Pedagogia della disabilità 2012

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Pedagogia della disabilità 2012

Pedagogia della disabilità (2012)- Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

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    anna flaminio


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty Film scafandro e la farfalla chiude il (23 maggio)

    Messaggio  anna flaminio Lun Mag 21, 2012 9:43 am

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    Film "Lo scafandro e la farfalla"

    1)Il film vede come protagonista un uomo di nome Jean Dominique il quale,mentre si trova tranquillamente in auto con suo figlio,viene improvvisamente colpito da un ictus che lo paralizzerà completamente impedendogli di muovere qualsiasi muscolo del corpo e soprattutto di parlare!

    2)Jean Dominique è inizialmente un uomo molto attivo,ambizioso,di gran successo e talvolta molto superficiale,in seguito al tragico evento cambierà letteralmente,verrà assalito dai rimorsi di una vita vissuta senza dare valore alle cose realmente importanti e da questo momento proverà e riuscirà ad apprezzare ogni piccola cosa!

    3)Subito dovo aver scoperto di essere totalmente paralizzato sprofonderà nel buio più profondo desiderando addirittura la morte,successivamente riuscirà ad accettare la sua complicata "condizione" in particolar modo grazie alle tre capacità che si renderà conto di poter sfruttare:un occhio,la memoria e soprattutto l'immaginazione!

    4)Interessante è il suo modo di esprimersi e comunicare "non verbale",un linguaggio caratterizzato dal battito delle ciglia,un semplice gesto carico di molteplici significati ed emozioni che gli permetterà di realizzare uno splendido libro!

    5)Tutti i personaggi del film hanno un ruolo rilevante e che colpisce in modo particolare,dal protagonista che si mostra così tenace all'amore della famiglia composta dalla madre e dai figli sino ad arrivare alla logopedista e ortophonista che lo aiuteranno nel suo percorso di "rinascita" con grande costanza,caparbietà e sensibilità!
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Maresca Socc. Addolorata Lun Mag 21, 2012 9:49 am

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    Film "Lo scafandro e la farfalla"

    1)Il film vede come protagonista un uomo di nome Jean Dominique il quale,mentre si trova tranquillamente in auto con suo figlio,viene improvvisamente colpito da un ictus che lo paralizzerà completamente impedendogli di muovere qualsiasi muscolo del corpo e soprattutto di parlare!

    2)Jean Dominique è inizialmente un uomo molto attivo,ambizioso,di gran successo e talvolta molto superficiale,in seguito al tragico evento cambierà letteralmente,verrà assalito dai rimorsi di una vita vissuta senza dare valore alle cose realmente importanti e da questo momento proverà e riuscirà ad apprezzare ogni piccola cosa!

    3)Subito dovo aver scoperto di essere totalmente paralizzato sprofonderà nel buio più profondo desiderando addirittura la morte,successivamente riuscirà ad accettare la sua complicata "condizione" in particolar modo grazie alle tre capacità che si renderà conto di poter sfruttare:un occhio,la memoria e soprattutto l'immaginazione!

    4)Interessante è il suo modo di esprimersi e comunicare "non verbale",un linguaggio caratterizzato dal battito delle ciglia,un semplice gesto carico di molteplici significati ed emozioni che gli permetterà di realizzare uno splendido libro!

    5)Tutti i personaggi del film hanno un ruolo rilevante e che colpisce in modo particolare,dal protagonista che si mostra così tenace all'amore della famiglia composta dalla madre e dai figli sino ad arrivare alla logopedista e ortophonista che lo aiuteranno nel suo percorso di "rinascita" con grande costanza,caparbietà e sensibilità!
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Martina Molino Lun Mag 21, 2012 9:51 am

    1)Dinamica dell'incidente accaduto al protagonista. Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    Jean Dominique mentre era in macchina con il figlio viene colpito da un ictus , fortunatamente riesce ad accostare la macchina in modo da non mettere a repentaglio la vita del figlio ed è proprio il figlio che chiama i primi soccorsi.

    2)Riflessione sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.
    Jean Dominique , capo redattore della rivista “Elle” France, è un uomo in carriera circondato da donne bellissime e da una vita decisamente chic e glamour, che lo allontana dalla famiglia e lo porta a vivere in modo superficiale e disordinato, fino a che viene colpito dalla” locked in “ che dopo un ictus lo costringerà per il resto dei suoi giorni a vivere immobile, su un letto di un ospedale. la sua vita si piega improvvisamente e drasticamente alla malattia, una malattia che lo vede paralizzato dalla testa ai piedi con la sola facoltà di battere una palpebra. La sua vita è improvvisamente cambiata e nonostante il suo corpo sia completamente bloccato la sua mente viaggia veloce e lui inizia ad apprezzare quelle piccole cose a cui prima non faceva caso :l’affetto della ex moglie ,il profumo del mare e l’importanza di una festa quella del papa .

    3)Reazione all'incidente. E' resiliente?
    Lo stato di disperazione e il senso di soffocamento iniziale, lo scafandro appunto, si schiuderanno verso la condizione di farfalla, la condizione nella quale il corpo non serve più ma a sopravvivere basta la propria anima coi ricordi, coi sogni e con l' immaginazione .la voglia di morire ,il suo primo desiderio dopo l’uscita dal coma ,si trasforma grazie all’aiuto della famiglia e dell’ortofonista nella speranza di potercela fare ,speranza che diventa realtà fino a che la morte non sopraggiunge. E per questo che Jean Dominique si può annoverare tra le persone resilienti!

    4)Riflessione sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.
    Questa palpebra e una caparbia ortofonista aiuteranno al protagonista a creare un modo di comunicare col mondo esterno, un nuovo alfabeto che lo aiuterà a comporre un libro sul percorso doloroso e speranzoso !oggi con le nuove tecnologie (la domotica) basterebbe un computer che risponda agli stimoli visivi del disabile per tradurre i suoi gesti in parole!! Certamente il computer non riuscirebbe a trasmettere la passione ,la speranza e l’amore che è riuscito a trasmettere l’essere umano.

    5)Quale personaggio o aspetto ti ha colpito?
    In realtà non c’è un personaggio che ci ha colpito in modo particolare perché abbiamo apprezzato la caparbietà e la tenacia non solo del protagonista ma di tutte le persone che lo hanno spinto a reagire alla sua situazione e ad andare oltre ....convincendolo addirittura a scrivere un libro.


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    Melfi Roberta


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty FILM

    Messaggio  Melfi Roberta Lun Mag 21, 2012 10:03 am

    Jean-Dominique Bauby si risveglia dopo un lungo coma in un letto d'ospedale. È il caporedattore di 'Elle' e ha accusato un malore mentre era in auto con uno dei figli.Scopre così un'atroce verità: il suo cervello non ha più alcun collegamento con il sistema nervoso centrale. Il giornalista è totalmente paralizzato e ha perso l'uso della parola oltre a quello dell'occhio destro. Gli resta solo il sinistro per poter lentamente riprendere contatto con il mondo. Dinanzi a domande precise (ivi compresa la scelta delle lettere dell'alfabeto ordinate secondo un'apposita sequenza) potrà dire "sì" battendo una volta le ciglia oppure "no" battendole due volte. Con questo metodo riuscirà a dettare un libro che uscirà in Francia nel 1997 con il titolo che ora ha il film.L'occhio del protagonista diventa la soglia che permette al pesante e inerte scafandro del suo corpo di liberare (anche se faticosamente) la farfalla del pensiero. La voce interiore imprigionata di Jean-Do ci rivela al contempo l'orrore della condizione e l'indomabile spinta all'espressione di sé. Il giornalista pensa, desidera, soffre, grida dentro di sé. È un grido in cerca di una bocca che possa tradurlo in suoni e parole. Il battito delle ciglia (che ricorda non a caso il battito d'ali di una farfalla) si traduce in lettere e le lettere in parole.Un film quindi che strappa il cuore, ma che nei suoi lunghi tratti di tragicità riesce ad offrirci comunque dei momenti in grado di farci sorridere, con degli spunti ironici che impreziosiscono questo viaggio nei più remoti confini della natura umana, che ci spinge a delle riflessioni intense regalandoci forti emozioni.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Vittoria Camposano Lun Mag 21, 2012 10:05 am

    Il film che abbiamo visto"lo scafandro e la farfalla" è stato bellissimo, emozionante, non nego di essermi anche commossa, ma nello stesso tempo è stato anche forte. La storia parla di un uomo,Jean Dominique che mentre è alla guida della sua auto insieme a suo figlio ha un malore, in ictus.Il figlio con molto coraggio riesce a chiedere aiuto.In seguito all'incidente il protagonista divenda disabile, un "vegetale", cambiando completamente vita. Egli nella vita precedente era un capo redattore di una rivista di moda,era una persona superficiale,dava importanza alle cose futili,invece in seguito all' incidente è cambiato, ha capito l' importanza della vita,la bellezza delle cose più semplici.Inizialmente quando si rende conto della situazione(perchè mentalmente era sanissimo)non accetta il suo stato,lo vive in modo frustrato.Ma man mano le cose cambiano perchè si rende condo che l' incidebte due cose non gliele ha portate via: immaginazione e memoria,e un solo occhio per poter pensare,parlare e scrivere,grazie all'aiuto di logopedista e ortofonista.Piano piano inizia a capire l' importanza della vita,infatti scrive anche un libro con l' aiuto di una persone,perche lui era in grado di comunicare grazie al movimento dell' occhio sinistro.Mi ha colpito molto il rapporto che si è venuto acreare tra l' ortofonista e il protagonista, stretto, intimo, di confidenza.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Antonella Camposano Lun Mag 21, 2012 10:10 am

    Il film che abbiamo visto"lo scafandro e la farfalla" è stato bellissimo, emozionante, non nego di essermi anche commossa, ma nello stesso tempo è stato anche forte. La storia parla di un uomo,Jean Dominique che mentre è alla guida della sua auto insieme a suo figlio ha un malore, in ictus.Il figlio con molto coraggio riesce a chiedere aiuto.In seguito all'incidente il protagonista divenda disabile, un "vegetale", cambiando completamente vita. Egli nella vita precedente era un capo redattore di una rivista di moda,era una persona superficiale,dava importanza alle cose futili,invece in seguito all' incidente è cambiato, ha capito l' importanza della vita,la bellezza delle cose più semplici.Inizialmente quando si rende conto della situazione(perchè mentalmente era sanissimo)non accetta il suo stato,lo vive in modo frustrato.Ma man mano le cose cambiano perchè si rende condo che l' incidebte due cose non gliele ha portate via: immaginazione e memoria,e un solo occhio per poter pensare,parlare e scrivere,grazie all'aiuto di logopedista e ortofonista.Piano piano inizia a capire l' importanza della vita,infatti scrive anche un libro con l' aiuto di una persone,perche lui era in grado di comunicare grazie al movimento dell' occhio sinistro.Mi ha colpito molto il rapporto che si è venuto acreare tra l' ortofonista e il protagonista, stretto, intimo, di confidenza
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  mariangela manna Lun Mag 21, 2012 10:22 am



    1)Il film vede come protagonista un uomo di nome Jean Dominique il quale,mentre si trova tranquillamente in auto con suo figlio,viene improvvisamente colpito da un ictus che lo paralizzerà completamente impedendogli di muovere qualsiasi muscolo del corpo e soprattutto di parlare!

    2)Jean Dominique è inizialmente un uomo molto attivo,ambizioso,di gran successo e talvolta molto superficiale,in seguito al tragico evento cambierà letteralmente,verrà assalito dai rimorsi di una vita vissuta senza dare valore alle cose realmente importanti e da questo momento proverà e riuscirà ad apprezzare ogni piccola cosa!

    3)Subito dovo aver scoperto di essere totalmente paralizzato sprofonderà nel buio più profondo desiderando addirittura la morte,successivamente riuscirà ad accettare la sua complicata "condizione" in particolar modo grazie alle tre capacità che si renderà conto di poter sfruttare:un occhio,la memoria e soprattutto l'immaginazione!

    4)Interessante è il suo modo di esprimersi e comunicare "non verbale",un linguaggio caratterizzato dal battito delle ciglia,un semplice gesto carico di molteplici significati ed emozioni che gli permetterà di realizzare uno splendido libro!

    5)Tutti i personaggi del film hanno un ruolo rilevante e che colpisce in modo particolare,dal protagonista che si mostra così tenace all'amore della famiglia composta dalla madre e dai figli sino ad arrivare alla logopedista e ortophonista che lo aiuteranno nel suo percorso di "rinascita" con grande costanza,caparbietà e sensibilità!

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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty La mia prima parola è Jean-Do... ricomincio da me!

    Messaggio  TammaroAlessia89 Lun Mag 21, 2012 10:57 am

    Tutto ha inizio quando il protagonista del film Jean Dominique Bauby, mentre era in viaggio in auto in compagnia del figlio maggiore, dialogando tranquillamente comincia ad avvertire un malore. Inizialmente comincia a mancargli il respiro e ad avere degli effetti ottici illusori, ovvero avverte la pioggia nonostante fosse una bella giornata, successivamente gli si blocca la bocca e nonostante i suoi sforzi nel formulare le frase non riesce a dire alcuna parola. Quest’ultimo punto è ciò che ci ha colpite di più della dinamica dell’incidente, tanto da cercare di capire se il protagonista fosse consapevole di ciò che gli stava accadendo in quel momento. Jean Dominique Bauby resta vittima di un ictus al tronco-encefalo, che lo porta in coma per tre settimane. Al risveglio, ignaro di quanto accaduto scopre dai medici di avere una sindrome estremamente rara, sindrome locked-in o sindrome del chiavistello, che ha danneggiato il tronco cerebrale paralizzandolo dalla testa ai piedi. Egli, ha 42 anni, ed era redattore capo della rivista di moda "ELLE" circondato da un mondo effimero, infatti aveva deciso di lasciare la propria moglie per avvicinarsi ad una donna più giovane di lui. Prima dell’incidente appare un uomo molto sicuro di sé, superficiale e irresponsabile, ciò traspare in particolare attraverso una sua frase detta in seguito all’incidente: “Non ci sono mai stato per i miei figli, adesso non potrò rimediare..mai più “. Inoltre dalla scena del suo dialogo col padre mente gli fa la barba, si percepisce che Jean-Do è una persona che sfugge alle responsabilità, infatti non appena il padre sposta la conversazione su temi un po’ più seri egli risponde in modo del tutto superficiale cambiando discorso. Subito dopo l’incidente il suo stato interiore cambia totalmente, diviene in un primo momento afflitto, incapace di accettare la propria situazione. Non ha voglia di cercare uno spiraglio per poter reagire all’accaduto tanto da non avere il coraggio di mostrarsi ai propri figli. Tutto però cambia, grazie all’aiuto della sua ortofonista, Henriette, che è molto decisa nel suo obbiettivo e lo assiste seguendolo anche la di fuori dell’ambito ospedaliero. Lei aveva ideato un modo per poter comunicare con lui, attraverso il solo battito di ciglia, poiché la vista era una delle poche che Jean-Do era in ardo di utilizzare. Guardando Henriette, siamo rimaste basite di come, con la sola forza della volontà, una persona possa riuscire ad affrontare una situazione disagiata. Fu così infatti che il protagonista divenne una persona resiliente, volenterosa ed attenta anche alle più piccole cose come un abbraccio dei suoi figli. Diventa così molto evidente il suo cambiamento caratteriale quando attraverso il suo alfabeto speciale comunica con la sua ortofonista e le fa un complimento: dolce! E’ proprio questo personaggio dell’ortofonista che noi tutte abbiamo trovato molto significativo. Ci ha colpito particolarmente la sua forza d’animo e la sua pazienza: nel voler far far ritrovare a Jean Dò ritrovasse la voglia di vivere e nell’aiutarlo a realizzare il suo grande sogno di scrivere un libro. ( Il libro che ha lo stesso titolo del film,è stato realmente pubblico, alla morte del protagonista, dato che il film è tratto da una storia vera.) Altro personaggio che ha attirato la nostra attenzione è la figura della moglie, Celine, che nonostante fosse stata lasciata sola con i suoi figli è la prima a stargli vicino e non abbandonarlo fino alla fine. E’ lei che aiuterà il protagonista a ritrovare l’amore e il rapporto con i suoi figli. Jean-Dò si rende conto che lei è una delle poche persone che gli sono rimaste accanto. Nonostante la malattia abbia portato Jean Dò a cambiare tutta la sua vita, due cose gli restano e sono quelle sulle quali si dà forza per ricominciare: l’immaginazione e la memoria, attraverso cui trova la forza di sentirsi ancora un uomo e sentirsi libero... come una farfalla!

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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty La mia prima parola è Jean-Do... ricomincio da me!

    Messaggio  Francesca Sommella Lun Mag 21, 2012 11:00 am

    Tutto ha inizio quando il protagonista del film Jean Dominique Bauby, mentre era in viaggio in auto in compagnia del figlio maggiore, dialogando tranquillamente comincia ad avvertire un malore. Inizialmente comincia a mancargli il respiro e ad avere degli effetti ottici illusori, ovvero avverte la pioggia nonostante fosse una bella giornata, successivamente gli si blocca la bocca e nonostante i suoi sforzi nel formulare le frase non riesce a dire alcuna parola. Quest’ultimo punto è ciò che ci ha colpite di più della dinamica dell’incidente, tanto da cercare di capire se il protagonista fosse consapevole di ciò che gli stava accadendo in quel momento. Jean Dominique Bauby resta vittima di un ictus al tronco-encefalo, che lo porta in coma per tre settimane. Al risveglio, ignaro di quanto accaduto scopre dai medici di avere una sindrome estremamente rara, sindrome locked-in o sindrome del chiavistello, che ha danneggiato il tronco cerebrale paralizzandolo dalla testa ai piedi. Egli, ha 42 anni, ed era redattore capo della rivista di moda "ELLE" circondato da un mondo effimero, infatti aveva deciso di lasciare la propria moglie per avvicinarsi ad una donna più giovane di lui. Prima dell’incidente appare un uomo molto sicuro di sé, superficiale e irresponsabile, ciò traspare in particolare attraverso una sua frase detta in seguito all’incidente: “Non ci sono mai stato per i miei figli, adesso non potrò rimediare..mai più “. Inoltre dalla scena del suo dialogo col padre mente gli fa la barba, si percepisce che Jean-Do è una persona che sfugge alle responsabilità, infatti non appena il padre sposta la conversazione su temi un po’ più seri egli risponde in modo del tutto superficiale cambiando discorso. Subito dopo l’incidente il suo stato interiore cambia totalmente, diviene in un primo momento afflitto, incapace di accettare la propria situazione. Non ha voglia di cercare uno spiraglio per poter reagire all’accaduto tanto da non avere il coraggio di mostrarsi ai propri figli. Tutto però cambia, grazie all’aiuto della sua ortofonista, Henriette, che è molto decisa nel suo obbiettivo e lo assiste seguendolo anche la di fuori dell’ambito ospedaliero. Lei aveva ideato un modo per poter comunicare con lui, attraverso il solo battito di ciglia, poiché la vista era una delle poche che Jean-Do era in ardo di utilizzare. Guardando Henriette, siamo rimaste basite di come, con la sola forza della volontà, una persona possa riuscire ad affrontare una situazione disagiata. Fu così infatti che il protagonista divenne una persona resiliente, volenterosa ed attenta anche alle più piccole cose come un abbraccio dei suoi figli. Diventa così molto evidente il suo cambiamento caratteriale quando attraverso il suo alfabeto speciale comunica con la sua ortofonista e le fa un complimento: dolce! E’ proprio questo personaggio dell’ortofonista che noi tutte abbiamo trovato molto significativo. Ci ha colpito particolarmente la sua forza d’animo e la sua pazienza: nel voler far far ritrovare a Jean Dò ritrovasse la voglia di vivere e nell’aiutarlo a realizzare il suo grande sogno di scrivere un libro. ( Il libro che ha lo stesso titolo del film,è stato realmente pubblico, alla morte del protagonista, dato che il film è tratto da una storia vera.) Altro personaggio che ha attirato la nostra attenzione è la figura della moglie, Celine, che nonostante fosse stata lasciata sola con i suoi figli è la prima a stargli vicino e non abbandonarlo fino alla fine. E’ lei che aiuterà il protagonista a ritrovare l’amore e il rapporto con i suoi figli. Jean-Dò si rende conto che lei è una delle poche persone che gli sono rimaste accanto. Nonostante la malattia abbia portato Jean Dò a cambiare tutta la sua vita, due cose gli restano e sono quelle sulle quali si dà forza per ricominciare: l’immaginazione e la memoria, attraverso cui trova la forza di sentirsi ancora un uomo e sentirsi libero... come una farfalla!

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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty La mia prima parola è Jean-Do... ricomincio da me!

    Messaggio  maddalena cacciapuoti Lun Mag 21, 2012 11:01 am

    Tutto ha inizio quando il protagonista del film Jean Dominique Bauby, mentre era in viaggio in auto in compagnia del figlio maggiore, dialogando tranquillamente comincia ad avvertire un malore. Inizialmente comincia a mancargli il respiro e ad avere degli effetti ottici illusori, ovvero avverte la pioggia nonostante fosse una bella giornata, successivamente gli si blocca la bocca e nonostante i suoi sforzi nel formulare le frase non riesce a dire alcuna parola. Quest’ultimo punto è ciò che ci ha colpite di più della dinamica dell’incidente, tanto da cercare di capire se il protagonista fosse consapevole di ciò che gli stava accadendo in quel momento. Jean Dominique Bauby resta vittima di un ictus al tronco-encefalo, che lo porta in coma per tre settimane. Al risveglio, ignaro di quanto accaduto scopre dai medici di avere una sindrome estremamente rara, sindrome locked-in o sindrome del chiavistello, che ha danneggiato il tronco cerebrale paralizzandolo dalla testa ai piedi. Egli, ha 42 anni, ed era redattore capo della rivista di moda "ELLE" circondato da un mondo effimero, infatti aveva deciso di lasciare la propria moglie per avvicinarsi ad una donna più giovane di lui. Prima dell’incidente appare un uomo molto sicuro di sé, superficiale e irresponsabile, ciò traspare in particolare attraverso una sua frase detta in seguito all’incidente: “Non ci sono mai stato per i miei figli, adesso non potrò rimediare..mai più “. Inoltre dalla scena del suo dialogo col padre mente gli fa la barba, si percepisce che Jean-Do è una persona che sfugge alle responsabilità, infatti non appena il padre sposta la conversazione su temi un po’ più seri egli risponde in modo del tutto superficiale cambiando discorso. Subito dopo l’incidente il suo stato interiore cambia totalmente, diviene in un primo momento afflitto, incapace di accettare la propria situazione. Non ha voglia di cercare uno spiraglio per poter reagire all’accaduto tanto da non avere il coraggio di mostrarsi ai propri figli. Tutto però cambia, grazie all’aiuto della sua ortofonista, Henriette, che è molto decisa nel suo obbiettivo e lo assiste seguendolo anche la di fuori dell’ambito ospedaliero. Lei aveva ideato un modo per poter comunicare con lui, attraverso il solo battito di ciglia, poiché la vista era una delle poche che Jean-Do era in ardo di utilizzare. Guardando Henriette, siamo rimaste basite di come, con la sola forza della volontà, una persona possa riuscire ad affrontare una situazione disagiata. Fu così infatti che il protagonista divenne una persona resiliente, volenterosa ed attenta anche alle più piccole cose come un abbraccio dei suoi figli. Diventa così molto evidente il suo cambiamento caratteriale quando attraverso il suo alfabeto speciale comunica con la sua ortofonista e le fa un complimento: dolce! E’ proprio questo personaggio dell’ortofonista che noi tutte abbiamo trovato molto significativo. Ci ha colpito particolarmente la sua forza d’animo e la sua pazienza: nel voler far far ritrovare a Jean Dò ritrovasse la voglia di vivere e nell’aiutarlo a realizzare il suo grande sogno di scrivere un libro. ( Il libro che ha lo stesso titolo del film,è stato realmente pubblico, alla morte del protagonista, dato che il film è tratto da una storia vera.) Altro personaggio che ha attirato la nostra attenzione è la figura della moglie, Celine, che nonostante fosse stata lasciata sola con i suoi figli è la prima a stargli vicino e non abbandonarlo fino alla fine. E’ lei che aiuterà il protagonista a ritrovare l’amore e il rapporto con i suoi figli. Jean-Dò si rende conto che lei è una delle poche persone che gli sono rimaste accanto. Nonostante la malattia abbia portato Jean Dò a cambiare tutta la sua vita, due cose gli restano e sono quelle sulle quali si dà forza per ricominciare: l’immaginazione e la memoria, attraverso cui trova la forza di sentirsi ancora un uomo e sentirsi libero... come una farfalla!

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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Baldascino Concetta Lun Mag 21, 2012 1:00 pm

    Il film è basato sull'omonima monografia di Jean-Dominique Bauby, Lo scafandro e la farfalla, in cui Bauby descrive la sua vita dopo aver avuto un ictus all'età di 43 anni, che lo ha ridotto in uno stato da lasciargli come unico mezzo di comunicazione con il mondo il battito della palpebra sinistra. Il protagonista si risveglia su un letto d'ospedale, dopo 3 settimane di coma, debilitato a comunicare. Dopo un iniziale abbattimento morale, prende coraggio per continuare a andare avanti. Nei momenti di abbattimento, evade dalla realtà che lo circonda usando semplicemente la sua immaginazione e la sua memoria, ricordando i momenti del suo passato più felici, le cose che avrebbe voluto fare, le persone che ha trascurato cui ora si pente di non aver trascorso più tempo con loro, fino al litigio con suo padre.Il film è dunque amaro toccante ma nello stesso tempo è ironico senza essere irrispettoso.
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    Messaggio  Baldascino Francesco Lun Mag 21, 2012 1:45 pm

    Jean-Dominique Bauby si risveglia dopo un lungo coma in un letto d'ospedale. È il caporedattore di 'Elle' e ha accusato un malore mentre era in auto con uno dei figli. Jean-Do scopre ora un'atroce verità: il suo cervello non ha più alcun collegamento con il sistema nervoso centrale. Il giornalista è totalmente paralizzato e ha perso l'uso della parola oltre a quello dell'occhio destro. Gli resta solo il sinistro per poter lentamente riprendere contatto con il mondo. Dinanzi a domande precise potrà dire "sì" battendo una volta le ciglia oppure "no" battendole due volte. Con questo metodo riuscirà a dettare un libro che uscirà in Francia nel 1997 con il titolo che ora ha il film.. Il film che abbiamo visto mi ha fatto riflettere sul significato della vita e sull’importanza dell’amore intenso e profondo che si prova anche per una persona che è prigioniera del proprio corpo e incapace di comunicare, ma viva dentro e bisognosa d’affetto. Basta uno sguardo, una carezza, un bacio, un sorriso e nient’altro.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Manuela Arienzo Lun Mag 21, 2012 2:01 pm

    SCHEDA DISCUSSIONE LO SCAFANDRO E LA FARFALLA
    Maria Aprea
    Manuela Arienzo

    1) Dinamica dell’incidente accaduto al protagonista. Commenta l’accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.

    L’ incidente avviene mentre il protagonista guida l’auto con accanto uno dei suoi figli. Improvvisamente viene colpito da un malore causato da un ictus. Il momento che ci ha più colpito è stato quando il protagonista, preso da questo malore, cercava di parlare ma senza riuscire a farlo correttamente.

    2) Le fasi dell’incidente. Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l’incidente.

    Il protagonista Jean-Dominique Bauby era redattore capo di una famosa rivista di moda francese, dai flash back della sua vita si può intuire che era una persona molto dinamica, amante della vita e delle donne egli stesso si definiva cinico e ambizioso. Dopo l’incidente oltre ad essere cambiata la sua vita è cambiato il suo modo di vederla e la sua personalità, si rende conto che in realtà ha vissuto una vita superficiale e non ha dato importanza alle giuste cose come al valore della famiglia. Infatti c’è stata una frase del film che ci ha colpito molto dove lui diceva “Ero cieco e sordo, non mi serviva la luce dell’infermità per vedere la mia vera natura”.

    3) Reazione all’incidente. Come vive la perdita di autosufficienza motoria.

    Appena si rende conto di cosa è accaduto viene preso da uno sconforto totale e inizialmente non vuole accettare di trovarsi in quella situazione e in quelle condizioni, si sente scoraggiato per il fatto di dover comunicare in un modo che inizialmente gli sembrava troppo complicato, ma che come poi abbiamo visto nel film, gli permette di scrivere addirittura un libro e da questo si evince proprio la sua resilienza, dal fatto che all’inizio desidera morire e che poi successivamente grazie all’aiuto dei medici, al sostegno morale degli amici e dei familiari e grazie soprattutto al suo coraggio e alla sua forza riesce ad accettare le sue condizioni, riesce a convivere con una paralisi totale e riesce a capire il valore delle piccole cose e il vero senso della vita.

    4) Comunicazione aumentativa. Riflessioni sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.

    Il protagonista era completamente paralizzato riusciva a muovere solo l’occhio sinistro grazie al quale riusciva a farsi capire, per dire si batteva una volta le ciglia, per dire no le batteva due volte. Grazie all’aiuto dell’ortofonista che mise a punto un sistema per permettergli di comunicare lui riesce a farsi capire, ad esprimere ciò che pensa e come abbiamo detto riesce addirittura a scrivere un libro. Questo sistema era strutturato in questo modo: l’ortofonista ripeteva in maniera continuata le lettere dell’alfabeto in ordine di frequenza, quando arrivava la lettera che gli serviva per comporre la parola da esprimere Jean-Dominique batteva le ciglia, in questo modo, lettera per lettera, parola per parola, frase per frase riusciva anche lui a comunicare.


    5) Quale personaggio ti ha maggiormente colpito. Scegli un personaggio o un aspetto.

    Il personaggio che ci ha maggiormente colpito oltre al protagonista è stato quello dell’ortofonista perché è stata presente in tutto il percorso di Jean-Dominique lo ha aiutato ad affrontare le varie difficoltà, non solo riguardanti la comunicazione ma soprattutto nel modo di accettare il suo stato. Infatti quando il protagonista le esprime il desiderio di morire lei si commuove, ci resta male perché si è anche affezionata a lui e cerca di fargli capire che non è questo il modo giusto di affrontare la sua disabilità, non si deve arrendere ma deve trovare la forza di andare avanti per le persone che lo amano e soprattutto per se stesso, per raggiungere ugualmente i suoi obiettivi.

    Non conoscevamo questo film ed è stato molto emozionante vederlo, soprattutto per il fatto di aver scoperto che si è trattato di una storia vera e che Jean-Dominique è davvero esistito, è stato davvero un uomo capace di affrontare una disabilità così grande, un uomo costretto in un corpo immobile che con la forza dei ricordi del passato e dell’immaginazione è riuscito a superare i suoi limiti, è diventato un uomo migliore, un padre più presente e soprattutto un grande esempio per tutti.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Maria Aprea Lun Mag 21, 2012 2:02 pm

    SCHEDA DISCUSSIONE LO SCAFANDRO E LA FARFALLA
    Maria Aprea
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    1) Dinamica dell’incidente accaduto al protagonista. Commenta l’accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.

    L’ incidente avviene mentre il protagonista guida l’auto con accanto uno dei suoi figli. Improvvisamente viene colpito da un malore causato da un ictus. Il momento che ci ha più colpito è stato quando il protagonista, preso da questo malore, cercava di parlare ma senza riuscire a farlo correttamente.

    2) Le fasi dell’incidente. Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l’incidente.

    Il protagonista Jean-Dominique Bauby era redattore capo di una famosa rivista di moda francese, dai flash back della sua vita si può intuire che era una persona molto dinamica, amante della vita e delle donne egli stesso si definiva cinico e ambizioso. Dopo l’incidente oltre ad essere cambiata la sua vita è cambiato il suo modo di vederla e la sua personalità, si rende conto che in realtà ha vissuto una vita superficiale e non ha dato importanza alle giuste cose come al valore della famiglia. Infatti c’è stata una frase del film che ci ha colpito molto dove lui diceva “Ero cieco e sordo, non mi serviva la luce dell’infermità per vedere la mia vera natura”.

    3) Reazione all’incidente. Come vive la perdita di autosufficienza motoria.

    Appena si rende conto di cosa è accaduto viene preso da uno sconforto totale e inizialmente non vuole accettare di trovarsi in quella situazione e in quelle condizioni, si sente scoraggiato per il fatto di dover comunicare in un modo che inizialmente gli sembrava troppo complicato, ma che come poi abbiamo visto nel film, gli permette di scrivere addirittura un libro e da questo si evince proprio la sua resilienza, dal fatto che all’inizio desidera morire e che poi successivamente grazie all’aiuto dei medici, al sostegno morale degli amici e dei familiari e grazie soprattutto al suo coraggio e alla sua forza riesce ad accettare le sue condizioni, riesce a convivere con una paralisi totale e riesce a capire il valore delle piccole cose e il vero senso della vita.

    4) Comunicazione aumentativa. Riflessioni sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.

    Il protagonista era completamente paralizzato riusciva a muovere solo l’occhio sinistro grazie al quale riusciva a farsi capire, per dire si batteva una volta le ciglia, per dire no le batteva due volte. Grazie all’aiuto dell’ortofonista che mise a punto un sistema per permettergli di comunicare lui riesce a farsi capire, ad esprimere ciò che pensa e come abbiamo detto riesce addirittura a scrivere un libro. Questo sistema era strutturato in questo modo: l’ortofonista ripeteva in maniera continuata le lettere dell’alfabeto in ordine di frequenza, quando arrivava la lettera che gli serviva per comporre la parola da esprimere Jean-Dominique batteva le ciglia, in questo modo, lettera per lettera, parola per parola, frase per frase riusciva anche lui a comunicare.


    5) Quale personaggio ti ha maggiormente colpito. Scegli un personaggio o un aspetto.

    Il personaggio che ci ha maggiormente colpito oltre al protagonista è stato quello dell’ortofonista perché è stata presente in tutto il percorso di Jean-Dominique lo ha aiutato ad affrontare le varie difficoltà, non solo riguardanti la comunicazione ma soprattutto nel modo di accettare il suo stato. Infatti quando il protagonista le esprime il desiderio di morire lei si commuove, ci resta male perché si è anche affezionata a lui e cerca di fargli capire che non è questo il modo giusto di affrontare la sua disabilità, non si deve arrendere ma deve trovare la forza di andare avanti per le persone che lo amano e soprattutto per se stesso, per raggiungere ugualmente i suoi obiettivi.

    Non conoscevamo questo film ed è stato molto emozionante vederlo, soprattutto per il fatto di aver scoperto che si è trattato di una storia vera e che Jean-Dominique è davvero esistito, è stato davvero un uomo capace di affrontare una disabilità così grande, un uomo costretto in un corpo immobile che con la forza dei ricordi del passato e dell’immaginazione è riuscito a superare i suoi limiti, è diventato un uomo migliore, un padre più presente e soprattutto un grande esempio per tutti.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty Film SCAFANDRO E LA FARFALLA

    Messaggio  Fiorella Savino Lun Mag 21, 2012 5:02 pm

    1)Il film che abbiamo visto è tratto da una storia vera.Il protagonista JEAN-DOMINIQUE BAUBY mentre è in macchina con suo figlio viene colpito da un malore,ictus e dopo essere rimasto in coma resta paralizzato dalla testa a i piedi.

    2)Prima dell'incidente era un uomo di successo e molto ricco,caporedattore di una rivista importante di moda Elle,che viveva la vita in modo superficiale,divorziato con tre figli.Dopo l'incidente che lo ha reso paralizzato il protagonista si rende conto di non aver vissuto la sua vita come voleva e ripensa a tutto quello che non ha dato,soprattutto alla famiglia.

    3)Al risveglio dal coma,il protagonista venendo a conoscenza del problema ha uno sconforto morale e non accetta di essere prigioniero del suo corpo,così inizia ad abbandonarsi a se stesso.Ma successivamente decide di riprendere in mano la sua vita,grazie anche all'aiuto dei figli,della moglie e dei medici.Per questo appare come un uomo RESILIENTE.

    4)Bauby non utilizza più un linguaggio verbale ma solo visivo,perchè non può più parlare e comunica solo con il battito dell'unico occhio che gli è rimasto.Con l'aiuto e il metodo adottato dalla locopedista è riuscito a comunicare con gli altri e a scrivere addirittura un libro "LO SCAFANDRO E LA FARFALLA".
    Forse è stato proprio il fatto di poter comunicare di nuovo che gli ha dato la forza e la voglia di andare avanti.

    5)A me ha colpito ed emozionato la telefonata avvenuta tra il protagonista e suo padre che nonostante la grande voglia di vedersi non possono a causa delle loro condizioni fisiche.Perchè il padre non può ne'vedere nè sentire suo figlio,ma nonostante l'impossibilità di vedersi il loro legame si rafforza anora di più e l'unica cosa che resta immutabile è l'amore che c'è tra di loro
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty Film lo scafandro e la farfalla

    Messaggio  Antonella De Rosa Lun Mag 21, 2012 6:54 pm

    LO SCAFANDRO E LA FARFALLA

    1) Dinamica dell'incidente accaduto al protagonosta. Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    L'incidente è accaduto mentre il protagonista era in auto con il figlio.Jean-Dominique Bauby viene improvvisamente colpito da un malore causato da un incidente vascolare celebrale. Uno dei punti che ci ha tanto colpite è stata la reazione al protagonista quando si è reso conto di non riuscire più a parlare bene e per questo farfugliando qualcosa ha accostato e ha cercato di tranquillizzare il figlio.
    2) Prima dell'incidente. Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.
    Jean-Dominique Bauby prima dell'incidente era un redattore capo di una famosa rivista. Lui stesso, pensando al suo percorso di vita, si racconta come un uomo cinico,superficiale,ambizioso, senza mai tempo per nessuno, troppo indaffarato per poter chiamare un amico, per poter fermarsi e rendersi conto che le sue azioni non fanno altro che costruire una montagna di micro-fallimenti.
    3) Reazione all'incidente. E' resiliente?
    Al suo risveglio Jean- Dominique non si rende conto di non riuscire a parlare perchè lui è capace di pensare... Nel momento in cui si rende conto che ciò che lui sente non sono le sue parole ma i suoi pensieri, cade in uno stato di sconforto assoluto. Non fa altro che ripetere di voler morire perchè ormai lui non è più un uomo. Prova assoluto disprezzo per se stesso, non vuole vedersi e non solo perchè ormai è paralizzato dalla testa ai piedi, ma anche perchè si vergogna per ciò che era stato... Per il fatto di non esserci stato mai ne per i figli ne per la ex moglie... lasciata per un'altra donna che non lo andrà mai a trovare...Una frase che ci ha colpite particolarmente sono state due frasi dello stesso protagonista " Prima anche se ero fisicamente abile ero cieco e sordo"," Basta da oggi ho deciso di non compiangermi più". Da qui lui si fa forza e lotta per farcela, per affermarsi e per diventare un uomo resiliente, capace, ora, di distruggere quell'accumulo di fallimenti per riparare con tanti piccoli successi.
    4) Comunicazione aumentativa. Riflessione sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.
    L'unico organo che il protagonista può utilizzare al fine di comunicare con il mondo è il suo occhio... Uno solo...l'altro gli è stato chiuso a causa del suo mal funzionamento, il quale poteva causargli un ulcera.... Per questo anche se con tanta difficoltà Jean -Dominique con il mondo parla attraverso il movimento del suo occhio... Chiude l'occhio una volta per dire si e due per dire no. All'inizio per il protagonista è stata dura... Non voleva comunicare così,per lui era troppo faticoso... Poi,però capì che se voleva avere anche un minimo contatto con il mondo doveva farlo... E per questo con determinazione e tanta resilienza si impegnò affinchè potesse comunicare.Grazie all’aiuto della giovane ortofonista riesce ad apprendere un tipo di linguaggio alternativo attraverso il quale può esprimersi. Quest'ultimo consisteva nella ripetizione delle lettere dell’alfabeto poste in ordine di utilizzo, da quelle più frequenti a quelle meno frequenti. Il ruolo di Jean Dominique è quello di prestare massima attenzione, pensare cosa vuole dire e fermare l’ortofonista con la palpebra dell’occhio sulla lettera da lui scelta che formerà la parola. Grazia alla resilienza del prtotagonista e alla determinazione dell' ortofonista Jean-Dominique riuscì a scrivere addirittura un libro.
    5) Qual'è il personaggio che ti ha colpito maggiormente?
    Oltre il protagonista, il personaggio che più co ha colpite è stata l'ortofonista. Quest'ultima ha dimostrato una grande tenacia, una forte dedizione verso l'altro. Non si è arresa davanti alle difficoltà, anzi le ha superate con e per il protagonista. Lui lo scafandro e lei la farfalla.
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    Messaggio  annalisa de flora Lun Mag 21, 2012 6:57 pm

    LO SCAFANDRO E LA FARFALLA

    1) Dinamica dell'incidente accaduto al protagonosta. Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    L'incidente è accaduto mentre il protagonista era in auto con il figlio.Jean-Dominique Bauby viene improvvisamente colpito da un malore causato da un incidente vascolare celebrale. Uno dei punti che ci ha tanto colpite è stata la reazione al protagonista quando si è reso conto di non riuscire più a parlare bene e per questo farfugliando qualcosa ha accostato e ha cercato di tranquillizzare il figlio.
    2) Prima dell'incidente. Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.
    Jean-Dominique Bauby prima dell'incidente era un redattore capo di una famosa rivista. Lui stesso, pensando al suo percorso di vita, si racconta come un uomo cinico,superficiale,ambizioso, senza mai tempo per nessuno, troppo indaffarato per poter chiamare un amico, per poter fermarsi e rendersi conto che le sue azioni non fanno altro che costruire una montagna di micro-fallimenti.
    3) Reazione all'incidente. E' resiliente?
    Al suo risveglio Jean- Dominique non si rende conto di non riuscire a parlare perchè lui è capace di pensare... Nel momento in cui si rende conto che ciò che lui sente non sono le sue parole ma i suoi pensieri, cade in uno stato di sconforto assoluto. Non fa altro che ripetere di voler morire perchè ormai lui non è più un uomo. Prova assoluto disprezzo per se stesso, non vuole vedersi e non solo perchè ormai è paralizzato dalla testa ai piedi, ma anche perchè si vergogna per ciò che era stato... Per il fatto di non esserci stato mai ne per i figli ne per la ex moglie... lasciata per un'altra donna che non lo andrà mai a trovare...Una frase che ci ha colpite particolarmente sono state due frasi dello stesso protagonista " Prima anche se ero fisicamente abile ero cieco e sordo"," Basta da oggi ho deciso di non compiangermi più". Da qui lui si fa forza e lotta per farcela, per affermarsi e per diventare un uomo resiliente, capace, ora, di distruggere quell'accumulo di fallimenti per riparare con tanti piccoli successi.
    4) Comunicazione aumentativa. Riflessione sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.
    L'unico organo che il protagonista può utilizzare al fine di comunicare con il mondo è il suo occhio... Uno solo...l'altro gli è stato chiuso a causa del suo mal funzionamento, il quale poteva causargli un ulcera.... Per questo anche se con tanta difficoltà Jean -Dominique con il mondo parla attraverso il movimento del suo occhio... Chiude l'occhio una volta per dire si e due per dire no. All'inizio per il protagonista è stata dura... Non voleva comunicare così,per lui era troppo faticoso... Poi,però capì che se voleva avere anche un minimo contatto con il mondo doveva farlo... E per questo con determinazione e tanta resilienza si impegnò affinchè potesse comunicare.Grazie all’aiuto della giovane ortofonista riesce ad apprendere un tipo di linguaggio alternativo attraverso il quale può esprimersi. Quest'ultimo consisteva nella ripetizione delle lettere dell’alfabeto poste in ordine di utilizzo, da quelle più frequenti a quelle meno frequenti. Il ruolo di Jean Dominique è quello di prestare massima attenzione, pensare cosa vuole dire e fermare l’ortofonista con la palpebra dell’occhio sulla lettera da lui scelta che formerà la parola. Grazia alla resilienza del prtotagonista e alla determinazione dell' ortofonista Jean-Dominique riuscì a scrivere addirittura un libro.
    5) Qual'è il personaggio che ti ha colpito maggiormente?
    Oltre il protagonista, il personaggio che più co ha colpite è stata l'ortofonista. Quest'ultima ha dimostrato una grande tenacia, una forte dedizione verso l'altro. Non si è arresa davanti alle difficoltà, anzi le ha superate con e per il protagonista. Lui lo scafandro e lei la farfalla.
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    Messaggio  valeria cefariello Lun Mag 21, 2012 7:12 pm

    O SCAFANDRO E LA FARFALLA

    1) Dinamica dell'incidente accaduto al protagonosta. Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    L'incidente è accaduto mentre il protagonista era in auto con il figlio.Jean-Dominique Bauby viene improvvisamente colpito da un malore causato da un incidente vascolare celebrale. Uno dei punti che ci ha tanto colpite è stata la reazione al protagonista quando si è reso conto di non riuscire più a parlare bene e per questo farfugliando qualcosa ha accostato e ha cercato di tranquillizzare il figlio.
    2) Prima dell'incidente. Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.
    Jean-Dominique Bauby prima dell'incidente era un redattore capo di una famosa rivista. Lui stesso, pensando al suo percorso di vita, si racconta come un uomo cinico,superficiale,ambizioso, senza mai tempo per nessuno, troppo indaffarato per poter chiamare un amico, per poter fermarsi e rendersi conto che le sue azioni non fanno altro che costruire una montagna di micro-fallimenti.
    3) Reazione all'incidente. E' resiliente?
    Al suo risveglio Jean- Dominique non si rende conto di non riuscire a parlare perchè lui è capace di pensare... Nel momento in cui si rende conto che ciò che lui sente non sono le sue parole ma i suoi pensieri, cade in uno stato di sconforto assoluto. Non fa altro che ripetere di voler morire perchè ormai lui non è più un uomo. Prova assoluto disprezzo per se stesso, non vuole vedersi e non solo perchè ormai è paralizzato dalla testa ai piedi, ma anche perchè si vergogna per ciò che era stato... Per il fatto di non esserci stato mai ne per i figli ne per la ex moglie... lasciata per un'altra donna che non lo andrà mai a trovare...Una frase che ci ha colpite particolarmente sono state due frasi dello stesso protagonista " Prima anche se ero fisicamente abile ero cieco e sordo"," Basta da oggi ho deciso di non compiangermi più". Da qui lui si fa forza e lotta per farcela, per affermarsi e per diventare un uomo resiliente, capace, ora, di distruggere quell'accumulo di fallimenti per riparare con tanti piccoli successi.
    4) Comunicazione aumentativa. Riflessione sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.
    L'unico organo che il protagonista può utilizzare al fine di comunicare con il mondo è il suo occhio... Uno solo...l'altro gli è stato chiuso a causa del suo mal funzionamento, il quale poteva causargli un ulcera.... Per questo anche se con tanta difficoltà Jean -Dominique con il mondo parla attraverso il movimento del suo occhio... Chiude l'occhio una volta per dire si e due per dire no. All'inizio per il protagonista è stata dura... Non voleva comunicare così,per lui era troppo faticoso... Poi,però capì che se voleva avere anche un minimo contatto con il mondo doveva farlo... E per questo con determinazione e tanta resilienza si impegnò affinchè potesse comunicare.Grazie all’aiuto della giovane ortofonista riesce ad apprendere un tipo di linguaggio alternativo attraverso il quale può esprimersi. Quest'ultimo consisteva nella ripetizione delle lettere dell’alfabeto poste in ordine di utilizzo, da quelle più frequenti a quelle meno frequenti. Il ruolo di Jean Dominique è quello di prestare massima attenzione, pensare cosa vuole dire e fermare l’ortofonista con la palpebra dell’occhio sulla lettera da lui scelta che formerà la parola. Grazia alla resilienza del prtotagonista e alla determinazione dell' ortofonista Jean-Dominique riuscì a scrivere addirittura un libro.
    5) Qual'è il personaggio che ti ha colpito maggiormente?
    Oltre il protagonista, il personaggio che più co ha colpite è stata l'ortofonista. Quest'ultima ha dimostrato una grande tenacia, una forte dedizione verso l'altro. Non si è arresa davanti alle difficoltà, anzi le ha superate con e per il protagonista. Lui lo scafandro e lei la farfalla.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 6 Empty LO SCAFANDRO E LA FARFALLA

    Messaggio  Teresa Buonanno Lun Mag 21, 2012 8:09 pm

    Non ci sono molte parole e molte cose da dire su " Lo scafandro e la farfalla", se non che è un film che tutti dovremmo vedere per capire la vita. Il film è un'esperienza toccante dal primo minuto, un'esperienza che come spettatore vivi dal corpo del protagonista, seguendo il suo percorso di solitudine e dolore, un percorso intenso e toccante che ti porta a capire che la nostra esistenza non sono le cose che ci circondano ma che la vita siamo noi stessi con i nostri sentimenti e con i nostri ricordi. La storia è quella vera di Jean-Dominique Bauby , un uomo in carriera circondato da donne bellissime e da una vita decisamente chic e glamour. Quando Bauby viene colpito da un ictus,mentre era in macchina con uno dei suoi figli, la sua vita si piega improvvisamente e drasticamente alla malattia, una malattia che lo vede paralizzato dalla testa ai piedi con la sola facoltà di battere una palpebra unico modo per comunicare con il mondo esterno. Questa palpebra e una caparbia ortofonista aiuteranno Bauby a creare un modo di comunicare col mondo esterno, un nuovo alfabeto che lo aiuterà a comporre un libro sul percorso doloroso e illuminante verso la speranza. Lo stato di disperazione e il senso di soffocamento iniziale, lo scafandro appunto, si schiuderanno verso la condizione di farfalla, la condizione nella quale il corpo non serve più ma a sopravvivere basta la propria anima coi ricordi, coi sogni e con l' immaginazione .Lo scenario della sua vita cambia: non solo lo sfondo ma anche il protagonista.
    Non più la sua immagine, i suoi gesti e il suo corpo come interpreti di un pensiero bensì il “solo” pensiero come manifestazione di un corpo incapace di rispondere alla volontà. Jean scopre un mondo parallelo a quello che
    viveva prima: mondo nel quale il soffio del vento attraverso la finestra, le cure degli infermieri e il loro diverso modo di interagire con lui, la presenza regolare di pochi amici e le lettere, costituiscono il suo unico legame con il mondo esterno.
    Nelle parole dell'autore c'è la consapevolezza del valore della vita e delle cose che non si sono apprezzate e, come fosse un monito per gli altri, il desiderio di far sentire questo suo pensiero alle persone che lo circondano e che ancora sono in grado di godere appieno dei doni dell'esistenza.Noi spettatori guardiamo il film attraverso gli occhi di Bauby ,perfetta è a questo proposito la scena iniziale quando con la vista annebbiata del paziente , noi spettatori vediamo l' immagine sfocata del medico che ci spiega la sua/nostra diagnosi.Tuttavia, "Lo scafandro e la farfalla" non è soltanto un film tragico. L'uomo, come ho detto, compone un libro. E già questo, costituisce un trionfo della scrittura, che raggiunge e illumina il recesso buio di una malattia, che sembrava fatalmente negato alla comunicazione. Senza dubbio il personaggio che mi ha affascinato particolarmente è proprio il protagonista ,che circondato dai suoi familiari e dai suoi affetti maggiori, riesce a convivere con la malattia .E'un esempio di resilienza,di un uomo che riesce a creare una nuova visione della vita e un diverso modo di approcciarsi ad essa.Notevole e sicuramente importante è il ruolo dell' infermiere,che grazie alle sue capacità, può incidere notevolmente sulla qualità e desiderio di vita di una persona malata. Un film che mi ha toccata nel profondo.Smile
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    Gallo Luisa


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    Messaggio  Gallo Luisa Mar Mag 22, 2012 9:49 am

    La storia è semplice oltre che vera.Il protagonista del film,Jean-Domenique,si ritrova in ospedale,ha avuto un ictus,ed è completamente paralizzato,dalla testa ai piedi.
    Il suo unico modo di comunicare,con coloro che lo circondano è lo sbattimento della palpebra sinistra.
    L'occhio del protagonista è quindi punto di vista di un uomo dilaniato,prigioniero di un corpo morto(lo scafandro)e padrone solamente della memoria e della sua immaginazione la (farfalla.
    Il film sembra dirci,che della morte si può solo avere paura e che vivere il presente e cogliere ogni occasione,sono le uniche soluzioni che ci permettono di dare un senso alle nostre vite.
    Ciò che convince,talaltro è proprio il percorso del protagonista,la prima parte è in soggettiva la seconda è per gran parte in controcampo,con numerosi esterni.
    L'uomo riesce in qualche modo a ribaltare la sua condizione precedente l'incidente.
    La superficialità che aveva caratterizzato il suo passato lascia il posto a una profondità e spiritualità non prettamente religiosa,cercando di riappropriarsi di una vita che esiste e non esiste allo stesso tempo.
    Il film è dunque toccante,ma anche ironico senza essere irrispettoso.Al centro del discorso ,infatti c'è la storia di un uomo che ha tratto il massimo della sua inconsolabile situazione,riuscendo a pubblicare un libro dettato con il solo sbattere di palpebra.Impossibile rimanere indifferenti.
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    Messaggio  ilaria cardinale Mar Mag 22, 2012 9:52 am

    In classe abbiamo visto il film “lo scafandro e la farfalla” che parla della storia di Jean-Do,un uomo che si risveglia dopo un lungo coma in un letto d'ospedale. Egli è il caporedattore di 'Elle' il quale ha accusato un malore mentre era in auto con uno dei figli. Jean-Do scopre a quel punto un'atroce verità e cioè che il suo cervello non ha più alcun collegamento con il sistema nervoso centrale, il giornalista è totalmente paralizzato e ha perso l'uso della parola oltre a quello dell'occhio destro. Gli resta solo il sinistro per poter lentamente riprendere contatto con il mondo. Dinanzi a domande precise, egli sceglie tra le lettere dell'alfabeto ordinate secondo un'apposita sequenza grazie alle quali potrà dire "sì" battendo una volta le ciglia oppure "no" battendole due volte. Con questo metodo riuscirà a dettare un libro che uscirà in Francia nel 1997 con il titolo che ora ha il film. L'occhio del protagonista diventa la soglia che permette allo scafandro del suo corpo di liberare (anche se faticosamente) la farfalla del pensiero. La voce interiore imprigionata di Jean-Do ci rivela al contempo l'orrore della sua condizione e la sua indomabile voglia di esprimersi. Il giornalista inoltre pensa, desidera, soffre, grida dentro di sé e spesso mi dava l’impressione di non essere compreso. È un grido in cerca di una bocca che possa tradurlo in suoni e parole. Il battito delle ciglia si traduce in lettere e le lettere in parole. A mio avviso il regista di questo film riesce a non fare retorica e allo stesso tempo riesce a commuovere profondamente liberandosi dal falso pietismo che spesso accompagna queste storie. Dal mio punto di vista penso che la vera sofferenza di Jean-Do nello stare nella sua condizione fosse neanche tanto quella di comunicare in modo faticoso i suoi pensieri quanto il fatto di sentirsi intrappolato in un corpo ormai inutile e soprattutto la sua incapacità di riuscire a dare un abbraccio ai suoi figli e quindi avere un contato fisico con le persone a lui care.
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    Messaggio  Iolanda Puca Mar Mag 22, 2012 10:06 am

    1)L'incidente è accaduto quando il protagonista Jean-Dominque si trovava a compiere un giro in auto con uno dei suoi figli... Quando all'improvviso mentre guida inizia ad avere un malore e successivamente la situazione si degenera e si trasforma in ICTUS. L'accaduto è stato tarribile anche perchè la presenza di un figlio quando succedono queste cose è veramente straziante. Ciò che ci ha colpito è il fatto che il figlio in quel momento avrebbe fatto di tutto pur vedendo il proprio padre rimettersi in vita, ma in particolare ha colpito il protagonista stesso che in un certo senso ha mostrato una gran forza nel mettere la macchina al sicuro per salvaguardare il proprio figlio.
    2)Prima dell'incidente il protagonista era un grande redatore di moda, una persona piena di vitalità. Amava godersi la vita, un sorriso sempre pronto e sopratutto credeva in ciò che faceva. Naturalmente con l'incidente, con l'atroce sofferenze si cambia... Inizialmente svegliato dal coma e rendendosi conto di essere impossibilitato a fare le cose non aveva più voglia di vivere. Ma poi pian piano gli è bastato l'AMORE della sua famiglia, degli amici e in particolare del padre a dargli una gran forza d'animo, una forza di vivere esclusivamente per gli sltri.
    3)La reazione dell'incidente non è stata delle migliori. Non ha inizialmente accettato la sua perdita di autosufficienza motoria, il fatto che per comunicare con gli altri poteva farlo solo attraverso il ticchettio di un occhio. Ma col tempo lo ha accettato e si presenta resiliente rispetto all'incidente perchè nonostante gli ostacoli con la sua forza d'animo li riesce ad accettarli senza abbattersi. Infatti questo ci fatto capire che nonostante sia ridotto in quelle condizioni lui decide di scrivere un libro e le parole che più ci hanno colpito sono state: "ORA SOLO LA MEMORIA E L'IMMAGINAZIONE MI SONO RIMASTI PER POTER VIVERE".
    4)Il linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare è un po imbarazzante, sofferente perchè gli mette un pò di suggestione per farsi capire. Ma pian piano attraverso i vari supporti dell'ortofonista e locopedista riesce ad avere più una dimistichezza e velocità nel farsi capire e formulare frasi. Grazie a questo linguaggio, e grazie alla sua forza d'animo e l'aiuto di una traduttrice assegnata scrive un libro. Quindi se questo era l'unico modo per farsi capire, la comunicazione aumentativa è positiva per questo paziente, perchè per lui è tanto farsi comprendere e far capire che c'è, che è presente nonostante uno stato fisico totalmente assente.
    5)Il personaggio che ci ha maggiormente colpito è stato l'ortofonista, perchè ha creduto sin dall'inizio al suo paziente esin dall'inizio ha evidenziato che avrebbe messo tutta se stessa per ottenere dei suoi miglioramenti. Una donna che mette anima e corpo e in particolare cuore nel suo lavoro e nell'aiutare gli altri in genere. Lei crede molto nel suo paziente, crede che lui nonostante le sue impossibilità fisiche passa avvicinarsi alla religione, andare a messa, fare addirittura un viaggio a Lourd nonostante lui non fosse un credente. Gli fa capire che insieme possono farcela, che lui ha un cuore, una mente e che può dare tanto anche attraverso il libro che scrive. La forza del protagonista la si trova proprio grazie all'ortofonista perchè sin dal primo incontro gli da stima, fiducia e sicurezza nonostante la TRAGICA FINE. Questo film ci ha fatto capire che nella vita tanti sono i dolori ma se si riesce ad avere grande forsa d'animo e amore degli altri si riescono a superare e si riesce a vivere in modo migliore e con più serenità e tranquillità!!!
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    Messaggio  Annarita Riviergi Mar Mag 22, 2012 11:23 am

    .In questo gruppo abbiamo partecipato in quattro persone ed insieme abbiamo deciso di scriverne un commento,mettendo insieme le nostre idee.Io che lo trascrivo sono ANNARITA RIVIERGI,le altre sono GIOVANNA DI FRANCESCO,ROSA NUVOLETTA E LUCIA CASABURO.Questo film ci ha emozionato molto a livello personale,perchè in certo modo riusciamo a comprendere,per le nostre vite,la difficile vita del protagonista e delle persone che gli stanno vicino.La condizione di Jean-Dominique non è delle più semplici, capiamo cosa provava in quel momento quando esasperatamente cercava di comunicare,ma il suo viso,il suo corpo non lo aiutavano affatto.Spesso è molto difficile saper interpretare cosa vogliono dirti o se hanno bisogno di qualcosa.Nel caso del protagonista,grazie alla sua forza di volontà e al grande aiuto dell'Ortofonista,riesce a comunicare e addirittura a scrivere un libro.Se ora dovessimo dire quale personaggio ci ha colpito di più,diremmo il padre di Jean-Dominique perchè è impossibilitato a vederlo,parlargli,e possiamo immaginare quanto è brutta la lontananza tra padre e figlio.In questo caso è ancora più accentuata per la condizione del protgonista.Ciò che dal cuore ci vien da dire e che potremmo offrire voi,come umile consiglio,nonostante sia la vostra vita,è che bisogna godersi intensamente ogni attimo che il Signore ci dà,perchè purtroppo non hanno ancora inventato un orologio che ci porti indietro nel tempo per farci rivivere i momenti più belli e felici che volessimo non finissero mai.La vita è una e non va sprecata.

    Dedico questo ultimo nostro pensiero a mia nonna.ANNARITA.
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    Messaggio  Annarita Riviergi Mar Mag 22, 2012 11:24 am

    .In questo gruppo abbiamo partecipato in quattro persone ed insieme abbiamo deciso di scriverne un commento,mettendo insieme le nostre idee.Io che lo trascrivo sono ANNARITA RIVIERGI,le altre sono GIOVANNA DI FRANCESCO,ROSA NUVOLETTA E LUCIA CASABURO.Questo film ci ha emozionato molto a livello personale,perchè in certo modo riusciamo a comprendere,per le nostre vite,la difficile vita del protagonista e delle persone che gli stanno vicino.La condizione di Jean-Dominique non è delle più semplici, capiamo cosa provava in quel momento quando esasperatamente cercava di comunicare,ma il suo viso,il suo corpo non lo aiutavano affatto.Spesso è molto difficile saper interpretare cosa vogliono dirti o se hanno bisogno di qualcosa.Nel caso del protagonista,grazie alla sua forza di volontà e al grande aiuto dell'Ortofonista,riesce a comunicare e addirittura a scrivere un libro.Se ora dovessimo dire quale personaggio ci ha colpito di più,diremmo il padre di Jean-Dominique perchè è impossibilitato a vederlo,parlargli,e possiamo immaginare quanto è brutta la lontananza tra padre e figlio.In questo caso è ancora più accentuata per la condizione del protgonista.Ciò che dal cuore ci vien da dire e che potremmo offrire voi,come umile consiglio,nonostante sia la vostra vita,è che bisogna godersi intensamente ogni attimo che il Signore ci dà,perchè purtroppo non hanno ancora inventato un orologio che ci porti indietro nel tempo per farci rivivere i momenti più belli e felici che volessimo non finissero mai.La vita è una e non va sprecata.

    Dedico questo ultimo nostro pensiero a mia nonna.ANNARITA.
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    Messaggio  LAURA BUONANNO89 Mar Mag 22, 2012 12:12 pm

    1) Dinamica dell'incidente accaduto al protagonista.
    - Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.

    Jean-Dominique uscito a fare una passeggiata con il figlio, durante la guida viene colpito da un ictus che lo costringerà all'immobilità permanente permettendogli il solo ed unico movimento delle palpebre.
    I punti che ci hanno colpito sono:
    - l'imprevedibilità dell'accaduto;
    - il pericolo che ha rischiato insieme al figlio;
    - il figlio,nonostante fosse piccolo,non ha esitato nel cercare subito soccorso.

    2) Prima dell'incidente.
    - Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.

    Prima dell'incidente, il protagonista, dava scarsa importanza alle "piccolezze" della vita, dimostrandosi una persona superficiale; aveva un rapporto diretto con le donne e non aveva difficoltà nel relazionarsi con gli altri, non era un marito e un padre presente.
    Dopo l'incidente ha imparato ad apprezzare il semplice sostare sul terrazzo dell'ospedale in cui era ricoverato, è diventato una persona più riflessiva dando ampio spazio all'immaginazione;il suo rapportarsi con gli altri,in generale,e con le donne,in particolare, è cambiato considerevolmente.
    Ha iniziato a rimpiangere il passato ed il tempo sprecato.

    3) Reazione all'incidente.
    - Come vive la perdita di autosufficienza motoria, è resiliente?

    Inizialmente aveva il desiderio di morire pensando alla sua vita come rinchiusa in uno scafandro, successivamente riesce ad attivare dentro di sé una tale resilienza che lo porta ,addirittura, alla decisione di scrivere un libro;grazie all' aiuto dell'ortofonista e della ragazza che riporta i suoi pensieri su carta riesce a considerarsi pari ad una farfalla che esce dal suo bozzolo.

    4) Comunicazione aumentativa.
    - Riflessione sul linguaggio (non verbale) utilizzato dal protagonista per comunicare con l'ortofonista e con la logopedista.

    Inizialmente Jean-Dominique aveva un'enorme difficoltà nell'imparare e nel mettere in pratica questo nuovo linguaggio; talvolta l' insistenza dell' ortofonista e della logopedista tendeva a chiuderlo maggiormente in se stesso ma al contempo gli ha dato l' imput per ritrovare il senso della vita.

    5) Quale personaggio o quale aspetto ti ha maggiormente colpito?

    Il personaggio che ci ha particolarmente colpito è il padre di Jean-Dominique che non avendo più la possibilità di camminare giunge alla consapevolezza di non poter più vedere il figlio.
    Il suo stato d'animo ci ha ferito profondamente mettendo in evidenza l'amore di un genitore che non si sarebbe mai aspettato di sapere un figlio in quelle condizioni ed anche perché questo avvenimento non rispecchia il naturale corso della vita.


    Laura Buonanno
    Irene De Vita
    Brunella Casaretti
    Noemi De Martino
    Giusy Armida

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