Pedagogia della disabilità 2012

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Pedagogia della disabilità 2012

Pedagogia della disabilità (2012)- Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Irene De Vita Mar Mag 22, 2012 12:53 pm

    1) Dinamica dell'incidente accaduto al protagonista.
    - Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.

    Jean-Dominique uscito a fare una passeggiata con il figlio, durante la guida viene colpito da un ictus che lo costringerà all'immobilità permanente permettendogli il solo ed unico movimento delle palpebre.
    I punti che ci hanno colpito sono:
    - l'imprevedibilità dell'accaduto;
    - il pericolo che ha rischiato insieme al figlio;
    - il figlio,nonostante fosse piccolo,non ha esitato nel cercare subito soccorso.

    2) Prima dell'incidente.
    - Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.

    Prima dell'incidente, il protagonista, dava scarsa importanza alle "piccolezze" della vita, dimostrandosi una persona superficiale; aveva un rapporto diretto con le donne e non aveva difficoltà nel relazionarsi con gli altri, non era un marito e un padre presente.
    Dopo l'incidente ha imparato ad apprezzare il semplice sostare sul terrazzo dell'ospedale in cui era ricoverato, è diventato una persona più riflessiva dando ampio spazio all'immaginazione;il suo rapportarsi con gli altri,in generale,e con le donne,in particolare, è cambiato considerevolmente.
    Ha iniziato a rimpiangere il passato ed il tempo sprecato.

    3) Reazione all'incidente.
    - Come vive la perdita di autosufficienza motoria, è resiliente?

    Inizialmente aveva il desiderio di morire pensando alla sua vita come rinchiusa in uno scafandro, successivamente riesce ad attivare dentro di sé una tale resilienza che lo porta ,addirittura, alla decisione di scrivere un libro;grazie all' aiuto dell'ortofonista e della ragazza che riporta i suoi pensieri su carta riesce a considerarsi pari ad una farfalla che esce dal suo bozzolo.

    4) Comunicazione aumentativa.
    - Riflessione sul linguaggio (non verbale) utilizzato dal protagonista per comunicare con l'ortofonista e con la logopedista.

    Inizialmente Jean-Dominique aveva un'enorme difficoltà nell'imparare e nel mettere in pratica questo nuovo linguaggio; talvolta l' insistenza dell' ortofonista e della logopedista tendeva a chiuderlo maggiormente in se stesso ma al contempo gli ha dato l' imput per ritrovare il senso della vita.

    5) Quale personaggio o quale aspetto ti ha maggiormente colpito?

    Il personaggio che ci ha particolarmente colpito è il padre di Jean-Dominique che non avendo più la possibilità di camminare giunge alla consapevolezza di non poter più vedere il figlio.
    Il suo stato d'animo ci ha ferito profondamente mettendo in evidenza l'amore di un genitore che non si sarebbe mai aspettato di sapere un figlio in quelle condizioni ed anche perché questo avvenimento non rispecchia il naturale corso della vita.


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  giusy armida Mar Mag 22, 2012 1:53 pm

    1) Dinamica dell'incidente accaduto al protagonista.
    - Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.

    Jean-Dominique uscito a fare una passeggiata con il figlio, durante la guida viene colpito da un ictus che lo costringerà all'immobilità permanente permettendogli il solo ed unico movimento delle palpebre.
    I punti che ci hanno colpito sono:
    - l'imprevedibilità dell'accaduto;
    - il pericolo che ha rischiato insieme al figlio;
    - il figlio,nonostante fosse piccolo,non ha esitato nel cercare subito soccorso.

    2) Prima dell'incidente.
    - Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.

    Prima dell'incidente, il protagonista, dava scarsa importanza alle "piccolezze" della vita, dimostrandosi una persona superficiale; aveva un rapporto diretto con le donne e non aveva difficoltà nel relazionarsi con gli altri, non era un marito e un padre presente.
    Dopo l'incidente ha imparato ad apprezzare il semplice sostare sul terrazzo dell'ospedale in cui era ricoverato, è diventato una persona più riflessiva dando ampio spazio all'immaginazione;il suo rapportarsi con gli altri,in generale,e con le donne,in particolare, è cambiato considerevolmente.
    Ha iniziato a rimpiangere il passato ed il tempo sprecato.

    3) Reazione all'incidente.
    - Come vive la perdita di autosufficienza motoria, è resiliente?

    Inizialmente aveva il desiderio di morire pensando alla sua vita come rinchiusa in uno scafandro, successivamente riesce ad attivare dentro di sé una tale resilienza che lo porta ,addirittura, alla decisione di scrivere un libro;grazie all' aiuto dell'ortofonista e della ragazza che riporta i suoi pensieri su carta riesce a considerarsi pari ad una farfalla che esce dal suo bozzolo.

    4) Comunicazione aumentativa.
    - Riflessione sul linguaggio (non verbale) utilizzato dal protagonista per comunicare con l'ortofonista e con la logopedista.

    Inizialmente Jean-Dominique aveva un'enorme difficoltà nell'imparare e nel mettere in pratica questo nuovo linguaggio; talvolta l' insistenza dell' ortofonista e della logopedista tendeva a chiuderlo maggiormente in se stesso ma al contempo gli ha dato l' imput per ritrovare il senso della vita.

    5) Quale personaggio o quale aspetto ti ha maggiormente colpito?

    Il personaggio che ci ha particolarmente colpito è il padre di Jean-Dominique che non avendo più la possibilità di camminare giunge alla consapevolezza di non poter più vedere il figlio.
    Il suo stato d'animo ci ha ferito profondamente mettendo in evidenza l'amore di un genitore che non si sarebbe mai aspettato di sapere un figlio in quelle condizioni ed anche perché questo avvenimento non rispecchia il naturale corso della vita.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty L'Imprevedibilità della vita.

    Messaggio  Brunella Casaretti Mar Mag 22, 2012 2:15 pm

    1) Dinamica dell'incidente accaduto al protagonista.
    - Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.

    Jean-Dominique uscito a fare una passeggiata con il figlio, durante la guida viene colpito da un ictus che lo costringerà all'immobilità permanente permettendogli il solo ed unico movimento delle palpebre.
    I punti che ci hanno colpito sono:
    - l'imprevedibilità dell'accaduto;
    - il pericolo che ha rischiato insieme al figlio;
    - il figlio,nonostante fosse piccolo,non ha esitato nel cercare subito soccorso.

    2) Prima dell'incidente.
    - Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.

    Prima dell'incidente, il protagonista, dava scarsa importanza alle "piccolezze" della vita, dimostrandosi una persona superficiale; aveva un rapporto diretto con le donne e non aveva difficoltà nel relazionarsi con gli altri, non era un marito e un padre presente.
    Dopo l'incidente ha imparato ad apprezzare il semplice sostare sul terrazzo dell'ospedale in cui era ricoverato, è diventato una persona più riflessiva dando ampio spazio all'immaginazione;il suo rapportarsi con gli altri,in generale,e con le donne,in particolare, è cambiato considerevolmente.
    Ha iniziato a rimpiangere il passato ed il tempo sprecato.

    3) Reazione all'incidente.
    - Come vive la perdita di autosufficienza motoria, è resiliente?

    Inizialmente aveva il desiderio di morire pensando alla sua vita come rinchiusa in uno scafandro, successivamente riesce ad attivare dentro di sé una tale resilienza che lo porta ,addirittura, alla decisione di scrivere un libro;grazie all' aiuto dell'ortofonista e della ragazza che riporta i suoi pensieri su carta riesce a considerarsi pari ad una farfalla che esce dal suo bozzolo.

    4) Comunicazione aumentativa.
    - Riflessione sul linguaggio (non verbale) utilizzato dal protagonista per comunicare con l'ortofonista e con la logopedista.

    Inizialmente Jean-Dominique aveva un'enorme difficoltà nell'imparare e nel mettere in pratica questo nuovo linguaggio; talvolta l' insistenza dell' ortofonista e della logopedista tendeva a chiuderlo maggiormente in se stesso ma al contempo gli ha dato l' imput per ritrovare il senso della vita.

    5) Quale personaggio o quale aspetto ti ha maggiormente colpito?

    Il personaggio che ci ha particolarmente colpito è il padre di Jean-Dominique che non avendo più la possibilità di camminare giunge alla consapevolezza di non poter più vedere il figlio.
    Il suo stato d'animo ci ha ferito profondamente mettendo in evidenza l'amore di un genitore che non si sarebbe mai aspettato di sapere un figlio in quelle condizioni ed anche perché questo avvenimento non rispecchia il naturale corso della vita.


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Noemi de Martino Mar Mag 22, 2012 2:31 pm

    1) Dinamica dell'incidente accaduto al protagonista.
    - Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.

    Jean-Dominique uscito a fare una passeggiata con il figlio, durante la guida viene colpito da un ictus che lo costringerà all'immobilità permanente permettendogli il solo ed unico movimento delle palpebre.
    I punti che ci hanno colpito sono:
    - l'imprevedibilità dell'accaduto;
    - il pericolo che ha rischiato insieme al figlio;
    - il figlio,nonostante fosse piccolo,non ha esitato nel cercare subito soccorso.

    2) Prima dell'incidente.
    - Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.

    Prima dell'incidente, il protagonista, dava scarsa importanza alle "piccolezze" della vita, dimostrandosi una persona superficiale; aveva un rapporto diretto con le donne e non aveva difficoltà nel relazionarsi con gli altri, non era un marito e un padre presente.
    Dopo l'incidente ha imparato ad apprezzare il semplice sostare sul terrazzo dell'ospedale in cui era ricoverato, è diventato una persona più riflessiva dando ampio spazio all'immaginazione;il suo rapportarsi con gli altri,in generale,e con le donne,in particolare, è cambiato considerevolmente.
    Ha iniziato a rimpiangere il passato ed il tempo sprecato.

    3) Reazione all'incidente.
    - Come vive la perdita di autosufficienza motoria, è resiliente?

    Inizialmente aveva il desiderio di morire pensando alla sua vita come rinchiusa in uno scafandro, successivamente riesce ad attivare dentro di sé una tale resilienza che lo porta ,addirittura, alla decisione di scrivere un libro;grazie all' aiuto dell'ortofonista e della ragazza che riporta i suoi pensieri su carta riesce a considerarsi pari ad una farfalla che esce dal suo bozzolo.

    4) Comunicazione aumentativa.
    - Riflessione sul linguaggio (non verbale) utilizzato dal protagonista per comunicare con l'ortofonista e con la logopedista.

    Inizialmente Jean-Dominique aveva un'enorme difficoltà nell'imparare e nel mettere in pratica questo nuovo linguaggio; talvolta l' insistenza dell' ortofonista e della logopedista tendeva a chiuderlo maggiormente in se stesso ma al contempo gli ha dato l' imput per ritrovare il senso della vita.

    5) Quale personaggio o quale aspetto ti ha maggiormente colpito?

    Il personaggio che ci ha particolarmente colpito è il padre di Jean-Dominique che non avendo più la possibilità di camminare giunge alla consapevolezza di non poter più vedere il figlio.
    Il suo stato d'animo ci ha ferito profondamente mettendo in evidenza l'amore di un genitore che non si sarebbe mai aspettato di sapere un figlio in quelle condizioni ed anche perché questo avvenimento non rispecchia il naturale corso della vita.


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Claudia Carbonaro Mar Mag 22, 2012 2:32 pm

    la storia di questo film mi ha toccato profondamente il cuore...è un film intenso,malinconico,che mi ha molto emozionata sin dall'inizio.
    vedere e sentire con i sensi del protagonista,percepire la sua sofferenza quando si rende conto di non riuscire a parlare...il monologo interiore è riuscito a farmi entrare in simbiosi con il protagonista,tra gli attimi di disperazione e quelli di amara autoironia.
    questo film è riuscito a farmi comprendere lo stato d'animo della persona che vive una situazione del genere,riesce a soffermarsi sulla complessità della persona con disabilità,infatti inizialmente Jean Dominique Bauby non si accettava,non riusciva neanche a guardarsi allo specchio e non voleva che i figli lo vedessero in quello stato.
    però fortunatamente,nonostante inizialmente lui si vedeva un semplice scafandro,un neonato che aveva incessantemente bisogno degli altri,decide poi di non definirsi più per sottrazione..."non voglio più compiangermi,perchè oltre al mio occhio sinistro ci sono altre due cose che non sono paralizzate la mia memoria e la mia immaginazione".
    grazie alla sua immaginazione riesce ad evadere dal suo scafandro ed essere libero come una farfalla.
    questo film inoltre riesce a sottolineare l'importanza della relazione educativa che è fondamentale perchè,come afferma Murdaca,essa è uno spazio riparativo grazie al quale il disabile elimina maschere,blocchi,disagi e ripensa al proprio stato e alle proprie capacità,infatti,in questo caso,proprio grazie alla relazione che il protagonista instaura con l'ortofonista,riesce a far diventare la sua palpebra sinistra il suo legame con il mondo.
    praticamente questo film mostra concretamente il significato puro del termine resilienza,dunque il protagonista è il personaggio che mi ha colpita particolarmente,in quanto la sua determinazione denota la sua voglia di continuare a vivere.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  palmina formato Mar Mag 22, 2012 2:57 pm

    Jean-Dominique Bauby si risveglia dopo un lungo coma in un letto d'ospedale. È il caporedattore di 'Elle' e ha accusato un malore mentre era in auto con uno dei figli. Jean-Do scopre ora un'atroce verità: il suo cervello non ha più alcun collegamento con il sistema nervoso centrale. Il giornalista è totalmente paralizzato e ha perso l'uso della parola oltre a quello dell'occhio destro. Gli resta solo il sinistro per poter lentamente riprendere contatto con il mondo. Dinanzi a domande precise potrà dire "sì" battendo una volta le ciglia oppure "no" battendole due volte. Con questo metodo riuscirà a dettare un libro che uscirà in Francia nel 1997 con il titolo che ora ha il film. Julian Schnabel ha assunto sulle sue spalle un incarico gravoso perché è vero che i film che portano sullo schermo le vicende di portatori di gravi handicap (soprattutto se ispirate a storie realmente accadute) commuovono facilmente la grande platea.L'occhio del protagonista diventa la soglia che permette al pesante e inerte scafandro del suo corpo di liberare (anche se faticosamente) la farfalla del pensiero. La voce interiore imprigionata di Jean-Do ci rivela al contempo l'orrore della condizione e l'indomabile spinta all'espressione di sé. Il giornalista pensa, desidera, soffre, grida dentro di sé. È un grido in cerca di una bocca che possa tradurlo in suoni e parole. Il battito delle ciglia (che ricorda non a caso il battito d'ali di una farfalla) si traduce in lettere e le lettere in parole. Schnabel e Amalric riescono a non fare retorica e al contempo a commuovere profondamente liberandosi dal falso pietismo che spesso accompagna queste storie 'vere'. Raggiungono il risultato grazie a un attento lavoro di flasback che si integra alla perfezione con la descrizione di un corpo che da apertura al mondo si è trasformato in sepolcro. Tutto ciò senza lanciare proclami né a difesa strenua della vita né a favore dell'eutanasia. Il che, di questi tempi, è già un merito di per sé.
    Questo libro è la testimonianza eccezionale dell'inesauribile capacità dell'uomo di sperare e sognare, che nonostante quello che gli succede riesce a scrivere un libro e non si arrende ma continua a comunicare !!!
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Loredana Calise Mar Mag 22, 2012 3:14 pm

    1)Mentre guida inizia a sentirsi male e successivamente la situazione degenera in ICTUS.Importante è stato l aiuto DEL FIGLIO che con molto coraggio ha chiesto aiuto.

    2)Jean-Dominique Baudy prima dell' incidente era un uomo pieno di vita e di gran successo. Al susseguirsi dell' incidente dopo un iniziale abbattimento morale,prende coraggio per andare avanti evadendo dalla sua dura realtà, ricordando i momenti del suo passato più felici e le cose che avrebbe voluto fare.

    3)Dopo un iniziale abbattimento morale, Jean-Dominique trova la forza per andare avanti. Questo, secondo me, fa di lui un resilinete.

    4)Bauby non può parlare, impara a parlare grazie all'aiuto dell'ortofonista che,leggendogli le lettere dell'alfabeto, riesce ad ordinarle secondo la loro frequenza d'uso ed egli, attraverso il battito di ciglia indica quale lettera vuole usare. In questo modo riesce a comporre parole, poi frasi facendosi comprendere e con questo metodo riesce a dettare alla redattrice il suo libro.

    5)La figura che maggiormente mi ha colpito è quella del padre di Jean Dominique, il quale bloccato dalla sua malattia rimane inerte di fronte alla situazione del figlio, senza poterlo aiutare.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty film Scafandro e la farfalla

    Messaggio  Giovanna Di Francesco Mar Mag 22, 2012 3:35 pm

    .In questo gruppo abbiamo partecipato in quattro persone ed insieme abbiamo deciso di scriverne un commento,mettendo insieme le nostre idee.Io che lo trascrivo sono ANNARITA RIVIERGI,le altre sono GIOVANNA DI FRANCESCO,ROSA NUVOLETTA E LUCIA CASABURO.Questo film ci ha emozionato molto a livello personale,perchè in certo modo riusciamo a comprendere,per le nostre vite,la difficile vita del protagonista e delle persone che gli stanno vicino.La condizione di Jean-Dominique non è delle più semplici, capiamo cosa provava in quel momento quando esasperatamente cercava di comunicare,ma il suo viso,il suo corpo non lo aiutavano affatto.Spesso è molto difficile saper interpretare cosa vogliono dirti o se hanno bisogno di qualcosa.Nel caso del protagonista,grazie alla sua forza di volontà e al grande aiuto dell'Ortofonista,riesce a comunicare e addirittura a scrivere un libro.Se ora dovessimo dire quale personaggio ci ha colpito di più,diremmo il padre di Jean-Dominique perchè è impossibilitato a vederlo,parlargli,e possiamo immaginare quanto è brutta la lontananza tra padre e figlio.In questo caso è ancora più accentuata per la condizione del protgonista.Ciò che dal cuore ci vien da dire e che potremmo offrire voi,come umile consiglio,nonostante sia la vostra vita,è che bisogna godersi intensamente ogni attimo che il Signore ci dà,perchè purtroppo non hanno ancora inventato un orologio che ci porti indietro nel tempo per farci rivivere i momenti più belli e felici che volessimo non finissero mai.La vita è una e non va sprecata.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Antonia Manguso Mar Mag 22, 2012 4:24 pm

    “Lo scafandro e la farfalla”

    1) Jean-Dominique viene colpito improvvisamente da un ictus mentre è alla guida della sua auto in compagnia del figlio maggiore. Nonostante i sintomi del malore gli concedano poco tempo prima di giungere alla paralisi, Jean-Do riesce ad accostare l’auto, permettendo al figlio di correre alla ricerca di aiuto.
    Inaspettata ci è parsa la reazione del figlio, che senza esitazione ha dimostrato la lucidità necessaria per affrontare una situazione di difficile gestione.

    2) I cambiamenti riscontrabili nella personalità del protagonista sono evidenti. Un uomo che amava la vita facile, fatta di set fotografici, donne, successo e denaro, poco incline alla vita familiare si ritrova ora paralizzato, costretto a fare i conti con la propria coscienza. Riflette sui momenti di felicità che ha lasciato volar via, sulle occasioni che non ha saputo cogliere, sulla sordità e cecità che lo caratterizzavano e che scopre di aver avuto solo grazie all’infermità che lo ha sorpreso.

    3) La resilienza di Jean-Do non è immediata. Dopo una reazione istintiva, che lo vede cadere in una condizione di sconforto e rifiuto tale da desiderare la morte, egli trova la forza di prendere in mano la propria vita. Grazie alla capacità comunicativa che acquisisce e al supporto datogli dall’ortofonista, il protagonista riesce a dettare le parole del suo libro “Le scaphandre et le papillon” ad una donna che presta la propria mano per trascrivere su carta i pensieri che egli esprime con i soli battiti delle ciglia.

    4) L’unico modo che resta a Jean-Do di poter riprendere il contatto con il mondo è l’occhio sinistro. Dinanzi a domande precise ( compresa la scelta delle lettere dell'alfabeto ordinate secondo un'apposita sequenza) potrà dire "sì" battendo una volta le ciglia oppure "no" battendole due volte. L'occhio del protagonista diventa il veicolo che permette al pesante e inerte scafandro del suo corpo di liberare, anche se con fatica, il proprio pensiero come fosse una farfalla, il cui battito d’ali ricorda quello di ciglia del suo occhio sinistro.

    5) Il personaggio che ci ha particolarmente colpito è l’ortofonista: una donna che mostra dedizione verso il lavoro che svolge ed empatia verso la condizione che Jean-Do vive. È anche grazie al suo aiuto se il protagonista riesce a trovare la motivazione e la forza per reagire alla sua situazione. È lei che si attiva a rintracciare l’editrice del libro che Dominique avrebbe dovuto scrivere, chiedendole di cercare qualcuno che fosse disponibile a riportare su carta i pensieri del protagonista.


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    Messaggio  Serena Elia90 Mar Mag 22, 2012 5:09 pm

    1)L'incidente è accaduto quando il protagonista si trovava a compiere un giro in auto con uno dei suoi figli... All'improvviso lui è accolto da un ictus, inizia così subito a cambiare aspetto, deformandosi e quando arrivano i soccorsi ormai non c'era più nulla da fare. L'accaduto è stato tarribile anche perchè la presenza di un figlio quando succedono queste cose è veramente straziante. Ciò che ci ha colpito è il fatto che il figlio in quel momento avrebbe fatto di tutto pur vedendo il proprio padre rimettersi in vita, ma in particolare ha colpito il protagonista stesso che in un certo senso ha mostrato una gran forza nel mettere la macchina al sicuro per salvaguardare il proprio figlio.
    2)Prima dell'incidente il protagonista era un grande redatore di moda, una persona piena di vitalità. Amava godersi la vita, un sorriso sempre pronto e sopratutto credeva in ciò che faceva. Naturalmente con l'incidente, con l'atroce sofferenze si cambia... Inizialmente svegliato dal coma e rendendosi conto di essere impossibilitato a fare le cose non aveva più voglia di vivere. Ma poi pian piano gli è bastato l'AMORE della sua famiglia, degli amici e in particolare del padre a dargli una gran forza d'animo, una forza di vivere esclusivamente per gli sltri.
    3)La reazione dell'incidente non è stata delle migliori. Non ha inizialmente accettato la sua perdita di autosufficienza motoria, il fatto che per comunicare con gli altri poteva farlo solo attraverso il ticchettio di un occhio. Ma col tempo lo ha accettato e si presenta resiliente rispetto all'incidente perchè nonostante gli ostacoli con la sua forza d'animo li riesce ad accettarli senza abbattersi. Infatti questo ci fatto capire che nonostante sia ridotto in quelle condizioni lui decide di scrivere un libro e le parole che più ci hanno colpito sono state: "ORA SOLO LA MEMORIA E L'IMMAGINAZIONE MI SONO RIMASTI PER POTER VIVERE".
    4)Il linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare è un po imbarazzante, sofferente perchè gli mette un pò di suggestione per farsi capire. Ma pian piano attraverso i vari supporti dell'ortofonista e locopedista riesce ad avere più una dimistichezza e velocità nel farsi capire e formulare frasi. Grazie a questo linguaggio, e grazie alla sua forza d'animo e l'aiuto di una traduttrice assegnata scrive un libro. Quindi se questo era l'unico modo per farsi capire, la comunicazione aumentativa è positiva per questo paziente, perchè per lui è tanto farsi comprendere e far capire che c'è, che è presente nonostante uno stato fisico totalmente assente.
    5)Il personaggio che ci ha maggiormente colpito è stato l'ortofonista, perchè ha creduto sin dall'inizio al suo paziente esin dall'inizio ha evidenziato che avrebbe messo tutta se stessa per ottenere dei suoi miglioramenti. Una donna che mette anima e corpo e in particolare cuore nel suo lavoro e nell'aiutare gli altri in genere. Lei crede molto nel suo paziente, crede che lui nonostante le sue impossibilità fisiche passa avvicinarsi alla religione, andare a messa, fare addirittura un viaggio a Lourd nonostante lui non fosse un credente. Gli fa capire che insieme possono farcela, che lui ha un cuore, una mente e che può dare tanto anche attraverso il libro che scrive. La forza del protagonista la si trova proprio grazie all'ortofonista perchè sin dal primo incontro gli da stima, fiducia e sicurezza nonostante la TRAGICA FINE. Questo film ci ha fatto capire che nella vita tanti sono i dolori ma se si riesce ad avere grande forsa d'animo e amore degli altri si riescono a superare e si riesce a vivere in modo migliore e con più serenità e tranquillità!!!


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Marianna Romano Mar Mag 22, 2012 5:43 pm

    Lo scafandro e la farfalla”

    1) Jean-Dominique viene colpito improvvisamente da un ictus mentre è alla guida della sua auto in compagnia del figlio maggiore. Nonostante i sintomi del malore gli concedano poco tempo prima di giungere alla paralisi, Jean-Do riesce ad accostare l’auto, permettendo al figlio di correre alla ricerca di aiuto.
    Inaspettata ci è parsa la reazione del figlio, che senza esitazione ha dimostrato la lucidità necessaria per affrontare una situazione di difficile gestione.

    2) I cambiamenti riscontrabili nella personalità del protagonista sono evidenti. Un uomo che amava la vita facile, fatta di set fotografici, donne, successo e denaro, poco incline alla vita familiare si ritrova ora paralizzato, costretto a fare i conti con la propria coscienza. Riflette sui momenti di felicità che ha lasciato volar via, sulle occasioni che non ha saputo cogliere, sulla sordità e cecità che lo caratterizzavano e che scopre di aver avuto solo grazie all’infermità che lo ha sorpreso.

    3) La resilienza di Jean-Do non è immediata. Dopo una reazione istintiva, che lo vede cadere in una condizione di sconforto e rifiuto tale da desiderare la morte, egli trova la forza di prendere in mano la propria vita. Grazie alla capacità comunicativa che acquisisce e al supporto datogli dall’ortofonista, il protagonista riesce a dettare le parole del suo libro “Le scaphandre et le papillon” ad una donna che presta la propria mano per trascrivere su carta i pensieri che egli esprime con i soli battiti delle ciglia.

    4) L’unico modo che resta a Jean-Do di poter riprendere il contatto con il mondo è l’occhio sinistro. Dinanzi a domande precise ( compresa la scelta delle lettere dell'alfabeto ordinate secondo un'apposita sequenza) potrà dire "sì" battendo una volta le ciglia oppure "no" battendole due volte. L'occhio del protagonista diventa il veicolo che permette al pesante e inerte scafandro del suo corpo di liberare, anche se con fatica, il proprio pensiero come fosse una farfalla, il cui battito d’ali ricorda quello di ciglia del suo occhio sinistro.

    5) Il personaggio che ci ha particolarmente colpito è l’ortofonista: una donna che mostra dedizione verso il lavoro che svolge ed empatia verso la condizione che Jean-Do vive. È anche grazie al suo aiuto se il protagonista riesce a trovare la motivazione e la forza per reagire alla sua situazione. È lei che si attiva a rintracciare l’editrice del libro che Dominique avrebbe dovuto scrivere, chiedendole di cercare qualcuno che fosse disponibile a riportare su carta i pensieri del protagonista.


    Antonia Manguso
    Marianna Romano
    ROSA NUVOLETTA
    ROSA NUVOLETTA


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  ROSA NUVOLETTA Mar Mag 22, 2012 5:57 pm

    Lucia Casaburo
    Annarita Riviergi
    Giovanna Di Francesco
    Rosa Nuvoletta

    1
    Jean-Do era in macchina con suo figlio per trascorrere un pò di tempo con lui ma improvvisamente subisce un malore, un ICTUS. Suo figli, a parer mio molto coraggioso, accorgendosi dell'accadotu corre subito a acercare aiuto.

    2

    Jean-do è il redattore capo di una rivista di moda di molto prestigio in Franci. Uomo ricco , affascinante, pieno di se si ritrova catapultato in una vita alternativa , non sua che dovrà accettare e vivere con coraggio. durante la sua malattia Jean ha una rivalutazione della sua vita passata, dando valore alla famiglia e riconsiderando i suoi doveri di padre.

    3

    In un primo momento non riesce ad accettare l'accaduto, la perdita motoria e della parola, ma successivamente dimostra di eseere una persona resiliente poichè nonostante il suo modo, difficile , di comunicare attraverso gli occhi riesce a perseguire l'obbiettivo prepostosi prima dell'incidente, ovvero di scrivere un libro.

    4

    Il suo modo di comunicare mi ha colpito moltissimo, pensiero molto intelligente, complicato, ma che in me ha suscitato molta tenerezza.

    5

    A dir la verità non c'è un solo personaggio ad avermi colpito, tutti hanno cambiato la loro vita insieme a Jean-Do. Forse la madre dei suoi figli , che pur essendo stata tradita e consapevole dell'amore che lui provava per la nuova compagna non l'ha mai abbandonato.

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    Milena Capasso


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Film: Lo scafandro e la farfalla

    Messaggio  Milena Capasso Mar Mag 22, 2012 6:52 pm

    Mi risulta un po’ difficile riassumere in una scheda tecnica un film che è particolarmente toccante e suggestivo. Il film ha un impatto iniziale molto forte: si comincia a guardare la realtà attraverso un occhio, non si sa di chi e perché. A mano a mano che il film si sviluppa, si comprende che quest’occhio che scruta la realtà appartiene ad un uomo colpito da ictus che si risveglia dopo tre settimane di coma e appunto l’occhio sinistro viene ad essere l’unica parte attiva di un corpo completamente paralizzato, ma anche l’unica via di comunicazione attraverso il quale il protagonista esprime i suoi pensieri, i suoi desideri, i suoi stati d’animo, la sua fantasia, la sua “farfalla” interiore. E attraverso un lavoro puntuale e scrupoloso di una dolce e brava ortofonista che gli insegna a comunicare attraverso uno speciale alfabeto, quest’uomo riesce addirittura a scrivere un libro dettando lettera per lettera ad una paziente e attenta giovane ragazza che raccoglie con dedizione tutto il mondo interiore del protagonista.
    I continui flashback mostrano un uomo, prima dell’incidente, direi piuttosto cinico o comunque poco attento agli affetti, se non per quello verso il padre, dedito al suo lavoro, che riscopre piano piano l’importanza dell’amore e dei sentimenti nei confronti delle persone che lo amano e che ne hanno cura. La figura che forse più mi ha colpito direi che è stata la moglie la quale, nonostante i tradimenti subiti, il sentirsi trascurata e messa da parte, riesce a ritrovare la forza di stargli vicino. Non solo. Riesce a donargli ancora amore e a fargli sentire il calore della famiglia, anche con la presenza dei figli, che restituisce al protagonista la voglia di reagire e di continuare a vivere nonostante un iniziale condizione di smarrimento e di non accettazione di se.
    E quanto conta l’amore della famiglia, l’affetto dei propri cari? L’abbiamo visto con il prof Palladino, con la signora Tina e con lo stesso prof Ronga quanto sia importante, anzi direi fondamentale, il calore delle persone care per affrontare e per superare le difficoltà, le barriere, i disagi ma anche i momenti di sconforto, la voglia di mollare tutto, il sentirsi inadeguati e inopportuni. Cosa c’è di più importante se non l’amare e il sentirsi amati per vivere nel modo più sereno possibile ogni istante che la vita ci regala?
    fabiola lucignano
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  fabiola lucignano Mar Mag 22, 2012 6:55 pm

    "Lo scafandro e la farfalla"
    Jean-Dominique Bauby è il giovane capo redattore di Elle, uomo affascinante, edonista ed
    esteta, che trascura la famiglia per dedicarsi ai mille piaceri della vita, alle donne, alle auto
    di lusso e alla mondanità cittadina. In un giorno del 1995 la sua vita cambia radicalmente:
    un ictus cerebrale gli provoca una paralisi totale del corpo.
    La sequenza iniziale del film coincide con il primo battito di ciglia di Jean-Do risvegliatosi
    dal coma: l’immagine sfuocata, l’inquadratura immobile e stretta, i pensieri inascoltati di
    Jean-Do sono una costante per tutta la durata del film e aumentano il legame tra la
    vicenda narrata e gli spettatori, che non possono restare indifferenti di fronte al dramma
    umano di Jean-Do.
    La prima fatica che il protagonista si trova ad affrontare è quella di trovare un modo per
    comunicare con gli altri. L’unica parte del suo corpo che è in grado di muovere è l’unico
    occhio che gli è rimasto ed è grazie ai battiti di ciglia, quasi fossero ali di una farfalla, che
    Jean-Do riesce ad esprimere se stesso, attraverso lo speciale alfabeto, che viene ripetuto
    come una cantilena, creato da una giovane e capace ortofonista, che oltre a dare la parola
    a un uomo senza voce, gli fa recuperare la voglia di vivere.
    Ciò che è più difficile per Jean-Do è accettare il cambiamento dei suoi rapporti con gli altri:
    con l’amante, che non sopporta l’idea di vederlo immobilizzato a letto e non gli fa visita;
    con gli amici, che non sono in grado di comprendere le sue risposte; ma soprattutto il
    legame con il padre, forse il più sincero e profondo tra tutti e quello con la famiglia, che
    grazie all’incidente ha potuto ritrovarsi.
    In una condizione di perenne immobilità, l’unico modo che il protagonista ha di evadere è
    quello di lasciare libera la sua immaginazione: grazie anche all’aiuto della sua casa
    editrice egli con grandi sforzi sarà in grado di completare la sua autobiografia, un inno alla
    vita, nonostante tutto.
    Uno dei temi centrali del film è la libertà. I limiti e le possibilità del protagonista sono legati
    al rapporto tra il corpo e la mente: l’unica forma di libertà che gli rimane è quella del
    pensiero, che lo porta a vivere in una dimensione felice, sterminata, com’è testimoniato
    dall’inquadratura non più limitata al campo visivo dei suoi occhi. Egli si considera una
    farfalla, ψυχή in greco, che non a caso significa anche anima. La farfalla diventa
    l’espressione massima delle libertà di Jean-Do nonostante sia intrappolata nello scafandro
    del suo corpo, un uomo dentro uno scafandro nelle profondità dell’oceano, incapace di
    comunicare e quindi solo. Il corpo diventa una forma di prigionia cui la mente è tuttavia
    necessariamente legata: una concezione che ricorda molto il pensiero del filosofo Platone,
    secondo cui la morte costituisce la liberazione dell’anima dalle catene corporali, anche se
    il protagonista rifiuta ogni forma di eutanasia. Jean-Dominique, infatti, mostra un duplice
    atteggiamento nei confronti della malattia: da una parte prova un tale disgusto per la
    propria condizione che lo porta, in un primo momento, a chiedere di morire; dall’altra rivela
    una forza inesauribile nel reagire alla sua malattia e tornare alla vita, tanto da riuscire a
    scrivere la sua autobiografia.
    Inoltre, la prigione che intrappola il suo spirito è accentuata dalla sua dipendenza dalle
    persone che lo circondano: dall’ortofonista, dalla logopedista, dalla moglie, dai figli. È
    particolarmente toccante la scena in cui Jean-Do riceve una telefonata dell’amante ed è
    proprio Celine, la “madre dei suoi figli”, a dover fare da mediatrice: in questa scena si può
    anche notare il dramma vissuto da Celine, costretta a curare un marito gravemente malato
    che tuttavia continua a preferirle una donna che non si preoccupa di lui.
    La nuova condizione di Jean-Do modifica anche i rapporti padre-figlio. Come JeanDominique, prima dell’incidente, si prendeva cura di suo padre (esemplare è la scena della
    rasatura), così ora i suoi figli gli spingono la sedia a rotelle, gli stringono la mano, gli asciugano la saliva che esce da un angolo della sua bocca. E infine è dolorosa la
    telefonata del padre a Jean-Do, il dialogo che diventa monologo di un vecchio che in
    assenza del figlio si sente imprigionato nel suo appartamento.

    Fabiola Lucignano
    Rachele Di Tuccio
    Rachele Di Tuccio


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Ero cieco e sordo, non mi serviva necessariamente la luce dell'infermità per vedere la mia vera natura.

    Messaggio  Rachele Di Tuccio Mar Mag 22, 2012 8:43 pm

    1) Dinamica dell'incidente accaduto al protagonista.
    - Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.

    Jean Do, il protagonista di questo film, mentre era in auto con suo figlio, accusa un malore che successivamente si scopre sia un ictus collegato ad una sindrome. Quello che in particolare mi ha colpito è il comportamento del figlio, che subito si è precipitato nel chiedere aiuto.

    2) Prima dell'incidente.
    - Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.

    Quella di Jean Do, a mio parere è una personalità molto forte. E’ il caporedattore di una grande rivista di moda, un uomo molto ricco che viveva una vita abbastanza facile, amava le donne il successo. Dopo l’incidente Jean Do, durante tutta la sua malattia ha rivalutato costantemente quella che era la sua vita passata, riflettendo su quelli che sono i veri valori della vita e anche la semplicità che presentano le piccole cose, infatti un particolare che mi ha colpito molto è che nel suo periodo di malattia in ospedale ha imparato ad apprezzare anche la semplice passeggiata nel corridoio e la sosta riflessiva sul terrazzo.

    3) Reazione all'incidente.
    - Come vive la perdita di autosufficienza motoria, è resiliente?

    Inizialmente ha un abbattimento morale, in quanto impossibilitato nel parlare, nel comunicare con i gesti e nel camminare e quindi cade nello sconforto e nel rifiuto di sé, infatti pensa anche alla morte. Ma grazie all’aiuto dell’ortofonista che acquisisce il suo unico mezzo di comunicazione, il battito della palpebra sinistra, riesce a raggiungere un grande obiettivo che fa di lui un esempio di resilienza, ovvero scrive un libro.


    4) Comunicazione aumentativa.
    - Riflessione sul linguaggio (non verbale) utilizzato dal protagonista per comunicare con l'ortofonista e con la logopedista.

    Unico mezzo di comunicazione è il battito delle ciglia che tradotte in lettere dell’alfabeto, disposte seguendo un particolare ordine ripetutamente, e le lettere successivamente in parole. Quindi l’occhio diviene l’unico mezzo che permette a Jean Do paralizzato di liberare e quindi esprimere i propri pensieri.


    5) Quale personaggio o quale aspetto ti ha maggiormente colpito?

    Il personaggio che mi ha colpito maggiormente oltre a Jean Do che riesce ad esprimersi attraverso la sua immaginazione e la sua grande memoria riscoprendo i valori come la famiglia, è l’ortofonista. E’ una donna che nonostante dalla parte del protagonista vi era un continuo rifiuto inizialmente, è riuscita ad aiutarlo costantemente con forza e dedizione portando a termine quello che era un obiettivo fondamentale per Jean Do.

    "Ero cieco e sordo, non mi serviva necessariamente la luce dell'infermità per vedere la mia vera natura."
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Non voglio grandi cose dalla vita, ma piccole cose che facciano grande la mia vita!

    Messaggio  Valentina Gaudioso Mar Mag 22, 2012 11:27 pm

    Questo film è stato molto forte e commovente, è la storia vera di Jean Dominik, redattore capo di un'importante rivista che, mentre era in macchina con suo figlio, viene colpito da un ictus. Le tecnologie lo hanno permesso di sopravvivere! Era completamente paralizzato tranne un occhio, unico mezzo per comunicare con il mondo esterno. All'inzio l'unico sentimento che provava era quello di voler morire, poi con il passar del tempo, prese coraggio e scrisse anche un libro. Nella sfortuna, Jean Dominik aveva la fortuna di avere la memoria e l'immaginazione che lo hanno permesso di fare un 'viaggio immobile'.

    1) L'incidente è accaduto mentre era in macchina con suo figlio, all'improvviso l'ictus colpisce il tronco celebrale che paralizza compleamente il suo corpo. Il figlio mi ha colpito molto, forse al posto suo avrei pianto e urlato. In certi casi è difficile fare la cosa giusta perchè la testa non sempre in quei momenti riesce ad essere lucida.
    2) Prima dell'incidente, Jean Dominik aveva un lavoro molto importante: redattore di una rivista di moda. Non aveva problemi economici ne tanto meno con le donne, inoltre aveva due figli piccoli. La sua vita cambiò totalmente: prima dell'incidente, era un uomo molto superficiale e non dava importanza alle cose belle della vita come un panorama di una spiaggia; Dopo l'accaduto, si è reso conto di non aver apprezzato le piccole cose della vita ed è diventato molto più sensibile e con sentimenti profondi.
    (Non voglio grandi cose dalla vita, ma piccole cose che facciano grande la mia vita!)
    3) Jean Dominik era un uomo molto attivo, quindi il non potersi muovere e il non poter comunicare facilmente: lo fa scoraggiare, sentire depresso e frustrato... inoltre ha solo la voglia di morire!! Successivamente capisce l'importanza della vita e decide di rivedere anche i suoi figli il giorno della festa del papà.
    4) Il modo in cui il protagonista comunicava con il mondo esterno è un metodo,(anche se stancante) molto efficace: Egli riusciva a comunicare con il battito di una sola palpebra. Ovviamente stiamo parlando di una comunicazione non verbale ma visiva, ovvero 1 battito di ciglia significava si, 2 battiti di ciglia significava no. Insieme alla pasienza dell'ortofonista, è riuscito anche a scrivere un libro.
    5) Mi ha colpito sia la resilienza del protagonista, ma soprattutto la pasienza dell'ortofonista che gli ha dedicato molto tempo.

    Volevo concludere col dire che essendo una storia vera mi ha fatto riflettere maggiormente. Mi chiedevo: come si fa ad essere resilienti "combinati" in quel modo?!? non potersi muovere e non riuscire a dire ciò che si sta pensando è bruttissimo, una tragedia!.. L'essere imprigionati nel proprio corpo e quindi dipendere da qualcuno è qualcosa di veramente triste. Crying or Very sad

    Valentina Gaudioso
    Ps: non ho lavorato in gruppo perchè non tutte erano d'accordo con le mie risposte.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  emma mariniello Mer Mag 23, 2012 8:15 am

    1)Mentre portava il figlio in giro per trascorrere con lui una giornata,ha un malore,il labbro si paralizza e non gli permette di parlare,si accosta con l’auto e il figlio scende e con gran coraggio e forza va a chiamare la sorella del padre,destinazione in cui erano diretti.
    2) Jean-Dominique era un uomo coinvolgente,amante della vita,capo di una rivista di moda,stava scrivendo un libro concludendolo dopo l’incidente; separato dalla moglie con cui ha avuto 3 figli,innamorato della sua amante. Prima dell’incidente era un uomo superficiale che badava solo alla sua carriera,perdendosi così la crescita dei suoi figli,senza mai soffermarsi sull’importanza che loro potessero avere nella sua vita. Dopo l’incidente si riscopre un uomo sognatore e immaginario,capace di andare oltre quelle barriere visive,percependo l’amore che hanno i suoi figli per lui,e della generosità mostrata da tutte le persone che lo circondavano nella sua difficoltà.
    3) Quando si risveglia dal coma dopo 2 settimane,si accorge di essere paralizzato, che gli altri non riescono a sentire la sua voce,si arrabbia perché si sente frustrato. Voleva morire,lui ,quell’uomo divertente spensierato,fermo lì in quel letto, immobile.
    4) Il linguaggio che il protagonista usa è un linguaggio visivo non verbale. Grazie all’aiuto dei dottori,in particolare dell’ortofonista e fisioterapista,riescono a trovare un modo per comunicare. L’unica parte del corpo che egli poteva utilizzare era la palpebra dell’occhio sinistro,perché l’altro gli è stato cucito. Si elenca l’alfabeto e lui quando chiudeva l’occhio confermava che quella fosse la lettere che voleva comunicare,ed è così che pian piano esprimeva lei sue idee,percezioni e riflessioni.
    5) Non mi ha colpito un solo personaggio ma due personaggi. La ex moglie che nonostante il dolore,nonostante l’abbandono,lei era lì pronta ad aiutarlo,a stargli accanto e sorreggerlo, sostenerlo in questo mare di difficoltà che si trovava,solo perché il suo amore per lui era ancora tanto vivo,ed è stata una vera è proprio dimostrazione. L’altro personaggio è stata l’ortofonista,donna di gran combattimento,prendendo a cuore quest’uomo,trascorrendo con lui grandi momento,emozionandosi a ogni suo progresso,stanno male per la sua prima espressione dura che ha comunicato,quella di voler morire,istaurando con lui un rapporto confidenziale.
    E’ una vera è propria dimostrazione di amare la vita … quella vita che troppo spesso porta via persone a noi care. Ogni giorno si vive un mix di emozione,a volte ti senti fallita,e non combatti. Ma la vita ci insegna che bisogna vivere un buon combattimento per amare la preziosità che ci è stata donata.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  alessia maruzzella Mer Mag 23, 2012 9:45 am

    1)L’incidente e accaduto mentre il protagonista guidava la macchina, accanto a se si trovava uno dei suoi figli, mentre guidava incomincia ad accusare un malore fu colpito da ictus.
    2) Il protagonista Jean Dominique Bauby era un redattore di una famosa rivista francese, dai flash back della sua vita abbiamo potuto capire che uomo fosse prima dell’incidente, un uomo dinamico, amante delle donne, amante della vita, cinico e ambizioso. Dopo l’accaduto cambia il modo di vedere la vita e la sua personalità, si rende conto che ha vissuto la vita con molta superficialità e senza dare importanza alle cosi della vita come il valore della famiglia.
    3)Appena si rende conto dell’accaduto cade nello sconforto non accetta la condizione in cui si trova, il poter non parlare di non condurre la stessa vita di prima, quindi all’inizio il suo desiderio era morire ma poi con l’aiuto dei medici della famiglia e degli amici e al suo coraggio e alla sua voglia riesce ad accettare la sua condizione,riesce a convivere con una paralisi totale e riesce a cogliere il valore delle piccole cose che prima non riusciva a fare.
    4)Il protagonista essendo paralizzato riusciva a muovere solo l’occhio sinistro, grazie al quale ad ogni domanda si riusciva a capire la risposta, poi grazie all’ortofonista che mise a punto un sistema che gli permetteva di costruire addirittura una frase, il sistema consisteva che l’ortofonista diceva l’alfabeto ma l’alfabeto non e quello che utilizziamo noi, cioè le prime lettere che diceva sono le lettere che di solito vengono usate più spesso, quando l’ortofonista diceva la lettera che serviva per formulare la sua parola Jean batteva l’occhio una volta che stava ad indicare si, mentre due battiti indicano no.
    5)Ci siamo confrontate e il personaggio che ci ha colpito di più e stata la figura dell’ortofonista, perché non ha mai mollato e stata sempre li a dare sostegno al protagonista, lo aiuta ad affrontare le sue difficoltà, e quando Jean esprime la volontà di voler morire, lei commuove ci resta male perché poi col passar del tempo si e affezionata e gli fa capire che questo non e il modo giusto per affrontare la sua disabilità, di non mollare e di trovare la forza per lui stesso e per le persone che lo vogliono bene, inoltre grazie all’ortofonista Jean riesce a scrivere anche un libro.
    Questo lavoro di gruppo e stato svolto da:
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    SERENA MELE
    DANIELA OLIVA
    Teresa Nazzaro
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Lo scafandro e la farfalla.

    Messaggio  Teresa Nazzaro Mer Mag 23, 2012 9:46 am

    -Il film è ambientato in una regione della Francia e il protagonista Jean-Dominique Bauby, direttore di Elle, che si risveglia dopo tre settimane di coma dovuto ad un improvviso ictus. Il primo passo dopo il coma è lungo, e lo spettatore si trova a vedere tutto offuscato, ombre di persone, suoni appena accennati. Le scene che più mi hanno colpito del film, sono la telefonata del padre al figlio ormai paralizzato e la sequenza dei sintomi e dell'attacco d'ictus al protagonista che ricorda quello che gli è successo.
    -Il protagonista all'inizio appare sconcertato e non riconosce il luogo in cui si trova. Poste alcune domande dai medici, Jean-Do si accorge che è completamente paralizzato e che ha perso l’uso della parola e dell’occhio destro, vittima di un ictus e immobilizzato dalla sindrome del locked-in. Dentro di sé appare scontroso, demoralizzato e triste. Prima dell’attacco, Jean-Do appare come un don giovanni, dalla personalità particolare e quasi molto egoista dal momento che ha come lui stesso cita che non ha moglie ma c’è una donna che è ” la madre dei suoi figli” .
    - Jean –Do è solo, triste, sconfortato e l’unica cosa che desidera una volta capito cosa gli è successo è morire. Saranno i parenti e l’equipe di medici dell’ospedale a dargli la forza di ricominciare.
    - All’inizio del film, le immagini appaiono sfuocate poiché l’angolazione proviene dall’occhio sinistro che sarà l’unico modo di comunicare per il protagonista. L’occhio destro gli verrà cucito poiché non riesc più a lacrimare creando una patina alla cornea che a lungo andare lo renderà comunque cieco. Le braccia e le gambe sono completamente immobilizzate e solo dopo l’ausilio dell’ortofonista e del logopedista, Jean-Do riuscirà ad “esprimersi” solo con il battito della palpebra dell’occhio sinistro. L’ortofonosta lo aiuterà tramite il ripetere continuo dell’alfabeto francese a formulare parole, poi frasi ed infine veri e propri pensieri che lo portaranno a concludere un libro che porta il nome dell’omonimo film. La logopedista,tramite esercizi dei muscoli facciali, tenterà di risvegliare i movimenti dello scrittore.
    -Personalmente il personaggio che più mi ha colpito è stato il padre del protagonista nella scena in cui lo chiama al telefono; mi sono commossa tantissimo perché vedevo la disperazione del padre nel non poter riabbracciare il figlio, nella sua difficoltà nel raccontargli le proprie cose poichè l’anziano soffre di disturbi della memoria, ma allo stesso tempo, ed è questo ciò che più mi ha emozionato, è stata la sua spinta di vivere nei confronti del figlio nel dirgli che entrambi in fondo erano” chiusi dentro”, Il figlio chiuso nel suo corpo e il padre chiuso in un appartamento senza poter scendere o uscire, a dimostrazione che vuole sentirsi uguale al figlio per alleviargli il dolore.
    Concludo dicendo che la visione di questo film è stata di grande importanza per me, mi ha commosso e mi ha ancora una volta insegnato che nulla può fermarci se aspiriamo a qualcosa che vogliamo veramente.
    -
    Denise Di Gennaro
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Denise Di Gennaro Mer Mag 23, 2012 10:23 am

    1) Jean-Dominique Bauby,capo redattore di una rivista di moda, uomo di grande successo, accusa un malore mentre era in macchina con suo figlio. Sarà quest'ultimo a chiedere aiuto, scoprendo, in seguito che si tratterà di un ictus. 2) Prima dell'incidente,il protagonista era molto vitale, attivo, esuberante e superficiale. Egli aveva fatto anche un viaggio con la sua fidanzata a Lourdes. Dopo l'incidente, il protagonista è cambiato:diventando più sensibile, dando importanza a cose e a valori più profondi. Cambiano anche i suoi sentimenti, lo stato d'animo. 3) All'inizio, Bauby si risveglia su un letto d'ospedale, ed è molto confuso, non capisce cosa gli è capitato. Dopo un iniziale abbattimento morale, pensa che sia meglio morire anzichè vivere così, paralizzato e a non poter più comunicare. In seguito prenderà coraggio per continuare a andare avanti. Nei momenti tristi, l'uomo evade dalla realtà che gli sta attorno, usando la sua immaginazione e la memoria, ricordando momenti felici del suo passato (flashback). 4) Dopo 3 settimane di coma, Jean non può più cominicare con le parole e i gesti. L'unico mezzo di comunicazione è il battito della palpebra sinistra. In questo processo lo aiuterà l'ortofonista e in seguito anche la moglie. 5) l'ortofonista è la figura sicuramente più presente, anche perchè lo aiuterà a scrivere un libro. Questa figura presenta una grande forza di volontà nell' aiutare l'uomo non soltanto a livello medico, ma sopratutto a livello umano. ( ho svolto il lavoro singolarmente)
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty lo scafandro e la farfalla

    Messaggio  Gaetana Cozzolino Mer Mag 23, 2012 10:44 am

    Jean-Dominique Bauby si risveglia dopo un lungo coma in un letto d'ospedale. È un caporedattore e ha accusato un malore mentre era in auto con uno dei figli. Jean-Do scopre ora un'atroce verità: il suo cervello non ha più alcun collegamento con il sistema nervoso centrale. Il giornalista è totalmente paralizzato e ha perso l'uso della parola oltre a quello dell'occhio destro. Gli resta solo il sinistro per poter lentamente riprendere contatto con il mondo. Dinanzi a domande precise (ivi compresa la scelta delle lettere dell'alfabeto ordinate secondo un'apposita sequenza) potrà dire "sì" battendo una volta le ciglia oppure "no" battendole due volte. Con questo metodo riuscirà a dettare un libro con il titolo che ora ha il film.
    L'occhio del protagonista diventa la soglia che permette al pesante e inerte scafandro del suo corpo di liberare (anche se faticosamente) la farfalla del pensiero. La voce interiore imprigionata di Jean-Do ci rivela al contempo l'orrore della condizione e l'indomabile spinta all'espressione di sé. Il giornalista pensa, desidera, soffre, grida dentro di sé.
    Nei momenti di abbattimento, evade dalla realtà che lo circonda usando semplicemente la sua immaginazione e la sua memoria, ricordando i momenti del suo passato più felici, le cose che avrebbe voluto fare, le persone che ha trascurato cui ora si pente di non aver trascorso più tempo con loro, fino al litigio con suo padre.
    1)Dinamica dell'incidente accaduto al protagonista. Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    Il protagonista, Jean-Dominique Bauby,accusa un malore mentre è in auto con il figlio, cade improvvisamente in coma dopo un ictus. Quando si sveglia, è immobilizzato, colpito da quella che la medicina definisce la sindrome "locked-in". Riesce a muovere solo la palpebra sinistra che diventa il suo legame con il mondo. La cosa che più mi ha colpito è stato il cambiamento improvviso che il protagonista ha subbito, come se la sua vita precedente fosse stata una parentesi, qualcosa che gli era stato donato ma che non era riuscito a capire fino in fondo.
    2) Riflessione sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.
    Jean-Dominique, redattore capo di una rivista di moda francese, prima dell'incidente è ambizioso, cinico, divorziato dalla moglie ,trascura i figli. In seguito all'ictus che lo ha paralizzato completamente è investito dalla “Locked-in sindrome", uno scafandro che lo separa dalla vita risparmiando solo la sua mente, lucida, cosciente, attiva e la palpebra del suo occhio sinistro.
    Proprio questa lucidità, accolta inizialmente come una tortura atroce e grottesca, consente al protagonista di cogliere ciò che della sua vita gli era sfuggito e scoprire quel che rende umano un uomo e cosa lo trattiene al mondo.
    La capacità di amare e meritare in cambio amore, quella di dare valore alla propria memoria e nutrire la propria fantasia sono i catalizzatori del risveglio, e sono insieme vettore e oggetto della scoperta del protagonista.
    3) Reazione all'incidente. E' resiliente?
    Secondo me, la frase “Ho deciso di non compiangermi mai più” fa di lui un resiliente. Egli immaginando e ricordando, nei momenti di particolare sconforto, riesce a evadere dallo scafandro "il suo corpo" e liberare la farfalla del pensiero.
    4) Riflessione sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.
    Il protagonista immobile e incapace di parlare ha solo l'occhio sinistro per comunicare con il mondo e lo fa con il battito delle ciglia. È un grido in cerca di una bocca che possa tradurlo in suoni e parole. Il battito delle ciglia (che ricorda non a caso il battito d'ali di una farfalla) si traduce in lettere e le lettere in parole.In questo modo Jean-Dominique detta il suo libro ad una redattrice del suo editore. Libro in cui il protagonista riversa tutti i suoi pensieri, i desideri, le sofferenze racchiuse dentro di sé.
    5) Quale personaggio ti ha particolarmente colpito?
    I personaggi che mi hanno colpito maggiormente sono:il protagonista e l'ortofonista; il protagonista perchè nonostante tutto non si è arreso ed è riuscito a terminare con grande fatica il suo libro e l 'ortofonista per l'umanità e la dedizione che ha mostrato nei confronti del paziente. Quando l’ortofonista Henriette gli insegna a “parlare” con gli occhi, Jean-Dominique Bauby, parte da sé, riaffermando con forza la propria esistenza.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Marta Iannaccone Mer Mag 23, 2012 2:03 pm

    1) L’incidente è avvenuto in macchina,Jean-Dominique era in macchina con suo figlio per andare al teatro,ma purtroppo proprio mentre guidava venne colpito da un malore,diagnosticato poi in ospedale come ictus,seguito da diverse settimane di coma.La cosa che mi ha colpito è proprio la storia in sé,di come siamo fragili,di come la nostra vita può cambiare nel giro di pochi minuti,cosa che tra l'altro mi spaventa...

    2) Durante il film,sentendo la voce narrante,si vede proprio un cambiamento tra prima e dopo,il protagonista era un uomo esuberante,un capo redattore di una rivista di moda,una bella macchina e certo non quella voglia di badare alle piccole cose belle della vita,cosa che invece ritroverà nella sua paralisi.Dopo l’incidente infatti,vediamo che inizia a dare grande importanza alle piccole cose,ma soprattutto alla sua mente ed alla sua immaginazione che sono le uniche due cose lasciate intatte dalla malattia,questo solo dopo dei difficili tentativi di trovare qualcosa di positivo e andare oltre la forte voglia di morire.

    3)Ovviamente la sua reazione dopo l’incidente,una volta svegliatosi in ospedale è confusione,smarrimento che dopo si trasforma in insofferenza e voglia di morire come dirà all’ortofonista.Parla inoltre dei suoi molti rimpianti verso la sua famiglia,di tutte le cose che non ha fatto quando poteva e l’impossibilità di riparare.All’inizio c’era anche il rifiuto di vedere i suoi figli,credo che non volesse farsi vedere in quello stato,cosa che poi comunque supererà perché fa capire che da soli non ce la si può fare,che lui ha il bisogno di vedere i suoi figli.

    4) Il suo modo di comunicare ovviamente cambia in modo radicale.Dalla libera espressione attraverso la parola,inizia a comunicare grazie al suo occhio sinistro,l’unico ad essere ancora funzionante.Grazie al battito della palpebra (1 battito si,2 battiti no) e grazie all’ortofonista che gli legge l’alfabeto,riesce infatti a scegliere le lettere che vuole usare e così a formare le parole per i suoi discorsi e la cosa più stupefacente è che così riuscirà addirittura a scrivere un libro intero!Trovo stupefacente il fatto di aver trovato comunque dei modi particolari di comunicare e che richiedono molta pazienza oltretutto per permettere a queste persone di poter esprimersi,dare loro questa are loro questa possibilità credo sia fondamentale per farli sentire ancora parte del mondo.

    5)I personaggi che mi hanno colpito di più in realtà sono stati due:l’ortofonista e la donna che lo aiuta nella stesura del libro.L’ortofonista è una persona sensibile,gentile e molto dolce e riesce nel modo giusto a spronarlo a fare dei progressi,a convincerlo che deve essere grato di essere ancora vivo.La donna che lo aiuta a scrivere il libro invece mi ha colpito per la sua grande pazienza e ammirazione verso di lui che poi completerà ciò che aveva intenzione di scrivere.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  francypetraglia Mer Mag 23, 2012 2:35 pm

    Componenti del gruppo: Anastasia Manzueto Miriam Musto Francesca Petraglia Paola Musella Letizia Panariello
    Scheda discussione film”lo scafandro e la farfalla”
    1)Jean Dominique Bauby, il protagonista del film, mentre è in auto con uno dei figli inizia a perdere la sensibilità e il controllo di varie parti del corpo successivamente si scopre che ha avuto un Ictus più precisamente la sindrome di Locked-In che porta alla paralisi completa di tutti i muscoli volontari del corpo. Schiavo del suo corpo è costretto a vivere nel letto.
    2Il protagonista è redattore capo di una delle più importanti riviste di moda “Elle”,per questo si capisce che faceva una vita del tutto mondana,mancando con i figli nei piccoli gesti.. dopo l’incidente riesce ad assaporare le cose più belle della vita che prima gli sembravano futili e riesce così a dedicare più tempo ai suoi meravigliosi figli.
    3)Subito dopo il coma il protagonista,riesce a capire che in parte è cosciente ma che purtroppo nessuno può sentirlo. Man mano però si accorge che le uniche cose che gli erano rimaste intatte erano:un occhio,l’immaginazione e la memoria per ricordarsi dell’uomo che era prima…
    4)Riuscirà a comunicare soltanto con un occhio anche grazie all’ortofonista,al punto di riuscire a scrivere un intero libro “lo scafandro e la farfalla”.
    5)Il ruolo che più ci ha colpito è quello dell’ortofonista che in tutte le scene si manifestava il suo costante amore per il lavoro ma soprattutto l’affezionarsi ad una persona in quelle condizioni…


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    rosa romano


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  rosa romano Mer Mag 23, 2012 2:42 pm

    Il film “Lo scafandro e la farfalla” è stato davvero molto toccante. Non mi era mai capitato prima di vedere un film del genere! Il protagonista di questo film è Jean Diminique Bauby. Un giorno era in macchina con uno dei suoi figli e conversavano in modo del tutto tranquillo quando ad un tratto viene colpito da un malore che lo paralizzerà completamente. La cosa che mi ha colpito in questa scena è stata che Bauby è riuscito ad accostare un po’ alla volta riuscendo a salvare la vita del figlio; Bauby si era, infatti, reso conto che gli stava succedendo qualcosa, evita così un pericoloso incidente.
    Bauby era un affermato direttore delle riviste di moda, ricco, affascinante ma anche un marito assente ed è proprio al culmine della sua fortuna quando viene colpito da un ictus. Si ritrova in ospedale dopo essere stato in coma, e al risveglio si ritrova completamente paralizzato, solo il cervello continua la sua attività ma è prigioniero di un corpo immobile come se fosse all’interno di uno scafandro. Il dottore gli spiega che l’ictus ha colpito il tronco cerebrale, danneggiandolo e che soffre di una sindrome rara, la cosiddetta locked in syndrome, l’unica cosa che può muovere sono gli occhi.
    Bauby, allora prova a parlare, ma invano poiché la sua voce non viene sentita ed è a questo punto che il protagonista, rendendosi conto delle sue reali condizioni, prova un forte senso di tristezza, avrebbe voluto morire anziché vivere in questo stato. Inoltre il medico gli spiega anche che l’occhio destro non gli funziona e che deve essere cucito, ma Bauby non vuole affatto che gli venga cucito l’occhio, ciò è possibile capirlo perché il film inizialmente ci fa immedesimare proprio nel corpo del protagonista, attraverso cui, noi spettatori, possiamo comprendere gli stati d’animi del paziente. Solo successivamente, ovvero quando gli viene cucito l’occhio, viene inquadrato il viso del protagonista e vedere il suo occhio in quelle condizioni mette veramente i brividi, almeno è la sensazione che ho provato io guardando il film.
    Il medico, però, è ottimista nei suoi confronti, nonostante tutto , infatti gli dice che ci sono delle speranze poiché sarà assistito da una logopedista e un ortofonista che si occuperanno di lui, la prima si occupa del movimento della bocca e della lingua, la seconda si occupa della comunicazione tra di loro prima che il protagonista ritrovi la parola. L’ortofonista è quella che trascorre gran parte del tempo con lui ed è grazie a lei che Bauby può dialogare. Infatti la comunicazione tra i due consiste nel battere le palpebre degli occhi una sola volta per dire “si” e due volte per dire “no”, tutto ciò mentre gli vengono lette delle lettere che messe insieme formuleranno domande. Dinnanzi a ciò il protagonista inizialmente sembra scocciato, annoiato, non vuole collaborare per nessun motivo, solo in un secondo momento cambierà idea. Il lavoro della logopedista, invece, è quello di farlo esercitare a muovere le labbra (mandando ad esempio un bacio) e a far scivolare la lingua nel fondo del palato così da farlo deglutire. Lo aiuta anche a muovere la testa verso destra e verso sinistra.
    Ciò che lui ora pensa è che la sua vita sia stata solo piena di fallimenti non ha saputo amare sua moglie , la madre dei suoi figli, non ha dedicato parte del suo tempo alle persone a lui più care e per di più si era pentito di non aver chiamato il suo compagno che era stato in ostaggio; tutte cose che non ha fatto e che non potrà fare mai più perché non può tornare indietro. E solo ora che si rende conto di tutto questo non può rimediare! Si rende conto di tutte le cose belle che lo circondavano e che non ha saputo apprezzare prima d’ora; d’ora in poi nonostante sa di non poter accarezzare i suoi figli, si rende conto che anche solo vederli lo riempie di gioia.
    Ad un certo punto, però decide di non compiangersi più, comprende che ha ancora due cose essenziali che gli restano e sono la memoria e l’immaginazione e non sono poche, infatti queste due facoltà gli consentono di viaggiare con la propria mente in luoghi in cui era stato o vorrebbe stare, che gli permettono di provare forti emozioni. Rivive i sogni di bambino, le ambizioni di adulto, si ricorda della sua spensieratezza che aveva da giovane.
    Il battito del suo occhio, che assomiglia al battito di una farfalla, gli dà la possibilità di tirare fuori quello che grida il suo corpo uscendo fuori dallo scafandro, che era rappresentato dal corpo immobile. Grazie all’amore di sua moglie e dei suoi figli, ma soprattutto grazie alla sua forza di volontà supera la crisi iniziale e decide di rivelare al mondo intero quello che sente dentro di sé reagendo in modo resiliente. È così che inizia a scrivere un libro grazie all’aiuto di una copista la quale utilizza il meccanismo già usato in precedenza dall’ortofonista, e che verrà pubblicato con il titolo” Lo scafandro e la farfalla”.
    È un film, tratto da una storia vera, che fa riflettere sul significato profondo della vita e sull’importanza dell’amore da dare a una persona incapace di comunicare e di muoversi, ma viva dentro e quindi bisognosa d’affetto. Anche solo una carezza, un sorriso possono significare tanto per lui.
    Nel film tutti i personaggi presenti sono stati di grande aiuto al protagonista, ognuno in modi diverso, a partire dalla sua famiglia, la moglie e i figli che lo andavano sempre a trovare, fino ai medici che erano ottimisti nei suoi confronti in particolare l’ortofonista la quale ha svolto il suo lavoro con tanta pazienza e disponibilità, con tanto amore e dedizione, fino a commuoversi .
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 7 Empty LO SCAFANDRO E LA FARFALLA

    Messaggio  Maria Maestoso Mer Mag 23, 2012 2:45 pm

    1)Il film “Lo scafandro e la farfalla” racconta la vera storia di un uomo che in seguito ad un incidente rimane paralizzato, perde l'uso della parola e anche la vista dell'occhio destro, gli rimane solo l'occhio sinistro.
    2) Il protagonista prima dell'incidente era una persona ambiziosa nel suo lavoro, e superficiale per quanto riguarda la vita familiare.Dopo l'incidente ha un altro modo di vedere la vita e si rende conto di essere stato superficiale.
    3) Dopo 20 giorni di coma si sveglia e rendendosi conto di cosa non abbia più le prime reazioni sono di confusione, frustazione, voglia di morire... che passeranno dopo un po' di tempo rendendolo una persona resiliente.
    4)Grazie all'ortofonista riesce a trovare un modo di comunicare e questo sarà proprio l'occhio sinistro l'unico organo funzionante più precisamente le palpebre...per dire si le batteva una volta, per dire no due.
    L'ortofonista riesce a insegnargli le lettere dell'alfabeto e grazie a questo il protagonista riuscirà a scrivere un libro.Il battito del suo occhio, che assomiglia al battito d’ali di una farfalla, gli dà la possibilità di tirare fuori quello che grida dentro il suo corpo.
    5) I personaggi che mi hanno colpito di più sono sicuramente il protagonista che nonostante tutto ha avuto una forza di volontà di ricominciare da zero senza abbattersi, e l'ortofonista che come il protagonista ha una grande forza di volontà nell'aiutarlo da sola a riuscire a vivere anche essendo un disabile.

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