lab. 4 - La mappa degli stereotipi (chiude IL 2 APRILE)

la parola che più mi fa pensare è diverso. sicuramente siamo tutti diversi ma unici allo stesso tempo, molte persone però vedono questa diversità in modo negativo ad esempio del film mi ha colpito molto la frase "ti consideri un uomo di colore invece io mi considero un uomo"Pensare alla diversità ad es. del colore della pelle è sbagliato perchè "sono loro il mondo e lo cambieranno questo sporco mondaccio"

é molto importante fare una riflessione sui termini utilizzati nel campo della disabilità.La disabilità non è solo deficit,mancanza,privazione a livello fisico o psichico,ma è una condizione che va oltre la limitazione,che supera le barriere mentali e architettoniche.In base al film,intitolato "indovina chi viene a cena",un film che sottolinea il tema dell' amore che non fa differenza di razza e di colore,come nel caso dei personaggi innamorati l'uno dell' altro.Essere diversi non vuol dire avere il colore della pelle diversa,avere costumi e abitudini diverse,ma conta ciò che ti hanno insegnato e che riesci a fare.Distinguere una persona da un altra per una dote,per una capacità,un talento.Riguardo al compito svolto in classe,è stata una bella esperienza,perchè abbiamo avuto modo di confrontarci,conoscerci e scambiarci opinioni,concetti appunto differenti.

L'argomento trattato è servito a mettere in luce il vero significato di alcune parole come disabilità,handicap,deficit, alla quale probabilmente non viene attribuito il giusto valore facendone spesso anche un uso "gratuito". La società di oggi non conosce le vere differenze che intercorrono tra queste varie parole anzi le accomuna con un'unica, misera, affermazione: "diversi". Ma in aula mi si è aperta la mente e mi viene da dire diversi da chi? Da cosa? Nel mondo siamo tutti uguali e diversi allo stesso tempo indipendentemente da dove deriva quella diversità, se da un fattore genetico, accidentale, psicologico, c'è chi può guarire e chi rimane tale non per questo và giudicato o fatto vittima di pregiudizi.Questo argomento è tratto anche nel film visto in aula, che evidenzia l'argomento della discriminazione razziale dove vengono usate molte frasi toccanti, ma non sò perchè la mia attenzione cade sul titolo del film stesso: "indovina chi viene a cena?", forse perchè trovo sia stata fatta dell'ironia per sdrammatizzare un argomento abbastanza scomodo per quelle persone chiuse di mente che fanno della discriminazione il loro pane quotidiano.

In aula abbiamo affrontato il tema della diversità,e della confusione che molto spesso si fa quando usiamo le parole in maniera sbagliata in particolare parlando di:HANDICAP,DISABILITà,DEFICIT.Queste infatti vengono usate quasi sempre come sinonimi.Usare parole non appropriate può creare dei veri e propri danni alla persona disabile,può minare la sua stabilità e la sua sensibilità.Si può cadere nell'errore di additare come "diverse" persone con deficit senza però rendersi conto che in quel caso la persona con dei limiti è proprio chi compie questi atti.
Il pregiudizio è una costruzione sociale,è un meccanismo di difesa che un soggetto applica di fronte a cose ritenute estranee o minacciose per la stabilità del proprio gruppo di appartenenza...questo meccanismo si materializza attraverso un processo di esclusione e di emarginazione nei confronti di ciò che si ritiene "diverso" e che quindi fa paura.Spesso questo comportamento si realizza verso i disabili,nei confronti dei quali infatti si attivano dei processi di categorizzazione che rischiano di identificare la persona disabile con il suo deficit correndo il rischio di annientare la sua personalità.Per questo si può considerare che la disabilità è accentuata da un contesto sociale sfavorevole.
Il lavoro di gruppo svolto in aula subito ci è risultato molto divertente,ma ancor di più è stato un momento per aprirci al confronto in quanto si sono svelate le nostre differenze e le peculiarità di ognuna...ma personalmente mi ha fatto riflettere molto su quanto sia difficile per una persona diventare oggetto di stereotipo,e sul danno che riceve "il diverso" dal momento in cui non si sente tale ma è l società ad attribuire a lui questa etichetta!!!

Questa lezione è stata molto interessante perché ci ha permesso di riflettere sul peso che possono avere determinate parole, che maggiormente le diamo per scontate. Innanzitutto dobbiamo stare molto attenti nel non fare confusione tra Deficit, Disabilità, Handicap, usare termini impropri possono essere un modo per aumentare l'handicap, anzichè ridurli...
In classe ci siamo soffermati sull esistenza di vari stereotipi. Gli stereoptipi sono barriere da demolire… Inizialmente, subito dopo aver visto l’esercizio pensavo che riuscivamo a farlo in poco tempo e che termini come straniero, mostro, disabile e diverso fossero facili da descrivere, invece non nego che per ogni termine abbiamo impiegato una decina di minuti. Quest’ esercizio è stato anche un occasione di confronto su una tematica molto importante che spesso tralasciamo.
Abbiamo posto maggior attenzione sul concetto di pregiudizio. Il pregiudizio è una caratteristica, seppure negativa, da cui non si può prescindere se si vuole analizzare con attenzione l’attuale società, in cui la condizione di benessere raggiunto dalla maggior parte della popolazione non sembra aver limitato, rispetto al passato, la diffusione del pregiudizio né gli episodi di intolleranza nei confronti di persone considerate inferiori o diverse. Successivamente abbiamo visto un video ,“indovina chi viene a cena?” , dove emerge il tema della diversità, dei pregiudizi, della discriminazione, dove si nota come il diverso viene guardato con altri punti di vista..

la lezione 4 del corso mi ha insegnato che anche se da piccoli abbiamo imparato a dare il nome giusto alle cose giuste ci capita ancora di utilizzare termini sbagliati soprattutto per coloro che sono soggetti con handicap... A lezione è stato molto bello guardare " indovina chi viene a cene" un film molto significativo in quanto spesso nella vita si incontra la persona adatta,con la quale puoi condividere tutto e non è il colore della pelle a rovinare ciò che di magico si è costruito e nemmeno la persona a te piu cara puo farlo ...La parola che più mi da FASTIDIO se è usata in momenti errati ma soprattutto per definire una categoria di persone è la parola mostro...

Oggi in aula si è argomentato sul discorso riguardante la disabilità, il deficit e l'handicap cercando di capire il loro reale significato,distinguendo la disabilità dalla malattia.La disabilità è una caratteristica del soggetto legata al contesto in cui vive e non può essere curata.Infatti gli educatori non cercano di trovare una cura, ma di rendere la persona più autonoma, diversamente dalla malattia che si può curare attraverso una cura.Per quanto riguarda invece il film trasmesso in aula, posso dire che sia un film di grande importanza, che ci fa capire che la diversità non conta se c'è l'amore, proprio come i due protagonisti.Quindi non bisogna avere dei pregiudizie sulle persone solo perchè hanno un colore della pelle diversa da noi, solo perchè sono diversi.Perchè a volte è proprio la diversità a rendere le persone speciali.

L'argomento trattato oggi, riguarda l'importanza e il giusto peso da dare alle parole, il più delle volte usiamo termini impropri non conoscendone il loro reale significato o meno come possono influire su una persona se usate in modo non appropriato... soprattutto se usiamo termini delicati come handicap, disabilità deficit ecc.questi termini purtroppo vengono usati come sinonimi senza capirne il vero concetto il vero valore di esse come già detto e come le conseguenze possano risultare devastanti come aumentare il proprio handicap invece di ridurlo creando così solo noi delle barriere di diversità che non dovrebbero esserci...Io penso che anche con la compassione possiamo ferire la persona disabile non solo con i termini inappropriati, secondo me essere oggetto di compassione da parte degli altri in maniera permanente è una perdita di dignità reciproca. L’atteggiamento pietistico nei confronti di una persona disabile significa pensare sostanzialmente in termini di "poverino" o "poverina", ed è una modalità di rendere l’altro stabilmente inferiore, subordinato. Fa scattare delle ribellioni o degli adattamenti nocivi ai rapporti. La ricerca di comprensione può essere a volte anche caratterizzata dalla necessità di vincere la resistenza al dover far ripetere le cosa a un disabile che parla con delle difficoltà a essere capito o capita. A volte succede che chi ascolta ritiene di non dover chiedere di ripetere, accetta quello che arriva senza capirlo, sorride e non ha capito; e questo è un grave limite che va nell’ordine della compassione, poco utile se non addirittura dannosa.
Il compianto per l’altro fa sì che l’altro diventi non solo disabile ma soprattutto marginale e, anche non volendolo, soggetto che chiede l’elemosina, povero alla porta dei ricchi abili...

Il laboratorio è stato incentrato sugli STERIOTIPI.C'è stata la visione del film "Indovina chi viene a cena":matrimonio tra un dottore nero e una ventitrenne bianca di nobile famiglia.I genitori di entrambi sono molto preoccupati per come i rispettivi figli vivranno la loro unione nella società,la quale non accetta,o per meglio dire,non vede di buon occhio tali matrimoni;allora cercano in tutti i modi di convincerli a lasciar perdere.
E' ambientato nell'epoca in cui i neri vengono visti come RAZZA INFERIORE e ROMPERE QUESTO STERIOTIPO E' DIFFICILE.
E' il contesto che crea disagio per i due fidanzati,ma l'amore va oltre ogni cosa.
L'insegamento importante però è che SIAMO TUTTI UGUALI,non c'è distinzione di razze.


La parola che ho scelto è MOSTRO.
La scelta è dovuta non tanto al mio interesse per essa,perchè credo che tutte siano più che interessanti,ma perchè nella seconda parte del laboratorio,ossia il lavoro di gruppo(che ho trovato stimolante :-)),veniva chiesto di definire alcune figure,tra cui il mostro.Una ragazza del mio gruppo ha definito Mostro colui che ha un aspetto brutto,raccapricciante;alcune di noi(tra cui io) intendiamo con la parola mostro colui che è immorale,che compie atti non normali ad esempio il pedofilo.

Il laboratorio è stato incentrato sugli STERIOTIPI.C'è stata la visione del film "Indovina chi viene a cena":matrimonio tra un dottore nero e una ventitrenne bianca di nobile famiglia.I genitori di entrambi sono molto preoccupati per come i rispettivi figli vivranno la loro unione nella società,la quale non accetta,o per meglio dire,non vede di buon occhio tali matrimoni;allora cercano in tutti i modi di convincerli a lasciar perdere.
E' ambientato nell'epoca in cui i neri vengono visti come RAZZA INFERIORE e ROMPERE QUESTO STERIOTIPO E' DIFFICILE.
E' il contesto che crea disagio per i due fidanzati,ma l'amore va oltre ogni cosa.
L'insegamento importante però è che SIAMO TUTTI UGUALI,non c'è distinzione di razze.


La parola che ho scelto è MOSTRO.
La scelta è dovuta non tanto al mio interesse per essa,perchè credo che tutte siano più che interessanti,ma perchè nella seconda parte del laboratorio,ossia il lavoro di gruppo(che ho trovato stimolante :-)),veniva chiesto di definire alcune figure,tra cui il mostro.Una ragazza del mio gruppo ha definito Mostro colui che ha un aspetto brutto,raccapricciante;alcune di noi(tra cui io) intendiamo con la parola mostro colui che è immorale,che compie atti non normali ad esempio il pedofilo.

In aula si è discusso sull'importanza delle parole e del loro significato. In particolare sulle parole handicap, disabile e deficit. Io vorrei soffermarmi sul significato di handicap. Il soggetto portatore di handicap inizia l'attività di apprendimento in ritardo a causa del suo svantaggio sia fisico che psichico. E' necessario, dunque, un intervento che favorisce l'inserimento o meglio l'integrazione del soggetto nella società. Una pessima integrazione può essere la tolleranza, l'egualitarismo, e l'assimilazione. In alcuni casi anche la famiglia non accetta la situazione e rifiuta l'evidenza nell'attesa di una guarigione spontanea. In altri casi, la famiglia accetta il deficit ma emargina il bambino in una casa di cura. Qualche volta accade di minimizzare il problema ponendo il soggetto diversamente abile di fronte a compiti superiori alle sue possibilità, messo così nell'impossibilità di svolgere la prova il bambino considera il proprio fallimento e il genitore trova la giustificazione per rifiutarlo. Io penso che in questo caso il soggetto diversamente abile non debba essere emarginato ne giudicato sia fisicamente che psichicamente, ma bisogna trovare un modo per interagire ma soprattutto a farlo interagire. Va detto che la nostra società, purtroppo, non favorisce l'integrazione dei disabili. Pregiudizi, limitazioni strutturali, barriere architettoniche impediscono ancora a troppi disabili un'esistenza che sarebbe altrimenti soddisfacente.
Si impedisce loro di guadagnarsi da vivere col frutto delle loro competenze. Si limita la loro mobilità e visibilità.

Oggi in aula si è argomentato sul discorso riguardante la disabilità, diverso e handicap... L'handicap è un termine generico che indica uno svantaggio fisico, mentale e sensoriale tale da rendere difficoltosa una normale vita quotidiana e la libera espletazione di un ruolo all'interno del contesto sociale. Oggi vengono chiamati "diversamente abili". L'handicap è lo svantaggio sociale che deriva dalla disabilità in quanto il soggetto è costretto a dipendere dagli altri. In una società democratica e civile l'inserimento del diverso nella scuola e nella società è un diritto e un dovere l'inserimento del diverso nella scuola e nella società. La diversità è una realtà nella nostra società ormai abbastanza diffusa, non sempre accettata ma molto complessa come fenomeno. Nonostante si parli di integrazione, di abbattimento dei pregiudizi e delle barriere che non permettono a queste persone considerate diverse di inserirsi in modo soddisfacente nella società, ma la strada è ancora lunga. Deve essere la scuola soprattutto la prima a gettare le basi per una mentalità aperta alla diversità di qualunque tipo essa sia. La scuola oggi è in grado di fare grandi passi avanti infatti bisogna parlare di "scuola aperta" in quanto permette l'integrazione del disabile nella struttura scolastica.
La famiglia del ragazzo portatore di handicap ha un ruolo fondamentale e necessita del sostegno di tutta la sua sua società per poter essere in grado di svolgere il proprio compito educativo con serenità e consentire al ragazzo diversamente abile di raggiungere progressivamente livelli adeguati di autonomia, autostima, maturità. Ci sono dei casi in cui la famiglia spesso proietta ansie e insicurezza sul figlio e questo però comporta un interiore ritardo nel ragazzo nel processo di crescita del ragazzo verso l'autostima e l'integrazione sociale.

Nell'aula abbiamo trattato l'argomento che riguarda la disabilità, diversità e deficit. Secondo me il disabile è colui che non può svolgere le attività quotidiane; è una persona che non riesce a socializzare facilmente come le persone "normali". Di solito quando vediamo una persona disabile pensiamo subito:<< Poverino, non è una persona normale>>, ma non dovrebbe essere così perchè prima di tutto dobbiamo riflettere un attimo a quanto noi siamo fortunati e ad apprezzare un po' la vita. Spesso la disabilità viene confusa con la diversità però in fondo credo che non è così perchè al mondo siamo tutti diversi ma non siamo tutti disabili. L'altro parola analizzata è Deficit. Il deficit è una situazione soggettiva e non è una malattia dalla quale si può guarire un esempio di deficit è il sordo ovvero una persona che ha come deficit la sordità. Io penso che molti disabili vengono sottovalutati ed emarginati perchè spesso tendiamo a basarci sull'esteriorità. Di solito questi soggetti possono mostrarsi più intelligenti e capici di quanto noi possiamo pensare di loro.

In aula ci siamo soffermati sulle parole handicap , diversità,disabilità spesso usate in modo sbagliato a causa della vera non conoscenza delle singole parole... E questo è stato il lavoro in aula....capire il loro singolo significato...In modo particolare ho riflettuto su un ' affermazione :"è il contesto sociale a determinare le condizioni di handicap" pensandoci bene trovo questa un' affermazione validissima....
APPARTENENZA: è il termine che mi fa pensare ; è veramente importantissimo sapere di appartenere ad una data cosa o ad una certa persona.....

Oggi in aula si è argomentato sul discorso riguardante la disabilità, il deficit e l'handicap cercando di capire il loro reale significato,distinguendo la disabilità dalla malattia.La disabilità è una caratteristica del soggetto legata al contesto in cui vive e non può essere curata.Infatti gli educatori non cercano di trovare una cura, ma di rendere la persona più autonoma, diversamente dalla malattia che si può curare attraverso una cura.Per quanto riguarda invece il film trasmesso in aula, posso dire che sia un film di grande importanza, che ci fa capire che la diversità non conta se c'è l'amore, proprio come i due protagonisti.Quindi non bisogna avere dei pregiudizie sulle persone solo perchè hanno un colore della pelle diversa da noi, solo perchè sono diversi.Perchè a volte è proprio la diversità a rendere le persone speciali.

spesso non diamo peso alle parole che usiamo, ma ogni parola ha un suo significato e se viene usata in modo sbagliato tutto cambia. capita che quando vediamo una persona DIVERSA subito proviamo pietà per lui/lei perchè riteniamo, che essendo diverso, sia in una posizione di svantaggio. Purtroppo non ci rendiamo conto che sono propri questi nostri comportamenti, pregiudizi a determinare la condizione di svantaggio in cui vengono a trovarsi queste persone, in quanto vedono in noi una barriera e un ostacolo da superare. La nostra società ha i giusti mezzi per poter garantire a i soggetti portatori di handicap la giusta integrazione ma non sempre vengono utilizzati nel modo giusto e corretto.

Durante la lezione abbiamo parlato di quanto sia importante misurare le parole che si usano in riferimento ad un disabile e quella che più mi ha colpita è stata la parola MOSTRO. Questa parola sarebbe offensiva per chiunque ma, se riferita ad un disabile, lo è ancora di più. I disabili non sono dei mostri e non lo saranno mai, anzi i veri mostri, secondo me, sono quelli che li discriminano, usando termini come diverso, handicappato, storpio e via dicendo... Nel video che abbiamo visto “indovina chi viene a cena”, si nota come i pregiudizi verso persone con un colore della pelle diverso, seppur minimi, persistono ancora in alcune società e questo, molto spesso, blocca i rapporti con gli altri, solo perché si ha paura del diverso. Lavorando in gruppo ho potuto confrontare le mie idee con altre persone e mi è stato molto utile per capire cosa gli altri pensano del mondo che ci circonda
Volevo scusarmi con la professoressa Briganti per il ritardo nel commentare, ho avuto un problema con la connessione internet, mi scusi

In questa lezione ci siamo soffermati a notare l'importanza di usare termini inappropiati.Molto spesso capita di usare delle parole e offendere senza neanche rendersi conto.Personalmente non mi è mai capitato di dire parole inappropriate, preferisco evitare di usare determinati termini se non conosco il loro significato!Attraverso il film"INDOVINA CHI VIENE A CENA" possiamo notare come le persone si basano sui pregiudizi,in questo caso un pregiudizio basato solo sul colore della pelle,quante volte siamo superficiali e non ci rendiamo conto?troppe volte!
DOVREMMO FARE MOLTA PIU' ATTENZIONE NEL CHIAMARE LE PERSONE,PERCHE' SONO PRIMA DI TUTTO PERSONE E POI EVENTUALMENTE HANNO QUALCHE DISABILITA'.

Il 4 laboratorio è stato trattato il valore e il peso delle parole sul discorso riguardante la disabilità, il deficit e l'hadicap cercando di capire il significato della malattia. I termini deficit e handicap non sono sinonimi come credevo prima di affrontare queste tematiche. Gli stereotipi sono delle idee preconcette che non si basano su esperienze dirette, ma su esperienze dirette, su un luogo, un oggetto di persona con determinate caratteristiche e qualità. Purtroppo bisogna affrontare la vita guardando le cose essenziali , non quelle superficiali.