Pedagogia della disabilità 2012

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Pedagogia della disabilità 2012

Pedagogia della disabilità (2012)- Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti


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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso)

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    Messaggio  anna gemma buono1 Ven Apr 20, 2012 1:14 pm

    Tutte le esperienze sono educative ! La relazione educativa non si istaura infatti soltanto nella scuola ma ovunque avviene uno scambio reciproco tra più soggetti , l’educatore infatti ha il privilegio di fare un “lavoro” ,anche se come affermava l’educatrice del primo setting è una soprattutto passione, in cui ci arricchisce non economicamente ma al livello umano ed è la ragione per cui voglio fare questo lavoro.
    Nella relazione educativa deve risaltare prima di tutto il rispetto dell’altro e del suo valore in quanto persona .
    L’educatore deve poi soprattutto essere disponibile e aperta ad ascoltare le difficoltà senza dover per forza dare soluzioni ,poiché spesso ciò che più serve è essere ascoltate (come era in fondo l’educatrice del setting, a differenza della seconda che ponendogli una domanda a cui la ragazza aveva già risposto sembrava non averla ascoltata !!)
    Ma soprattutto credo l’educatore deve avere sempre un atteggiamento lineare e saper controllare le proprie emozioni; per esempio se un educatrice sta affrontando dei problemi non può essere nervosa e quindi cambiare completamente atteggiamento rischiando poi di cancellare tutto il lavoro fatto con l’altro che potrebbe richiudersi nuovamente.
    Per quanto riguarda la simulazione io sono stata una fortunata cittadina e mi sono stupita di me stessa!Se infatti all’inizio mi dispiaceva x la mia amica che era nel gruppo degli esclusi ,quando la prof ha iniziato a chiederci che volevamo e mi chiedevo cosa mi sarebbe piaciuto avere , era come se mi fossi dimenticata della loro presenza.
    Tutto ciò mi ha fatto riflettere e mi ha fatto capire che l’emarginazioni che ci sono e sono avvenute sono dovute alla non curanza delle altre persone ,al fatto che queste spesso si sono fatte distrarre e abbindolare da chi aveva il potere .Mi sono sempre chiesta per esempio perché molte persone non hanno reagito durante il nazismo ,certo molti avevano paura altri ci credevano veramente , ma molti secondo me vedevano solo ciò che gli facevano vedere ….la prospettiva di un futuro migliore che gli faceva dimenticare quei campi di sterminio più in là.
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    Ultima modifica di anna gemma buono1 il Ven Apr 20, 2012 2:57 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  Cira Toscano Ven Apr 20, 2012 1:16 pm

    Tutto ciò che riguarda il confronto tra 2o più persone è EDUCATIVO!
    Facendo l'etimologia della parola:
    -"EDUCAZIONE"->dal latino EDUCERE (trarre fuori/tirar fuori ciò che sta dentro).E' l'unione di:
    E->da/fuori da
    DUCERE->condurre
    Ed è proprio il tema trattato nella nostra lezione
    E' bene allora differenziare l'EDUCATORE dall' EDUCANDO.
    1.L'EDUCATORE=è proprio colui che aiuta a "tirar fuori" e allo stesso tempo"conduce".Ma è anche vero che deve trasmettere qualcosa di positivo nelle relazioni arricchendole di conoscenze.Ma non deve solo limitarsi alla classica lezione o ad un consiglio,ma deve creare un clima sereno e farlo con ENTUSIASMO,STIMA e RISPETTO.Deve essere paziente,sensibile,ma soprattutto attento alla diversità e accettare il pensiero divergente e deve essere pronto a mettersi in discussione per migliorarsi.Non deve solo DARE e RICEVERE ma deve essere una"GUIDA"...Proprio come nel caso della seconda simulazione tra ROSA la ragazza che aveva difficoltà a socializzare e l'educatrice SIMONA.Una bella simulazione a mio parere!Emergevano chiare le problematich della ragazza ma non c'erano risposte certe da parte dell'educatrice ma solo un volerla accompagnre e stando con lei nella sua problematica.Per questo la ragazza si è sentita a suo agio e non sottoposta a differenze.
    2.L'EDUCANDO=possono essere non solo giovani ma anche adulti con problemi(tossicodipendenti/alcolisti/carcerati).E' una persona con i suoi problemi,le sue difficoltà, le sue paure che lo spingono a comportarsi in un determinato modo o possono essere ragazzi con difficoltà familiari che si chiudono in se stessi assumendo atteggiamenti aggressivi con i loro coetanei per mancanza di affetto familiare o semplicemente perchè hanno bisogno di essere capiti e amati.
    Allora òa RELAZIONE EDUCATIVA non è altro che il rapporto tra una "PERSONA GUIDA"e una "PERSONA IN DIFFICOLTA' ".
    E' necessario il rispetto reciproco,l'integrazione comunicativa tra i due per un arricchimento di entrambi accompagnato da uno scambio di emozioni e opinioni.


    SIMULAZIONE
    Noi classe=città
    Professoressa=sindaco dittatore.Stabilisce che non possono far parte più le persone che portano gli occhiali e faremo una bellissima festa e ospitare chi vogliamo perchè siamo molto ricchi.Ci sarà da mangiare a volontà..pizza..lasagna.Tanti regali..soldi..vestiti..viaggi..un posto di lavoro(magari...ahahah ai tempi d'oggi).
    Persone con gli occhiali=rappresentano"GLI EMARGINATI" coloro che sono ai margini,esclusi dalla società e dai suoi diritti.Infatti non a caso parlavano al sindaco che però non dava loro alcuna risposta perchè le persone emarginate"NON HANNO VOCE".
    Come crudele cittadina ho provato un senso di maligno.Perchè io si e gli altri no?perchè io che posso osare con i soldi,feste,restare nello sfarzo guardo solo da lontano gli emarginati e non faccio nulla per prenderli o semplicemente essere una di loro?Forse perchè il sindaco lo impediva o forse semplicemente perchè dato che era una semplice simulazione per pigrizia sono restata al mio posto senza farmi sentire.E se allora NON CI FACESSIMO SENTIRE nemmeno per situazioni molto gravi di emarginazione o discriminazione?Se mi fossi trovata ad esempio a dover prendere il posto di un bambino(in situazione di guerra)per poterlo salvare e permettergli di sopravvivere salvandogli la vita?Bhè forse una cosa c'è da dire che in ogni caso qualunque situazione ci presentassero dinnanzi avremo agito egoisticamente pensando solo a noi.
    In quanto cittadina=sono rimasta a vedere la festa e a "starci"ma guardando allo stesso tempo il comportamento degli emarginati che"NON SAPEVANO CHE FARE,CI GUARDAVANO CON UN PO' DI INVIDIA E SI SENTIVANO OSSERVATI".Quanto avrei potuto fare?perchè non l'ho fatto?Eppure quelle persone si sentivano Invisibili,non trattate,indifferenti,non avevano voce.Già considerare e trattare quella parte emarginata è istruttivo e allora perchè non partire da queste semplici simulazioni per migliorarci nel futuro per situazioni più complesse?Il mio invito allora è "PROVIAMOCI ORA"il cosiddetto"CARPE DIEM"che spesso nominiamo.Proviamoci ora e non domani,perchè domani potrebbe essere già troppo tardi.DA qui vi collego anke una frase bellissima del film kung fu panda "IERI E' STORIA,DOMANI E' UN MISTERO,MA OGGI E' UN DONO...PER QUESTO SI CHIAMA PRESENTE".

    Mi scuso ancora una volta per la lunghezza del mio commento,ma spero di aver centrato tutto.
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Re: lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso)

    Messaggio  MIRIAM MUSTO Ven Apr 20, 2012 1:24 pm

    In aula abbiamo fatto un esperimento secondo il mio parere molto ma molto scioccante e significativo.
    A dire il vero però all’inizio pensavo tra me”ma cosa stiamo facendo!!!???”
    Poi subito dopo mi sono resa conto che la situazione non mi toccava personalmente in quanto non avendo gli occhiali io ero serena con tutte la altre ragazze,però poi guardando avanti ho notato l’espressione delle ragazze con gli occhiali e mi sono sentita per un attimo persa,confusa….
    Mi sono allora chiesta ma cosa hanno loro di diverso da me??
    La risposta istantaneamente è arrivata;NULLA xkè un paio di occhiali non possono far sentire una persona emarginata ed esclusa dal gruppo classe o contesto sociale!!!
    Concludo dicendo che per me quella divisione è stata soltanto una cosa fittizia perché in realtà siamo tutte nello stesso gruppo!!!
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty La costruzione della relazione educativa!

    Messaggio  eleonora daniele Ven Apr 20, 2012 1:27 pm

    A lezione abbiamo riflettuto su che cosa sia la relazione educativa.Il rapporto che si stabilisce tra madre e figlio è una relazione educativa.In alcuni casi i protagonisti di tale relazione sono i bambini,ma non sempre.Ad essere educati non sono sempre e solo i bambini,a volte sono loro ad educare gli adulti.La relazione educativa è anche un complesso legame che si forma fra docente e discente.Tale relazione deve essere incontro e scambio,partecipazione ed alleanza e non deve essere contrassegnata da una disparità di potere tra insegnante e alunno.In una relazione ogni individuo riceve qualcosa,è un prendere e dare in sincronia.Il futuro educatore deve trasmettere qualcosa di positivo nelle relazioni che costruisce,arricchendole di conoscenze.Necessario e fondamentale deve essere il rispetto reciproco nella relazione che s'instaura tra l'educatore e l'educando,al fine di arricchimento reciproco.Alcune volte gli educandi sono adulti con difficoltà:tossicodipendenti,alcolisti,carcerati.La relaizone educativa in questo caso è il rapporto tra una persona "guida" e una persona in difficoltà.Una relazione educativa è anche scambio di emozioni tra due o più persone.Alla base di una relazione educativa vi è la volontà di costruire un rapporto predisponendosi all'accoglienza,all'ascolto,lasciando spazio alla libertà dell'altro e costuendo pian piano,insieme,un progetto di vita personale e originale.L'educatore deve essere paziente,sensibile,attento alle diversità,accettare il pensiero divergente e soprattutto deve essere sempre pronto a mettersi in discussione e migliorarsi.In una buona relazione educativa si devono creare una serie di situazioni che possano mettere a proprio agio il soggetto che si ha di fronte.Creare un rapporto alla pari senza creare differenze,in modo tale che il soggetto si senta libero di esprimere le proprie idee e confrontarsi liberamente con altri soggetti.

    Due Setting
    La prima simulazione(il rapporto tra l'educatore e l'educando)l'ho trovata una scelta utile e interessante.Ho osservato con molta attenzione i due setting proposti dalla professoressa con la partecipazione di alcune mie colleghe.Ho notato fin da subito in entrambi i casi la disponibilità e l'apertura dell'educatrice verso le persone interessate.Nel primo caso la madre del bambino aveva inizialmente un certo imbarazzo nel raccontare il suo problema ma poi grazie all'aiuto dell'educatrice che l'ha messa a proprio agio è riuscita ad esporre il suo problema più serenamente.Nel secondo caso invece la ragazza tremava,era timida,si vedeva che aveva difficoltà ad esporsi ma pian piano è riuscita a raccontare il suo problema all'educatrice.

    Eri emarginato o cittadino?
    Nella seconda simulazione svolta a lezione sn stata messa in condizione di emarginazione.Sona stata emarginata e allontanata dalla città per il semplice motivo di portare gli occhiali.Il sindaco della città ci ha subito etichettato,mi sono sentita esclusa,discriminata dalla società.Il sindaco ha dialogato e si è confrontato solo con gli altri cittadini,proponendo di organizzare una festa e di poter invitare anche personaggi famosi,senza prendere noi emarginati in considerazione.Ha alzato un Muro verso di noi,non ha voluto ascoltarci,perchè noi non avevamo voce in capitolo,ha avuto una totale indifferenza nei nostri confronti.Mi sono sentita inferiore agli altri,messa da parte,estraneata da tutto ciò che stava accadendo in quel momento nella città.Volevo esserci anche io lì insieme agli altri cittadini,ma il sindaco non ha voluto,volevo essere alla pari con gli altri,sentirmi parte integrante della società.è stato molto strano mettermi nei panni delle persone emarginate e sentirmi tale anche solo per poco tempo.Quante persone si trovano ancora oggi in questa condizione di disagio e penso che sia veramente brutto sentirsi emarginati.Emarginazione è appunto uno status o condizione individuale o collettivo,di esclusione dai rapporti sociali.L'emarginazione,purtroppo,è tuttora una compagna inseparabile dell'essere umano.




    Ultima modifica di eleonora daniele il Lun Apr 23, 2012 2:09 pm - modificato 1 volta.
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Qualsiasi esperienza della vita è educativa sia se è un esperienza negativa che positiva

    Messaggio  lucia schiano lomoriello Ven Apr 20, 2012 1:59 pm

    Ogni incontro umano ed ogni esperienza della vita è educativa in quanto è portatore di valori ed opinioni che assumono un peso educativo nella crescita di colui che li riceve.Alla base di una relazione educativa vi è la volontà di costruire un rapporto predisponendosi all'accoglienza e costruendo gradualmente un progetto di vita. Fondamentale in ogni relazione è il legame affettivo che permette alla persona in difficoltà di fidarsi ed aprirsi esprimendo le proprie emozioni.ed è per questo che l'educatore come affemò anche la Signora Michelina deve essere paziente, attento alle diversità, non mettere in luce le mancanze ma anzi le potenzialità, tutto ciò rispettando i tempi d'incontro.L'educatore deve cercare di mettere a proprio agio il soggetto che si ha di fronte cercando di costruire un rapporto alla pari in modo tale che il soggetto si sente libero di esprimere le proprie idee.Ognuno di noi anche se non accorgendosi è stato come un educatore nei confronti di sorelle amici ...oppure siamo stati educati da questi ultimi .Quindi una relazione educativa si realizza in diversi luoghi e strutture : a scuola, tra le mure di casa , per la strada, nelle chiese....è un occasione di formazione bilaterale come uno scambio in cui entrambe le persone ricevono e danno qualcosa.Credo che la maggior parte di coloro che seguono tale corso vorrebbero in qualche modo divenire Educatori.....in realtà anche se potremmo imparare la definizione completa e ben dettagliata di tale termine e come comportarsi dinanzi ad un soggetto in difficoltà, lavorare sul campo sia qualcosa di ben diverso...Io non ho mai avuto esperienza del genere , certo so cosa significa essere educati perchè fin dalla nascita noi tutti acquisiamo principi e metodi comportamentali esemplati dai genitori, però penso che sia diverso se lavorerò con un caso "difficile".Dovrei avere io educatore la consapevolezza di riuscire in questo ruolo e forse è vero che solo con un confronto con l'educando mi potrei mettere alla prova.... E' necessario in primi s la volontà e la passione per questo lavoro , non si deve pensare all'onere vantaggioso ma a riuscir ad aiutare qualcuno .Però non si deve cercare di attingere ad un risultato immediato ma anzi spesso è proprio la rapidità della soluzione del caso da il suo scarso risultato....Nella prima simulazione mi è piaciuto l'impatto tra Michelina e la madre del piccolo , perchè Michelina l'ha accolta già dal primo momento come un amica , una di famiglia...forse perchè Michelina già sa come comportarsi avendo già avuto esperienzee lavorando già in questo campo.Ho subito notato che l'educando riscontra difficoltà a relazionarsi, ad esporre il problema, ma in questo Michelina è stata brava a non usare troppo e a non correre.Anche la postura di Michelina ha dato alla mamma maggior sicurezza e quindi fiducia di aprirsi, e poi mi ha colpito il fatto che Michelina per tranquillizare il bambino le ha offerto se nn erro un gelato, così facendo ha anche sciolto il ghiaccio e rassicurato il piccolo.Successivamente la mamma ha esposto il suo problema ossia che il bambino in molte occasione è rimasto in aula senza l' insegnante, e Michelina ha cercato con moderazione di scendere in profondità e capire se l'accaduto era casuale o ripetuto...Questa prima simulazione sembrava una delle tante scenze viste nei film cioè perfetta come dovrebbe essere.L a seconda simulazione è invece come mi comporterei io al mio tipo incontro....io mi rispecchio nella ragazza che si sente incapace di socializzare e si sente un gradino sotto agli altri e quindi se cerco aiuto in qualcuno non vorrei sentirmi dire a differenza di quanto ha detto l'altra ragazza se io avevo amici, questo perchè è come se mi desse ulteriormente una pugnalata cioè ancora una volta mi farebbe capire che son incapace a relazionarmi e trovo difficoltà a fare amicizie, quindi penso che in questa seconda occasione l'approccia sia stato molto sbagliato...io mi sarei chiusa ancor di più se mi dicessero<< allora tu non hai amici?>><<Perchè questo lo so e tel'ho detto "prima"quindi non è necessario che me lo richiedi...anzi io volevo che mi aiutassi tu a capire il perchè ...e mi sarei aspetta un incoraggiamento oppure una frase tipo "dobbiamo cercare insieme di capire il perchè ed aumentare la nostra autostima">>.......Questo è il mio pensiero poi non so......Per quanto riguarda il tema dell'emarginazione io ero un cittadino quindi appartenevo alla cosidetta categoria VIP .....anche se ci scherzo su in realtà credo che la società si distingui da un gruppo IN quelli che sono conformi ad ideali tipo imposti dai canoni comuni , aventi stesse ideee pensieri valori...e quelli OUT tra cui mi inserisco anchio perchè tipo non seguo la moda .....ho delle mie idee dei miei valori ....infondo ognuno vuole proprio trovarsi in uno dei due gruppi questo non vuol dire che il gruppo IN sia migliore del gruppo OUT o viceversa...IO ODIO LA PAROLA EMARGINAZIONE essa è anche sinonimo di INDIFFERENZA cioè se per strada si vede un senzatetto ci si passa avanti senza soffermarsi ad aiutarlo o a pensare la motivazione per cui si trova in quella situazione.Essere emarginati è brutto è come se ti escludessero e allora ti senti abbandonato e diverso e non accettato.Nella simulazione io ero cittadino e quando ho visto le altre ragazze alzarsi l'una dietro l'altra perchè non corrispndevano ai canoni perfetti,dicevo tra me e me che mi dispiace, questo forse perchè so cosa significa essere emarginati....Si può sentire emarginati in tante occasioni anche tra amici.....Vorrei continuare a scrivere ma, penso che sarei stancante e pesante e mi fermo qui , so che non riesco ad espormi nei migliori dei modi forse perchè vorrei dire tanti cose e le dico tutte insieme e forse sono incomprensibile , mi scuso a priori...
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Re: lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso)

    Messaggio  MAURIELLO JESSICA Ven Apr 20, 2012 2:41 pm

    A lezione abbiamo trattato il tema della relazione tra educatore ed educando;in realtà io già prima della lezione avevo un'idea chiara e precisa al riguardo altrimenti non avrei mai scelto questa facoltà e compiuto di diventare una futura educatrice.
    In primo luogo ritengo che la scelta di essere un educatore è una MISSIONE perchè non è un lavoro che ti spinge ad entrare in contatto con oggetti ma con persone che hanno i propri specifici vissuti,hanno compiuto delle scelte che spesso sono state sbagliate perchè non supportate da guide giuste che li hanno indotti molto spesso a vendersi ,a rubare e ad uccidere o semplicemente che hanno problemi esistenziali tipici del periodo adolescenziale.
    Ritengo che il rapporto tra educatore ed educando debba essere basato in primo luogo sul rispetto e la fiducia reciproca e il primo debba essere risposto a fallire nel tentativo di aiutare e il secondo disposto a tendere almeno un dito all'educatore che con il tempo grazie alla sua professionalità dovrebbe essere in grado di tirare a se l'intero braccio.
    Per quanto riguarda,invece,la seconda questione mi sono sentita cittadina perchè fortunatamente ho avuto sempre al mio fianco persone che mi hanno aiutato nei momenti bui della mia vita che sono stati princpalmente due anche se ho solo 21 anni;a questo riguardo provo molta rabbia nel vedere che ci sono molti ragazzi ai margini di un intero foglio che rappresenta la nostra società e vedere che lo stato,ad esempio,sonvenziona programmi stupidi spendendo milioni di soldi e non ne spende altriettanti per sostenere queste persone che non hanno una famiglia,non hanno la possibilità economica di curarsi qualora ce ne fosse il bisogno.
    Perchè esistono i margini sul foglio della nostra comunità???perchè non riusciamo a cancellarli?Beh la risposta è molto semplice in quanto alla base di tutto ciò ci sono giochi di potere,profitti economici che preferiscono che ci siano.....vedo tanta ipocrisia quanto si fanno campagne per aiutare i paesi del terzo mondo perchè dal fatto che essi esistono traggono benefici i paesi come il nostro:gli imprenditori di quali paesi,infatti,impiantano fabriche in Africa dove la manodopera costa 100 volte meno rispetto a quella italiana, tedesca o francese???Beh purtroppo so rispondere anche a questo quesito:I NOSTRI IMPRENDITORI,E QUESTO RIGUARDA ANCHE ALLA CULTURA PERCHè SOLO UN UOMO LIBERO CULTURAMENTE TROVA LA FORZA DI REAGIRE E DI OPPORSI A QUESTO ABOMINEVOLE CERCHIO QUINDI FA CAOMODO CHE ESSI CONTINUINO A VIVERE NELL'IGNORANZA.......NOI EDUCATORI NON DOBBIAMO ED ETICAMENTE NON POSSIAMO PERMETTERE QUESTO E IO MI BATTERò CON TUTTE LE MIE FORZE PER OPPORMI A QUESTO SISTEMA E NON MI LASCERò INGHIOTTIRE DA ESSO
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Re: lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso)

    Messaggio  Orsola Cimmino Ven Apr 20, 2012 2:46 pm

    La relazione eduvativa è l'insieme dei rapporti sociali che si stabiliscono tra l'educatore e l'educando. Tale relazione deve essere incontro e scambio, partecipazione ed alleanza...L'insegnante nell'azione educativa deve percorrere l'itinerario del dialogo, della reciprocità e dell'integrazione comunicativa. La relazione educativa si costruisce giorno per giorno, a partire dal reciproco sentire e si consolida grazie alla condivisione di un vissuto, intermediario di scambi e di attività con gli alunni. Tra l'insegnate e l'allievo si deve creare un rapporto di fiducia e di stima, si deve consolidare in un dialogo diretto e personale anche fuori dalla classe. Lo studente deve poter contare sul fatto che vi sia all'interno dell'istituzione scolastica una persona di cui si possa fidare, pronta ad ascoltarlo a dargli consigli, a incoraggiarlo ma anche a rimproverarlo al momento opportuno. Anche il rapporto che si instaura tra madre-figlio è una relazione educativa. In alcuni casi i protagonisti sono i bambini, ma non sempre avviene così. Ad essere educati non sono sempre i bambini, a volte sono loro ad educare gli adulti e a trasmettere loro. Anche un educatore ha bisogno di essere educato...
    La relazione educativa è creare delle situazioni che possano mettere a proprio agio il soggetto che si ha davanti. Non bisogna creare differenze, in modo tale che il soggetto si senta libero di esprimere le proprie idee e confrontarsi liberamente con altri soggetti. La relazione educativapuò estendersi anche nei rapporti tra amiche, fidanzati, marito-moglie. Quindi in tutti quei rapporti che vengono ad instaurarsi tra 2 o più persone, perchè tutti possono insegnare e tutti possono imparare. E' essenziale, nello stabilire la significatività di una relazione, il grado di condivisione esistente tra le persone coinvolte, consistente non solo nel fare insieme, ma anche nel rendere partecipi gli altri di ciò che si è fatto, detto, pensato, e vissuto facendoli in tal modo essere, e presumibilmente, sentire dentro la propria esperienza facendo emergere a consapevolezza il proprio personale e specifico livello di radicamento. Quando la relazione tra 2 persone ha lo scopo unico di promuovere lo sviluppo e la crescita, oltre che la prevenzione e la cura di particolari stati di disagio, si definisce educativa ed assume anche, sul versante adulto che orienta, accompagna e supporta, la dimensione centrale ed essenziale della responsività. Una delle caratteristiche principali della relazione educativa è l'intenzionalità che fa dell'atto ludico, di questa relazione nel qui ed ora, un evento mirato ad obiettivi precisi e non improvvisato. L'intenzionalità fa agire l'educatore con la consapevolezza e la certezza di sapere sempre i motivi per i quali si fa o non si fa una cosa. L'intenzionalità si esprime fondamentalmente nel progetto educativo, la grande trama che giustifica le nostre e altrui azioni. La scelta del termine relazione, costituisce la base di appoggio di qualsiasi intervento, la strategia più efficace per costruire un rapporto significativo e di fiducia senza il quale il lavoro educativo risulterebbe molto più faticoso e problematico, dal momento che ogni maturazione o cambiamento è impossibile in assenza di un coinvolgimento attivo dei soggetti nel processo che li rende attuali e possibili.

    Setting: la proff ci ha proposto 2 setting. Quello che mi è piaciuto di più è stato il primo: quello tra una madre e l'educatrice, in cui la madre ha esposto il problema del figlio a scuola con l'insegnante di sostegno che si assenta continuamente. Da questo setting si evince l'apertura al dialogo, la disponibilità dell'educatrice nei confronti della madre, l'accoglienza, la sensibilità e la libertà di parola.


    Simulazione: emarginato o cittadino? Emarginata : anche questa simulazione come d'altronde le altre precedenti, sono motivo di grande riflessione. Le "emarginate" hanno provato una grossa difficoltà, vivendo anche un profondo disagio nel non essere considerate, nel non potersi esprimere liberamente. Mentre coloro che facevano parte della città potevano organizzare una festa e decidere chi poteva prendere parte ad essa. La proff cercava di catturare l'attenzione delle "cittadine" cercando di non farle distrarre nel vedere le "emarginate" isolate..anche perchè tra quel gruppetto vi erano amiche.

    Parlando di emarginati si pensa alla solidarietà umana e al rispetto che dovrebbe essere dovuto ad ogni individuo. In molti casi il rispetto non esiste, la solidarietà nemmeno. L'emarginazione e la solitudine di cui soffrono tanti essere umani sono determinati dalla nostra insensibilità, dalla nostra incomprensione, dal nostro egoismo.
    "Tutti gli emarginati imparano giorno dopo giorno dalla nostra società a pensare di essere diversi e inferiori al resto dell'umanità".
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty ...Tutti gli incontri sono educativi e formativi...

    Messaggio  francypetraglia Ven Apr 20, 2012 3:31 pm

    Ieri in aula la prof ci ha spiegato cosa si intende per relazione educatva e la sua importanza soprattutto per noi educatrici.
    La prima cosa che ci ha tenuto a sottolineare è che TUTTI GLI INCONTRI SONO EDUCATIVI E FORMATIVI non solo quelli che si creano tra docente/discente,educatore/educando ma fanno parte di una relazione educativa anche l'incontro madre/figlio e con la famiglia nel suo significato più ampio,gli insegnamenti che da essa ci vengono dati ci formano, ci fanno crescere e ci accompagnano per tutto il nostro percorso di vita.
    Affinchè possa realizzarsi una relazione educativa il confronto con l'altro è fondamentale perchè solo attraverso il confronto si può iniziare un percorso di crescita e di dialogo.
    Nella nostra città immaginaria ,della simulazione, proprio il confronto con l'altro era un aspetto che mancava e il cattivo sindaco invece di creare occasioni di incontro emarginava.
    Ma in realtà le persone emarginate non erano solo "i cittadini" con gli occhiali ma anche colui che emarginava.
    Io non facevo parte di questi ma mi sono resa conto che alla fine della simulazione nè io nè le mie amiche prestava attenzione a ciò che le "ragazze emarginate" dicessero, la nostra attenzione era tutta rivolta nel decidere i preparativi per la festa,i cantanti da invitare,gli attori famosi...
    Spesso purtroppo non ci rendiamo conto che in qualsiasi contesto sociale ogniuno di noi può essere importante ed indispensabile e può contribuire a rendere quest'ultimo migliore e ogni forma di emarginazione non fa altro che impoverire una città e chi crede in essa.
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Re: lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso)

    Messaggio  Francesca Izzo Ven Apr 20, 2012 3:37 pm

    In questa lezione abbiamo affrontato l’argomento della relazione educativa,svolgendo diverse serie di simulazioni.
    Devo dire che mi è servito a capire spesso come una parola,od una semplice postura delle braccia possa mettere in difficoltà qualcuno.
    Dobbiamo sempre cercare di mettere a proprio agio tutte le persone che cercano da noi qualcosa,ma allo stesso tempo non avere
    quella paura di sbagliare,ma semplicemente dobbiamo aprire il nostro cuore.
    Successivamente abbiamo sperimentato la simulazione della “città”.
    In questa simulazione,ho visto emarginare la mia amica dalla città,ed io rimasta nella città.
    Mi sono sentita in colpa ,potevo avere tutto quello che volevo ma in realtà,abbiamo giocato e sorriso ma l’unica cosa che realmente avrei voluto era che tutto le persone
    “con gli occhiali” tornassero a far parte anche loro della città.
    Credo che la prima cosa nella vita sia il fatto che tutti siamo uguali.
    In passato sono state sterminate popolazioni solo perché venivano definiti “diversi,no persone,bestie”.
    L’unico desiderio che avevo era quello di restare tutti insieme nella città.
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Disabili:nostri cittadini...

    Messaggio  RaffaellaPagano1990 Ven Apr 20, 2012 4:01 pm

    Sono anni ormai che studio materie umanistiche come Psicologia,Sociologia e Pedagogia e il mio sogno un domani è quello di diventare una buona Educatrice per cercare di aiutare ed appunto educare i piccoli cittadini che poi diventeranno parte della nostra società.
    Nonostante ho seguito molte lezioni su questi argomenti,anche nella scuola superiore che ho frequentato,devo ammettere che nella scorsa lezione,sostenuta dalla Professoressa Briganti,ho capito diverse cose: per me è stato molto importante vedere una simulazione di setting tra l'educatore e l'educato.
    Il primo protagonista era un bambino accompagnato dalla madre che spiegava all'educatore tutti i suoi problemi con la professoressa di sostegno,l'educatore "bravo" è tale se è una persona disponibile,gentile e dolce nei confronti del proprio paziente aiutandolo facendolo sentire a proprio agio in modo che non si sentisse solo.
    Nella seconda "scena",invece,abbiamo avuto l'opportunità di poter assistere ai problemi di una ragazza adolescente nel pieno della sua timidezza e dei problemi che tutti i ragazzi di quell'età possono avere.
    L'educatore in questo caso mi ha dato la sensazione di uno psicologo,perchè ha cercato di darle dei consigli facendola sentire aiutata e dicendole di stare tranquilla acquistando più fiducia in se stessa e negli altri che fanno parte della sua vita.
    Penso dunque che questa lezione sia stata importante per tutti noi che ogni tanto dovremmo provare a calarci nei panni delle persone meno fortunate.
    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Mamma%20brava

    Per quanto riguarda l'altra simulazione quella fatta tra il sindaco e i suoi cittadini ho provato un sacco di sensazioni strane..
    Mi sono sentita "cattiva" perchè era come se noi normodotati emarginassimo tutti i diversamente abili.
    La professoressa,il sindaco in quel caso,non si curava della voce dei più deboli che metaforicamente erano posizionati dietro di lei;questo stava proprio ad indicare il fatto che in una società i disabili sono delle persone che non contano nulla o contano poco.
    Ho provato in ogni caso,anche stando comunque dalla parte dei "normali",a mettermi nei panni dei meno fortunati,che in classe erano rappresentati dai ragazzi con gli occhiali e devo dire che mi sono sentita esclusa ed ho provato solo alcune delle sensazioni che loro provano in ogni momento della loro vera vita.
    Facendo alcune di queste osservazioni ho capito che ognuno di noi normodotati dovrebbe mettersi più spesso nei panni dei disabili;dovrebbe capire che i nostri non sono veri problemi invece di pensare a tante cose futili cercare soluzioni per loro,per farli vivere dignitosamente,rispettandoli e considerandoli parte della nostra società..

    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 DISABILI
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Educare. La libertà di diventare se stessi.

    Messaggio  Rachele Di Tuccio Ven Apr 20, 2012 4:10 pm

    Educare significa promuovere un processo di crescita nel quale la persona apprenda gradualmente a divenire “padrona di se stessa” con quanto ne consegue in termini di consapevolezza auto formativa, responsabilità, corrispondenza vocazionale, relazioni intersoggettive, impegno storico, eccetera. In modo un po’ formale, ma adeguato alla verità delle cose, si dice che un’educazione autentica deve essere armonica ed integrale. Paola Bignardi, Il senso dell’educazione.


    Ho preferito iniziare questo commento con questo piccolo riferimento al libro ‘Il senso dell’educazione’ di Paola Bignardi, perché è secondo il mio parere quello che meglio rende il concetto di educazione.
    E’ un percorso, l’educazione, attraverso il quale le diverse generazioni insieme si impegnano a cercare, a proporre e a vivere un progetto di vita. Come definisco l’educazione? L’educazione io la riscopro ogni giorno come un azione umana che risponde a ciò che è scritto in profondità nel cuore di ogni persone e soprattutto al bisogno che ciascuno ha di trovare delle ragioni di vita e di senso. E’ un avventura della libertà sia quella della persona che cresce quindi dell’educando e quella dell’educatore che si pone al suo servizio. Ho vissuto e ancora oggi vivo delle relazioni educative perché sono un’educatrice dell’Azione Cattolica e seguo un gruppo di ragazzi dai sei ai quattordici anni. E dalla mia esperienza posso dire che il modo di educare dipende gran parte dall’idea che ci si è fatta dell’educazione e soprattutto della consapevolezza che si ha di essa. Pensare che l’idea dell’educazione riflette quella di persona è già un grande passo avanti, considerare il suo valore, il suo destino e il senso del suo stare nel mondo sono caratteristiche per me fondamentali. Io mi ritengo una persona molto ma molto fortunata, essendo una persona molto cattolica ritengo che il servizio che presto a queste persone sia una risposta ad una chiamata, una chiamata che viene dall’alto e che rende significativa la mia vita. L’educatore non è un osservatore passivo della vita della persona (che sia un bambino, un giovane o un adulto) ma chi educa deve considerare la sua scelta come una scelta professionale che ci accompagna per tutta la vita. E’ guardare il cuore della persona, riuscire ad entrare con pazienza nelle sue fragilità, cercando di creare un coinvolgimento passionale tra l’educatore e l’educando, educare è amare, e quando si ama una persona la si ama per la sua unicità, per il suo essere individuale, perché ogni persona è diversa dall’altra.
    Bisogna preparare il terreno e avere la pazienza di fare un viaggio… Essere pronti ad educare.

    Setting: oltre al fatto che era una simulazione e quindi può risultare più forzata ma io l’ho paragonata alla realtà e quindi a come realmente sarebbe stata. La prima relazione tra la madre del bambino e l’educatrice. Ritengo sia un percorso da intraprendere con calma, l’educatrice (Michelina che per me è stata molto brava) deve aiutare la madre ad assumere un comportamento positivo in quanto la mancanza e la difficoltà c’è stata non da parte sua ma da parte di una terza persona, la maestra di sostegno del bambino, e un'altra caratteristica principale di questa prima interazione è che essendo una madre e quindi una persona grande, adulta ha saputo gestire di più le sue emozioni e soprattutto ha compreso quello che l’educatrice le diceva. Mentre nel secondo setting, quindi la relazione tra la ragazza adolescente e l’educatrice sono emerse di più le emozioni della ragazza, che essendo piccola non è stato facile rapportarsi con l’educatrice. Parlare dei propri problemi, delle proprie paure, ansie e raccontare qualche periodo buio non è facile per un adulto quindi ancor di più non lo è per un’adolescente, ovviamente l’intervento educativo è personale quindi essendo ogni persona diversa dall’altra non tutti hanno la stessa reazione, ma il ruolo dell’educatore in questo caso è proprio quello, come ho detto prima, di cercare di entrare piano piano nelle fragilità della persona, riuscire a coinvolgerla nel loro dialogo e quindi conoscerla.

    Emarginato o cittadino? Emarginata. E’ stata una simulazione abbastanza toccante, perché fin quando si parla di esclusione, di isolamento, di emarginazione e non vengono messe realmente in atto non abbiamo un’idea chiara sul tema. Bisogna starci dentro per capirlo fino in fondo.. e in classe a dir la verità le prime reazioni che vedevo anche confrontandomi con le mie colleghe sono state rabbia, il senso di rifiuto e non accettazione ma anche se in piccola parte un po’ di solidarietà. Nonostante il sindaco (la prof) cercava di distrarre gli altri cittadini facendo delle proposte per organizzare una festa, e quindi catturando la loro attenzione, ci sono state molte che interagivano con noi con il desiderio di poter partecipare a questa festa con noi. Questa simulazione fa riflettere molto sul contesto sociale, su quanto ognuno di noi individualmente possa essere importante per la società e soprattutto per gli altri. E che fare il bene comune è anche fare il nostro bene.

    GRAZIE RACHELE!
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Re: lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso)

    Messaggio  Angela Ascanio Ven Apr 20, 2012 4:12 pm

    Tema trattato in questa lezione riguarda la relazione educativa. La relazione educativa è un oggetto multiforme, difficile da definirla. Noi tutti viviamo entro una fitta rete di relazioni sociali, ognuno di noi appartiene a un determinato contesto che sono appunto la famiglia, la scuola, il contesto di lavoro, una associazione o un gruppo di amici. La relazione educativa può riferirsi sia al rapporto che si stabilisce tra l'educatore e l'educando, quindi in ambito scolastico dove avviene una crescita, una formazione dell'educando. Sia al rapporto che si stabilisce tra madre e figlio, quindi in ambito familiare. Alla base di una relazione educativa vi è la volontà di costruire un rapporto predisponendosi all'accoglienza, all'ascolto, lasciando spazio alla libertà dell'altro e costruendo pian piano, insieme, un progetto di vita migliore. Deve essere un incontro e uno scambio di idee, di cultura,senza creare dislivelli, è molto importante inoltre che si crei un rapporto di fiducia e di stima che si rafforzi in un dialogo personale e informale, anche fuori dall'ambito in particolare.Ogni relazione, ogni incontro umano è educativo, in quanto è portatore di significati, valori o anche semplicemente di opinioni che assumono un peso educativo nella crescita di colui che li riceve, visto che in una relazione ogni individuo riceve qualcosa.
    Un bravo educatore deve entrare in relazione con l'educando, conoscere e rispettare i suoi tempi, i suoi limiti e le sue possibilità e da lì partire per progettare interventi che possano risultare realmente educativi.
    SETTING:
    Nel primo setting abbiamo visto l’incontro tra una madre e un’educatrice, l’educatrice ha messo a proprio agio la donna, ha cominciato ad istaurare un rapporto con lei, un rapporto alla pari, cercando di non creare differenze in modo tale che la donna cha di fronte si sentisse libera di discutere dei suoi problemi. Il secondo setting, invece si basava sull’incontra tra un’ adolescente e un’educatrice. La ragazza, aveva gran timore ad esporre i propri problemi con l’educatrice, ciò forse è dovuto all’età. Personalmente credo che una ragazza soprattutto nell’età adolescenziale tenga sempre a tenersi tutto dentro senza mai parlare con nessuno e nel momento in cui si trova a parlare dei suoi problemi soprattutto con un adulto ci vorrà del tempo per ottenere un vero rapporto.
    SIMULAZIONE:
    Mi è piaciuta molta questa simulazione. Per breve tempo ho indossato i panni di una emarginata. Quando la prof ha detto che tutti coloro che indossavano gli occhiali dovevano essere in un certo senso emarginati dalla città-classe mi sono sentita un po’ scossa ,fra tutte le mie amiche mi sono alzata solo io è questo mi ha fatto sentire allontanata dal mio gruppo.MI SENTIVO DIVERSA. Questo mi ha aiutata a riflettere su come si sentono tutte le persone che vengono viste, trattate da diverse, etichettate dalla società. Il diverso, è colui che differisce dai nostri canoni di normalità, colui che in un modo o nell' altro, è allontanato perché considerato come "anormale, come il mostro e per questo viene isolato!!


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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Ehi senti,,,,guarda che esisto!!!!!!

    Messaggio  Annarita Riviergi Ven Apr 20, 2012 4:18 pm

    Per quanto riguarda la simulazione svolta in aula,io facevo parte del gruppo emarginati,anche se solo per un paio di occhiali da vista.Dal momento in cui ci siamo alzate per allontanarci dal resto dei cittadini ben accetti dal Sindaco della città,ho provato frustrazione quasi vergogna e mi chiedevo il perché di quel motivo tanto sciocco,il quale ti emarginava!!!Mi ha quasi fatto perdere la mia autostima,ridevo ma lo facevo per non far sì che gli altri si accorgessero del mio forte disagio.Subito dopo quel momento il Sindaco continuava a parlare con il resto dei cittadini,dandoci le spalle formando una barriera così invisibile,ma tanto spessa,da toccare con mano!!Ed in quel momento nonostante le nostre parole,urla e gesti,per richiedere attenzione,il resto dei cittadini compreso il Sindaco,non si accorgeva di nulla!!!!!Ma nonostante la rabbia che mi ribolliva dentro per la loro indifferenza non mi sono mossa,non sono riuscita ad andare contro quel "muro invisibile"innalzato poco prima dai cittadini,mentre avrei voluto scuoterli,toccarli,e guardarli negli occhi per dirgli< EHI SENTI...GUARDA CHE ESISTO!!!!> :confused: Perché il non essere considerati è devitalizzante per l'individuo.
    E concludo dicendo <Ma perché alcune persone,emarginano altre persone!?!?!>



    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Mirella-percudani-emarginazione-acrilico-su-tela-60x80



    Per quanto riguarda i setting,li ho preferiti entrambi,forse perché sono a favore di centri d'ascolto,associazioni etc etc...finalizzati ad aiutare persone con problemi gravi e meno gravi.Insomma fa bene aiutare il prossimo e cercare di rendere la loro vita un pò più semplice...magari con un sorriso ed una pacca sulla spalla.....


    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Comunitc3a0-virtuale1

    INFATTI aNNARITA HAI DETTO TUTTO!
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty relazione educativa

    Messaggio  anna di maggio Ven Apr 20, 2012 4:24 pm

    Ieri abbiamo assistito a delle simulazioni di incontri tra educatore e educato.
    La prima simulazione è stata rappresentata da una nostra collega con il suo bambino la quale vestiva i panni di una madre che aveva problemi con la maestra di sostegno del figlio perchè quest'ultima lasciava da solo il piccolo.
    La seconda simulazione invece trattava di una adolescente che a causa della sua timidezza non riusciva ad instaurare dei rapporti con dei pari e per questo motivo si sentiva inferiore.....

    Personalmente è stato molto bello assistere, anche se era simulato,ad un incontro tra educatore ed educato in quanto ho immaginato cosa , se qualora un giorno dovessi diventare educatrice,o meglio dire come mi sarei comportate e che parole avrei usato ad una mamma e come avrei aiutato un adolescente a combattere la sua timidezza....
    Tutto sommato , a mio parere , è stata una lezione molto formativa.
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Re: lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso)

    Messaggio  Chiara Di Mare Ven Apr 20, 2012 4:34 pm

    Il tema trattato in aula,"la relazione educativa", è un altro argomento che ci riguarda in pieno, in quanto un giorno, saremo noi a doverci relazionare con bambini e non solo, poichè la relazione educativa come ci ha fatto notare anche la Prof. è un legame che può avvenire sia con bambini che con persone adulte. Relazionarsi con qualcuno non vuol dire trasmettere semplici nozioni,è necessario che la persona,in questo caso potrebbe essere il docente, si apra al dialogo,all'ascolto attivo per far si che il bambino, o chiunque sia coinvolto in questa relazione, venga riconosciuto e non classificato o etichettato! Riflettendo su questo argomento la relazione educativa potrebbe essere intesa come quell' approccio interpersonale tra due o più persone dove alla base vi sia una comunicazione improntata sulla comprensione reciproca dove non si avverte da parte del docente una posizione di superiorità.
    Riguardo alla simulazione che si è svolta sulla città io ero una di quelle ragazze con gli occhiali esclusa dal resto del gruppo Sad vedere tutti che progettavano per una società migliore mi ha fatto sentire emarginata e sopratutto etichettata! Soprattutto quando la prof ci ha dato le spalle si capiva come la nostra parola non contasse nulla Crying or Very sad spero davvero di non trovarmi mai in una situazione del genere in quanto la libertà di parola in primis e l'accettazione di una persona all'interno di una società, sono dei diritti imprescindibili che bisogna sempre riconoscere!
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty fabiola loffredo

    Messaggio  fabiola loffredo Ven Apr 20, 2012 4:45 pm

    In aula si è affrontato il tema della "Relazione Educativa",intesa come un legame che si crea tra educatore ed educando; come ad esempio il rapporto che si instaura tra madre e figlio o tra insegnante e allievo.
    Risulta quindi importante che questa relazione sia guidata da un forte legame empatico tra i due in modo che l'educando si senta libero di esprimenre i propri bisogni e i propri problemi avendo massima fiducia della persona che gli sta di fronte; quest'ultima,a sua volta,deve cercare,invece,di aiutare il soggetto in difficoltà scoprendo quali sono le cause che lo portano a comportarsi in un certo modo. Sarà dunque necessario che l'educatore sia una persona positiva,capace di creare da subito un clima di serenità e rispetto reciproci...
    Durante la lezione abbiamo avuto anche modo di partecipare ad un'esperienza di simulazione sulla città: La prof. si è finta un sindaco dittatore,emarginando tutte le ragazze che avevano gli occhiali. Io facevo parte dei cittadini; e da questa esperienza diretta ho capito quanto possa essere difficile e doloroso,per quelle persone realmente emarginate,sentirsi ogni istante e per qualsiasi cosa fuori luogo o inappropriate.
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Re: lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso)

    Messaggio  VALERIAILLIANO Ven Apr 20, 2012 4:58 pm

    Imparare- Dare- Ricevere: questi gli elementi essenziali della relazione educativa; una relazione educativa che non si limita solo al contesto scolastico, ma anche familiare e professionale. Siamo sempre inseriti in un contesto educativo, come nella relazione Madre-Figlio, nel quale c’è sempre qualcuno che si prende cura dell’altro. Oltre alla relazione Madre-Figlio, Docente-Discente c’è la relazione Educatore- Educando, nella quale oltre alla figura dell’educando si dà importanza alla figura dell’educatore. Alla base di questi rapporti c’è una relazione molto forte, che si costruisce giorno per giorno; una relazione basata sul rispetto reciproco e sul confronto; è importante mettersi al pari, impostare una relazione simmetrica dalla quale entrambi ricevono sempre qualcosa. In una relazione educativa bisogna sempre dare spazio all’altro, dargli la possibilità di aprirsi ed esprimersi, per questo è essenziale essere predisposti all’ascolto. Nella relazione Educatore- Educando oltre ad una semplice trasmissione di conoscenze c’è anche uno scambio di emozioni e sensazioni, che arricchiscono di più il rapporto e lo fortificano. L’educatore deve tenere conto delle diverse situazioni che gli si presentano e mettere in atto programmi specifici, mirati per dare spazio alle peculiarità di ciascuno, anche nel caso dei disabili; infatti l’obiettivo dell’educatore in questo caso è quello di mettere il disabile al pari dei normodotati. Nella simulazione svolta in classe ho notato l’attenzione da parte delle future educatrici, nel cercare di capire il problema di fondo delle ragazze e nell’aiutarle a risolverlo; è importante che tutto questo si sviluppi in un clima familiare, così da riportare il tutto in un ambito quotidiano, non diverso dalla realtà. L’educatore, anche se stringe una relazione molto forte con l’educando, deve comunque tenere a freno i propri sentimenti, moderarsi e non lasciarsi condizionare. Nella seconda simulazione, dove il tema principale era quello dell’emarginazione, l’insegnante aveva il ruolo di sindaco della città; io ed altre colleghe sono rimasta in città, a discapito di altre ragazze che portando gli occhiali sono state costrette ad allontanarsi, per ordine del sindaco. Devo confessare che l’attenzione iniziale,che avevo rivolto alle ragazze quando sono state escluse, è venuta a mancare nel momento in cui il sindaco della città ci ha chiesto di scegliere tra cibo, personaggi famosi e regali. Ero così presa dall’euforia che mi sono dimenticata delle ragazze escluse. Però, subito dopo mi sono resa conto dell’errore commesso e mi sono immedesimata in loro; ho immaginato quello che hanno potuto provare in quel momento: odio e rabbia. Ho pensato molto a questa simulazione e mi sono resa conto che molte volte, presa da tante cose, mi dimentico degli altri; sono troppo egoista. Il problema di fondo, credo sia considerare il diverso sempre come qualcosa da allontanare da noi stessi, qualcosa alla quale non bisogna assomigliare, qualcosa che ci intimorisce e ci fa paura, mai come valore aggiunto: questa è una delle tante condizioni che porta all’emarginazione.

    [img]lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Emargi10[/img]
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty La vita è un insieme di avvenimenti, di cui l'ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l'insieme. Italo Calvino

    Messaggio  Imma Saviano Ven Apr 20, 2012 5:07 pm

    La relazione educativa è un complesso legame che si stabilisce tra due o piu' persone, tra madre e figlio,tra docente e discente,tra educatore ed educando.Una relazione basata sull'ascolto,sul rispetto reciproco,sulle pari opportunità:è un dare e ricevere contemporaneamente.
    Ogni incontro umano è educativo perchè arricchisce noi stessi dal punto di vista umano,culturale attraverso uno scambio di emozioni e ci accompagna nel nostro percorso di crescita.
    E' l'insieme dei rapporti sociali tra l'educatore e coloro che egli educa.
    Tale relazione deve essere incontro,condivisione,partecipazione,alleanza e non deve essere caratterizzata da disparità che può essere causata dai ruoli che si hanno nella relazione.Il futuro educatore deve trasmettere positività,deve essere una guida che accompagna e aiuta la persona nel migliorare la sua vita.Noi educatori siamo coinvolti in tutto e per tutto nella relazione educativa.
    Nel primo setting si è visto una relazione educativa tra una madre e un'educatrice.Il problema di fondo era l'assenza della maestra di sostegno.La postura dell'educatrice ha messo a proprio agio la madre del bambino,infatti,l'approccio occupa un ruolo importantissimo nella relazione.
    Si pensi a quelle persone che non si sentono a loro agio ed è per questo che invece di esprimere le loro difficoltà rimangono in silenzio.L'educatore dovrà cercare prima di conquistare la loro fiducia e poi costruire un rapporto passo dopo passo;deve valorizzare comportamenti e atteggiamenti essenziali per la persona.Anche le parole sono importanti:già la domanda ''Va tutto bene?'' presuppone una risposta positiva.Bisogna dare il giusto peso ad esse.
    Nel secondo setting la relazione era tra una ragazza e un'educatrice.
    La ragazza racconta dei suoi problemi:solitudine,isolamento,emarginazione dal gruppo classe a causa della sua timidezza.
    Già il fatto di esplicitare il problema è una grande passo avanti.
    Infatti,nel restituire quello che ha detto inizierà a prendere in qualche modo consapevolezza.Per tale motivo,l'educatore deve essere sciolto,no teso e anch'egli deve lavorare su se stesso.
    Lo stesso educatore deve riflettere sul perché egli si trova in quel momento, quali valori e cosa è in grado di offrire. Egli deve cercare di mettere in disparte la propria visione del mondo per fare spazio, dentro di sé, a quella possibile che vive la persona che ha di fronte.
    Bisogna metterci prima a posto noi e poi aiutiamo gli altri.Importante è anche dosare il proprio livello di emozionalità per non far sentire ancora piu' fragile e debole la persona che abbiamo di fronte.In quanto esseri umani,possiamo anche sbagliare:anche le esperienze negative sono formative,ad esempio ci permettono di ritrovare la nostra strada.La relazione si costruisce nel tempo con la pazienza con noi stessi e con gli altri.
    Nella simulazione io ho assunto il ruolo di cittadina.
    Vedendo le persone ''emarginate'' messe in un angolo mi sono sentita da una parte fortunata,accettata,dall'altra una persona con forti sensi di colpa.
    Visto che non potevo oppormi al volere del sindaco,mi sono sentita prigioniera,nel senso di non poter agire,di non poter far niente affinchè anche gli emarginati fossero inclusi e resi partecipi alla festa.
    Anche gli emarginati cercavano vari modi per comunicare con noi,in qualche modo difendevano la loro dignità come persone che va oltre all'essere esclusi solo perchè indossano occhiali e lo facevano con il silenzio,con la rabbia dentro e con il mormorio sottovoce.
    Alcuni sembravano impotenti,altri rasseganti,ma allo stesso tempo negli occhi avevano tanta voglia di lottare e far valere se stessi.Purtroppo l'emarginazione fa parte della società in cui viviamo e sono soprattutto le persone piu' deboli a pagarne le conseguenze.A volte siamo talmente concentrati su noi stessi da non accorgerci della sofferenza e dei problemi delle persone che ci circondano.Su internet ho trovato questo commento sull'emarginazione e l'ho riportato nel forum perchè penso che può essere una fonte di riflessione per tutti noi.
    Oggi l'emarginato è colui che usa la sua testa e non quella degli altri.
    E' colui che non bada alle mode, ma ha un suo stile personale.
    E' colui che non segue programmi televisivi lavacervello, ma preferisce leggere libri.
    E' colui che non è schierato politicamente ed è nauseato dalla politica e dall'andamento della sua nazione.
    E' colui che non si piega e non ammette le superficialità e le meschinità della vita e, nonostante tutto, procede.
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Relazione educativa tra l’educatore e l’educando,impressioni sulla simulazione della città(cittadini o emarginato)

    Messaggio  antoniodisabato Ven Apr 20, 2012 5:40 pm

    Laboratorio 18 aprile 2012 :
    1) Relazione educativa tra l’educatore e l’educando
    2) Esperienza di simulazione nella città : emarginato o cittadino?

    L’educando è per definizione , in rapporto all’educatore, la parte complementare di una relazione pedagogica. L’educatore dovrebbe preoccuparsi sempre di conoscere l’educando nella sua posizione esistenziale incentrandosi scaltramente, con tenacia e creatività nella conoscenza storica di lui
    per poter instaurare una relazione buona, condizione essenziale ,senza la quale non potrebbe passargli i contenuti buoni che egli vorrebbe.
    Per un educatore è importante porsi con un atteggiamento di disponibilità, abbandonare ogni tipo di pregiudizio, essere pronti a capire e scoprire chi si ha davanti, accettare e comprendere anche ciò che non ci si aspetta. L’educatore come l’educando dovrebbe rendersi disponibile ad un reciproco apprendere valutando l’importanza di “scoprire” la persona con la quale interagisce chiedendosi cosa fare per migliorare l’apprendimento di un allievo o per avere un cambiamento atteso. Il rapporto tra docente e discente non è equilibrato quando l’educatore si presenta all’alunno con atteggiamenti di dominanza, il rapporto è invece educativo quando l’insegnante considera l’alunno un interlocutore attivo dal quale avrà risposte che gli serviranno per il processo di autoformazione.
    L’educando da parte sua deve sentirsi protagonista del proprio percorso educativo, è fondamentale il personale coinvolgimento dell’educando al progetto pedagogico studiato per lui. Per far si che il “piano” educativo vada a buon fine dovrebbe esserci disponibilità da entrambi le parti, una relazione d’aiuto, perché è si vero che l’educando subisce cambiamenti continui ma l’educatore stesso è coinvolto da questi cambiamenti. La partecipazione dell’educando è necessaria al funzionamento dell’intervento educativo, essa deve essere attiva per comprendere ed indirizzare il percorso più indicato. A volte però è difficile, da parte degli educatori, porre le basi per ottenere la fiducia dei bambini che magari stanno vivendo già un periodo di disagio, quindi è di fondamentale importanza che il ragazzo veda l’educatore meritevole di stima e fiducia.

    Emarginare significa mettere ai margini, estromettere dalla vita sociale. Non importa come o in quale modo o il perché, la cosa importante è come anche ora, nel 21° secolo uno dei problemi veramente importanti sia l’emarginazione sociale.
    La simulazione della città fatta in aula mi ha fatto notare l’esatta opposizione di pensieri , sentimenti ed emozioni provata dai cittadini e dagli emarginati. I primi erano entusiasti e disinvolti nel poter stare in città ,ma soprattutto nelle richieste fatte al sindaco si notava un distacco quasi totale nei confronti degli emarginati. Da parte loro invece i cittadini con gli occhiali si sentivano abbandonati ed impotenti per la discriminazione esercitata dal “sindaco dittatore”, per l’estraneità del resto della popolazione dopo l’avvenuta discriminazione ma anche e soprattutto perché non potevano determinare nessuna scelta sulle attività future della città.
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Re: lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso)

    Messaggio  DE STEFANO ANGELA Ven Apr 20, 2012 5:45 pm

    Ogni incontro umano e qualsiasi esperienza della vita è EDUCATIVA, sia se è un'esperienza positiva, sia se è negativa. Di primaria importanza nella relazione EDUCATIVA è il RISPETTO reciproco tra l'educatore e l'educando; e la volontà di costruire un rapporto predisponendosi all'ASCOLTO e all'ACCOGLIENZA.
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    Attraverso i due setting ho notato come nel 1 caso,ossia della mamma con il bambino, l'educatrice ha subito accolto con il sorriso la mamma ed il bambino e tra l'altro ha fatto si che la mamma esponesse il proprio problema senza difficoltà, mettendo subito a proprio agio sia la mamma che il bambino, ascoltando prima il problema e poi intervenendo. Nel 2 caso,ossia della ragazza adolescente, in quel caso non sono stata molto daccordo con l'educatrice, poichè per me non ha messo a proprio agio la ragazza,quasi non la faceva finire di parlare che subito interveniva,facendo domande o dicendo ciò che pensava. Per me doveva mettere a proprio agio la ragazza, ascoltarla,e non fare domande come ad esempio "hai amici nel gruppo classe?",perchè l'ha messa ancora di più in difficoltà, facendola sentire ancora più insicura, e concludendo subito che il tutto era dovuto alla fase adolescenziale, e non cercando invece, di risolvere insieme il problema.

    SIMULAZIONE SULLA CITTA'
    In classe la professoressa ha escluso tutte le persone con gli occhiali (EMARGINATI),mentre la parte restante, me compresa eravamo cittadini di una città con a capo il sindaco, ossia la professoressa. Io da cittadina ero molto interessata a sentire la professoressa, solo ogni tanto guardavo le persone con gli occhiali. Questo per dire che oggi nelle nostre città ci sono moltissime persone che vengono emarginate, come le persone di colore,o persone disabili, e noi rivolgiamo solo piccole attenzioni a queste persone, un sorriso, un saluto, ma la cosa finisce lì,nessuno fa niente per aiutare queste persone,nessuno ascolta il loro grido di dolore, anche se in silenzio.Ed invece,sono proprio queste persone che hanno bisogno di più amore, di affetto e attenzioni.
    L'estate scorsa ho lavorato presso un campo estivo e insieme agli altri bambini c'era pure una bambina disabile, questa bambina cercava proprio l'affetto degli altri,come infatti a volte li fissava per attirare la loro attenzione, ma gli altri bambini inizialmente,non la guardavano neanche, la isolavano (EMARGINAZIONE) e la prendevano in giro, come infatti la bambina,quando loro si avvicinavano li mandava via, quasi aveva paura, mentre con me era diversa,poichè me ne prendevo cura, non la lasciavo mai da sola, le parlavo,la facevo giocare, ecc...Sentendo la mia protezione,ma specialmente la mia presenza,lei mi cercava, non mi lasciava mai la mano e mi abbracciava. Alla fine, ho cercato di farla inserire nel gruppo, facendola accettare da tutti, e facendo capire anche agli altri bambini,che lei era una bambina come loro e non era giusto che veniva isolata e presa in giro.
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    Un soffio di vento
    un tocco leggero sul mio viso
    mi sveglio
    guardo intorno...il vuoto.
    Un senso di angoscia mi assale,
    attorno a me non c'è niente
    nessun immagine
    nessun suono... niente.
    Un EMARGINATO
    così mi chiamano.[b]
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    Messaggio  Maria Starace91 Ven Apr 20, 2012 6:13 pm

    La lezione di ieri si è basata su vari temi:
    - come la relazione educativa, ovvero del legame che lega più persone attraverso diversi fattori come il rispetto;
    - e l'emarginazione, dove c'è stata anche una simulazione della città, ed io rappresentavo un cittadino, mentre la professoressa ha preso il ruolo di un sindaco cattivo.
    Nella simulazione all'inizio sono stata felicissima di poter rimanere al mio posto, ma poi quando la prof ha girato le spalle a loro, mi sono sentita strana non sò che termine usare, forse un pò in colpa. Anche perchè io ho vissuto l'emarginazione nella vita reale,(solo perchè ero in una classe dove la mia situazione economica non era pari a quelle delle mie compagne, e in classe venivo emarginata durante l'intervallo, o facendo dei giochi in palestra), e nel vedere ieri le ragazze con gli occhiali non considerate, ho rivissuto quei momenti per me brutti e indimenticabili.


    Abbiamo poi analizzato 2 setting,quello della madre che si lamentava delle assenze fatte dall'insegnante di sostegno, e quello della ragazza con problemi nel socializzare. Very Happy
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Chi mai può vantarsi d'esser capito? Moriamo tutti incompresi. - H. de Balzac-

    Messaggio  TammaroAlessia89 Ven Apr 20, 2012 6:14 pm

    Nella lezione di ieri abbiamo simulato dei setting, il primo quello della mamma con il bambino è stato molto tenero, mi è piaciuto molto di più, rispetto al secondo, dove trovo che per alcune domande l'educatrice non abbia aiutato la ragazzina che si sentiva sola. Purtroppo per tempo non abbiamo potuto fare un altro setting, che avrei voluto proporre io alla docente, ovvero simulare un incontro dove, un ragazzino deviato, non imputabile per legge perchè non maggiorenne, viene costretto in un centro rieducativo sotto la custodia dei dovuti esperti. Mi sarebbe piaciuto molto vedere come avrebbero agito le educatrici già esperte, visto che mi piacerebbe intraprendere il campo della rieducazione, e trovo, nella mia inesperienza in campo, molto più difficile aiutare una persona che non chiede aiuto, ma anzi che gli viene imposto un tipo di percorso. Trovo la lezione di ieri molto concreta, e pratica per noi che "da grandi" affronteremo questo lavoro. L'educatore deve essere una persona molto paziente, sensibile e aperta mentalmente alla diversità. Senza cadere nel pietismo, e nelle cure eccessive, che anzichè facilitare, peggiorerebbero solo la siuazione. Specialmente per chi dovrà affrontare un percorso in carcere, con persone che hanno avuto problemi con la legge, deviate, o con tossicodipendenti, dove sicuramente non condivideremo le loro aziani, ma dovremo essere sempre aperti al dialogo, al confronto, all' ascolto, sempre pronti ad accettare il pensiero altrui, e mettersi in discussione. Il lavoro dell'educatore non è molto semplice come sembra, trovo che si debba essere molto preparati, appassionati e predisposti. Trovo che l'educatore non debba sostituirsi al ruolo genitoriale, ma porsi come guida, come punto di riferimento e di sostegno. La persona che avremo di fronte sarà spaventata, sola, afflitta, scoraggiata, demotivata, ma dovrà sentire di potersi fidare di noi. D'altro canto anche noi educatori avremo tanto da imparare da chiunque ci troveremo davanti, e ogni volta che il nostro lavoro ci farà incontrare qualcuno, quella persona sarà per noi fonte di arricchimento personale e professionale. L'incontro con l'altro, segna sempre entrambe le persone, e ognuno ci lascerà sempre un pò di sè e prenderà un pò di noi. Come insegnava Don Lorenzo Milani, la nostra linea guida, il nostro metodo dovrà sempre essere quello dell' "I CARE", ovvero del M' IMPORTA, MI STA A CUORE. Importarsene, non solo di chi vogliamo bene, della nostra famiglia, di chi è come noi, ma di tutti, di tutta la società, non solo di una parte. Ho trovato molto significativa anche la simulazione della città, e del sindaco dittatore. Io porto gli occhiali da 10 anni e facevo parte degli esclusi. Gli esclusi per anni sono stati: gli ebrei, i barboni, gli omosessuali, gli zingari, le persone di colore, le persone con qualche menomazione, o semplicemente chi decide di vestirsi in modo diverso. La verità è che un giorno, anche noi, che viviamo indifferenti e spensierati, perchè siamo i cosiddetti normali, o almeno lo crediamo, un giorno potremo essere dall'altra parte, dalla parte degli esclusi. Ritrovarsi dall'altra parte non è facile, a volte le politiche imprimono una tale sicurezza nelle parole che dicono, che intortano così bene il popolo, che finiscono col farti credere che ciò che dicono sia vero, e che tu sia davvero diverso e motivo di esclusione. Si pensi all'olocausto, e ai milioni di persone, non solo ebrei, ma anche zingari, omosessuali, malformati, che sono stati tortutari, uccisi. Persone a cui è stata tolta ogni dignità dell'essere umano. Persone così sfinite mentalmente e fisicamente che non ce la facevano nemmeno a ribellarsi. Forse a distranza di anni, giudicare, e dire che potevano opporsi, perchè erano di numero maggiore, è facile, per noi così lontani dalla guerra, dalla fame, dall'umiliazione, dal diritto di essere uomini e donne, privati di tutto, di lavoro, dei beni e dei cari. Primo Levi in "Se questo è un uomo" , un libro che amo, dice : uomini troppo vuoti per soffrire, uomini sul cui volto, e nei cui occhi non si possa più leggere traccia di pensiero. Per anni le politiche di molti paesi, hanno vissuto imprimendo un "educazione" nei loro popoli che andasse a loro favore, si pensi a dopo l' 11 settembre 2001, quanta notizia\lavacervello ci hanno impresso, per accettare una guerra contro alcuni popoli che per antonomasia oggi sono i cattivi, i pericolosi... i kamikaze... come se tutto il popolo rispondesse alle azioni di pochi. Non dimentichiamoci quanto ci mettevano all'allerta,solo avendo visto, una persona con i tratti asiatici,con uno zaino in spalla, in un luogo affollato. Purtroppo viviamo di stereotipi, pregiudizi, inutile negarlo, anche se siamo nel 2012, questi sentimenti esistono ancora nelle persone. Far sentire gli altri deboli, diversi, indubbiamente alimenta a dismisura l'ego di alcune persone; persone che credono di sentirsi grandi, rimpicciolendo gli altri. Io che parlo sempre, sentirmi dall'altra parte, non è stato facile, anche se solo per qualche minuto, parlare e non avere voce, non essere ascoltata, è stato brutto. Avere le spalle della docente, che non ci degnava di uno sguardo. Escludere un uomo, una donna, non dargli parola, farlo sentire INUTILE, allontanarlo dal resto del gruppo, è una cosa atroce. Come diceva già Aristotele " l'uomo nasce come animale sociale" , l'uomo è predisposto a stare con gli altri, e nessuna legge, nessun regime, nessuna dittatura può e deve impedirglielo... porre un essere umano ai margini della società, togliergli il diritto della parola è una cosa inumana... è trattare gli uomini come, o peggio delle bestie. In quei pochi minuti ho provato la sensazione, che hanno provato per anni, secoli, milioni di genti, ed è statao insopportabile. Noi cosiddetti normodotati, che non siamo esclusi, che viviamo tranquillamnete la nostra vita, pensiamo di aver sempre la verità in tasca, pensiamo di poter dare noi giudizi, e spiegazioni a tutto, e invece ogni tanto dovremo restare in silenzio, dare attenzione, a chi è dall'altra parte, dare la possibilità di imparare, studiare, sapere e capire qual'è il meglio per loro. Tutti dobbiamo essere sullo stesso piano, e tutti abbiamo il diritto di essere, fare e dire quello che vogliamo. Una persona può avere una menomazione, ma se vive in un ambiente che gli consente di stabilire benefici e benessere, la sua menomazione non diventerà disabilità, e questo è anche compito nostro, compito della famiglia, della scuola e di noi futuri educatori. Come dice anche il libro Ben-essere disabili, se una persona non va in bici, non vuol dire per forza che non ci voglia andare, forse non può portarla, forse non lo sa fare, forse il suo paese non glielo permette, forse non può comprarsela... non cadiamo in giudizi affettati, troppo presi dalla nostra vita e dal nostro ego, lasciamo che chi resta in silenzio ci spieghi il motivo per cui non parli,e abbia la possibilità di farlo... e non affrettiamo conclusioni, pensando che non abbia nulla da dire!

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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Clocha11

    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Divers11

    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Cuore11


    Quest'ultima foto, l'ho ideata io, contrapponendo la tipica famiglia perfetta e felice, e il rovescio della medaglia, con padre e figlio punk... per uno è diverso l'altro, e viceversa... chi lo stabilisce i normali chi sono? chi stabilisce il giusto qual'è?

    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Immagi10


    Ultima modifica di TammaroAlessia89 il Sab Apr 21, 2012 10:23 am - modificato 3 volte.
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty la relazione educativa: parole ed emozioni

    Messaggio  donatella tipaldi Ven Apr 20, 2012 6:15 pm

    anche oggi ho vissuto emozioni intense imparando nuovi concetti.... ancora una volta la lezione è stata divisa in due parti: una teorica, introduttiva; l'altra pratica, molto significativa dal punto di vista delle emozione,delle sensazioni!( e anche in questa occasione,un pensiero mi è balzato in mente: non pensavo di essere così tanto sensibile ed emotiva! e dire che non aspetto un bambino e gli ormoni sono a posto! altrimenti sarei stata una fontana!!). questa volta voglio partire dalla parte pratica, durante la quale ci sono stati proposti due setting…
    per setting si intende l’incontro tra educatore e educando,dove l’educatore riveste un ruolo di estrema importantanza!!li ho trovati entrambi molto interessanti, ma non nascondo che tra i due quello che più mi ha colpito è stato il secondo,che riguardava la richiesta di aiuto da parte di una madre che vede il figlio abbandonato a sè stesso, di continuo, da parte del "suo" insegnante di sostegno che in teoria sarebbe dovuto essere la colonna portante, il punto di riferimento del bambino!e la mia collega michelina, che in questa circostanza copriva il ruolo dell'educatrice.... sono stata rapita dai suoi atteggiamenti, dal suo modo di porsi, di approcciarsi con la madre e anche con il bambino! modi e atteggiamenti che sento molto vicino ai miei!
    la docente ci ha proposto anche una simulazione sulla città; e il relativo sindaco-dittatore in cui io avevo il ruolo da cittadino,in quanto non sono "portatrice" di occhiali;in virtù di cittadino,e di conseguenza non emarginata, sono stata assalita da una sorta di senso di colpa incredibile di fronte alla situazione che si trovavano a dover affrontare le mie colleghe che coprivano il ruolo di "emarginate" e che sono state costrette ad alzarsi a causa del loro "status", a causa del quale non potevano godere di privilegi di cui,magari, potevo godere io.ciò che mi ha sconvolta, è stato il comportamento del sindaco(ovvero la professoressa)che ci mostrava, nel tentativo di distrarci,svariate cose,attività che potevamo svolgere. intanto... gli emarginati(=coloro con gli occhiali) parlavano, ma nessuno dei cittadini li ascoltava,le considerava..e questo è stato un aspetto davvero triste anche perchè questo esempio in particolare, rispecchia uno degli aspetti critici della realtà che ci troviamo ad affrontare attualmente.esperienze personali dirette (fortunatamente!) non ne ho, ma credo che sentirsi EMARGINATI sia la cosa più alienante, distruttiva, sconvolgente che possa esistere in assoluto!secondo me le persone finiscono col paragonarsi al nulla.all'insignificante nel momento in cui nessuno ti ascolta, ti considera,nessuno ti rende partecipe,nessuno ti coinvolge nella propria vita! ci penso e mi vengono i brividi! a volte litigo con mia madre...che è l'unica persona al mondo capace di farmi soffrire con i suoi silenzi e con la sua indifferenza..e posso solo provare ad immaginare cosa possa significare essere indifferenti, inesistenti per l'intera società! e le conseguenze di tale situazione, possono portare a disagi individuali, ma anche collettivi, davvero rilevanti!
    la cosa che mi fa molto riflettere, e che poche sere fa è stato testimoniato anche da un servizio al programma "le iene",è il fatto che la sofferenza non è solo dell' emarginato, ma probabilmente è soprattutto dei familiari,i quali vedono star male le persone che amano nonostante i tentativi,gli sforzi di e non possono far nulla per loro (in casi estremi!) di chi vogliono bene,e si sentono impotenti di fronte all'impossibilità di aiutarli nel loro intento,perchè l'integrazione è una questione molto delicata, e purtroppo non sempre, non a tutti, riesce!
    per quanto riguarda la parte teorica, sono rimasta molto affascinata dall'argomento: LA RELAZIONE EDUCATIVA: che si basa, a mio parere, principalmente sull'EMPATIA che consiste nella capacità di comprendere il modo di essere
    nel mondo di un altro dal di dentro, riuscendo a immedesimarsi nella sua condizione e a penetrare la sua dimensione di interiorità.La possibilità, la capacità, la volontà di coinvolgersi con l’altro implica una forma di disponibilità e di autoresponsabilizzazione per cui l’altro viene fatto oggetto di una cura particolare; questo
    significa dal punto di vista psicologico che c'è disponibilità ad uscire temporaneamente dalla propria immagine di sé, e ciò avviene solo se la propria identità è salda;solo così ci si può lasciar andare, ci si può identificare con l’altro,cioè solo se il proprio sé è così saldo da poter vivere questa sorta di "abbandono". l’empatia è fondamentale e può essere paragonata a una forma di intuizione,perché contiene in sé la possibilità di alcuni flash conoscitivi che riguardano l’altro con cui si empatizza; però, mentre la conoscenza di tipo intuitivo ha come
    oggetto pensieri ed idee, l’empatia è una forma di comprensione che porta in sé anche una dimensione affettivo-emozionale e non può essere solo conoscitiva. Questa forma si distanzia dai processi di identificazione perché,
    mentre il processo di identificazione è del tutto inconscio, nell’empatia troviamo elementi preconsci e consci.quindi non è possibile concepire l’empatia solo come un fenomeno irrazionale ed emotivo, ma dobbiamo considerarla come una, se non l'unica, possibilità di relazione in cui sono compresi elementi affettivi, emotivi e anche razionali.
    credo che nella relazione educativa, sia tra docente-discente, sia tra genitori-figlio,siano da negare tutte le forme di progetto educativo caratterizzate dall’adultismo, nonchè dalla preminenza dell’adulto sul ragazzo, dell’educatore sull’educando.ovviamente questo può avvenire anche in modo non esplicito o comunque non dichiaratamente autoritario. per fare un esempio: attraverso la pretesa di trasmettere in modo rigido, indiscusso, contenuti culturali, facendo passare forme di trasmissione e di comunicazione di tipo autoritario già messe in discussione dall’attivismo nei primi decenni del ‘900,che sono state poi oggetto di una critica radicale da parte dei movimenti studenteschi verso la fine degli anni ‘60.
    Negare la valenza relazionistica del rapporto educativo significa anche negare da parte dell’educatore la possibilità di avvicinarsi ai linguaggi (vari!) del bambino, del ragazzo; mi riferisco anche a linguaggi non prevalentemente verbali, ma anche gestuali, iconici. per cui, l’adulto che vuole entrare in una relazione con l’educando in modo efficiente, efficace,costruttivo non può non ascoltare e non può non interpretare queste modalità di linguaggio.
    altrettanto importante in tale contesto reputo sia la figura dello stesso educatore che deve innanzitutto riflettere e indagare sul motivo,preciso e reale, per il quale egli si trova lì in quel momento, quali valori, quali sentimenti, quali competenze è in grado di offrire al bambino/ragazzo.
    per poter aiutare gli altri, è indispensabile essere in pace con sè stessi!ed è altrettanto importante nascondere o comunque riuscire a "dosare" la propria emotività per far si che la persona che chiede( direttamente o indirettamente) il nostro aiuto, il nostro supporto, non si senta ancora piu' fragile,debole, insignificante e quindi: SOLA!La relazione si costruisce nel tempo e le sue principali colonne portanti sono : PASSIONE-PAZIENZA-RISPETTO.

    PS. spero di non essermi allontanata dal quesito del forum!
    a presto, donatella.
    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Baby%252Bgeniuslab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Senzatitolo-1lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Poverta_5__800_800lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 542885_print-27018578http://www.scrivere.info/poesia.php?poesia=192448&t=Emarginazionehttp://www.google.it/imgres?um=1&hl=it&sa=N&biw=1280&bih=709&tbm=isch&tbnid=UIlX6qNo1ypyIM:&imgrefurl=http://pedadisa09.forumattivi.com/t13p195-la-relazione-educativa-aprile&docid=RTNNRJRzRL3ZuM&imgurl=https://2img.net/r/ihimizer/img40/9343/relazioneeducativaperan.jpg&w=640&h=480&ei=3emRT9jpI8XdtAb5vqS-BA&zoom=1&iact=hc&vpx=443&vpy=168&dur=700&hovh=182&hovw=256&tx=91&ty=72&sig=115192124967919930898&page=1&tbnh=156&tbnw=249&start=0&ndsp=15&ved=1t:429,r:1,s:0,i:68http://www.google.it/imgres?um=1&hl=it&sa=N&biw=1280&bih=709&tbm=isch&tbnid=0jdg2NCybx4MQM:&imgrefurl=http://www.psychomer.it/educare-cose-da-fare-e-da-non-fare-in-una-relazione-educativa/&docid=mH2kFrlnAI2EgM&imgurl=http://3.bp.blogspot.com/_looJxNmkyjA/S_Q7KOdcNiI/AAAAAAAAAI4/EfYa6HxzINk/s1600/34963622.jpg&w=300&h=262&ei=3emRT9jpI8XdtAb5vqS-BA&zoom=1&iact=hc&vpx=671&vpy=153&dur=210&hovh=209&hovw=240&tx=124&ty=79&sig=115192124967919930898&page=1&tbnh=156&tbnw=179&start=0&ndsp=15&ved=1t:429,r:2,s:0,i:70http://www.google.it/imgres?start=89&um=1&hl=it&sa=N&biw=1280&bih=709&tbm=isch&tbnid=_0Do6DWCeW9aRM:&imgrefurl=http://psicologa.torino.it/tag/regole/&docid=WZUqGfD5j80NuM&imgurl=http://psicologa.torino.it/wp-content/uploads/2011/07/Famiglia-che-legge.jpg&w=416&h=288&ei=UuqRT_7lNMnMtAbJz6ydBA&zoom=1&iact=hc&vpx=781&vpy=198&dur=701&hovh=187&hovw=270&tx=141&ty=106&sig=115192124967919930898&page=5&tbnh=142&tbnw=205&ndsp=24&ved=1t:429,r:22,s:89,i:52http://www.google.it/imgres?start=398&um=1&hl=it&sa=N&biw=1280&bih=709&tbm=isch&tbnid=qU1ocH8gUsPt3M:&imgrefurl=http://www.comune.scandicci.fi.it/index.php/servizi-educativi/attivita/1100-attivita-3.html%3Fshowall%3D1&docid=ukI2dvAnfEABUM&imgurl=http://www.comune.scandicci.fi.it/images/stories/istruzione/nido_e_laboratorio_lettura_001.jpg&w=1727&h=1770&ei=CuuRT_ipHY3DswbB_cWDBA&zoom=1&iact=hc&vpx=601&vpy=133&dur=767&hovh=227&hovw=222&tx=140&ty=102&sig=115192124967919930898&page=18&tbnh=184&tbnw=178&ndsp=25&ved=1t:429,r:9,s:398,i:24http://www.google.it/imgres?start=637&um=1&hl=it&sa=N&biw=1280&bih=709&tbm=isch&tbnid=_naz3xt75S-y_M:&imgrefurl=http://www.pedagogiaclinicasavona.it/interna.php%3Fcontent%3Dlabeducativo&docid=LimLEFZbPjTMVM&imgurl=http://www.pedagogiaclinicasavona.it/img/contenuti/labeducativo.jpg&w=350&h=263&ei=TuuRT4axO8nMswaE9_C1BA&zoom=1&iact=hc&vpx=980&vpy=92&dur=130&hovh=195&hovw=259&tx=108&ty=160&sig=115192124967919930898&page=28&tbnh=157&tbnw=239&ndsp=22&ved=1t:429,r:15,s:637,i:149


    Ultima modifica di donatella tipaldi il Ven Apr 20, 2012 11:04 pm - modificato 1 volta.
    milone lucia
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty Re: lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso)

    Messaggio  milone lucia Ven Apr 20, 2012 7:07 pm

    Nella lezione di ieri abbiamo affrontato un argomento che ci riguarda più da vicino:LA RELAZIONE EDUCATIVA.
    Relazione educativa come rapporto tra madre e figlio/docente e discente/educatore e educando ecc.
    La relazione educativa è l’insieme dei rapporti sociali che si stabiliscono tra l’educatore e coloro che egli educa;ogni relazione,ogni incontro umano è educativo sia in positivo che in negativo,in quanto portatore di significati,di scambi di valori o anche opinioni che assumono un peso educativo nella crescita di colui che li riceve. È un prendere e dare in sincronia.
    In alcuni casi ad essere educati non sono sempre i bambini ma anche adulti come tossicodipendenti,carcerati,alcolisti;in questo caso la relazione è tra una persona guida e una persona in difficoltà,in questa relazione si cercano di capire le problematiche,le paure cercando di comprendere i fattori che spingono un soggetto a comportarsi in un dato modo. Spesso ragazzi o bambini con difficoltà familiari si chiudono in sé stessi emarginandosi dal resto del gruppo e assumendo atteggiamenti aggressivi anche se in realtà il vero problema di fondo è la mancanza di affetto,il bisogno di essere ascoltati e capiti.
    La relazione educativa è anche un complesso legame che si forma fra docente e discente,questa relazione deve essere incontro,scambio,partecipazione ed alleanza e non deve creare disparità di potere tra insegnante e alunno come spesso accade;prima di tutto il docente deve far sentire a sua agio l’alunno creando un clima sereno e di fiducia.
    Un’altra relazione importante è quella tra l’educatore e l’educando. Il futuro educatore deve trasmettere qualcosa di positivo nelle relazioni che costruisce,fondamentale e necessario deve essere il rispetto reciproco nella relazione al fine di un arricchimento di entrambi;è molto importante che l’educatore lavori prima su sé stesso,inoltre questo non deve dare per forza una soluzione all’educando,ma lo deve aiutare ed accompagnare nel percorso.
    Altra relazione educativa importante è quella verso il disabile,dove l’educatore deve mettere in atto programmi per far emergere le doti del disabile cercando di portarlo su un piano di pari opportunità con i normodotati,senza mai mettere in luce le “mancanze” ma evidenziando potenzialità e doti della persona. Poi dalla parte teorica siamo passati a quella pratica con il setting.
    SETTING è un incontro tra due persone ossia l’educatore e l’educando. Anche noi in aula con l’aiuto delle mie colleghe insieme alla professoressa abbiamo riproposto una situazione simile a quella che potrebbe accadere nella realtà,dove importante era soprattutto la postura dei protagonisti. Nel primo setting avevamo una madre con il suo bambino che esponeva il suo problema all’ educatrice;l’educatrice si è dimostrata fin da subito molto disponibile e accogliente mettendo a proprio agio la madre,dimostrandosi volenterosa a risolvere il problema che aveva con l’insegnante di sostegno. Nel secondo setting avevamo come protagonisti un adolescente di 17 anni molto timida e un’educatrice. L’adolescente ha esposto i suoi problemi riguardanti la socializzazione e il relazionarsi con gli altri,e ha ammesso di trovarsi spesso isolata e emarginata dal gruppo classe senza nessuno accanto.
    EMARGINATO O CITTADINO?
    In questa simulazione dovevamo far finta di trovarci in una città,dove la professoressa rappresentava il sindaco dittatore. Il sindaco aveva stabilito di escludere dalla città tutte le persone con gli occhiali senza nessuna motivazione. Io ero tra i cittadini e anche se godevo di tanti privilegi mi sono sentita “in colpa”guardando gli emarginati che cercavano invano di poter aver voce ma nessuno gli dava ascolto,si sono sentiti invisibili e impotenti provando tanta rabbia guardando nei nostri occhi l’indifferenza.
    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Emargi20 lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Images11 lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 0107_312


    Ultima modifica di milone lucia il Sab Apr 21, 2012 8:10 am - modificato 1 volta.
    miriam perrella
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    lab. relazione educativa e emarginazione (chiuso) - Pagina 3 Empty La cura come fondamento della relazione educativa

    Messaggio  miriam perrella Ven Apr 20, 2012 7:13 pm


    il tema ampiamente discusso in classe è la relazione educativa. cosa è e tra chi si instaura? è un legame anche affettivo che si stabilisce tra due o più persone basato sul rispetto e la stima reciproca, su uno scambio alla pari senza creare differenze, è un dare e un ricevere in sincronia.ogni evento infatti della vita è un evento formativo, oltre che costruttivo perche ogni esperienza sia negativa che positiva lascia segni che ineluttabilmente ci costruiscono crescendo con la consapevolezza che"non si smette mai di imparare". il ruolo dell'educatore è infatti proprio quello di essere attento alle diversità, accettare il pensiero divergente, pronto a mettersi in discussione e migliorarsi, dunque la relazione educativa è un'occasione di formazione bilaterale, dove l'educatore può perfezionare grazie all'educando le sue tecniche e gli educandi sono un'occasione di maturazione oltre che professionale, anche di vita, dato che L'ESEMPIO è un canale di trasmissione di valori molto efficace. l'educatore deve essere capace di infondere positività, infatti la domanda tutto bene presuppone una risposta positiva. la costruzione della relazione è un obiettivo educativo, tanti i tipi di relazione, quelli in ambito familiare tra madre -figlio, docente-discente, educatore-educando,sapendo anche educare in contesti di marginalità dove a prevalere è la mancanza di affetto e l'impellente bisogno di ascolto, comprensione, amore. penso in realtà che l'educatore debba svolgere un ruolo analogo a quello di un angelo perche dando il giusto valore al tempo, deve essere capace di vegliare e proteggere fornendo calore ad un corpo in difficoltà.La PRESENZA DELL'ALTRO NON è PRESENZA BIOLOGICA, è SOSTANZIALMENTE APPELLO E PONE ISTANZE DI ACCOGLIMENTO,STIMA, RISPETTO E AMORE.Un educatore dunque non deve fermarsi in superficie, ma partendo da una manifestazione esterna giungere in profondità,portando alla luce le parti più nascoste, quelle impercettibili,evidenziando dunque le doti, le potenzialità, le capacità di una persona come nell'educazione al disabile. Varie emozioni albergano nel mio animo pensando ad una relazione educativa,quali ad esempio far credere ad un bambino che c è una speranza al di la di una barriera,ridare a lui la speranza nel vedere una realtà diversa dalla sua, rispettare il suo sorriso,tendere una mano a chi ti sta accanto per poter viaggiare insieme e lontano! Nel primo setting c è stato l'incontro tra l'educatrice e la madre che lamenta l'assenza di un insegnante di sostegno,ho notato qui un clima di maggiore fiducia e serenità, una maggiore facilità nell'esporre il problema. nel econdo setting si assiste all'incontro tra l'educatrice e una ragazza la quale rivela le sue problematiche adolescienziali come l'isolamento, la solitudine,la mancanza di integrazione. inizialmente ho notato un po di tensione in stretta relazione forse con la sua età, però nello stesso tempo una graduale apertura determinata dall'empatia, dal'attenzione affine che l'educatrice ha mostrato nei suoi confronti. durante la simulazione tra cittadini ed emarginati, ero cittadino,,mi sono sentita un po invasa da un lato da letizia nel condividere con altri le proposte propinateci( preferenze, cibo)ma dall'altro da rammarico nel vedere i volti posti in direzione contaria alla professoressa come impotenti, nell'impossibilità di mutare la situazione. Come se fossero tristi ad una visone che non resta che accettare, relegati forse ad una dimensione di marginalità rispetto al contesto classe come fossero appunto emarginati ed esclusi. UN po la visione della nostra epoca, attori protagonisti delle vicende quotidiane omologati alla società e chi invece si sente come non libero quasi schiavo della sua stessa deplorevole situazione. gli emarginati dalla vita sociale e privati dei loro diritti erano quelli della shoah omologati al regime, è necessario decostruire questo termine e renderci conto che forse gli emarginati sono proprio coloro che non si omologano e conformano ai dettami comuni, ma adottano uno stile di vita altamente apprezzabile

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