Pedagogia della disabilità 2012

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Pedagogia della disabilità 2012

Pedagogia della disabilità (2012)- Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti


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    Messaggio  antonia petrella Dom Mar 25, 2012 10:30 am

    La lezione di giovedi è stata molto interessante, abbiamo visto alcune scene del film "Indovina chi viene a cena" dal quale è emerso che ci sono molti pregiudizi nella società che ancora oggi purtroppo persistono.
    La parola che mi colpisce è straniero, di solito viene etichettato come colui che ruba, commetta reati ecc.. Secondo me non dovrebbe essere cosi bisogna abbattere questi pregiudizi inutili che ostacolano solamente la conoscenza di nuove culture.
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    Messaggio  Marianna Romano Dom Mar 25, 2012 10:40 am

    Il termine chiave che è emerso dalla lezione è PAROLA.Quest'ultima è uno strumento fondamentale per l'uomo, perchè gli permette di esprimere idee,punti di vista e impressioni.La parola può diventare anche un'arma se non è utilizzata con cautela,con razionalità e tatto.Con essa l'uomo crea delle etichette,degli stereotipi,pregiudizi che finiscono per ledere la personalità di un individuo,il suo modo d'essere e soprattutto la sua vita.Si creano delle diversità che non esistono.Le parole vanno pesate con la bilancia dell'intelletto e del cuore.Il termine che analizzerò è Diverso, perchè ogni volta che sento questa parola nascono in me mille ricordi e sensazioni.Sin da piccola sono sempre stata giudicata per il mio aspetto fisico.I miei compagni di classe spesso mi chiamavano "cicciottella".Mi sentivo "diversa" dalle altre bambine.Diversità, che crescendo,si è accentuata molto,tanto da essere "discriminata"anche nel campo del lavoro(il datore non mi chiamava ad animare le feste perchè non ero nei suoi canoni estetici di bellezza).Quando ti senti dire queste cose finisci col crederci,fai di tutto per cambiare e per piacere agli altri.Per me non aveva senso piacere agli altri e non piacere a me stessa,era contraddittorio.Ero arrivata ad un punto in cui esistevo ma non vivevo.Questa lezione mi ha fatto riflettere molto e sono arrivata alla conclusione che bisogna vivere secondo le proprie regole,che il peso delle parole dipende da chi le pronuncia,che le diversità esistono solo nella nostra mente!Ricordiamo che siamo tutti esseri umani,nella di più,nulla di meno!
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    Messaggio  Emilia De Blasio89 Dom Mar 25, 2012 11:57 am

    La lezione del giorno è stata molto importante e soprattutto utile,credo tutti noi,perchè ci ha dato modo di riflettere su argomenti specifici come la diversità,deficit ed handicap insegnandoci la distinzione esatta delle tre parole ma soprattutto ad utilizzare i termini in modo appropriato a definire situazioni personali per avetare,come detto in lezione,di poter aumentare l'handicap invece di ridurlo.
    Per quanto riguarda il video visto in classe,"Indovina chi viene acena?",si è trattato di un film ambientanto alla fine degli anni 60',anni in cui,come suggerito dal padre del giovane di colore che intende sposare la donna bianca,i matrimoni misti erano addirittura considerati reato in 17 stati Americani.I due amanti nonostante le difficoltà che sanno di dover affrontare ed il dissenso inziale di ambedue le famiglie,decidono comunque di sposarsi.Ciò che mi ha fatto riflettere molto è stato il fatto che i genitori dei ragazzi pensavano soprattutto a ciò che la gente potesse pensare mettendo così a rischio la felicità di due persone che si amano davvero.Fortunatamente oggi la situazione è cambiata in maniera notevole,grazie anche all'apertura mentale delle persone,anche se c'è da dire che ancora oggi esistono persone che considerano loro come diversi costituendo così un ostacolo maggiore da superare per il loro inserimento sociale.Io credo che,come suggerito dalla Atsori,la diresità sta negli occhi di chi guarda,perchè comunque siamo tutti diversi nella nostra bellezza umana.
    L'esercizio fatto in classe è stato molto interessante,anche se trovare punti comuni con persone conosciute in quel momento mi è risultato un po difficile,in certi casi ci si è dovuti adattare.Credo che il risultato finale dell'esercizio sarebbe potuto essere meno "banale" se le persone che costituivano il gruppo fossero state conoscenti tra loro.La parte che mi ha colpito di più è stata quella di dover continuare parole come Diverso,Mostro dandone una definizione.Ritengo che proprio queste due parole,in maniera quitidiana,vengano utilizzate,un po troppo spesso,per definire le persone in maniera sbagliata.Ad Es: definiamo mostro una persona non molto bella o magari chi è nato,sfortunatamente con gravi deformazioni fisiche.Io credo che i veri Mostri siano altri come assassini,cammorristi,stupratori,pedofili,credo che siano proprio questi mostri a parte quelle persone che che pur essendo "normali" definiscono gli altri in questi termini.
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    lab. 4 - La mappa degli stereotipi (chiude IL 2 APRILE) - Pagina 5 Empty SONO SOLO PAROLE!

    Messaggio  Rossella Palumbo Dom Mar 25, 2012 12:01 pm

    E' vero che le parole sono importanti, ma alla fine sono solo parole. Mi viene da pensare che forse la creazione di tutti questi termini sia ancora più dannosa per coloro che, avendo deficit, disabilità o handicap, vivono l'etichetta in maniera negativa (ovviamente) e questo non fa altro che accentuare l'handicap o quant'altro. Come è stato detto in aula, il disabile non è un malato e si può parlare di divers-abile in riferimento a colui che sviluppa abilità diverse. Mi piace vederla da questo punto di vista perchè mi fa pensare a qualcuno fuori dal comune, speciale, qualcuno... come un eroe.
    Per quanto riguarda il film "Indovina chi viene a cena?", viene evidenziata chiaramente la discriminazione di razza. Negli anni 60 era inconcepibile pensare all'unione tra persone bianche e di colore, e viceversa. In ogni caso, ancora oggi tale pregiudizio è impiantato in coloro che, come la società, hanno una mentalità statica, chiusa, incapace di accettare e gestire il cambiamento.
    Infine, secondo me, il senso dell'esercizio svolto in aula è stato quello di farci capire che, anche noi, riflettendo sulle risposte da dare, facciamo differenziazioni prendendo in considerazione stereotipi preconfezionati e di conseguenza categorizziamo. E ora mi domando (retoricamente): perchè tutti, e a tutti i costi, sentiamo il bisogno di appartenere a una (o più) categorie?


    Ultima modifica di Rossella Palumbo il Dom Mar 25, 2012 12:03 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  Emilia De Blasio89 Dom Mar 25, 2012 12:02 pm

    La domanda che credo dovremmo porci tutti è:Chi siamo noi per definire mostruosamente o giudicare queste persone?
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    Messaggio  Monica Miele Dom Mar 25, 2012 12:02 pm

    “Indovina chi viene a cena”.Una storia d'amore tra una ragazza bianca e un ragazzo nero. Un amore non compreso e non approvato perchè i ragazzi appartenevano a culture diverse. Io mi chiedo perchè? L'amore non dovrebbe essere universale? Stiamo parlando di 2 persone che provano un sentimento, perché non possono coronarlo con un matrimonio? Sono profondamente in disaccordo con ciò. É come dire che una ragazza bionda o con gli occhi chiari non può sposare un ragazzo moro o con gli occhi scuri. Ci rendiamo conto!?!? Il mondo è bello perché siamo tutti diversi e non per questo ci deve essere discriminazione. Il fatto è che spesso non si riusciamo a NON dare una categoria a tutto (sono stata la prima a categorizzare “la ragazza bionda e il ragazzo moro” proprio su questo commento!). L'errore, secondo me, si trova proprio in questo e ciò che mi ha fatto riflettere è stata proprio una citazione del protagonista del film: “gli altri mi considerano un uomo di colore, ma io mi considero un uomo”.
    Il film, in realtà, vuole essere una lezione a tutti gli episodi di razzismo avvenuti in America. Infatti, si conclude con l'approvazione del matrimonio da parte di entrambi i genitori che si convincono di non avere alcun diritto di opporsi alla felicità di due persone che si amano e che nel loro amore hanno già la forza per vincere l'incomprensione e i pregiudizi dell'ambiente che li circonda. I love you
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    Messaggio  Stefania Tufano Dom Mar 25, 2012 12:19 pm

    A lezione abbiamo affrontato un tema molto importante (spesso sottovalutato), l'uso delle parole. La scelta delle parole va fatta con ponderazione, dobbiamo stare molto attenti nel non fare confusione tra Deficit, Disabilità, Handicap, usare termini impropri possono essere un modo per aumentare l'handicap, anzichè ridurli... è importante che tutti vengano a conoscenza dell'OMS (organizzazione mondiale della sanità) che ha proposto una classificazione Internazionale delle malattie per far si che una volta per tutte queste parole vengano usate non più per convenzione ma in modo appropriato...
    Voglio soffermarmi sul termine diverso... quando pensiamo al diverso, immaginiamo un individuo diverso dalle persone che vivono intorno a lui,partendo dalle inclinazioni sessuali al colore della pelle, il diverso viene etichettato dalla società tale perchè ha degli schemi sia fisici che mentali difformi dalla normalità. Il diverso viene isolato, spesso ci mette paura, non lo capiamo... un esempio di diversità ce lo dimostra il video :" INDOVINA CHI VIENE A CENA?" , due giovani di colore diverso volevano unirsi in matrimonio, ma questa scelta non era condivisa dai genitori, i quali avevano una mentalità ancora troppo chiusa per essere aperti a queste diversità.. mi ha colpito molto la frase che il giovane rivolge al padre, il quale si sente ancora un uomo di colore rispetto al figlio che si considera un uomo... la discriminazione, che poi, è di quello che si parla, è figlia dell'ignoranza... bisogna mettere da parte i pregiudizi, l'altro non è altro che fonte di arricchimento...
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    Messaggio  Antonia Manguso Dom Mar 25, 2012 12:59 pm

    Le parole sono importanti, ed è questo il motivo per cui è bene che siano pesate, a maggior ragione quando si tratta di argomenti delicati come quello della disabilità. Non a caso, infatti, nel corso degli ultimi decenni, sono stati cambiati tante volte i termini e le definizioni che si danno e che classificano tale condizione. Menomazione, disabilità, handicap, deficit, diversità, mostruosità: quale significato hanno queste parole? Le usiamo sempre in modo appropriato? Rendono effettivamente il senso di disagio di chi ha problemi fisici o psichici? Sicuramente studiare le sfumature che intercorrono tra i significati di ognuna di esse sarebbe utile per farci capire quando e come utilizzarle adeguatamente. Ed è proprio questo il fulcro del lavoro/esercizio che abbiamo svolto in aula nel corso del nostro quarto incontro. Ci siam trovati, divisi in gruppi di poche persone, a classificare con parole o piccole definizioni venute d’istinto, diverse categorie di persone (il disabile, il diverso, il paraplegico, il mostro …). Nello svolgere l’esercizio ho notato come le parole che di getto ci venivano in mente fossero tutte sintomatiche del fatto che chi vive in difficoltà produce pietà, compassione, pena nell’altro (normodotato). Eppure così come io vivo in questo mondo, così vive chi è nato o ha avuto meno fortuna di me, con pari diritti e pari dignità, dignità che nessuno deve arrogarsi il diritto di ledere.

    Mostro. È questa la parola che più mi dà da pensare. Rifletto sulla prima accezione che, da bimbi, diamo a tale termine: il mostro è il cattivo ed il brutto delle favole, colui che lavora per non permettere la realizzazione di un sogno o di un lieto fine ai protagonisti, belli e buoni. Il motivo per cui il cattivo si identifichi nel brutto ed il buono nel bello, è per me sempre stato ignoto. Non l’ho mai capito e credo che mai lo capirò. Chi è che ha deciso che la perfezione estetica corrisponda alla perfezione morale e che la bruttezza estetica sia manifestazione della cattiveria e dell’immoralità? Mostro, a mio avviso, deve essere inteso esclusivamente colui che compie azioni fuori da quella che è la sensibilità, l’etica e la coscienza umana. I mostri uccidono, seviziano, fanno male.


    Grazie Antonia per le tue osservazioni
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    Messaggio  Vittoria Camposano Dom Mar 25, 2012 1:43 pm

    E' importante saper usare le parole,perchè potrebbero essere usate in modo non appropriato,soprattutto se parliamo di deficit,disabilità,handicap.L' esercizio la mappa degli stereotipi è stato proprio bello.Con il film "indovina chi viene a cena?"ho capito che con il tempo i pregiudizi non svaniscono del tutto.Ma perchè fare delle differenze in base al colore della pelle?Racconto di un esperienza che sto vivendo all' università,al laboratorio "Rapporto con l' altro".In questo laboratorio uno degli argomenti principali è proprio la differenza di colore della pelle.Il prof ci fece fare un esperimento,il quale prevedeva di far girare tra i banchi dei disegni su cui erano rappresentati degli uomini e noi dovevamo commentare,con la nostra fantasia,cosa stessero facondo queste persone.Questi disegni erano tutti uguali cambiava solo il vestiario degli uomini e il loro colore della pelle,e vi posso assicurare che la maggioranza delle ragazze nel giudicare notò,inconsciamente,la differenza di colore,attribuendo agli uomini bianchi dei giudizi migliori a differenza di quelli di colore.Io fui una delle poche che non fece caso di questa differenza,me ne accorsi solo quando lo disse il prof,e lui ci fece notare che il nostro inconscio nota le differenze,anche se poi non vengono ammesse.con questo voglio dire che non bisogna considerare le persone di colore degli handicappati,ma solo delle persone,proprio come noi.
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    lab. 4 - La mappa degli stereotipi (chiude IL 2 APRILE) - Pagina 5 Empty quarta lezione...

    Messaggio  simonamanzoni Dom Mar 25, 2012 1:45 pm

    Oggi in aula abbiamo dato “Peso alle parole”…nel senso che dopo la lezione penso che nessuna ragazza/o risponderà di impulso dando magari risposte per altre o usando parole improprie su l’argomento trattato…e si…come dice Canavaro << Le parole sono importanti perché nelle parole e contenuto il modello operativo a cui si fa riferimento>>..penso che il corso di pedagogia della disabilità oltre ad essere un corso che tratta appunto di “disabilità” è anche un corso ,almeno per me,di sensibilizzazione dove si “mettono in gioco” le proprie emozioni.
    Nella quarta lezione abbiamo parlato della differenza tra:
    DEFICT DISABILITA’ ED HANDICAP ECHE MOLTO SPESSO UN TERMINE IMPROPRIO PUO’ ESSERE UN MODO PER AUMENTARE L’HANDICAP ANZICHE RIDURLO….
    L’handicap è la difficoltà, l’ostacolo, il disagio sociale che incontra la persona con deficit (es. barriere architettoniche) L’handicap è legata al contesto, una persona con deficit incontrerà handicap diversi a secondo del contesto nel quale vive..
    L’ausilio è l’apparecchiatura che aiuta la persona con deficit a ridurre gli handicap (es. sedia a rotelle).
    In aula abbiamo affrontato anche un argomento importantissimo.. La Salute che equivale a benessere..con il termine Salute si intende l’essere tesi verso un equilibrio fisico, psicologico, spirituale che riguarda tutta la persona..e quindi si parla di Globalità della Persona non separata dal contesto in cui vive.
    Malattia è lo stato patologico che altera le funzioni di organi e deve essere curata.
    Durante la lezione si è visto come negli anni è avvenuto un cambiamento, da parte dell’OMS del concetto di disabilità.
    Nel 1970 l’ICD, ha fornito una classificazione delle malattie, come un’ enciclopedia, ad ogni malattia si è associato un codice.
    Nel 1980 l’ICIDH, sostituisce alcuni termini precedenti con i termini: menomazione, disabilità, handicap.
    Nel 1990 l’ICF, propone una innovazione della definizione del concetto di disabilità e i termini precedenti vengono sostituiti con funzioni, strutture corporee, attività e partecipazione, con l’intento di indicare una maggiore attenzione alle capacità del soggetto e alle sue possibilità di coinvolgimento sociale.. Secondo l’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento della disabilità e della salute), la disabilità è una condizione di salute derivata da un contesto sfavorevole
    Differenza fra handicap ed Ausilio
    Handicap-ostacolo che impedisce a una persona con deficit di portare a termine una particolare attività.
    Ausilio-apparecchiatura che aiuta una persona con deficit a ridurre gli handicap es.sedia a rotelle
    La disabilità può essere una condizione transitoria permanente-regressiva-progressiva
    Infine in classe abbiamo fatto un esercizio..La Mappa degli Stereotipi…
    Già il fatto di lavorare in gruppo per me è fondamentale in quanto la condivisione e una delle regole principali quando si trattano argomenti di questo tipo..poi è stato bello è costruttivo lo scambio reciproco di idee..
    Il video che abbiamo visto oggi…
    Pensavo…pur essendo un film del 1967, , continua a trattare un tema attualissimo- quello sulle Diversità.
    Personalmente già avevo visto il film…vi racconto in breve la trama- Una ragazza americana di buona famiglia e un futuro medico si incontrano, si frequentano, si innamorano e decidono di sposarsi.
    Fin qui niente di strano, se non che la ragazza è bianca e il ragazzo è nero e nelle famiglie dei genitori dei ragazzi scoppia il caos alla notizia del loro imminente matrimonio.
    I rispettivi papà fanno di tutto per opporsi al matrimonio
    La scena finale che riporto è il monologo di Spencer Tracy che interpreta il padre della ragazza..mi ha colpito in maniera principale..Prima le parole che lui rivolge a sua moglie, parole d'amore...L'amore che va oltre l'età, oltre le rughe, oltre i problemi di tutta una vita a cui nessuno di noi è esente.
    Poi le parole che lui rivolge ai ragazzi, di avvertimento, di incoraggiamento, di speranza.
    Perchè anche oggi, ci sono mille ostacoli contro chi è diverso.
    Per via del colore della pelle, per via della religione, per via dei gusti sessuali, per via delle differenze di età.
    Ma quando c'è l'amore, l'amore quello forte, che ti fa sentire forte davanti a qualsiasi imprevisto o difficoltà, allora, quando c'è quello, non esiste colore, non esiste religione, non esiste sesso o età.!!
    Sono diverse le frasi che mi hanno portato varie riflessioni:
    la prima.. quando il futuro sposo risponde al padre dicendo io non mi considero un uomo di colore.. io mi considero un uomo…
    la seconda(parla la mamma) era la migliore…ma adesso la vedo felice..Sono loro il mondo..
    ..sono delle parole semplici ma nello stesso tempo di grande complessità racchiudono grandi significati..almeno per me.
    …penso,ancora una volta,che in fondo in fondo ai cuori di noi tutti c’è tanta voglia di cambiamento..tanta voglia di emergere..tanta voglia di far crollare quelle “grossa” mura che anni ed anni fa hanno,gli uomini, innalzato nei confronti di chi non apparteneva alla “loro”religione o cultura..in Noi si sta consolidando sempre di più la voglia di “uguaglianza”..ed infine credo che se sono riusciti gli “Amisch” dopo anni ed anni a cambiare anche se solo di poco la loro cultura..(praticamente i giovani dopo i 16 anni entrano nella frase del “rumspringa”durante il quale lasciano le loro case per andare a scoprire il mondo che li circonda..alla fine a loro spetta la decisione se tornare o meno in comunità)anche Noi possiamo farcela…perché ciò che dico sempre..è..”meno male che siamo tutti “diversi” sai che mondo triste saremo stati” Embarassed Smile Smile Smile Smile Smile Smile
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    Messaggio  Anna Bianco Dom Mar 25, 2012 1:46 pm

    "perchè ti consideri ancora un uomo di colore? io mi considero un uomo!”
    Questa è una delle frasi che più mi ha colpito del video visto in classe tratto dal film ”indovina chi viene a cena”!
    Secondo me racchiude gran parte delle cose trattate a lezione ed è anche per questo che ho scelto come parola il termine DIVERSO.
    Diversità: Carattere, condizione di chi, di ciò che è diverso. Per me non esiste diversità non esistono condizioni ceh rendono alcuni diversi dagli altri perché il canone di normalità è stato stabilito dall’uomo e non è frutto di nessuna legge scientifica. Siamo tutti uguali,Dio ha dato a noi alcune fortune ed ha riservato loro altre,forse preziose quanto le nostre ma che non vediamo visibilmente…
    Si è parlato di razzismo cosa anche questa che dovrebbe essere questione ormai superata visto e considerato che siamo ormai divenuti,FDORTUNATAMENTE, un paese multietnico. Io adoro il diverso perché essendo tale ha qualcosa da insegnarmi.
    ll diverso esiste solo in questo senso infatti se analizziamo questo temine secondo questo punto di vista vuol dire DISSOMIGLIANZA. Siamo tutti diversi,anzi è la diversità che ci dona l’esclusiva,l’originalità!!!
    Non esiste un colore della pelle privilegiato rispetto ad altri,non esiste nazione più forte di un'altra…non esistono generalizzazioni…tutti devono essere analizzati come uomini nel vero senso della parola!
    Il lavoro fatto in classe è stato molto interessante e riflessivo!
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    lab. 4 - La mappa degli stereotipi (chiude IL 2 APRILE) - Pagina 5 Empty Diversità = Ricchezza

    Messaggio  Maria Grande Dom Mar 25, 2012 2:10 pm

    A lezione abbiamo affrontato il problema delle parole, dei termini. Una delle parole che mi ha sempre colpita è DIVERSO. Il termine diverso racchiude in sé un mare di stereotipi, pregiudizi e false etichette che vanno dalla persona disabile alla persona di colore. In aula abbiamo visto una parte del film “Indovina chi viene a cena” che ha fatto leva sulla differenza tra bianco e nero. Partendo dal presupposto che le persone non si possono distinguere sulla base del colore della pelle credo che tutti noi dovremmo autoeducarci alla differenza considerando la diversità come un fattore di scambio e arricchimento culturale. Noi un giorno saremo educatori e credo che uno dei nostri compiti sia proprio quello di educare all’intercultura, il fine dell’educazione è quello di fare in modo che l’uomo stia al passo coi tempi e in una società come la nostra che è caratterizzata da una varietà di cultura bisogna fare in modo che sin dalla tenera età non vi siano pregiudizi che ci condannino a vita. La tendenza dell’essere umano è quella di esprimere giudizi prima di entrare realmente in contatto con l’altra persona. Un aspetto che invece non va trascurato è che ogni individuo è unico, e la sua unicità lo rende inimitabile nel mondo e portatore di una ricchezza indescrivibile.
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    Messaggio  Angela Di Marzo Dom Mar 25, 2012 2:11 pm

    In questa lezione ho imparato che bisogna fare molta attenzione alle parole che utilizziamo...spesso attribuiamo lo stesso significato a delle parole completamente diverse! Un esempio puo essere la definizione di HANDICAP e DEFICIT quasi sempre confusa...l'handicap e' la difficolta ' a maturare quelle disposizioni necessarie alla realizzazione della personalita ' integrale.Il deficit e' la mancanza totale o parziale di una determinata funzionalita'fisica...Questa confusione potrebbe comportare un aumento del deficit anzicche'una sua diminuzione.
    La visione di alcune scene del film "indovina chi viene a cena"mi ha portato a scegliere nel sondaggio la parola DIVERSO in quanto ho riflettuto che tale termine viene utilizzato per esprimere qualsiasi cosa "diversa"dai nostri canoni...e'il contesto sociale a scegliere il diverso,in quanto sono le barriere mentali e culturali,a volte,a determinare il processo di esclusione ed emarginazione.Nel film infatti emerge l'importanza di cosa pensa la gente e non del sentimento dei due ragazzi.Secondo i genitori di entrambi una coppia formata da un raggazzo di colore e d una ragazza bianca sarebbe"fregata in partenza"...proprio perche'a quel tempo si riteneva che i bianchi fossero superiori ai neri.Il matrimonio dei due sarebbe stato quindi uno sbaglio!
    Per quanto riguarda l'esercizio svolto in aula mi ha colpito prima di tutto il fatto di essermi trovata d'accordo cn le mie compagne in molte cose...mi ha fatto anche pensare a quello di cui non sono sodiisfatta nella mia vita ..inizialmente non riusciva a venirmi niente in mente ma poi mi sono accorta,proprio grazie alle lezioni di questa materia,che non mi piace il mio modo di approcciarmi alla disabilita',prima di iniziare questo corso quasi non ci pensavo affatto,adesso invece riesco a capire che non devo considerare i disabili DIVERSI (come,per essere sincera,facevo)ma aiutarli ad esprimere la loro persona...
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    Messaggio  ANNA CARANNANTE Dom Mar 25, 2012 2:18 pm

    E' fondamentale utilizzare i termini propri per definire la realtà in quanto dietro a ogni parola c'è un modello operativo a cui si riferisce.E per questo è fondamentale fare distinzioni tra menomazione ,deficit e handicap.Per menomazione si intende qualsiasi perdita o anormalità a carico di funzione psicologica,fisiologica o anatomica.Mentre per deficit si intende la mancanza totale o parziale di una determinata funzione.Per handicap si intende la difficoltà che la persona con disabilità affronta nel confronto esistenziale con gli altri, il disagio sociale che deriva da una perdita di funzioni o di capacità , la condizione di svantaggio conseguente ad una menomazione o ad una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l' adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione al' età o al sesso.Ma la condizione di handicap si può avere anche quando un soggetti viene percepito come pericolo dalla società, in quanto diverso, e per questo si creano delle barriere che gli impediscono di agire liberamente.Infatti un' esempio è il film visto in aula.I due protagonisti sono due persone appartenenti a due etnie diverse con tratti somatici diversi ,che nonostante tra loro c'è un sentimento che li unisce trovano difficoltà nel esprimersi liberamente in quanto trovano barriere imposte dalle famiglie che sono immerse in steriotipi e pregiudizi .Per quanto riguarda il lavoro in aula nel definire i termini non abbiamo trovato difficoltà.Mentre per definire in che categoria apparteniamo e non ,abbiamo riscontrato alcune difficoltà, proprio perche ognuno ha una propria specificità quindi abbiamo fatto un lavoro di astrazione e generalizzazione e cio a dimostrazione che nonostante le diversità siamo riuscite a trovare tratti comuni.Per quanto mi riguarda , gli altri due quesiti( che dovevamo descrivere le categorie che volevamo appartenere e non) ho avuto molta difficoltà ad esprimermi, in quanto non voglio far parte a una categoria ma voglio avere sempre la possibilità di migliorare essendo sempre me stessa.
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    Messaggio  cavagnuolo giuseppina91 Dom Mar 25, 2012 2:20 pm

    l'ultima lezione mi ha dato modo di riflettere sul significato delle parole,sul peso che queste hanno e sul fatto che spesso le utilizziamo con molta leggerezza non comprendendone il vero significato.proprio durante la lezione ho appreso che i termini menomazione,disabilità ed handicap per quanto siano strettamente legati fra loro hanno significati diversi,infatti con la menomazione,che sta ad indicare una perdita o anormalità relativa ad un settore specifico,si ha come conseguenza la disabilità,che consiste nella limitazione o perdita di capacità di compiere un'attività nei modi ritenuti normali per un individuo,e quando una persona affetta da una menomazione non ha determinate abilità subentra l'handicap,cioè la difficoltà che la persona con disabilità riscontra nell'interazione con l'ambiente nel quale vive.con lo scopo di dare un giusto significato alle parole sono state create,nel corso della storia diverse classificazioni,come l'icd,la prima, che sta per classificazione internazionale delle malattie,fino ad arrivare all'icf ,classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute,questa ritiene che la disabilità sia la condizione di salute determinata dall'incontro con un contesto,un ambiente sfavorevole,quindi questa classificazione suggerisce una maggiore attenzione alle capacità del soggetto e al suo coinvolgimento sociale.ad oggi si è ancora alla ricerca di un giusto significato da dare alle parole,tra queste vi è la parola diverso,essa è oggetto di molte discussioni e in aula abbiamo avuto modo di ragionare su questo termine con la visione di un video tratto dal film "indovina chi viene a cena?" e da questo filmato si deduce una realtà che ha portato molte situazioni spiacevoli,a volte orribili, nel corso della storia e che, secondo me, continuano ad esserci purtroppo ancora oggi.guadando il video si sente il forte pregiudizio reciproco tra le persone cosiddette "bianche" e quelle "nere",si vede il sentirsi appartenere a due mondi diversi da entrambe le parti,la non comprensione e il non voler conoscersi.la frase del film che esprime il mio pensiero è:"lei ha imparato quello che noi le abbiamo insegnato,e cioè che era ingiusto ritenere che i bianchi fossero non si sa per quale ragione superiori ai neri,così come ai rossi o ai gialli".perchè noi dobbiamo chiamarci uomini bianchi,neri o disabili quando tutti noi dovremmo chiamarci solo uomini perchè tutti noi siamo individui e ognuno di noi è diverso dall'altro,chi perchè è alto,chi basso o chi timido o estroverso,ognuno di noi ha le proprie caratteristiche e per me proprio la nostra diversità ci rendere unici,irripetibili.riguardo all'esercizio svolto in classe mi ha sorpreso molto la collaborazione e l'armonia che c'è stata tra noi ragazze, anche se non ci conoscevamo, nel formulare i nostri giudizi e quanto è stato importante riflettere su molte parole che racchiudevano per me il senso della parola diverso.
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    Messaggio  Laura polverino Dom Mar 25, 2012 3:07 pm

    La lezione di oggi è stata particolarmente interessante.Abbiamo affrontato il tema delle parole ,dobbiamo fare attenzione nelle parole che utilizziamo,ad esempio c'è una netta distinzione tra handicap e deficit,spesso questi 2 termini vengono confusi.Questa confusione potrebbe portare ad aumentare il deficit anzicchè ridurlo.La visione del film,mi ha portato a scegliere la parola DIVERSO ,questo termine suscita da sempre sentimenti contrastanti,di curiosità,di rifiuto,di paura,di mistero,di oscuro e affascinante.Questo sentimento di diversità si accompagna alla sensazione spiacevole di essere altro,di non appartenere al proprio gruppo di riferimento.Così anche il diverso per capacità,finisce con il sacrificare il proprio talento in nome di una presunta uguaglianza normale,sperando che il senso di disagio diminuisca,anche se non può che aumentare.Il film 2INDOVINA CHI VIENE A CENA" leva sulla differenza tra bianchi e neri.Purtroppo ancora oggi ci sono tantissimi pregiudizi ,ci si parla ancora di razzismo anche se ci troviamo in un paese multietnico.Anche se con colori diversi,tutti noi siamo uomini ed entrare in contatto con culture diverse non può che arricchire il nostro animo.
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    Messaggio  maria riccardi 90 Dom Mar 25, 2012 3:10 pm

    Nell ultima lezione si è parlato sulle varie terminologie che spesso usiamo in modo non appropriato,abbiamo approfondito in modo particolare tre termini: handicap inteso come la difficoltà della persona con disabilità che affronta i problemi ,avendo uno svantaggio dovuto a ad una disabilità che lo limita nello svolgimento di alcuni ruoli.L handicap costituisce una condizione permanente ma non immodificabile; disabilità intesa come condizione di salute derivata da un contesto sfavorevole;deficit come diminuzione dell attività funzionale.inoltre si è parlato dell OMS organizzazzione mondiale della sanità ,una classificazzione internazionale delle malattie (enciclopedia).La parola che più mi fa pensare è la parola diverso , molto spesso tendiamo a definire diverso colui che non fa parte della" norma" ,ad esempio colui che ha un difetto fisico o estetico magari non è bellissimo davanti ai nostri occhi ,purtroppo lo facciamo da ignoranti perchè la diversità non vuol dire sempre male ma delle volte rende le personi speciali ,per me diverso è inteso come si un difetto fisico o malfunzionamento ma non per questo vuol dire inferiorità anzi.... abbiamo visto "indovina chi viene a cena" la trama del fim piu o meno si basava sulla storia di due innamorati , nel film si sottolineava il problema del colore della pelle,problema che peraltro sussistE ancora oggi nella società .I protagonisti del film alla fine riescono ad realizzare il loro sogno e a far capire ai genitori che essere nero o bianco non vuol dire avere una malattia , ma che puo essere bello condividere diverse culture e imparare nuove tradizioni Smile
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    Messaggio  francescacella Dom Mar 25, 2012 3:11 pm

    La lezione che abbiamo svolto in aula mi ha fatto molto ragionare, molto spesso non facciamo distinzione tra un termine ed un altro, e così sbagliamo a dare la giusta interpretazione a ciò che ci è posto dinanzi. Di questo caso se ne occupa l'Organizzazione Mondiale della Sanità che ci fornisce la classificazione delle malattine, ma non solo anche l'ICD che ci fornisce cause e diagnosi. A volte, dando un "etichetta" non ci accorgiamo dell'errore e soprattutto non ci rendiamo conto che aggraviamo il problema.
    Del video che abbiamo visto "Indovina chi viene a cena" mi ha colpito una frase detta da lui al padre: "ti consideri un uomo di colore? io no; mi considero un uomo". Mi ha colpito in quanto per me ne denota la morale del film, pur non conoscendolo, che spesso stiamo troppo a guardare e fare distinzioni sul colore della pelle, ma non solo, sul mestiere di una persona, siamo tutti uomini e in quanto tali siamo tutti uguali. Alla fine il film mostra che nonostante tutto prevale il sentimento che lega due persone pur appartenendo a due "razze" differenti, anche se le famiglie dell'uno e dell'altro risultino essere contrariate!!
    L'esercizio svolto in classe, almeno personalmente, mi è veramente servito a capire determinate cose; in primo luogo pensavo di conoscere il significato di alcuni termini e invece mi sbagliavo; in secondo luogo il confrontarmi con le mie colleghe mi ha fatto capire che i giudizi sono spesso diversi e ti trovi ad affrontare cose a cui non avevi mai pensato quindi rifletti sul vero significato delle cose quando ti trovi a confrontarti con gli altri; inoltre abbiamo trovato cose in comune ed altre completamente in disaccordo che mai avevamo fatto caso!

    ---
    Bene l'esercizio è stato utile allora
    FB

    ---

    Tra le tante parole degli stereotipi abbiamo avuto divergenze su due, tre parole che però alla fine siamo riuscite ad accordarci; quella che abbiamo trovato più difficoltà, anche se appare la più banale, è lo "straniero"; Con le mie due compagne si è discusso veramente molto, chi diceva che lo straniero è l'extracomunitario, chi diceva che è anche colui che viene da una città diversa dalla propria e chi diceva che lo straniero e una qualsiasi persona che non conosci. Alla fine abbiamo scritto tutte le varie opzioni perchè non siamo arrivate ad un accordo...io ho detto che lo straniero per me, può essere colui che viene anche da un altra città perchè al di fuori di napoli potrebbe essere considerato straniero, per le mie compagne non è per forza così. Per il resto è stata una lezione veramente significativa! :)
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    Messaggio  alessandra sorrentino Dom Mar 25, 2012 3:25 pm

    La lezione ci ha invitato a riflettere sui termini come deficit, disabilitá e handicap. Inoltre é stata significativa la visione del film " indovina chi viene a cena " che racconta il tema della discriminazione razziale sulla gente di colore negli anni 60. Nonostante siano passati molti anni ancora oggi é presente la discriminazione razziale nei confronti di etnie ritenute " inferiori " solo a causa del colore della pelle ed ideologie religiose e politiche. Il lavoro svolto con la docente ed altre colleghe é stato molto interessante poiché abbiamo avuto modo di confrontarci conoscendoci meglio.
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    lab. 4 - La mappa degli stereotipi (chiude IL 2 APRILE) - Pagina 5 Empty ...ma DIVERSO da chi???...

    Messaggio  francypetraglia Dom Mar 25, 2012 4:48 pm

    Le lezioni di pedagogia della disabilità si fanno sempre più interessanti. A mio parere esse possono essere considerate come un laboratorio formativo che ci sta dando la possibilità di riflettere e di confrontarci su alcune tematiche sociali che non avevo prima d'ora approfondito.
    L'ultimo esercizio fatto in aula ,riguardante il significato che ciascuna di noi associava ad un particolare tipo di stereotipo,mi ha fatto riflettere sul concetto della "diversità". La prima associazione che ho fatto è stata: "ma diverso da chi?". Nel senso: "Cosa mi dà e ci dà il diritto di considerare una persona diversa???".
    Pertanto anche se si osserva la diversità nella sua dimensione oggettiva, partendo cioè da quella che può essere la differenza tra uomo-donna,bianco-nero,ecc...,ciò che va a connotare negativamente la diversità è l'attribuzione che ciascuno di noi dà all'altro.
    Secondo il mio parere uno dei tanti ostacoli che non ci fa accettare la diversità è la paura, in quanto tale emozione potrebbe portarci a non andare oltre quello che è l'aspetto esteriore di una persona, come può essere ad esempio il colore della sua pelle e di conseguenza condurci erroneamente nella creazione di un pregiudizio.
    In caso contrario quando non si teme l'incontro con l'altro, la "diversità" si trasforma in integrazione.
    Tali riflessioni le ho poi successivamente riscontrate durante la visione del film "Indovina chi viene a cena".Quello che mi ha colpito maggiormente è stato il prendere atto che a distanza di quasi 50 anni il tema risulta ancora molto attuale ed è importante continuare a soffermarci su questi argomenti.
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    lab. 4 - La mappa degli stereotipi (chiude IL 2 APRILE) - Pagina 5 Empty la diversità salva la specie!

    Messaggio  TammaroAlessia89 Dom Mar 25, 2012 4:57 pm

    Comincio dicendo che questo film " indivina chi viene a cena" l'ho visto più volte già a casa mia, poichè è uno dei film preferiti di mia madre. E volevo partire proprio dall'ambito della mia famiglia, dove alcuni anni fa, 5 forse, mio fratello che oggi ha 26 anni, si presentò con la sua nuova fidanzata Wilma, una ragazza africana adottata da quando era neonata. Tutti siamo stati da subito entusisti di lei, e la sua carnagione non è mai stata un ostacolo, anzi, è da subito entrata a far parte della nostra famiglia, a prescindere dalla sua pelle. Forse per me vedere le persone al di là del loro aspetto esteriore è una cosa normale, proprio perchè sono vissuta in una famiglia che sin da bambina mi ha insegnato questi valori. Ci sono state più scene che mi hanno colpito di quel film, come ad esempio quando la badante della famiglia di lei, che nonostante fosse una donna di colore, il suo vivere ormai da anni in una famiglia di bianchi, è come se avesse ormai annullato le sue caratteristiche, e mi colpisce ogni volta la scena di quando lei si avvicina al futuro sposo della "sua" piccola, e gli fa la ramanzina specificando "col vostro potere nero". Come del resto è toccante la scena di quando Jhon, lo sposo parla con suo padre e gli dice" Ti consideri ancora un uomo di colore, mentre io mi considero un uomo". Il film è ambientato negli anni 60, e sarebbe bello dire che oramai questi temi sono belli che superati. E' forse è così,ma non per tutti, poichè è ancora tanta la gente che oggi preferirebbe veder entrare in casa un futuro genero a loro immagine e somiglianza. Purtroppo la società vuol prendere gli insegnamenti della Bibbia solo quando gli fa comodo, e dimentica una delle più celebri leggi ebraiche che recita "Ama il prossimo tuo". Alla fine di questa frase non c'è specificato chi debba essere il prossimo: bianco, giallo, nero o che sia un prossimo etero! Ecco da qui potrebbe partire una lunga discussione, sulla procreazione, sulla fertilità della specie; ma gli uomini sono stati lasciati liberi da Dio, sulla Terra, per AMARE, nel senso più vero e puro di questa parola, e tutti i contorni, l'etica e la religione sono solo costrutti della mente umana, per far sì che la società funzioni. Un altro problema che viviamo, da anni, specie nella nostra società occidentale, è l'aver avuto la supremazia per molti secoli tra i popoli del mondo, e questo è servito a enfatizzare questa visione di "razza" per eccellenza, dimenticando che se le differenze esistono è giusto porsi delle domande, e abbandonare questa ottica. La frase che ho scelto come titolo di questo commento: LA DIVERSITA' SALVA LA SPECIE, dimostra bene la mia posizione riguardo questi argomenti. Io credo che un mondo fatto di tutti individui che pensano allo stesso modo, che vestono allo stesso modo, che hanno lo stesso credo, che puntano alle stesse cose, che sono tutti uguali, sarebbe davvero molto monotono; il bello della vita sta anche nel potersi confrontare con la diversità e scoprire che ogni persona ha qualcosa da offrirci. Infatti l'esercizio che abbiamo fatto in aula mi è stato molto utile; poichè dietro alcune domande che non mi sarei mai sognata di porre alle mie colleghe universitarie, sono riuscita a scoprire qualcosa di loro che le avvicina a me. Oggi la vita sembra solo una continua competizione, del doversi scavalcare a vicenda, per cercare di dimostare quanto si sia migliori, e questo a mio avviso è molto evidente anche nelle aule universitarie, dove le ragazze pur di primeggiare alzano la voce per affermarsi. Sarebbe bello se ognuno di noi capisse quanto sia utile aprirsi all'altro, senza vergogna e senza pregiudizi, conoscendo gli altri andando oltre l'apparenza, e come piuttosto che perdersi solo nell'incontentabile parlare, sia bello anche l'avere pazienza di ascoltare l'altro. Concludo dicendo che quando ero piccola, e frequentavo la scuola elementare, con la classe partecipai ad un concorso tra scuole dove bisognava fare un disegno sul razzismo, tema molto caro, al mio istituto religioso, senza falsi buonismi, mi ricordo che disegnai un planisfero, e tutto attarno dei bambini, ognuno di un "colore" diverso che si davano la mano... e vinsi il primo premio. Ci sarebbe tanto da imparare dall'animo dei bambini, che sono ancora liberi e puri da ogni affermazione sociale, stereotipo, pregiudizio e diversità!

    grazie Alessia per la tua storia
    FB

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    Ultima modifica di TammaroAlessia89 il Dom Mar 25, 2012 5:21 pm - modificato 1 volta.
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    Valentina Morra


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    lab. 4 - La mappa degli stereotipi (chiude IL 2 APRILE) - Pagina 5 Empty Diversità e discriminazione, lo stesso significato?

    Messaggio  Valentina Morra Dom Mar 25, 2012 5:13 pm

    La lezione di pedagogia della disabilità del giorno 22/03/2012 mi ha fatto riflettere molto sul vero significato delle parole, spesso, per non dire quotidianamente, noi tutti usiamo una terminologia impropria; usiamo parole per indicare una determinata cosa anche se quella stessa parola significa altro.
    Durante la lezione la docente, ovviamente, si è soffermata sulle parole “deficit”, “handicap”, “menomazione” e “disabile” spesso confuse dalla gran maggioranza della società.
    Tanto è vero, anche stesso i componenti del OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha usato una terminologia errata, almeno fino alla classificazione degl’anni 90 denominata ICF(Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute) dove chiarisce bene e prende in reale considerazione il significato vero di diverse parole. Quelle che ritengo più importanti sono le parole “malattia” e “disabile”, poiché prima di quest’ultimo modello i disabili erano considerati dei malati come se la disabilità non escludesse che questi soggetti potessero non avere alcun tipo di malattia.
    Dopo la lezione, la docente ha fatto visionare un video tratto dall’omonimo film denominato “INDOVINA CHI VIENE A CENA” il video riguardava vari spezzoni del film uniti insieme ed il tema principale del video era la discriminazione razziale. Prima di introdurre il video la docente ci ha invitato a scrivere tutte le parole che ci venivano in mente mentre guardavamo le scene; le parole che mi sono venute in mente sono state:
    -Falsità – Esclusione
    -Discriminazione -Chiusura sociale
    -Razzismo -Concetto di diversità errato
    -Mentalità grette -Cambiamento di cultura
    -Disprezzo -Rassegnazione
    Essendo solamente degli spezzoni, il significato del film stesso potrebbe non coincidere col significato interpretato, già da subito si è capito che il tema principale era la discriminazione razziale, ma pensandoci, forse il termine non è tanto corretto poiché le persone in tutto il mondo sono della stessa razza, la razza umana; più che razzista si dovrebbe dire “etnista” nel senso che si può discriminare per etnia non per razza.
    Nel video, circa verso il tempo 1’ e 38’’ i genitori di lei esprimono un concetto che mi hanno lasciata perplessa, ovvero, se le persone di colore li chiamano “negri”, se non concepiscono nemmeno lontanamente la mescolanza di etnie, come è possibile che abbiano insegnato alla figlia che “ I BIANCHI NON FOSSERO SUPERIORI AI NEGRI”?! Nelle varie scene, soprattutto verso la fine, si inizia a capire il significato di avanzamento culturale che abbatte quelle barriere sociali retrogradi, dove le diverse etnie e la mescolanza di queste erano considerate come un peccato mortale. Credo che saranno sempre le nuove generazioni ad apportare sempre più cambiamenti ed abbattere le barriere sociali dei genitori cosi come faranno i loro figli e cosi via.Questo, a mio avviso è dovuto, principalmente, ai cambiamenti che subisce nel tempo la società che influisce in modo indiscutibile sulla formazione del soggetto, gli stereotipi di oggi non sono quelli di ieri e non saranno quelli di domani, i principi morali di un tempo non sono più considerati come oggi. Trenta anni fa era impensabile considerare la mescolanza etnica un qualcosa di normale, ovviamente faccio riferimento all’Italia poiché se si prende in esame la Francia, si noterà che l’indice di mescolanza etnica è elevatissimo a confronto con quello italiano proprio perché il tipo di mentalità ed il tipo di cultura non considera nemmeno la differenza etnica.
    L’esercizio svolto a fine lezione non ha fatto altro che rafforzare e confermare il primo concetto della lezione, ovvero, che la maggioranza delle persone non hanno la coscienza del significato di determinate parole. La parola su cui più mi sono soffermata è stata la parola “MOSTRO” forse perché non mi ci sono mai soffermata ne ho mai visto un “mostro”, forse oggi per mostro intendiamo quell’individuo che viola la privacy di un terzo, colui o colei che violenta, colui o colei che uccide, colui o colei che induce alla morte di una terza persona o semplicemente una creazione, spesso cinematografica, di un qualcosa di inesistente.
    Riflettendo su queste tematiche ho capito che l’arretratezza culturale non svanirà mai, ci sarà sempre una spaccatura nella società dove alcuni saranno più coscienti della cultura e dove altri meno, per la discriminazione, anche se abbiamo avuti esempi che non avremmo mai voluto avere, ci sarà sempre qualcuno con dei pregiudizi e che volontariamente non vuole una mescolanza di etnie, gli esercizi in generale, a mio avviso, sono utili solamente nel caso in cui rafforzano o specificano uno o più concetti spiegati o che verranno spiegati nella lezione o nelle lezioni a seguire.
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    lab. 4 - La mappa degli stereotipi (chiude IL 2 APRILE) - Pagina 5 Empty laboratorio 4: una sfida contro il pregiudizio

    Messaggio  miriam perrella Dom Mar 25, 2012 5:18 pm

    in aula abbiamo discusso del termine "diversità" anche attraverso il test fatto in gruppo molto interessante sulle nozioni mostro, disabile, straniero, paraplegico, è stata per me un'occasione di incontro, scambio di idee, confronto! un primo esampio sulla diversità è fornito dal fim "indovina chi viene a cena" dove ci sono due esseri perfetti, un ragazzo negro e una ragazza bianca americana che si innamorano malgrado le obiezioni aftte contro la loro diversa pigmentazione siano elevate. Cio dimostra che è necessario sfidare le persone che troviamo contro senza sosta, ignorando l'esistenza o forse provando pietà per i loro pregiudizi, bigotteria, odio cieco, stupide paure! da cio trapela l'importanza di cio che sentono e quanto sentono l'uno per l'altro, perchè l'amore è ciò che tiene unite due anime andando al di la di ogni pregiudizio etico. Tale visione è alla abse del concetto di diversità anche nel campo della disabilità." OGNI ESSERE UMANO HA CARATTERISTICHE PECULIARI CHE LO RENDONO UNICO, ORIGINALE, IRRIPETIBILE."la disabilità non è una condizione di salute avulsa dalla realtà, ma è parte del mondo, perchè ognuno possiede abilità diverse dalle nostre. Cio che conta è la valorizzazionee l'appoggio sui punti di forza di una persona.Emerge infatti l'importanza delle parole, in quanto ogni persona ha un volto, un sorriso, una gioia da condividere, le ali della fantasia come nel caso di Atzor la cui disabilità è un colore differente, un modo diverso di amare e vivere.ènecessario dunque non creare disordini linguistici tra deficit, disabilità, handicap e come sottolinea l'ICF la disabilità è una condizione di salute derivata da un contesto sfavorevole.Dunque io sogno perchè le barriere mentali non ostacolino l'inserimento di un soggetto, e mi chiedo ancora nel silenzio del mio cuore se si sarà umanamente in grado di far sbocciare la vera identità di una persona perchè non c è eredità piu grande che lasciare libero spazio alla diversità come risorsa e fonte di ricchezza!
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    lab. 4 - La mappa degli stereotipi (chiude IL 2 APRILE) - Pagina 5 Empty Conoscere gli altri per conoscere se stessi.

    Messaggio  MARIO RIEMMA Dom Mar 25, 2012 5:35 pm

    La lezione e il sondaggio.
    Partire dall’analisi dei termini relativi alla disabilità, sottolineando l’importanza delle parole, è stato davvero molto interessante. Ripercorrere le diverse classificazioni elaborate nel tempo dall’OMS, fissando i giusti significati a parole chiave come menomazione, disabilità, handicap, mi ha notevolmente chiarito quanto poco mi sono soffermato a riflettere in passato sull’argomento, quanto male vengono molto spesso usati questi termini causando ignoranza e confusione e quanto uno scorretto uso di questi termini possa portare ad una concezione anche dannosa nei confronti del problema. Inizialmente, infatti, facevo un po’ di fatica ad accettare la concezione che una persona potesse essere menomata senza essere disabile o disabile senza essere handicappata, ma poi focalizzando bene l attenzione sul corretto significato delle parole mi è parsa una cosa ricca di senso e anche molto semplice da capire.
    Un altro concetto che ha attirato particolarmente la mia attenzione è stato quello legato alla diversità. Io ho sempre creduto che ognuno di noi è un insieme equilibrato di componenti. Carattere, educazione, interessi, ricordi, ambiente, aspettative… ogn’uno a suo modo è un individuo autentico, e ogn’uno a suo modo può essere una fonte di ricchezza, conoscenza e insegnamento. Solo se c’è diversità c’è confronto, scambio di idee e crescita personale. Ogni soggetto è una persona portatrice di un proprio e personale bagaglio di esperienze e lo scambio è davvero fondamentale, in quanto non si può rimanere chiusi nel proprio vissuto ignorando gli altri solo perché “diversi” da noi, gli altri vanno ascoltati e rispettati senza nessun pregiudizio. Diversità è una parola che mi fa pensare molto. Credo che il confronto con gli altri sia anche il modo migliore per conoscere meglio se stessi. Per questo ho scelto la parola “Diverso” nel sondaggio online.


    Il video.
    Le scene selezionate che abbiamo visto in classe mi hanno portato a riflettere su diversi punti. Riprendendo il discorso fatto sopra sulla diversità, credo che sia davvero fondamentale venire in qualche modo a contatto con persone che hanno una cultura diversa dalla nostra, legata a valori diversi dai nostri. Purtroppo credo che in merito a questo non viene fatto molto. Se solo si pensa al modello che i media ci mettono nella testa, (entrando nelle case e bombardandoci continuamente di falsa informazione) si può tranquillamente affermare che c è una certa preferenza per quello occidentale, legato alle leggi del mercato e del consumismo. Tranne in rare occasioni il confronto con le altre culture e modelli di vita è stato e ancora oggi viene messo da parte. C’è però da dire che con il tempo le cose sembrano cambiare. La globalizzazione, così come la diffusione di Internet hanno fatto si che quel mondo ricco di culture, tradizioni e differenze si uniformasse sempre più, dando vita a quel soggetto sempre più capace di accettare le disuguaglianze “formali” che ci distinguono. Io personalmente sono molto affascinato dalle diverse civiltà e in particolare dal mondo arabo,(ho sostenuto anche un esame a riguardo) dalla loro cultura e dalla loro religione. Il confronto con questa cultura mi è servito molto, sia da un punto di vista culturale che personale.

    L’esercitazione
    L’esperienza di laboratorio fatta in classe mi è molto piaciuta. Inizialmente sembrava una prova un po’ banale. Troppo semplice. Da scuola elementare. Non riuscivo a capire l utilità della cosa. Quando poi però ci siamo messi a cercare i punti che in qualche modo ci accomunavano, nonostante fossimo solo in tre, abbiamo incontrato non poche difficoltà. Questo mi ha fatto riflettere su quanto siamo diversi tra noi. Più che diversi direi unici. E quanto è importante sentirsi parte di un gruppo per sentirsi accettati da noi stessi e da tutto il resto. Per conoscere meglio se stessi attraverso gli altri.

    PS: in classe mi sono accorto di non conoscere il significato di Paraplegico.
    Ora lo so: Persona affetta da paraplegia, ovvero la paralisi organica o funzionale degli arti, principalmente quelli inferiori.

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    Ultima modifica di MARIO RIEMMA il Lun Mar 26, 2012 7:13 am - modificato 1 volta.
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    Messaggio  marigliano francesca Dom Mar 25, 2012 5:48 pm

    Voglio introdurre il mio commento con una breve premessa… Questo corso mi sta insegnando molte cose, non pensavo che potesse coinvolgermi così tanto, ciò lo devo alla docente che ha messo su questo corso con tanto di parte teorica, laboratorio e forum e ai miei colleghi studenti che si mettono in gioco rendendo la lezione attiva e dinamica ,invitando alla riflessione mettendo a disposizione le proprie idee.

    La quarta lezione si è incentrata sull’ importanza delle parole, e in modo particolare sul fare attenzione a non confondere termini quali: handicap, deficit, disabilità, diversità che frequentemente vengono utilizzati come sinonimi senza capirne il valore, il significato, ma soprattutto le conseguenze devastanti che possono avere, come aumentare l’ handicap, anziché ridurlo. Sinceramente non sapevo che tali termini avessero significati così diversi in questo modo anch’ io potevo collocarmi in quella vasta categoria di persone che con sé non hanno il dizionario dei sinonimi e contrari.
    Spesso nel nostro quotidiano utilizziamo termini impropri credendo che si somiglino, ma dobbiamo sempre soppesare le parole anche al fine di diventare pesanti, perché una semplice parola può cambiare il significato di tutt’una frase.
    Inoltre la visione di alcune scene (selezionate credo in modo ottimo per rendere il concetto della diversità) del film “Indovina chi viene a cena?”, diretto da Stanley Kramer negli ultimi anni del sessanta, è stato un momento di grande riflessione proprio perché in quegl’anni vi era ancora una forte distinzione tra neri e bianchi e i due protagonisti una giovane donna appartenente ad una famiglia agiata di San Francisco e un uomo afroamericano illustro dottore che s’innamorano incontrano la loro più grande difficoltà nel fare accettare il proprio amore alle rispettive famiglie. Come si può osservare l’ostacolo non sta nell’amore universale che provano i due giovani, quanto alla difficoltà di rendere partecipi di tale sentimento le persone più care che gli stanno a torno.
    Ma cosa si intende per diversità?
    Il diverso è colui che possiede un colore diverso di pelle dal nostro? O che ha una propria cultura ,delle proprie origini? O che ha delle diverse abilità motorie?
    Chi ha stabilito che tali cose siano delle diversità?
    Il diverso è ognuno di noi, vi possono essere tante Francesca, Antonella, Gaia…, ma non per questo sono tutte uguali ognuna di loro ha un proprio bagaglio da condividere, scambiare con altre persone.
    Forse questa è stata la parola su cui abbiamo ragionato meno durante l’esercizio che la professoressa Briganti ci ha proposto in aula, e sul quale ci siamo trovate unanime, mentre abbiamo dovuto riflettere di più sul termine disabile .
    Inizialmente ero un po’ restia sullo svolgere tale esercizio perché mi chiedevo come potesse essere possibile mettere d’accordo tante teste insieme, ma mi sbagliavo sono stata l’esempio del pregiudizio iniziale, è stata una bella esperienza, vedere prendere forma un lavoro attraverso le idee, le conoscenze e le riflessioni delle mie compagne di gruppo. Idee che sembravano tanto diverse e che poi unite avevano uno stesso significato. Ecco anche questo esercizio è servito per capire le tante diversità che caratterizzano una persona.

    lab. 4 - La mappa degli stereotipi (chiude IL 2 APRILE) - Pagina 5 Images16

    La diversità è una sovrastruttura creata dall’ uomo. Si nasce uguali per poi crescere diversi.
    Tale immagine ne è la dimostrazione: i bambini non vedono differenze fino a quando non li si educa in tal senso.

    grazie francesca per la tua riflessione
    FB



    Ultima modifica di marigliano francesca il Dom Mar 25, 2012 6:20 pm - modificato 5 volte.

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