ero entusiasta..uscivo da scuola è andavo in oratorio preparavamo ogni giorno attività ludiche – espressive giocavamo con i ragazzi che stavano nel centro..stavo proprio bene..anche perché nel “donare” “ricevevo”tantissimo..Una frase che ancora oggi porto nel cuore e di Don Bosco che con il suo Sistema Preventivo ha aiutato tantissimi giovani..la frase diceva<<Non con le percosse ma con la mansuetudine e la carità riuscirai a conquistare i ragazzi>>questa frase la uso spesso nei momenti più particolari del mio lavoro..si perché il volontariato mi ha fatto capire cosa Io volevo fare nella vita…quindi con Varie qualifiche professionali ho incominciato a lavorare,e ad oggi sono 12 anni,presso un centro di educativa territoriale ex l.285/97..lavoro con “ragazzi di strada” bambini ed adolescenti che non per loro scelta non conoscono altro che il bianco o il nero…ed è proprio questo il nostro lavoro(parlo al plurale perché siamo in tanti che lavorano con minori a rischio)Valorizzare le potenzialità di ogni singola persona perché,possano un domani “farcela da soli!!che senso ha aprire la porta ad una persona che non sa come fare ad aprirla…avrebbe risolto il suo problema per quel giorno…ma poi…Quindi la persona ha bisogno di essere guidata affinchè possa imparare.. ed un domani non aver bisogno di nessuno.C’è una canzone che faccio ascoltare spesso ai miei ragazzi..si intitola GOCCIA DOPO GOCCIA questa canzone mi fa capire il vero senso del nostro lavoro..vi allego il testo per chi volesse leggerla o ascoltarla:
    Cos'è una goccia d'acqua se pensi al mare
    Un seme piccolino di un melograno
    Un filo d'erba verde in un grande prato
    Una goccia di rugiada che cos'è?
    Il passo di un bambino una nota sola
    Un segno sopra un rigo una parola
    Qualcuno dice «un niente» ma non è vero
    Perché lo sai perché, lo sai perché?
    Goccia dopo goccia nasce un fiume
    Un passo dopo l'altro si va lontano
    Una parola appena e nasce una canzone
    Da un «ciao» detto per caso un'amicizia nuova
    E se una voce sola si sente poco
    Insieme a tante altre diventa un coro
    E ognuno può cantare anche se è stonato
    Dal niente nasce niente, questo sì
    Non è importante se non siamo grandi
    Come le montagne, come le montagne
    Quello che conta è stare tutti insieme
    Per aiutare chi non ce la fa
    Per aiutare chi non ce la fa
    Goccia dopo goccia nasce un fiume
    E mille fili d'erba fanno un prato
    Una parola sola ed ecco una canzone
    Da un «ciao» detto per caso un'amicizia ancora
    Un passo dopo l'altro si va lontano
    Arriva fino a dieci poi sai contare
    Un grattacielo immenso comincia da un mattone
    Dal niente nasce niente, questo sì
    Non è importante se non siamo grandi
    Come le montagne, come le montagne
    Quello che conta è stare tutti insieme
    Per aiutare chi non ce la fa
    Non è importante se non siamo grandi
    Come le montagne, come le montagne
    Quello che conta è stare tutti insieme
    Dal niente nasce niente, questo sì
    Dal niente nasce niente, tutto qui
    Stiamo tutti insieme, questo sì
    Dal niente nasce niente, tutto qui

    Ps:Non vorrei dilungarmi troppo anche perché c’è stata chiesta una sintesi…ma avrei ancora tantissime cosa da dirvi…perché in tutti questi anni ho lavorato anche con donne in difficoltà con bambini..in una casa famiglia per minori 0-12 anni,ho fatto volontariato per un centro diurno per ragazzi diversamente abili,ho fatto tirocinio presso delle serre che ospitavano ragazzi che frequentavano un centro di igiene mentale e ancora oggi faccio parte del gruppo dei tutor nel programma di adozione sociale che prevede un tutor per ogni famiglia multiproblematica che ha figli minori di tre anni… Più passa il tempo è più mi rendo conto,come già dicevo sopra,che se noi diamo 10 le persone che aiutiamo ci danno non meno di 1000..anche perché essere educatore per me non significa avere la risposta pronta per tutto..non significa gestire la vita delle persone…non significa essere ogni presente ed avere la sfera magica…Essere educatore vuol dire innanzitutto essere Se Stessi con i propri pregi e difetti..con ipropri punti di forza ma nello stesso tempo deboli.. La cosa più bella che mi è successa in questi annioltre a fare il lavoro che ho sempre amato e scelto fin da piccola.. . essere diventata mamma di due splendide bimbe!!!!
    Grazie per l’attenzione e mi scuso se sono stata troppo prolissa… A presto…Simona
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    Messaggio  Lùcia Pisapia Dom Mar 18, 2012 12:31 pm

    La mia esperienza di volontariato è cominciata cinque anni fa. Stavo vivendo un periodo difficile della mia vita e non sapevo che direzione prendere; una persona mi ha consigliato di iniziare a fare volontariato e siccome adoro i bambini, ho cominciato ad informarmi per fare qualcosa con loro. Alla fine, attraverso la mia parrocchia, ho saputo di un'associazione che si occupa di bambini e ragazzi bisognosi e svolge attività di doposcuola in una palazzina accanto alla chiesa. Ho parlato con la responsabile dell'associazione e ho cominciato così anch'io a svolgere quell'attività. All'inizio non è stato facile, insegnare non era mai stato nei miei programmi prima e temevo di non farcela visto che sono sempre stata una ragazza abbastanza insicura ma devo dire che i colleghi sono sempre stati gentilissimi e mi hanno sempre fatto sentire a mio agio. Il volontariato mi ha cambiato la vita, mi ha dato più sicurezza in me stessa, da lì ho trovato la mia strada e ancora adesso lo faccio con grande piacere e motivazione.Consiglio a tutti di provare un'esperienza da volontaria, in qualsiasi campo; è bello donare qualcosa di noi a chi ha bisogno e si riceve tantissimo dagli altri soprattutto dal punto di vista umano. Non so se è l'esperienza giusta da raccontare ma per me è un'esperienza importante e mi sembrava giusto condividerla con voi.
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    Messaggio  Miryam Polidoro Lun Mar 19, 2012 12:20 am

    Mi chiamo Miryam, ho 20 anni e vorrei raccontarvi due mie esperienze con persone "disabili" che mi sono abbastanza vicine e soprattutto care..ho messo la parola disabili tra virgolette perchè non mi piace definirle così,mi infastidisce definirle o sentirle definire con questo termine,forse perchè sono due persone a cui voglio molto bene. Da quattro anni lavoro come istruttrice di danze latine in una palestra a bambine e ragazze dai 5 ai 16 anni, nel corso degli anni ho avuto tante bambine come allieve alle quali voglio molto bene, ma ce n'è una che mi è particolarmente nel cuore..è una bellissima bambina di 11 anni che ama ballare, ed è anche brava, anzi, bravissima nonostante il fatto che lei dalla nascita sia sorda. Premetto che questa cosa non mi ha affatto causato favoritismi o comportamenti diversi rispetto alle altre ragazze, però quello che mi ha davvero colpito di questa piccola donna e credo che sia veramente da stimare è il suo entusiasmo, la sua determinazione , la passione che ci mette nel ballare dalla quale credo bisogna prendere esempio, perchè lei ascolta davvero la musica con il cuore!Un'altra persona a me molto cara affetta da disabilità è mia zia, la sorella di mio padre, alla quale un trauma da parto ne ha limitato la funzionalità fisica ed intellettiva.E' una persona dolcissima, sempre con un sorriso a 32 denti,che ha sempre una parola da conforto per tutti coloro che lei vede giù di corda.Dalla mia esperienza diretta con queste due persone io ribadisco che non mi piace affatto definirle "disabili" dal momento che entrambe hanno sviluppato abilità superiori alle mie, alle nostre..la mia ballerina nel seguire il ritmo, nel ballare, nonostante le difficoltà all'udito, e mia zia nel sorridere e nell'essere gentile, cordiale e dolce con tutti nonostante spesso le persone ignorantemente o malvagiamente la "snobbano",la ignorano quando parla perchè si scocciano di ascoltare ciò che lei dice, racconta, definendola "ripetitiva", mentre invece ogni volta che parliamo,che ci raccontiamo ciò che più abbiamo a cuore ne traggo sempre una lezione di semplicità e di dolcezza! I love you

    P.s. simonamanzoni sei una persona eccezionale e sono contenta di aver letto il tuo commento, anche perchè ti conosco e posso davvero dirti che stai facendo un lavoro straordinario..continua così!! Very Happy
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    Messaggio  Admin Lun Mar 19, 2012 8:31 am

    grazie a tutte
    ne parliamo oggi?
    Anna Bianco
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    Messaggio  Anna Bianco Lun Mar 19, 2012 4:05 pm

    salve,ho 20 anni e faccio volontariato da poco in un centro di rieducazione a chiaiano(per chi non conosce è un paesino di periferia) che accoglie bambini di strada,ragazzi inviati dal tribunale minorile per la messa alla prova dai 6 ai 17 anni....
    vorrei raccontarvi un po la mia esperienza...il primo giorno che ho messo piede in questo centro mi sono sentita malissimo...i bambini mi ignoravano,mi osservavano quasi come se fossi un alieno, soltanto dopo ho capito che in realtà stavano studiando la mia persona,cercavano soltanto di capire se potevano fidarsi o meno di me!!man mano che passavano i giorni mi sono sentita sempre più parte di loro,giocavamo insieme,facevamo il doposcuola...non mi ignoravano più ma non avevano acquisito quella conoscenza tale da permettergli di aprirsi totalmente a me,per loro ero ancora una sconosciuta!ma un giorno un bambino ha deciso di raccontarmi la sua storia,e li capii che facevo parte di lui,il giorno dopo un altra bambina inizò a parlarmi di lei e cosi via giorno dopo giorno ho conosciuto tutte le loro storie!All'apparenza sono bambini molto aggressivi, non sanno cosa vuol dire rispetto ed educazione ma di questo non hanno colpa perchè sono vissuti in una situazione familiare che non gli ha permesso di crescere sotto questi punti di vista!Ho assistito ad atti violenti,urla isteriche e con tanto amore ho provato a far ritornare in loro la serenità che purtroppo è solo apparente perchè la loro infanzia ha lasciato in loro una ferita che ancora oggi non sono in grado di sanare!oggi in classe ho ascoltato la storia di una ragazza che fa come me volontariato con i ragazzi di strada e mi sono rivista in molte cose che lei diceva però ho subito notato una differenza...lei fa volontariato con i ragazzi del rione alto mentre io lo faccio son ragazzi del QUARTIERE chiaiano,piscinola scampia....in questo,per me , c'è una grande differenza...i ragazzi del rione alto pur avendo situazioni alle spalle difficili come quelle del quartiere chiaiano non sono circondati da situazioni altrettanto difficili...i MIEI bambini sono stati segnati dall'infanzia,ne portano i segni e continuano a farsi male in un quartiere che gli offre solo quello,forse nella zona rione alto le offerte sono diverse!
    l'esperienza che sto facendo è veramente bellissima,i bambini mi abbracciano ogni volta che li vedo,sono felice di aver avuto un bel voto a scuola e a loro modo t ringraziano per questo senza scoprirsi troppo,ma lo fanno con tanta dolcezza!nei loro occhi dovremmo vedere l ingenuità che possiedono tutti i bambini ma in realtà emergono responsabilità che probabilmente neanche un adulto riuscirebbe a reggere!
    Da quando ho intrapreso questo percorso con i bambini mi sento diversa,so che sto dando qualcosa che un giorno forse mi verrà ricambiato e se pure non fosse sono contenta e orgogliosa di averlo fatto!!
    luigia palumbo
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    Messaggio  luigia palumbo Lun Mar 19, 2012 8:34 pm

    OGNI DISABILE HA UNA SUA STORIA (questo e' quello che leggiamo a pag. 34 di nozioni introduttive di pedagogia della disabilita')ma come si fa quando lui non puo' piu' raccontarla,quando non puo' spiegarci cosa si prova a non nascere ma a diventare disabili. Ci sono alcune malattia che trasformano i "normali" in "disabili" e purtroppo non si e' pronti a questo. E' un vero colpo per chi lo vive in prima persona e per chi gli e' accanto. All'inizio sembra solo un brutto sogno e ti ripeti che presto ti sveglierai e lui correra',ti abbraccera' e parlerà' come ha sempre fatto ma poi con il passar del tempo ti rendi conto che e' tutto vero e quello che ti chiedi e' "come faccio ad aiutarlo?" allora fai di tutto,ti informi,fai ricerche,si arriva a fare "viaggi della speranza"ma quando al suo ritorno ti accorgi che non riesce piu' ad abbracciarti(a causa dell'avanzare della malattia) allora capisci che bisogna andare oltre e SI DEVE GUARDARE PIU' ALLA PRESENZA DEL SOGGETTO PIUTTUSTO CHE ALLA ASSENZA DELLA SUE FUNZIONI(pag.35)bisogna vivere il momento ed essere resilienti(pag.53) IN PSICOLOGIA LA RESILIENZA E' LA CAPACITA' DI FAR FRONTE IN MANIERA POSITIVA AGLI EVENTI TRAUMATICI,ALLE AVVERSITA' DELLA VITA,CONNESSA A RIORGANIZZARE POSITIVAMENTE LA PROPRIA VITA DINANZI ALLE DIFFICOLTA'.SI PARLA PROPRIO DI UN RICOSTRUIRSI e questo e' quello che cerco di fare da 5 anni e cioe' da quando il Signore ha deciso di volere a suo fianco una persona resiliente come mio padre che con dignita' ha vissuto la sua disabilita' causata dalla SLA ( sclerosi laterale amiotrofica). Ha saputo e abbiamo saputo cogliere la cosa positiva di quello che ci e' accaduto. Sapendo come sarebbe andata a finire ci siamo detti ADDIO. T.v.b. Papa' :(

    grazie Luigia
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    Messaggio  Cira Toscano Lun Mar 19, 2012 10:54 pm

    Anche io ho lavorato come volontaria in parrocchia con ragazzini dai 12 ai 16 anni...Bhe lavorare con loro non è stato semplice perchè per far si che potessero comprendermi nei discorsi che facevo scendevo molto ai loro livelli...mi rapportavo come se fossi stata una loro coetanea,parlavo con loro NON in maniera mnemonica,ma come il Don Milani(agendo attraverso l'ESPERIENZA di ogni singola persona) usavo molto i giochi,il dialogo aperto non mi arrabbiavo mai con loro,credevo e ascoltavo tutto ciò che mi dicessero e cercavo a volte di raccontare anche un po' di me...Solo così i ragazzi mi seguivano ed io con loro potevo solo aumentare crescere(anche se in piccolissima parte) nel mio essere"educatore"


    Altra esperienza: la costruzione di una struttura chiamata "OASI".Inizialmente è stato comprato questo spazio(vecchia fabbrica)per costruire una realtà accogliente per tutti con un nuovo teatro,bar,spazio ludico e fare in modo da impegnare nelle sere d'estate le persone dei quartieri circostanti...E' una spazio creato pensando un po'alla realtà di giovani ragazze madri,di figli non molto seguiti dai genitori in ambito scolastico nè disciplinare,mancanza di lavoro...A ciò è stato affiancato anche il lavoro delle ripetizioni scolastiche per bambini e impegni vari così che il quartiere potesse impegnarsi a guardar crescere persone non molto fortunate quanto noi


    Altra esperienza qualche anno fa...con un gruppo di ragazzi della mia parrocchia decidemmo di prestare servizio per un pomeriggio in un ospizio per anziani...e fu proprio qui che appena arrivammo ci accorgemmo di aver avuto un'idea davvero bellissima...quegli sguardi di quegli anziani che ci guardavano felici perchè qualcuno finalmente si era ricordato di loro...quella voglia impellente di parlare e raccontarci della loro vita...(Ricordo ancora che mentre ascoltavo una persona mentre si raccontava cominciava a piangere ed io l'unica cosa che seppi fare era quella di tenerle forte la mano e rassicurarla)...ed infine quella loro voglia di restare ancora con noi perchè non volevano che andassimo via.Si notava proprio dai loro sguardi che non volevano restare soli volevano che li tenessimo compagnia ancora per un bel po'...


    Ancora esperienza di servire in una mensa per persone bisognose...E qui diciamo che mi superai un po'...inizialmente in me c'era il terrore di non toccare chi mi era accanto per paura di contrarre qualche malattia...ma poi mi ricordai di una scena(San Francesco d'Assisi e la sua paura di contrarre la malattia dai lebbrosi...e di quel"BACIO" inteso a volersi superare una volta e per sempre)
    Marianna Romano
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    Messaggio  Marianna Romano Mar Mar 20, 2012 10:19 am

    Ho iniziato la mia esperienza di volontariato circa 6 anni fa e non ho più smesso.E'stato "amore a prima vista",il motivo per il quale mi sono iscritta all'università dopo 2 anni di "pausa".L'associazione con cui collaboro si occupa di minori a rischio,minori che hanno problemi familiari,che vivono la maggior parte della loro giornata per strada,che non hanno regole,che non frequentano regolarmente la scuola e che spesso diventano protagonisti di atti vandalici oppure ,nella peggiore delle ipotesi,collaborano con gruppi di spacciatori.Noi operiamo in una zona chiamata "Palazzine di via la maria",una zona che si raggiunge dopo aver percorso un lungo vialone,che presenta palazzi grigi tutti uguali e immondizia sparsa qua e la.Il nostro scopo è quello di offrire loro un pomeriggio diverso,all'insegna dell'allegria e soprattutto del gioco,quale strumento fondamentale per dare loro delle regole da rispettare.Organizziamo giochi di movimento,cacce al tesoro,attività manuali,giochi che richiedono un impegno intellettivo e attività culinarie.Il giorno scelto per realizzare queste attività è il sabato,non a caso il nome dell'associazione è "SABATO INSIEME".Questa associazione collabora anche con la Caritas parrocchiale ed è impegnata anche in un servizio di recupero scolastico pomeridiano che si svolge dal lunedì al venerdì.La cosa più bella del volontariato è che non vieni ripagato in denaro,ma in sorrisi,abbracci,emozioni,da un grazie detto con il cuore,da piccoli gesti che arrivano dritti all'anima lasciandoti un segno indelebile.Il volontariato non è fatto solo di gioie,anche di tristezze,di sconfitte e di tantissimi punti di partenza in cui devi cambiare il modo di agire e pensare.Molte volte abbiamo visto ragazzi che hanno preferito seguire altre strade e questa è le cosa che fa più male.Ti chiedi cosa hai sbagliato,ti senti sconfitto e pensi continuamente che avresti potuto fare di più.La cosa più importante è che non bisogna mai arrendersi,bisogna perseverare,tenere duro e raggiungere quell'obiettivo che permetta di realizzare il cambiamento.Queste parole non saranno mai sufficienti per descrivere cosa provo quando sono con questi bambini,l'unica che forse può racchiudere l'essenza di ciò che faccio è "FELICITA'".
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    Messaggio  SerenaMele Mar Mar 20, 2012 10:29 am

    Quando avevo 18 anni ho iniziato a fare volontariato presso una casa famiglia per bambini da 0 a 6 anni. Dopo circa un anno ho iniziato a lavorare presso la stessa struttura, dove lavoro tutt'oggi. Sono stata a contatto con bambini di ogni nazionalità. Ogni bambino ha la sua storia e le sue problematiche, ho accudito anche bambini disabili. La soddisfazione più grande è quando li vedi fare progressi che nessuno si sarebbe mai aspettato. Da questa esperienza ho capito che con l'amore e la tenacia si può fare di tutto.
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    Messaggio  Anna Pasquariello Mar Mar 20, 2012 7:00 pm

    Io non faccio volontariato, solo qualche volta vado il fine settimana con mia madre presso la sua clinica e aiuto le persone disabili, che restano da sole abbandonate dai loro familiari. Pagano tanti soldi e li lasciano andare nella tristezza e la solitudine.
    Mi sono capitati vari episodi di cui sono rimasta molto perplessa e uno degli esempi, è inerente alla mia attività sportiva.
    Io insegno karate, ed ho un mio allievo che è un non vedente e sinceramente mi sono trovata inizialmente in una condizione in cui non sapevo come comportarmi.
    Il karate è una disciplina di cui si serve dell'utilizzo dello specchio per la comprensione e la visualizzazione di alcune tecniche, e con lui ho dovuto cambiare metodologia.
    Il primo giorno lui mi disse: maestra io ti vedo lo stesso, basta che tu mi parli.
    Questa frase mi fece restare perplessa per un po', fino a quando non ho deciso di cercare di spiegargli passo passo, ogni movimento con le semplici parole.
    Certo non è stata una cosa facile, ma lui a fine lezione aveva imparato quanto bastava ed era contentissimo.
    La mamma mi confessò che lui voleva imparare a proteggersi perchè era capitato più volte che alcuni ragazzini si erano presi gioco di lui, arrivando spesso alla violenza e a certe forme di bullismo.
    Io non insegno a picchiare, cosa che alcuni credono, ma solo al sapersi difendere e a dare come in questo caso solo maggiore sicurezza in noi stessi, a porci dei nuovi limiti.
    Oggi, dopo 2 anni, Marco non ha fatto gare, solo degli esami per il passaggio di cintura, ed ha saputo dimostrare che non aveva limiti pur non vedendo.
    Spesso alcune cose non si vedono con gli occhi, ma con il cuore.


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    Messaggio  Teresa Nazzaro Mar Mar 20, 2012 9:37 pm

    Due anni fa, feci un'inaspettata ma stupenda esperienza, insieme a mio fratello con delle persone disabili.
    Per disabili non intendo solo persone affette da deficit motori ma anche ragazzi affetti da problemi familiari e mentali.
    In una splendida giornata di agosto,raggiunsi mio fratello nella splendida costiera amalfitana a Ravello e ripeto PER CASO andai a trovarlo poichè svolgeva volontariato ,con altri ragazzi per queste persone.
    Nel giro di pochi minuti mi sono ritrovata a cucinare CON loro, a giocare CON loro e a ridere CON loro. Enfatizzo il con perchè sono stati i ragazzi stessi a darmi una mano ad integrarmi e a svolgere mille lavori in un giorno solo.
    Non mi nascondo nel dire che ho superato il "timore" (concedetemi di usare questo termine) di lavare una ragazza spastica. Il mio cuore si è sciolto nel momento in cui mi ha guardato negli occhi e tutta la rigidità che avevo ,s'è sciolta in un attimo.
    La nostra giornata è continuata con canti,balli e risate che alla fine della giornata mi hanno riportato a casa esausta ma felice.
    E la gioia più grande è stata quando la ragazza che avevo aiutato (il suo nome è Iolanda) mi ha detto: GRAZIE,SEI UNA VERA AMICA! E come pegno d'amicizia mi ha regalato un rosario a bracciale dicendomi che mi avrebbe portata per sempre nelle sue preghiere e nel suo cuore.
    Non aggiungo altro, se non che consiglio a tutti di vivere un'esperienza come questa, perchè davvero ti cambia la vita e ti fa vedere cose che fino a prima non volevi guardare e accettare.
    Grazie.
    Miryam Polidoro
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    Messaggio  Miryam Polidoro Mar Mar 20, 2012 11:01 pm

    Miryam Polidoro ha scritto:Mi chiamo Miryam, ho 20 anni e vorrei raccontarvi due mie esperienze con persone "disabili" che mi sono abbastanza vicine e soprattutto care..ho messo la parola disabili tra virgolette perchè non mi piace definirle così,mi infastidisce definirle o sentirle definire con questo termine,forse perchè sono due persone a cui voglio molto bene. Da quattro anni lavoro come istruttrice di danze latine in una palestra a bambine e ragazze dai 5 ai 16 anni, nel corso degli anni ho avuto tante bambine come allieve alle quali voglio molto bene, ma ce n'è una che mi è particolarmente nel cuore..è una bellissima bambina di 11 anni che ama ballare, ed è anche brava, anzi, bravissima nonostante il fatto che lei dalla nascita sia sorda. Premetto che questa cosa non mi ha affatto causato favoritismi o comportamenti diversi rispetto alle altre ragazze, però quello che mi ha davvero colpito di questa piccola donna e credo che sia veramente da stimare è il suo entusiasmo, la sua determinazione , la passione che ci mette nel ballare dalla quale credo bisogna prendere esempio, perchè lei ascolta davvero la musica con il cuore!Un'altra persona a me molto cara affetta da disabilità è mia zia, la sorella di mio padre, alla quale un trauma da parto ne ha limitato la funzionalità fisica ed intellettiva.E' una persona dolcissima, sempre con un sorriso a 32 denti,che ha sempre una parola da conforto per tutti coloro che lei vede giù di corda.Dalla mia esperienza diretta con queste due persone io ribadisco che non mi piace affatto definirle "disabili" dal momento che entrambe hanno sviluppato abilità superiori alle mie, alle nostre..la mia ballerina nel seguire il ritmo, nel ballare, nonostante le difficoltà all'udito, e mia zia nel sorridere e nell'essere gentile, cordiale e dolce con tutti nonostante spesso le persone ignorantemente o malvagiamente la "snobbano",la ignorano quando parla perchè si scocciano di ascoltare ciò che lei dice, racconta, definendola "ripetitiva", mentre invece ogni volta che parliamo,che ci raccontiamo ciò che più abbiamo a cuore ne traggo sempre una lezione di semplicità e di dolcezza! I love you

    P.s. simonamanzoni sei una persona eccezionale e sono contenta di aver letto il tuo commento, anche perchè ti conosco e posso davvero dirti che stai facendo un lavoro straordinario..continua così!! Very Happy

    Aggiungo: ascoltando su you tube la canzone dello Zecchino D'Oro della quale la mia cara amica simona ha pubblicato il testo ho trovato questa canzone che vorrei condividere con voi: è cantata da due sorelline bulgare di 7 e 10 anni e parla di Rosinka, una bambina non udente che "nel segreto silenzio di una stanza" balla, con tutta la sua energia, inventando la musica per la sua danza;trovo stupendo in particolare il finale della canzone, il quale dice che danzando Rosinka insegue il suo sogno, non solo di ballare ma anche quello che in futuro non esistano diversità, perchè lei "nel silenzio, dove non esiste la diversità può sentire quello che la gente più non sa". Spero vi piaccia questa canzone, per me è stupenda, non vi spaventate nel sentire l'inizio della canzone, solo i primi secondi sono in bulgaro, il resto è in italiano Smile

    MAURIELLO JESSICA
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    Messaggio  MAURIELLO JESSICA Mer Mar 21, 2012 9:53 am

    Ciao flower
    sono un animatrice professionale da circa quattro anni,inizialmente solo nel periodo estivo ,ora invece durante tutto l'anno.
    Lavoro presso una ludoteca che organizza feste interne ma anche esterne presso ristoranti per cerimonie specifico e presso le case private.
    Un giorno in ludoteca c'è una festa e tre gli invitati c'è un bambino biondo ,con gli occhi azzurri,insomma bellissimo jocolor .
    La mamma lo accompagna e avvicinandosi mi chiede di dare un occhi di riguardo a suo figlio perché portatore di una forma di autismo che gli provocava crisi epilettiche e che non gli rendeva possibile l'interazione con i giochi,ne tanto meno con gli altri bambini,io accetto con molto piacere.
    Inizio a stare di piu con lui,all'inizio non sapevo come fare,poi però siamo entrati sempre piu in confidenza e non potrò mai dimenticare l'attimo in cui io con lui entro in un mare di palline colorate e lo convinco a prendere tra lei sue mani delle palline e a giocare con piccoli gesti.Anche adesso,come allora, ho le lacrime agli occhi e un nodo allo stomaco indescrivibili...so solo dirvi che quella sera sono ritornata a casa e mi sentivo realizzata in tutto,ho provato uno stato di beatitudine che non so descrivere.Amo il mio lavoro, amo la mia facoltà e amo questo corso che ci da voce e ci offre la possibilità di conoscerci meglio.GRAZIEEE flower flower flower
    Brusini Rosa
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    Messaggio  Brusini Rosa Mer Mar 21, 2012 12:01 pm

    io ho avuto l'incredibile fortuna di essere stata volontaria del servizio civile presso la Piccola Casa Della Divina Provvidenza "S.G.Cottolengo" dove ho passato l'anno più bello della mia vita con le persone disabili! sarebbe lunga da raccontare l'esperienza e sintetizzata perderebbe di significato! quindi se può servire ne parlerò a lezione un giorno!
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    Votto Michelina


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    Messaggio  Votto Michelina Mer Mar 21, 2012 4:29 pm

    Mi chiamo Michelina Votto e sono impegnata da circa 20 anni nel sociale. Per i primi anni sono stata volontaria nel quartiere del Rione Traiano di Napoli ,occupandomi di minori, da circa 12 anni collaboro come operatore sociale con i Progetti promossi dal Comune di Napoli rivolti a minori con difficoltà socio-economiche culturali (minori a rischio).
    Mi sono sempre occupata di minori difficili e di lotta alla dispersione scolastica.
    Questo lavoro lo sento veramente mio, penso che non saprei fare altro, forse perché lo faccio con passione e dedizione.
    Colgo l'occasione per ringraziare tutti i bambini, gli adolescenti e le famiglie (soprattutto mamme) che ho incontrato durante il mio percorso professionale, per le esperienze vissute che hanno fatto si che crescessi come educatrice, ma principalmente come persona.
    Nel rispetto dei tempi delle lezioni,avrei alcune "storie", a mio avviso, significative da condividere con le colleghe. Salvatore (barista),Giuseppe (quaderno aperto), Diego (ebrei -febbre), Diego(telefonata ass. sociale). Grazie Michelina
    viviana.imparato
    viviana.imparato


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    Vuoi raccontare la tua esperienza? di.. volontariato, tirocinio o disabilità (extra di sola lettura) Empty la mia piccola esperienza di vita.

    Messaggio  viviana.imparato Mer Mar 21, 2012 6:41 pm

    Salve,mi chiamo Viviana e forse non dovrei occupare questo spazio perchè non ho un'esperienza di volontariato,la mia è solo un'esperienza di vita ma mi sento di condividerla con voi.
    Vivo in una famiglia molto unita e ci siamo sempre aiutati a vicenda.La nostra vita è cambiata quando un membro importante,quello che definirei il perno della famiglia,ha cominciato ad avere seri problemi di salute.
    Ve ne parlo con molta emozione perchè è per me la prima volta che affronto questo argomento.
    Questa persona è sempre stata molto indipendente e forte.Ha sempre fatto da sola le sue cose;cucinava,puliva,si occupava della famiglia e non voleva mai essere aiutata.Ma un giorno è arrivata la malattia che pian piano l'ha vista perdere la sua "autonomia" e dover essere aiutata a compiere qualsiasi azione fino a non riuscire nemmeno più a camminare e dover usare la sedia a rotelle.Abbiamo fatto il possibile per non farle pesare questa nuova condizione ma nonostante i nostri sforzi non si poteva non percepire nel suo sguardo tanta frustrazione dovuta al fatto di dover "dipendere" dagli altri e frustrazione rispetto a difficoltà quotidiane (parlo,ad esempio, dell'impossibilità di muoversi liberamente in casa per gli spazi troppo stretti).
    In tantissime occasioni mi sono trovata davanti persone che la guardavano con occhi compassionevoli e di pietà.Occhi che tagliano come lame,occhi che ti fanno quasi sentire in colpa se non sei più in grado di compiere le azioni più semplici.
    Questa mia esperienza mi ha fatto capire che la cosa che fa più male sono proprio certi sguardi,quelle frasi che iniziano con "poverina"...Le persone disabili,che lo siano dalla nascita o che lo diventino successivamente,sono sempre PERSONE...persone che hanno un cuore,dei sentimenti,che si rendono conto di quando vengono trattate diversamente solo perchè sono su una sedia a rotelle o hanno bisogno di qualcuno che li aiuti in tutto.


    Per concludere e mi scuso se il mio commento è troppo lungo,vorrei raccontare cosa è capitato circa 1anno fa a mia cugina.Mia cugina è una ragazza dolcissima ed è affetta da un problema mentale causato da un dottore al momento del parto.Mia cugina non ha mai fatto del male a nessuno e nel luogo in cui abita la conoscono tutti;mia zia le fa comprare la pizza da sola perchè anche lì la conoscono tutti ma un giorno ha visto la figlia tornare a casa inlacrime e con delle bruciature di sigaretta sul braccio.Io mi domando ora,chi sono i diversi??Lei o quelle persone disgustose che le hanno fatto del male e che non conoscono cosa sia l'amore?????
    Izzo Maria Teresa
    Izzo Maria Teresa


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    Messaggio  Izzo Maria Teresa Gio Mar 22, 2012 6:11 pm

    Salve,
    sono Maria Teresa e abito a Torre del Greco
    dove per un anno ho fatto volontariato presso un centro dove una volta
    a settimana o più andavamo a napoli per assistenza ai clochard che sono
    i senzatetto, senza casa o senza fissa dimora e per offrire loro cibi,
    bevande calde e anche per una semplice chiacchierata.
    E' stata un'esperienza immensa che è difficile da spiegare a parole ma
    bisognerebbe viverla per capire cosa di può dare questo tipo di volontariato.
    Credo che anche i clochard rappresentimo perfettamente una Resilienza
    in quanto ogni giorno vivono per superare delle avversità che la vita
    gli ha messo di fronte.
    Uno degli aneddoti che più mi è rimasto impresso e che vorrei condividere con voi
    è stato una sera in cui un signore invece del pasto mi ha chiesto il libro
    "Il fu Mattia Pascal" in quanto aveva voglia di leggere anche a discapito di
    un pasto caldo.
    Purtroppo causa corsi universitari fino a tardi non posso più coltivare
    questa mia passione nata per caso ma consiglio a tutti
    di provarla almeno per una volta anche perchè in ogni città ci sono
    associazioni che fanno questo tipo di volontariato.
    Credo siano questi i tipi di volontariato da fare.
    Non serve fare donazioni economiche ma metterci in gioco prima noi cercando di creare aspettative reali a queste persone.
    Infatti appoggio in tutto il proverbio cinese anche ritrovato nel libro Giallo
    "Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno.
    Insegnagli a pescare o lo nutrirai per tutta la vita".

    Luisa Ratti
    Luisa Ratti


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    Messaggio  Luisa Ratti Ven Mar 23, 2012 11:50 am

    Vorrei condividere anche io una piccola esperienza di vita attinente con ciò di cui abbiamo parlato in aula, voglio lanciare però un’ altro tipo di riflessione partendo da qui:
    • manca in Italia quello che chiamiamo welfare,
    • le famiglie sono lasciate sole davanti alle mille difficoltà e allo sconquasso che segue la nascita di un bambino non sano,
    • famiglie impreparate, non sostenute in alcun modo, che o si prendono un carico di lavoro estenuante, o abbandonano il piccolo.
    Vi racconto a tal proposito una storia.
    Anni ’80 nasce un bambino bello come il sole,paffutello, occhi azzurri, capelli biondi, sano dicono i dottori alle dimissioni dopo parto.
    A circa tre mesi di vita, qualcosa non va, febbre alta, spasmi, forse convulsioni,forse crisi epilettiche,da qui comincia l’odissea che sconvolge l’intera famiglia, corse da un’ ospedale all’altro, da un medico all’altro, nessuna diagnosi, tante medicine che rischiano di ucciderlo più della malattia stessa, e provocano ritardi nel camminare, e nel parlare (permettetemi di spendere una parola su quei medici che quando non sanno che pesci pigliare, si dimenticano della "persona" che hanno davanti e la trasformano in "cavia").
    Anni ’90 ,dopo un lungo ricovero al Policlinico, arriva la diagnosi, trattasi di malattia rara dal nome impronunciabile, peraltro neanche troppo grave esistono tre gradi diversi ,che danno luogo a tre diversi quadri clinici, ma quanto basta per il riconoscimento del 100% di invalidità civile, ridotta poi recentemente all’80% (GRAZIE AI FALSI INVALIDI) , la malattia è genetica e non migliora ne regredisce nel tempo, essendo rara non esistono medicine ad hoc, non scendo nei particolari della malattia dico solo che coinvolge la maggior parte degli organi interni e varie altre strutture corporee.
    Voglio però parlare della vita dei genitori e degli eventuali altri figli “sani”che crescono troppo in fretta.
    Vite bloccate, decisioni difficili, che nel caso specifico da me raccontato portano uno dei genitori a perdere il lavoro (troppi permessi se hai un figlio malato da accudire e nessuno ti aiuta),e recentemente portano l’altro dopo una vita di sacrifici a contrarre una malattia abbastanza importante. Notti insonni, sfinimento, viaggi della speranza (perché laddove la medicina non da risposte si cerca molto spesso Dio e il miracolo).
    Ci fosse stata una struttura “buona”,che ospitasse per qualche giorno all’anno,o anche solo per qualche ora al giorno questo bambino amato a dismisura,avrebbe permesso ai suoi genitori non una fuga, ma una ricarica di energia vitale, gli avrebbe regalato un po’ di tempo per tirare forte un respiro di sollievo, per giocare con gli altri figli piccoli e bisognosi anch’essi di cure .
    Per questo Vi invito a considerare questi dolorosi aspetti, e a non condannare chi non ce la fa a gestire tali situazioni, o chi si rivolge a strutture residenziali per un breve periodo,e perchè no anche per prendersi una vacanza dalla quale magari ritornare più forti di prima, e con maggiore dedizione continuare quella che è la sua vita.


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    Messaggio  soleluna Sab Mar 24, 2012 5:45 pm

    Son un’ insegnante di scuola statale: ho insegnato per 5 anni in una scuola primaria di Milano e adesso, da due anni, insegno in una scuola dell’infanzia del quartiere di Scampia. Nel corso della mia carriera ne ho visti di bambini disabili e quello che mi è rimasto nel cuore è soprattutto lo sguardo smarrito, pensieroso e desideroso di parole di conforto delle mamme e dei papà di questi bambini. A volte penso che il rammarico di un genitore che sa di aspettare un “figlio non normale” sta nel fatto che teme per questo figlio i disagi che una società come la nostra di oggi, così stereotipata e poco incline al concetto vero di persona (come unità psicofisica con annesse e connesse particolarità ed originalità dell’essere persona, alias la disabilità)arreca alla persona stessa, acuendo anziché minimizzare eventuali disabilità, ponendo loro intorno un ambiente handicappante. Il mio vecchio Dirigente Scolastico mi diceva: “ricordati, questi sono i figli più amati!” e dopo tanti anni io lo ricordo ancora; ecco perché ogni volta che posso conforto questi genitori spesso scoraggiati e delusi dalla società ma che ancora credono in un futuro dignitoso per i loro figli. Sapete quante volte, a contatto con questi bambini, ho desiderato di regalare orecchie nuove ad un mio alunno sordo, occhi normali ad una mia bambina cieca, una voce perfetta ad un mio alunno che non possedeva la parola? Miracoli… poi col passare degli anni e con il crescere della mia professionalità mi sono resa conto che l’unico vero miracolo che noi insegnanti ed educatori possiamo e dobbiamo compiere per loro è quello di trattarli e rispettarli per i bambini che essi sono e, soprattutto, fornire loro gli strumenti e le competenze (conoscenze e abilità) per affrontare e vivere in maniera normale e dignitosa la propria vita perché, se è vero che esiste una società handicappante, è pur vero che ogni persona ha diritto alla propria crescita ed affermazione sociale.
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    Messaggio  maria84 Dom Mar 25, 2012 7:21 pm

    ciao a tutti sono Maria......a dire il vero non saprei da dove iniziare nel raccontare le mie esperienze in qsuesto settore,ne sono tante alcune simili tra loro altre diverse,ho 27 anni e adoro tutto ciò che è il sociale,lavorare nel sociale,essere educatrice.Adoro questo campo,non potrei immaginarmi in nessun altro posto,in nessuna altra maniera.La prima esperienza l'ho fatta Bari,in una casa famiglia-appartamento per ragazze madri,sono stata lì per 5 mesi ed ho assistito un gruppo di bambini dai o-3 anni che restavano con noi,quando le madri erano impegnate in altre attività o erano a lavoro,adoravo bussare alla porta e vedermi abbracciare le gambe da loro,quanta soddisfazione e quanto amore nel dargli a mangiare,farli addormentare,cambiargli il pannolino,è stata la mia esperienza più bella.In seguito tornata a Napoli ho lavorato in una casa famiglia a Casavatore per 3 anni,aiuto operatrice,educavo ragazzi da 0-18 anni,li aiutavo nei compiti pomeridiani,li aspettavo tornare da scuola e gli preparavo il cestino della scuola per il giorno dopo e la cosa più difficile da fare era proprio tenergli testa,ero inesperta ed ancora un ingenua ragazzina,nonostante tutto spesso il mio carattere è scito fuori riuscendo a farmi rispettare e farmi volere anche bene,apprezzare........l'ultima esperienza risale a due anni fa,volontariato servizio civile all'università Federico II di Npoli,assistevo i ragazzi disabili e li accompagnavo alle lezioni,vedere la loro tenacia e grinta nello studio mi dava tanta forza e mi faceva apprezzare giorno dopo giorno il mio lavoro ed il tempo trascorso con loro.Alla fine di questa esperienza posso sicuramente dire che loro hanno insegnato qualcosa a me,ma la cosa più difficile era proprio combattere con la continua mancanza di barriere architettoniche che impediva me di fare il mio lavoro ed impediva loro di essere il più autonomi possibili.Nonostante tutto ora come ora molti di loro si sono laureati ed è stato bello a distanza di anni vedere le loro foto su facebook con quella laurea in mano e sapere che anche se in piccola parte,per un anno avevo aiutato loro in quella conquista.tutto ciò è tutto qllo che non dimenticherò mai.
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    Messaggio  Giovanna Di Francesco Lun Mar 26, 2012 7:18 pm

    io sono già 3 anni che faccio volontariato presso la mia parrocchia; non sarà uguale a chi sta vicino a persone disabili, ma sono felice di ciò che faccio, perche ogni sabato e soprattutto la domenica accogliamo bambini dai 4 anni in su e ragazzi, coinvolgendoli in attività sportive, in esibizioni teatrali, per toglierli dalla strada, perche molto spesso i loro genitori lavorano e hanno il problema di dove lasciarli, oppure sono stesso i ragazzini che non sapendo che fare a casa trascorrono troppe ore in mezzo alla strada rischiando di frequentare persone non tanto adatte a loro, per cui abbiamo organizzato giorni di attività diverse le une dalle altre; con queste esperienze i bambini riescono a crescere coltivando nuove amicizie, ma non vi nego che anche io apprendo tanto da loro...
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    Messaggio  Noemi Martuccelli Mar Mar 27, 2012 7:31 am

    il volontariato è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Ho aiutato per molti anni una ragazza autistica, una ragazza bellissima e molto dolce, la vedevo una volta a settimana e insieme ad un altro volontario passavamo del tempo con lei facendole fare delle attività; intorno a lei ci sono molti volontariati che a turno passano un pomeriggio con lei per non lasciarla sola. è una ragazza molto intelligente, molto furba e quando non aveva voglia di fare nulla niente le faceva cambiare idea. sono rimasta molto affascinata perchè, prima di allora, non ritenevo possibile che delle persone "diverse" da me fossero in grado di amare la vita come facevo io; questa bambina era in grado di amare la vita più di me.. ma mi chiedo come è possibile??? mi rispondo e rispondo alle persone che come me si fanno ancora queste domande che loro, persone "diverse", sono in grado di apprezzare tutto ciò che la vita offre riuscendo ad essere felici per ciò che hanno senza pretendere altro.!
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    Messaggio  Gaetana Cozzolino Mar Mar 27, 2012 10:40 am

    Salve mi chiamo Gaetana ma da sempre mi chiamano Tania vorrei condividere con tutti voi la mia esperienza di volontariato iniziata cinque anni fa. Sono stata una volontaria del servizio civile nazionale in un istituto per disabili e questa esperienza mi ha cambiata profondamente. Prima non mi ero mai soffermata sulle difficoltà che un disabile poteva incontrare. Ho scelto di fare questa esperienza perchè ho un animo che si nutre di rapporti umani: amare e aiutare persone che hanno in qualche modo bisogno di me è uno dei tanti canali attraverso i quali mi sento pienamente realizzata. Non sapevo fino a che punto la relazione con queste persone mi avrebbe coinvolta. Il gruppo di disabili che assistevo è formato per lo più da persone che hanno alle spalle storie agghiaccianti di violenza, discriminazione e abbandono, tutte con vari gradi di disabilità. Quando sono entrata per la prima volta nel semiconvitto che li raccoglie tutti ho avuto paura e ho pensato che non avrei retto. La concentrazione di miseria umana era talmente alta da scuotere la mia serenità ma sono una persona abituata ad adattarsi a tutto, così iniziai la mia routine settimanale dopo un breve periodo di formazione; man mano che passavano i giorni e conoscevo meglio queste persone e le loro storie costruivo con ognuno di loro un rapporto esclusivo fatto di gradi di comunicazione differenti.
    Ognuno di loro comunica come può e vuole ma decisamente in una maniera che obbliga a cercare modi alternativi di mettersi in contatto e capire cosa c'è dietro ai gesti ai pianti alle risate e alle azioni che non sono mai scontate. Da subito ho capito che la mia presenza non solo apportava qualcosa a loro come il piccolo aiuto pratico che potevo fornire , poterli accompagnare, ma anche a me : la possbilità cioè di penetrare una realtà di cui ho sempre conosciuto l'esistenza ma con la quale non avevo mai interagito.
    Dopo la prima settimana tutto divenne familiare, ogni azione che prima poteva sembrare un ostacolo era diventata la normalità. Con il trascorrere del tempo mi sentivo anziché in un centro in una seconda casa. Gli operatori ( infermieri, medici, oss ,terapisti) si comportavano come se vivessero in una grande famiglia e in breve tempo anche noi volontari ne entrammo a far parte.
    Il centro prevede molteplici attività laboratoriali ( lavorazione della pelle,del vetro,del legno ,attività culinarie, musicoterapia, pittura, ceramica) dove i ragazzi disabili sono impegnati quotidianamente. Alcuni di loro sono stati nostri maestri.
    Personalmente ho svolto buona parte del mio lavoro nel gruppo dedito alle attività motorie dei ragazzi disabili ed in particolare ci occupavamo nella preparazione degli stessi alle competizioni di atletica leggera.
    Come accade in tutti i gruppi anche in questo ho stabilito i miei legami privilegiati con alcuni di loro. C'è Massimo,disabile, alle spalle una storia tragica che non racconterò per rispetto nei suoi confronti.
    C'è Ciro, autistico, parla poco ma è in grado di fare calcoli matematici complicatissimi. C'è Urania innamoratissima di uno dei volontari e trascorre la giornata ripetendo continuamente il nome del suo amato. C'è maria che viene esclusa perchè morde. C'è Antonio, borderline, a vederlo non si direbbe , chiunque lo scambia per un operatore, è campione di atletica leggera. C'è Ciro,sindrome di down, bravissimo ballerino e ottimo amico, e moltri altri.... Very Happy
    Un momento importante è il pranzo , dopo le varie attività laboratoriali accompagnavamo i ragazzi in mensa e lì si aspettava il pranzo spesso cantando; alcuni di loro hanno bisogno di essere imboccati. Dopo il pranzo noi volontari accompagnavamo i ragazzi nelle loro camere per un pisolino e li salutavamo.
    Da tre anni mi occupo di minori a rischio ma nel fine settimana ritornare nel centro diventa uno dei momenti più graditi della settimana. L'amore che questi ragazzi riescono a regalare è un miracolo quotidiano.
    La struttura ( centro Don Orione , ercolano,) è ben organizzata ,all'interno di essa non ci sono le barriere architettoniche che spesso si incontrano nelle città.
    Vorrei esprimere brevemente la mia opinione su tale argomento( poiché per problemi di linea non mi è stato possibile comunicarlo a tempo debito, per questo mi scuso).

    Le barriere architettoniche non esistono solo a Pistoia,Milano,Napoli ma in tutta Italia.
    Le difficoltà che un disabile deve affrontare quotidianamente sono tante, i video rappresentano una testimonianza. Viviamo nel progresso eppure la società non è ancora organizzata per le barriere architettoniche.
    L'uguaglianza è un diritto di tutti.
    La vera uguaglianza implica che entrambe le parti, disabili e non, debbano compiere uno sforzo per colmare la distanza che li separa.
    Io credo che non basti l'abbattimento delle barriere architettoniche, si dovrebbero includere l'eliminazione delle barriere psicologiche e legali che impediscono di fatto la partecipazione alla vita di società. Le persone disabili dovrebbero partecipare alla creazione ed al controllo dei servizi richiesti per garantire lo sviluppo di soluzioni rispondenti alle loro aspirazioni specifiche.
    I “diversi” sono persone che si muovono nella vita fra mille impossibilità, hanno la necessità di essere considerati normali con gli stessi diritti di qualsiasi individuo. La ghettizzazione li isola maggiormente, la troppa attenzione li umilia, un comportamento non sincero li offende.

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