LEZIONE:
Anche la lezione del 22 marzo è stata una lezione molto interessante e significativa.
Il tema principale è stato quello dell’importanza delle parole, del significato che ogni parola nasconde. Soprattutto nella società d’oggi parliamo, parliamo ma spesso non sappiamo neanche di cosa, non sempre riflettiamo su ciò che diciamo ed è proprio da questo che nascono le incomprensioni o i pregiudizi, due concetti diversi ma congruenti.
Nell’ambito della disabilità, in classe si è parlato di vari termini fondamentali: deficit, disabilità, handicap, menomazione, diversità… si potrebbe continuare all’infinito e invece, nonostante ci siano decine di parole che rappresentano o descrivano uno specifico disturbo o un determinato tipo di deficit, noi utilizziamo quelle poche parole, comuni, nelle quali includiamo, appunto, una grande quantità di disabilità.
Questa è la cosa più sbagliata che si possa fare perché cosi facendo tendiamo ad omologare tutti i disabili, e sarà poi difficile attuare delle attività di recupero per queste persone. È stata quindi importantissima la decisione dell’OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità ) di classificare le malattie, focalizzando cosi l’attenzione su ogni singolo disturbo, cosi da poter avviare un progetto di recupero specifico per ognuno di essi. La non cultura su questo tipo di argomento ci porta ad avere pregiudizi in quanto non conoscendo realmente ciò di cui parliamo, non conoscendo realmente i disturbi ma anche le capacità di un diversamente abile, tendiamo ad emettere pregiudizi sulla loro condizione non capendo che anche una persona non vedente, una persona senza un braccio o una gamba, può vivere in maniera del tutto normale.
Bisogna imparare a vedere la “diversità” di queste persone senza prenderne le distanze ma, al contrario, avvicinarsi a loro, tendendo una mano d’aiuto in caso di bisogno.
VIDEO:
Connesso al tema del pregiudizio è stato il video visto in classe: “indovina chi viene a cena”.
Il film racconta di due giovani, lei bianca lui nero, che vogliono sposarsi; la loro unione trova l’opposizione dei genitori di entrambi i giovani a causa dei pregiudizi raziali che vigevano negli anni Sessanta in America.
Si può dire che oggi l’unione tra bianchi e neri non è disapprovata ma non si può altrettanto dire che siano scomparsi anche i pregiudizi rivolti ai neri i quali vengono visti, in maniera stereotipata, come persone pericolose, ladri, criminali, insomma persone di cui avere paura.
Io non posso dire di essere esente da questo tipo di pregiudizi, anche io a volte provo paura se vengo avvicinata da un uomo di colore, ma quando poi mi fermo a riflettere più in profondità mi chiedo il perché dei miei pensieri; me lo chiedo soprattutto perché sono abituata ad avere in casa mia persone di diversi Paesi in quanto mio padre, insieme ad un gruppo, va in giro per Napoli a dare assistenza ai senza tetto, agli extracomunitari ecc.. e una volta assicuratosi che siano brave persone li porta a casa. Tutte le persone che sono passate per casa mia erano delle bravissime persone, umili, lavoratrici, vogliosi di trovare lavoro per aiutare le famiglie e per “sopravvivere” loro stessi, nella maggior parte dei casi sfruttate. E allora mi chiedo: ma i miei giudizi, ancora negativi, da dove vengono??? Forse mi faccio troppo trascinare dai luoghi comuni.
Quindi prima di emettere un qualsiasi tipo di giudizio dobbiamo riflettere, riflettere e riflettere!!
ESERCIZIO:
per quanto riguarda l’esercizio svolto in classe devo dire che è stato molto costruttivo perché ci ha aiutato a renderci conto, in maniera pratica, di quanto è importante dare peso alle parole. Proprio a causa della confusione che facciamo di determinati concetti, non siamo capaci di dare significato a parole specifiche. Io e le mie colleghe, nel descrivere determinati concetti, ci siamo trovate in difficoltà proprio perché spesso ci sembrava che termini diversi potessero avere la stessa spiegazione.
La parola che più mi ha fatto riflettere, rispetto alle altre, è stata la parola “diverso”. Nell’esercizio una delle risposte che abbiamo dato io e le mie compagne riguardo la parola diverso è stata: diverso è…..tutti noi; con questo volevamo intendere proprio che spesso noi diamo del diverso ad uno straniero, ad un disabile, a chiunque non segua il “normale” stile di vita, ovvero quello comunemente approvato da una comunità, ma in realtà ognuno di noi è diverso dall’altro, per il modo di vivere, di pensare, di comportarsi ecc.
In conclusione posso solo dire che noi abbiamo questa cattiva abitudine di giudicare, senza pensare che tutti siamo diversi e non è detto che il nostro modo di vivere, pensare e comportarci sia quello giusto!