Pedagogia della disabilità 2012

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Pedagogia della disabilità 2012

Pedagogia della disabilità (2012)- Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

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    Messaggio  Admin Mer Mag 16, 2012 9:40 am

    film Scafandro e la farfalla
    riporta qui una sintesi della scheda del tuo gruppo


    **
    ricorda che ciascuna persona del tuo gruppo deve
    riportare i dati in un commento che proviene dal suo nome utente
    (io li vedo per nome studente non per cartella).
    La sintesi vale come commento emozionale
    FB


    Ultima modifica di Admin il Gio Mag 24, 2012 2:40 pm - modificato 1 volta.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  viviana.imparato Mer Mag 16, 2012 10:42 am

    Il film “lo scafandro e la farfalla” è un film molto particolare in quanto il punto di vista dal quale ci viene mostrato è quello del protagonista,noi vediamo ciò che egli vede e sentiamo ciò che sente. Jean-Dominique,il protagonista, era in auto con il figlio maggiore quando improvvisamente comincia a sentirsi male,non riesce ad articolare bene le parole che fino ad un attimo fa pronunciava perfettamente e il suo corpo comincia a irrigidirsi fino a paralizzarsi del tutto. Ciò che mi ha colpito riguardo l’incidente è il fatto che tutto sia avvenuto improvvisamente,senza preavviso e senza una motivazione. Ciò mi fa rendere conto di quanto la nostra vita sia appesa ad un filo e i burattinai non siamo noi. L’incidente ha totalemente stravolto la vita di Jean-Do. Egli era,infatti,un uomo di successo,attivo,pieno di interessi e di donne,un uomo aperto al mondo e perfettamente inserito in esso.Con l’incidente,il protagonista, si è ritrovato rinchiuso in un corpo che non gli appartiene più,un corpo che gli impedisce di muoversi e di tornare ad essere l’uomo attivo di prima,ora Jean-Do è solo voce ma una voce interiore che non riesce a venir fuori.La prima reazione del protagonista è stata di confusione e fiducia nei medici ma nel momento in cui ha compreso il suo reale stato tutto ciò che voleva era morire,in un terzo passaggio,però, egli comprende che non è tutto perso e che compiangersi non gli servirà a niente,comprende che ha ancora qualcosa di prezioso che gli permette di evadere da quel letto e da quel corpo immobile:l’immaginazione e la memoria. A dimostrazione della sua voglia di andare avanti c’è il suo desiderio di vedere i figli e la volontà di scrivere un libro. Egli non ha più l’uso della parola ma riesce a comunicare grazie all’unico occhio rimastogli;Jean-Do può dire di "sì" battendo una volta le ciglia oppure "no" battendole due volte (quasi come il battito delle ali di una farfalla) e riesce a comporre frasi grazie all’aiuto di una serie di lettere (ordinate in base alla frequenza di utilizzo), lette dalla persona che ha di fronte in quel momento e grazie all’occhio sinistro che utilizza per far capire quale lettera intende scegliere. Il motodo lo apprende grazie all’ortofonista di nome Ariette che con la logopedista Marie, rappresenta un punto di riferimento importante all’interno dell’ospedale.
    Un aspetto che mi ha molto colpita è stato il rapporto tra Jean-Do e il padre e tra Jean-Do e il figlio. Abbiamo,infatti,assistito alla scena in cui Jean-Do rade il padre e si prende cura di lui mentre in un’altra sequenza sarà il figlio maggiore del protagonista a prendersi cura del padre asciugandogli il lato delle labbra o soccorrendolo nel momento dell’incidente in quello che sembra il compimento di un “ciclo” seppur prematuro.Si tratta di un aspetto secondario all’interno del film ma è una sfumatura che ho colto e che mi ha colpita.Per quanto riguarda un personaggio in particolare devo dire che quello che più mi ha colpito è stato proprio il protagonista.Jean-Dominique è un uomo che riesce a riprendere le redini della propria vita,un uomo che riesce a costruirsi una nuova realtà all’interno della quale non è un perdente ma un uomo in grado di dire qualcosa e di raccontarsi scrivendo un libro.
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    Messaggio  rossellamaiorano91 Mer Mag 16, 2012 10:53 am

    1)Mentre guida inizia ad avere un MALORE e successivamente la situazione degenera in ICTUS.Importante è stato l aiuto DEL FIGLIO che con FORZA ha chiesto aiuto...

    2)Il protagonista era UN REDATTORE CAPO DI UNA RIVISTA DI MODA.La sua vita è cambiata radicalmente a seguito dell'incidente.Prima guardava la vita in maniera più SUPERFICIALE dando importanza a cose FUTILI,in seguito è riuscito ad apprrezzare LE PICCOLE COSE come la ricorrenza della festa del papà oppure l' emozione che provava alla semplice vista del mare.

    3)All' inizio si sente FRUSTRATO,e vive la sua vita come un susseguirsi di FALLIMENTI.VORREBBE MORIRE!!Perchè le uniche due capacità che possiede sono IMMAGINAZZIONE E MEMORIA ED UN SOLO OCCHIO PER POTER PENSARE PARLARE E SCRIVERE.Successivamente capisce l' importanza della vita,inizia ad esternare tuttto ciò che pensa,scrive un libro e decide di rivedere i suoi figli in occasione della festa del papà.

    4)Il linguaggio del protagnista non è VERBALE,ma VISIVO grazie l'aiuto dell' ORTOFONISTA MOLTO PAZIENTE.Quest'ultima gli insegna come poter comunicare senza l'uso delle parole,ma solo attraverso il movimento dell'occhio.

    5)Ci colpisce maggiormente la ragazza ORTOFONISTA per la sua grande VOLONTà di portare l'uomo in vita.Riesce ad istaurare anche un rapporto stretto,quasi come se fosse una PERSONA DI FAMIGLIA.
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    francesca anello


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    Messaggio  francesca anello Mer Mag 16, 2012 10:54 am

    Il protagonista del film ha avuto un ictus.Questo incidente non gli permette più di parlare è paralizzato dalla testa ai piedi.Ad un certo punto pensa che le uniche parti che non sono paralizzate sono un occhio,l'immaginazione e la memoria sostenendo che,attraverso quest'ultime due,può uscire dal suo scafandro.Ecco quello che mi ha colpito di più dell'incidente,la sua immaginazione,i suoi pensieri.Prima dell'incidente il protagonista si sentiva libero,bello e affascinante.Egli però si vergogna e si pente di non aver fatto determinate cose prima dell'incidente alle quali adesso non può più rimediare come ad esempio essere stato assente dalla vita dei figli e della loro madre.Dopo l'incidente l'uomo rimane in coma per quasi due settimane quando si sveglia in ospedale,il medico gli fa alcune domande,egli gli risponde ed è qui che si rende conto di non poter parlare e di essere paralizzato.Inizialmente è arrabbiato perchè è come se nessun medico,troppo impegnati al caso clinico,non si interessino in realtà della persona e di quelli che sono i suoi sentimenti o le sue emozioni,infatti egli esprime anche il desiderio di voler morire.Successivamente è come se l'uomo si abituasse a questa sua condizione è come se tutto fosse in qualche senso normale,scrive anche un libro e non si abbatte.Egli comunica con la logopedista e l'ortofonista attraverso gli occhoi.Infatti,le due donne usavano un alfabeto e l'uomo sbatteva gli occhi una volta per dire si e una per dire no,è così che scrive il suo libro. Il personaggio che mi ha colpito di più è stata la madre dei suoi figli che,nonostatnte lui l'avesse abbandonata perchè amava le donne,lei era sempre con lui.è la donna che si preoccupava di più,al contrario della fidanzata che non andrà mai a trovarlo,e io credo che fosse ancora innamorata di lui. Questo film è stato molto toccante,emozionante.Quello che mi è piaciuto,perchè abbastanza particolare,è il fatto che la storia è raccontata attraverso gli occhi e i pensieri del protagonista.Sapere che è una storia vera mi ha emozionato fino alle lacrime.Grazie prof per avercelo fatto vedere. (io ho svolto l'esercizio da sola e non in gruppo)
    Anna Bianco
    Anna Bianco


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    Messaggio  Anna Bianco Mer Mag 16, 2012 11:17 am

    Il protagonista Jean-Dominique Bauby era un uomo intraprendente,redattore capo di una rivista di moda,pronto per la scrittura di un libro che l’editrice gli aveva già affidato, un uomo affermato,pieno di donne,seducente,affabile quanto non mai. Aveva lasciato la moglie e i suoi tre figli per stare con un'altra donna(o altre donne).Mentre era in macchina con suo figlio maggiore,diretto verso la casa della sorella di quest’ultimo un malore lo colpisce,il figlio scende dall’auto con grande coraggio non si fa fermare dalla paura,data la sua tenera età. e va a chiedere aiuto….da quel momento ha inizio una tragica storia. Jean-Dominique Bauby era stato colpito da un ictus (incidente vascolare celebrale che ha danneggiato il tronco celebrale) che l ha mandato in coma per circa 2 settimane.Al suo risveglio scopre di essere paralizzato dalla testa ai piedi e di essere affetto dalla sindrome di locked-in,una malattia rara di cui non si conosce la causa.Quell’uomo intraprendente pieno di vita ha conservato ancora quello spirito ma con una gran sfiducia verso la vita che inizialmente lo ha spinto a dire di voler morire,a dire di non voler vedere i propri figli perché non accettava la sua condizione.L’accaduto col tempo lo fa riflettere:inizia a pensare che nella sua intera vita ha fallito in tutto…non c’è mai stato né per la moglie né per i figli affermando di essere sempre stato sordo e cieco perché non ha mai visto ne sentito niente della vera vita. Ne fa quindi da questo incidente un modo per riflettere su se stesso per migliorarsi…si fa forza,incontra i figli e commosso passa del tempo con loro e con la moglie. HO DECISO DI NON COMPIANGERMI MAI PIU’ queste sono state le sue parole e queste sono ciò che fanno di lui un uomo resilente.Ha fatto di questa sua condizione un trampolino di lancio per vivere realmente, per riprendere ciò che aveva abbandonato ,ma soprattutto ha apprezzato tutto ciò che ora aveva:il suo occhio,la memoria ma soprattutto l’immaginazione!
    Non potendo più parlare veniva proposto a lui una serie di lettere e con il battito delle palpebre(quasi come quelle di una farfalla)sceglieva lettera per lettera:un battito significava si,due battiti significava no,l’occhio chiuso per un pò stava a significare conferma!Un linguaggio fatto di gesti ma ricco di significato,quello era il suo unico modo per esprimersi. Durante questo percorso è stato affiancato da operatrici bravissime in particolare una logopedista ed una ortophonista che lo hanno aiutato non solo nel linguaggio ma anche ad riacquisire se stesso facendo un doppio lavoro:tecnico ma soprattutto di amore. Hanno svolto il loro lavoro con un tenerezza,fiducia e con un amore sconfinato.Ciò che non hanno invece fatto i medici che con non curanza raccontavano della loro settimana bianca,di com’era bello sciare a Saint Moriz e buttandogli in faccio come un enorme secchio di acqua ghiacciata la sua parlalisi… E’PRONTO PER LA SEDIA! disse uno di loro e lui rispose GRAZIE DEL VERDETTO!Decide di scrivere il suo libro,diverso da quello che si era proposto di scrivere prima dell’incidente,più toccante,più vissuto!Lui come uno scafrando era prigioniero del suo corpo ma libero di parlare attraverso il battito d’ali di una farfalla.
    La famiglia,quella vera ha rappresentato per lui un punto d’appoggio,un ancora di salvezza,l’amico.E’ venuto a trovarlo chi meno si aspettava e invece mancava la presenza della persona di cui credeva di essere innamorato che invece con una telefonata gli ha detto che non si sarebbe mai presentata!Non c’era il giusto amore per vivere questo insieme!
    Gli piaceva guardare il mare ed in particolare il faro poiché diceva che era robusto e rasserenante,che con la sua luce protegge anche i malati che sono stati portati alla deriva!La scena più toccante per me è stata la telefonata del padre,li la commozione ha preso il sopravvento….tu sei prigioniero del tuo corpo come io sono prigioniero del mio appartamento!
    Il suo sentirsi impossibilitato a fare qualsiasi cosa per suo figlio,per vederlo,per farlo star bene,per aiutarlo come più volte aveva fato il figlio per lui mi ha commosso ed in particolare quando terminata la chiamata le lacrime tolgono spazio alla parola…. è il silenzio ora a parlare.
    Non c’è per me un personaggio più bello….c’è la moglie che si è presa cura di lui dall’inizio mostrandogli l’amore che non ha mai smesso di provare nei suoi confronti,c’è il figlio maggiore che ora da “uomo” aiuta il padre ad asciugarsi le labbra,c’è l’ortophonista che con la sua grinta gli ha fatto capire che niente era perduto ,che morire non sarebbe stata la scelta giusta,c’è la logopedista che lo avvicina alla fede,c’è l’amico che in modo ingenuo cerca di leggere le lettere senza guardagli gli occhi,c’è un padre che non ha parole per commentarsi,che gli ha sempre insegnato il meglio della vita e che ora è affranto per non poter fare più nulla,e c’è lui il vero personaggio,il protagonista, Jean-do che con la sua resilienza ha riscattato la sua futile vita riscoprendola ma soprattutto riscoprendo se stesso!
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    Ilaria cozzolino


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Ilaria cozzolino Mer Mag 16, 2012 12:35 pm

    Il film che abbiamo visto in classe “lo scafandro e la farfalla”è tratto da una storia vera. Il protagonista è Jean Dominique Bauby direttore di una delle riviste di moda più prestigiose, ricco, affascinante, pieno di donne bellissime, è al culmine della sua fortuna quando mentre sta in macchina con il figlio ha un ictus che ne ha deteriorato tutte le funzioni motorie, lasciandolo in una condizione che la medicina chiama sindrome locked-in. Vieni trasferito all’ospedale e resta in coma per 2 settimane al risveglio scopre di essere totalmente paralizzato; solo il cervello continua la sua attività, ma è prigioniero di un corpo immobile, come un palombaro nel suo scafandro. Vedendosi in questa condizione sale in lui la disperazione e il desiderio di morte; infatti la malattia lo ha trasformato, lui così attento all’estetico ed etico, in un brutto tronco immobile, con la bocca storia, un occhio cucito e il resto del fisico sordo a ogni emozione. Successivamente ha deciso di non compiangersi mai più e sostiene che sono due le cose che non sono atrofizzate la memoria e l’immaginazione questi sono i due metodi che ha per evadere dallo scafando. Quindi può immaginare qualsiasi cosa andare a trovare la donna che ama, vivere i sogni dei bambini e immaginarsi bello e affascinate. Con l’aiuto della ottofonista Ariet che gli recitava l'alfabeto secondo l'ordine di frequenza della lingua francese Bauby batteva il ciglio alla lettera desiderata. Così, lettera dopo lettera, Bauby dettò parole, frasi e intere pagine. È grazie a questo metodo lui riuscì a scrivere un intero libro la sua biografia intitolata appunto lo scafandro e la farfalla.
    La prima visita che riceve è quella dell’ex moglie la quale gli chiede se vuole vedere i figli all’inizio lui non li vuole vedere per la sua condizione dopo si fa coraggio e vede i figli e gioca con loro utilizzando il metodo che usava con lui Ariet
    L’aspetto che mi ha colpito di più è il suo rapporto con le donne, quelle che già appartengono alla sua storia prima dell'ictus e quelle che ne entrano a far parte dopo; tutte coloro che, come creature angeliche, si prendono cura di lui. L'autenticità sta nel desiderio che continuamente queste donne suscitano in lui: il desiderio sessuale, il desiderio di contatto e di comunicazione. Incarnazione perfetta della donna allo stesso tempo celeste e infinitamente terrena è la bellissima e appassionata Céline, madre dei sui figli; una donna intensa che supera se stessa e la propria gelosia per venire incontro ad un uomo che l'ha tradita, ma con il quale in fondo non cessa d'esistere un rapporto d'amore. Jean-Do la rimpiange, la ringrazia, spera che lo possa capire e perdonare; confrontandosi con lei (e con le tutte le altre) egli continua a rinnovare ed esprimere implicitamente quella sensazione di meraviglia e terrore sublime che probabilmente qualsiasi uomo vivo sperimenta nel confronto con una donna.
    Un’opera da vedere e da soffrire infatti avevo lo stomaco stretto all’inizio, un po’ meno via via che il racconto procedeva e poi ammirazione e poi dolore. Ma che alla fine ti arricchisce e ti tocca nel profondo, laddove latitano paura della morte, amore della vita, affetti difficili, funzione catartica dell’arte, ieri come oggi.




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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Daniela D'urso Mer Mag 16, 2012 12:44 pm

    Ciò che maggiormente ci ha colpito è la determinazione del protagonista e la sua resilienza. Grazie alla capacità delle persone che lo assistono riesce a comunicare tramite il battito delle palpebre del suo occhio sinistro, unico contatto con il mondo esterno in maniera sempre più efficace facendo diventare questo sistema il suo metodo per comunicare ed esprimere così le sue emozioni iniziali di rabbia e man mano sempre più positive. Difatti è proprio tramite questo battere di palpebra che comunica la sua voglia di morire facendo infuriare una delle dottoresse che poi si mostrerà determinante nel suo percorso di degenza. E’ proprio dopo la shock iniziale che infatti deciderà di non compiangersi più mostrando la sua grande forza d’animo, utilizzando come ancora di salvataggio la memoria e l’immaginazione, che lui definisce le uniche parti non paralizzate che gli restano e che gli permettono la fuga da ciò che lui definisce il suo “Scafandro”.
    Il suo cambiamento più grande sarà nel rapporto con i figli ai quali prima non dedicava il tempo necessario ed ora invece la difficoltà nel rapporto con loro diventa la sua pena maggiore e il non poter essere per loro un padre normale , sin dai piccoli gesti come una carezza tra i capelli, gli provoca tanto dolore, compensato però dalla gioia di vederli vivere. E’ dunque proprio il protagonista il personaggio che più emoziona poiché il suo impegno nel gesto ad esempio di scrivere il libro nonostante il suo deficit verbale denota la sua voglia di continuare a vivere diventando così da “scafandro” …“farfalla”.
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    Maddalena Pontone


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty "Lo scafandro e la Farfalla"

    Messaggio  Maddalena Pontone Mer Mag 16, 2012 12:53 pm

    Lavoro svolto da:
    Maiorano Rossella
    Pasquariello Anna
    Pontone Maddalena
    Silvestro Roberta
    Toscano Cira

    SCHEDA DISCUSSIONE:"Lo scafandro e la Farfalla"

    1)Mentre guida inizia ad avere un MALORE e successivamente la situazione degenera e si trasforma in ICTUS.Importante è stato l aiuto DEL FIGLIO che con molta FORZA è riuscito a chiedere aiuto...

    2)Il protagonista era UN REDATTORE CAPO DI UNA RIVISTA DI MODA.La sua vita è cambiata radicalmente a seguito dell'incidente.Prima guardava la vita in maniera più SUPERFICIALE dando importanza a cose FUTILI.In seguito è riuscito ad apprrezzare LE PICCOLE COSE come la ricorrenza della festa del papà oppure l' emozione che provava alla semplice vista del mare.

    3)All' inizio si sente FRUSTRATO,e vive la sua vita come un susseguirsi di FALLIMENTI.VORREBBE MORIRE!!Perchè le uniche due capacità che possiede sono IMMAGINAZZIONE E MEMORIA ED UN SOLO OCCHIO PER POTER PENSARE PARLARE E SCRIVERE.Successivamente capisce l'importanza della vita,inizia ad esternare tutto ciò che pensa,scrive un libro e decide di rivedere i suoi figli in occasione della festa del papà.

    4)Il linguaggio del protagnista non è VERBALE,ma VISIVO grazie l'aiuto dell'ORTOFONISTA MOLTO PAZIENTE.Quest'ultima gli insegna come poter comunicare senza l'uso delle parole,ma solo attraverso il movimento dell'occhio.

    5)Ci colpisce maggiormente la ragazza ORTOFONISTA per la sua grande VOLONTà di portare l'uomo in vita.Riesce ad istaurare anche un rapporto stretto,quasi come se fosse una PERSONA DI FAMIGLIA.


    Ultima modifica di Maddalena Pontone il Mer Mag 16, 2012 9:30 pm - modificato 1 volta.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty Film lo scafandro e la farfalla

    Messaggio  Cira Toscano Mer Mag 16, 2012 1:03 pm

    Lavoro svolto da: Maiorano Rossella
    Pontone Maddalena
    Silvestro Roberta
    Toscano Cira
    Pasquariello Anna

    SCHEDA DISCUSSIONE:"Lo scafandro e la Farfalla"

    1)Mentre guida inizia ad avere un MALORE e successivamente la situazione degenera e si trasforma in ICTUS.Importante è stato l aiuto DEL FIGLIO che con molta FORZA è riuscito a chiedere aiuto...

    2)Il protagonista era UN REDATTORE CAPO DI UNA RIVISTA DI MODA.La sua vita è cambiata radicalmente a seguito dell'incidente.Prima guardava la vita in maniera più SUPERFICIALE dando importanza a cose FUTILI.In seguito è riuscito ad apprrezzare LE PICCOLE COSE come la ricorrenza della festa del papà oppure l' emozione che provava alla semplice vista del mare.

    3)All' inizio si sente FRUSTRATO,e vive la sua vita come un susseguirsi di FALLIMENTI.VORREBBE MORIRE!!Perchè le uniche due capacità che possiede sono IMMAGINAZZIONE E MEMORIA ED UN SOLO OCCHIO PER POTER PENSARE PARLARE E SCRIVERE.Successivamente capisce l'importanza della vita,inizia ad esternare tutto ciò che pensa,scrive un libro e decide di rivedere i suoi figli in occasione della festa del papà.

    4)Il linguaggio del protagnista non è VERBALE,ma VISIVO grazie l'aiuto dell'ORTOFONISTA MOLTO PAZIENTE.Quest'ultima gli insegna come poter comunicare senza l'uso delle parole,ma solo attraverso il movimento dell'occhio.

    5)Ci colpisce maggiormente la ragazza ORTOFONISTA per la sua grande VOLONTà di portare l'uomo in vita.Riesce ad istaurare anche un rapporto stretto,quasi come se fosse una PERSONA DI FAMIGLIA.


    Ultima modifica di Cira Toscano il Mer Mag 16, 2012 1:51 pm - modificato 1 volta.
    Serena Conte
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    Messaggio  Serena Conte Mer Mag 16, 2012 1:40 pm

    Il protagonista del film,Jean-Dominique, viene colpito da un ictus e da una rarissima sindrome che gli impedisce di muovere qualsiasi parte del corpo che non sia il suo occhio sinistro che diviene l'unico suo modo per comunicare. La sua vita, prima mondana e facile, cambia radicalmente e cosi anche la visione che ha di essa. La voce narrante all' interno del film ci permette di conoscere i pensieri di questo uomo, di appena 43 anni, e di comprendere in pieno la sua sofferenza e i rimorsi che ha per non aver vissuto la sua vita in pieno, godendo della gioia di poter coccolare i suoi figli. Ingegnoso è il metodo che gli permette di comunicare e, addirittura, di scrivere un libro, tale metodo riesce a sfruttare in pieno l'unica abilità rimasta a Jean-Dominique permettendogli di comunicare con il mondo e facendolo sentire meno prigioniero del suo "scafandro". Ovviamente, appena resosi conto della sua triste situazione il protagonista sprofonda nello sconforto ed il suo unico desiderio è quello di morire poi, grazie all'aiuto dei medici, della moglie, dei figli e della donna che lo aiuterà a scrivere il libro riuscirà ad attingere a tutte le sue forze per tentare il difficile percorso di miglioramento. Usando la sua immaginazione e la sua memoria il protagonista riesce ad evadere dalla sua situazione, ricordando i momenti felici e rimpiangendo le cose che non avrà più la possibilità di fare e che si pente di non aver fatto. I personaggi che ci hanno colpito di più sono stati quello della moglie, presente e compassionevole anche dopo essere stata lasciata sola con tre figli da un marito adultero e la donna che lo aiuta a scrivere il libro che presenta dedizione e amore non solo per il suo lavoro ma allo stesso Jean-Dominique.

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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty "Lo scafandro del corpo, non impedì alla farfalla dell'anima di uscire e comunicare"

    Messaggio  Rossella Palumbo Mer Mag 16, 2012 1:50 pm

    SCHEDA DI DISCUSSIONE
    “Lo scafandro e la farfalla”

    1) Dinamica dell'incidente accaduto al protagonista. Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    Il protagonista, Jean-Dominique Bauby, viene colpito da un ictus mentre è in auto con il figlio. La cosa che più ha colpito è stato il passaggio, quella fase immediata del cambiamento, come se in quel momento si stesse chiudendo una porta su tutto quello che era prima.

    2) Riflessione sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.
    Jean-Dominique, redattore capo di una rivista di moda francese, si racconta come ambizioso, cinico e quasi miscredente. O meglio, era così prima dell'incidente che lo ha posto nella condizione di rivalutare e fare il punto della propria vita. In seguito all'ictus, che lo ha ridotto in uno stato di sindrome locked-in (condizione nella quale il paziente è cosciente e sveglio, ma non può muoversi oppure comunicare a causa della completa paralisi di tutti i muscoli volontari del corpo), il protagonista pensa di non aver vissuto come doveva, di non aver dato il giusto valore alle persone e in particolare afferma: “Ero cieco e sordo, non mi serviva necessariamente la luce dell'infermità per vedere la mia vera natura ”.

    3) Reazione all'incidente. E' resiliente?
    Dopo un iniziale abbattimento morale, durante il quale il sentimento predominante è il desiderio di morte, Jean-Dominique trova la forza per andare avanti. Secondo me, la frase “Ho deciso di non compiangermi mai più!” fa di lui un resiliente. Egli immaginando e ricordando, nei momenti di particolare sconforto, riesce a evadere dallo scafandro (il suo corpo). Quasi come se potesse alzarsi dal letto e vivere come prima.

    4) Riflessione sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.
    Immobile e incapace di parlare, ma vedente da un solo occhio, impara a comunicare in maniera visiva grazie all'aiuto della logopedista che recita l'alfabeto, mentre lui batte le ciglia per indicare quale lettera vuole utilizzare. In questo modo Jean-Dominique dettò il suo libro ad una redattrice del suo editore. Libro in cui il protagonista riversa tutti i suoi pensieri, i desideri, le sofferenze racchiuse dentro di sé. E' un grido alla ricerca di una bocca che possa tradurlo in parole. Ed è proprio il battito delle ciglia, che ricorda il battito d'ali di una farfalla, che si traduce in lettere.

    5) Quale personaggio ti ha particolarmente colpito?
    Mi hanno colpito un po' tutti i personaggi:
    - Jean-Dominique, con il suo rifiuto iniziale e la sua successiva resilienza;
    - la dedizione della logopedista;
    - l'amico di colore un po' impacciato;
    - l'impegno e l'affetto immutato della sua famiglia (ex-moglie e figli) anch'essa resiliente,
    - l'incapacità alla rassegnazione del padre, che non riuscendo a camminare viene colpito dalla consapevolezza che non rivedrà mai più suo figlio.

    Vorrei concludere spiegando come ho vissuto la visione di questo film tenero e struggente, poetico e drammatico, che sprigiona un'energia vitale impensabile. Mi è piaciuta la metafora che lo vede sequestrato, in ostaggio dall'infermità, eppure libero di viaggiare nell'immaginazione e nella memoria, fino a inventarsi una vita libera, fino a rivivere la vita passata e dare un nuovo senso e valore alle esperienze, alle sue donne, ai figli. Bellissime le scene col padre. Bellissimo vedere persone giovani, quali le logopediste, buttarsi a capofitto nel recupero fino contagiare il malato di una nuova voglia di vivere. Una sottile ironia impedisce che la compassione scivoli nel pietismo, colorando di normalità le tappe del recupero: dal voler morire, scandito attraverso il nuovo alfabeto, fino al quasi recupero parziale della parola, che però non ci sarà mai.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Anna Pasquariello Mer Mag 16, 2012 2:07 pm

    Lavoro svolto da:
    Maiorano Rossella

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    Toscano Cira

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    SCHEDA DISCUSSIONE:"Lo scafandro e la Farfalla"

    1)Mentre guida inizia ad avere un MALORE e successivamente la situazione degenera e si trasforma in ICTUS.Importante è stato l aiuto DEL FIGLIO che con molta FORZA è riuscito a chiedere aiuto...

    2)Il protagonista era UN REDATTORE CAPO DI UNA RIVISTA DI MODA.La sua vita è cambiata radicalmente a seguito dell'incidente.Prima guardava la vita in maniera più SUPERFICIALE dando importanza a cose FUTILI.In seguito è riuscito ad apprrezzare LE PICCOLE COSE come la ricorrenza della festa del papà oppure l' emozione che provava alla semplice vista del mare.

    3)All' inizio si sente FRUSTRATO,e vive la sua vita come un susseguirsi di FALLIMENTI.VORREBBE MORIRE!!Perchè le uniche due capacità che possiede sono IMMAGINAZZIONE E MEMORIA ED UN SOLO OCCHIO PER POTER PENSARE PARLARE E SCRIVERE.Successivamente capisce l'importanza della vita,inizia ad esternare tutto ciò che pensa,scrive un libro e decide di rivedere i suoi figli in occasione della festa del papà.

    4)Il linguaggio del protagnista non è VERBALE,ma VISIVO grazie l'aiuto dell'ORTOFONISTA MOLTO PAZIENTE.Quest'ultima gli insegna come poter comunicare senza l'uso delle parole,ma solo attraverso il movimento dell'occhio.

    5)Ci colpisce maggiormente la ragazza ORTOFONISTA per la sua grande VOLONTà di portare l'uomo in vita.Riesce ad istaurare anche un rapporto stretto,quasi come se fosse una PERSONA DI FAMIGLIA.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty "Lo scafandro del corpo non impedì alla farfalla dell'anima di uscire e comunicare"

    Messaggio  Lorenza Baratta Mer Mag 16, 2012 2:17 pm

    Il protagonista del film Jean Dominique, di anni 42, direttore brillante di una famosa rivista di moda, viene improvvisamente colpito da un ictus, e dopo un periodo di coma di circa tre settimane, resta paralizzato dalla testa ai piedi, lasciando lucida e consapevole solo la sua mente e l'uso della palpebra dell'occhio sinistro, imprigionandolo paradossalmente all'interno del proprio corpo come se fosse uno "scafandro".
    Attraverso lo sguardo in prima persona del protagonista vediamo l'ospedale dove resterà ricoverato per diverso tempo, i medici, gli amici, la famiglia e riusciamo a comprendere tante situazioni e sensazioni che il protagonista vive.
    Immobile e incapace di parlare egli non si perde d'animo, e grazie all'aiuto dell'ortofonista e logopedista cerca di imparare l'alfabeto, con un sistema di comunicazione per codici. Decide in seguito di scrivere un libro, grazie alla collaborazione di una redattrice, la quale annota lettera per lettera le sue frasi, per poi rileggere e discuterle con lui.
    Il battito delle ciglia che, con uno indica un si e con due indica un no, ricorda "il battito delle ali di una farfalla che si traduce in lettere e le lettere in parole.
    Si capisce dal film che il protagonista, prima dell'incidente era un uomo pieno di successo, ricco, affascinante, non religioso e pieno di belle donne, in pratica legato solo al successo e ai soldi. Normale la sua prima disperazione e il suo desiderio di morte dopo l'incidente, l'orrore nel vedersi la prima volta allo specchio, lui così attento all'estetica, e ora trasformatosi in un tronco immobile con la bocca storta, un'occhio cucito e il resto del corpo privo di emozioni; ma dopo un pò egli decide di non compiangersi più, capisce che sono due le cose a non essere paralizzate del suo corpo, la sua immaginazione e la sua memoria, mezzi che lo aiuteranno ad evadere dal suo scafandro e soprattutto lo aiuteranno ad immaginare qualsiasi cosa, persona, vivendo così sogni da bambino e sogni da adulto. Quindi pian piano non si sente più un prigioniero ma una persona la cui intelligenza e sensibilità rifiutano di essere ostaggio della malattia.
    Come avviene di fronte ad eventi così gravi, egli comprende troppo tardi la forza e l'importanza dei legami autentici, ritrova la voglia di vivere e riesce a sentire sentimenti ed emozioni che non aveva mai provato prima (come festeggiare la festa del papà insieme ai suoi figli, ritenuta da lui una banale festività), che cerca di trasmettere alla gente che gli sta accanto.
    Oltre alla figura del protagonista, c'è un altro personaggio che mi ha colpito maggiormente, parlo del padre che dà vita con tutta la sua fragilità e saggezza della vecchiaia ad una bella ed emozionante figura di anziano padre.
    Un film forte e pesante a mio avviso, ma che mi ha spinto a delle riflessioni intense sull'importanza della VITA.
    Purtroppo ho capito che, anche in situazioni del genere, non paragonabili ai piccoli incidenti di percorso che ho avuto nella mia vita, crollano i falsi amici, i falsi amori, ma rimane l'amore di una famiglia e nel suo caso di quelli che lo curano, perchè è proprio grazie a loro che esce dalla disperazione..."Quando rivolgi lo sguardo alla tua vita, le più grandi gioie sono quelle della famiglia".
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  carmela migliaccio Mer Mag 16, 2012 2:38 pm

    LO SCAFANDRO E LA FARFALLA
    Ciò che maggiormente ci ha colpito è la determinazione del protagonista e la sua resilienza. Grazie alla capacità delle persone che lo assistono riesce a comunicare tramite il battito delle palpebre del suo occhio sinistro, unico contatto con il mondo esterno in maniera sempre più efficace facendo diventare questo sistema il suo metodo per comunicare ed esprimere così le sue emozioni iniziali d irabbia e man mano sempre più positive. Difatti è proprio tramite questo battere di palpebra che comunica la sua voglia di morire facendo infuriare una delle dottoresse che poi si mostrerà determinante nel suo percorso di degenza. E’ proprio dopo la shock iniziale che infatti deciderà di non compiangersi più mostrando la sua grande forza d’animo, utilizzando come ancora di salvataggio la memoria e l’immaginazione, che lui definisce le uniche parti non paralizzate che gli restano e che gli permettono la fuga da ciò che lui definisce il suo “Scafandro”.
    Il suo cambiamento più grande sarà nel rapporto con i figli ai quali prima non dedicava il tempo necessario ed ora invece la difficoltà nel rapporto con loro diventa la sua pena maggiore e il non poter essere per loro un padre normale , sin dai piccoli gesti come una carezza tra i capelli, gli provoca tanto dolore, compensato però dalla gioia di vederli vivere. E’ dunque proprio il protagonista il personaggio che più emoziona poiché il suo impegno nel gesto ad esempio di scrivere il libro nonostante il suo deficit verbale denota la sua voglia di continuare a vivere diventando così da “scafandro” …“farfalla”.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Francesca Starita Mer Mag 16, 2012 2:39 pm

    1)La dinamica dell'incidente è che il protagonista,mentre era in auto con uno dei suoi figli, viene colpito da un ictus che lo costringe per il resto dei suoi giorni a vivere immobile.La scena che mi ha colpito nel momento della tragedia è la forza del protagonista che nonostante il malore ha avuto la lucidità di sostare l' auto e la forza del figlio di non perdersi d' animo chiedendo subito aiuto.
    2)Jean-Dominique Baudy prima dell' incidente era un uomo pieno di vita e di gran successo,poichè capo redattore di una rivista di moda:Elle.Al susseguirsi dell' incidente dopo un iniziale abbattimento morale,prende coraggio per andare avanti evadendo dalla sua dura realtà attraverso l' immaginazione e la memoria,ricordando i momenti del suo passato più felici e le cose che avrebbe voluto fare.
    3)Inizialmente Dominique non era propense a reagire,l' unica cosa che sperava era la morte.Pian piano però riprende il contatto con il mondo grazie alla sua unica parte del corpo mobile:l' occhio sinistro;con quest'ultimo poteva rispondere a domande ben precise:un battito di ciglia stava a significare "si" e due battiti "no".
    4)L' occhio del protagonista diventa la soglia che permette al pesante e inattivo scafandro del suo corpo di liberare faticosamente la farfalla del suo pensiero.
    5)Il personaggio che mi ha colpito è senz'altro l' ortofonista che con la sua pasienza gli ha dato un concentrato di amore e di accortenze.


    Ultima modifica di Francesca Starita il Mer Mag 16, 2012 9:35 pm - modificato 1 volta.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  angela32 Mer Mag 16, 2012 3:11 pm

    Scheda di discussione:film lo scafandro e la farfalla.

    1)dinamica dell'incidente accaduto al protagonista.
    Il protagonista del film è un brillante uomo di successo, paralizzato dalla testa ai piedi in seguito ad un ictus, affetto da una sindrome rara, sindrome ke nn si conoscono le cause. Schiavo del suo corpo è costretto a vivere in un letto.

    2)Prima dell'incidente, riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.
    Redattore di una importante rivista "elle", un uomo ke viveva tra rikezza e successo, tra modelle e bella vita, un uomo brillante e seducente. In seguito all'incidente un uomo privo di ogni autonomia, un vegetale, ma con tanta voglia di continuare a vivere.

    3)Reazioni all'incidente da parte del protagonista.
    Il passaggio da un uomo brillante a vegetale, ke nn riesce neanke a muovere la testa, costretto a farsi lavare e accudire come un bambino, le fa vivere momenti di sconforto tanto da desiderare di morire piuttosto ke vivere in quello stato. Ma la tenacia e la forza lo spingono a nn piangersi addosso lui puo vivere xke e dotato di un immaginazione e di una memoria, infatti lui vive continua a vivere immaginando.

    4)Riflessioni sul linguaggio utilizzato dal protagonista.
    Avendo perso l'uso della parola, il linguaggio eadottato e fatto di battiti di ciglia dell'occhio, un battito per dire si due battiti per dire no. Battito come le ali di una farfalla.

    5)Quale personaggio ti ha colpito, oun aspetto.
    Mi ha colpito il film tutto, dalla moglie ke appena sa dell'incidente si precipita nonostante tra di loro nn c'era un bel rapporto, dall'amico, dai figli ke lo guardavano con curiosità e paura nel vedere il proprio padre in condizioni disperate, dalla compagna ke nn aveva avuto il coraggio di vederlo,in particolare l'ortofonista un lavoro svolto con amore e costanza e voglia di aiutare infatti grazie a questa giovane donna ke riusci a fare tante cose.

    Angela Mercadante.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty SCHEDA DISCUSSIONE

    Messaggio  Izzo Maria Teresa Mer Mag 16, 2012 3:19 pm

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    SCHEDA DISCUSSIONE
    “Lo Scafandro e la Farfal
    la”

    Domanda 1.
    Dinamica dell’incidente accaduto al protagonista.

    Commenta l’accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.[/b]
    Jean Dominique Bauby, il protagonista del film, mentre è in auto con uno dei figli inizia a perdere la sensibilità e controllo di varie parti del corpo successivamente si scopre che ha avuto un Ictus più precisamente la sindrome di Locked-In che porta alla paralisi completa di tutti i muscoli volontari del corpo.
    Colpisce nella scena il fatto che lui sia riuscito a fermarsi con la macchina e quindi evitare danni ad altri.

    Domanda 2.
    Prima dell’incidente.
    Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l’incidente.

    Il protagonista è redattore capo di una delle più importanti riviste di moda “Elle” quindi aveva una vita fatta di belle donne e lusso oltre ad essere un papà di tre bambini, piena di voglia di vivere successivamente, dopo l’incidente, la voglia di vivere si trasforma nel vedere e cogliere ogni piccolo particolare che prima si dava per scontato infatti, la frase che ci colpisce è
    “Ero cieco e sordo ma mi serviva questo per scoprirlo”.

    Domanda 3.
    Reazione all’incidente.

    Dopo tre settimane di coma, il protagonista, si risveglia e dopo una prima parte capisce di essere cosciente ma che nessuno può sentirlo.
    Scopre che tutto il suo corpo è paralizzato ma che sono tre cose non lo sono: Occhio sinistro, immaginazione e memoria.
    Con l’occhio sinistro osserva e comunica, con l’immaginazione vive esperienze nuove con la memoria riapre il ricordo sulla persona che era.
    Ecco cosa dice
    "Ho scoperto che oltre al mio occhio ci sono altre due cose che non sono paralizzate: la mia immaginazione e la mia memoria: posso immaginare qualunque cosa, qualunque persona, qualunque luogo; farmi accarezzare dalle onde della Martinica, andare a trovare la donna che amo, oppure ricordarmi di me giovane e affascinante; questo sono io!".

    Domanda 4.
    Comunicazione aumentativa.
    Riflessione sul linguaggio utilizzato.

    Tutta la sua vita e le sue emozioni passano per i suoi occhi.
    Per comunicare utilizza l’occhio sinistro, precisamente con il battito della palpebra può dire si oppure no.
    Semplicemente con questo linguaggio comunicativo riuscirà a scrivere un intero libro “ Lo scafandro e la farfalla”.

    Domanda 5.
    Quale personaggio o aspetto ti ha particolarmente colpito.

    Ciò che ci ha particolarmente colpito è il ruolo della donna in generale.
    Non una donna in particolare ma l’insieme delle donne, delle loro emozioni e reazioni a tutti gli avvenimenti.
    Il gesto di ognuna ha lasciato una traccia di se stessa e del suo modo di essere.


    Essere resiliente ecco la sintesi di un intero film.
    Ogni personaggio lo stato a suo
    modo!

    Francesca Izzo
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Francesca Izzo Mer Mag 16, 2012 3:23 pm

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    SCHEDA DISCUSSIONE
    “Lo Scafandro e la Farfalla”


    Domanda 1.
    Dinamica dell’incidente accaduto al protagonista.
    Commenta l’accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.[/b]
    Jean Dominique Bauby, il protagonista del film, mentre è in auto con uno dei figli inizia a perdere la sensibilità e controllo di varie parti del corpo successivamente si scopre che ha avuto un Ictus più precisamente la sindrome di Locked-In che porta alla paralisi completa di tutti i muscoli volontari del corpo.
    Colpisce nella scena il fatto che lui sia riuscito a fermarsi con la macchina e quindi evitare danni ad altri.

    Domanda 2.
    Prima dell’incidente.
    Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l’incidente.
    Il protagonista è redattore capo di una delle più importanti riviste di moda “Elle” quindi aveva una vita fatta di belle donne e lusso oltre ad essere un papà di tre bambini, piena di voglia di vivere successivamente, dopo l’incidente, la voglia di vivere si trasforma nel vedere e cogliere ogni piccolo particolare che prima si dava per scontato infatti, la frase che ci colpisce è
    “Ero cieco e sordo ma mi serviva questo per scoprirlo”.

    Domanda 3.
    Reazione all’incidente.
    Dopo tre settimane di coma, il protagonista, si risveglia e dopo una prima parte capisce di essere cosciente ma che nessuno può sentirlo.
    Scopre che tutto il suo corpo è paralizzato ma che sono tre cose non lo sono: Occhio sinistro, immaginazione e memoria.
    Con l’occhio sinistro osserva e comunica, con l’immaginazione vive esperienze nuove con la memoria riapre il ricordo sulla persona che era.
    Ecco cosa dice
    "Ho scoperto che oltre al mio occhio ci sono altre due cose che non sono paralizzate: la mia immaginazione e la mia memoria: posso immaginare qualunque cosa, qualunque persona, qualunque luogo; farmi accarezzare dalle onde della Martinica, andare a trovare la donna che amo, oppure ricordarmi di me giovane e affascinante; questo sono io!".

    Domanda 4.
    Comunicazione aumentativa.
    Riflessione sul linguaggio utilizzato.
    Tutta la sua vita e le sue emozioni passano per i suoi occhi.
    Per comunicare utilizza l’occhio sinistro, precisamente con il battito della palpebra può dire si oppure no.
    Semplicemente con questo linguaggio comunicativo riuscirà a scrivere un intero libro “ Lo scafandro e la farfalla”.

    Domanda 5.
    Quale personaggio o aspetto ti ha particolarmente colpito.
    Ciò che ci ha particolarmente colpito è il ruolo della donna in generale.
    Non una donna in particolare ma l’insieme delle donne, delle loro emozioni e reazioni a tutti gli avvenimenti.
    Il gesto di ognuna ha lasciato una traccia di se stessa e del suo modo di essere.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty SCHEDA "LO SCAFENDRO E LA FARFALLA"

    Messaggio  anna di maggio Mer Mag 16, 2012 3:42 pm

    1. IL protagonista era in macchina con suo figlio quando ad un tratto ha un malore e inizia a sentirsi male,il figlio esce dalla macchina per cercare aiuto e quando arrivano due persone si accorgono che si tratta di ictus.
    2. Prima dell'ictus era una persona di 42 anni con tanta voglia di vivere,era un bravissimo giornalista stimato , si occupava del padre anziano , era separato con tre figli e aveva anche una fidanzata.Ma con l'avvento dell'incidente perde il lavoro ma riconquista i suoi figli e la sua ex che a differenza della sua fidanzata lo va a trovare in ospedale .
    3. A causa dell'incidente rimane paralizzato dalla testa ai piedi e può usufruire solo degli occhi, di cui uno verrà cucito e dell'udito oltre all'immaginazione e ai ricordi. Lui crede di parlare ma in realtà non apre la bocca infatti per esprimersi gli viene insignato come dire si e come dire no : battendo una volta la palpebra
    1. IL protagonista era in macchina con suo figlio quando ad un tratto ha un malore e inizia a sentirsi male,il figlio esce dalla macchina per cercare aiuto e quando arrivano due persone si accorgono che si tratta di ictus.
    2. Prima dell'ictus era una persona di 42 anni con tanta voglia di vivere,era un bravissimo giornalista stimato , si occupava del padre anziano , era separato con tre figli e aveva anche una fidanzata.Ma con l'avvento dell'incidente perde il lavoro ma riconquista i suoi figli e la sua ex che a differenza della sua fidanzata lo va a trovare in ospedale .
    3. A causa dell'incidente rimane paralizzato dalla testa ai piedi e può usufruire solo degli occhi, di cui uno verrà cucito e dell'udito oltre all'immaginazione e ai ricordi. Lui crede di parlare ma in realtà non apre la bocca infatti per esprimersi gli viene insignato come dire si e come dire no : battendo una vuol dire si, battendo due volte la palpebra vuol dire no.Grazie ad un ortofonista riesce a scrivere a comunicare e addirittura a scrivere un libro sulla sua vita.
    4. Il protagonita comunica solo con gli occhi ,infatti come abbiamo notato tutto il film viene visto dalla prospettiva del protagonista.
    5. A me personalmente oltre alla figura della ex moglie che si è presa cura di lui , mi ha colpito molto la figura dell'Ortofonista la quale oltre ad essere brava nello svolgere il suo lavoro ,gli è stato vicino come se fosse uno di famiglia...







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    Messaggio  rossellamaiorano91 Mer Mag 16, 2012 3:52 pm

    rossellamaiorano91 ha scritto:1)Mentre guida inizia ad avere un MALORE e successivamente la situazione degenera in ICTUS.Importante è stato l aiuto DEL FIGLIO che con FORZA ha chiesto aiuto...

    2)Il protagonista era UN REDATTORE CAPO DI UNA RIVISTA DI MODA.La sua vita è cambiata radicalmente a seguito dell'incidente.Prima guardava la vita in maniera più SUPERFICIALE dando importanza a cose FUTILI,in seguito è riuscito ad apprrezzare LE PICCOLE COSE come la ricorrenza della festa del papà oppure l' emozione che provava alla semplice vista del mare.

    3)All' inizio si sente FRUSTRATO,e vive la sua vita come un susseguirsi di FALLIMENTI.VORREBBE MORIRE!!Perchè le uniche due capacità che possiede sono IMMAGINAZZIONE E MEMORIA ED UN SOLO OCCHIO PER POTER PENSARE PARLARE E SCRIVERE.Successivamente capisce l' importanza della vita,inizia ad esternare tuttto ciò che pensa,scrive un libro e decide di rivedere i suoi figli in occasione della festa del papà.

    4)Il linguaggio del protagnista non è VERBALE,ma VISIVO grazie l'aiuto dell' ORTOFONISTA MOLTO PAZIENTE.Quest'ultima gli insegna come poter comunicare senza l'uso delle parole,ma solo attraverso il movimento dell'occhio.

    5)Ci colpisce maggiormente la ragazza ORTOFONISTA per la sua grande VOLONTà di portare l'uomo in vita.Riesce ad istaurare anche un rapporto stretto,quasi come se fosse una PERSONA DI FAMIGLIA.

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    Messaggio  rosa d'onofrio Mer Mag 16, 2012 4:38 pm

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    SCHEDA DISCUSSIONE
    “Lo Scafandro e la Farfalla”


    Domanda 1.
    Dinamica dell’incidente accaduto al protagonista.
    Commenta l’accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.[/b]
    Jean Dominique Bauby, il protagonista del film, mentre è in auto con uno dei figli inizia a perdere la sensibilità e controllo di varie parti del corpo successivamente si scopre che ha avuto un Ictus più precisamente la sindrome di Locked-In che porta alla paralisi completa di tutti i muscoli volontari del corpo.
    Colpisce nella scena il fatto che lui sia riuscito a fermarsi con la macchina e quindi evitare danni ad altri.

    Domanda 2.
    Prima dell’incidente.
    Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l’incidente.
    Il protagonista è redattore capo di una delle più importanti riviste di moda “Elle” quindi aveva una vita fatta di belle donne e lusso oltre ad essere un papà di tre bambini, piena di voglia di vivere successivamente, dopo l’incidente, la voglia di vivere si trasforma nel vedere e cogliere ogni piccolo particolare che prima si dava per scontato infatti, la frase che ci colpisce è
    “Ero cieco e sordo ma mi serviva questo per scoprirlo”.

    Domanda 3.
    Reazione all’incidente.
    Dopo tre settimane di coma, il protagonista, si risveglia e dopo una prima parte capisce di essere cosciente ma che nessuno può sentirlo.
    Scopre che tutto il suo corpo è paralizzato ma che sono tre cose non lo sono: Occhio sinistro, immaginazione e memoria.
    Con l’occhio sinistro osserva e comunica, con l’immaginazione vive esperienze nuove con la memoria riapre il ricordo sulla persona che era.
    Ecco cosa dice
    "Ho scoperto che oltre al mio occhio ci sono altre due cose che non sono paralizzate: la mia immaginazione e la mia memoria: posso immaginare qualunque cosa, qualunque persona, qualunque luogo; farmi accarezzare dalle onde della Martinica, andare a trovare la donna che amo, oppure ricordarmi di me giovane e affascinante; questo sono io!".

    Domanda 4.
    Comunicazione aumentativa.
    Riflessione sul linguaggio utilizzato.
    Tutta la sua vita e le sue emozioni passano per i suoi occhi.
    Per comunicare utilizza l’occhio sinistro, precisamente con il battito della palpebra può dire si oppure no.
    Semplicemente con questo linguaggio comunicativo riuscirà a scrivere un intero libro “ Lo scafandro e la farfalla”.

    Domanda 5.
    Quale personaggio o aspetto ti ha particolarmente colpito.
    Ciò che ci ha particolarmente colpito è il ruolo della donna in generale.
    Non una donna in particolare ma l’insieme delle donne, delle loro emozioni e reazioni a tutti gli avvenimenti.
    Il gesto di ognuna ha lasciato una traccia di se stessa e del suo modo di essere.


    Essere resiliente ecco la sintesi di un intero film.
    Ogni personaggio lo stato a suo modo!
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  maria84 Mer Mag 16, 2012 5:13 pm

    1)Il protagonista mentre è col figlio in macchina per una passeggiata col figlio è colto da un ictus improvviso e così accorgendosi che si sta sentendo male accosta l'auto.
    Il figlio scappa per chiamare aiuto,due passanti lo trovano.
    La scena che mi ha colpito di più è quando lui si sente male perchè già da lì sta capendo che qualcosa non va e quindi il senso di protezione che ha per il figlio,lo porta ad accostare l'auto.
    2e3)Il protagonista ha una forte personalità;il suo lavoro lo porta lontando da casa e dalla famiglia,preso troppo da se stesso non dedica tempo ai suoi cari.
    Dopo l'incidente si sente bloccato nel suo stato vegetativo,da quì la sua metafora con lo scafandro;si sente impotente,incapace di muoversi,rimpiange ciò che avrebbe potuto fare e non ha fatto.
    Si aggrappa così alla vita attraverso l'immaginazione e la memoria,le uniche due facoltà che gli restano per contare sulle sue forze e attraverso il sogno,vivere la vita come vuole.Mi ha colpito proprio la capacità di vivere attraverso il pensiero e mi sono immedesimata nel fatto che spesso tendo a rivivere intensamente un ricordo con il solo scopo di sentirmi più vicino alla persona che mi manca o all'evento.Da quì il suo voler essere libero come una farfalla,aggrapandosi alla vita con tutte le sue capacità restanti.
    4)La forza e l'importanza del linguaggio non verbale.Spesso diamo per scontato il linguaggio verbale(la parola) senza capire il suo vero significato.Rifletto così su chi nella vita spesso non ci da una seconda possibilità,preso da rabbia e rancore,negandosi l'opportunità di capire l'altro,guardandolo semplicemente neglio occhi,perchè proprio gli occhi sono lo specchio dell'anima e possono esprimere tutto,anche se chiusi.
    5)Il personaggio che mi ha colpito di più è la ragazza che ha aiutato il protagonista a scrivere il libro,perchè nonostante le difficoltà,con pazienza e dedizione è riuscita a cogliere il linguaggio non verbale usato dal protagonista.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty LO SCAFANDRO E LA FARFALLA

    Messaggio  Maria Starace91 Mer Mag 16, 2012 7:14 pm

    MARIA STARACE
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    1) Il protagonista mentre era in macchina con il figlio venne colpito da un ictus, che gli ha danneggiato il tronco celebrele, ed è rimasto paralizzato , non riuscendo neanche più a parlare.


    2)Esso era redattore di una rivista, prima dell'incidente era una persona che non credeva nella fede, la sua vita era spensierata e viveva di lusso, successo e belle donne. Con l'incidente ha perso completamente l'autosufficienza motoria.


    3)Proprio con la perdita di autosufficienza motoria lui si sente un uomo inutli, infatti afferma di voler morire, si sente inutile soprattutto quando il giorno della "festa del papà" incontra i figli e non può accarezzarli, nè abbracciarli.


    4) Prima dell'incidente il protagonista parlava benissimo, in seguito all'incidente esso non parlava più, e comunicava con l'ortofonista e con la moglie attraverso l'apertura e la chiusura dell'occhio.


    5) Nel film la persona che mi ha colpita è stata l'ortofonista, molto attenta e disponibile verso il paziente.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  VALERIAILLIANO Mer Mag 16, 2012 7:18 pm

    Film: Lo scafandro e la farfalla.
    1)Dinamica dell’incidente accaduta al protagonista. Commenta l’accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpita. La scena dell’incidente ritrae il protagonista Jean Dominique Bauby con il figlio maggiore in auto mentre si dirigevano da un parente. Durante il tragitto Jean Dominique comincia ad accusare i primi malesseri: sudorazione eccessiva, calore, perdita della percezione dell’ambiente circostante e difficoltà nel linguaggio verbale. Nonostante il malessere Jean Dominique ha la lucidità di accostare l’auto ed il figlio prontamente scende per chiedere aiuto. Subito dopo arrivano i parenti in soccorso, chiamati dal figlio. Solo dopo il ricovero in ospedale Jean Dominique scoprirà che quei malesseri erano stati causati da un incidente vascolare.
    2)Prima dell’incidente. Riflessione sulla personalità del protagonista prima e dopo l’incidente. Prima dell’incidente lo stesso Jean Dominique riteneva se stesso un uomo libero, privo di responsabilità, un padre ed un marito assente. Le sue uniche attenzioni erano rivolte alle donne e al lavoro, non a caso era il capo redattore della rivista ELLE. Un uomo privo di sensibilità nei confronti delle piccolezze della vita. Solo dopo l’incidente Jean Dominique riuscirà a cogliere l’importanza delle cose semplici della vita ed in vari momenti rivive situazioni alle quali in passato aveva dato poco importanza, in particolare i momenti che lo ritraevano con la famiglia. “Suppongo che una bozza di papà è sempre un papà”; un uomo che dopo l’incidente si accontenta anche solo di vederli i propri figli. “Prima ero cieco ed ero sordo, ora non serve l’infermità mentale per capire com’ero prima”.
    3)Reazione all’incidente. Ad esempio, come vive Jean Dominique la perdita dell’autosufficienza motoria. “Voglio morire”, questa è stata una delle prime frasi pronunciata da Jean Dominique all’ortofonista. Quando si vede allo specchio per la prima volta dopo l’incidente prova orrore perché non si accetta per quello che è diventato. La situazione si ripete anche quando la foniatra gli dice di specchiarsi per vedere il movimento della lingua come segno di miglioramento, ma lui è ostinato. Sente di essere rinchiuso come in uno scafandro che tiene intrappolato il suo corpo. Ormai è paralizzato, ma non vuole compiangersi e capisce che a parte gli occhi anche l’immaginazione e la memoria non sono paralizzate e sono questi gli unici mezzi per evadere liberamente dallo scafandro. Si sente come un naufrago arenato sulle rive della solitudine.
    4)Comunicazione aumentativa. Riflessione sul linguaggio utilizzato dai protagonisti per comunicare con logopedisti e ortofonisti. L’unico mezzo che Jean Dominique ha per comunicare con il resto del mondo è il suo occhio sinistro (quello destro gli è stato chiuso cucendolo per non causargli un ulcera) che chiude una volta per dire si e due volte per dire no. Inizialmente Jean Dominique non crede in questo meccanismo di comunicazione, ma in un secondo momento, con resilienza, riesce a cogliere il lato leggero, simpatico di quel tipo di comunicazione. Grazie all’aiuto di una giovane ortofonista riesce ad apprendere un tipo di linguaggio alternativo attraverso il quale potrà esprimersi ed addirittura scrivere un libro. Questo linguaggio consisteva nella ripetizione delle lettere dell’alfabeto poste in ordine di utilizzo, da quelle più frequenti a quelle meno frequenti. Jean Dominique fermerà l’ortofonista con la palpebra dell’occhio sulla lettera da lui scelta che formerà la parola; in questo modo sarà possibile creare anche una serie di frasi. Lui si identifica sin dall’inizio con lo scafandro, mentre la ragazza che lo aiuterà nella stesura del libro con la farfalla, la quale darà libertà di espressione al suo pensiero.
    5)Quale personaggio ti ha maggiormente colpito. Scegli un personaggio o un aspetto(famiglia, relazione con le donne…). Il personaggio che ci ha colpito di più è stato quello dell’ortofonista, la quale ha sempre creduto e dato fiducia al recupero di Jean Dominique. L’amore per il suo lavoro e per il suo paziente le servirà quando Jean Dominique afferma di voler morire, lei con commozione e dispiacere gli farà capire che ci sono tante persone che lo amano e non può permettersi di dire questo, che lei nonostante lo conosca da poco non può permettersi di perdere una persona speciale come lui.
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    Messaggio  Lucilla Graziani Mer Mag 16, 2012 7:22 pm

    Film: Lo scafandro e la farfalla.
    1)Dinamica dell’incidente accaduta al protagonista. Commenta l’accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpita. La scena dell’incidente ritrae il protagonista Jean Dominique Bauby con il figlio maggiore in auto mentre si dirigevano da un parente. Durante il tragitto Jean Dominique comincia ad accusare i primi malesseri: sudorazione eccessiva, calore, perdita della percezione dell’ambiente circostante e difficoltà nel linguaggio verbale. Nonostante il malessere Jean Dominique ha la lucidità di accostare l’auto ed il figlio prontamente scende per chiedere aiuto. Subito dopo arrivano i parenti in soccorso, chiamati dal figlio. Solo dopo il ricovero in ospedale Jean Dominique scoprirà che quei malesseri erano stati causati da un incidente vascolare.
    2)Prima dell’incidente. Riflessione sulla personalità del protagonista prima e dopo l’incidente. Prima dell’incidente lo stesso Jean Dominique riteneva se stesso un uomo libero, privo di responsabilità, un padre ed un marito assente. Le sue uniche attenzioni erano rivolte alle donne e al lavoro, non a caso era il capo redattore della rivista ELLE. Un uomo privo di sensibilità nei confronti delle piccolezze della vita. Solo dopo l’incidente Jean Dominique riuscirà a cogliere l’importanza delle cose semplici della vita ed in vari momenti rivive situazioni alle quali in passato aveva dato poco importanza, in particolare i momenti che lo ritraevano con la famiglia. “Suppongo che una bozza di papà è sempre un papà”; un uomo che dopo l’incidente si accontenta anche solo di vederli i propri figli. “Prima ero cieco ed ero sordo, ora non serve l’infermità mentale per capire com’ero prima”.
    3)Reazione all’incidente. Ad esempio, come vive Jean Dominique la perdita dell’autosufficienza motoria. “Voglio morire”, questa è stata una delle prime frasi pronunciata da Jean Dominique all’ortofonista. Quando si vede allo specchio per la prima volta dopo l’incidente prova orrore perché non si accetta per quello che è diventato. La situazione si ripete anche quando la foniatra gli dice di specchiarsi per vedere il movimento della lingua come segno di miglioramento, ma lui è ostinato. Sente di essere rinchiuso come in uno scafandro che tiene intrappolato il suo corpo. Ormai è paralizzato, ma non vuole compiangersi e capisce che a parte gli occhi anche l’immaginazione e la memoria non sono paralizzate e sono questi gli unici mezzi per evadere liberamente dallo scafandro. Si sente come un naufrago arenato sulle rive della solitudine.
    4)Comunicazione aumentativa. Riflessione sul linguaggio utilizzato dai protagonisti per comunicare con logopedisti e ortofonisti. L’unico mezzo che Jean Dominique ha per comunicare con il resto del mondo è il suo occhio sinistro (quello destro gli è stato chiuso cucendolo per non causargli un ulcera) che chiude una volta per dire si e due volte per dire no. Inizialmente Jean Dominique non crede in questo meccanismo di comunicazione, ma in un secondo momento, con resilienza, riesce a cogliere il lato leggero, simpatico di quel tipo di comunicazione. Grazie all’aiuto di una giovane ortofonista riesce ad apprendere un tipo di linguaggio alternativo attraverso il quale potrà esprimersi ed addirittura scrivere un libro. Questo linguaggio consisteva nella ripetizione delle lettere dell’alfabeto poste in ordine di utilizzo, da quelle più frequenti a quelle meno frequenti. Jean Dominique fermerà l’ortofonista con la palpebra dell’occhio sulla lettera da lui scelta che formerà la parola; in questo modo sarà possibile creare anche una serie di frasi. Lui si identifica sin dall’inizio con lo scafandro, mentre la ragazza che lo aiuterà nella stesura del libro con la farfalla, la quale darà libertà di espressione al suo pensiero.
    5)Quale personaggio ti ha maggiormente colpito. Scegli un personaggio o un aspetto(famiglia, relazione con le donne…). Il personaggio che ci ha colpito di più è stato quello dell’ortofonista, la quale ha sempre creduto e dato fiducia al recupero di Jean Dominique. L’amore per il suo lavoro e per il suo paziente le servirà quando Jean Dominique afferma di voler morire, lei con commozione e dispiacere gli farà capire che ci sono tante persone che lo amano e non può permettersi di dire questo, che lei nonostante lo conosca da poco non può permettersi di perdere una persona speciale come lui.
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