La relazione educativa è una delle tematiche principali in campo pedagogico.Avviene all interno di strutture specializzate differenti.
Quando si parla di relazione educativa si fà riferimento ad un educazione personalizzata;si tratta di una conoscenza tra due parti;una conoscenza che avviene nel momento in cui una delle due parti si pone come "stimolo",mentre l altra parte acquisisce in modo tale da esser capace di comprendere la realtà.
Come già dette precedentemente la relazione educativa viene ad istaurarsi all interno di strutture o ambiti differenti.La relazione madre-figlio è una relazione educativa;l intensità affettiva che unisce genitori e figli fa sì che tale relazione richieda un elaborata gestione di emozioni e sentimenti,anche sul piano dell educazione.Se nei secoli passati i figli erano considerati come una sorta di propietà dei genitori,nella nostra società i bambini vengono riconosciuti come soggetti che fin dalla nascita sono dotati di volontà autonoma e di ben precisi diritti.
Questa trasformazione della visione comune si è accompagnata all istaurarsi di una certa varietà di stili educativi.ossia di modalità scelte dai genitori per l educaione dei propi figli.
è evidente che la riccheza e la complessità dei legami emotivi presenti nella relazione familiare rendono difficile essere genitori "perfetti".Infatti,spesso accade che in alcune relazioni familiari ad essere educati non sono i bambini ma gli stessi adulti.Il genitore perfetto è,dunque,colui che è in grado di amare il propio figlio e di dialogare con lui.
La relazione educativa è anche un complesso legame che si forma tra docente e discente,un lagame che produce apprendimento attraverso uno scambio recipoco,infatti tale relazione deve essere "incontro" e "scambio".
Ogni relazione educativa è portatore di significati e valori;l educatore deve trasmettere le propie competenze culturali,ma non deve limitarsi alla classica lezione,ma capace di creare un ambiente stimolante e creare un rapporto alla pari con i sui alunnied infine,ha il compito di rieducare l alunno e condurlo a cambiamenti positivi.In particolar modo quando si presentano situazioni di adulti con difficoltà come,tossicodipendenti,alcolisti e carcerati,dove si cerca di capire le problematiche e le dipendenze dell adulto per far sì che esso adotti e comprenda comportamenti accettati e previsti dalla società.Una altra relazione educativa che può presentarsi difficile o,per meglio dire,più articolata e complesse delle altre,è quella che viene ad istaurarsi con un soggetto disabile.In questo caso la relazione è più artikolata perchè l educatore deve prendere in cnsiderazione la diversa situazione e mettere in atto programmi specifici per far emergere le doti del disabile in modo tale da portare il soggetto su un piano di pari opportunità con i normodotati.Non mettere in luce le mancanze del disabile ma sottolineare e mettere in luce le sue potenzialità,le sue doti.
Costruire una relazione è un obbiettivo educativo di primaria importanza,è un processo che implica dinamiche e trasformazioni in ciascun partner,dove è contenuta una finalità implicita "educare alla relazione con gli altri".
Per quanto riguarda i due setting realizzati in aula, posso affermare che il primo l’ho percepito come una relazione tra persone adulte,mentre il secondo l ho visto più vicino a me e per questo magari più interessante;nel senso che,nel primo setting è stata esposta un interazione tra una madre e un’educatrice, che erano a loro agio nell argomentare il problema,caratterizzato da lamentele di una madre per la mancanza spesso ripetuta di una terza persona;quindi,il colloquio si focalizzava sopratutto sulla mancanza di rispetto anzichè sul problema in sè. Il secondo setting, invece, era tra un adolescente e un’educatrice, quindi tra una ragazza ed un adulto. In questo caso si percepiva il timore della ragazza ad esporre i suoi problemi;cosa che per me è assolutamente comprensibile anche perche spesso i ragazzi hanno difficoltà a chiedere aiuto ad una persona adulta,sia perchè hanno la convinzione che il mondo degli adulti è un mondo molto lontano da quello degli adolescenti e per questo motivo l adulto non è in grado di comprendere o dare il giusto valore ad un determinato problema,sia perchè hanno timore di una possibile reazione dell adulto.Ecco perchè disponibilità,ascolto è rispetto sono necessari per una relazione educativa;l adulto deve "ESSERCI" in modo tale che l adolescente lo prenda come esempio;daltronde chi meglio di un adulto,che ha vissuto più di noi e prima di noi,può ascoltare e consigliare.?!!
Per quanto riguarda ,inevece,la seconda simulazione relativa al tema dell emarginazione..io ero una delle poche(perchè ho notato che la maggior parte dell aula ha gli occhiali
)cittadine "crudeli".In realtà se questa simulazione fosse stata fatta qualche giorno dopo...mi sarei ritrovata anche io ai margini di questa "triste città" perchè adesso "Signore e Signori" ho anche io gli occhiali...
.Comunque...dopo questa mia triste testimonianza,durante la simulazione non ho provato nulla,cioè forse non capivo,forse era troppo divertente per mostare attenzione al problema reale.Un prblema che diciamo per gioco,ridendo e scherzando si nascondeva in aula ma che poi alla fine si è fatto notare.Ho iniziato a pensare...."Oh mio dio...la prof.le stà totalmente ignorando.."..."come possono parlare o chiedere aiuto o fare domande se la prof. le dà le spalle??!!".Poi il mio pensiero e quella realtà viva e chiusa in quelle 4 mura si è allargata ed estesa;cioè questo è ciò che cè ed esiste lì fuori...fuori da questa finestra.Accade qui in aula,accade per strada e accade anche nelle scuole.Rispolverando ricordi di infanzia,o magari vivendo una classe di scuola materna o elementare,di sicuro notiamo tra i bambini,quello "isolato".
Anna Oliviero Ferraris in un suo scritto presenta risultati di alcune statistiche secondo le quali: il 10% DEI BAMBINI DELLE SCUOLE ELEMENTARI NON SONO SCELTI DA NESSUNO E TRASCORRONO IL LORO TEMPO SENZA AMICI.Questi bambini vengono rifiutati da altri o semplicemente ignorati;di conseguenza non hanno molte occasioni per apprendimenti sociali,cioè,hanno difficoltà e poche possibilità per difendersi.
Un modo per aiutare un bambino islato è fargli acquisire un abilità che gli altri magari ammirano o magari far vedere in classe filmati per aumentare l interazione positiva tra pari...sono tanti gli aiuti che devono e possono esere dati perchè necessari....anche perchè quella fatta in aula era una simulazione,ma al di fuori di quella aula è la realtà...