lab. prof. PALLADINO (chiude il 23 aprile)

Oggi in aula abbiamo incontrato, insieme alla sua famiglia, il professor Vincenzo Palladino, un uomo che durante l’adolescenza, a seguito di un incidente ha perso la vista. Da subito, ho percepito l’amore che quest’ uomo ha verso la sua famiglia e per le cose anche più semplici che fa. È riconoscente alla vita e al modo in cui vive, dal suo modo di parlare e attraverso il messaggio che ha voluto lanciare, ho capito che quest’uomo,rispetto a molti normodotati, apprezza le piccolezze della vita e ringrazia ogni giorno per quello che ha. Ammiro la sua forza di volontà, il suo essere autonomo e anche il suo preoccuparsi per le difficoltà degli altri; uno dei momenti che mi ha colpito di più infatti era quando parlava in particolare di sua moglie, e di come nonostante l’età che avanza, il suo amore e le sue attenzioni siano rivolte verso la moglie che lo ha sempre accudito e che oggi invece lui ricambia in qualunque modo, anche somministrandogli le medicine giornaliere, che può sembrare un compito difficile per un non vedente. Ci ha spiegato poi,attraverso diversi esempi come si è sempre prodigato verso gli altri e la cosa più bella è che lo fa non per avere delle riconoscenze ma perché vuole aiutare chi, come lui stesso ha definito, è meno fortunato di lui. Anche la pubblicazione del suo libro è stata definita da sua figlia:” un testamento virtuale” proprio perché vuole solo insegnare a convivere con una delle disabilità che è più difficile rispetto a tante altre. Non ha perso i suoi interessi, anzi ha approfondito il suo amore per la musica, suonando la fisarmonica, ha poi continuato a leggere, grazie alla scrittura braille, i libri sulla storia della guerra mondiale che lo appassionano tanto. Tutto questo per farci capire come la sfortuna di avere un handicap può essere trasformata in un potenziamento ,degli altri sensi in questo caso, e come cercare di vivere con “leggerezza” può essere più facile per affrontare le difficoltà quotidiane. Un’altra cosa che mi ha colpita è come lui parlava di sofferenza altrui e di come cercava un contatto con noi che eravamo presenti in aula, non potendo vedere quante ne eravamo, cercava un confronto uditivo, ponendoci delle domande anche banali magari, ma che per lui erano importanti per instaurare un rapporto con noi.
Un uomo che non ha mai smesso di sentirsi importante per se stesso e per le persone che lo circondano e che alla sua età ancora vuole comunicare e diffondere l’importanza della scrittura braille. Ringrazio tanto la professoressa che è riuscita a organizzare questo incontro e ci ha permesso, ancora una volta, di riuscire a riflettere un po’ di più e ad evitare la superficialità che ci invade e non ci fa sempre apprezzare i piccoli gesti della vita.

Prof. pubblico il commento riguardante la lezione sull'autismo stante la chiusura del forum.

In aula insieme alla prof abbiamo avuto l'occasione di incontrare l'associazione AUTISM AID ONLUS,nata il 4 ottobre 2004 per iniziativa di un gruppo di genitori di bambini affetti da disturbi dello spettro autistico, Autism Aid onlus difende i diritti e le pari opportunità delle persone affette da autismo .Per il conseguimento del suo scopo, promuove qualsiasi utile strategia di intervento ed, in particolare l'organizzazione di convegni, dibattiti, seminari di studio e di approfondimento; la redazione, l'edizione e la diffusione di libri, testi, stampati, notiziari, bollettini e pubblicazioni, lo sviluppo di attività di assistenza e di sostegno alle famiglie, lo studio nel campo delle patologie del neuro-sviluppo e di quelle ad esse collegate, il coordinamento della propria azione con quella di altre istituzioni sia a livello nazionale sia a livello internazionale. E’ appropriato considerare l’autismo come una patologia precoce del sistema nervoso centrale che determina una disabilità complessiva che colpisce pervasiva mente la comunicazione, la socializzazione ed il comportamento. Ascoltando le parole dei membri di questa associazioni ho potuto arricchire la mia conoscenza sull’ autismo e mi sono resa conto che sapevo ben poco dei quest’ ultimo. Mi è servito molto questo incontro proprio perché mi ha permesso di imparare cose che sui libri non ci sono scritte, ma ciò che è stato veramente straordinario è stato ascoltare le esperienze che hanno questi membri con i bambini afflitti da autismo e usano libri didattico-operativi chiamati In-Box, ideati per le attività pratiche quotidiane da svolgere sia a scuola sia a casa e composti da una serie di scatole che vanno montate sui loro supporti e adoperate per riconoscere, discriminare, seriare L’autismo che è uno tra gli handicap più diffusi ma anche uno dei meno conosciuti e curati. Per esso non c’è risposta ai farmaci né guarigione, però è provato che la diagnosi precoce e i trattamenti riabilitativi possono garantire un maggior recupero . Mi ha colpito anche un libro di Paola Molteni " Voci dal silenzio” dove sono narrate storie di mamme, padri, nonne che hanno figli autistici e non si arrendono , tentano di farci capire che questi loro figli non sono anormali, sono invece figli speciali che di sicuro non guariranno dall’autismo ma hanno i mezzi e il diritto di trovare la loro dimensione in mezzo a noi. L’aspetto sul quale mi voglio soffermare è quello affettivo infatti, i bambini con autismo hanno difficoltà a rapportarsi con gli altri, se non riescono ad esprimersi con la comunicazione verbale ti prendono per mano e ti portano verso l'oggetto del desiderio, si parla di basso funzionamento bambini ovvero bambini con ritardo mentale abbastanza significativo, che non hanno una comunicazione di tipo non verbale ma riescono a comunicare verbalmente tentando di ripetere sempre le stesse parole, spesso utilizzando frasi già dette , non essendo in grado di esprimere con parole proprie quello che desidererebbero realmente dire. Si parla di alto funzionamento: è il caso del genio per eccellenza ovvero bambini che non sanno relazionarsi ma sviluppano capacità fuori dal comune, come parlare l'inglese in maniera fluida a soli 5 anni ed essere molto bravi in matematica ecc. Non hanno problemi cognitivi, anzi a volte sono molto intelligenti e riescono negli studi, magari anche a laurearsi

Oggi ha lezione è venuto il prof Vincenzo Palladino...cieco dall'ètà di 13 anni in seguito ad un incidente, colpito in un età particolare quale l'adoloscenza ma che nonostatte tutto nn si chiuse in se stesso e con il suo problema, anzi il suo problema non gli ha impedito di vivere la sua vita, di realizzarsi, un uomo che ama la sua vita, la sua famiglia unita e compatta.Ci ha raccontato com'è la vita di un non vedente ma ciò che mi ha colpito è stata la sua positività,il suo stato d'animo, la forza.Ha scritto anche un libro le ali spezzate imparando l'uso della scrittura e lettura del braille.Angela.

Oggi in aula è stato affrontato il tema della cecità infatti abbiamo avuto l'onore di ascoltare il prof.Palladino il quale ci ha raccontato la sua storia parlandoci di aver perso la vista a soli 13 anni in seguito ad un incidente.
Affianco a lui vi erano la moglie , la figlia e la nipote tutti molti orgogliosi di lui e della grande persona che è ma sopratutto dei suoi grandi insegnamenti infatti come ha potuto testimoniare la nipote lui la vita la Vede molto meglio di un qualunque normodotato , lui vede con gli occhi del Cuore...

Il prof. Palladino oggi ci ha lasciato davvero una fortissima lezione di vita, ho imparato che la diversità può essere un'occasione per scoprire altre virtù.
Ho sempre immaginato un cieco come un uomo chiuso in un mondo nero; ho capito invece che il mondo dei ciechi non è la notte che la gente crede ma è avvolto da colori pastello, forti, lucenti.
La vita del prof. Palladino è un continuo arcobaleno; una persona capace di trascinarti in un vortice di emozioni e di indicarti al tempo stesso le giuste linee guida per affrontare la vita ed i suoi problemi nel migliore dei modi. Dalle sue parole, dal suo sorriso, dalla sua simpatia, dalla sua ironia ho potuto apprendere l'amore di una famiglia unita, il sentimento vero di una coppia solida e di lunga durata, la ricchezza immensa di una persona che ha perso un talento per guadagnarne mille; spesso è nel dolore e attraverso le sofferenze che si scoprono doti mai conosciute prima.
Quest'esperienza mi ha aiutata a comprendere come “diversamente abili” non sia un modo politically correct per dire “poveri ciechi”, ma significhi proprio che queste persone hanno dovuto sviluppare delle abilità che gli altri trascurano, e che li fanno stare nel mondo in maniera diversa da come ci stiamo noi che vediamo. Noi possiamo permetterci di non ascoltare, o di non toccare le cose, loro no; sono obbligati a confrontarsi con la realtà in maniera diretta, senza barriere fisiche tra loro stessi e quello che hanno intorno. Tutto ciò richiede una forza d’animo, un coraggio e una determinazione davvero non comuni.
Ho capito che un cieco non è come un ramo secco, ma è una vera risorsa e dietro a quella vita può sbocciare da un momento all'altro un meraviglioso bocciolo.
La lezione di oggi ha riempito sia la mia mente che il mio spirito, i miei occhi stanno riuscendo a guardare sempre più OLTRE e tutto questo grazie ad un NON vedente; potrebbe sembrare un ossimoro ma ho fatto davvero mio il messaggio intrinseco dell'incontro con il prof. : "Chi semina bene, raccoglie abbondanti frutti" e Lei è stato un ottimo seminatore.
Grazie di questa meravigliosa esperienza!
Annarita

L'incontro di oggi con il prof.Palladino mi ha molto emozionato,non solo per la persona simpatica e carismatica che è lui ma soprattutto per le sue parole d'amore,non a caso ho scelto questo video tratto dal film "a prima vista",molte di voi sicuramente non lo conosceranno,vale la pena vederlo,la storia è incentrata sull'incontro di questi due giovani dove il protagonista è cieco dalla nascita e si innamora di una donna,lui però sentendosi un diverso rispetto alla compagna decide di sottoporsi ad un'operazione che gli consentirà di riacquistare la vista.Purtroppo però questo non favorisce e non lo aiuta a migliorare la sua vita anzi la peggiora (cosa strana) cosi un po' per s/fortuna un po' per caso,riperde la vista!Le parole del professore mi hanno fatto pensare a questo film,a differenza del protagonista del film,lui non ha mai visto sua moglie ma si percepisce che dopo tantissimi anni ne è innamoratissimo e nonostante la cecità,si comporta da persona normalissima arrivando non solo a scrivere un libro ma persino a prendersi cura di lei;ci ha consigliato di volerci bene,di stare vicino alla persona amata e di toccarle il viso più spesso,di guardare gli alberi,i colori,di non litigare con le nostre madri,una vera lezione di vita,credo che non esista forza più potente al mondo dell'amore e lui ne è stato un ulteriore prova!Grazie!

Oggi è venuto a trovarci in aula il signor Paladino con la sua famiglia. La sua è stata una bella testimonianza in cui dal suo modo di parlare non si leggeva tanto la sofferenza che è cosa certa in taluni casi, ma bensì il suo senso d’umore, la sua gioia, la sua felicità e voglia di vivere, e vivere alla grande circondandosi dell’amore di sua moglie e della sua famiglia. Guardando e sentendo parlare il signor Paladino mi è venuto in mente lo zio di mio padre, Umberto, in quanto la sua storia è molto simile. Infatti anche lui non è cieco dalla nascita; purtroppo anche a lui durante la seconda guerra mondiale è esploso un ordigno in faccia che gli ha causato la totale perdita della vista. E nonostante tutto ha dovuto affrontare e affronta tutt’ora altri gravi malattie, e nonostante tutto ciò lotta e sorride alla vita con a fianco i suoi figli e sua moglie. Queste persone ci insegnano ad amare tutto ciò che è la vita, ad apprezzare ogni piccola cosa, ad innamorarci della bellezza delle cose e delle persone. Quindi grazie alla professoressa Briganti e al signor Paladino.

So che non è il laboratorio appropriato,ma aggiungo qui il mio commento circa la simulazione svolta in aula sulla cecità un pò di tempo fa.Il forum riguardante l'argomento è chiuso,ma mi è stato detto dalla professoressa di poterlo aggiungere dato che era stato prolungato di qualche giorno,ma non sapevo dove ,però ci tenevo ad esternare le mie emozioni,in quanto si è trattata di un'esperienza per me molto toccante.
Indossare la benda,avere il buio totale intorno a me,mi ha letteralmente e TREMENDAMENTE destabilizzato!!!Mi sentivo sospesa,priva di orientamento e di quello che per me è fondamentale...IL CONTROLLO DI ME STESSA!Sono una persona che deve pianificare,organizzare il tutto da sola e anche molto ma molto orgogliosa,non riesco a chiedere aiuto facilmente,e so che se fossi stata cieca o comunque in quella situazione,lo avrei dovuto fare!Anzi...ne avevo il bisogno!Necessitavo del contatto fisico,cercavo disperatamente la mano di qualcuno,un qualsiasi tipo di appiglio.
Mentre la nostra mente vagava in un tunnel buio,ci venivano recitate alcune poesie molto forti,che non potevamo mai sentire a pieno se non fossimo state bendate.
Tra queste,in particolare,mi ha colpito un passo della poesia di Gennaro Morra "In bilico",che recita:
"Il mio precario equilibrio
mi tiene in bilico
mi costringe a cercare un appiglio.
Devo avvinghiarmi ai muri
alle sedie,alle persone,
non posso commettere
il minimo errore"....
è esattamente questo che ho provato!!!ESATTAMENTE!!Da quest'esperienza ho capito che per tutte le volte che dimentichiamo io per prima a quello che abbiamo,dovremmo scrivere a caratteri cubitali sullo specchio,"IO SONO FORTUNATA/O" in modo tale che ogni volta che ci specchiamo abbiamo ben chiaro il perchè del dover sorridere SEMPRE!.
Inoltre,sempre nella stessa lezione,abbiamo visionato una serie di opere d'arti e tra queste quella che mi ha maggiormente colpito è il qudro del ragazzo storpio sorridente perchè mi ha fatto pensare che alla fine è tutta questione di "posto".Tutti quando nascono hanno un preciso "posto nel mondo" da occupare,un posto proprio,fatto su misura,dove poter essere felici nonostante le intemperie della vita.Il ragazzo del quadro sorride perchè probabilmente lo ha trovato!
Voto lezione:10+

Oggi in aula abbiamo avuto il piacere e l'onore di ospitare il prof. Palladino e parte della sua famiglia:sua moglie, sua figlia e sua nipote Eliana. Proprio Eliana ha iniziato a parlare della vita di quest'uomo straordinario che nonostante il proprio disagio è riuscito a realizzarsi e a portare a tutti la propria testimonianza scrivendo anche un libro: Le ali spezzate. Eliana parlava davvero con la "voce del cuore", ci ha reso partecipi dell'amore e della positività che suo nonno le ha trasmesso.
Il prof. Palladino purtroppo, all'età di 13 anni, ha dovuto "pagare" le conseguenza della guerra, perchè l'esplosione di un ordigno bellico lo ha privato della vista. Nonostante ciò è riuscito a riorganizzare la propria vita, a non arrendersi anzi, a ritenersi fortunato rispetto ad altri ragazzi con molti più problemi. Infatti recatosi nel 1946 nel collegio di Firenze, si è accorto che la guerra aveva fatto altre vittime innocenti: c'erano ragazzi della sua stessa età o poco più mutilati, che non riuscivano ad allacciarsi neanche le scarpe. Il professore ci ha spiegato di quanto sia stato importante l'aver imparato il linguaggio Braille(per i non vedenti);"la sacra scrittura" come lui la chiamava, che lo ha reso autonomo, gli ha permesso di conoscere sempre più cose e di arricchirsi di notizie. In effetti il prof ci ha rivelato che è lui a prendersi cura di sua moglie dandole le medicine.
Attualmente in Italia vi sono più di 2000 persone non vedenti, tra coloro che hanno potuto conoscere il mondo e a coloro che invece è stata negata la possibilità di riempirsi il cuore alla vista di un sorriso sincero.
"Il non vedente non è un ramo secco", nei confronti di queste persone non bisogna adottare comportamenti di pietismo, bisogna invece stimolarli nella conoscenza, tener conto della persona nella sua totalità e non imporre barriere sociali.
Il prof. ci ha inoltre detto che possiamo migliorare la qualità di vita di queste persone con tutto l'amore possibile.
La testimonianza del prof. è stata davvero emozionante, è una persona gioiosa e divertente.
La frase che più mi ha colpita è stata:" I non vedenti quando sognano, non sognano il buio", credo che tale frase possa riassumere davvero tutto. E' stato straordinario capire quanto l'affetto possa aiutare a superare qualunque ostacolo, rendersi conto che la vita è un dono di tutti, capire che nonostante le difficoltà ognuno è protagonista della propria vita. Anche se il prof. Palladino non ha avuto a disposizione tutti i colori della vita, tutte le sfumature che ci circondano, è riuscito a dipingere un bellissimo quadro!!!!!!

... Oggi, tante emozioni.
In quest'uomo ci ho visto tanta, ma tanta forza, voglia di vivere, simpatia. spesso chi non ha per niente problemi, tutto questo non riesce a farlo. Invece lui, Vincenzo Palladino, ha in sè tutto questo, nonostante sia cieco e non dalla nascita... ma dall età di 13 anni, dunque ha avuto questo dono per poco. Il professore questo tendeva a ripetere sempre, voi siete sani scoppiate di salute dunque siate felici! spesso ci lamentiamo per niente, e poi abbiamo avanti hai nostri occhi esempi del genere!
La figlia del professor P. ha detto una frase molto bella: MIO PADRE E' L'ESEMPIO VIVENTE DI CHI C'E' L'HA FATTA.
mi sono molto commossa, è stato veramente un bel incontro. IL professore diceva che un bambino che nasce non vedente non può immaginare un tramonto un sorriso, però sono bambini che hanno voglia di vivere, e pensare che chi non ha nessun handicap è sempre pronto a lamentarsi! dobbiamo amare e amarci!
BELLISSIMA GIORNATA

Stamani a lezione è venuto a trovarci il prof. Vincenzo Palladino; un uomo che mi ha trasmesso non solo amore ma soprattutto gioia di vivere. Quest uomo ci ha raccontato la sua vita, che a soli 13 anni è cambiata per la perdita della vista, a causa di un'esplosione di un ordigno. Molti al suo posto si sarebbero sentiti sfortunati, ma lui ci ha ripetuto più volte di sentirsi un uomo fortunato e di apprezzare tutto ciò che ci circonda e non lamentarci se non abbiamo il telefono all'ultima moda,le scarpe o la borsa firmata. Ci ha spiegato inoltre la differenza tra una persona non vedente dalla nascita e una che ha perso la vista a causa di un grave incidente. Ci ha parlato del braille la scrittura per i non vedenti che gli ha permesso di leggere e svolgere qualsiasi azione giudicata "normale" per i vedenti. Alla luce del dialogo avuto con il prof. Vincenzo Palladino, posso senza dubbio ritenerlo un uomo fantastico per il modo con cui relaziona con il pubblico, non facendo affatto pesare il suo deficit.

Oggi è stata una lezione davvero forte dal punto di vista emozionale,l’incontro con il professore Palladino ha avuto un grande impatto per tutti… una storia così straordinariamente fantastica,una famiglia unita e soprattutto molto forte! Eliana,sua nipote, ha descritto suo nonno come una persona con una grande ricchezza interiore,con una forza d’animo incredibile… io purtroppo non ho avuto mai l’onore di conoscere i miei nonni,non ho avuto mai la possibilità di poter imparare qualcosa da loro e mi sarebbe piaciuto nella vita avere insegnamenti da una persona così bella d’animo…La sua testimonianza mi fa capire di come sono stupida a non apprezzare ciò che possiedo,di quanto sono sciocca giorno per giorno a soffermarmi su cose superficiale.


Fino all’età di 13 anni il prof.Palladino era vedente,poi a causa di un ordigno esplosivo ha perso la vista…ma non si è perso di coraggio, e ha reso la sua esistenza tremendamente bella,ricca e dedita all’altro… A Firenze con Don Gnocchi,ha aiuto bambini “mutilati” e sentendosi più fortunato,perché nonostante non vede,è autonomo…non è una cosa magnifica? Io credo che non sarei riuscita a reagire come il prof. Paladino…perché lui ha un dono…sa amare,senza prendere,senza richieste,senza per forza ricevere.La sua ironia , la sua allegria,la sua volontà di trovare sempre il buono, il suo coraggio,la sua anima,la sua mente sono delle doti straordinarie… è una persona che mi ha colpito molto.


Ci ha descritto un po’ la “Santa Scrittura”,così chiamata da lui,:il Braile, è un sistema di scrittura e lettura a rilievo per non vedenti ed ipovedenti attraverso la percezione tattile. Tante sono le parole che mi hanno colpito,e tanto da questa lezione porterò con me…cercherò di mantenerlo come un tesoro…perché sono emozioni indescrivibili e che non sempre riesco a provare.



Il “non vedente non è un ramo secco”, ma un fiore che germoglierà,che crescerà e sarà bello come tutti gli altri…






Il “non vedente quando sognano,non sognano al buoi”…ma con la luce del loro cuore,con il sospiro della loro anima, con la forza della loro mente…Sognano!!!

Non avrei mai immaginato che una lezione del genere riuscisse a suscitare mille emozioni in me, forse più di quella in cui abbiamo usato la benda per provare la sensazione di essere ciechi.
Il prof.Palladino oggi, con le sue parole "paterne" mi ha donato una carica che ha stupito persino me stessa e allo stesso tempo sono sincera nel dire che ho pianto come una ragazzina alla visione di un film d'amore quando ha raccontato la sua storia con la propria moglie. Altro che esempio di vita! E' un esempio di amore che non conosce barriere e mi ricorda la nota canzone di Aleandro Baldi che canta " Non amarmi perchè vivo all'ombra, non amarmi per cambiare il mondo tanto il mondo non si cambia e siamo tutti specchi fatti per guardarsi e diventare soli e vecchi".
L'amore dei coniugi Palladino vince ogni barriera sociale ed umana e come la stessa figlia e nipote hanno confermato: non gli è stato sottratto nulla e nulla gli è mancato.
L'affetto di un padre, la prontezza di un uomo, la dolcezza di un nonno, e che nonno! Penso che questa sia stata la lezione fino ad ora più bella ed emozionante e perchè no, divertente del corso.
Posso dire solo grazie prof. Palladino per la sua grinta e naturalmente grazie alla professoressa Briganti per questa esperienza, a mio dire, indimenticabile!

Lezione di vita. Questo il nome che darei alla giornata di oggi. L’incontro col Prof. Palladino è stata un’esperienza che porterò con me per sempre. Una persona stupenda, vitale e simpatica, con tanta forza di andare avanti nonostante le difficoltà dovute alla cecità ma soprattutto con tanto amore da donare a chi nella vita è stato più sfortunato. E’ l’esempio vivente di come la disabilità non sia un limite, ma lo diventi quando chi la possiede si chiude in se stesso, pensando che non possa essere utile alla società e si giustifica dietro le proprie difficoltà fisiche e motorie. Il professor Palladino rappresenta una vera testimonianza per i giovani di oggi che spesso non hanno stimoli, non conoscono quali sono i veri problemi e non sanno apprezzare i doni che la vita gli ha regalato. Persone così sono più uniche che rare.

Oggi abbiamo trattato il tema della cecità e della mostruosità. Abbiamo avuto l’onore di conoscere il signor Palladino e la sua famiglia. Con il suo intervento siamo venuti a conoscenza della sua vita: in particolare del suo grande amore e della sua cecità avuta all’età di 13anni. Spesso mi chiedo come un educatore possa far capire ad un non vedente la struttura e la bellezza di ciò che ci circonda, ho trovato una poesia che spiega alcune delle perplessità di molti studenti.

LA CECITÀ DELL'ANIMA
Una notte ho sognato un bambino,
da solo giocava in mezzo al prato.
Aveva gli occhi chiusi, sfiorava i petali.
Mi chiese: "Come sono questi fiori?"
“Belli.” Gli risposi.
"Perché sono belli?",
mi guardava con gli occhi chiusi
e mi sentii stringere il cuore.
"Perché sono colorati di giallo, rosso, verde e blu." riposi,
"E com'è il giallo? Il rosso? Il verde? Il blu?" mi chiese,
mi guardava con gli occhi chiusi
e mi sentii mancare il fiato.
"Non lo so." Risposi.
"Te lo spiego io." mi disse.
Con gli occhi chiusi si avvicinò a me, mi fece sedere.
Mi chiuse gli occhi, mi accarezzò, mi baciò, mi abbracciò.
Con gli occhi chiusi, sorrideva.
La mattina mi svegliai e mi accorsi che avevo ancora gli occhi chiusi.
Provai ad aprirli, ma non ci riuscii.
Provai ad immaginare, non ci riuscii.
Con gli occhi chiusi non ho ancora imparato a sorridere.

I non vedenti possono condurre una vita “normale”, possono leggere scrivere(grazie alla scrittura Braille), passeggiare, e come nel caso del Prof. Palladino, accompagnare le figlie all’altare.

Dalla simulazione che facemmo in aula fino ad oggi con l’incontro ho cercato di capire se è “meglio” nascere non vedenti o diventarlo; una risposta esatta non me la sono saputa dare ma ho valutato i pro e i contro: per quanto riguarda la cecità dalla nascita il pro è che il bambino nascendo con questa disabilità si abitua sin da piccolo, il contro è che il bambino non conosce il mondo circostante; per quanto riguarda il diventare ciechi con il tempo il pro è che la persona conosce ciò che lo circonda, il contro è che non è abituato a ciò che gli è accaduto.
Collegandomi alla lezione della professoressa abbiamo appreso la minima differenza che c’è tra un non vedente e un ipovedente: il non vedente è colui che non vede nulla mentre l’ipovedente è colui che vede poco e peggiora la vista con il passare del tempo.

Oggi ho avuto l’opportunità di conoscere una GRANDE persona : Vincenzo Palladino. Egli è divenuto non vedente in seguito a un incidente ma non per questo ha perso la voglia di vivere, anzi ne ha tanta e la condivide con tutte le persone che lo circondano. Nel corso del dibattito infatti ha sempre sottolineato l’importanza di uno dei valori più belli della vita l’AMORE ed ha ribadito di non guardare i bambini non vedenti con gli occhi di pietismo perché la pietà non serve a nulla e a nessuno. Se qualcuno mi chiedesse cosa ha suscitato in me questo incontro posso rispondere solo una grande,forte e viva emozione. Sembra un termine molto ampio ma è così:un’emozione che non si può descrivere con le parole poiché mi ha toccato profondamente dentro infatti sono tornata a casa contenta di averne preso parte. Del signor Vincenzo mi ha colpito soprattutto il suo modo di interagire con noi poiché non mi aspettavo tutta questa allegria, GIOA di vivere che mi ha trasmesso visto che molto spesso oggi ci lamentiamo troppo anche per piccole banalità. Io penso che lui sia un esempio da seguire e che soprattutto fa bene a raccontare la sua esperienza poiché può essere d’aiuto ai genitori, che ritrovandosi con un grande dramma abbiano potuto perdere la voglia di andare avanti e di battersi affinchè il proprio figlio sia considerato come tutti gli altri. Nel corso del dibattito è emerso una tematica molto interessante che riguarda il fatto di essere ciechi fin dalla nascita oppure diventarlo nel susseguirsi della vita. Io ho sempre pensato che la cosa più brutta fosse quella di perdere improvvisamente la vista ma in realtà entrambe le due situazioni hanno i pro e i contro poiché chi nasce non vedente trova (diciamo così,e se così si può dire) minore difficoltà a fare le cose rispetto a chi lo diventa ma a suo sfavore ha il fatto di non aver visto mai,come ha ribadito spesso il prof Palladino ,il sorriso di un bambino. Concludo dicendo che questa frase usata dal prof è veramente bella poiché cosa c’è più meraviglioso al mondo di un sorriso di un bambino,un dono bellissimo.

l'esperienza di oggi ha suscitato in me varie emozioni, varie sensazioni. ho provato un mix tra tenerezza, dolcezza, serietà, affetto, autorità, rispetto, fiducia,ambizione.ho apprezzato molto che il professore Palladino sia arrivato accompagnato da parte della sua famiglia. questo aspetto, a primo impatto mi è sembrato QUASI bizzarro, perchè ingenuamente non ne ho capito subito la necessità.poi però, appena hanno iniziato a parlarci, quando ci hanno reso partecipi delle loro esperienze, quando hanno condiviso con noi con noi le loro testimonianze, ho capito tutto: e in quel momento, nel momento in cui ho realizzato l'importanza, la forza della loro unione, del loro legame, mi sono emozionata tantissimo. a stento sono riuscita a trattenere le lacrime! perchè è raro incontrare persone, famiglie così tanto unite! ed è stato meraviglioso!
spero di non essere fraintesa con quello che sto per "dire"...
sinceramente, dopo circa mezz'ora dall'inizio del nostro incontro, mi sono venuti in mente due vecchi detti antichi..
"l'apparenza inganna" e "l'abito non fa il monaco".potreste chiedermi..perchè???
perchè quando è entrato in aula, nel suo silenzio, nella sua riservatezza mi è sembrato un uomo freddo... anche abbastanza severo. quando invece ha preso parola, è cambiato tutto! è cambiato il mio parere!
si è mostrato per quello che è! ovvero una persona allegra, solare... è una persona con una gran voglia di vivere! e trasmette energia positiva! per non parlare poi della sua risata contagiosissima! FORSE SARTO' RIPETITIVA! ma è la verità! è una persona merevagliosa! è la simpatia in persona!
mi ha rapita con il suo modo di fare... mi ha commossa raccontando la sua dura esperienza che ha vissuto quando era solo un bambino.... quando aveva solo 13 anni!
la sua frase che mi ha colpita profondamente è " voi siete fortunati e non lo sapete!"... e non poteva dire cosa più vera! spesso siamo talmente stupidi, superficiali ( e spero che nessuno si offenda!).... spesso facciamo i capricci (come lo stesso professore ha detto!) per cose futili... e spesso ci disperiamo addirittura! tutto questo succede perchè non ci soffermiamo a riflettere e non diamo il giusto valore, il dovuto peso a noi stessi, e soprattutto al nostro corpo! che fondamentalmente... è la "cosa" più preziosa che qualunque essere umano, uomo o donna, adulto o bambino che sia...possa avere!
voglio ringraziare la docente per questa ulteriore e preziosa opportunità che ci ha offerto...
voglio ringraziare ed esprimere la mia stima e ammirazione nei confronti del prof. Palladino e della sua famiglia, tutta... per averci reso partecipi (seppur per poche ore!) della loro vita.... per avermi emozionata e per i consigli dei quali farò tesoro oggi e domani!
un saluto a tutti.... donatella tipaldi.

Ancora una volta torno a casa con qualcosa in più, con la consapevolezza che non esiste nulla al mondo che possa impedirci di vivere, di gioire, di amare , di sorridere ;l'incontro di oggi lo posso con certezza catalogare nel cassetto degli incontri speciali...speciale non tanto per la menomazione funzionale del senso più importante in assoluto,la vista, ma per la capacità del Professore di rappresentare in pieno la sua "normalità". Troppi,tanti seminari sulle diversità e disabilita spesso scadono nella retorica senza pero coglierne la vera essenza ,ovvero "la forza della disabilita" che oggi ho avuto l'onore di cogliere grazie al professore. Con il suo carisma, con il suo fare brillante, con la sua energia ,ci ha travolti, travolti d'affetto,di amore per gli altri,di amore per la vita; è l'esempio tangibile di come la disabilita possa passare da mera menomazione a vera forza di affrontare la vita ,dove anche le piccole cose rappresentano momenti di gioia e di felicita. Mi sono davvero commessa nel vederlo ,ripetutamente, accarezzare e baciare sua moglie, mi ha trasmesso una serenità,una pace interiore che ti appaga di tutte le mancanze (futili)che si presentano dinanzi a noi..spesso i normodotati non ci riescono a fare tutto questo , siamo sempre li pronti a lamentarci e a "fare capricci"come diceva il professore, siamo sempre alla ricerca dell'isola che non c'è trascinati da un consumismo esasperato e tralasciando che la vera bellezza è proprio sotto i nostri occhi, gratuita. Mi ritengo davvero fortunata e privilegiata di aver partecipato a questo incontro che ha davvero lasciato un segno indelebile perche vivere la situazione è tutt'altro che sentirla dire..è stata un' emozione unica che mi ha lasciato la certezza che la felicità esiste solo avendo la capacità di apprezzare e vivere le piccole cose, anche un tramonto riprendendo per l ultima volta la frase del simpaticissimo prof.
Grazie professoressa Briganti per avermi regalato questa bellissima giornata.

ascoltare le parole del nonno Palladino mi hanno fatto capire che noi sempre i cosidetti normali siamo fortunati ma questa stessa normalità se così vogliamo chiamarla ci fa chiudere gli occhi,non si dà più importanza alle piccole cose come ad un fiore o al sole,i quali sono le uniche che servono per andare avnti nella vita ......
PS:NONNO SEI UNICOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!
PROF. GRAZIEEEEEEEE PER TUTTO <3

Il professor Palladino è l'esempio vivente di chi ce l'ha fatta. Dopo un incidente,avvenuto a 13 anni che gli ha causato la perdita della vista,ha dovuto riprogettare la sua vita:è andato in un collegio a Firenze dove c'erano bambini che durante la guerra avevano perso gli arti,quindi c'era tanta sofferenza e lui in un certo senso si sentiva sollevato perché gli mancava solo la vista,ma poteva fare qualsiasi movimento ed è per questo che lui cercava di aiutare tutti gli altri.Per stare più vicino alla sua famiglia ha deciso di tornare a Napoli dove ha iniziato a studiare il braille. Il braille rappresenta la parte fondamentale di una persona non vedente perché la rende autonoma. Mi ha colpito molto quando la figlia del professore ha detto che adesso è lui che si prende cura della moglie,la aiuta nella somministrazione delle medicine proprio grazie a questo tipo di scrittura.Sono rimasta davvero colpita da questo incontro,il professore è la persona più bella che abbia mai incontrato in tutta la mia vita perchè nonostante la sua condizione è una persona solare,divertente,esprime tanta positività. E' una di quelle persone dalle quali noi dovremmo trarre un insegnamento,noi che al giorno d'oggi siamo così superficiali,che non apprezziamo ciò che ci offre la vita,noi che il tramonto,la luna piena,le onde del mare,per quanto possano essere belle,non ci fermiamo nemmeno per un istante a guardarle...e invece ci sono persone che come lui,purtroppo non hanno la possibilità di vederle e che nonostante questo non si lamentano mai! Inoltre mi ha colpito soprattutto il suo essere altruista,tutto ciò che fa non è mai a scopo personale,ma lo fa per dare una speranza a chi vive in condizioni difficili e che magari non ha persone forti accanto o esempi di vita come lui. Sono d'accordo con il professore sul fatto che bisogna fare il possibile affinchè queste persone con disabilità, possano vivere al meglio la loro vita,aiutandoli,standogli accanto e non emarginandoli.

L'incontro tenuto oggi a lezione con il Professore Vincenzo Palladino insieme alla sua famiglia,la moglie,la figlia e la nipote è stato molto interessante ed emozionante.Fin da subito ho notato il loro legame così forte e compatto e questo mi ha colpito molto.Ognuno di loro con la propria testimonianza mi ha lasciato qualcosa di importante e significativo.Il Prof. Palladino è prima di tutto un Uomo,un Padre,un “Nonno”,una persona,a mio parere,molto simpatica ed ironica,che vive la sua vita con piena serenità affrontando la quotidianità in maniera allegra e tranquilla.Anche se da adolescente a causa di un esplosione di un ordigno ha perso la vista non si è arreso,non si è chiuso in se stesso,come spesso accade,anzi riesce a fare del bene,è riuscito ad uscire bene da questa situazione.Egli non si ritiene una persona sfortunata ma si ritiene fortunato perchè per 13 anni ha potuto vedere la luce del sole,a differenza di persone meno fortunate,come egli stesso le definisce,che hanno deficit ancora più gravi,come la mancanza di un braccio o di una gamba.Quello che più mi ha colpito è stata la sua grande voglia di vivere,il suo entusiasmo nell'affrontare la vita,di come ha accettato questo suo handicap non arrendendosi ma continuando ad andare avanti trasmettendo alla sua famiglia e soprattutto alle persone non vedenti i valori ritenuti da lui fondamentali,ossia l'amore,l'affetto,l’ottimismo e la gioia di vivere.Il Prof ha sottolineato anche l'importanza di quella che definisce la "santa scrittura",ovvero il Braille,che è un sistema di scrittura e lettura a rilievo per i non vedenti che dà autonomia nella vita di ogni giorno.Egli ha spiegato poi quanto sia importante per un bambino non vedente ricevere una semplice carezza.Una frase detta dal Prof che più mi è piaciuta è “Voi che avete il dono della vista dovete essere Felici perchè siete ricchi:avete la Salute”!I non vedenti quando sognano,non sognano il buio!Queste persone vogliono vivere,vogliono l’amore.Un bambino non vedente non può vedere un sorriso,un alba,un tramonto,dice il Prof. Palladino.Il bambino non vedente ha sviluppato un altro senso,il "tatto".Loro sviluppano in maniera più approfondita altri sensi.

Vincenzo Palladino è l'esempio vivente,come dice sua figlia,di chi nella vita ce l’ha fatta,lottando con tutte le forze per sopprimere la sua difficoltà,apprezzando le piccole cose e sorridendo alla vita!

L’incontro di oggi nonostante abbia affrontato un argomento alquanto complesso e delicato , quale la cecità, è stato molto coinvolgente ma soprattutto…… DIVERTENTE….
Sembra strano definirlo cosi se penso che a condurre la lezione è stato un uomo che a causa di un incidente di guerra ha perso la vista a soli 13 anni ,eppure oggi quell’uomo non mostrava affatto il suo handicap, sembrava un uomo normalissimo che ha raccontato la sua vita altrettanto normale : felicemente sposato con 7 figli e 16 nipoti ,nella sua esistenza da persona cieca ha fatto tutto con gran naturalezza e gioiosità , ha studiato, ha lavorato , ha scritto e scrive tanto, ma soprattutto sfrutta la sua esperienza per aiutare bambini e ragazzi che hanno questo tipo di problema.

Quello che mi ha colpito di più del prof. Palladino, però, è la sua grande voglia di vivere e il suo immenso umorismo ,infatti durante la lezione ogni momento era buono per qualche battuta che mi ha fatto sorridere e mi ha fatto capire che ogni situazione, anche la più “stupida”, deve essere affrontata con determinazione, senza piangersi addosso o pensare che siamo stati “sfortunati” se il destino ci ha riservato un tale progetto .
Quest’uomo invece si ritiene fortunato, perché lui sa come è fatto il cielo ,il sole ,ha ammirato i colori della natura, ha visto il volto della mamma del papà e questi ricordi li conserva nella mente e nel cuore ed è proprio con gli occhi del cuore che oggi guarda la moglie, i figli e i nipoti dandogli un volto , dei lineamenti , un corpo…
la sua fortuna è proprio questa : lui sa perché ha visto e ora può immaginare, mentre altri, che sono ciechi dalla nascita, vivono nel buio più profondo e possono scoprire il mondo che li circonda solo con gli altri 4 sensi ; ci ha invitati a rendere queste persone partecipi alla vita di tutti i giorni poiché esse non hanno bisogno affatto della nostra pietà ma solo del nostro affetto , stima e fiducia .

Interessate è stata anche la sua proposta di un corso sulla scrittura braille, che lui chiama “sacra scrittura” perché risulta fondamentale per comunicare con gli altri , per tenersi informato e soprattutto per essere autonomo nel prendersi cura di se stesso e a volte anche della sua cara moglie,” la quale con l’avanzare dell’età rischia di prendere qualche farmaco sbagliato…”
E’ stata proprio una grande lezione e un altro eccellente esempio di persona resiliente!