Pedagogia della disabilità 2012

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Pedagogia della disabilità 2012

Pedagogia della disabilità (2012)- Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 8 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  SerenaMele Mer Mag 23, 2012 3:19 pm

    1)L’incidente e accaduto mentre il protagonista guidava la macchina, accanto a se si trovava uno dei suoi figli, mentre guidava incomincia ad accusare un malore fu colpito da ictus.
    2) Il protagonista Jean Dominique Bauby era un redattore di una famosa rivista francese, dai flash back della sua vita abbiamo potuto capire che uomo fosse prima dell’incidente, un uomo dinamico, amante delle donne, amante della vita, cinico e ambizioso. Dopo l’accaduto cambia il modo di vedere la vita e la sua personalità, si rende conto che ha vissuto la vita con molta superficialità e senza dare importanza alle cosi della vita come il valore della famiglia.
    3)Appena si rende conto dell’accaduto cade nello sconforto non accetta la condizione in cui si trova, il poter non parlare di non condurre la stessa vita di prima, quindi all’inizio il suo desiderio era morire ma poi con l’aiuto dei medici della famiglia e degli amici e al suo coraggio e alla sua voglia riesce ad accettare la sua condizione,riesce a convivere con una paralisi totale e riesce a cogliere il valore delle piccole cose che prima non riusciva a fare.
    4)Il protagonista essendo paralizzato riusciva a muovere solo l’occhio sinistro, grazie al quale ad ogni domanda si riusciva a capire la risposta, poi grazie all’ortofonista che mise a punto un sistema che gli permetteva di costruire addirittura una frase, il sistema consisteva che l’ortofonista diceva l’alfabeto ma l’alfabeto non e quello che utilizziamo noi, cioè le prime lettere che diceva sono le lettere che di solito vengono usate più spesso, quando l’ortofonista diceva la lettera che serviva per formulare la sua parola Jean batteva l’occhio una volta che stava ad indicare si, mentre due battiti indicano no.
    5)Ci siamo confrontate e il personaggio che ci ha colpito di più e stata la figura dell’ortofonista, perché non ha mai mollato e stata sempre li a dare sostegno al protagonista, lo aiuta ad affrontare le sue difficoltà, e quando Jean esprime la volontà di voler morire, lei commuove ci resta male perché poi col passar del tempo si e affezionata e gli fa capire che questo non e il modo giusto per affrontare la sua disabilità, di non mollare e di trovare la forza per lui stesso e per le persone che lo vogliono bene, inoltre grazie all’ortofonista Jean riesce a scrivere anche un libro.
    Questo lavoro di gruppo e stato svolto da:
    ALESSIA MARUZZELLA
    SERENA MELE
    DANIELA OLIVA
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    maria formisano


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 8 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  maria formisano Mer Mag 23, 2012 3:31 pm

    LABORATORIO SVOLTO DA :
    FEDERICA RICCARDO FORMISANO MARIA FORMISANO LUISA
    1) Il protagonista JEAN DOMINIQUE BAUBY durante un viaggio in macchina con il figlio si sente male purtroppo a causa di un ictus. Al risveglio dal coma in un letto di ospedale l’ uomo è paralizzato dalla testa ai piedi, l’unica cosa che riesce ancora a muovere è la palpebra dell’ occhio sinistro.
    2) Jean-Dominique Bauby prima dell’ incidente era un noto giornalista francese, e redattore capo della rivista ELLE. Un uomo realizzato professionalmente e di successo .uscito dal coma dopo un iniziale abbattimento morale, prende coraggio e cerca di andare avanti. Nei momenti tristi l’ uomo cerca di evadere dalla realtà che lo circonda usando la sua immaginazione e la sua memoria, ricordando i momenti del suo passato più felici, le cose che avrebbe voluto fare, le persone che ha trascurato cui ora si pente di non aver trascorso più tempo con loro, fino al litigio con suo padre. Ciò che traspare durante il film è un senso di ironia e sarcasmo che caratterizza la personalità di JEAN anche nei momenti difficili.
    3) Al risveglio dal coma JEAN si rende conto che non riesce a muoversi nemmeno di un centimetro, solo quando si rivolge al dottore e vede che quest’ ultimo non risponde alle sue domande si accorge che non riesce nemmeno a parlare. All’ inizio naturalmente il suo unico desiderio era quello di morire, provava vergogna perfino di farsi vedere dai sui figli, ma con l’ aiuto di una brava ortofonista riesce ad acquisire fiducia nella sua unica abilità rimasta cioè comunicare con l’ utilizzo della palpebra dell’ occhio riuscendo anche a scrivere un libro.
    4) L'ortofonista nelle condizioni in cui si trova il protagonista è fonadamentale per la rieducazione del linguaggio.
    Infatti paralizzato dalla testa ai piedi,ma vedente da un solo occhio,riesce a comunicare con l'ortofonista attraverso un linguaggio non verbale ma bensì visivo,attraverso un alfabeto “rivisitato”,dove le lettere sono in ordine a seconda della frequenza in cui si utilizzano.L'ortofonista scandisce le lettere una alla volta dando il tempo di battere le ciglia all'uomo per capire quale lettera vuole utilizzare per formare una parola.Metodo questo,molto efficace poiché il protagonista riuscirà ad esternare tutte le sue sensazioni attraverso la scrittura di un libro,con una “penna speciale” il suo occhio.
    Proprio l'occhio,indispensabile per poter comunicare ricorda con il battito di ciglia,il battito d'ali di una farfalla
    5) I personaggi che ci hanno colpito maggiormente sono la figura del padre di Jean-Dominique e l'ortofonista.
    L'ortofonista ha rappresentato una figura importante per il protagonista allettato,grazie alla sua professione è riuscita a rimettere in piedi desideri,sogni e speranze di Jean-D attraverso un linguaggio particolare.
    Il padre di Jean-D,ormai vecchio e con difficoltà motorie è costretto ad assistere alla morte del figlio,andando quindi contro il naturale ciclo della vita.

    Lo scafandro e la farfalla ci ha portati a riflettere su come la vita sia breve e di quanto non sappiamo rendercene conto perchè assorbiti da ciò che abbiamo intorno..Ogni giorno camminiamo in bilico su di un filo appeso, il quale nel caso del protagonista si è spezzato a causa di un destino fatale.

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    luisa formisano


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 8 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  luisa formisano Mer Mag 23, 2012 3:33 pm

    LABORATORIO SVOLTO DA :
    FEDERICA RICCARDO FORMISANO MARIA FORMISANO LUISA
    1) Il protagonista JEAN DOMINIQUE BAUBY durante un viaggio in macchina con il figlio si sente male purtroppo a causa di un ictus. Al risveglio dal coma in un letto di ospedale l’ uomo è paralizzato dalla testa ai piedi, l’unica cosa che riesce ancora a muovere è la palpebra dell’ occhio sinistro.
    2) Jean-Dominique Bauby prima dell’ incidente era un noto giornalista francese, e redattore capo della rivista ELLE. Un uomo realizzato professionalmente e di successo .uscito dal coma dopo un iniziale abbattimento morale, prende coraggio e cerca di andare avanti. Nei momenti tristi l’ uomo cerca di evadere dalla realtà che lo circonda usando la sua immaginazione e la sua memoria, ricordando i momenti del suo passato più felici, le cose che avrebbe voluto fare, le persone che ha trascurato cui ora si pente di non aver trascorso più tempo con loro, fino al litigio con suo padre. Ciò che traspare durante il film è un senso di ironia e sarcasmo che caratterizza la personalità di JEAN anche nei momenti difficili.
    3) Al risveglio dal coma JEAN si rende conto che non riesce a muoversi nemmeno di un centimetro, solo quando si rivolge al dottore e vede che quest’ ultimo non risponde alle sue domande si accorge che non riesce nemmeno a parlare. All’ inizio naturalmente il suo unico desiderio era quello di morire, provava vergogna perfino di farsi vedere dai sui figli, ma con l’ aiuto di una brava ortofonista riesce ad acquisire fiducia nella sua unica abilità rimasta cioè comunicare con l’ utilizzo della palpebra dell’ occhio riuscendo anche a scrivere un libro.
    4) L'ortofonista nelle condizioni in cui si trova il protagonista è fonadamentale per la rieducazione del linguaggio.
    Infatti paralizzato dalla testa ai piedi,ma vedente da un solo occhio,riesce a comunicare con l'ortofonista attraverso un linguaggio non verbale ma bensì visivo,attraverso un alfabeto “rivisitato”,dove le lettere sono in ordine a seconda della frequenza in cui si utilizzano.L'ortofonista scandisce le lettere una alla volta dando il tempo di battere le ciglia all'uomo per capire quale lettera vuole utilizzare per formare una parola.Metodo questo,molto efficace poiché il protagonista riuscirà ad esternare tutte le sue sensazioni attraverso la scrittura di un libro,con una “penna speciale” il suo occhio.
    Proprio l'occhio,indispensabile per poter comunicare ricorda con il battito di ciglia,il battito d'ali di una farfalla
    5) I personaggi che ci hanno colpito maggiormente sono la figura del padre di Jean-Dominique e l'ortofonista.
    L'ortofonista ha rappresentato una figura importante per il protagonista allettato,grazie alla sua professione è riuscita a rimettere in piedi desideri,sogni e speranze di Jean-D attraverso un linguaggio particolare.
    Il padre di Jean-D,ormai vecchio e con difficoltà motorie è costretto ad assistere alla morte del figlio,andando quindi contro il naturale ciclo della vita.

    Lo scafandro e la farfalla ci ha portati a riflettere su come la vita sia breve e di quanto non sappiamo rendercene conto perchè assorbiti da ciò che abbiamo intorno..Ogni giorno camminiamo in bilico su di un filo appeso, il quale nel caso del protagonista si è spezzato a causa di un destino fatale.

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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 8 Empty LO SCAFANDRO E LA FARFALLA

    Messaggio  maria pignata Mer Mag 23, 2012 3:41 pm

    MARIA PIGNATA
    ERICA CAPUTO

    1..è stato colpito da un ictus mentre era in macchina col figlio, il quale gli ha danneggiato il tronco celebrale paralizzandolo dalla testa ai piedi.dopo essere svenuto si ritrova in ospedale dove inizia a capire della sua paralisi totale e del suo non poter più parlare
    2.. il protagonista era redattore capo della rivista "ELLE" svolgeva una vita mondana cercando di viverla nel miglior modo possibile dopo l'incidente diventa un'altra persona, un uomo che inizialmente "accetta" la sua condizione ripetendosi più volte di essere pazienti e trovandosi in un contesto del tutto nuovo andando addirittura in un pellegrinaggio a lourdes, cosa per lui senza senso in quanto per nulla credente e ch eda capo redattore non avrebbe mai fatto.
    3..la sua reazione all'incidente come ho detto nella risposta precedente inizialmente cercava di non perdersi d'animo fino invece ad arrivare a momenti di totale esclusione e allontanamento dal mondo che lo circondava,desiderando anche di morire in quanto in quelle condizioni e cioè immobile senza nemmeno poter abbracciare i figli era per lui inutile vivere
    4..per trovare delle soluzione alla sua impossibilità di comunicare la sua ortofonista mette in pratica un nuovo metodo per esprimersi.veniva usata una tavoletta con sopra scritte le paroli che secondo dati raccolti erano quelle che più diciamo,venivano lette una ad una e ci si fermava sulla lettera quando il paziente chiudeva l'occhio continuando poi fino a capire così voleva dire il paziente.con questa tecnica lo stesso protagonista ha scritto un libro che prima di avere l'incidente aveva concordato e voleva quindi portare a termine la sua promessa data.
    5..invece di parlare di un personaggio che mi ha colpito parlo di un aspetto e cioè del rapporto del protagonista con la famiglia.un rapporto che prima dell'incidente si può definire difficile in quanto lui era un padre e marito assente dedicando la maggior parte del suo tempo ad una vita piena di gossip e modelle.un rapporto che dopo l'incidente cambia questo anche per la sua condizione in quanto immobile è la sua famiglia che va a trovarlo ed è lui che inizia a capire cosa si è perso durante gli anni di lontananza..un'amore che inizia ad esprimere anche se con degli abbracci ma utilizzando questa famosa tavoletta che anche i familiari imparano ad usare per facilitare il dialogo.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 8 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  de cicco luisa Mer Mag 23, 2012 3:47 pm

    In questo film, il protagonista, in seguito ad un ictus, rimane paralizzato totalmente perdendo finanche la capacità della parola. Ad un certo punto riesce a capire che le uniche parti rimaste funzionanti erano un occhio, l'immaginazione e la memoria, e, sostiene che che, attraverso quest'ultime due, può riuscire ad uscire dal suo scafandro. Quello che mi ha colpito di più di questa persona è proprio e la sua immaginazione, i suoi pensieri. Dopo l'incidente l'uomo rimane in coma per quasi due settimane. Quando si sveglia in ospedale, il medico gli fa alcune domande ed egli gli risponde. E proprio allora che si rende conto di non poter parlare e di essere paralizzato. Inizialmente è arrabbiato perchè è come se nessun medico si interessi di lui della persona e di quelli che sono i suoi sentimenti o le sue emozioni,infatti egli esprime anche il desiderio di voler morire.Successivamente è come se l'uomo si abituasse a questa sua condizione è come se tutto fosse in qualche senso normale,scrive anche un libro e non si abbatte. Egli comunica con la logopedista e l'ortofonista attraverso gli occhi. Infatti, le due donne usavano un alfabeto e l'uomo sbatteva gli occhi una volta per dire si e una per dire no, è così che scrive il suo libro. Il personaggio che mi ha colpito di più è stata la moglie perché era sempre con lui e non lo ha mia abbandonato anche se ormai non sta. E’ stato un film molto emozionante e toccante e soprattutto mi ha fatto capire la voglia delle persone malate di vivere……..
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    soleluna


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 8 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  soleluna Mer Mag 23, 2012 4:29 pm

    LO SCAFANDRO E LA FARFALLA

    1. Che la vita potesse cambiare da un momento all’altro lo avevo sempre saputo, ma vederlo così, come in quel film e poi sapere che è una storia vera… tutto questo mi fa riflettere su quanto poco sia il tempo e su quanto sia facile spenderlo male.
    2. Senza dubbio il protagonista prima dell’incidente doveva essere il classico “uomo di mondo”: un’ ottima posizione sociale ed economica, di bell’aspetto, un lavoro appagante e gratificante… insomma, mi è sembrato che conduceva la vita dei suoi desideri.
    3. Non mi è sembrato scoraggiarsi più di tanto all’accaduto: i suoi pensieri e rammarico erano rivolti più al fatto di aver vissuto male e in maniera superficiale, di non essersi dedicato troppo alla famiglia, ai figli, piuttosto che al fatto di esser diventato un “vegetale”. Nonostante il modo in cui abbia vissuto, alla fine si è rivelato davvero un grande uomo.
    4. Non so come definire la cosa: quando tutto sembra perso, quando sembra che non ci siano altre soluzioni, ecco che, per chi non si scoraggia, o per chi è costretto, arrivare la giusta soluzione o il rimedio di fortuna. Non avrei mai pensato che si potesse arrivare a scrivere un libro in tal modo: evidentemente quell’uomo aveva davvero voglia di raccontarsi e di dire ciò che adesso avrebbe saputo dire ma che purtroppo non poteva più dire, almeno non attraverso la comunicazione verbale.
    5. Mi hanno colpito un po’ tutte le figure femminili perché, in qualche modo, incarnano i modi di essere che noi tutti possiamo trovare nelle persone che ci circondano: a partire dalla logopedista caparbia che trova la maniera per comunicare con il protagonista; l’ortofonista furba, devota e mistica che lo costringe in chiesa; la scrittrice che scrive per lui capace di dedicarsi e affezionarsi; l’amante assente che nella sua assenza dimostra la fragilità di un sentimento che non era poi così forte o, se mai fosse stato così forte, un sentimento contradditorio, che preferisce non vedere che vedere; la moglie, forse espressione dell’amore puro, colei che nonostante tutto non abbandona ma che ha il coraggio di restare. E poi i dottori, abituati a vedere un po’ di tutto che trattano tutto con superficialità e il papà, vecchio, infermo che piange perché ha perso prima di tutto un amico e poi un figlio, che non può raggiungerlo perché costretto in casa dalla sua infermità.
    Mi ha colpito quella famiglia che nell’innocenza di quei visi di bambini si stringeva intorno al papà che adesso poteva solo guardarli e pensare che non avevano mai trascorso una giornata al mare come quella, che per loro non c’era mai stato…che tristezza, perché dobbiamo vivere in maniera così superficiale, convinti che sia la vita che vogliamo, costruendo solo rimpianti?
    Il protagonista ci insegna a non dare nulla per scontato: la sua assenza di padre e marito gli avrebbe fatto presagire che la famiglia non l’avrebbe curato più di tanto e di ritrovarsi al capezzale “l’altra donna” e invece…; ci insegna che finché c’è vita c’è speranza: non è mai troppo tardi per capire e per cambiare noi stessi e la nostra vita.
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    maria.lancellotti


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 8 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  maria.lancellotti Mer Mag 23, 2012 4:35 pm

    COMPONENTI DEL GRUPPO:
    LANCELLOTTI MARIA
    CELLA FRANCESCA

    1°DOMANDA:
    In un giorno qualunque,mentre il protagonista è in macchina con il figlio viene colto da un ictus e rimane paralizzato.
    La cosa che più ci ha colpito è il momento stesso in cui ciò è avvenuto:il protagonista parla,ride e scherza con il figlio quando improvvisamente senza preavvertimenti,non riesce più a esprimersi,a dire qualsiasi cosa.

    2°DOMANDA:
    Prima dell'incidente il protagonista era un uomo egoista,superficiale che amava la "bella vita" fatta di donne e lusso.
    Dopo l'incidente reagisce veramente male in un primo momento,si sente bloccato,triste,malinconico e arriva a desiderare la morte.

    3°DOMANDA:
    In un primo momento vuole morire... ma poi comprende che può ancora vivere attraverso l'immaginazione e la memoria e quindi sognando e ricordando il suo passato felice.

    4°D0MANDA:
    Egli riesce a comunicare con l'unico occhio funzionate che gli è rimasto(l'altro gli è stato cucito)attraverso il battito delle palpebre,con cui dice si alla lettera a cui è interessato mentre viene ripetuto l'alfabeto.
    Attraverso questo linguaggio riesce a scrivere il libro"Lo scafandro e la farfalla"

    5°DOMANDA:
    Il personaggio che più ci ha colpito oltre al protagonista con la sua ammirevole forza d'animo,in quanto non è semplice vivere in uno stato del genere,è la donna che gli viene affiancata per scrivere il libro:una donna forte,sensibile e paziente in quanto si offre per aiutarlo in un compito che non è alquanto facile.

    Personalmente il film mi ha trasmesso forte emozioni e soprattutto il messaggio che la vita va vissuta a pieno,senza sprecare ogni singolo momento,in quanto improvvisamente tutto può cambiare.
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    elenacapobianco


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 8 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  elenacapobianco Mer Mag 23, 2012 4:44 pm

    Il film "lo scafandro e la farfalla" è un film molto particolare.Il protagonista è Jean Dominique;era in macchina con il figlio quando all'improvviso comincia a non sentirsi bene e ad accorgersi che il suo corpo si stava paralizzando del tutto. Con l'incidente il protagonista si è trovato in un corpo che non gli apparteneva,perchè era un corpo che gli impediva di muoversi e di essere una persona attiva. Ad un certo punto pensa che le uniche cose del suo corpo che gli sono rimaste sono:l'occhio,l'immaginazione e la memoria. Prima dell'incidente Jean D. era un uomo libero,ma adesso si vergogna e si pente di non aver fatto alcune cose prima dell'incidente come ad esempio stare vicino a sua moglie,ma che purtroppo adesso non può fare più. Dopo l'incidente il protagonista va in coma per due settimane,poi quando si risveglia i medici gli pongono alcune domande ed egli è proprio li che si rende conto di non poter parlare e di essere paralizzato.Inizialmente è arrabbiato perchè è come se nessun medico,siccome troppo impegnati dal caso clinico,non si interessano della sua persona e dei suoi sentimenti;infatti esprime anche il desiderio di voler morire. Successivamente egli si abitua a questa situazione,addirittura come se fosse tutto normale,infatti egli ha scritto anche un libro. Il personaggio del libro che mi ha colpito di più è stata la moglie che nonostante lui prima dell'incidente l'avesse abbandonata perchè amava le donne,lei è rimasta sempre vicina. Questo libro è stato bellissimo e soprattutto emozionante!!!
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 8 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  ANNA CARANNANTE Mer Mag 23, 2012 7:12 pm

    film “Lo scafandro e la farfalla” racconta la vera storia di Jean-Dominique Bauby, caporedattore della rivista ‘Elle’ France, il quale accusa un improvviso malore mentre è in auto con uno dei figli. Jean-Do, così viene chiamato dagli amici, si risveglia da un periodo di coma di circa 20 giorni e scopre un’atroce verità, il suo cervello non ha più alcun collegamento con il sistema nervoso centrale: si tratta della Lock-in syndrome. Il giornalista è totalmente paralizzato e ha perso l’uso della parola oltre a quello dell’occhio destro. Gli resta solo il sinistro per poter lentamente riprendere contatto con il mondo. Jean-Do è cosciente e lucido, sente e comprende perfettamente tutto quello che gli viene riferito, però non può esprimersi e si ritrova completamente inerme; riesce a comunicare battendo le ciglia dell’occhio sinistro: un battito significa sì, due no. Lentamente Jean-Do riprende il contatto con il mondo esterno mediante l’aiuto dell’ortottista della clinica presso la quale è ricoverato. è da ammirare come quest' uomo ha avuto la forza di vivere ancora. a questo punto c'è da porsi delle domande che cos'è la vita ? cosa vuol dire vivere ed essere felici? mi piace riportare il testo della canzone di RENATO ZERO :


    La Vita E' Un Dono
    Nessuno viene al mondo per sua scelta, non è questione di buona volontà
    Non per meriti si nasce e non per colpa, non è un peccato che poi si sconterà
    Combatte ognuno come ne è capace
    Chi cerca nel suo cuore non si sbaglia
    Hai voglia a dire che si vuole pace, noi stessi siamo il campo di battaglia
    La vita è un dono legato a un respiro
    Dovrebbe ringraziare chi si sente vivo
    Ogni emozione che ancora ci sorprende, l'amore sempre diverso che la ragione
    non comprende
    Il bene che colpisce come il male, persino quello che fa più soffrire
    E' un dono che si deve accettare, condividere poi restituire
    Tutto ciò che vale veramente che toglie il sonno e dà felicità
    Si impara presto che non costa niente, non si può vendere né mai si comprerà
    E se faremo un giorno l'inventario sapremo che per noi non c'è mai fine
    Siamo l' immenso ma pure il suo contrario, il vizio assurdo e l'ideale più
    sublime
    La vita è un dono legato a un respiro
    Dovrebbe ringraziare chi si sente vivo
    Ogni emozione, ogni cosa è grazia, l'amore sempre diverso che in tutto
    l'universo spazia
    e dopo un viaggio che sembra senza senso arriva fino a noi
    L' amore che anche questa sera, dopo una vita intera, è con me, credimi, è con me.
    QUESTO TESTO MI FA PENSARE E MI DA TANTE RISPOSTE .....FINCHè AMI SEI VIVO ANCHE CON UN OCCHIO SOLO.... LA MIA RAGIONE DA QUESTE RISPOSTE PERO CHI SA SE IO MI FOSSI TROVATA NELLA SUA SITUAZIONE AVREI AVUTO LA STESSA FORZA? GRANDE ESEMPIO DI RESILIENZA.....DA IMITARE DA AMMIRARE MA NON GIUDICARE !!!!!!!!!!!!!
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 8 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Gisella Santonastaso Mer Mag 23, 2012 7:50 pm

    Nel dicembre del '95 Jean-Dominique Bauby, brillante e carismatico direttore di ELLE, venne colpito da un improvviso arresto celebrale che gli cambiò la vita per sempre. Superato il coma iniziale, si risvegliò nel letto di un ospedale per scoprire di essere vittima di una sindrome locked che lo renderà mentalmente vigile ma completamente paralizzato...
    Ma è precisamente da questa situazione che il protagonista, grazie alla sua fervida immaginazione ed alla sua grande memoria, ritrova la voglia di vivere, e riesce ad assaporare quelle sensazioni e quei sentimenti che non era mai riuscito a provare prima, aprendosi a delle emozioni che a sua volta cerca di trasmettere alla gente che gli sta attorno, dagli amici più cari, alla madre dei suoi figli, ai figli stessi, al padre ed anche alla donna che ama. Il tutto con una grandissima forza di volontà che gli consentirà di scrivere un libro sulla sua esperienza (il romanzo omonimo su cui si basa la pellicola), dopo aver imparato un alfabeto completamente nuovo, che gli permetterà di instaurare dei forti rapporti affettivi con le persone che cercheranno di aiutarlo...
    Un film quindi che strappa il cuore, ma che nei suoi lunghi tratti di tragicità riesce ad offrirci comunque dei momenti in grado di farci sorridere, con degli spunti ironici che impreziosiscono questo viaggio nei più remoti confini della natura umana, che ci spinge a delle riflessioni intense regalandoci forti emozioni.
    Federica Riccardo
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    Messaggio  Federica Riccardo Mer Mag 23, 2012 7:53 pm

    LABORATORIO SVOLTO DA :
    FEDERICA RICCARDO FORMISANO MARIA FORMISANO LUISA
    1) Il protagonista JEAN DOMINIQUE BAUBY durante un viaggio in macchina con il figlio si sente male purtroppo a causa di un ictus. Al risveglio dal coma in un letto di ospedale l’ uomo è paralizzato dalla testa ai piedi, l’unica cosa che riesce ancora a muovere è la palpebra dell’ occhio sinistro.
    2) Jean-Dominique Bauby prima dell’ incidente era un noto giornalista francese, e redattore capo della rivista ELLE. Un uomo realizzato professionalmente e di successo .uscito dal coma dopo un iniziale abbattimento morale, prende coraggio e cerca di andare avanti. Nei momenti tristi l’ uomo cerca di evadere dalla realtà che lo circonda usando la sua immaginazione e la sua memoria, ricordando i momenti del suo passato più felici, le cose che avrebbe voluto fare, le persone che ha trascurato cui ora si pente di non aver trascorso più tempo con loro, fino al litigio con suo padre. Ciò che traspare durante il film è un senso di ironia e sarcasmo che caratterizza la personalità di JEAN anche nei momenti difficili.
    3) Al risveglio dal coma JEAN si rende conto che non riesce a muoversi nemmeno di un centimetro, solo quando si rivolge al dottore e vede che quest’ ultimo non risponde alle sue domande si accorge che non riesce nemmeno a parlare. All’ inizio naturalmente il suo unico desiderio era quello di morire, provava vergogna perfino di farsi vedere dai sui figli, ma con l’ aiuto di una brava ortofonista riesce ad acquisire fiducia nella sua unica abilità rimasta cioè comunicare con l’ utilizzo della palpebra dell’ occhio riuscendo anche a scrivere un libro.
    4) L'ortofonista nelle condizioni in cui si trova il protagonista è fonadamentale per la rieducazione del linguaggio.
    Infatti paralizzato dalla testa ai piedi,ma vedente da un solo occhio,riesce a comunicare con l'ortofonista attraverso un linguaggio non verbale ma bensì visivo,attraverso un alfabeto “rivisitato”,dove le lettere sono in ordine a seconda della frequenza in cui si utilizzano.L'ortofonista scandisce le lettere una alla volta dando il tempo di battere le ciglia all'uomo per capire quale lettera vuole utilizzare per formare una parola.Metodo questo,molto efficace poiché il protagonista riuscirà ad esternare tutte le sue sensazioni attraverso la scrittura di un libro,con una “penna speciale” il suo occhio.
    Proprio l'occhio,indispensabile per poter comunicare ricorda con il battito di ciglia,il battito d'ali di una farfalla
    5) I personaggi che ci hanno colpito maggiormente sono la figura del padre di Jean-Dominique e l'ortofonista.
    L'ortofonista ha rappresentato una figura importante per il protagonista allettato,grazie alla sua professione è riuscita a rimettere in piedi desideri,sogni e speranze di Jean-D attraverso un linguaggio particolare.
    Il padre di Jean-D,ormai vecchio e con difficoltà motorie è costretto ad assistere alla morte del figlio,andando quindi contro il naturale ciclo della vita.

    Lo scafandro e la farfalla ci ha portati a riflettere su come la vita sia breve e di quanto non sappiamo rendercene conto perchè assorbiti da ciò che abbiamo intorno..Ogni giorno camminiamo in bilico su di un filo appeso, il quale nel caso del protagonista si è spezzato a causa di un destino fatale.

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    Messaggio  daniela oliva Mer Mag 23, 2012 8:30 pm

    1)L’incidente e accaduto mentre il protagonista guidava la macchina, accanto a se si trovava uno dei suoi figli, mentre guidava incomincia ad accusare un malore fu colpito da ictus.
    2) Il protagonista Jean Dominique Bauby era un redattore di una famosa rivista francese, dai flash back della sua vita abbiamo potuto capire che uomo fosse prima dell’incidente, un uomo dinamico, amante delle donne, amante della vita, cinico e ambizioso. Dopo l’accaduto cambia il modo di vedere la vita e la sua personalità, si rende conto che ha vissuto la vita con molta superficialità e senza dare importanza alle cosi della vita come il valore della famiglia.
    3)Appena si rende conto dell’accaduto cade nello sconforto non accetta la condizione in cui si trova, il poter non parlare di non condurre la stessa vita di prima, quindi all’inizio il suo desiderio era morire ma poi con l’aiuto dei medici della famiglia e degli amici e al suo coraggio e alla sua voglia riesce ad accettare la sua condizione,riesce a convivere con una paralisi totale e riesce a cogliere il valore delle piccole cose che prima non riusciva a fare.
    4)Il protagonista essendo paralizzato riusciva a muovere solo l’occhio sinistro, grazie al quale ad ogni domanda si riusciva a capire la risposta, poi grazie all’ortofonista che mise a punto un sistema che gli permetteva di costruire addirittura una frase, il sistema consisteva che l’ortofonista diceva l’alfabeto ma l’alfabeto non e quello che utilizziamo noi, cioè le prime lettere che diceva sono le lettere che di solito vengono usate più spesso, quando l’ortofonista diceva la lettera che serviva per formulare la sua parola Jean batteva l’occhio una volta che stava ad indicare si, mentre due battiti indicano no.
    5)Ci siamo confrontate e il personaggio che ci ha colpito di più e stata la figura dell’ortofonista, perché non ha mai mollato e stata sempre li a dare sostegno al protagonista, lo aiuta ad affrontare le sue difficoltà, e quando Jean esprime la volontà di voler morire, lei commuove ci resta male perché poi col passar del tempo si e affezionata e gli fa capire che questo non e il modo giusto per affrontare la sua disabilità, di non mollare e di trovare la forza per lui stesso e per le persone che lo vogliono bene, inoltre grazie all’ortofonista Jean riesce a scrivere anche un libro.
    Questo lavoro di gruppo e stato svolto da:
    DANIELA OLIVA
    ALESSIA MARUZZELLA
    SERENA MELE
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    Messaggio  Lucia Casaburo Mer Mag 23, 2012 9:59 pm

    In questo gruppo abbiamo partecipato in quattro persone ed insieme abbiamo deciso di scriverne un commento,mettendo insieme le nostre idee.Io che lo trascrivo sono ANNARITA RIVIERGI,le altre sono GIOVANNA DI FRANCESCO,ROSA NUVOLETTA E LUCIA CASABURO.Questo film ci ha emozionato molto a livello personale,perchè in certo modo riusciamo a comprendere,per le nostre vite,la difficile vita del protagonista e delle persone che gli stanno vicino.La condizione di Jean-Dominique non è delle più semplici, capiamo cosa provava in quel momento quando esasperatamente cercava di comunicare,ma il suo viso,il suo corpo non lo aiutavano affatto.Spesso è molto difficile saper interpretare cosa vogliono dirti o se hanno bisogno di qualcosa.Nel caso del protagonista,grazie alla sua forza di volontà e al grande aiuto dell'Ortofonista,riesce a comunicare e addirittura a scrivere un libro.Se ora dovessimo dire quale personaggio ci ha colpito di più,diremmo il padre di Jean-Dominique perchè è impossibilitato a vederlo,parlargli,e possiamo immaginare quanto è brutta la lontananza tra padre e figlio.In questo caso è ancora più accentuata per la condizione del protgonista.Ciò che dal cuore ci vien da dire e che potremmo offrire voi,come umile consiglio,nonostante sia la vostra vita,è che bisogna godersi intensamente ogni attimo che il Signore ci dà,perchè purtroppo non hanno ancora inventato un orologio che ci porti indietro nel tempo per farci rivivere i momenti più belli e felici che volessimo non finissero mai.La vita è una e non va sprecata.

    Dedico questo ultimo nostro pensiero a mia nonna.ANNARITA.
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    Messaggio  Cozzolino Chiara1987 Mer Mag 23, 2012 10:07 pm

    Il protagonista del film "Lo scafandro e la farfalla",subisce un ictus mentre sta guidando e il primo a soccorrerlo è il figlio che gli sedeva affianco.
    Questo malessere lo fa cadere 3 settimane in coma e al suo risveglio si accorge di essere paralizzato dalla testa ai piedi;la visione che abbiamo delle scene è quella vista dai suoi occhi fino al momento in cui gli cuciono l'occhio destro perché mal funzionante.L'unico occhio sarà il solo modo che avrà per comunicare,con due battiti di palpebra dirà no,con uno si.
    Per cercare di riprendere a fare le sue funzioni naturali gli viene affiancata una logopedista che gli insegna un particolare alfabeto, incoraggiandolo in tutti i modi.Il suo modo di reagire alla situazione è negativo e la frase che ferisce particolarmente la logopesista è <<Voglio morire>>.
    Dopo quello spiacevole episodio decide di non compiangersi più riconoscendo di avere,oltre all'occhio,la memoria e l'immaginazione per uscire dal suo scafandro.
    I suoi ricordi lasciano intendere una vita fatta di successi,soldi,lavoro,un'amante e poca attenzione verso i suoi figli.L a condizione in cui si trova a convivere gli fa capire che tutte quelle "belle" cose sono beni superficiali,che alla fine nel dolore le persone che staranno sempre accanto sono quelle che ti amano davvero.Comincia a comprendere l'importanza di ogni singolo gesto,vorrebbe tanto passare la mano tra i capelli dei figli ma non può.
    Il suo atteggiamento verso la vita cambia radicalmente e decide di scrivere un libro grazie all'aiuto di un' ortofonista .
    Ciò che mi ha colpito maggiormente è stato il lavoro di passione e affetto che hanno svolto le due donne,non si sono arrese al problema e hanno creduto nelle potenzialità di Jean.
    Inoltre trasmette un messaggio molto importante per me e che ho ripetuto più volte: la vita è fatta di piccole e semplici cose,va vissuta con onestà,senza sprechi e con amore.
    Si possono avere tante cose materiali,si rompono,le getti,dopo un po' non le ricordi nemmeno più;le persone con la loro personalità,i loro valori,il loro sorriso,la loro gioia di vivere,se vanno via le porterai sempre nel cuore...
    Antonella Pirozzi
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    Messaggio  Antonella Pirozzi Gio Mag 24, 2012 5:27 am

    LO SCAFANDRO E LA FARFALLA

    1) Dinamica dell'incidente accaduto al protagonosta. Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    L'incidente è accaduto mentre il protagonista era in auto con il figlio.Jean-Dominique Bauby viene improvvisamente colpito da un malore causato da un incidente vascolare celebrale. Uno dei punti che ci ha tanto colpite è stata la reazione al protagonista quando si è reso conto di non riuscire più a parlare bene e per questo farfugliando qualcosa ha accostato e ha cercato di tranquillizzare il figlio.
    2) Prima dell'incidente. Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.
    Jean-Dominique Bauby prima dell'incidente era un redattore capo di una famosa rivista. Lui stesso, pensando al suo percorso di vita, si racconta come un uomo cinico,superficiale,ambizioso, senza mai tempo per nessuno, troppo indaffarato per poter chiamare un amico, per poter fermarsi e rendersi conto che le sue azioni non fanno altro che costruire una montagna di micro-fallimenti.
    3) Reazione all'incidente. E' resiliente?
    Al suo risveglio Jean- Dominique non si rende conto di non riuscire a parlare perchè lui è capace di pensare... Nel momento in cui si rende conto che ciò che lui sente non sono le sue parole ma i suoi pensieri, cade in uno stato di sconforto assoluto. Non fa altro che ripetere di voler morire perchè ormai lui non è più un uomo. Prova assoluto disprezzo per se stesso, non vuole vedersi e non solo perchè ormai è paralizzato dalla testa ai piedi, ma anche perchè si vergogna per ciò che era stato... Per il fatto di non esserci stato mai ne per i figli ne per la ex moglie... lasciata per un'altra donna che non lo andrà mai a trovare...Una frase che ci ha colpite particolarmente sono state due frasi dello stesso protagonista " Prima anche se ero fisicamente abile ero cieco e sordo"," Basta da oggi ho deciso di non compiangermi più". Da qui lui si fa forza e lotta per farcela, per affermarsi e per diventare un uomo resiliente, capace, ora, di distruggere quell'accumulo di fallimenti per riparare con tanti piccoli successi.
    4) Comunicazione aumentativa. Riflessione sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.
    L'unico organo che il protagonista può utilizzare al fine di comunicare con il mondo è il suo occhio... Uno solo...l'altro gli è stato chiuso a causa del suo mal funzionamento, il quale poteva causargli un ulcera.... Per questo anche se con tanta difficoltà Jean -Dominique con il mondo parla attraverso il movimento del suo occhio... Chiude l'occhio una volta per dire si e due per dire no. All'inizio per il protagonista è stata dura... Non voleva comunicare così,per lui era troppo faticoso... Poi,però capì che se voleva avere anche un minimo contatto con il mondo doveva farlo... E per questo con determinazione e tanta resilienza si impegnò affinchè potesse comunicare.Grazie all’aiuto della giovane ortofonista riesce ad apprendere un tipo di linguaggio alternativo attraverso il quale può esprimersi. Quest'ultimo consisteva nella ripetizione delle lettere dell’alfabeto poste in ordine di utilizzo, da quelle più frequenti a quelle meno frequenti. Il ruolo di Jean Dominique è quello di prestare massima attenzione, pensare cosa vuole dire e fermare l’ortofonista con la palpebra dell’occhio sulla lettera da lui scelta che formerà la parola. Grazia alla resilienza del prtotagonista e alla determinazione dell' ortofonista Jean-Dominique riuscì a scrivere addirittura un libro.
    5) Qual'è il personaggio che ti ha colpito maggiormente?
    Oltre il protagonista, il personaggio che più co ha colpite è stata l'ortofonista. Quest'ultima ha dimostrato una grande tenacia, una forte dedizione verso l'altro. Non si è arresa davanti alle difficoltà, anzi le ha superate con e per il protagonista. Lui lo scafandro e lei la farfalla.
    Antonella De Rosa
    Atonella Pirozzi
    Valeria Cefariello
    Annalisa De Flora

    Annunziata Langella
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 8 Empty Lo scafandro e la farfalla

    Messaggio  Annunziata Langella Gio Mag 24, 2012 12:57 pm

    1 - Il protagonista del film, Jean-Dominique, viene colpito da un ictus mentre era in macchina col figlio, si risveglia dopo un lungo coma in un letto d'ospedale. E' lì che scopre che il suo cervello non ha più alcun collegamento con il sistema nervoso centrale. E' totalmente paralizzato e ha perso l'uso della parola oltre a quello dell'occhio destro.

    2 - Era il caporedattore di 'Elle', aveva tutto ciò che voleva e di cui aveva bisogno, viveva con una certa superficialità le cose che accadevano, certo che nulla avrebbe turbato il suo modo di vivere. L'incidente lo mette di fronte alla durezza della vita, in seguito si renderà conto che nulla può essere dato per scontato, che le cose cambiano e che tutto quello che è realmente importante te lo porti dentro..

    3 - Appena si rende conto della sua triste situazione, il protagonista, sprofonda nello sconforto, arriva a momenti di totale esclusione e allontanamento dal mondo che lo circonda ed il suo unico desiderio diventa quello di morire. In seguito, grazie all'aiuto dei medici, della moglie, dei figli e della donna che lo aiuterà a scrivere il libro, riuscirà ad attingere a tutte le sue forze per tentare il difficile percorso di miglioramento.

    4 - Gli resta solo il sinistro per poter lentamente riprendere contatto con il mondo. Infatti, è con quello che entra in contatto con gli altri, attraverso l'uso di un particolare alfabeto associato al battito delle ciglia. Dinanzi a domande precise potrà dire "sì" battendo una volta le ciglia oppure "no" battendole due volte. Con questo metodo riuscirà a dettare un libro che uscirà in Francia nel 1997 con il titolo che ora ha il film.
    L'occhio del protagonista diventa la soglia che permette al pesante e inerte scafandro del suo corpo di liberare la farfalla del pensiero. La voce interiore, che ci accompagna durante tutto l'arco del film, ci rivela al contempo l'orrore della condizione e l'indomabile spinta all'espressione di sé. Il giornalista pensa, desidera, soffre, grida dentro di sé. È un grido in cerca di una bocca che possa tradurlo in suoni e parole. Il battito delle ciglia (che ricorda non a caso il battito d'ali di una farfalla) si traduce in lettere e le lettere in parole.

    5 - Il personaggio che mi ha colpito è quello della moglie. Nonostante si trovasse di fronte ad un marito poco presente e scarsamente attento alle faccende familiari, nonché adultero, si dimostra amorevole e compassionevole, forse anche per amore dei figli e per ritrovare in qualche modo, la serenità familiare che non era riuscita ad ottenere all'inizio.
    Il giusto risalto va dato anche alla la donna che lo aiuta a comunicare con il mondo ed a scrivere il libro che presenta dedizione e amore per il suo lavoro.

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