Pedagogia della disabilità 2012

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Pedagogia della disabilità 2012

Pedagogia della disabilità (2012)- Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti


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    Messaggio  Maria Natale Sab Mar 31, 2012 4:39 pm

    la diverso è considerato spesso inferiore, inadeguato, disadattato, e non è solo l’immigrato o il disabile, ma esiste in ogni singola situazione quotidiana, perché , diverso non si sente solo la persona di colore diverso o con disabilità, ma anche ad esempio ,l’omosessuale, la ragazzina che rimane incinta a 15 anni e tutti noi magari entrando in un determinato contesto per la prima volta ad esempio cambiando scuola e entrando in una classe dove non si conosce nessuno ,sapendo che gli altri componenti della classe già hanno istaurato dei rapporti sia che forti sia che effimeri quindi ci si sente inadeguati e esclusi all’inizio. La diversità esiste solo perché noi uomini sentiamo il bisogno di sottolineare le differenze negative per sentirci migliori e superiori, in base a cosa poi??? In base a idee che si credono giuste a causa di tutto ciò che già da piccoli ci hanno inculcato nella testa, dei pregiudizi, perche invece non tentiamo di vedere ciò che ci accomuna partendo presupposto che TUTTI:
    viviamo,
    ci nutriamo,
    pensiamo ,
    sogniamo ,
    dobbiamo affrontare delle difficoltà,
    tutti abbiamo una storia ,
    tutti moriremo.

    Con questo voglio dire che siamo tutti uomini e che anche se abbiamo culture diverse, modi di fare differenti , aspetto fisico diverso , caratteri diversi dobbiamo confrontarci costruttivamente e non distruggerci(anche non approvando tutto ), ma dobbiamo innanzitutto conoscere per giudicare, (e a volte neanche basta) inoltre mi sembra ridicolo superficiale e ignorante giudicare basandosi sull’apparenza.
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    Messaggio  Lucia Casaburo Sab Mar 31, 2012 7:02 pm

    Spesso tutti noi nel nostro parlare quotidiano,usiamo parole il cui significato ci risulta chiaro, conosciuto e scontato.in realtà dopo la lezione tenuta in classe dalla prof e dopo l'incontro con le mie colleghe attraverso il laboratorio svolto in aula,ho capito che nell'usare parole come ''disabile'' o ''diverso'' risultavo molto superficiale perchè in tale modo tendevo a etichettare la persona a cui mi riferivo, è come se avessi messo me stessa e tutte le mie povere conoscenze in materia in discussione.Per quanto riguarda il video proiettato durante la lezione tratto dal film ''indovina chi viene a cena'', credo che sia proprio uno dei più evidenti esempi di come ognuno di noi accoglie il ''diverso'' nella propria vita. Alla base della storia non vi è la vicenda d'amore tra i due protagonisti, ma la lotta per vincere i pregiudizi verso le persone di colore.Un film, anzi una storia che di certo ha un forte impatto emotivo su chiunque lo guarda, non a caso risulta essere uno dei film ''cult'' del cinema. Una lezione davvero molto bella e soprattutto utile per tutte quelle persone che vogliono lavorare in un campo difficile come quello della Disabilita'.
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    lab. 4 - La mappa degli stereotipi (chiude IL 2 APRILE) - Pagina 10 Empty STEREOTIPO=NEGAZIONE DELL'UNICITA'

    Messaggio  Adriana De Rosa Dom Apr 01, 2012 7:19 am

    Troppo spesso,in modo anche inconsapevole si usano indistintamente,nel vivere comune termini come disabile,handicappato senza conoscerne il reale significato e le profonde differenze,alimentando cosi la formazione dei cosiddetti''STEREOTIPI''.Mi sono personalmente soffermata su questo termine,col quale ci si riferisce ad un gruppo riconoscibile di persone accomunate da certe caratteristiche;il più delle volte ha un'accezione negativa,rispecchiando l'opinione di un gruppo sociale riguardo ad altri.E'questo il significato tecnico di una parola che a mio avviso rappresenta la morte della persona nella sua individualità e quindi unicità.Ma come e soprattutto da cosa
    hanno origine gli stereotipi?
    Nascono,secondo me,dall'ignorare il vero significato delle parole;dalla presunzione,largamente diffusa,di conoscere cosa e soprattutto quale sia la''NORMALITA'',considerando,di conseguenza tutto ciò che non rientra in essa''DIVERSO''.
    Per comprendere tutto ciò,è stata fondamentale la visione di alcune scene tratte dal film''INDOVINA CHI VIENE A CENA?''un film che in modo''semplice''affronta un tema molto diffuso nell'America degli anni'60:il razzismo.La frase che,secondo me,racchiude il senso del film è quella che il figlio rivolge al padre:''perchè ti consideri ancora un uomo di colore?Io mi considero un uomo''!
    Non bisogna mai dimenticare che si è prima di tutto ESSERI UMANI e ogni forma di classificazione o etichettamento rappresenta una violenza fatta all'uomo nella sua specialità.
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    Messaggio  Antonia Aletta Dom Apr 01, 2012 9:08 am

    Questo corso è davvero molto bello, mi fa riflettere su cose che davo per scontato, alle quali quasi non ci pensavo!
    Il film che la prof ci ha fatto vedere in aula "indovina chi c'è a cena" mi ha fatto soffermare sul concetto di diversità e sono rimasta davvero colpita dalle parole dell'uomo che afferma di non sentirsi un uomo di colore ma semplicemente un uomo come tutti gli altri; è stato proprio in base a queste parole che ho aperto la mia mente rendendomi conto che oggi la maggior parte delle persone vive di pregiudizi nei confronti delle persone diverse culturalmente, diverse di colore, quando poi in realtà la diversità non esiste! Ognuno di noi ha un cuore ed è capace di amare a modo suo.
    Riguardo i concetti di handicap, menomazione ecc la nostra società è piena di stereotipi, spesso senza rendercene conto utilizziamo parole pesanti senza dare loro un peso perchè parliamo senza riflettere offendendo il disabile e facendolo sentire diverso da noi.
    La parola che più mi ha colpito è stata MOSTRO, mi ha colpito in maniera negativa perchè trovo che sia davvero brutto e cattivo definire mostro una persona solo perchè disabile; ognuno di noi ha diverse abilità, tutti siamo speciali!
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    Messaggio  Angela Scarpato Dom Apr 01, 2012 11:08 am

    Nella 4° lezione abbiamo parlato dell' importanza delle parole e di come non bisogna fare confusione linguistica nell'utilizzare deficit,disabilità ed handicap;come infatti affermava Canevaro "perché nella parola è contenuto il modello operativo a cui facciamo riferimento"infatti invece di aiutare la persona non facciamo altro che peggiorare la situazione creandoci degli stereotipi.
    Nell'attività di gruppo svolta in aula ,dove veniva richiesto il significato di alcune parole,mi sono soffermata sul significato di "DIVERSO"secondo me il diverso non è solo lo straniero,ad esempio com'è di comune pregiudizio la persona di colore,come abbiamo visto nel film "Indovina chi viene a cena",ma tutti siamo diversi l'uno dall'altro e questo è ciò che ci rende unici,infatti secondo me le diversità sono ricchezze.
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    lab. 4 - La mappa degli stereotipi (chiude IL 2 APRILE) - Pagina 10 Empty diversità, handicap e deficit

    Messaggio  maria formisano Dom Apr 01, 2012 11:34 am

    Nel linguaggio quotidiano siamo soliti confondere i termini deficit ,menomazione e handicap. spesso confondiamo la disabilità con la diversità , spesso assimiliamo deficif ed handicap con il rischio di aumentare l’ handicap anziché ridurlo. Con la nascita con l’ oms , organizzazione mondiale della sanità, e le sue classificazioni è stato possibile operare una netta separazione di significati. Menomazione significa perdita o anormalità a carico di una struttura o funzione fisica; con deficit si intende la mancanza totale o parziale di una determinata funzionalità fisica, per handicap si intende la difficoltà a maturare quelle disposizioni o capacità della persona necessarie alla realizzazione progressiva della personalità integrale. Oggi a lezione la frase che più mi ha toccato è stata: “la disabilità non è solo deficit , ma una condizione che va oltre la limitazione”. Spesso le cose bisogna viverle per sentirle dentro e capirle. Io vivo con mio padre disabile affetto da sclerosi multipla. Per quanto sia importante avere un sistema di valori a cui poter fare riferimento per la pacifica convivenza con gli altri , questi stessi valori spesso ci fanno da limite nel vedere il diverso come unico nella sua personalità. Basterebbe vivere un solo minuto accanto che anche quella persona è e vive e ha diritto come noi tutti a vivere una vita normale con le persone che lo reputano tale. Gli stessi pregiudizi e stereotipi farebbero dell’ handicap qualcosa che serve per racchiudere i diversi in una sorta di cerchio chiuso , in uno scarto di umanità come diceva Lascioli. Il film visto in aula “indovina chi viene a cena” è una delle tante prove che spesso abbiamo paura di chi è diverso, ci allontaniamo da questi senza ancora averli conosciuto infatti i due protagonisti del film sono due ragazzi innamorati che non trovano l’ appoggio per la loro unione delle rispettive famiglie per la diversità del colore della pelle. Importante è stato anche il lavoro svolto in gruppo sulle riflessioni dei termini quali diverso, disabile ,handicap , paraplegico per rendermi conto che è molto importante l’ idea e le opinione degli altri per operare come educatore. Penso che in un qualsiasi contesto educativo per poter educare e trovare soluzioni idonee bisogna lavorare appunto sul pensiero e sulle idee di molti , condividere e negoziare diversi punti di vista.
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    Messaggio  fabiola lucignano Dom Apr 01, 2012 12:34 pm

    La lezione del 4 laboratorio è stata molto interessante,quanto le altre ma forse questa è quella piu sentita da me personalmente. Si è parlato in questa lezione di deficit,handicap e disabilita.Con la visione del film "Indovina chi viene a cena",che io avevo gia visto,tratta del tema della discriminazione razziale riguardante quelle etnie ritenute inferiori perche diversi di colore.....magari xke di credenze religiose differenti....Io sono dell opinione che non esiste affatto fare delle differenze sul colore della pelle,sulla religione,su ideologie politiche diverse....nessuno ci dice ke se differenti in queste cose siamo diversi e quindi classificarci superiori o inferiori agli altri....Purtroppo pero esistono ancora quelle persone che fanno discrminazioni.....Io a queste persone non posso dire altro ke sn delle persone superficiali e "IGNORANTI" ke nn sn in grado di andare oltre all apparenza fisica ma cercare di conoscere le persone x quelle che sono e no di ke colore sono e scartarle a priori......Spero un giorno questo problema si risolvi xke solo cosi FORSE si potra vivere meglio.......Avere cosi UN MONDO MIGLIORE
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    Messaggio  serena murolo Dom Apr 01, 2012 1:00 pm

    Nel film proposto a lezione “indovina chi viene a casa” c’erano tante frasi riguardanti la diversità che mi hanno colpito molto ,in particolare << perchè ti consideri ancora un uomo di colore? io mi considero un uomo!” .
    Questa frase da spunto a diverse riflessioni e racchiude gran parte delle cose trattate a lezione penso che in una società come la nostra che diventa sempre più multietnica bisognerebbe eliminare stupidi pregiudizi/stereotipi e pensare all’unico lato positivo della diversità ossia il confronto che permette una crescita interiore di ognuno di noi.
    Un altro punto interessante riguarda l ’attenzione che bisogna avere nell’ utilizzo di alcune parole come handicap e deficit che molto spesso vengono confuse e questa confusione potrebbe portare all’ aumento del deficit.
    E’ stata una lezione particolarmente interessante Very Happy
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    Messaggio  Cristina Cardillo Zallo Dom Apr 01, 2012 1:09 pm

    Come prima cosa mi viene da pensare alla citazione "il mondo è bello perché è vario" proprio perché a mio parere la bellezza del mondo sta proprio nelle sue diversità.
    Le scene del film visto in classe mettevano in evidenza i pregiudizi che avevano gli uomini bianchi nei confronti dei "neri" rapportati alla felicità e viceversa. Sostenevano che due ragazzi di diversa razza non sarebbero potuti essere felici insieme. Ma chi stabilisce cos'è la felicità?
    E' un termine talmente grande e ricco di sfumature che non potrebbe essere minimamente influenzato dalla presenza di una diversità, forse solo arricchita.
    La parola che più mi ha colpito a questo proposito è stata appunto "DIVERSO". Questa parola mi fa pensare a qualcosa di positivo, particolare, speciale, peculiare...
    E il contrario della parola "diverso" non è "normale" bensì "uguale" cioè monotono, omologato...
    "Normale" è un termine che usiamo molto spesso, a mio parere, in maniera del tutto sbagliata. Secondo me non si può definire la normalità e non esiste una categoria in grado di rappresentarla.
    Facendo l'esercizio in classe ho notato che il mio pensiero coincideva con quello delle mie amiche su molti aspetti; questo mi fa pensare che forse, a volte anche inconsciamente, si stringono i rapporti più profondi con persone che hanno i tuoi stessi ideali, valori e punti di vista.
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    Messaggio  Chiara Di Mare Dom Apr 01, 2012 1:29 pm

    L’esercitazione svoltasi in aula,”La mappa degli stereotipi”,ci fa riflettere sul fatto che è importante distinguere le parole in quanto ognuna assume un significato diverso. Sopratutto quando ci troviamo nel campo della disabilità dove spesso tendiamo a considerare sinonimi parole come disabile,diverso,handicap! E’indispensabile fare attenzione al concetto e al senso delle parole o si rischia di retrocedere con quello che è l’obiettivo principale dell’educazione.
    Per meglio comprendere il termine della diversità in aula c’è stata la visione di alcuni spezzoni del film “indovina chi viene a cena?”,un film che ha saputo meglio far comprendere quelli che sono i valori della tolleranza e dell’uguaglianza,mettendo in rilievo come i pregiudizi razziali vadano annullati in quanto ci sono valori e affetti che vanno al di la di qualsiasi preclusione. Tutto ciò è dettato dal fatto che bisogna riconoscere l’importanza della diversità in una prospettiva di arricchimento reciproco. La parola che più mi ha fatto riflettere è stata “mostro” in quanto spesso questa parola viene associata al disabile che magari ha alcune caratteristiche fisiche diverse dalle nostre e quindi spesso incute paura e angoscia e si ritrovano ad essere quasi sempre discriminate per motivi futili e senza senso!.
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    Messaggio  maria russo Dom Apr 01, 2012 2:47 pm

    In questa lezione abbiamo riflettuto sull'importanza di fare un uso appropriato delle parole,specie quando si tratta di "disabilità","handicap","diverso".
    è proprio da un uso scorretto e mi permetto di dire ignorante di tali termini,che scaturiscono i più diffusi stereotipi che radicandosi nella coscienza comune,impediscono di vedere oltre il proprio naso.
    Prendiamo in esempio la parola "disabile".Il disabile è una persona impossibilitata a svolgere le normali attività della vita quotidiana.Ho detto PERSONA,invece nei suoi confronti si tende ad assumere un atteggiamento di pietismo,che non porta a considerarlo in quanto tale,bensì viene riconosciuto e chiamato secondo l'handicap di cui è portatore.
    Su ciò mi sono soffermata pochi giorni fa.Ero in macchina con alcuni amici e alla radio passò una canzone del grande Steve Wonder,ad un certo punto un mio amico esclamò letteralmente "certo che è proprio bravo chistu cecat".Allora mi sono chiesta "Un handicap è così forte da annullare addirittura la sua persona e da non renderlo più degno di essere chiamato per nome???
    La parola che maggiormente mi ha colpito e messo in serie diffoltà,è stata quello di "diverso".Appena l'ho letto ho pensato "e cosa devo scrivere??cioè diversi siamo tutti".Non è finto buonismo o moralismo,ma come si fa a difenire ciò che è diverso e ciò che non lo è?l'essere umano non si caratterizza per la sua unicità???.
    A tale termine si associa automaticamente ed inevitabilmente una connotazione dispreggiativa,ma io stessa mi reputo diversa da moltisse persone e credetemi,per me è una grande FORTUNA!
    A decretare il diverso,a marchiare una persona,ad attribuirne il vero handicap e la vera diversità,sono GLI OCCHI DELLA GENTE!!!!L'ho provato sulla mia stessa pelle............si dice "ma non badare agli altri" ma non è vero!Viviamo in una società civile e gli sguardi delle persone gravano profondamente sul nostro IO.
    Gli occhi esterni scrutano,giudicano,uccidono dentro!L'ho vissuto con mia mamma...ho dentro ancora una rabbia molto molto molto forte!!!!Per questo dico....CHIUDETE BOCCA ED OCCHI ED APRITE LE MENTI!!!!
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    Messaggio  Gervasio Concetta91 Dom Apr 01, 2012 2:51 pm

    In questa lezione è stato possibile avere un chiarimento maggiore su alcuni termini che spesso tendiamo ad utilizzare come se fossero sinonimi ,senza renderci conto dell’effettivo significato.
    Abbiamo così delineato una definizione precisa per tre termini in particolare,come Handicap,Deficit e Disabilità.
    Il bello di questo corso è proprio questo….
    Riuscire ad avere una considerazione diversa o comunque piu’ completa rispetto a quella di prima .
    E’ un corso riflessivo …e avvolte anche molto toccante!!
    E ogni lezione ti lascia sempre qualcosa dentro che non va via facilmente perche’ ti ritrovi sempre a discuterne con le compagne di classe o comunque a ripensarci da sola.
    E in questo hanno un ruolo fondamentale anche i filmati che vengono proposti ad ogni lezione.
    In questa ,tipo,ci è stato proposto ‘’indovina chi viena a cena?’’, che tratta del pregiudizio ovvero un giudizio negativo che si può generare nei confronti di uno o piu’ individui che nemmeno si conoscono.
    In questo caso si tratta di un pregiudizio razziale ,tipico degli anni 60 in America in cui si offendeva l’uomo di colore ritenendolo un ‘’DIVERSO’’.
    Nel film in questione i due ragazzi che si mostrano ‘’diversi’’ per il colore della pelle (lei bianca e lui nero), sono innamorati l’uno dell’altra ,e non si fanno carico dei soliti pregiudizi. L’amore ,infatti, è più forte e insieme riescono a battere i pregiudizi dei rispettivi genitori!! <3
    Poi,per quanto riguarda l’esercizio di gruppo svolto in classe, si può dire solo che è stato eccezionale…..
    è stato un modo carino per confrontarci su argomenti interessanti in maniera allegra tra l’altro!!
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    Messaggio  lucia lettera Dom Apr 01, 2012 3:49 pm

    Spesso ,usiamo termini e aggettivi senza renderci conto di ciò che abbiamo detto.Dall'argomento affrontato in aula,è emerso come sia importante e necessario dare peso a ogni minima parola.Termini che possono sembrarci di significato scontato,racchiudono invece ,definizioni importantissime.Dal film"Inovina chi viene a cena",proiettato in aula,mi sono resa conto ,che nonostante i tempi siano cambiati,nonostante si cerchi di parlare di multietnicità,la discirminazione verso chi non appartiene alla nostra stessa cultura,verso la diversità del colore della pelle è ancora viva.Steriotipi e pregiudizi,sono stati presenti sempre,in ogni contesto storico,sono stati colpevoli di molti stermini razziali e sono stati i pilastri dell'ignoranza.Ma oggi,è 2012,molto è cambiato ,molto ancora deve cambiare,si speri che questa metamorfosi non avvenga solo in negativo.E' necessario che ci si rendi conto,che nonostante le diversità e le mille sfaccettature tutti siamo degni e abbiamo il diritto di essere considerate persone e di essere chiamati uomini.
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    Martina Molino


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    Messaggio  Martina Molino Dom Apr 01, 2012 4:05 pm

    È importante saper usare le parole e conoscere il loro significato. Sfortunatamente troppo spesso siamo abituati a usare impropriamente le parole, a cambiarle di significato, a fare essenzialmente confusione a causa di un’ignoranza dilagante e dell’indifferenza delle persone. È causa di ulteriori disagi in chi ha già un deficit. Anche quando ad esempio ci capita di litigare con qualcuno e per rabbia usiamo o ci vengono dette parole forti ci rimaniamo male ma solo dopo la rabbia del momento capiamo che queste parole hanno un peso e possono essere usate come se fossero una lama che punta dritto al nostro cuore, ai nostri sentimenti. È il contesto sociale a determinare l’handicap, ad influenzare il nostro modo di pensare, o meglio di non pensare ma di usare termini convenzionali.
    Adesso fortunatamente ad insegnarci ad usare le parole esiste l’OMS, organizzazione mondiale della sanità, che attraverso varie classificazioni ci spiega nel dettaglio ogni singolo disturbo.


    L’esercizio che ci ha proposto la professoressa è stato ancora una volta educativo ed utile. Mi ha fatto pensare, ho incominciato a distinguere le tante parole usate per questo argomento.
    Vorrei soffermarmi su questo termine…
    Diverso…ognuno è diverso dall’altro ma, il problema nasce quando ci concentriamo solo sulle differenze e non sugli aspetti in comune e sull’affermazione di ciò che si è (non di ciò che non si è). “siamo tutti diversi………..e unici”!!!


    In merito al video che riprendeva le scene salienti del film “indovina chi viene a cena” il tema che viene affrontato dal regista è quello del razzismo negli Stati Uniti d’America negli anni sessanta. Tale fenomeno storico è molto complesso e trae le sue origini dall'era post coloniale ed espansionistica della nazione per poi continuare con i numerosi moti d'immigrazione provenienti da territori europei, asiatici, latinoamericani ed africani agli inizi del XIX secolo.
    Joey, bianca ed americana e Prentice, afroamericano, si sono innamorati non preoccupandosi del colore della loro pelle ma, decisi nel voler conoscere ed avere l’approvazione dai loro genitori emergono le difficoltà.
    Sono tutti contrari alla loro unione per la falsa convinzione che i bianchi siano una razza superiore a quella dei neri così come delle altre razze.
    Le parti del video che mi hanno colpito di più sono quella in cui il prete alla domanda del padre di Joey ,Se per lui fosse stato un colpo la notizia del matrimonio dei ragazzi, gli risponde “No, per quale ragione, ho celebrato tanti matrimoni misti in vita mia e che se ne dica in genere riescono molto bene, forse perché richiedono una dose maggiore di buona volontà e più considerazione più comprensione di quanta ne presuppongano i matrimoni normali”. La spiegazione che da del perché secondo lui riescano bene i matrimoni “misti” rispetto quelli “normali” è deludente in quanto anche se già abituato a questa nuova idea per lui continua ad essere strano e non normale. Così come oggi accade per le unioni tra coppie dello stesso sesso.
    Inoltre mi è piaciuto molto quando Prentice parlando con suo padre lo accusa di pensare ancora di essere un uomo di colore mentre invece lui si sente un uomo.
    Alla fine però nonostante la paura dei pregiudizi che la gente può avere nei confronti dei loro figli, i genitori capiscono che è giusto che il loro amore prevalga sulle difficoltà che dovranno affrontare.
    Secondo me è sbagliato dire uomo di colore perché tutti siamo di colore…chi nero, chi bianco, chi giallo, chi rosso.

    “Si racconta che nell'antichità più antica, tutti gli uomini erano bianchi. i colori si erano divertiti a colorare ogni cosa; le montagne,le piante, gli animali, il cielo ma si erano dimenticati di colorare proprio gli esseri più importanti che esistevano sulla Terra: gli uomini. Quando se ne accorsero, decisero subito di rimediare e si riunirono per stabilire a chi sarebbe spettato farlo. I concorrenti erano tanti. " Spetta a me!" gridò il viola "sono il colore più distinto." " Perché tu? Gli uomini saranno molto più belli verdi!" ribatté il verde. " No, sono io, il celeste, il colore più adatto!" Alla fine di una discussione burrascosa si passò ai voti e tre ottennero lo stesso numero di preferenze; il nero. il giallo e l'arancione.

    I tre colori prescelti vennero ad un accordo; il nero avrebbe colorato gli uomini che vivevano in Africa, il giallo quelli che vivevano in Asia e l'arancione quelli che vivevano in America. Subito partirono per mettersi al lavoro, ma a causa dei violenti litigi era avvenuta un'altra dimenticanza: i colori si erano scordati degli uomini che vivevano in Europa.

    Così gli europei restarono bianchi e, figuratevi la loro rabbia, quando cominciarono a viaggiare e si accorsero che in Africa, in Asia e in America viveva gente con la pelle nera, gialla o arancione. Forse proprio per la vergogna che i colori si fossero dimenticati di loro, presero a guardare in malo modo e addirittura disprezzare chi aveva la pelle colorata.”
    Purtroppo la stupidità e la crudeltà umana non hanno limite e spesso in nome di falsi ideali nascono, e non sembrano morire, discriminazioni, grandi stragi e conflitti che in realtà non hanno una vera motivazione e che non possono essere giustificati in alcun modo. (Come ad esempio lo sterminio degli ebrei)





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    Messaggio  silvana marconi Dom Apr 01, 2012 4:24 pm



    DEFICIT,HANDICAP,DISABILITA’

    Devo dire che in ogni lezione c’e una sorta di “scoperta”, giovedi scorso , abbiamo imparato il significato di alcune parole,e non solo… “Deficit,Handicap,Disabilità.
    Prima di tutto abbiamo visto che hanno diversi significati,sono tertmini in propri e possono creare confusione linguistiche ,inoltre avvolte si usano questi termini in modo errato per esempio:chiamare “handicappato un bambino può essere un modo di aumentare l’handicap invece di ridurlo .
    HANDICAP- E LA DIFFICOLTA’ A MATURARE QUELLE DISPOSIZIONI NECCESSARIE ALLA REALIZZAZIONI PROGRESSIVA DELLA PERSONA INTEGRALE.
    Abbiamo inoltre visto che non c’e un tipo di collegamento tra “DEFICIT E DISABILITA”,NON Èe sempre equivalente”se qualcuno ha un deficit avrà una disabilità, mà tutte le disabilità non hanno per forza un deficit”.Oltre a queste differenze pensiamo di considerare l’handicap un problema solo di chi ha il deficit ,senza sapere che coloro che sono afflitti da qualche deficit non siano UOMINI,come tutti gli altri.
    Negli anni “80”ICF- Definiva la disabilità una condizione sfavorevole di salute derivante da un contesto sfavorevole. ICF era l’evoluzione dell’ICD che erroneamente definiva il disabile un malato.
    PER QUANTO MI RIGUARDA POTREMMO CREARE UNA SERIE DI SIGLE BCB (bambino con i capelli biodi)BFA (bambino fronte alta),….CLASSIFICARE OGNI INDIVIDUO Può ESSERE NOCIVO O POSITIVO, A SECONDO LA SENSIBILITà CHE SI DEDICA A TALE CLASSIFICAZIONE, UN BAMBINO NATO IPERATTIVO HA BISOGNO DI ATTENZIONI DIVERSE RISPETTO AD N BAMBINO DAWN,DICO DIVERSE IN SENSO APPROPRIATO,IN SINTESI CREDO CHE OGNI INDIVIDUO HA BISOGNO DI ESSERE SEGUITO FACENDO ATTENZIONE ALLE PROPRIE CARATTERISTICHE SIA FISICHE CHE CARATTERIALI,FARE DELLE DISTIZIONI NON SIGNIFICA ETTICHETTARE MA DISTINGUERE è PER TUTTI,è QUINDI NON ETICHETTARE FACENDO SI CHE NESSUNO SI SENTA DIVERSO.



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    Messaggio  Adele La Porto Dom Apr 01, 2012 5:18 pm

    La lezione scorsa è stata davvero molto costruttiva, ci ha fatto comprendere l'importanza delle parole. Spesso quando incontriamo una persona diversa da noi tendiamo ad etichettarla chiamandola disabile,handicappato e cosi' via. Dobbiamo renderci conto che utilizzare parole improprie è la cosa più sbagliata che si possa fare. Prima di tutto non bisogna confondere il deficit con l'handicap...il deficit è il difetto organico o funzionale (perdita di un arto,ecc)mentre l'handicap è lo svantaggio che l'individuo incontra nell'ambiente a causa di una menomazione, in assenza di un ausilio come la sedia a rotelle. Mentre il diverso non è il disabile o la persona di colore ma siamo tutti noi. Ognuno di noi si distingue per delle proprie caratteristiche cultura,pelle,religione.Spesso del diverso si ha paura,viene isolato,incute timore perchè NON LO CONOSCIAMO. Il mostro,il tetraplegico,quando li conosciamo diventano persone esattamente come tutte le altre. Il diverso è il mostro perché non è conforme all'idea di normalità(es:bellezza,magrezza):Nel film indovina chi viene a cena ci rendiamo conto di come le persone spesso giudicano l'altro "diverso" soltanto per motivi banali, come il colore della pelle.Purtroppo bisogna ancora lavorare per abbattere queste barriere mentali e culturali.
    Per quanto riguarda l'esercizio svolto in aula posso dire che è stata una bella esperienza. Eravamo quattro ragazze ed insieme abbiamo lavorato sulle parole. Ci siamo aiutate a vicenda,ma non siamo state d'accordo su tutti i punti.


    Ultima modifica di Adele La Porto il Lun Apr 02, 2012 9:52 pm - modificato 3 volte.
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    Messaggio  luciana sollazzo Dom Apr 01, 2012 5:59 pm

    Nel corso della nostra vita sicuramente abbiamo fatto esperienze di come una parola possa essere offensiva! ad essere offensive,a mio parere, è l'uso errato e inadeguato di parole importanti e delicate come disabilità,diversità handicap.Molte volte non ci facciamo caso, ma sicuramente le usiamo senza sapere il loro vero significato; per questo è importante saper scindere i termini e utilizzarli nel loro appropriato contesto.Per me è da riflettere il termine di disabile, in quanto racchiude un ampia gamma di significati:essere disabili significa disagio individuale e disagio sociale della persona, subire l'incapacità di non poter compiere un attività considerata normale e subire molte volte lo scherno e i pregiudizi di una società che in alcuni casi sembra essere del tutto indifferente alle reali difficoltà di un disabile.Guardando negli ultimi giorni il problema della frode fiscale dei cosidetti "falsi invalidi", diventa un altro problema da aggiungere ai veri invalidi.Mettere in dubbio la reale invalidità di una persona può essere un ulteriore dolore per chi lotta per la sua menomazione tutti i giorni e per questo ,a mio parere,esso non deve essere generalizzabile!Sicuramente un falso invalido con la sua azione non fa altro che danneggiare il vero invalido e causargli un ulteriore dolore.A lezione la prof ci ha fatto vedere un film bellissimo !indovina chi viene a cena", film un po vecchiotto ma ricco di sentimenti e moralità,una storia di amore tra 2 persone considerati della società del tempo razze completamente differenti e incompatibili ,ma nonostante ciò nella loro diversità i 2 ragazzi si innamorano e lottano per quel pregiudizio, radicato e impregnato in una società che non vuole cambiare.Guardando il film e confrontandoci con un esercizio svolto in aula "la mappa degli stereotipi", abbiamo potuto confrontarci con gli altri e con noi stessi e capire i numerosi problemi del mondo in cui viviamo!
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    mariangela manna


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    Messaggio  mariangela manna Dom Apr 01, 2012 6:03 pm

    Spesso tutti noi nel nostro parlare quotidiano,usiamo parole il cui significato ci risulta chiaro, conosciuto e scontato.in realtà dopo la lezione tenuta in classe dalla prof e dopo l'incontro con le mie colleghe attraverso il laboratorio svolto in aula,ho capito che nell'usare parole come ''disabile'' o ''diverso'' risultavo molto superficiale perchè in tale modo tendevo a etichettare la persona a cui mi riferivo, è come se avessi messo me stessa e tutte le mie povere conoscenze in materia in discussione.Per quanto riguarda il video proiettato durante la lezione tratto dal film ''indovina chi viene a cena'', credo che sia proprio uno dei più evidenti esempi di come ognuno di noi accoglie il ''diverso'' nella propria vita. Alla base della storia non vi è la vicenda d'amore tra i due protagonisti, ma la lotta per vincere i pregiudizi verso le persone di colore.Un film, anzi una storia che di certo ha un forte impatto emotivo su chiunque lo guarda, non a caso risulta essere uno dei film ''cult'' del cinema. Una lezione davvero molto bella e soprattutto utile per tutte quelle persone che vogliono lavorare in un campo difficile come quello della Disabilita'.
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    Messaggio  milone lucia Dom Apr 01, 2012 6:05 pm

    La mappa degli stereotipi

    In questa lezione abbiamo fatto luce su alcune parole come disabilità,handicap,deficit che sentiamo nominare spesso ma di cui non sempre riusciamo a dare una definizione appropriata;dopo di che abbiamo visto alcune parti importanti del famoso film “Indovina chi viene a cena?”.
    Questo film ambientato negli anni ’60 pone al centro dell’attenzione la diversità;infatti parla di una ragazza americana che si innamora di un uomo di colore e delle varie difficoltà che dovranno affrontare per far accettare la loro unione, a partire dai loro genitori i quali sono preoccupati soprattutto per quello che potrebbe pensare la gente. Il colore della pelle non può e non deve rappresentare un ostacolo.
    Abbiamo poi svolto il primo esercizio di gruppo in aula dove ci siamo soffermati a dare delle definizioni su diverse parole;la parola che più mi ha fatto pensare è stata “DIVERSO”.
    Diverso si ma non meno importante o meno meritevole di qualsiasi altra persona, si distingue dagli altri solo per caratteristiche,che possono essere la lingua,le abitudini,la religione.
    Il diverso ci fa paura,ma solo perché non lo conosciamo. Abbattiamo queste barriere.
    Ciò purtroppo riguarda ancora oggi la nostra società,viviamo ancora in un mondo pieno di pregiudizi nei confronti di queste persone così dette “diverse”(ma ricordiamoci sempre che siamo noi a reputarle come tali). Dobbiamo smetterla di giudicare senza conoscere, ho sempre più l’impressione che bisognerebbe partire proprio da questo.

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    lab. 4 - La mappa degli stereotipi (chiude IL 2 APRILE) - Pagina 10 Empty Tutti diversi. Tutti uguali.

    Messaggio  Carmela Attanasio Dom Apr 01, 2012 7:09 pm

    La lezione di cui ora parlerò, è stata molto interessante. Si è parlato infatti dell'importanza delle parole ed il peso che viene dato ad esse. Appunto si è trattato di come, negli anni, l'OMS si sia evoluto e abbia dimostrato interesse per i vari deficit che affliggono i disabili, dividendoli in varie categorie, meritatamente. D'altronde il termine parola, vocabolario alla mano, indica una serie di suoni che esprimono un significato. La gran parte degli esseri umani è capace di articolare parole ma tante volte queste vengono usate in modo poco consono all’originario significato di comunicazione. Spesso le parole vengono usate per offendere, seppur in maniera inconscia o non voluta. Tutti, almeno una volta nella propria vita, hanno sentito le parole “handicappato” oppure “diverso” riferite ad una persona con problemi fisici o mentali. Etichettare qualcuno come differente, presume che ci siano determinati valori che indichino lo standard di normalità. Come è ovvio, tali parametri sono inesistenti e lo stesso ideale di normalità poggia su fondamenta poco stabili. Indicare un disabile con tali appellativi non serve ad altro che ghettizzarlo e mi sembra assurdo che in una società così progredita come la nostra vengano usati ancora tali parole. A proposito della cosiddetta “diversità”, a lezione è stato proiettato il film “Indovina chi viene a cena”. Questo capolavoro di fine anni sessanta ruota attorno al problema della razzismo, piaga che non è ancora stata debellata ai giorni nostri. La protagonista, di pelle bianca, si innamora di un uomo di colore e decidono di sposarsi. Apparentemente può sembrare una pellicola noiosa che racconta tematiche drammatiche con un ritmo lento e poco interessante. Invece, personalmente, l’ho trovato molto avvincente. Mi sono resa conto di come anche uno sguardo o il tono di voce possano mettere a disagio una persona. La frase più significativa è senza dubbio “...tu ti consideri ancora un uomo di colore mentre io mi considero un uomo” pronunciata dal protagonista al padre. Evidenziamo sempre le differenze tra gli esseri umani come la religione, il colore della pelle e così via. Tutti gli esseri umani hanno molte più cose in comune di quanto immaginano. Il solo fatto di alzare la testa e guardare lo stesso cielo, respirare la stessa aria ci rende tutti simili.
    Concludo il mio commento affermando che l'esercizio svolto in aula mi è servito molto a comprendere i pensieri altrui. Infatti ho riflettuto sulla differenza del proprio pensiero da quello delle persone che ci circondano. Tutti, più o meno, abbiamo le stesse idee ma con tante sfaccettature differenti che ci rendono unici ed irripetibili. Inoltre è stato interessante soffermarsi a riflettere su cosa pensiamo di ogni parola che dovevamo descrivere e rendersi conto a quali ambienti crediamo (o siamo sicuri) di appartenere e non ed i nostri desideri. Infatti nell’esercizio ho affermato, insieme alle mie compagne, che per me nessuno è diverso perché ognuno lo è a suo modo. Il mio desiderio è di rendere, un giorno, tutti consapevoli di ciò.
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    Messaggio  Elvira Scarpato Dom Apr 01, 2012 7:20 pm

    In questa lezione abbiamo riflettuto come nella nostra quotidianietà usiamo parole dal significato non appropriato;nella società odierna attribuiamo alle parole disabilità,deficit e handicap lo stesso significato senza rendercene conto che hanno significati diversi.
    Proprio per questo,la professoressa ci ha proposto un esercizio riguardante una mappa sugli steriotipi;la professoressa ha distribuito a ciascun gruppo(formato al massimo da sette studenti)un elenco di parole.A questo punto toccava a noi descrivere cosa volessero significare quelle determinare parole:ad esempio la parola "mostro";confrontandomi con le mie colleghe è emerso che tutte noi attribivamo un significato diverso a tale parola.A me la parola "mostro" fa pensare a coloro che abusano di bambini mentre attibuivano significati diversi le mie colleghe.

    Importante per me è stata la parola disabile.Ebbene si,mi dispiace ammetterlo,ma,fino a poco prima dell'inizio del corso,io stessa facevo confusione nell'attribuire un significato specifico;ma grazie a questa lezione che ho scoperto che è stata importante l'OMS,ossia l'Organizzazione Mondiale Della Sanità che ha elaborato la prima classificazione internazionale delle malattie,raggruppandole in tre livelli:menomazione,handicap e disabilità.

    Rappresentativo è stato il filmato visionato,tratto dal film "Indovina chi viene a cena?";questo film evidenzia di come esistano dei pregiudizi attribuibili soltanto al colore della pelle senza cercare il profondo di ogni persona.

    Tra le parole elencate,il termine che mi ha fatto SEMPRE riflettere,è stato il termine "diverso"....DIVERSO DA CHI?Quando comunemente usiamo questo termine lo identifichiamo per specificare cultura,religione,lingua,modo di vestire diverso dal nostro mondo di appartenenza.
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    Messaggio  Federica Marzano Dom Apr 01, 2012 7:22 pm

    Non è la prima volta che sento parlare di diversità,handicap.deficit,ma non ho mai avuto occasione di riflettere sul significato di ciascuna parola. Oggi,grazie all'esperienza universitaria mi rendo conto che sono parole di significato profondo e che non vanno confuse. Nel film "indovina chi viene a cena" ho colto una prima parola:diversità,che secondo me,è riferita a quella che,viviamo nel mondo reale in quanto ogni individuo è diverso dall'altro per cultura,religione,per razza etnica e quindi non va confusa con la parola disabilità,che vuol dire persona non abile ad una funzione sociale e da questo deduco il termine deficit che vuol dire mancanza totale o parziale di una determinata funzionalità fisica. Questi termini spesso vengono racchiusi nella parola handicap che è tutt'altra cosa,in quanto si riferisce alla mancata capacità di realizzazione progressiva della personalità integrale. Questo porta a considerare l'handicap come un problema solo di chi ha qualche deficit e quindi come persona isolata dagli altri,disprezzata e che si discosta dalla normalità. Penso che tutti abbiano comunque diritto a vivere al meglio la vita in salute e in benessere e di reagire in modo propositivo alle situazioni avverse. La società,la famiglia,il contesto lavorativo,dovrebbero guardare oltre quelle che sono le difficoltà della persona affetta da handicap.Per quanto riguarda l'esercizio svolto in classe è stato interessante in quanto c'è stato modo di avere un confronto di opinioni con l'altro.Tra le parole ho scelto il termine paraplegico,il cui significato si riferisce ad una paralisi degli arti inferiori e raramente di quelli superiori,questo mi fa pensare alle persone che sono affette da questa malattia e sono destinate a vivere senza avere una autonomia propria e soggette all'aiuto e all'assistenza continua degli altri. Se io mi trovassi in questa situazione sono sicura che cadrei in una profonda depressione in quanto si perde una parte della tua vita.
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    Messaggio  giuseppina tramo Dom Apr 01, 2012 8:02 pm

    È fondamentale dare importanza alle parole e aggiungo che bisogna darne un giusto peso,perché è proprio con le parole che si possono fare danni. Spesso facciamo confusione nell’uso di alcuni termini nel campo della disabilità. Termini come deficit,disabilità ed handicap. Non diamo il giusto valore a queste parole ,senza pensare che l’utilizzo di termini impropri o disordini linguistici possono far aumentare l’handicap,anziché ridurlo. Nel linguaggio comune c’è un uso scorretto dei termini deficit ed handicap,usati spesso come sinonimi,facendo confusione tra il difetto organico e la difficoltà a maturare capacità della persona necessarie alla realizzazione progressiva della personalità integrale. Rilevante,inoltre,nel campo della disabilità è il ruolo dell’ educatore,il quale non deve mirare alla curabilità dell’individuo disabile ma lavorare sulla sua autonomia,su un grado di emancipazione ,deve essere , dunque,un facilitatore. Riguardo all’esercizio svolto in aula sulle categorie degli stereotipi , sono emersi altri temi quali disabilità,diversità e mostro, che sono stati oggetto della mia riflessione. Questi tre termini s’intrecciano molto tra di loro. Parliamo di disabilità riferendoci ad una persona che è impossibilitata a svolgere le normali attività della vita quotidiana,un individuo effetto da disfunzioni motorie. Si tende ad etichettare il disabile e nei suoi confronti si assumono atteggiamenti di pietismo, tralasciando il vero valore della persona quale è,la sua essenza umana,le sue capacità e potenzialità. Anche per la diversità avviene lo stesso,viene etichettata dalla società,collocata in determinate categorie. Diverso è colui che la società etichetta come tale perché ha degli schemi mentali,fisici e comportamentali difformi dalla “normalità”.Anche dalla visione del film “indovina chi viene a cena”, emerge chiaro il tema della diversità. questo distacco verso colui che è diverso per il colore della pelle,per l’appartenenza ad una razza etnica anziché ad un’altra. Ma l’insegnamento di questo film è molto profondo :considerarsi un UOMO non uomo di colore. un uomo come tutti gli altri con la sua storia i suoi vissuti le sue idee……un uomo che merita rispetto e comprensione. Del diverso,purtroppo, si ha paura,timore ed è per questo che viene allontanato isolato;è l’altro ossia colui che è diverso da noi. Viene considerato diverso anche il mostro,nei confronti del quale si prova orrore,imbarazzo perché siamo spaventati per la sua fisicità,non ci preoccupiamo di conoscerlo, capirlo,pensiamo che sia un mostro anche interiore che possa compiere degli atti violenti o semplicemente per paura ed è per questo lo allontaniamo. Mi domando il perché di tutto ciò ,ma ci crediamo cosi “normali”,cosi superiori?! Ognuno di noi è diverso per la sua specificità. Impariamo a guardarci dentro prima di giudicare,conosciamo bene noi stessi,per poi aprire le braccia , poter conoscere ,comprende e apprezzare l’ALTRO, aprirsi in un dialogo profondo e arricchirsi in quest'incontro.
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    Messaggio  federica sbrescia Dom Apr 01, 2012 8:18 pm

    La parola che più mi fa pensare è diverso,allora ho preso il vocabolario e l'ho cercata e viene detto che è diverso colui che è volto a procedere in altra direzione,ma ci si trovano anche gli aggettivi strano,crudele,perverso, e addirittura il sostantivo omosessuale(?).Ciò che mi chiedo e chi o cosa rappresenta la normalità e secondo quali "canoni" venga stabilità portando poi alla presenza dell'altro,il diverso.
    Io personalmente mi sento diversa piuttosto che normale(non saprei neanche chi rappresenta questa categoria) e credo che tutti gli uomini siano diversi nelle loro specificità,abilità,modo di ragionare e di vivere, nella fisicità, ma uguali unicamente nei diritti e allo stesso tempo nei doveri.
    https://youtu.be/jRr2JBgcX3E "tu ti consideri ancora un uomo di colore,mentre io mi considero un uomo"
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    Messaggio  Gaetana Cozzolino Dom Apr 01, 2012 8:26 pm


    la lezione di giovedì 22 marzo basata sulla classificazione e terminologia delle parole inerenti al concetto di diversità è stata molto interessante ma soprattutto ha dato la possibilità a tutti di riflettere sul peso che le parole possono avere.
    Io dividerei la lezione in 4 momenti :
    definizione – classificazione - esercizio - video.
    1 definizione:
    secondo Canevaro utilizzare termini impropri può essere un modo per aumentare l' handicap anzichè , per questo è fondamentale distinguere le tre parole chiave DEFICIT – HANDICAP – DISABILITà .
    Il deficit è la mancanza totale o parziale di una determinata funzionalità fisica. Il deficit ha una disabilità ma non è detto che la disabilità ha il deficit. ( es. Atzari).
    L'handicap è la difficoltà a mantenere quelle disposizioni necessarie alla realizzazione progressiva della personalità integrale.
    La disabilità non è solo deficit ma è la non capacità ad esplitare autonomamente le attività fondamentali della vita quotidiana conseguente alla menomazione.
    2 classificazione:
    sono state chiarite tre classificazioni internazionali.
    Anni '70 nasce ICD ovvero l'enciclopedia delle malattie; esse vengono studiate attribuendo ad ogni sindrome una descrizione clinica.
    Anni '80 si aggiungono altri termini come menomazione, abilità ,partecipazione così nasce ICIDH.
    Anni '90 nasce ICF una classificazione in cui i fattori biologici e patologici non sono gli unici presi in considerazione ma si considera anche l'interazione sociale; fondamentale è ,quindi, lo stato di benessere e il contesto sociale.
    Una frase che mi ha colpito è la seguente: che cosa c'è in un nome? Quella che chiamiamo rosa anche con un'altra parola avrà sempre lo stesso odore!
    3 esercizio: la mappa degli stereotipi
    questo esercizio ha permesso un confronto di idee ma soprattutto ha dato la possibilità di riflettere sul punto di vista altrui.
    La parola che mi ha fatto più pensare è DIVERSO: un essere non identico ad un altro.
    Il diverso implica la non omologazione.
    La diversità è colore,cultura,ricchezza,crescita,scambio,disabilità ed altro ancora.....
    spesso essa appare come un pericolo una barriera che si oppone tra i "simili". La diversità dovrebbe essere sempre percepita come un valore, un diritto ma spesso risulta essere una minaccia.
    È facile avere a che fare con persone che sono considerate simili quindi mi chiedo cos'è che realmente spaventa nel rapportarsi all altro considerato "diverso"??
    il non conoscere, il non comprendere , il non accettare....
    Quando ho iniziato il servizio civile presso una struttura per disabili, anche io all'inizio ho avuto paura , ma essa è sparita dopo che ho imparato a conoscere.
    La diversità rappresenta una condizione morale mentre l'uguaglianza è una costruzione sociale della cultura che ha stentato ad affermarsi e che ancora oggi non è univeralmente riconosciuta e praticata.
    Il disabile oggi è spesso ritenuto un "diverso" poichè si dimentica che prima della sua menomazione egli è un individuo e come tale ha il diritto di affrontare le difficoltà e lottare per vivere una vita che corrisponda ai suoi desideri attraverso l'utilizzo di protesi e abbattimento di barriere.
    4 video : indovina chi viene a cena
    il film evidenzia la forte discriminazione razziale e i pregiudizi di quegli anni ma ahimè ancora oggi gli stessi seppure in minoranza continuano ad essere vivi.
    La diversità è proprio il tema fondamentale della storia ma essa si risolve con l'accettazione di una verità che nessuno può cambiare. I due giovani sono felici perchè si amano ed hanno il diritto e il dovere di vivere il loro amore.
    La frase che mi ha colpito di più è stata: io mi sento un uomo non come te che ti sentirai sempre come un uomo di colore. Due generazioni differenti che affrontano il tema della diversità con posizioni differenti.
    L'amore sconfigge ogni paura, diversità. Solo amando il prossimo senza distinzione si realizza il progetto di Dio.



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