+284
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daniela oliva
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Maria Maestoso
lucrezia fetto
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Giuseppina Chianese
Ilaria Musella
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rossellastallone
Claudia Carbonaro
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maria formisano
serenalestingi
Annarita Riviergi
Carmela Attanasio
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Silvana Marchese 1990
Palma Napolano
mariaidaferraro
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soleluna
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Elvira Scarpato
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Teresa Nazzaro
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Piccolo Emilia
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Elvira Romano
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288 partecipanti
lab. AVATAR. Esercizio: ATROFIZZAZIONE O POTENZIAMENTO? (chiude il 3 maggio)
Baldascino Francesco- Messaggi : 19
Data di iscrizione : 20.03.12
Secondo me Nessun’altra invenzione come la tecnologia ha modificato così tanto e in un sol colpo la vita dell’umanità.
VALERIAILLIANO- Messaggi : 18
Data di iscrizione : 14.03.12
Età : 32
Località : Monte Di Procida
La società in cui l’uomo viene proiettato, è una società tecnologica. Si passa dalla televisione al computer, dal videogioco al telefono. Il problema di fondo è l’inconsapevolezza, da parte dell’uomo, dell’utilizzo di tali tecnologie; più strumenti tecnologici utilizzati contemporaneamente senza esserne consapevole. L’uomo è un soggetto passivo immerso nelle nuove tecnologie. Io credo che Internet , come tutti i new media, siano nati con l’intento di facilitare e migliorare l’uomo, ma con il passare del tempo l’uomo è diventato sempre più dipendente a tali mezzi: Net Addiction! Non è riuscito a mantenere un certo distacco, ma soprattutto, ad avere una consapevolezza critica: conoscere i new media anziché esserne schiavi. Uno degli autori che parla di questa tematica è Turkle Sherry nell’opera “La vita sullo schermo Nuove identità e relazioni nell’epoca di Internet”, dove cerca di capire come l’uomo si sia adattato alle tecnologie. La conseguenza di questi abusi è la perdita delle funzionalità dell’uomo, funzionalità che si atrofizzano. Parlare molto al telefono o inviare un sms impedisce una corretta comunicazione interpersonale; si perde il contatto diretto con chi si comunica. Ritornando alla domanda citata in aula “la tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell’uomo?” io credo che la tecnologia svolga entrambe le funzioni, da un lato migliora l’essere umano, dall’altra lo atrofizza perché c’è un abuso, si supera la soglia del limite. Internet ha i suoi pregi e i suoi difetti, basta saperli riconoscere. Cercare la strada giusta, la via di mezzo; essere educati ai new media. Un esempio valido è quello delle ricerche: in passato si utilizzavano le enciclopedie, si studiavano ed imparavano quando si trascrivevano; oggi basta cliccare su google, scrivere cosa ricercare e stampare, ma tutto resta su carta. Non c’è più l’impegno di una volta, tanto ci pensa Internet!. Un aspetto importante della tecnologia è la Domotica, questa tecnologia innovativa usata nell’ambito della disabilità. Si parla di Tecno Potenziamenti: fare di più o meglio con meno sforzo fisico. Con gli strumenti tecnologici si passa dal reale al virtuale. Si perde la cognizione del reale. Oggi si parla di Avatar: un alter ego inventato dall’uomo. Un’immagine da noi ideata per rappresentarci nel contesto virtuale. Un avatar, però, diverso da quello proposto dal film Avatar. Un film di fantascienza. La scena proposta in aula, quella dell’avatar che correva tra i campi, mi ha trasmesso la sua voglia di muoversi, di camminare con i propri piedi, di farcela da soli. Il desiderio e la possibilità di poterlo fare! Questo è il lato positivo della tecnologia, non le intere giornate trascorse davanti al computer o ai videogiochi.
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Anna Bianco- Messaggi : 28
Data di iscrizione : 12.03.12
- Messaggio n°78
La disabilità:una nuova vita grazie alla tecnologia?
Uno dei video visti in classe conclude dicendo che il cervello ci ha fatto un brutto scherzo e che seppur crediamo di prestare massima attenzione al mondo che ci circonda,ma in realtà è solo un illusione!
In realtà la nostra attenzione non può focalizzarsi su più punti contemporaneamente infatti quando mette a fuoco un punto,ne perde di vista altri. Questo è un pò ciò che accade con i sensi:l’espansione di una funzionalità si tramuta nella totale atrofizzazione di un'altra funzionalità .Nel caso dei disabili,nel momento in cui viene meno un senso si potenziano conseguentemente gli altri! Tutto ciò per introdurre il concetto di tecnologia.L’uso infatti di quest’ultima ha fatto si che alcuni aspetti umani vengano atrofizzati ed al tempo stesso ne vengano potenziati altri!Ha potenziato la scienza,gli strumenti medici,le attrezzature grazie alle quali adesso i disabili possono avere autonomia ed ha creato gli avatar che fanno si che i disabili e tante altre persone creino se stessi a loro paicimento.Gli avatar hanno aspetti, a mio parere, diversi!avere un avatar,ovvero un alter-ego virtuale nel quale l individuo si puo identificare o potenziare,significa crearsi una vita parallela con una differenza sostanziale…..una vita che è scelta dal soggetto stesso che è”regista e attore “della stessa!Questo potrebbe rappresentare un innovazione,ed un grande contributo per coloro che vorrebbero una vita diversa, ma cio agli estremi potrebbe portare a dannose conseguenze,come la perdita o il rifiuto della proprio identità!La tecnologia ha quindi i suoi pro ed i suoi contro.Di tutto ciò ne parla ampiamente Sherry Turkle che studia,attraverso delle ricerche come l’uomo muti e si adatti alla tecnologia,del suo rapporto con il virtuale e dei MUD(multi user dungeros) che sono dei veri e propri giochi,come THE SIMS,dove è il soggetto stesso a crearsi non solo la sua vita,ma anche i suoi affetti il suo lavoro.Ma questa ,per quanto possa essere perfetta,non è la vita reale,ed è su questo che dobbiamo essere attenti,a non confondere la realtà con la “fantasia “altrimenti finiremo per non riconoscerci più!
Questa è finzione!
Questa è la realtà!
In realtà la nostra attenzione non può focalizzarsi su più punti contemporaneamente infatti quando mette a fuoco un punto,ne perde di vista altri. Questo è un pò ciò che accade con i sensi:l’espansione di una funzionalità si tramuta nella totale atrofizzazione di un'altra funzionalità .Nel caso dei disabili,nel momento in cui viene meno un senso si potenziano conseguentemente gli altri! Tutto ciò per introdurre il concetto di tecnologia.L’uso infatti di quest’ultima ha fatto si che alcuni aspetti umani vengano atrofizzati ed al tempo stesso ne vengano potenziati altri!Ha potenziato la scienza,gli strumenti medici,le attrezzature grazie alle quali adesso i disabili possono avere autonomia ed ha creato gli avatar che fanno si che i disabili e tante altre persone creino se stessi a loro paicimento.Gli avatar hanno aspetti, a mio parere, diversi!avere un avatar,ovvero un alter-ego virtuale nel quale l individuo si puo identificare o potenziare,significa crearsi una vita parallela con una differenza sostanziale…..una vita che è scelta dal soggetto stesso che è”regista e attore “della stessa!Questo potrebbe rappresentare un innovazione,ed un grande contributo per coloro che vorrebbero una vita diversa, ma cio agli estremi potrebbe portare a dannose conseguenze,come la perdita o il rifiuto della proprio identità!La tecnologia ha quindi i suoi pro ed i suoi contro.Di tutto ciò ne parla ampiamente Sherry Turkle che studia,attraverso delle ricerche come l’uomo muti e si adatti alla tecnologia,del suo rapporto con il virtuale e dei MUD(multi user dungeros) che sono dei veri e propri giochi,come THE SIMS,dove è il soggetto stesso a crearsi non solo la sua vita,ma anche i suoi affetti il suo lavoro.Ma questa ,per quanto possa essere perfetta,non è la vita reale,ed è su questo che dobbiamo essere attenti,a non confondere la realtà con la “fantasia “altrimenti finiremo per non riconoscerci più!
Questa è finzione!
Questa è la realtà!
carmela accurso- Messaggi : 16
Data di iscrizione : 14.03.12
- Messaggio n°79
Tecnologia: cambiamento dell'umanità!!
Tra le domande proposte ho scelto la prima, che chiedeva se la tecnologia atrofizzava o potenziava le capacità dell'uomo.Come già sappiamo la tecnologia viene sviluppata per potenziare la capacità dell'uomo, infatti ci sono state molte invenzioni che hanno aiutato le persone a poter fare qualcosa che non potevano fare; un esempio sono le flex foot,ma anche altre invenzione che hanno permesso di poter progredire e di facilitare la vita quotidiana. Telefoni cellulari(diventati parte integrante del corpo), computer,internet, automobili, macchine fotografiche, giochi. Come afferma Longo "non passa un solo giorno che noi non utilizziamo un mezzo tecnologico" Infatti oggi siamo completamente influenzati e dipendenti dalle tecnologie, pensiamo ai computer; poco tempo fa avevano dimensioni grandi e occupavano una stanza, adesso con il progresso sono diventati l'oggetto più presente nelle case in poco tempo ne escono modelli nuovi e più innovativi. Altro esempio è quello dei cellulari soprattutto l'i-phone divenuto modello per eccellenza della nuova generazione.La tecnologia innanzitutto entra in relazione con il corpo quando rappresenta un'estensione delle sue capacità naturali, sia in senso astratto che fisico. Tutti gli oggetti di uso quotidiano, dal telecomando al telefono cellulare, rappresentano infatti dei "prolungamenti" del corpo biologico e delle sue capacità. Penso che la tecnologia è sia un bene, ma è anche vero che tende ad atrofizzare i nostri sensi,a cambiare il modo in cui opera il cervello e ha cambiato il modo di vivere dell persone, infatti oggi non ci sono più interazioni fisiche ma solo virtuali. Ciò che si evidenzia da queste nuove tecnologie è il fatto che coloro nati nell'era delle tecnologie sono in grado di fare più cose contemporaneamente rispetto alle generazioni passate che non hanno vissuto fin da giovani dei nuovi social network,si concentrano su una cosa alla volta.
Credo infine che l'uomo senza tecnologia si senta incompleto, senza svago, perchè al giorno d'oggi la tecnologia è diventata indispensabile.
Credo infine che l'uomo senza tecnologia si senta incompleto, senza svago, perchè al giorno d'oggi la tecnologia è diventata indispensabile.
Lorenza Baratta- Messaggi : 17
Data di iscrizione : 21.03.12
- Messaggio n°80
LA "REALTA' VIRTUALE" DEI DISABILI
"La mente dell'uomo è artefice di ciò che accade ogni giorno perchè nessuna tecnologia può sostituire la volontà e l'ingegno".
La realtà virtuale è un insieme di tecnologie che consentono ai disabili di immergersi in un ambiente virtuale, anche per quanto riguarda i percorsi riabilitativi rivolti a queste persone disabili.
La tecnologia è fondamentale soprattutto per le persone che presentano difficoltà nell'interazione, i mondi virtuali hanno la capacità di farti entrare in luoghi nuovi e costruire una nuova realtà, credo che tutto ciò sia interessante poichè permette alle persone disabili di rivivere la sensazione di avere un corpo perfetto capace di muoversi, quindi dimenticare per un momento la malattia dandogli anche nuove motivazioni per provare a guarire.
Prima di stabilire se le tecnologie potenziano o atrofizzano le capacità umane bisognerebbe fare una distinzione tra le stesse, secondo me finchè si tratta di Tecnologie estensive ed integrative, allora l'uomo non può che trovare giovamento dall'uso di queste, invece per quanto riguarda le Tecnologie invasive penso che per trarne benefici ci deve essere un certo equilibrio. Nel rapporto con esse l'uomo, con il suo sè e con le sue capacità, deve prevalere e mai soccombere.
Spero, comunque, che anche dal vivo le persone possano trovare la naturale voglia di relazionarsi con gli altri, lasciamo la libertà ai disabili di pensare anche solo nel mondo virtuale, che una bella vita è possibile.
La realtà virtuale è un insieme di tecnologie che consentono ai disabili di immergersi in un ambiente virtuale, anche per quanto riguarda i percorsi riabilitativi rivolti a queste persone disabili.
La tecnologia è fondamentale soprattutto per le persone che presentano difficoltà nell'interazione, i mondi virtuali hanno la capacità di farti entrare in luoghi nuovi e costruire una nuova realtà, credo che tutto ciò sia interessante poichè permette alle persone disabili di rivivere la sensazione di avere un corpo perfetto capace di muoversi, quindi dimenticare per un momento la malattia dandogli anche nuove motivazioni per provare a guarire.
Prima di stabilire se le tecnologie potenziano o atrofizzano le capacità umane bisognerebbe fare una distinzione tra le stesse, secondo me finchè si tratta di Tecnologie estensive ed integrative, allora l'uomo non può che trovare giovamento dall'uso di queste, invece per quanto riguarda le Tecnologie invasive penso che per trarne benefici ci deve essere un certo equilibrio. Nel rapporto con esse l'uomo, con il suo sè e con le sue capacità, deve prevalere e mai soccombere.
Spero, comunque, che anche dal vivo le persone possano trovare la naturale voglia di relazionarsi con gli altri, lasciamo la libertà ai disabili di pensare anche solo nel mondo virtuale, che una bella vita è possibile.
Russo Livia Maria- Messaggi : 17
Data di iscrizione : 12.03.12
- Messaggio n°81
La scienza di oggi è la tecnologia di domani.
Il nuovo millennio potrebbe essere denominato l’era della tecnologia. Con il passare degli anni la nostra società si è sviluppata sempre più, sopratutto grazie alle nuove scoperte tecnologiche. Al giorno d’oggi la vita di ognuno di noi si è adattata a queste nuove invenzioni che hanno completamente stravolto le nostre giornate .Il mondo è in continua evoluzione e sono molto lontani i tempi in cui per una semplice telefonata si utilizzavano unicamente le cabine telefoniche o per una ricerca scolastica le vecchie enciclopedie.Questo cambiamento è molto evidente nei più piccoli. Infatti sono proprio le nuove generazioni che si trovano maggiormente a loro agio con i nuovi strumenti: cellulari, computer, console, iPod e televisori sono i protagonisti della nostra quotidianità e molto spesso è difficile immaginarla senza alcuni di questi. Anche la mia giornata è stata stravolta dalle innovazioni, mi piace soprattutto trascorrere del tempo davanti al pc ed utilizzo molto il cellulare, che credo ormai sia indispensabile per ognuno di noi. Insomma, mi piace essere al passo con la tecnologia e credo che essa sia utile sotto vari tipi di aspetti, per arricchire le nostre conoscenze, per essere informati ed aggiornati continuamente, per comunicare, per restare a contatto con persone lontane o semplicemente per trascorrere del tempo. Pero’ non sono d’accordo sull’ abuso di essa ed a una sua diffusione tra ragazzi troppo piccoli. Infatti oltre alla realtà virtuale esiste un mondo meraviglioso, una vita magnifica, di cui va vissuto ogni attimo, ogni sensazione, ogni emozione. La tecnologia elettronica, informatica e telematica ha messo al servizio delle persone disabili numerosi di strumenti per esprimersi, studiare, lavorare, "entrare in rete" e comunicare con altre persone superando alcuni tipi di limitazioni fisiologiche e motorie. Gia' da tempo, ormai, le tastiere Braille per non vedenti, gli strumenti di sintesi vocale e i sistemi di puntamento adatti a chi non può usare il mouse danno a un grandissimo numero di disabili la possibilità di produrre informazioni, di lavorare e di studiare con l'aiuto del computer. Oggi l'informatica e la telematica offrono moltissime possibilita' di valorizzare persone disabili, che "in rete" sono difficilmente distinguibili dai cosiddetti "normodotati". Come ci ha spiegato ieri il Prof Sedes del laboratorio Movimenti le interfacce grafiche che a noi sembrano tanto comode possono diventare un grosso ostacolo per chi non puo' vedere la freccina del "mouse" muoversi sullo schermo quindi l'affermarsi delle interfacce tipo Windows e' stata l'occasione per la nascita di un handicap per i non vedenti, che sono stati i primi a fare uso di programmi di sintesi vocale e riconoscimento ottico dei caratteri per scavalcare la loro disabilita'. La tecnologia deve servire a migliorare la qualita' della vita, non ad innalzare nuove barriere e nuovi steccati. La tecnologia è molto importante, ma non dobbiamo diventare apatici, passivi o indifferenti, ma dobbiamo saper imporci su questi nuovi traguardi ed essere ricordati anche come una generazione di sognatori!
Laura polverino- Messaggi : 19
Data di iscrizione : 13.03.12
è un fatto noto che la tecnologia nasce per potenziare le capacità dell'uomo o per renderle meno problematici i suoi limiti e le sue debolezze.Tutte queste tecnologie ti possono far fare di più,ma con meno fatica.Quindi dall'altro lato ci atrofizzano ,rendendoci più pigri e deboli.Infatti la calcolatrice ,se utilizzata frequentemente,atrofizza la nostra mente,rendendola meno allenata nel fare i calcoli a mano.Siamo invasi dalla tecnologia in ogni momento, dalla mattina alla sera,basti pensare al cellulare,alla televisione,al computer che in un modo o nell'altro fanno calare il nostro livello di concentrazione.Anche se siamo noi stessi a decidere se farci condizionare o meno.
emiliana della gatta- Messaggi : 12
Data di iscrizione : 14.03.12
Età : 33
Reale o virtuale? Secondo me nel reale prima vedi e poi senti, nel virtuale prima senti e poi (eventualmente) vedi.
Penso che siamo tutti d'accordo nel dare maggior valore ai sentimenti piuttosto che all'aspetto. Quindi, alla fine, tra i due metodi di comunicazione il livello di conoscenza maggiore si raggiunge con il "virtuale".
Oggi la tecnologia ha fatto grandi passi in avanti, infatti proprio attraverso questa virtualità è possibile offrire opportunità ai diversamente abili per superare le barriere nella vita sociale a lavorativa per favorire quindi la partecipazione e l’integrazione al suo interno. Tutto ciò ha un grande valore terapeutico.
La realtà virtuale è un insieme di tecnologie informatiche che negli ultimi anni ha trovato numerose applicazioni nei percorsi riabilitativi rivolti a bambini ed adulti con disabilità di natura motoria, cognitiva e sensoriale.
La realtà virtuale si basa su tecnologie in grado di creare ambienti interattivi che coinvolgono l'utente in attività che simulano quelle del mondo reale, consente di calibrare la difficoltà delle attività proposte sulla base delle reali capacità e potenzialità della persona presa in carico, può inoltre costituire uno strumento di accesso – del tutto sicuro – ad attività altrimenti non accessibili alla persona con disabilità motoria nei contesti di vita quotidiani.Numerose applicazioni cliniche e sperimentali hanno provato l'efficacia di queste tecnologie in interventi rivolti a persone di tutte le età e con patologie neurologiche e motorie (come paresi e spasticità) di diversa eziologia (paralisicerebrale infantile, traumi cranici, ictus, morbo di Parkinson).
La realtà virtuale può essere impiegata per intervenire su funzioni deficitarie o sull'esecuzione di attività motorie. Può inoltre costituire un prezioso strumento per intervenire su aspetti più globali legati al benessere, al grado di partecipazione e all'autonomia della persona con disabilità.
E' possibile infine lavorare su più obiettivi; un esercizio finalizzato al miglioramento dei movimenti del braccio può ad esempio consentire al bambino o all'adulto un'esperienza piacevole e gratificante.
Per quanto riguarda il recupero delle funzioni dell'equilibrio e degli aspetti posturali, menzioniamo il sistema CAREN, messo a punto in Olanda ed utilizzato oltre che per la riabilitazione anche per la diagnosi precoce dei disturbi dell'equilibrio e della postura.
Il sistema CAREN si avvale di una pedana mobile in grado di rilevare e registrare, attraverso un sistema ottico e magnetico, i movimenti del paziente fornendo unfeedback visivo a tre dimensioni della performance
Penso che siamo tutti d'accordo nel dare maggior valore ai sentimenti piuttosto che all'aspetto. Quindi, alla fine, tra i due metodi di comunicazione il livello di conoscenza maggiore si raggiunge con il "virtuale".
Oggi la tecnologia ha fatto grandi passi in avanti, infatti proprio attraverso questa virtualità è possibile offrire opportunità ai diversamente abili per superare le barriere nella vita sociale a lavorativa per favorire quindi la partecipazione e l’integrazione al suo interno. Tutto ciò ha un grande valore terapeutico.
La realtà virtuale è un insieme di tecnologie informatiche che negli ultimi anni ha trovato numerose applicazioni nei percorsi riabilitativi rivolti a bambini ed adulti con disabilità di natura motoria, cognitiva e sensoriale.
La realtà virtuale si basa su tecnologie in grado di creare ambienti interattivi che coinvolgono l'utente in attività che simulano quelle del mondo reale, consente di calibrare la difficoltà delle attività proposte sulla base delle reali capacità e potenzialità della persona presa in carico, può inoltre costituire uno strumento di accesso – del tutto sicuro – ad attività altrimenti non accessibili alla persona con disabilità motoria nei contesti di vita quotidiani.Numerose applicazioni cliniche e sperimentali hanno provato l'efficacia di queste tecnologie in interventi rivolti a persone di tutte le età e con patologie neurologiche e motorie (come paresi e spasticità) di diversa eziologia (paralisicerebrale infantile, traumi cranici, ictus, morbo di Parkinson).
La realtà virtuale può essere impiegata per intervenire su funzioni deficitarie o sull'esecuzione di attività motorie. Può inoltre costituire un prezioso strumento per intervenire su aspetti più globali legati al benessere, al grado di partecipazione e all'autonomia della persona con disabilità.
E' possibile infine lavorare su più obiettivi; un esercizio finalizzato al miglioramento dei movimenti del braccio può ad esempio consentire al bambino o all'adulto un'esperienza piacevole e gratificante.
Per quanto riguarda il recupero delle funzioni dell'equilibrio e degli aspetti posturali, menzioniamo il sistema CAREN, messo a punto in Olanda ed utilizzato oltre che per la riabilitazione anche per la diagnosi precoce dei disturbi dell'equilibrio e della postura.
Il sistema CAREN si avvale di una pedana mobile in grado di rilevare e registrare, attraverso un sistema ottico e magnetico, i movimenti del paziente fornendo unfeedback visivo a tre dimensioni della performance
Carmen D'Alessio- Messaggi : 15
Data di iscrizione : 13.03.12
- Messaggio n°84
La Tecnologia: i Pro e i Contro.
E' stato Andrea Granelli che nella premessa del suo testo "il se digitale" si è domandato: la tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell'uomo?
A mio parere la tecnologia è in grado di fare entrambe... Per esempio se parliamo specificamente nel campo della disabilità , la tecnologia, che si presenta come protesi e cioè come integrazione di una menomazione, sicuramente potenzia il nostro corpo e le nostre capacità. Se parliamo di internet oggi giorno è grazie ad esso che possiamo accedere con più facilità e velocità alle informazioni, con esso ci si diverte giocando, chattando e trovando nuove amicizie; l'uso delle reti internet, dei cellulari sono strumenti nati per rafforzare le nostre capacità intellettive ma come ogni cosa l'uso eccessivo e improprio di tutto questo porta all'atrofizzazione, all'alienazione.
A tal proposito ritengo importante citare "l'antropologa del cyber-spazio" SHERRY TURKLE che in "Insieme ma Soli-perché ci aspettiamo sempre più dalla tecnologia e sempre meno dagli altri”, una ricerca clinica e etnografica, esplora il rapporto tra uomo e tecnologia per cercare di capire come i robot e le reti internet stanno cambiando le nostre vite e plasmando le nostre identità.
La Turkle afferma che siamo succubi della fantasia tecnologica e del mito che i computer ci rendono liberi quando invece producono nuove forme di schiavitù e prigionia.
Le connessioni digitali offrono l'illusione della compagnia, senza le pretese dell'amicizia, ci nascondiamo dietro un pc, preferiamo mandare un sms piuttosto che parlare "face to face" e ci fa senz'altro più comodo stare ore in chat con un profilo o un avatar (alter-ego ideato dall'uomo) che nasconde il nostro volto e la nostra vera identità, e per questo posso dire che la tecnologia sembra offrirci maggiore sicurezza perché i rapporti virtuali sono facilmente gestibili e controllabili, ed essa ci seduce proprio nel momento in cui offre possibili soluzioni alla nostra vulnerabilità umana. Inevitabilmente si finisce per parlare di "DEMATERIALIZZAZIONE" e cioè come ci dice TOMAS MALDONADO un vero e proprio attentato agli oggetti materiali che verranno sostituiti da processi e servizi sempre più immateriali.
E' una corsa in cui si gareggia per essere il più virtuale possibile!
Concludo con questa citazione di Jovanotti perché ritengo che in poche parole racchiuda quello che è anche il mio pensiero: "Nella rete non c'è notte e non c'è giorno, non c'è alto e non c'è basso, non c'è corpo e non c'è calligrafia, c'è solo il bit, che viaggia e che prende la forma che gli vogliamo dare" (Lorenzo Cherubini)
A mio parere la tecnologia è in grado di fare entrambe... Per esempio se parliamo specificamente nel campo della disabilità , la tecnologia, che si presenta come protesi e cioè come integrazione di una menomazione, sicuramente potenzia il nostro corpo e le nostre capacità. Se parliamo di internet oggi giorno è grazie ad esso che possiamo accedere con più facilità e velocità alle informazioni, con esso ci si diverte giocando, chattando e trovando nuove amicizie; l'uso delle reti internet, dei cellulari sono strumenti nati per rafforzare le nostre capacità intellettive ma come ogni cosa l'uso eccessivo e improprio di tutto questo porta all'atrofizzazione, all'alienazione.
A tal proposito ritengo importante citare "l'antropologa del cyber-spazio" SHERRY TURKLE che in "Insieme ma Soli-perché ci aspettiamo sempre più dalla tecnologia e sempre meno dagli altri”, una ricerca clinica e etnografica, esplora il rapporto tra uomo e tecnologia per cercare di capire come i robot e le reti internet stanno cambiando le nostre vite e plasmando le nostre identità.
La Turkle afferma che siamo succubi della fantasia tecnologica e del mito che i computer ci rendono liberi quando invece producono nuove forme di schiavitù e prigionia.
Le connessioni digitali offrono l'illusione della compagnia, senza le pretese dell'amicizia, ci nascondiamo dietro un pc, preferiamo mandare un sms piuttosto che parlare "face to face" e ci fa senz'altro più comodo stare ore in chat con un profilo o un avatar (alter-ego ideato dall'uomo) che nasconde il nostro volto e la nostra vera identità, e per questo posso dire che la tecnologia sembra offrirci maggiore sicurezza perché i rapporti virtuali sono facilmente gestibili e controllabili, ed essa ci seduce proprio nel momento in cui offre possibili soluzioni alla nostra vulnerabilità umana. Inevitabilmente si finisce per parlare di "DEMATERIALIZZAZIONE" e cioè come ci dice TOMAS MALDONADO un vero e proprio attentato agli oggetti materiali che verranno sostituiti da processi e servizi sempre più immateriali.
E' una corsa in cui si gareggia per essere il più virtuale possibile!
Concludo con questa citazione di Jovanotti perché ritengo che in poche parole racchiuda quello che è anche il mio pensiero: "Nella rete non c'è notte e non c'è giorno, non c'è alto e non c'è basso, non c'è corpo e non c'è calligrafia, c'è solo il bit, che viaggia e che prende la forma che gli vogliamo dare" (Lorenzo Cherubini)
RITA MASSA- Messaggi : 17
Data di iscrizione : 14.03.12
Età : 33
Località : BACOLI
Tecnologie come atrofizzazione o come potenziamento??
La nostra società è una società che viene definita del progresso , infatti noi ogni giorno siamo sottoposti alla conoscenza di nuove tecnologie. Le tecnologie sono di fondamentale importanza perché ci permettono di fare tantissime cose in pochissimo tempo come ad es. spedire un email e ricevere una risposta in un tempo sicuramente minore rispetta alla classica posta . questo è solo uno dei tantissimi esempi che si potrebbero fare . Grazie alle tecnologie inoltre possiamo permettere a persone che a causa di deficit non potrebbero svolgere delle azioni semplici come guidare la macchina . Fortunatamente il progresso non si ferma mai e quindi riesce a garantire a tutti la possibilità di essere autonomi . Ho letto un articolo molto interessante sul Corriere della sera così intitolato :
Più vicina l’auto per non vedenti
MILANO - «Alcuni mi hanno detto che ero pazzo e avrei dovuto usare i fondi per qualcosa di più realistico, altri pensavano che fosse una grande idea. Alcuni sono increduli, altri pensano che il nostro progetto sia incredibile». Così Marc Maurer, presidente della National Federaton of the Blind statunitense, racconta il suo sogno, che ha iniziato ad accarezzare già dieci anni fa: vedere un cieco guidare un auto, senza l'aiuto di nessuno. Oggi Maurer può rispondere agli scettici con una data: a gennaio prossimo, infatti, il primo prototipo di auto per non vedenti (un SUV modificato) sfreccerà sul circuito di Daytona in occasione della gara Rolex 24 Hours.
PROGETTO - Tutto è iniziato nel 2007 quando il Virginia Tech, un politecnico statunitense a forte vocazione innovativa, ha partecipato al DARPA Grand Challenge, una gara fra auto senza pilota sponsorizzata dal programma di ricerca del Dipartimento della Difesa statunitense. Il Virginia Tech si piazzò terzo con un'auto che montava sensori per il traffico, in grado di evitare incidenti e urti con altre vetture o oggetti. Forti di quell'esperienza, i ricercatori dell'università si sono proposti alla National Federation of the Blind per progettare un'auto per ciechi, derivata da quel primo prototipo senza pilota. Ed è così partito il programma di ricerca, che culminerà il prossimo gennaio con la corsa in pista a Daytona della prima auto per ciechi al mondo. Qualche sua caratteristica è già "filtrata" dai laboratori del Virginia Tech: le interfacce non visuali utilizzate per permettere ai non vedenti la guida, dando loro le informazioni raccolte dai sensori, sono principalmente due, DriveGrip e AirPix.
INTERFACCE - Il DriveGrip è di fatto un guanto con piccoli "motori" vibranti sulle nocche: attraverso la vibrazione l'auto segnala al pilota quando e quanto svoltare col volante; l'AirPix è invece una sorta di schermo forato attraverso cui passa aria compressa, così da informare il guidatore sull'eventuale presenza e posizione di ostacoli o altre auto di fronte o a lato della propria. Negli Stati Uniti le associazioni dei non vedenti sono già in fibrillazione e paragonano l'arrivo dell'auto per ciechi allo sbarco sulla Luna: «Cambierà definitivamente il concetto di limitazione che la società associa alla cecità: ci vorrà tempo prima che un cieco alla guida venga accettato, ma pian piano tutto questo servirà a cambiare la percezione della gente nei confronti dei non vedenti» spiega Maurer. Le speranze sono tante, ma ci sarà da aspettare prima di vedere in strada questi veicoli speciali, che nelle intenzioni dei progettisti potranno aiutare anche chi cieco non è, evitando gli incidenti e rendendo la guida più sicura: «Speriamo di trasformare presto il nostro prototipo in un'auto commercializzabile - ha detto Dennis Hong, l'ingegnere meccanico del Virginia Tech che guida il progetto -. Non accadrà, però, fintanto che non avremo la certezza completa della totale sicurezza e affidabilità della vettura. Occorreranno verosimilmente anni di test».
Questo è progetto bellissimo che potrà essere portato a termine solo grazie al continuo progredire della scienza .Penso quindi che la tecnologia in se per se non debba essere pensata come atrofizzazione ma solo come potenziamento . L’atrofizzazione potrebbe giungere nel momento in cui un individuo fa un cattivo uso delle tecnologie . Una delle più grandi tecnologie è stata proprio la scoperta di internet che in un primo momento fu utilizzata per scopi militari e poi diffuso in tutta la società . Mi rifaccio dunque al famoso libro di Paolo Ferri “Nativi Digitali” . In questo libro Paolo Ferri sostiene che le generazioni si sono divise in nativi digitali e immigrati digitali . I nativi digitali negli Stati Uniti sono tutti coloro che sono nati dal 1985 in poi mentre in Italia secondo Paolo Ferri sono tutti coloro che sono nati alla fine degli anni novanta . Gli adolescenti vengono chiamati nativi digitali perché sono nati in una sociètà in cui la rete già esisteva quindi non possono proprio immaginare come era il mondo prima della grande scoperta . Secondo Ferri la familiarità che questi bambini hanno con le tecnologie ha modificato anche il loro modo di apprendere, di conoscere e di comunicare . Uno degli atteggiamenti più sviluppati tra questi adolescenti è proprio il MULTITASKING(cioè fare più cose contemporaneamente leggere un libro, rispondere al telefono, ascoltare la muscica ecc..) Questo atteggiamento è nemico della memoria selettiva e della memoria associativa a lungo termine , questo accade solo però come sostiene Ferri quando abbiamo un atteggiamento non consapevole di quello che stiamo facendo. Per i nativi digitali il mondo virtuale è anche quello reale . Questi ultimi hanno difficoltà a distinguere questi due mondi e proprio questo potrebbe portare ad un’atrofizzazione. Anche Umberto Eco nel suo saggio “apocalittici ed integrati” ci fa capire che i pro e i contro sulle tecnologie ci sono sempre stati . Gli apocalittici andavano contro le tecnologie e il progresso mentre gli integrati sostenevano che il progresso era una parte integrante della società e che quindi non poteva essere abolito . La tecnologia in se non porta all’atrofizzazione ma un cattivo uso si quest’ultima si.
La nostra società è una società che viene definita del progresso , infatti noi ogni giorno siamo sottoposti alla conoscenza di nuove tecnologie. Le tecnologie sono di fondamentale importanza perché ci permettono di fare tantissime cose in pochissimo tempo come ad es. spedire un email e ricevere una risposta in un tempo sicuramente minore rispetta alla classica posta . questo è solo uno dei tantissimi esempi che si potrebbero fare . Grazie alle tecnologie inoltre possiamo permettere a persone che a causa di deficit non potrebbero svolgere delle azioni semplici come guidare la macchina . Fortunatamente il progresso non si ferma mai e quindi riesce a garantire a tutti la possibilità di essere autonomi . Ho letto un articolo molto interessante sul Corriere della sera così intitolato :
Più vicina l’auto per non vedenti
MILANO - «Alcuni mi hanno detto che ero pazzo e avrei dovuto usare i fondi per qualcosa di più realistico, altri pensavano che fosse una grande idea. Alcuni sono increduli, altri pensano che il nostro progetto sia incredibile». Così Marc Maurer, presidente della National Federaton of the Blind statunitense, racconta il suo sogno, che ha iniziato ad accarezzare già dieci anni fa: vedere un cieco guidare un auto, senza l'aiuto di nessuno. Oggi Maurer può rispondere agli scettici con una data: a gennaio prossimo, infatti, il primo prototipo di auto per non vedenti (un SUV modificato) sfreccerà sul circuito di Daytona in occasione della gara Rolex 24 Hours.
PROGETTO - Tutto è iniziato nel 2007 quando il Virginia Tech, un politecnico statunitense a forte vocazione innovativa, ha partecipato al DARPA Grand Challenge, una gara fra auto senza pilota sponsorizzata dal programma di ricerca del Dipartimento della Difesa statunitense. Il Virginia Tech si piazzò terzo con un'auto che montava sensori per il traffico, in grado di evitare incidenti e urti con altre vetture o oggetti. Forti di quell'esperienza, i ricercatori dell'università si sono proposti alla National Federation of the Blind per progettare un'auto per ciechi, derivata da quel primo prototipo senza pilota. Ed è così partito il programma di ricerca, che culminerà il prossimo gennaio con la corsa in pista a Daytona della prima auto per ciechi al mondo. Qualche sua caratteristica è già "filtrata" dai laboratori del Virginia Tech: le interfacce non visuali utilizzate per permettere ai non vedenti la guida, dando loro le informazioni raccolte dai sensori, sono principalmente due, DriveGrip e AirPix.
INTERFACCE - Il DriveGrip è di fatto un guanto con piccoli "motori" vibranti sulle nocche: attraverso la vibrazione l'auto segnala al pilota quando e quanto svoltare col volante; l'AirPix è invece una sorta di schermo forato attraverso cui passa aria compressa, così da informare il guidatore sull'eventuale presenza e posizione di ostacoli o altre auto di fronte o a lato della propria. Negli Stati Uniti le associazioni dei non vedenti sono già in fibrillazione e paragonano l'arrivo dell'auto per ciechi allo sbarco sulla Luna: «Cambierà definitivamente il concetto di limitazione che la società associa alla cecità: ci vorrà tempo prima che un cieco alla guida venga accettato, ma pian piano tutto questo servirà a cambiare la percezione della gente nei confronti dei non vedenti» spiega Maurer. Le speranze sono tante, ma ci sarà da aspettare prima di vedere in strada questi veicoli speciali, che nelle intenzioni dei progettisti potranno aiutare anche chi cieco non è, evitando gli incidenti e rendendo la guida più sicura: «Speriamo di trasformare presto il nostro prototipo in un'auto commercializzabile - ha detto Dennis Hong, l'ingegnere meccanico del Virginia Tech che guida il progetto -. Non accadrà, però, fintanto che non avremo la certezza completa della totale sicurezza e affidabilità della vettura. Occorreranno verosimilmente anni di test».
Questo è progetto bellissimo che potrà essere portato a termine solo grazie al continuo progredire della scienza .Penso quindi che la tecnologia in se per se non debba essere pensata come atrofizzazione ma solo come potenziamento . L’atrofizzazione potrebbe giungere nel momento in cui un individuo fa un cattivo uso delle tecnologie . Una delle più grandi tecnologie è stata proprio la scoperta di internet che in un primo momento fu utilizzata per scopi militari e poi diffuso in tutta la società . Mi rifaccio dunque al famoso libro di Paolo Ferri “Nativi Digitali” . In questo libro Paolo Ferri sostiene che le generazioni si sono divise in nativi digitali e immigrati digitali . I nativi digitali negli Stati Uniti sono tutti coloro che sono nati dal 1985 in poi mentre in Italia secondo Paolo Ferri sono tutti coloro che sono nati alla fine degli anni novanta . Gli adolescenti vengono chiamati nativi digitali perché sono nati in una sociètà in cui la rete già esisteva quindi non possono proprio immaginare come era il mondo prima della grande scoperta . Secondo Ferri la familiarità che questi bambini hanno con le tecnologie ha modificato anche il loro modo di apprendere, di conoscere e di comunicare . Uno degli atteggiamenti più sviluppati tra questi adolescenti è proprio il MULTITASKING(cioè fare più cose contemporaneamente leggere un libro, rispondere al telefono, ascoltare la muscica ecc..) Questo atteggiamento è nemico della memoria selettiva e della memoria associativa a lungo termine , questo accade solo però come sostiene Ferri quando abbiamo un atteggiamento non consapevole di quello che stiamo facendo. Per i nativi digitali il mondo virtuale è anche quello reale . Questi ultimi hanno difficoltà a distinguere questi due mondi e proprio questo potrebbe portare ad un’atrofizzazione. Anche Umberto Eco nel suo saggio “apocalittici ed integrati” ci fa capire che i pro e i contro sulle tecnologie ci sono sempre stati . Gli apocalittici andavano contro le tecnologie e il progresso mentre gli integrati sostenevano che il progresso era una parte integrante della società e che quindi non poteva essere abolito . La tecnologia in se non porta all’atrofizzazione ma un cattivo uso si quest’ultima si.
raffaella piccolo- Messaggi : 20
Data di iscrizione : 13.03.12
Età : 32
Località : Montefusco AV
- Messaggio n°86
la tecnologia atrofizza o migliora???
“ Non passa un solo giorno senza che noi non utilizziamo un mezzo tecnologico” è proprio da questa frase di G.Longo che voglio iniziare il mio commento , una frase molto veritiera dato che oggi, più che mai, stiamo assistendo ad una vera e propria evoluzione tecnologica : basta volgere lo sguardo al passato per capire come è cambiato il mondo di oggi, un mondo sempre più tecnologico fatto di grandi scoperte,talora fondamentali, che hanno portato una vera è propria simbiosi tra uomo e tecnologia . Nella lezione di lunedi abbiamo analizzato alcuni termini come dematerializzazione, smaterializzazione( Maldonado) intesa come assenza del corpo in internet e la conseguente creazione di un vero e proprio corpo virtuale (avatar ) , l’alter-ego ideato dall’uomo ,un nikname da chat semplicemente un personaggio creato dalla nostra immaginazione; soprattutto ci siamo soffermati sulla domanda di Granelli:” “ la tecnologia potenzia o atrofizza le capacita dell’uomo??? Una risposta univoca non c’è perché come tutte le cose vi sono aspetti positivi e negativi. Se da una parte, infatti, la tecnologia risulta fondamentale in quasi tutti i campi del vivere umano, dall’altra parte stiamo assistendo alla progressiva rinuncia del pensiero autentico che sta dilagando a macchia d’olio in tutta l’umanità odierna.
Come afferma lo scrittore contemporaneo Pier Angelo Piai, il cui pensiero condivido pienamente, ci sono due forme di pensiero: quello rivolto all’esterno e quello rivolto all’interno. Il pensiero “esterno” è quello che trova applicazione e riscontro nella vita pratica: si progetta e si applica utilizzando tutte le informazioni e conoscenze che abbiamo acquisito nei millenni passati e nel nostro tempo, questo tipo di pensiero sta per essere delegato all’informatica mentre l’operatività sarà retaggio della robotica. I computer compiono determinati calcoli in modo più preciso dell’uomo. Più si va avanti e più aumentano le possibilità che queste macchine sostituiscano l’uomo, inoltre, si sta riducendo il loro ingombro grazie anche alle nanotecnologie. Oggi riescono a compiere calcoli molto complessi, hanno capacità organizzative e possono auto-correggersi. La telematica è utilizzata per gestire e coordinare in tempo reale informazioni da tutto il mondo ed ognuno può disporre dell’enciclopedia universale delle conoscenze a casa propria tramite internet. L’effetto di questo fenomeno è visibile anche nelle scuole: molti studenti si fidano della memoria del loro computer non utilizzando pienamente la propria; purtroppo gli effetti sono sconvolgenti e la nuova ignoranza spadroneggia in tutti i campi: non si scrive più correttamente, non si sa applicare la logica matematica, non si conoscono più i fatti storici più salienti e le cause più prossime dei fenomeni scientifici. E’ già tutto pronto, basta pigiare qualche tasto e il mondo dell’informazione è disponibile in qualsiasi momento. Non serve approfondire, sforzarsi nella redazione di qualche testo, organizzare un elaborato personale.
Sorge spontanea una domanda:: ma nel futuro cosa faremo?
Il rischio è grosso: anche il cervello rischia di atrofizzarsi, come succede per i muscoli rimasti inutilizzati da lungo tempo Ma non siamo preparati, perché ci siamo abituati a pensare in modo strumentale, nel senso che continuiamo a pensare come raggiungere un determinato obiettivo, come risolvere i vari problemi che angustiano l’umanità, come divertirci, come soddisfare la nostra sete di potere, di guadagno e di protagonismo. I diversi video della Natural Geographic che abbiamo visionato hanno dimostrato come il nostro cervello ormai in parte atrofizzato possa essere ingannato facilmente ; forse è giunto realmente il momento del pensiero interiore, per cercare di sapere chi siamo realmente, cosa che i computer non potranno mai fare perchè la capacità di ogni mente umana sembra infinita.
Seymour Papert, matematico, informatico e pedagogista americano, sostiene infatti che oggi il mondo del sapere è governato da un caos di informazionale dove il rischio non è solamente quello di non riuscire adistinguere tra informazioni utili e non utili ma anche quello di creare un mondo sempre più lontano dalla realtà e in cui si tende a vivere emozioni senza rischiare, come avviene attraverso l’uso dei videogiochi e di internet.
Voglio concludere con una frase di Andrea Granelli : La tecnologia va conosciuta e usata con maturità. Bisogna poterla dominare, altrimenti sarà lei a dominare noi.
Come afferma lo scrittore contemporaneo Pier Angelo Piai, il cui pensiero condivido pienamente, ci sono due forme di pensiero: quello rivolto all’esterno e quello rivolto all’interno. Il pensiero “esterno” è quello che trova applicazione e riscontro nella vita pratica: si progetta e si applica utilizzando tutte le informazioni e conoscenze che abbiamo acquisito nei millenni passati e nel nostro tempo, questo tipo di pensiero sta per essere delegato all’informatica mentre l’operatività sarà retaggio della robotica. I computer compiono determinati calcoli in modo più preciso dell’uomo. Più si va avanti e più aumentano le possibilità che queste macchine sostituiscano l’uomo, inoltre, si sta riducendo il loro ingombro grazie anche alle nanotecnologie. Oggi riescono a compiere calcoli molto complessi, hanno capacità organizzative e possono auto-correggersi. La telematica è utilizzata per gestire e coordinare in tempo reale informazioni da tutto il mondo ed ognuno può disporre dell’enciclopedia universale delle conoscenze a casa propria tramite internet. L’effetto di questo fenomeno è visibile anche nelle scuole: molti studenti si fidano della memoria del loro computer non utilizzando pienamente la propria; purtroppo gli effetti sono sconvolgenti e la nuova ignoranza spadroneggia in tutti i campi: non si scrive più correttamente, non si sa applicare la logica matematica, non si conoscono più i fatti storici più salienti e le cause più prossime dei fenomeni scientifici. E’ già tutto pronto, basta pigiare qualche tasto e il mondo dell’informazione è disponibile in qualsiasi momento. Non serve approfondire, sforzarsi nella redazione di qualche testo, organizzare un elaborato personale.
Sorge spontanea una domanda:: ma nel futuro cosa faremo?
Il rischio è grosso: anche il cervello rischia di atrofizzarsi, come succede per i muscoli rimasti inutilizzati da lungo tempo Ma non siamo preparati, perché ci siamo abituati a pensare in modo strumentale, nel senso che continuiamo a pensare come raggiungere un determinato obiettivo, come risolvere i vari problemi che angustiano l’umanità, come divertirci, come soddisfare la nostra sete di potere, di guadagno e di protagonismo. I diversi video della Natural Geographic che abbiamo visionato hanno dimostrato come il nostro cervello ormai in parte atrofizzato possa essere ingannato facilmente ; forse è giunto realmente il momento del pensiero interiore, per cercare di sapere chi siamo realmente, cosa che i computer non potranno mai fare perchè la capacità di ogni mente umana sembra infinita.
Seymour Papert, matematico, informatico e pedagogista americano, sostiene infatti che oggi il mondo del sapere è governato da un caos di informazionale dove il rischio non è solamente quello di non riuscire adistinguere tra informazioni utili e non utili ma anche quello di creare un mondo sempre più lontano dalla realtà e in cui si tende a vivere emozioni senza rischiare, come avviene attraverso l’uso dei videogiochi e di internet.
Voglio concludere con una frase di Andrea Granelli : La tecnologia va conosciuta e usata con maturità. Bisogna poterla dominare, altrimenti sarà lei a dominare noi.
simonamanzoni- Messaggi : 22
Data di iscrizione : 13.03.12
Età : 44
Località : napoli
Lunedì mattina quando la professoressa ha aperto il dibattito, dopo la lezione, di impulso la prima risposta che avrei voluto dare era quella di concentrare la nostra attenzione sul disabile in chat.. perché dico questo..semplicemente perché dietro ad uno schermo si può essere ciò che non si è..si può essere Liberi.. liberi da schemi da congetture da stereotipi liberi di Essere ciò che veramente si è! Essere è il nostro “io”che parla..senza veli.. possiamo raccontarci agli altri senza che nessuno possa guardare prima il disabile e poi la persona.
Certo è un rischio..anzi penso che a volte un uso eccessivo del pc e di una chat possa portare alla dipendenza e a volte ad una “distorsione” della realtà..specialmente quando non si affronta la vita reale!
In merito a ciò ho fatto una piccola ricerca sul web ed ho visto che ci sono chat specifiche per persone disabili..ci sono forum che sono aperti allo scambio di idee di confronto..ma penso che a volte una persone disabile oltre al confronto con il gruppo dei suoi pari ha bisogno di evadere…(un po’ quello che dicevo prima)
Un altro aspetto che ha attirato la mia attenzione durante la lezione e stato quando abbiamo parlato della realtà virtuale..e..la prima domanda che mi sono posta è stata:ma cosa significa Virtuale.. bè io avrei dato una risposta molto generica se qualcuno me l’avesse chiesto.. sono quelle classiche parole che si conoscono ma nn bene fino in fondo..così,come ormai è diventato mio solito fare,mi sono documentata un po’…ed ho appreso che il termine virtuale è usato con diversi significati:
dal latino virtus, in riferimento alla virtù nel senso di forza
in campo filosofico e scientifico viene usato come sinonimo di potenziale, che può accadere
particolarmente usato in informatica è il significato di simulato, non reale:
Realtà virtuale (in inglese virtual reality, abbreviato VR) è il termine utilizzato per indicare una realtà simulata.
Anche se, a livello teorico, la realtà virtuale potrebbe essere costituita attraverso un sistema totalmente immersivo in cui tutti i sensi umani possono essere utilizzati (più specificamente realtà virtuale immersiva o RVI), attualmente il termine è applicato solitamente a qualsiasi tipo di simulazione virtuale creata attraverso l'uso del computer, dai videogiochi che vengono visualizzati su un normale schermo, alle applicazioni che richiedono l'uso degli appositi guanti muniti di sensori (wired gloves) ed infine al World Wide Web.
La realtà virtuale, per sua stessa definizione, simula la realtà effettiva. La tecnologia oggi ha raggiunto livelli impensabili qualche anno fa. È infatti possibile navigare in ambientazioni fotorealistiche in tempo reale, interagendo con gli oggetti presenti in esse.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/78/AC89-0437-20_a.jpeg/220px-AC89-0437-20_a.jpeg
Già negli anni cinquanta, Morton Heilig scriveva di un "cinema esperienza" (Experience Theater) che poteva coinvolgere tutti i sensi in maniera realistica, immergendo lo spettatore nell'azione che si svolgeva sullo schermo. Costruì un prototipo della sua visione, chiamato Sensorama, nel 1962, insieme a cinque film che questo apparecchio proiettava e che coinvolgevano molti sensi (vista, udito, olfatto, tatto). Costruito prima dei computer digitali, il Sensorama era un dispositivo meccanico che funziona ancora oggi. Nel 1968 Ivan Sutherland, con l'aiuto del suo studente Bob Sproull, creò quello che è considerato il primo sistema di realtà virtuale con visore. Era primitivo sia in termini diinterfaccia utente sia di realismo, il visore da indossare era così pesante da dover essere appeso al soffitto e la grafica era costituita da semplici stanze in wireframe. L'aspetto di quel dispositivo ne ispirò il nome, La Spada di Damocle.
Il primo hypermedia e il primo sistema di realtà virtuale è stato l'Aspen Movie Map creato al MIT nel 1977. Il programma era una simulazione abbastanza grezza della cittadina di Aspen, Colorado, in cui gli utenti potevano camminare per le vie in tre modalità: inverno, estate e poligonale. Le prime due erano basate su una serie di filmati del luogo montati in modo da coprire ogni possibile percorso tra le strade della città, mentre la terza era una ricostruzione poligonale (poco realistica per via dei mezzi dell'epoca).
Il termine virtual reality fu coniato, pare, nel 1989 da Jaron Lanier, uno dei pionieri in questo campo, che ha fondato la compagnia VPL Research (Virtual Programming Languages, linguaggi di programmazione virtuale). Il termine cyberspazio era apparso invece per la prima volta in un'opera del 1982 dello scrittore americano William Gibson.
Al livello tecnologico attuale (2006), è ancora piuttosto semplice stabilire la differenza tra l'esperienza in un ambiente reale e in uno virtuale: se infatti le immagini simulate stanno guadagnando un buon livello di fotorealismo, tuttavia altri sensi non vengono correttamente simulati (olfatto e tatto sono al momento poco sfruttati).
Molto in voga nel corso degli anni novanta del XX secolo a livello di cultura popolare, il termine realtà virtuale, eccessivamente inflazionato, è in seguito caduto quasi del tutto in disuso. Paradossalmente, ora è più comunemente usato in senso metaforico, per indicare una serie di menzogne che una persona è costretta o indottrinata a credere, oppure illusioni in cui un individuo si rifugia.
Un filone promettente è quello della realtà aumentata (augmented reality) che intende mescolare la percezione della realtà circostante con immagini generate al computer, in grado di fornire informazioni aggiuntive all'utente senza impedirgli di muoversi ed interagire con l'ambiente nativo.
La realtà virtuale immersiva (un ambiente costruito intorno all'utente) secondo il livello tecnologico attuale e secondo le previsioni possibili per il prossimo futuro potrà essere utilizzata dalla massa grazie ad alcune periferiche (in parte già utilizzate):
visore - un casco o dei semplici occhiali in cui gli schermi vicini agli occhi annullano il mondo reale dalla visuale dell'utente. Il visore può inoltre contenere dei sistemi per la rilevazione dei movimenti, in modo che girando la testa da un lato, ad esempio, si ottenga la stessa azione anche nell'ambiente virtuale.
auricolari - trasferiscono i suoni all'utente.
wired gloves (guanti) - i guanti rimpiazzano mouse, tastiera, joystick, trackball e gli altri sistemi manuali di input. Possono essere utilizzati per i movimenti, per impartire comandi, digitare su tastiere virtuali, ecc.
cybertuta - una tuta che avvolge il corpo. Può avere molteplici utilizzi: può simulare il tatto flettendo su se stessa grazie al tessuto elastico, può realizzare una scansione tridimensionale del corpo dell'utente e trasferirla nell'ambiente virtuale.
Alcuni ipotizzano che queste periferiche potranno un giorno essere sostituite da sistemi collegati direttamente al cervello dell'utente (cosiddetto wetware). La fantascienza fornisce molte alternative (si vedano per esempio i film Brainstorm generazione elettronica del 1983 eStrange Days del 1995).
Ancor più che per gli adulti, quando si ha a che fare con bambini disabili, la realtà virtuale per la riabilitazione neuromotoria rappresenta una novità efficace. Si tratta di un insieme di tecnologie che permettono di creare un cosiddetto ambiente virtuale in cui si svolge la riabilitazione da disabilità di tipo motorio, cognitivo e sensoriale attraverso l’immersione visiva e uditiva.
Per sensibilizzare dunque su questa tipologia di tecniche e interventi, e renderle sempre più presenti nei programmi di riabilitazione, la Fondazione Don Gnocchi ha lanciato una campagna di sensibilizzazione.Un’altra notizia per me molto interessante riguarda un articolo uscito sul corriere della sera circa un anno fa.
-riporto di seguito l’intero articolo-
Disabili, robot e giochi per l'autonomia
"Presenccia", interfaccia cervello-computer per insegnare agli amputati come utilizzare un arto artificiale.
"Kompaï", automa progettato per le attività in casa
MILANO - ICT 2010 è il maggiore evento europeo dedicato alle nuove tecnologie informatiche e si tiene a Bruxelles. Un'occasione in cui sono stati presentati diversi progetti finanziati dall'Unione Europea che puntano al miglioramento delle condizioni di vita di disabili, anziani, malati, passando sia per la realtà virtuale che per la robotica. "Presenccia" propone soluzioni di tecnologia virtuale in applicazioni mediche per la riabilitazione dei disabili grazie a un'innovativa interfaccia cervello-computer. Secondo i suoi sviluppatori potrebbe insegnare agli amputati come utilizzare un arto artificiale o permettere a persone in sedia a rotelle di camminare nella realtà virtuale. Un altro risvolto è aiutare le persone paralizzate a digitare un testo usando il pensiero. Il progetto è stato realizzato da università, centri di ricerca e piccole e medie imprese provenienti da Austria, Germania, Israele, Italia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.
MONDO VIRTUALE - Altro progetto che utilizza i benefici della realtà virtuale a favore dei malati è "PlayMancer", sviluppato tra università, centri di ricerca e aziende di Austria, Danimarca, Grecia, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera. Esplora i potenziali benefici dei giochi 3D per contribuire ad alleviare gli effetti negativi dei disturbi mentali e per aiutare i pazienti ad affrontare meglio le terapie. PlayMancer porta il paziente in un mondo virtuale e durante il gioco riconosce le emozioni dei pazienti sulla base della voce, delle espressioni del viso e dei movimenti del corpo. Calcolando lo stato emotivo del paziente e regolandosi di conseguenza, il gioco può contribuire ad alleviare i sintomi del paziente. Uscendo dal mondo virtuale, due diversi progetti hanno sviluppato robot in grado di assistere nella loro quotidianità le persone a mobilità ridotta. Il primo automa ci chiama "Kompaï" ed è progettato per aiutare le persone malate, gli anziani o i disabili che hanno bisogno di aiuto per condurre una vita indipendente a casa. Il robot può parlare, capire ciò che viene detto, muoversi liberamente all'interno dell'abitazione, e persino accedere a servizi internet. Realizza cosa pratiche come tenere l'agenda e compilare liste della spesa, ma può anche impostare una videoconferenza con i medici curanti. Robosoft, una società francese, ha progettato Kompaï assieme a partner provenienti francesi, austriaci e ungheresi.
Per me è assurdo pensare a quante scoperte ci sono state e soprattutto come,nel corso degli anni, l’uomo ha fatto si che le varie tecnologie aiutassero a migliorare la qualità di una persona disabile.
La frase che più mi è piaciuta e che mi ha fatto riflettere è:
Non importa quanto virtuale il soggetto possa diventare..c’è sempre un corpo attaccato.
Questa frase mi ha fatto ricordare diversi film come ad esempio,oltre Avator che abbiamo visto in aula, Matrix
Matrix è un film del 1999 scritto e diretto dai fratelli Andy e Larry Wachowski. È un film di fantascienza che ha vinto numerosi premi, tra cui quattro Oscar.Le frasi che mi portano a ragionare su tutto il film sono le seguenti:
« Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità. »
« Credi sia aria quella che respiri ora? »
…e la cosa impensabile di questi film e che tutti si ricollegano ad una realtà virtuale..un mondo parallelo..quindi la domanda che in questo momento mi è passata per la testa è: perché siamo tanto propensi a “vivere”un mondo che non esiste..quando nella realtà non siamo capaci di cogliere a pieno ciò che la vita ci offre??
Corriamo…corriamo corriamo ma dove???
A questo punto posso dire che forse ai tempi di mia nonna,per una parte,si viveva molto meglio..
Concludo qui il mio commento anche se ho notato che avrei ancora tante riflessioni da fare e condividerle con voi..solo che come sempre quando “entro” in un discorso mi rendo conto di dilungarmi tanto.
Grazie..Simona
Certo è un rischio..anzi penso che a volte un uso eccessivo del pc e di una chat possa portare alla dipendenza e a volte ad una “distorsione” della realtà..specialmente quando non si affronta la vita reale!
In merito a ciò ho fatto una piccola ricerca sul web ed ho visto che ci sono chat specifiche per persone disabili..ci sono forum che sono aperti allo scambio di idee di confronto..ma penso che a volte una persone disabile oltre al confronto con il gruppo dei suoi pari ha bisogno di evadere…(un po’ quello che dicevo prima)
Un altro aspetto che ha attirato la mia attenzione durante la lezione e stato quando abbiamo parlato della realtà virtuale..e..la prima domanda che mi sono posta è stata:ma cosa significa Virtuale.. bè io avrei dato una risposta molto generica se qualcuno me l’avesse chiesto.. sono quelle classiche parole che si conoscono ma nn bene fino in fondo..così,come ormai è diventato mio solito fare,mi sono documentata un po’…ed ho appreso che il termine virtuale è usato con diversi significati:
dal latino virtus, in riferimento alla virtù nel senso di forza
in campo filosofico e scientifico viene usato come sinonimo di potenziale, che può accadere
particolarmente usato in informatica è il significato di simulato, non reale:
Realtà virtuale (in inglese virtual reality, abbreviato VR) è il termine utilizzato per indicare una realtà simulata.
Anche se, a livello teorico, la realtà virtuale potrebbe essere costituita attraverso un sistema totalmente immersivo in cui tutti i sensi umani possono essere utilizzati (più specificamente realtà virtuale immersiva o RVI), attualmente il termine è applicato solitamente a qualsiasi tipo di simulazione virtuale creata attraverso l'uso del computer, dai videogiochi che vengono visualizzati su un normale schermo, alle applicazioni che richiedono l'uso degli appositi guanti muniti di sensori (wired gloves) ed infine al World Wide Web.
La realtà virtuale, per sua stessa definizione, simula la realtà effettiva. La tecnologia oggi ha raggiunto livelli impensabili qualche anno fa. È infatti possibile navigare in ambientazioni fotorealistiche in tempo reale, interagendo con gli oggetti presenti in esse.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/78/AC89-0437-20_a.jpeg/220px-AC89-0437-20_a.jpeg
Già negli anni cinquanta, Morton Heilig scriveva di un "cinema esperienza" (Experience Theater) che poteva coinvolgere tutti i sensi in maniera realistica, immergendo lo spettatore nell'azione che si svolgeva sullo schermo. Costruì un prototipo della sua visione, chiamato Sensorama, nel 1962, insieme a cinque film che questo apparecchio proiettava e che coinvolgevano molti sensi (vista, udito, olfatto, tatto). Costruito prima dei computer digitali, il Sensorama era un dispositivo meccanico che funziona ancora oggi. Nel 1968 Ivan Sutherland, con l'aiuto del suo studente Bob Sproull, creò quello che è considerato il primo sistema di realtà virtuale con visore. Era primitivo sia in termini diinterfaccia utente sia di realismo, il visore da indossare era così pesante da dover essere appeso al soffitto e la grafica era costituita da semplici stanze in wireframe. L'aspetto di quel dispositivo ne ispirò il nome, La Spada di Damocle.
Il primo hypermedia e il primo sistema di realtà virtuale è stato l'Aspen Movie Map creato al MIT nel 1977. Il programma era una simulazione abbastanza grezza della cittadina di Aspen, Colorado, in cui gli utenti potevano camminare per le vie in tre modalità: inverno, estate e poligonale. Le prime due erano basate su una serie di filmati del luogo montati in modo da coprire ogni possibile percorso tra le strade della città, mentre la terza era una ricostruzione poligonale (poco realistica per via dei mezzi dell'epoca).
Il termine virtual reality fu coniato, pare, nel 1989 da Jaron Lanier, uno dei pionieri in questo campo, che ha fondato la compagnia VPL Research (Virtual Programming Languages, linguaggi di programmazione virtuale). Il termine cyberspazio era apparso invece per la prima volta in un'opera del 1982 dello scrittore americano William Gibson.
Al livello tecnologico attuale (2006), è ancora piuttosto semplice stabilire la differenza tra l'esperienza in un ambiente reale e in uno virtuale: se infatti le immagini simulate stanno guadagnando un buon livello di fotorealismo, tuttavia altri sensi non vengono correttamente simulati (olfatto e tatto sono al momento poco sfruttati).
Molto in voga nel corso degli anni novanta del XX secolo a livello di cultura popolare, il termine realtà virtuale, eccessivamente inflazionato, è in seguito caduto quasi del tutto in disuso. Paradossalmente, ora è più comunemente usato in senso metaforico, per indicare una serie di menzogne che una persona è costretta o indottrinata a credere, oppure illusioni in cui un individuo si rifugia.
Un filone promettente è quello della realtà aumentata (augmented reality) che intende mescolare la percezione della realtà circostante con immagini generate al computer, in grado di fornire informazioni aggiuntive all'utente senza impedirgli di muoversi ed interagire con l'ambiente nativo.
La realtà virtuale immersiva (un ambiente costruito intorno all'utente) secondo il livello tecnologico attuale e secondo le previsioni possibili per il prossimo futuro potrà essere utilizzata dalla massa grazie ad alcune periferiche (in parte già utilizzate):
visore - un casco o dei semplici occhiali in cui gli schermi vicini agli occhi annullano il mondo reale dalla visuale dell'utente. Il visore può inoltre contenere dei sistemi per la rilevazione dei movimenti, in modo che girando la testa da un lato, ad esempio, si ottenga la stessa azione anche nell'ambiente virtuale.
auricolari - trasferiscono i suoni all'utente.
wired gloves (guanti) - i guanti rimpiazzano mouse, tastiera, joystick, trackball e gli altri sistemi manuali di input. Possono essere utilizzati per i movimenti, per impartire comandi, digitare su tastiere virtuali, ecc.
cybertuta - una tuta che avvolge il corpo. Può avere molteplici utilizzi: può simulare il tatto flettendo su se stessa grazie al tessuto elastico, può realizzare una scansione tridimensionale del corpo dell'utente e trasferirla nell'ambiente virtuale.
Alcuni ipotizzano che queste periferiche potranno un giorno essere sostituite da sistemi collegati direttamente al cervello dell'utente (cosiddetto wetware). La fantascienza fornisce molte alternative (si vedano per esempio i film Brainstorm generazione elettronica del 1983 eStrange Days del 1995).
Ancor più che per gli adulti, quando si ha a che fare con bambini disabili, la realtà virtuale per la riabilitazione neuromotoria rappresenta una novità efficace. Si tratta di un insieme di tecnologie che permettono di creare un cosiddetto ambiente virtuale in cui si svolge la riabilitazione da disabilità di tipo motorio, cognitivo e sensoriale attraverso l’immersione visiva e uditiva.
Per sensibilizzare dunque su questa tipologia di tecniche e interventi, e renderle sempre più presenti nei programmi di riabilitazione, la Fondazione Don Gnocchi ha lanciato una campagna di sensibilizzazione.Un’altra notizia per me molto interessante riguarda un articolo uscito sul corriere della sera circa un anno fa.
-riporto di seguito l’intero articolo-
Disabili, robot e giochi per l'autonomia
"Presenccia", interfaccia cervello-computer per insegnare agli amputati come utilizzare un arto artificiale.
"Kompaï", automa progettato per le attività in casa
MILANO - ICT 2010 è il maggiore evento europeo dedicato alle nuove tecnologie informatiche e si tiene a Bruxelles. Un'occasione in cui sono stati presentati diversi progetti finanziati dall'Unione Europea che puntano al miglioramento delle condizioni di vita di disabili, anziani, malati, passando sia per la realtà virtuale che per la robotica. "Presenccia" propone soluzioni di tecnologia virtuale in applicazioni mediche per la riabilitazione dei disabili grazie a un'innovativa interfaccia cervello-computer. Secondo i suoi sviluppatori potrebbe insegnare agli amputati come utilizzare un arto artificiale o permettere a persone in sedia a rotelle di camminare nella realtà virtuale. Un altro risvolto è aiutare le persone paralizzate a digitare un testo usando il pensiero. Il progetto è stato realizzato da università, centri di ricerca e piccole e medie imprese provenienti da Austria, Germania, Israele, Italia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.
MONDO VIRTUALE - Altro progetto che utilizza i benefici della realtà virtuale a favore dei malati è "PlayMancer", sviluppato tra università, centri di ricerca e aziende di Austria, Danimarca, Grecia, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera. Esplora i potenziali benefici dei giochi 3D per contribuire ad alleviare gli effetti negativi dei disturbi mentali e per aiutare i pazienti ad affrontare meglio le terapie. PlayMancer porta il paziente in un mondo virtuale e durante il gioco riconosce le emozioni dei pazienti sulla base della voce, delle espressioni del viso e dei movimenti del corpo. Calcolando lo stato emotivo del paziente e regolandosi di conseguenza, il gioco può contribuire ad alleviare i sintomi del paziente. Uscendo dal mondo virtuale, due diversi progetti hanno sviluppato robot in grado di assistere nella loro quotidianità le persone a mobilità ridotta. Il primo automa ci chiama "Kompaï" ed è progettato per aiutare le persone malate, gli anziani o i disabili che hanno bisogno di aiuto per condurre una vita indipendente a casa. Il robot può parlare, capire ciò che viene detto, muoversi liberamente all'interno dell'abitazione, e persino accedere a servizi internet. Realizza cosa pratiche come tenere l'agenda e compilare liste della spesa, ma può anche impostare una videoconferenza con i medici curanti. Robosoft, una società francese, ha progettato Kompaï assieme a partner provenienti francesi, austriaci e ungheresi.
Per me è assurdo pensare a quante scoperte ci sono state e soprattutto come,nel corso degli anni, l’uomo ha fatto si che le varie tecnologie aiutassero a migliorare la qualità di una persona disabile.
La frase che più mi è piaciuta e che mi ha fatto riflettere è:
Non importa quanto virtuale il soggetto possa diventare..c’è sempre un corpo attaccato.
Questa frase mi ha fatto ricordare diversi film come ad esempio,oltre Avator che abbiamo visto in aula, Matrix
Matrix è un film del 1999 scritto e diretto dai fratelli Andy e Larry Wachowski. È un film di fantascienza che ha vinto numerosi premi, tra cui quattro Oscar.Le frasi che mi portano a ragionare su tutto il film sono le seguenti:
« Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità. »
« Credi sia aria quella che respiri ora? »
…e la cosa impensabile di questi film e che tutti si ricollegano ad una realtà virtuale..un mondo parallelo..quindi la domanda che in questo momento mi è passata per la testa è: perché siamo tanto propensi a “vivere”un mondo che non esiste..quando nella realtà non siamo capaci di cogliere a pieno ciò che la vita ci offre??
Corriamo…corriamo corriamo ma dove???
A questo punto posso dire che forse ai tempi di mia nonna,per una parte,si viveva molto meglio..
Concludo qui il mio commento anche se ho notato che avrei ancora tante riflessioni da fare e condividerle con voi..solo che come sempre quando “entro” in un discorso mi rendo conto di dilungarmi tanto.
Grazie..Simona
Valentina Gaudioso- Messaggi : 18
Data di iscrizione : 16.03.12
Età : 33
Località : Napoli
- Messaggio n°88
La tecnologia va usata con maturità!
In aula abbiamo parlato di Avatar, vale a dire creatura non composta di carne ma di virtualità,
solo che Sandy Stone afferma che 'non importa quanto virtuale il soggetto possa diventare, c'è sempre un corpo attaccato'
quindi metaforicamente parlando è metà uomo e metà macchina. Abbiamo visto anche un pezzo del film Avatar,che oltretutto non avevo mai visto.
Ho appreso in classe anche il significato di Smaterializzazione del corpo virtuale ossia assenza del corpo; Dematerializzazione della nostra realtà ovvero Tomàs Maldonado affronta questo discorso sul rapporto reale e virtuale;
Inoltre si dice 'corpi tagged and tracked' (Caronia) per indicare etichettate on-line, ossia persone pericolose e ricercate, controllate da un qualunque oggetto elettronico;
Il sè digitale di Granelli che ci spiega se le tecnologie portano vantaggio o ci atrofizzano. A proposito di questo, a mio parere la tecnologia è senza dubbio, un fenomeno mondiale in continua crescita e ci ha reso la comunicazione più semplice, xò va usata con maturità perchè purtroppo si può arrivare ad una dipendenza della rete (Net Addiction) che quasi ci limita la libertà.
È NATO infatti a Pechino il primo ospedale specializzato nella cura di disintossicazione da internet.
Una terapia sperimentale nata per curare i ragazzi drogati dalla rete.
Depressione, nervosismo, paure, attacchi di panico, scarsa capacità di interazione con gli altri, insonnia: sono alcuni dei problemi dovuti dall’eccessivo utilizzo della tecnologia.
Se invece la tecnologia viene usata con maturità, ci aiuta e ci porta beneficio, pensiamo alle protesi di Pistorius,
se non ci fosse la tecnologia, probabilmente egli non potrebbe correre alle olimpiadi.
La tecnologia inoltre, può servire anche agli scenziati per capire molte più case, come ad esempio nel video che abbiamo visto in aula
"cosa ti dice il cervello? l'investigatore della mente" Gli studiosi senza la tecnologia avanzata non avrebbero potuto scoprire molte cose sul cervello umano.
[img][/img]
Questa foto mi fa pensare a mia sorella che ora ha 14 anni, ma quando era piccola, all'età di 3\4 anni aveva già imparato
a scrivere su word i nomi della famiglia, disegnare su paint, giocare ai giochi di carte sul pc..ecc MA non si sapeva allacciare le scarpe; Questo fa capire quanto il mondo della tecnologia è parte integrante della giornata dei bambini,
infatti secondo un sondaggio, un bambino su 3 non può vivere senza computer.
E' sicuramente un dato di fatto che le nuove generazioni siano molto precoci, imparano velocemente a memorizzare ed hanno una dimestichezza innata con il mondo della tecnologia.
Ho trovato un'articolo sul web che raccontava di come l’iPad possa essere tranquillamente utilizzato anche da bambini di due anni,
infatti in questo video viene ripreso un bimbo di 2 anni mentre esplora l’iPad del papà.
E' impressionante come questo bambino, riesca a riconoscere le icone che gli interessano e la sicurezza con la quale sfoglia le pagine con quelle dita così dolci e piccoline
Valentina Gaudioso
solo che Sandy Stone afferma che 'non importa quanto virtuale il soggetto possa diventare, c'è sempre un corpo attaccato'
quindi metaforicamente parlando è metà uomo e metà macchina. Abbiamo visto anche un pezzo del film Avatar,che oltretutto non avevo mai visto.
Ho appreso in classe anche il significato di Smaterializzazione del corpo virtuale ossia assenza del corpo; Dematerializzazione della nostra realtà ovvero Tomàs Maldonado affronta questo discorso sul rapporto reale e virtuale;
Inoltre si dice 'corpi tagged and tracked' (Caronia) per indicare etichettate on-line, ossia persone pericolose e ricercate, controllate da un qualunque oggetto elettronico;
Il sè digitale di Granelli che ci spiega se le tecnologie portano vantaggio o ci atrofizzano. A proposito di questo, a mio parere la tecnologia è senza dubbio, un fenomeno mondiale in continua crescita e ci ha reso la comunicazione più semplice, xò va usata con maturità perchè purtroppo si può arrivare ad una dipendenza della rete (Net Addiction) che quasi ci limita la libertà.
È NATO infatti a Pechino il primo ospedale specializzato nella cura di disintossicazione da internet.
Una terapia sperimentale nata per curare i ragazzi drogati dalla rete.
Depressione, nervosismo, paure, attacchi di panico, scarsa capacità di interazione con gli altri, insonnia: sono alcuni dei problemi dovuti dall’eccessivo utilizzo della tecnologia.
Se invece la tecnologia viene usata con maturità, ci aiuta e ci porta beneficio, pensiamo alle protesi di Pistorius,
se non ci fosse la tecnologia, probabilmente egli non potrebbe correre alle olimpiadi.
La tecnologia inoltre, può servire anche agli scenziati per capire molte più case, come ad esempio nel video che abbiamo visto in aula
"cosa ti dice il cervello? l'investigatore della mente" Gli studiosi senza la tecnologia avanzata non avrebbero potuto scoprire molte cose sul cervello umano.
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Questa foto mi fa pensare a mia sorella che ora ha 14 anni, ma quando era piccola, all'età di 3\4 anni aveva già imparato
a scrivere su word i nomi della famiglia, disegnare su paint, giocare ai giochi di carte sul pc..ecc MA non si sapeva allacciare le scarpe; Questo fa capire quanto il mondo della tecnologia è parte integrante della giornata dei bambini,
infatti secondo un sondaggio, un bambino su 3 non può vivere senza computer.
E' sicuramente un dato di fatto che le nuove generazioni siano molto precoci, imparano velocemente a memorizzare ed hanno una dimestichezza innata con il mondo della tecnologia.
Ho trovato un'articolo sul web che raccontava di come l’iPad possa essere tranquillamente utilizzato anche da bambini di due anni,
infatti in questo video viene ripreso un bimbo di 2 anni mentre esplora l’iPad del papà.
E' impressionante come questo bambino, riesca a riconoscere le icone che gli interessano e la sicurezza con la quale sfoglia le pagine con quelle dita così dolci e piccoline
Valentina Gaudioso
alessandra sorrentino- Messaggi : 14
Data di iscrizione : 14.03.12
La lezione di lunedi è stata molto interessante. Tra le domande poste dalla professoressa mi ha colpita la prima: la tecnologia come atrofizzazione o potenziamento? Personalmente credo che la tecnologia abbia due aspetti sostanziali: uno positivo e l'altro negativo. Da un lato la si può valutare in modo positivo quando tende ad aiutare l'uomo nelle situazioni difficili (ad esempio: nel caso dei deficit fisici come accade nel film Avatar); dall'altro la si può valutare in modo negativo in quanto tende a far si che le persone, con l'ausilio di macchinari, software ecc.., diventino più pigre e non relazionino col pubblico.
viviana.imparato- Messaggi : 21
Data di iscrizione : 12.03.12
- Messaggio n°90
tecnologie e atrofizzazione.
L’essere umano è dotato di innumerevoli capacità che si sviluppano in maniera e misura diverse in base al soggetto. Queste capacità possono essere potenziate o ridotte quando l’uomo viene in contatto con fattori esterni.
La tecnologia è uno di questi fattori.
Abbiamo parlato di potenziamento quando abbiamo trattato il tema delle protesi integrative per lo sport e analizzato,in particolare,il caso di Oscar Pistorius. In quel caso è certo che la tecnologia abbia svolto un ruolo positivo permettendo di camminare e correre ad una persona che sulla carta non avrebbe mai potuto farlo. Vi sono ,ovviamente altri casi in cui la tecnologia svolge un ruolo positivo di potenziamento,basti pensare al vasto campo della domotica che riesce,grazie alla tecnologia,a migliorare la qualità della vita di svariate persone.
L’uso della tecnologia,tuttavia,è molto più vasto e complesso e coinvolge in modo pesante la vita di ogni essere umano. La tecnologia è,infatti,ovunque e ce ne serviamo per compiere anche i più piccoli gesti quotidiani. Usiamo la tecnologia per andare a comprare il pane quando usiamo l’automobile invece di usare i piedi o una bicicletta;la usiamo per pagare bollette quando preferiamo procedure on line alle file in posta;la usiamo quando per fare una torta ci serviamo di un macchinario che fa tutto al posto nostro.
Ci si è interrogati spesso sugli effetti di questa presenza così totalizzante della tecnologia e molti autori hanno affrontato il tema nei propri scritti.
È il caso di Giuseppe Longo e del suo testo “homo technologicus”.
L’homo technologicus è una sorta di evoluzione dell’uomo sapiens che si è evoluto in questo nuovo tipo di “umano” trasformato dalla tecnologia;una sorta di ibrido di uomo e macchina che rappresenta l’uomo moderno.
Come afferma Longo le tecnologie fanno parte della vita dell’uomo e non possono essere da esso separate al punto che “la tecnologia diventa la fisicità stessa dell’uomo”.
Per supportare il mio discorso ho deciso di soffermarmi su un autore,Granelli e sul testo il “sé digitale” in cui,l’autore, affronta il tema delle tecnologie viste come estensioni delle potenzialità umane e ci propone una domanda che cerchiamo qui di analizzare:”la tecnologia potenzia o atrofizza l’uomo?”.
Ho parlato di come la tecnologia possa potenziare l’uomo e aiutarlo a superare quelli che possono rappresentare dei limiti nello svolgimento di alcune funzioni e azioni;ora,vorrei soffermarmi sull’altro aspetto proposto da Granelli ovvero “l’atrofizzazione” causata dalle uso errato ed eccessivo delle tecnologie.
La tecnologia,infatti,rischia di atrofizzare le nostre capacità sensoriali e di impedire il loro corretto utilizzo. Una cosa che ho sempre notato (e che ritengo sia pertinente al mio discorso e possa essere portata ad esempio) è che una persona abituata ad usare la calcolatrice per fare calcoli matematici impiegherà più tempo e avrà più difficoltà a fare i calcoli a mente rispetto ad una persona che non usa abitualmente la calcolatrice.
Così come è noto che le persone non vedenti in molti casi hanno un udito più sviluppato.
Questi sono solo dei banali esempi ma dimostrano che mettere da parte l’utilizzo di uno dei nostri sensi (così come della nostra mente) a favore della tecnologia (o per cause di forza maggiore) comporta un’atrofizzazione, ovvero la riduzione della funzionalità legata al senso meno usato.
Il mio pensiero è che la tecnologia applicata alla disabilità sia una risorsa fondamentale e necessaria oltre che una grande conquista da parte della scienza. Ma andando oltre il discorso disabilità ritengo che le tecnologie abbiano apportato modifiche considerevoli e positive nelle nostre vite come la possibilità di informarci su quello che avviene dall’altra parte del mondo con un solo “clic”,la possibilità di raggiungere parenti e amici che abitano lontano in tempi sempre più brevi,la possibilità di formarsi dal proprio domicilio grazie all’ e-learning ,e così via…
Ma come tantissime altre cose,anche per la tecnologia,bisogna star attenti agli eccessi e a farne il giusto utilizzo per non cadere nell’atrofizzazione sensoriale di cui ho parlato in precedenza. Oltre quel tipo di atrofizzazione ritengo che ve ne sia un altro ovvero l’atrofizzazione del “cuore”. La tecnologia,infatti, ha portato con sé la possibilità di comunicare con persone conosciute o meno e di trasmettere le proprie emozioni fino a crearsi una vera e propria vita parallela (in aula abbiamo,infatti,parlato di avatar e della possibilità di crearsi un'identità artificiale cambiando i propri connotati e addirittura il proprio nome).Ciò ha causato in molte persone una sorta di chiusura in se stessi e la difficoltà crescente di relazionarsi al prossimo e comunicare ad esso le proprie sensazioni ed emozioni.
Vorrei concludere con uno spunto dato da David Abram quando afferma che “occhi, pelle, lingua, orecchie sono di fatto porte di accesso tramite cui il nostro corpo riceve stimoli e nutrimento dall’«altruità»”;i sensi vanno,dunque,usati nella loro completezza e in modo consapevole senza lasciare alla tecnologia più potere di quello che possiede e diventare tutti delle macchine.
La tecnologia è uno di questi fattori.
Abbiamo parlato di potenziamento quando abbiamo trattato il tema delle protesi integrative per lo sport e analizzato,in particolare,il caso di Oscar Pistorius. In quel caso è certo che la tecnologia abbia svolto un ruolo positivo permettendo di camminare e correre ad una persona che sulla carta non avrebbe mai potuto farlo. Vi sono ,ovviamente altri casi in cui la tecnologia svolge un ruolo positivo di potenziamento,basti pensare al vasto campo della domotica che riesce,grazie alla tecnologia,a migliorare la qualità della vita di svariate persone.
L’uso della tecnologia,tuttavia,è molto più vasto e complesso e coinvolge in modo pesante la vita di ogni essere umano. La tecnologia è,infatti,ovunque e ce ne serviamo per compiere anche i più piccoli gesti quotidiani. Usiamo la tecnologia per andare a comprare il pane quando usiamo l’automobile invece di usare i piedi o una bicicletta;la usiamo per pagare bollette quando preferiamo procedure on line alle file in posta;la usiamo quando per fare una torta ci serviamo di un macchinario che fa tutto al posto nostro.
Ci si è interrogati spesso sugli effetti di questa presenza così totalizzante della tecnologia e molti autori hanno affrontato il tema nei propri scritti.
È il caso di Giuseppe Longo e del suo testo “homo technologicus”.
L’homo technologicus è una sorta di evoluzione dell’uomo sapiens che si è evoluto in questo nuovo tipo di “umano” trasformato dalla tecnologia;una sorta di ibrido di uomo e macchina che rappresenta l’uomo moderno.
Come afferma Longo le tecnologie fanno parte della vita dell’uomo e non possono essere da esso separate al punto che “la tecnologia diventa la fisicità stessa dell’uomo”.
Per supportare il mio discorso ho deciso di soffermarmi su un autore,Granelli e sul testo il “sé digitale” in cui,l’autore, affronta il tema delle tecnologie viste come estensioni delle potenzialità umane e ci propone una domanda che cerchiamo qui di analizzare:”la tecnologia potenzia o atrofizza l’uomo?”.
Ho parlato di come la tecnologia possa potenziare l’uomo e aiutarlo a superare quelli che possono rappresentare dei limiti nello svolgimento di alcune funzioni e azioni;ora,vorrei soffermarmi sull’altro aspetto proposto da Granelli ovvero “l’atrofizzazione” causata dalle uso errato ed eccessivo delle tecnologie.
La tecnologia,infatti,rischia di atrofizzare le nostre capacità sensoriali e di impedire il loro corretto utilizzo. Una cosa che ho sempre notato (e che ritengo sia pertinente al mio discorso e possa essere portata ad esempio) è che una persona abituata ad usare la calcolatrice per fare calcoli matematici impiegherà più tempo e avrà più difficoltà a fare i calcoli a mente rispetto ad una persona che non usa abitualmente la calcolatrice.
Così come è noto che le persone non vedenti in molti casi hanno un udito più sviluppato.
Questi sono solo dei banali esempi ma dimostrano che mettere da parte l’utilizzo di uno dei nostri sensi (così come della nostra mente) a favore della tecnologia (o per cause di forza maggiore) comporta un’atrofizzazione, ovvero la riduzione della funzionalità legata al senso meno usato.
Il mio pensiero è che la tecnologia applicata alla disabilità sia una risorsa fondamentale e necessaria oltre che una grande conquista da parte della scienza. Ma andando oltre il discorso disabilità ritengo che le tecnologie abbiano apportato modifiche considerevoli e positive nelle nostre vite come la possibilità di informarci su quello che avviene dall’altra parte del mondo con un solo “clic”,la possibilità di raggiungere parenti e amici che abitano lontano in tempi sempre più brevi,la possibilità di formarsi dal proprio domicilio grazie all’ e-learning ,e così via…
Ma come tantissime altre cose,anche per la tecnologia,bisogna star attenti agli eccessi e a farne il giusto utilizzo per non cadere nell’atrofizzazione sensoriale di cui ho parlato in precedenza. Oltre quel tipo di atrofizzazione ritengo che ve ne sia un altro ovvero l’atrofizzazione del “cuore”. La tecnologia,infatti, ha portato con sé la possibilità di comunicare con persone conosciute o meno e di trasmettere le proprie emozioni fino a crearsi una vera e propria vita parallela (in aula abbiamo,infatti,parlato di avatar e della possibilità di crearsi un'identità artificiale cambiando i propri connotati e addirittura il proprio nome).Ciò ha causato in molte persone una sorta di chiusura in se stessi e la difficoltà crescente di relazionarsi al prossimo e comunicare ad esso le proprie sensazioni ed emozioni.
Vorrei concludere con uno spunto dato da David Abram quando afferma che “occhi, pelle, lingua, orecchie sono di fatto porte di accesso tramite cui il nostro corpo riceve stimoli e nutrimento dall’«altruità»”;i sensi vanno,dunque,usati nella loro completezza e in modo consapevole senza lasciare alla tecnologia più potere di quello che possiede e diventare tutti delle macchine.
teresadamiano- Messaggi : 10
Data di iscrizione : 22.03.12
Età : 39
Località : sant'antimo
Chiunque si trovi dietro ad un computer non è mai reale! Ecco la mia risposta tra reale e virtuale!Come si diceva in classe, al computer c’è la possibilità di crearsi un AVATAR, una persona comunque immaginaria senza difetti ,una persona perfetta!Oggi si creano amicizie, amori,dietro uno schermo ma dove sono finiti sguardi che ti donano emozioni abbracci che ti fanno gioire ? Resta il fatto che però la tecnologia ci velocizza la vita in alcuni casi la facilità e diventa di estrema importanza(come nel caso di disabili)!Quando però ci è stato chiesto di riflettere su questa domanda al primo impatto ho pensato a quanti strumenti tecnologici sono stati inventati che ci hanno atrofizzato la mente ad esempio la calcolatrice: quando ho bisogno di un calcolo veloce magari in un negozio non avendo a portata di mano la calcolatrice mi rivolgo a mia madre che velocemente mi da la risposta( lei non ha usato la calcolatrice da piccola)io invece senza a volte mi sento persa!La mia risposta quindi è che decisamente la tecnologia con alcuni strumenti ci atrofizza però grazie ad essa ci sono persone che continuano ad avere una vita normale!
valeria scognamiglio- Messaggi : 13
Data di iscrizione : 14.03.12
“Il microscopio,il telescopio,sono estensioni della vista; il telefono è estensione della voce;poi ci sono l’aratro e la spada,estensioni del braccio. Ma il libro è un’altra cosa: il libro è un’estensione della memoria e dell’immaginazione. Ormai la cittadinanza digitale e il rapido aumento dell’interazione uomo-macchina sono già un dato di fatto. A tal proposito bisognerebbe riflettere sull’avvento della tecnologia e sulle eventuali conseguenze prodotte sull’umanità. A mio parere se da un lato la tecnologia ha funto come fattore di potenziamento,favorendo percorsi riabilitativi per bambini e adulti con disabilità motorie,cognitive e sensoriali e ha creato nuove protesi per facilitarli, dall’altro ha atrofizzato e soprattutto omologato intere generazioni. Le nuove tecnologie sono entrate prepotentemente nella famiglia e nella scuola e i media esercitano un’influenza sempre maggiore sui comportamenti di bambini e ragazzi. L’attenzione va rivolta a questi ragazzi che vengono ipnotizzati dai nuovi mezzi tecnologici,In primis la televisione e internet che impongono i propri messaggi,volendosi sostituire alla famiglia e alla scuola nella costruzione di valori e modelli di riferimento. Questo causa una mancanza di scelta su ciò che scelgono di vedere e un maggior isolamento dal resto del nucleo familiare. Così anche i computer e i videogiochi se male impiegati potrebbero intralciare la loro crescita creando un rapporto di dipendenza e aumentando la confusione tra finto e reale.Questi determinano uno stato di passività intellettuale, con riduzione del piacere alla lettura e, conseguentemente, dell'immaginazione, riducono il senso critico e possono indurre comportamenti impulsivi.A mio parere i genitori e gli educatori dovrebbero sempre rilevare il tempo, le modalità di utilizzo e i contenuti dei media a cui sono esposti bambini e ragazzi, cercando di cogliere i possibili pericoli e "l'inganno" dei modelli proposti.
mariarescigno91- Messaggi : 16
Data di iscrizione : 16.03.12
Età : 33
- Messaggio n°93
LA TECNOLOGIA COME CONTINUA SCOPERTA E MIGLIORAMENTO
L'UOMO è DA SEMPRE IMPRONTATO A PERSEGUIRE SEMPRE NUOVI OBIETTIVI,A SUPERARE DI CONTINUO IL SUO TRAGUARDO PRECEDENTE,IN MODO DA AVANZARE SEMPRE VERSO NUOVE METE.Ciò lo ha condotto a volere sempre sempre di più,a superare costantemente le barriere,ad inventare ciò che potesse mettere in comunicazione l'uomo con tutti gli orizzonti della realtà.Questo si è concretizzato con l'avvento della tecnologia e con la sua scoperta.La tecnologia permette all'essere umano di essere completo,di possedere tutto ciò che possa tornare utile,di essere sempre a disposizione di materiali che possano arricchire le azioni che deve compiere.La scoperta tecnologica è avanzata nel corso del tempo tanto da poter oggi parlare di soggetti come cyborg oppure avatar.Il cyborg viene definito come una creatura metà uomo e metà macchina ma è sempre stato un soggetto letterario che si è poi concretizzato nel mondo reale.Con l'avvento di internet si può infatti parlare di avatar,ovvero un alter-ego inventato dall'uomo.Il nostro avatar è dotato di pixel digitali che consentono all'essere umano,di creare realtà simulate,ricercare il suo potenziale alle volte con qualche aggiunta fantasiosa.Nell'esercizio mi si chiede di decide se vedere la tecnologia come atrofizzazione o come potenziamento.Il termine atrofizzazione indica una perdita di vitalità,ovvero ci fa percepire la tecnologia come un qualcosa che inibisca l'essere umano e non lo faccia vivere in maniera "umana",Se si pensa infatti a tutti quei bambini schiavi dei videogames,si può ben capire il senso della frase perdita di vitalità.Questi bambini infatti sono cosi presi dal mondo mediatico,virtuale,tecnologico che hanno praticamente ormai dimenticato cosa significhi correre in un campetto da calcio con gli amici.Se si pensa invece al termine potenziamento si percepisce la tecnologia come un qualcosa che ci permette di incrementare le nostre capacità.Basti pensare infatti a quanto programmi internet possano rafforzare la creatività e la fantasia di un bambino che tramite un computer,può mettere a fuoco le capacità.Dunque appare evidente che in entrambi casi la tecnologia fa risaltare nell'individuo qualcosa che prima d'ora non era espresso,quindi rappresenta pur sempre una fonte di scoperta.Se devo però scegliere se la tecnologia debba essere vista come atrofizzazione oppure come potenziamento scelgo di gran lunga la seconda opzione.Questo perché non solo credo molto nei processi tecnologici,ma è concretamente dimostrato quanto l'avanzare tecnologico abbia contribuito al miglioramento della persona umana.Sono state inventate protesi tecnologiche che hanno garantito per molti miglioramenti fisici,sia in campo motorio che uditivo,sono stati ideati programmi tecnologici che hanno fatto in modo di contribuire al decrescere di problemi come la dislessia ed è stato ancor più dimostrato quanto la tecnologia sia importante per aiutare le persone affette da autismo.Quindi anche se indubbiamente su determinati soggetti la tecnologia possa avuto avere responsi negativi,è sempre vero che oggi è una nosta nuova realtà con la quale dobbiamo imparare a condividere e sopra ogni cosa a saperne fare sempre buon uso.
Ilenia Caiazza- Messaggi : 12
Data di iscrizione : 12.03.12
la tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell'uomo?
A freddo risponderei subito che la tecnologia potenzia l'uomo, aiuta in modo esilarante la vita quotidiana dell'uomo. E con le nuove scoperte, i nuovi studi, la tecnologia è alla portata di tutti, viene usata da tutti. Sta diventando indispensabile.
Sono a favore della tecnologia soprattutto per chi ne fa un ottimo uso, per chi con le nuove tecnologie realizza i propri sogni come Pistorius (e come tante altre persone), per chi usa la tecnologia come sostegno a un qualcosa che la vita non gli ha donato o gli ha tolto.
Però a volte si fa un uso sbagliato della tecnologia, viene usata troppo presto, ci fa diventare pigri. Ci sono bambini che non sanno più sfogliare un vocabolario, non sanno scrivere bene in corsivo, fanno molti più errori di grammatica rispetto al passato. Ci vuole un uso corretto e i bambini dovrebbero essere controllati. Proprio la settimana scorsa al programma delle Iene ha mandato in onda un servizio in cui bambini che già a 3 anni sanno usare il computer e hanno anche un linguaggio tecnologico. http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/296099/lucci-nati-col-computer.html#tc-s1-c1-o1-p3 (ecco il link per chi vuole vederlo!) e penso che sia troppo esagerato.
Quindi penso che la tecnologia potenzia ma allo stesso tempo, per alcune persone, atrofizza!
A freddo risponderei subito che la tecnologia potenzia l'uomo, aiuta in modo esilarante la vita quotidiana dell'uomo. E con le nuove scoperte, i nuovi studi, la tecnologia è alla portata di tutti, viene usata da tutti. Sta diventando indispensabile.
Sono a favore della tecnologia soprattutto per chi ne fa un ottimo uso, per chi con le nuove tecnologie realizza i propri sogni come Pistorius (e come tante altre persone), per chi usa la tecnologia come sostegno a un qualcosa che la vita non gli ha donato o gli ha tolto.
Però a volte si fa un uso sbagliato della tecnologia, viene usata troppo presto, ci fa diventare pigri. Ci sono bambini che non sanno più sfogliare un vocabolario, non sanno scrivere bene in corsivo, fanno molti più errori di grammatica rispetto al passato. Ci vuole un uso corretto e i bambini dovrebbero essere controllati. Proprio la settimana scorsa al programma delle Iene ha mandato in onda un servizio in cui bambini che già a 3 anni sanno usare il computer e hanno anche un linguaggio tecnologico. http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/296099/lucci-nati-col-computer.html#tc-s1-c1-o1-p3 (ecco il link per chi vuole vederlo!) e penso che sia troppo esagerato.
Quindi penso che la tecnologia potenzia ma allo stesso tempo, per alcune persone, atrofizza!
elena capasso- Messaggi : 15
Data di iscrizione : 13.03.12
- Messaggio n°95
la rivoluzione tecnologica
Con l'avvento dei mass-media si ha avuto una vera e proprio rivoluzione.Questi sono stati veri e propri educatori,diventati potentissimi attraverso la televisione provocando omologazione,standardizzazione dei comportamenti,depauperando il linguaggio verbale con notevoli rischi per la cultura e l'identità psichica dei soggetti.D'altra parte però dobbiamo tenere in considerazione il fatto che i mass-media svolgono un ruolo di emancipazione delle masse avvicinandole a un linguaggio comune.Infatti dobbiamo ricordare che solo l'avvento della televisione ha reso esistente l'italiano come lingua nazionale,sostituendosi man mano ai dialetti.C'è così una divisione tra i cosiddetti apocalittici e integrati.Io ritengo opportuno associarmi ai primi che sottolineano l'effetto di povertà culturale di atrofia dell'immaginazione e della spontaneità.Pensiamo ad'esempio a come sono cambiati i rapporti tra le persone a causa dei social network che non rendono più possibile un dialogo face to face;oppure a come è cambiato il rapporto con i nostri familiari:noi giovani quando rientriamo a casa non parliamo più con i nostri genitori ma diventiamo succubi del pc atrofizzando il potere della parola.
Vorrei ricordare a tal proposita la citazione di Max Frish:"La tecnologia è l'abilità di organizzare il mondo in modo tale che non siamo costretti a farne esperienza".
Morandotti:"Per l'incalzante progresso tecnologico l'uomo ha perduto la rigenerante capacità di stupirsi".
Vorrei ricordare a tal proposita la citazione di Max Frish:"La tecnologia è l'abilità di organizzare il mondo in modo tale che non siamo costretti a farne esperienza".
Morandotti:"Per l'incalzante progresso tecnologico l'uomo ha perduto la rigenerante capacità di stupirsi".
Serena Vivenzio- Messaggi : 15
Data di iscrizione : 12.03.12
Età : 34
Località : Napoli
Risponderei subito alla prima domanda..La tecnologia oggi è un argomento su cui se ne potrebbe parlare all'infinito..Innanzitutto posso dire che sono d'accordo con il ragazzo che in classe ha esposto il suo pensiero, ovvero che la tecnologia può avere i suoi pro, e i suoi contro. Oggi sono migliaia i miglioramenti avuti in tutti i campi. Iniziando dal computer,la televisione,i cellulari,i nuovi elettrodomestici,le macchine super attrezzate,impianti per la musica,impianti per la casa..c'è davvero di tutto..Questo si può essere un bene perchè tutti questi elementi vanno sempre a migliorare,ma c'è il rischio che la tecnologia si fossilizzi solo e troppo su questi. Ecco ad esempio proprio come dicevo sul forum delle barriere architettoniche, perchè la tecnologia invece di occuparsi principalmente di questi attrezzi,non cerchi di aiutare il miglioramento di attrezzature per disabili? Anche loro hanno il diritto di usufruire dello sviluppo delle nuove tecnologie! Credo non ci sia niente di perfetto, tantomeno nella tecnologia..un cellulare super veloce e super dotato è grandioso,ma quante persone sono distratte,concentrate solo sui giochi senza rendersi conto che c'è un mondo intero che li circonda..E' più entusiasmante e stimolante affrontare una conversazione con una persona dal vivo,anzicchè dietro uno schermo,senza nemmeno conoscere il suo viso..Sembrerà di tornare nell'era primitiva,ma tutte quelle macchine che hanno sostituito quei lavori manuali..si è vero non c'è più fatica,c'è risparmio nel tempo..ma non ci sono più posti di lavoro! e questa non è una cosa da niente! Che dire, come ho già ribadito all'inizio ogni cosa ha i suo pro e i suoi contro, niente può essere perfetto!
rosannapetrone- Messaggi : 14
Data di iscrizione : 16.03.12
Età : 33
Località : casalnuovo
LA TECNOLOGIA COME ATROFIZZAZIONE O COME POTENZIAMENTO?
Questa e LA domanda che ci è stata posta oggi in auLa.
Io credo che ci siano due Lati deLLa medagLia, da un Lato La tecnoLogia aiuta tantissimo Le persone disabiLi, basti pensare ai computer che parLano per coLoro che non ci riescono, di esempi se ne potrebbero fare a migLiaia, daLL aLtra parte invece credo che per Le persone non affette da handicap sia diventato tutto più sempLice e conveniente, basti pensare ai mezzi di trasporto ai ceLLuLari.... quindi credo che La tecnoLogia rappresenti una Lama a doppio tagLio.
Questa e LA domanda che ci è stata posta oggi in auLa.
Io credo che ci siano due Lati deLLa medagLia, da un Lato La tecnoLogia aiuta tantissimo Le persone disabiLi, basti pensare ai computer che parLano per coLoro che non ci riescono, di esempi se ne potrebbero fare a migLiaia, daLL aLtra parte invece credo che per Le persone non affette da handicap sia diventato tutto più sempLice e conveniente, basti pensare ai mezzi di trasporto ai ceLLuLari.... quindi credo che La tecnoLogia rappresenti una Lama a doppio tagLio.
Marianna Gallo- Messaggi : 18
Data di iscrizione : 15.03.12
- Messaggio n°98
LA TECNOLOGIA COME ATROFIZZAZIONE O POTENZIAMENTO?
La lezione di lunedi' ancora una volta mi ha spinto a riflettere su un argomento che precedentemente non avevo mai analizzato.Tra le domande poste dalla Prof.ssa Briganti ho deciso di soffermarmi su quella che vede protagonista la tecnologia(come atrofizzazione o potenziamento).A questo proposito posso dire che personalmente non ho una considerazione,reputazione ben precisa essendo questo un quesito ampio.Da un lato penso che la tecnologia attualmente sia capace di affrontare e andare oltre(quasi)l'impossibile.Tanti sono i progressi e le innovazioni da essa suscitate, basti pensare o meglio paragonare alcuni elementi presenti negli anni passati ed oggi:
ANNI 50 --------------- 2000
TV IN BIANCO E NERO PLASMA ULTRASOTTILE IN 3D
BAMBOLE VIDEOGAMES
ENCICLOPEDIA COMPUTER(GOOGLE,WIKIPEDIA)
Anche nella medicina tanti sono stati i passi avanti effettuati,esempio eclatante,da noi studiato durante il corso,Oscar Pistorius,il quale come ben sappiamo presenta al posto delle gambe le FLEX FOOT protesi in fibra di carbonio;a questo possiamo aggiungere la chirurgia estetica,i dispositivi elettronici inseriti nel corpo degli uomini come il pacemaker,e cosi' via.A questo punto una domanda continua a risuonarmi nella testa: come mai nel 2012 con tutti i progressi e le scoperte fatte ancora non siamo in grado di curare i malati afflitti dal cancro?? meglio andare oltre...
Fin qui ho argomentato quelli che possono essere considerati i potenziamenti della tecnologia;c'é da aggiungere però che questa spesso in qualche modo atrofizza gli uomini,ad esempio oggi la maggior parte dei ragazzi non riesce a fare a meno di facebook,del proprio smartphone,a scuola hanno delle difficolta' ad affrontare i problemi di matematica se non gli è concesso l'uso della calcolatrice;a questo va aggiunto il fatto che i bambini d'oggi trascorrono il loro tempo con x-box,playstation,wii,ecc sviluppando cosi' notevoli difficolta' a relazionarsi ed approcciarsi con gli altri.
A questo punto l'unica cosa che mi viene da dire è che.
TUTTO CIO'CHE CI CIRCONDA E' TECNOLOGIA!
ANNI 50 --------------- 2000
TV IN BIANCO E NERO PLASMA ULTRASOTTILE IN 3D
BAMBOLE VIDEOGAMES
ENCICLOPEDIA COMPUTER(GOOGLE,WIKIPEDIA)
Anche nella medicina tanti sono stati i passi avanti effettuati,esempio eclatante,da noi studiato durante il corso,Oscar Pistorius,il quale come ben sappiamo presenta al posto delle gambe le FLEX FOOT protesi in fibra di carbonio;a questo possiamo aggiungere la chirurgia estetica,i dispositivi elettronici inseriti nel corpo degli uomini come il pacemaker,e cosi' via.A questo punto una domanda continua a risuonarmi nella testa: come mai nel 2012 con tutti i progressi e le scoperte fatte ancora non siamo in grado di curare i malati afflitti dal cancro?? meglio andare oltre...
Fin qui ho argomentato quelli che possono essere considerati i potenziamenti della tecnologia;c'é da aggiungere però che questa spesso in qualche modo atrofizza gli uomini,ad esempio oggi la maggior parte dei ragazzi non riesce a fare a meno di facebook,del proprio smartphone,a scuola hanno delle difficolta' ad affrontare i problemi di matematica se non gli è concesso l'uso della calcolatrice;a questo va aggiunto il fatto che i bambini d'oggi trascorrono il loro tempo con x-box,playstation,wii,ecc sviluppando cosi' notevoli difficolta' a relazionarsi ed approcciarsi con gli altri.
A questo punto l'unica cosa che mi viene da dire è che.
TUTTO CIO'CHE CI CIRCONDA E' TECNOLOGIA!
edvige garofano- Messaggi : 15
Data di iscrizione : 13.03.12
Età : 33
- Messaggio n°99
SIAMO TUTTi SUCCUBI DELLA TECNOLOGIA?
Volevo partire da alcuni testi trovati in internet: il primo, trovato in un blog, è una lettera scritta da una ragazza nel momento in cui essendosi rotto il navigatore non riesce a tornare a casa:
“La tecnologia è una gran figata.
Io, nella tecnologia, credo ciecamente.
La uso per ovviare ai miei numerosi handicap.
Per esempio, una volta ero negata per l'orientamento.
Eppure facevo un lavoro in cui dovevo sempre andare in posti diversi in macchina con tempi ridotti.
Veramente, non so come facessi a trovarli.
Eppure li trovavo.
Poi, per fortuna, gli immondi sforzi per riuscire ad arrivare nei suddetti luoghi sono stati sostituiti da un miracoloso navigatore, che mi faceva fare giri pindarici, arrivando comunque quasi sempre alla meta.
Anni e anni (2) di (più o meno) onorato servizio.
Ieri il navigatore si è rotto mentre guidavo in zona cuneese.
Mamma, papà, non sono stata rapita.
Preside, alunni, Ministero, non ho disertato il posto di lavoro.
Mi sono solo persa.
Venitemi a cercare.
Sto facendo segnalazioni con lo specchietto dal ciglio della strada.”
Il secondo è un articolo pubblicato dal Vaticano:
Il Vaticano: la tecnologia fa male all’anima. Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Federico Lombardi, mette in guardia i fedeli, facendo loro notare che la moderna ossessione per la tecnologia toglie il tempo alla meditazione spirituale e di conseguenza danneggia l’anima. Lombardi aggiunge che nell’era della telefonia mobile e di Internet, è molto più difficile di prima proteggere il silenzio e nutrire la propria dimensione spirituale. In ogni caso va detto che, evidentemente senza timore di cadere in contraddizione, per comunicare il suo credo il Vaticano ha abbracciato molti aspetti della moderna tecnologia.
Il terzo è un sondaggio che afferma : ” la tecnologia fa male al sonno”
Secondo un recente sondaggio intitolato Sleep in America della National Sleep Foundation, negli Stati Uniti il 43% delle persone tra i 13 e i 46 anni dichiara di dormire un numero di ore insufficiente rispetto al reale fabbisogno durante le settimana: ma il dato interessante è che il 95% di chi denuncia problemi di insonnia fa uso di tecnologie quali PC, tablet, smartphone un’ora prima di andare a letto. Inoltre, il 9% dei ragazzi di età compresa tra 13 e18 anni (la cosiddetta generazione Z) dichiara di essere disturbata in particolare dal telefonino, per l’arrivo di SMS, mail o di una telefonata durante la notte.Non tutte le tecnologie però hanno lo stesso impatto sul sonno: la TV e lo stereo ad esempio non coinvolgerebbero aree cerebrali che stimolino attenzione e la veglia, cosa che invece accadrebbe con il PC il cellulare. La luce artificiale emessa dagli schermi di questi dispositivi invece sembrerebbe inibire il rilascio di melatonina alterando così il ritmo di sonno/veglia, soprattutto nella luce crepuscolare e se ci esponiamo entro un’ora dall’andare a letto. Insomma prima di andare a dormire sembrerebbe essere meglio svagarsi con tecnologia meno stimolante e "passiva".
Letti questi articoli si può notare come la tecnologia si sia incorporata in noi, la si potrebbe definire anche appartenente alle “protesi invasive” nel senso che sono così vive nelle nostre vite che ormai senza di queste ci sembra non poter condurre una vita normale. In realtà la definizione di tecnologia ci fa ben pensare: “Il termine tecnologia è una parola composta che deriva dalla parola greca τεχνολογία (tékhne-loghìa), letteralmente "discorso (o ragionamento) sull'arte", dove con arte si intendeva sino al secolo XVIII il saper fare, quello che oggi indichiamo con la tecnica”. Mi chiedo, se riguarda il saper fare, la tecnologia di oggi rientra nel saper fare? Mi sembra che non sia più una tecnica, un modo di apprendere, un modo di conoscere, oggi la tecnologia è il non isolarsi, il non restare fuori. Anche il messsaggio del Vaticano è stato diffuso grazie alla tecnologia, senza la quale forse questo messaggio non sarebbe arrivato a tutti, siamo talmente dentro questo vortice che sembriamo quasi incoerenti: la tenologia fa male, e poi ne parliamo attraverso il tecnologico, i pc , i blog. Invece nel primo articolo si nota come essendo atrofizzati dalla tecnologia, nel momento in cui questa viene a mancare non sappiamo cosa fare, e scriviamo un messaggio appunto su un blog per far sapere che stiamo bene, la vedo un’esagerazione, anche se questo episodio è realmente accaduto.Certo, grazie alla tecnologia molte cose sono possibili e ci migliorano gli standard e anche l’umore se pensiamo a skype ad esempio che ci collega visivamente a persone fisicamente lontane, ma un uso eccessivo, come quello che ne facciamo ci allontana dal mondo reale. E’ come se vivessimo in un mondo tutto nostro e nel momento in cui c’affacciamo alla realtà siamo incapaci di qualsiasi compito o contatto con altre persone, non riusciamo quasi più ad istaurare rapporti umani se non attraverso le chat, i blog. Ma quanto possiamo dire di conoscere una persona se solo le parliamo in chat, se non la viviamo? Questo a volte purtroppo crea molti problemi: come i pedofili che approcciano ragazzine nelle chat, nel social network, non ci sono i controlli e i limiti adeguati. E’ come se nel virtuale dimenticassimo la nostra vera vita, nel virtuale non ci sono i problemi, i dolori, siamo tutti felici, conduciamo all’apparenza tutti una vita serena, ma quanti si nascondono dietro ciò? Anche noi normodotati nascondiamo le cose che potrebbero farci sminuire , ma secondo me tutto questo non è giusto, ma per noi stessi, perché dovremmo comunque prima o poi fare i conti con la realtà e ci troveremo in situazioni molto diverse dai blog, situazioni in cui verremo giudicati e conosciuti per quello che siamo realmente e non per quello che scriviamo virtualmente, normodotati e non.
“La tecnologia è una gran figata.
Io, nella tecnologia, credo ciecamente.
La uso per ovviare ai miei numerosi handicap.
Per esempio, una volta ero negata per l'orientamento.
Eppure facevo un lavoro in cui dovevo sempre andare in posti diversi in macchina con tempi ridotti.
Veramente, non so come facessi a trovarli.
Eppure li trovavo.
Poi, per fortuna, gli immondi sforzi per riuscire ad arrivare nei suddetti luoghi sono stati sostituiti da un miracoloso navigatore, che mi faceva fare giri pindarici, arrivando comunque quasi sempre alla meta.
Anni e anni (2) di (più o meno) onorato servizio.
Ieri il navigatore si è rotto mentre guidavo in zona cuneese.
Mamma, papà, non sono stata rapita.
Preside, alunni, Ministero, non ho disertato il posto di lavoro.
Mi sono solo persa.
Venitemi a cercare.
Sto facendo segnalazioni con lo specchietto dal ciglio della strada.”
Il secondo è un articolo pubblicato dal Vaticano:
Il Vaticano: la tecnologia fa male all’anima. Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Federico Lombardi, mette in guardia i fedeli, facendo loro notare che la moderna ossessione per la tecnologia toglie il tempo alla meditazione spirituale e di conseguenza danneggia l’anima. Lombardi aggiunge che nell’era della telefonia mobile e di Internet, è molto più difficile di prima proteggere il silenzio e nutrire la propria dimensione spirituale. In ogni caso va detto che, evidentemente senza timore di cadere in contraddizione, per comunicare il suo credo il Vaticano ha abbracciato molti aspetti della moderna tecnologia.
Il terzo è un sondaggio che afferma : ” la tecnologia fa male al sonno”
Secondo un recente sondaggio intitolato Sleep in America della National Sleep Foundation, negli Stati Uniti il 43% delle persone tra i 13 e i 46 anni dichiara di dormire un numero di ore insufficiente rispetto al reale fabbisogno durante le settimana: ma il dato interessante è che il 95% di chi denuncia problemi di insonnia fa uso di tecnologie quali PC, tablet, smartphone un’ora prima di andare a letto. Inoltre, il 9% dei ragazzi di età compresa tra 13 e18 anni (la cosiddetta generazione Z) dichiara di essere disturbata in particolare dal telefonino, per l’arrivo di SMS, mail o di una telefonata durante la notte.Non tutte le tecnologie però hanno lo stesso impatto sul sonno: la TV e lo stereo ad esempio non coinvolgerebbero aree cerebrali che stimolino attenzione e la veglia, cosa che invece accadrebbe con il PC il cellulare. La luce artificiale emessa dagli schermi di questi dispositivi invece sembrerebbe inibire il rilascio di melatonina alterando così il ritmo di sonno/veglia, soprattutto nella luce crepuscolare e se ci esponiamo entro un’ora dall’andare a letto. Insomma prima di andare a dormire sembrerebbe essere meglio svagarsi con tecnologia meno stimolante e "passiva".
Letti questi articoli si può notare come la tecnologia si sia incorporata in noi, la si potrebbe definire anche appartenente alle “protesi invasive” nel senso che sono così vive nelle nostre vite che ormai senza di queste ci sembra non poter condurre una vita normale. In realtà la definizione di tecnologia ci fa ben pensare: “Il termine tecnologia è una parola composta che deriva dalla parola greca τεχνολογία (tékhne-loghìa), letteralmente "discorso (o ragionamento) sull'arte", dove con arte si intendeva sino al secolo XVIII il saper fare, quello che oggi indichiamo con la tecnica”. Mi chiedo, se riguarda il saper fare, la tecnologia di oggi rientra nel saper fare? Mi sembra che non sia più una tecnica, un modo di apprendere, un modo di conoscere, oggi la tecnologia è il non isolarsi, il non restare fuori. Anche il messsaggio del Vaticano è stato diffuso grazie alla tecnologia, senza la quale forse questo messaggio non sarebbe arrivato a tutti, siamo talmente dentro questo vortice che sembriamo quasi incoerenti: la tenologia fa male, e poi ne parliamo attraverso il tecnologico, i pc , i blog. Invece nel primo articolo si nota come essendo atrofizzati dalla tecnologia, nel momento in cui questa viene a mancare non sappiamo cosa fare, e scriviamo un messaggio appunto su un blog per far sapere che stiamo bene, la vedo un’esagerazione, anche se questo episodio è realmente accaduto.Certo, grazie alla tecnologia molte cose sono possibili e ci migliorano gli standard e anche l’umore se pensiamo a skype ad esempio che ci collega visivamente a persone fisicamente lontane, ma un uso eccessivo, come quello che ne facciamo ci allontana dal mondo reale. E’ come se vivessimo in un mondo tutto nostro e nel momento in cui c’affacciamo alla realtà siamo incapaci di qualsiasi compito o contatto con altre persone, non riusciamo quasi più ad istaurare rapporti umani se non attraverso le chat, i blog. Ma quanto possiamo dire di conoscere una persona se solo le parliamo in chat, se non la viviamo? Questo a volte purtroppo crea molti problemi: come i pedofili che approcciano ragazzine nelle chat, nel social network, non ci sono i controlli e i limiti adeguati. E’ come se nel virtuale dimenticassimo la nostra vera vita, nel virtuale non ci sono i problemi, i dolori, siamo tutti felici, conduciamo all’apparenza tutti una vita serena, ma quanti si nascondono dietro ciò? Anche noi normodotati nascondiamo le cose che potrebbero farci sminuire , ma secondo me tutto questo non è giusto, ma per noi stessi, perché dovremmo comunque prima o poi fare i conti con la realtà e ci troveremo in situazioni molto diverse dai blog, situazioni in cui verremo giudicati e conosciuti per quello che siamo realmente e non per quello che scriviamo virtualmente, normodotati e non.
cavagnuolo giuseppina91- Messaggi : 17
Data di iscrizione : 13.03.12
- Messaggio n°100
l'nfluenza delle tecnologie sulla vita dell'uomo...
Tra gli argomenti trattati a lezione quello che ha destato in me maggiore interesse è la questione sulla tecnologia che potenzia o atrofizza l’uomo.questo è un quesito che è stato molto discusso negli ultimi anni in quanto stiamo assistendo ad uno svilluppo molto accelerato della tecnologia e si teme che questa possa travolgere l’uomo.lo scopo della tecnologia è quello di potenziare le capacità dell’uomo,di migliorarlo e di aiutarlo a superare i suoi limiti,essa infatti è nata come rimedio all’inefficienza biologica dell’uomo.però la tecnologia influenza profondamente il corpo e la mente in quanto questa agisce su di essi talvolta portando degli esiti negativi,infatti il progresso ha diminuito le capacità mentali dell’uomo,nel senso che il computer e altri mezzi tecnologici agiscono per conto nostro,sostituendosi a noi e così la nostra mente si è quasi fermata non svolgendo più determinate attività,tra le cause negative di questo processo troviamo l’atrofizzazione sensoriale,nel senso che la tecnologia ha indebolito i nostri sensi,le capacità sensoriali che ci permettono di instaurare delle relazioni.questi oggetti tecnologici con il tempo trasformano,potenziano,espandono le nostre capacità sensoriali e mentali diventando così nostre estensioni materiali ed immateriali,a tal riguardo la filosofa rosi braidotti introduce il termine tecnocorpo,cioè un essere umano strettamente legato a elementi tecnologici,i quali diventano parte del corpo stesso.la tecnologia aiuta in modo sorprendente l’uomo,è riuscita a portarlo in luoghi e in punti del progresso altissimi ed immaginabili fino a poco tempo fa,essa funge da supporto e integra alcuni deficit dell’individuo e gli permette di comunicare quando questi non glielo permettono.ma tutto questo sviluppo presenta dei lati oscuri,tra i quali c’è il rischio di finire per comunicare solo attraverso il virtuale,qualcosa che non è reale,che sta sostituendo la realtà,il semplice contatto fisico o il semplice parlare guardandosi negli occhi,tutto avviene dietro ad uno schermo,dietro di esso può esserci una persona che può dire di essere altro,che può illuderci e ingannarci.nel mondo virtuale il corpo,come gli oggetti,la materia scompaiono,nulla può essere toccato,tutto è irreale e assistiamo così alla dematerializzazzione della realtà e tutto questo porta inevitabilmente a confonderci, a farci dimenticare come è il mondo realmente,com’è fatto il reale.
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