Nel testo "complessità della persona con disabilità",l’autrice anna maria murdaca affronta il discorso riguardo:la rimodulazione del termine integrazione;la ricostruzione di una nuova cultura della disabilità;la ridefinizione di un progetto di vita per le persone con disabilità.per l’autrice bisogna adottare una nuova cultura della disabilità che deve riflettere sull’assistenza del soggetto disabile ma soprattutto una cultura che riconosca l’individuo in modo totale,nella sua complessità,sia per quanto riguarda le sue menomazioni o handicap ma anche come persona con delle potenzialità.l’obiettivo è la valorizzazione della persona con il rispetto delle differenze,deve esserci integrazione,una continua ricerca di soluzioni che preservino i diritti acquisiti dei disabili attraverso la valorizzazione delle doti individuali.tutto questo è possibile anche grazie alla cura che deve essere preservata al soggetto,si deve cercare di aiutare la persona con deficit a dare un senso alla sua vita,ad apprezzarsi per quello che è,in quanto individuo unico al mondo,per accettarsi e convivere con le sue caratteristiche,riducendo gli ostacoli e valorizzando le sue doti.per fare ciò deve esserci una riformulazione del termine integrazione e cioè integrazione come accoglienza verso diverse identità in prospettiva umanistica e come condivisione di valori etici che tengano conto del rapporto dignità-autonomia,identità e potenzialità personali,non si mira all’accudimento della persona,ma bensì all’emancipazione del soggetto con disabilità e richiede delle attività da parte di ogni campo sociale,sanitario,legislativo ed educativo per sperimentare una serie di eventi affinchè egli stesso ripensi a se stesso dandosi un giusto valore e scoprendo le forze resilienti,di cui ci ha tanto parlato la professoressa a lezione,capaci di far superare le difficoltà interiori e anche quelle esterne,sviluppando una propria autostima.quindi rimodulare l’integrazione in prospettiva umanistica vuol dire considerare l’uomo nella sua globalità,considerarlo nell’insieme,considerare il disabile come cittadino a pieno titolo del mondo,la comunità sociale non deve trascurarlo ma proporre delle azioni positive per il suo sviluppo.per far si che si verifichi questo sviluppo fondamentale è la relazione educativa,anche questo argomento è stato oggetto di un commento svolto durante le lezioni,nel laboratorio relazione educativa e emarginazione,ogni rapporto che si instaura tra due individui è una ralazione educativa,infatti anche nella relazione madre-figlio non solo i bambini ma anche i genitori sono educati.inoltre anche la relazione docente-discente è fondata sulla relazione educativa,in quanto attraverso questo legame si produce apprendimento e tutte e due le parti ricevono e danno,ogni relazione è educativa perchè appunto prevede uno scambio reciproco,quindi tutte le esperienze di vita sono relazioni educative.però per far si che questo scambio avvenga importante è la preparazione del’educatore,il quale deve trasmettere qualcosa di positivo per far si che l’educando riesca ad avere una buona formazione.a volte gli educatori hanno il difficile compito di essere una guida per una persona che ha diverse problematiche,come i tossicodipendenti o i carcerati,in questo caso l’educatore deve cercare di conoscere la sua storia,deve cercare di farlo aprire,di capire i suoi sentimenti e le cause di determinati comportamenti dannosi per se stesso e per gli altri.e in questo complesso percorso molto spesso si stabilisce anche un meraviglioso legame affettivo tra le due parti,segno del buon lavoro svolto dal professionista che gli è stato vicino,che l’ha aiuto senza chiedere niente in cambio,a raggiungere degli obiettivi,una cresita positiva,inoltre l’educatore deve metterlo a proprio agio per far si che l’educando possa aprirsi e fidarsi e tutto questo può avvenire solo se viene svolto un lavoro costante,che lo coinvolga in attività educative.questo rapporto deve esserci non solo tra l’educatore e l’educando o tra il maestro e l’allievo a scuola,la scuola non è solo il luogo dove si impara ma anche l’ambiente in cui dovremmo far conoscere le nostre emozioni,le nostre sensazioni,la nostra esperienza e la nostra vita, ma anche tra amici o coniugi perché tutti possono insegnare e tutti possono imparare,l’incontro con l’altro ci arricchisce e ci rende migliori.molto più impegno richiede la relazione educativa al disabile,dove l’educatore deve agire in relazione alla situazione specifica ed attuare programmi particolari evidenziando non i limiti ma le potenzialità di una persona,aiutandola a valorizzarle proponendo delle situazioni adatte per far in modo che si possa verificare una crescita.riguado alla relazione educativa la professoressa ci ha proposto in una lezione una simulazione dove vi partecipavano un educatore e un soggetto con problematiche,molto importante è la prima impressione dell'educatore per l’individuo che lo incontra per la prima volta, l’educatore deve trasmettere,anche attraverso i gesti e lo sguardo,la sua disponibilità all’ascolto,la sua sensibilità verso quella problematica e anche solo ripetendo quello che ha detto l’individuo,per far in modo che questi abbia almeno la consapevolezza di avere un problema e questo è importante per aiutarlo.
Sul corpo trasformato e mostruoso si sono soffermati autori come remaury,lipovetsky e braidotti.bruno remaury nel testo “il gentil sesso debole,le immagini del corpo femminile tra cosmetica e salute” affronta il tema riguardante l’ideale di bellezza proposto dalle società dei media,infatti la cultura dell’immagine nelle donne si confonde oggi con quella della bellezza,quasi come se la donna avesse il dovere di coltivare la bellezza del suo corpo,il quale deve sottostare alla triade bellezza,salute e giovinezza,secondo remaury tutti noi aspiriamo alla perfezione.il testo è diviso in tre parti e si riferisce alle immagini,alle tecniche e alla natura del corpo femminile,qui il rapporto con le tecniche del corpo e della salute è visto come una dipendenza,molte donne sono schiave della chirurgia estetica.tutto questo sembra che sia causato dalle società che richiedono sempre più alle donne di “essere belle e giovani” se vogliono far parte della società ed essere considerate nella vita sociale o se vogliono apparire in televisione.molte tecniche del corpo,come la medicina e la chirurgia hanno cambiato l’idea del corpo e proprio attraverso la scienza si è arrivati al corpo trasfigurato quindi modificato da essa e grazie ad essa si può ottenere il corpo esatto,quindi perfetto,il corpo liberato dalle malattie,cioè sano,dal tempo,cioè giovane,dal peso cioè magro,come sostiene lipovetsky nel suo libro "la terza donna".per avere un corpo perfetto la donna deve scegliere questi tre valori,deve saper gestire la propria immagine tra i vari modelli sociali che le vengono offerti,deve trasformare il suo corpo in qualcosa di perfetto a tutti i costi,anche facendo dei grandi sacrifici,quindi la donna si sente obbligata a dover scegliere determinati modelli di bellezza,è obbligata ad essere al servizio del proprio corpo.ma per raggiungere questo ideale molto spesso il corpo diventa “mostruoso”,magrissimo e debole a causa di malattie quali l’anoressia o la bulimia proposte in qualche modo dalle modelle quindi il corpo mostruoso si impone come modello di femminilità,come oggetto di imitazione per il genere femminile.anche rosi braidotti si occupa del corpo femminile nel testo "madri,mostri e macchine",qui il corpo femminile viene visto come un qualcosa di diverso,e tutto quello che accomuna le diversità è la distanza di quei corpi dalla normalità,i quali sono visti come un qualcosa di mostruoso,come lontani dalla norma rispetto al grado zero di mostruosità,infatti l'autrice ritiene che la bellezza e la mostruosità rappresentano due estremi in opposizione che si distanziano dal grado zero di mostruosità appunto che rappresenta la “normalità”,la quale propone un copro docile,riproduttivo,bianco,eterosessuale e normalmente costituito.secondo la braidotti esiste un’asimmetria tra i sessi,affermando che esiste una profonda differenza tra donne e uomini in tutti i sensi,tra i quali il modo di pensare e di intendere il mondo.un’altra differenza lampante tra l’uomo e la donna è il fatto che ella è capace di deformare il suo corpo quando aspetta un bambino,qulacosa che è possibile solo a lei e non avendo idea dell’evento l’uomo in questo periodo la vede come qualcosa di orribile,di mostruoso,il mostro rappresenta un’anomalia,qualcosa che devia dal normale,quindi mostro e madre allo stesso tempo e proprio da questo legame l’autrice propone alla donna di creare un altro legame tra il genere femminile e la tecnologia che trasforma il corpo in un corpo macchina per sfuggire al brutto,alla vecchiaia.anche per quanto riguarda questo tema ho affrontato un commento,le protesi estetiche,nel quale ho espresso il mio pensiero in merito ad esse.le protesi estetiche vengono considerate delle tecnologie come miglioramento del corpo,queste vengono utilizzate quando una persona vuole apportare delle modifiche ad una parte di esso.è fondamentale piacersi e accettarsi per poi farsi accettare dagli altri per come si è,ma quando dei difetti provocano dei problemi relazionali o di salute è opportuno fare uso delle protesi estetiche,molte persone però cambiano completamente il loro aspetto e tutto questo accade perchè noi non accettiamo il nostro corpo,esso è considerato inconcompleto,come qualcosa da riparare in quanto è difettoso,imperfetto.la cultura dominante di oggi,soprattutto quella occidentale,propone il modello fisico della perfezione,per il quale infatti solo ciò che è perfetto è bello,ciò che è imperfetto invece è brutto.quindi non essendo perfetto il corpo dell'uomo deve essere aggiustato con dei pezzi di ricambio,con le protesi estetiche.tutti devono essere perfetti per farsi accettare dalla società e così tutti sono uguali con visi perfetti,nasi perfetti,labbra prosperose e senza rughe.pochi sono fieri del proprio corpo e delle loro caratteristiche,tutti vogliono evitare la vecchiaia e quindi la morte,perchè la vecchiaia si identifica con il brutto,non è di moda essere vecchi con qualche ruga in più.forse bisognerebbe pensare che tutti noi abbiamo le nostre caratteristiche e che dovremmo abituarci a convivere con esse,accettandole,magari anche scherzandoci su,questo dovrebbe essere di moda.
Ultima modifica di cavagnuolo giuseppina91 il Mer Mag 02, 2012 5:39 pm - modificato 1 volta.