Il protagonista del film Jean Dominique, di anni 42, direttore brillante di una famosa rivista di moda, viene improvvisamente colpito da un ictus, e dopo un periodo di coma di circa tre settimane, resta paralizzato dalla testa ai piedi, lasciando lucida e consapevole solo la sua mente e l'uso della palpebra dell'occhio sinistro, imprigionandolo paradossalmente all'interno del proprio corpo come se fosse uno "scafandro".
Attraverso lo sguardo in prima persona del protagonista vediamo l'ospedale dove resterà ricoverato per diverso tempo, i medici, gli amici, la famiglia e riusciamo a comprendere tante situazioni e sensazioni che il protagonista vive.
Immobile e incapace di parlare egli non si perde d'animo, e grazie all'aiuto dell'ortofonista e logopedista cerca di imparare l'alfabeto, con un sistema di comunicazione per codici. Decide in seguito di scrivere un libro, grazie alla collaborazione di una redattrice, la quale annota lettera per lettera le sue frasi, per poi rileggere e discuterle con lui.
Il battito delle ciglia che, con uno indica un si e con due indica un no, ricorda "il battito delle ali di una farfalla che si traduce in lettere e le lettere in parole.
Si capisce dal film che il protagonista, prima dell'incidente era un uomo pieno di successo, ricco, affascinante, non religioso e pieno di belle donne, in pratica legato solo al successo e ai soldi. Normale la sua prima disperazione e il suo desiderio di morte dopo l'incidente, l'orrore nel vedersi la prima volta allo specchio, lui così attento all'estetica, e ora trasformatosi in un tronco immobile con la bocca storta, un'occhio cucito e il resto del corpo privo di emozioni; ma dopo un pò egli decide di non compiangersi più, capisce che sono due le cose a non essere paralizzate del suo corpo, la sua immaginazione e la sua memoria, mezzi che lo aiuteranno ad evadere dal suo scafandro e soprattutto lo aiuteranno ad immaginare qualsiasi cosa, persona, vivendo così sogni da bambino e sogni da adulto. Quindi pian piano non si sente più un prigioniero ma una persona la cui intelligenza e sensibilità rifiutano di essere ostaggio della malattia.
Come avviene di fronte ad eventi così gravi, egli comprende troppo tardi la forza e l'importanza dei legami autentici, ritrova la voglia di vivere e riesce a sentire sentimenti ed emozioni che non aveva mai provato prima (come festeggiare la festa del papà insieme ai suoi figli, ritenuta da lui una banale festività), che cerca di trasmettere alla gente che gli sta accanto.
Oltre alla figura del protagonista, c'è un altro personaggio che mi ha colpito maggiormente, parlo del padre che dà vita con tutta la sua fragilità e saggezza della vecchiaia ad una bella ed emozionante figura di anziano padre.
Un film forte e pesante a mio avviso, ma che mi ha spinto a delle riflessioni intense sull'importanza della VITA.
Purtroppo ho capito che, anche in situazioni del genere, non paragonabili ai piccoli incidenti di percorso che ho avuto nella mia vita, crollano i falsi amici, i falsi amori, ma rimane l'amore di una famiglia e nel suo caso di quelli che lo curano, perchè è proprio grazie a loro che esce dalla disperazione..."Quando rivolgi lo sguardo alla tua vita, le più grandi gioie sono quelle della famiglia".