Pedagogia della disabilità 2012

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Pedagogia della disabilità 2012

Pedagogia della disabilità (2012)- Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti


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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 2 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  lucia schiano lomoriello Mer Mag 16, 2012 7:57 pm

    Film: Lo scafandro e la farfalla.
    1)Dinamica dell’incidente accaduta al protagonista. Commenta l’accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpita. La scena dell’incidente ritrae il protagonista Jean Dominique Bauby con il figlio maggiore in auto mentre si dirigevano da un parente. Durante il tragitto Jean Dominique comincia ad accusare i primi malesseri: sudorazione eccessiva, calore, perdita della percezione dell’ambiente circostante e difficoltà nel linguaggio verbale. Nonostante il malessere Jean Dominique ha la lucidità di accostare l’auto ed il figlio prontamente scende per chiedere aiuto. Subito dopo arrivano i parenti in soccorso, chiamati dal figlio. Solo dopo il ricovero in ospedale Jean Dominique scoprirà che quei malesseri erano stati causati da un incidente vascolare.
    2)Prima dell’incidente. Riflessione sulla personalità del protagonista prima e dopo l’incidente. Prima dell’incidente lo stesso Jean Dominique riteneva se stesso un uomo libero, privo di responsabilità, un padre ed un marito assente. Le sue uniche attenzioni erano rivolte alle donne e al lavoro, non a caso era il capo redattore della rivista ELLE. Un uomo privo di sensibilità nei confronti delle piccolezze della vita. Solo dopo l’incidente Jean Dominique riuscirà a cogliere l’importanza delle cose semplici della vita ed in vari momenti rivive situazioni alle quali in passato aveva dato poco importanza, in particolare i momenti che lo ritraevano con la famiglia. “Suppongo che una bozza di papà è sempre un papà”; un uomo che dopo l’incidente si accontenta anche solo di vederli i propri figli. “Prima ero cieco ed ero sordo, ora non serve l’infermità mentale per capire com’ero prima”.
    3)Reazione all’incidente. Ad esempio, come vive Jean Dominique la perdita dell’autosufficienza motoria. “Voglio morire”, questa è stata una delle prime frasi pronunciata da Jean Dominique all’ortofonista. Quando si vede allo specchio per la prima volta dopo l’incidente prova orrore perché non si accetta per quello che è diventato. La situazione si ripete anche quando la foniatra gli dice di specchiarsi per vedere il movimento della lingua come segno di miglioramento, ma lui è ostinato. Sente di essere rinchiuso come in uno scafandro che tiene intrappolato il suo corpo. Ormai è paralizzato, ma non vuole compiangersi e capisce che a parte gli occhi anche l’immaginazione e la memoria non sono paralizzate e sono questi gli unici mezzi per evadere liberamente dallo scafandro. Si sente come un naufrago arenato sulle rive della solitudine.
    4)Comunicazione aumentativa. Riflessione sul linguaggio utilizzato dai protagonisti per comunicare con logopedisti e ortofonisti. L’unico mezzo che Jean Dominique ha per comunicare con il resto del mondo è il suo occhio sinistro (quello destro gli è stato chiuso cucendolo per non causargli un ulcera) che chiude una volta per dire si e due volte per dire no. Inizialmente Jean Dominique non crede in questo meccanismo di comunicazione, ma in un secondo momento, con resilienza, riesce a cogliere il lato leggero, simpatico di quel tipo di comunicazione. Grazie all’aiuto di una giovane ortofonista riesce ad apprendere un tipo di linguaggio alternativo attraverso il quale potrà esprimersi ed addirittura scrivere un libro. Questo linguaggio consisteva nella ripetizione delle lettere dell’alfabeto poste in ordine di utilizzo, da quelle più frequenti a quelle meno frequenti. Jean Dominique fermerà l’ortofonista con la palpebra dell’occhio sulla lettera da lui scelta che formerà la parola; in questo modo sarà possibile creare anche una serie di frasi. Lui si identifica sin dall’inizio con lo scafandro, mentre la ragazza che lo aiuterà nella stesura del libro con la farfalla, la quale darà libertà di espressione al suo pensiero.
    5)Quale personaggio ti ha maggiormente colpito. Scegli un personaggio o un aspetto(famiglia, relazione con le donne…). Il personaggio che ci ha colpito di più è stato quello dell’ortofonista, la quale ha sempre creduto e dato fiducia al recupero di Jean Dominique. L’amore per il suo lavoro e per il suo paziente le servirà quando Jean Dominique afferma di voler morire, lei con commozione e dispiacere gli farà capire che ci sono tante persone che lo amano e non può permettersi di dire questo, che lei nonostante lo conosca da poco non può permettersi di perdere una persona speciale come lui.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 2 Empty Ero cieco e sordo e non mi serviva necessariamente la luce dell'infermità per vedere la mia vera natura.

    Messaggio  Imma Saviano Mer Mag 16, 2012 7:57 pm

    Scheda di discussione:’’Lo scafandro e la farfalla’’
    Questa scheda è stata svolta solo da me.
    1)Dinamica dell’incidente accaduto al protagonista. Commenta l’accaduto,evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    Il protagonista Jean-Dominique Bauby all’età di 43 anni subisce un ictus mentre era in macchina con suo figlio.Rimasto paralizzato dalla testa ai piedi utilizza il battito della palpebra sinistra per poter comunicare. Mi ha colpito il coraggio di suo figlio di andare a cercare aiuto e la razionalità, la lucidità del padre nel fermare l’auto per evitare la morte al figlio.

    2) Prima dell’incidente.Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l’incidente.
    Prima dell’incidente era caporedattore di Elle,una rivista di moda francese,attento alle cose materiali della vita,a divertirsi ,avventure amorose ,affettuoso nei confronti del padre,fidanzato, disattento nei confronti della sua ex moglie e dei suoi figli,amava molto il successo e la ‘’bella vita’’.Dopo l’incidente c’è stata una rivoluzione totale nella sua vita:si è reso conto che importante è cogliere il valore di ogni piccola cosa,come il semplice osservare il mare da una terrazza e riesce a dimostrare amore verso i suoi figli,quell’amore che è sempre mancato.

    3) Reazione all’incidente:come vive la perdita di autosufficienza motoria.
    La prima frase che riesce a comunicare,grazie all’aiuto dell’ortofonista, è ‘’Voglio morire’’.Non accetta la condizione in cui si trova,si lascia prendere dallo sconforto,dal dolore e dalla completa apatia nei confronti della vita. Definisce la domenica come una lunga traversata del deserto perché non c’è la logopedista,l’ortofonista e nemmeno i visitatori. ‘’Ho deciso di non compiangermi piu’’’ è la frase che segna l’inizio di un nuovo atteggiamento nei confronti della vita. Incarna un vero e proprio modello di resilienza perché riesce a vincere le sue paure e a lottare,senza mollare e a vedere il lato positivo in quella situazione. Oltre al suo occhio,due sono le cose non paralizzate,la memoria e l’immaginazione:può immaginare persone,cose,luoghi,farsi accarezzare dalle onde del mare,ricordarsi di quando era giovane.

    4)Comunicazione aumentativa. Riflessione sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare con il logopedista,ortofonista.
    Vive in uno stato di locked- in (un sano di mente che vive in corpo che non gli appartiene piu’).
    Grazie all’aiuto della logopedista e dell’ortofonista riesce a comunicare e a farsi capire. Quest’ultima recita l’alfabeto e lui batte le ciglia per indicare la lettera che vuole utilizzare. Un battito per dire si e due battiti per dire no.Il battito delle ciglia ricorda il battito delle ali di una farfalla..

    5)Quale personaggio ti ha maggiormente colpito?
    Tutti. Mi ha colpito il cambiamento del protagonista che è passato dalla voglia di morire alla voglia di vivere, l’amore della sua ex moglie e dei suoi figli,la pazienza ,la disponibilità e il credere dell’ortofonista con tutte le sue forze nel suo lavoro,la sofferenza del padre manifestata attraverso una telefonata e la donna che lo aiuta a scrivere il libro,gli sta vicino, lo porta in barca e non lo abbandona.

    Quello che mi ha colpito maggiormente è stata la sfida che il protagonista si è trovato ad affrontare,quella di continuare a vivere. Si tratta di un film bellissimo,straordinario che trasmette emozioni molto forti che non riesco a spiegare. Molto toccante dall’inizio fino alla fine.
    Aiello Raissa
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 2 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Aiello Raissa Mer Mag 16, 2012 8:18 pm

    Film: Lo scafandro e la farfalla.

    1)Dinamica dell’incidente accaduta al protagonista. Commenta l’accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpita. La scena dell’incidente ritrae il protagonista Jean Dominique Bauby con il figlio maggiore in auto mentre si dirigevano da un parente. Durante il tragitto Jean Dominique comincia ad accusare i primi malesseri: sudorazione eccessiva, calore, perdita della percezione dell’ambiente circostante e difficoltà nel linguaggio verbale. Nonostante il malessere Jean Dominique ha la lucidità di accostare l’auto ed il figlio prontamente scende per chiedere aiuto. Subito dopo arrivano i parenti in soccorso, chiamati dal figlio. Solo dopo il ricovero in ospedale Jean Dominique scoprirà che quei malesseri erano stati causati da un incidente vascolare.
    2)Prima dell’incidente. Riflessione sulla personalità del protagonista prima e dopo l’incidente. Prima dell’incidente lo stesso Jean Dominique riteneva se stesso un uomo libero, privo di responsabilità, un padre ed un marito assente. Le sue uniche attenzioni erano rivolte alle donne e al lavoro, non a caso era il capo redattore della rivista ELLE. Un uomo privo di sensibilità nei confronti delle piccolezze della vita. Solo dopo l’incidente Jean Dominique riuscirà a cogliere l’importanza delle cose semplici della vita ed in vari momenti rivive situazioni alle quali in passato aveva dato poco importanza, in particolare i momenti che lo ritraevano con la famiglia. “Suppongo che una bozza di papà è sempre un papà”; un uomo che dopo l’incidente si accontenta anche solo di vederli i propri figli. “Prima ero cieco ed ero sordo, ora non serve l’infermità mentale per capire com’ero prima”.
    3)Reazione all’incidente. Ad esempio, come vive Jean Dominique la perdita dell’autosufficienza motoria. “Voglio morire”, questa è stata una delle prime frasi pronunciata da Jean Dominique all’ortofonista. Quando si vede allo specchio per la prima volta dopo l’incidente prova orrore perché non si accetta per quello che è diventato. La situazione si ripete anche quando la foniatra gli dice di specchiarsi per vedere il movimento della lingua come segno di miglioramento, ma lui è ostinato. Sente di essere rinchiuso come in uno scafandro che tiene intrappolato il suo corpo. Ormai è paralizzato, ma non vuole compiangersi e capisce che a parte gli occhi anche l’immaginazione e la memoria non sono paralizzate e sono questi gli unici mezzi per evadere liberamente dallo scafandro. Si sente come un naufrago arenato sulle rive della solitudine.
    4)Comunicazione aumentativa. Riflessione sul linguaggio utilizzato dai protagonisti per comunicare con logopedisti e ortofonisti. L’unico mezzo che Jean Dominique ha per comunicare con il resto del mondo è il suo occhio sinistro (quello destro gli è stato chiuso cucendolo per non causargli un ulcera) che chiude una volta per dire si e due volte per dire no. Inizialmente Jean Dominique non crede in questo meccanismo di comunicazione, ma in un secondo momento, con resilienza, riesce a cogliere il lato leggero, simpatico di quel tipo di comunicazione. Grazie all’aiuto di una giovane ortofonista riesce ad apprendere un tipo di linguaggio alternativo attraverso il quale potrà esprimersi ed addirittura scrivere un libro. Questo linguaggio consisteva nella ripetizione delle lettere dell’alfabeto poste in ordine di utilizzo, da quelle più frequenti a quelle meno frequenti. Jean Dominique fermerà l’ortofonista con la palpebra dell’occhio sulla lettera da lui scelta che formerà la parola; in questo modo sarà possibile creare anche una serie di frasi. Lui si identifica sin dall’inizio con lo scafandro, mentre la ragazza che lo aiuterà nella stesura del libro con la farfalla, la quale darà libertà di espressione al suo pensiero.
    5)Quale personaggio ti ha maggiormente colpito. Scegli un personaggio o un aspetto(famiglia, relazione con le donne…). Il personaggio che ci ha colpito di più è stato quello dell’ortofonista, la quale ha sempre creduto e dato fiducia al recupero di Jean Dominique. L’amore per il suo lavoro e per il suo paziente le servirà quando Jean Dominique afferma di voler morire, lei con commozione e dispiacere gli farà capire che ci sono tante persone che lo amano e non può permettersi di dire questo, che lei nonostante lo conosca da poco non può permettersi di perdere una persona speciale come lui.
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 2 Empty Lo Scafandro e la Farfalla.

    Messaggio  Carmen D'Alessio Mer Mag 16, 2012 8:35 pm

    Ciò che maggiormente ci ha colpito è la determinazione del protagonista e la sua resilienza. Grazie alla capacità delle persone che lo assistono riesce a comunicare tramite il battito delle palpebre del suo occhio sinistro, unico contatto con il mondo esterno in maniera sempre più efficace facendo diventare questo sistema il suo metodo per comunicare ed esprimere così le sue emozioni iniziali dirabbia e man mano sempre più positive. Difatti è proprio tramite questo battere di palpebra che comunica la sua voglia di morire facendo infuriare una delle dottoresse che poi si mostrerà determinante nel suo percorso di degenza. E’ proprio dopo la shock iniziale che infatti deciderà di non compiangersi più mostrando la sua grande forza d’animo, utilizzando come ancora di salvataggio la memoria e l’immaginazione, che lui definisce le uniche parti non paralizzate che gli restano e che gli permettono la fuga da ciò che lui definisce il suo “Scafandro”.
    Il suo cambiamento più grande sarà nel rapporto con i figli ai quali prima non dedicava il tempo necessario ed ora invece la difficoltà nel rapporto con loro diventa la sua pena maggiore e il non poter essere per loro un padre normale , sin dai piccoli gesti come una carezza tra i capelli, gli provoca tanto dolore, compensato però dalla gioia di vederli vivere. E’ dunque proprio il protagonista il personaggio che più emoziona poiché il suo impegno nel gesto ad esempio di scrivere il libro nonostante il suo deficit verbale denota la sua voglia di continuare a vivere diventando così da “scafandro” …“farfalla”.

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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 2 Empty Re: film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag)

    Messaggio  Carmela Perillo Mer Mag 16, 2012 10:01 pm

    Lavoro svolto da Carmela Perillo.

    SCHEDA di DISCUSSIONE:"Lo Scafandro e la Farfalla".

    1)Dinamica dell'incidente accaduto al protagonista. Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    -> Jean-Dominique Bauby, il protagonista del film, mentre guidava la macchina con uno dei suoi figli ha accusato un malore che è peggiorato in un Ictus. Ciò che mi ha colpito molto in questa dinamica è stato quando il figlio grazie alla sua forza ha cercato aiuto per aiutare suo padre.

    2)Riflessione sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.
    -> Il protagonista, capo redattore di una rivista di moda francese, prima dell'incidente era una persona abile, frettoloso e ambizioso. Dopo l'incidente è come se avesse avuto un passaggio da una vita all'altra diventando così una persona modesta, semplice e minuziosa perche Bauby pensava che prima dell'incidente non aveva vissuto una vita come doveva viverla.

    3)Reazione all'incidente.
    ->Dopo il suo risveglio dal coma Bauby conosce una brutta verità ovvero che si trova in uno stato di sindrome di luched-in lasciandogli come unico mezzo di comunicazione con il mondo esterno il battito della palpebra dell'occhio sinistro. La sua reazione inizialmente è un abbattimento morale che lo porta a desiderare la morte. Ma successivamente grazie all'amore familiare e alla sua forza di volontà supera il suo periodo di sconforto promettendosi di non deprimersi più e di esternare ciò che lui prova al mondo scrivendo un libro. Secondo me egli è un resiliente perchè è una persona che nonostante la sua "paralisi" decide di andare avanti apprezzando le piccolezze della vita.

    4)Riflessione sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.
    -> Jean-Dominique Bauby impara a comunicare con il suo occhio sinistro(quando batte la palpebra una volta vuol dire sì mentre quando la batte due volte vuol dire no) grazie all'aiuto di una ragazza professionista che gli detta le lettere dell'alfabeto e lui batte le ciglia ogni volta che viene pronunciata la lettere interessata così si formano le parole che vuole dire. In questo modo scrisse/dettò il suo libro in cui ha espresso tutto ciò che sentiva interiormente al mondo esterno.

    5)Quale personaggio o aspetto ti ha particolarmente colpito?
    -> Come personaggio mi ha colpito molto proprio il protagonista perchè ha avuto la forza di "rialzarsi" e di andare avanti vivendo la vita con tanto amore. Mentre come aspetto mi ha colpito il coraggio della ragazza professionista che si è affiancata a Bauby per aiutarlo ad esternare ciò che pensava e provava.

    Concludo dicendo che è stato un film molto emozionante... che ha riportato una storia vera nelle in tutte le sue sfaccettature. Per me è stato un film dove si è visto il classico binomio odio-amore che però in questo caso viene provato da quest'uomo coraggioso nei confronti della sua vita!!!
    miriam perrella
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 2 Empty c è chi guarda fino all'orizzonte e non vede nulla, c è chi guarda nell'angolo della sua stanza e vede tutto il mondo..

    Messaggio  miriam perrella Mer Mag 16, 2012 11:15 pm

    scheda di discussione "lo scafandro e la farfalla"
    1)dinamica incidente, commenta l'accaduto ed evidenzia i punti che ti hanno colpito
    film tratto dalla storia vera di Jean Dominique-Bauby, narra che il protagonista colto da un improvviso malore mentre è in auto con uno dei suoi figli, ha un ictus.è stato in coma per tre settimane,si scopre che un incidente ha danneggiato il tronco cerebrale, ma le tecniche di rianimazione possono prolungare la vita. Resta paralizzato totalmente,ha perso l'uso della parola oltre a quello dell'occhio destro, affetto da una sindrome particolarmente rara.cio che mi ha colpito è la fermezza e la lucidità mentale di dominique di accostare l'auto per far si che il figlio non soccomba ad una tragica morte coniugata alla razionalità del figlio che chiede aiuto, fin quando non arrivano in soccorso i parenti.
    2)riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.
    prima dell'incidente era redattore, capo della rivista elle,uomo affascinante, edonista ed esteta,dedito ai mille piaceri della vita,alle donne, alla mondanità cittadina e inoltre dominique si prendeva cura di suo padre(esemplare è la scena della rasatura). un giorno però la sua vita cambia radicalmente:a seguito dell'incidente la paralisi lo induce ad adottare alcuni mutamenti nello stile di vita: in primo luogo trovare un modo per comunicare con gli altri, , in secondo luogo accettare il cambiamento dei suoi rapporti con gli altri.
    3)come vive la perdita di autosufficienza motoria
    inizialmente vive una travagliata esperienza a livello comunicativo, spirtituale infatti suggella in modo lapalissiano: "voglio morire". .dominique afferma che la sua vita e stato un susseguirsi di piccoli riferimenti (istanti di felcità che sono volati via, donne che non ha saputo amare, insomma un traguardo tagliato).ma la frase piu toccante è "ho deciso di non compiangermi mai piu", dunque utilizza lo spirito( la farfalla) per ricominciare a vivere e sperare in una "ripresa". l'occhio, la memoria, l'immaginazione gli danno la forza di cercare e trovare la libertà interiore nella prigionia del suo corpo(scafandro), esempio di resilienza dimostrandoci come l'immobilità può essere fonte di gioia.una persona che se da un alto prova un certo disgusto per la propria condizione,dall'altro rivela una forza inesauribile nel reagire alla sua malattia e tornare alla vita.
    4)riflessioni sul linguaggio
    vive in uno stato di locked in. l'unica parte del corpo che è in grado di muovere è l'unico occhio che gli è riamsto ed è grazie ai battiti di ciglia (uno per dire si e due per dire no)quasi fossero ali di una farfalla che dominique riesce ad esprimere se stesso, attraverso uno speciale alfabeto che ripete come una cantilena, creato da una giovane e capace ortofonista che oltre a dare la parola ad un uomo che non ha voce gli fa recuperare anche la sua voglia di vivere.
    5)quale personaggio ti ha colpito?
    il legame con il padre mi ha molto colpito, perchè forse il più sincero e profondo,i figli meritano un posto particolare in quanto oltre a pregare per lui, lo rendono felice perchè li vede vivere e si sente amato da loro e come angeli gli sono accanto per accudirlo, gli spingono la sedia a rotelle, gli asciugano la saliva che esce da un angolo della sua bocca.un forte legame affettivo che ci fa riflettere sul significato della vita e sull'importanza di un amore intenso e profondo che si prova anche per una persona prigioniera del proprio corpo, ma viva dentro e bisognosa d'affetto. anche se la malattia è solitudine, l'ortofonista aiuta a credere sperare in quanto anche se dominique invita a non affondare nello scafandro, aggiunge l'ortofonista con una frase molto toccante "ma lei è anche la mia farfalla". il protagonista infine fa vibrare le corde del cuore , perchè anche se il destino lo ha spinto ai confini della vita, come un naufrago approdato alle rive della solitudine,sa viaggiare con la propria mente in luoghi lontani o in situazini piacevoli, una libertà felice e sterminata che gli permette di provare piacere o desiderare come farsi accarezzare dalle onde del mare, prostrarsi davanti al re dei re, osservare in un luogo desolato la scenografia del cielo. un film coinvolgente e di grande impatto emotivo, che inizialmente può instillare un po d'ansia, ma successivamente la sublima e la rasserena...
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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 2 Empty Scheda "Lo scafandro e la Farfalla"

    Messaggio  Lùcia Pisapia Gio Mag 17, 2012 7:34 am

    Scheda di discussione: "Lo scafandro e la farfalla". (la scheda è individuale)

    1) Dinamica dell'incidente accaduto al protagonista. Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    Il protagonista del film "Lo scafandro e la farfalla" è Jean-Dominique Bauby, capo redattore dell'importante rivista di moda "Elle". Si trova in macchina con il figlio per andare da un parente quando inizia a sentire caldo e poi a non parlare bene: sono i sintomi iniziali di un ictus molto grave. Riesce comunque ad accostare la macchina e il figlio corre a chiedere aiuto, così Bauby viene portato in ospedale. Resta in coma per circa tre settimane e quando si risveglia scopre di essere completamente paralizzato(può muovere solo l'occhio sinistro) e di non poter parlare ma la sua la mente è perfettamente funzionante. Mi hanno colpito le scene iniziali, sfuocate così come in quel momento il protagonista vedeva attraverso il suo occhio; questo permette a chi vede il film di immedesimarsi in lui e secondo me è un modo molto forte di entrare in contatto con la realtà, con l'ambiente, con la situazione in cui si trova in quel momento. Un'altra scena che mi ha colpito è quella in cui il medico rivela a Jean-Dominique in modo molto diretto la sua condizione; è giusto che le persone debbano sempre essere messe di fronte alla realtà, anche se dura ma secondo me poteva farlo con più delicatezza ed umanità.

    2) Prima dell'incidente. Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.
    Bauby prima dell'incidente era un giornalista affermato, era ambizioso, orgoglioso, non era credente, amava la bella vita, le donne, il suo lavoro e trascurava la moglie ed i figli. Dopo l'incidente, la sua personalità cambia; attraverso i suoi ricordi rivive momenti della sua vita e ripensa a tutto quello che non ha dato, soprattutto alla sua famiglia, riuscendo a cogliere anche aspetti che prima aveva trascurato.

    3) Reazione all'incidente. Come vive la perdita di autosufficienza motoria.
    Subito dopo l'incidente, nel momento del suo risveglio, il protagonista è confuso ma poi, quando gli viene rivelata la sua reale condizione, manifesta un rifiuto per quest'ultima, non accetta di essere prigioniero del suo corpo (lo scafandro), non vuole guardarsi allo specchio, non vuole vedere i figli, vuole solo morire. Solo in seguito si rende conto di avere ancora qualcosa che può legarlo alla vita: oltre al suo occhio sinistro, ha la memoria e l'immaginazione che gli permettono di ricordare, di sognare e da qui riparte, ricomincia a vivere anche grazie all'aiuto dell'ex moglie, dei figli e dei diversi specialisti che si occupano di lui, come l'ortofonista. A dimostrazione della ritrovata voglia di vivere, decide di scrivere un libro, in cui raccontare la sua storia e lo fa con l'aiuto di una redattrice.

    4) Comunicazione aumentativa: linguaggio usato dal protagonista per comunicare.
    Bauby non può parlare, comunica solo con un battito di ciglia, una volta per dire "si" e due per dire "no". L'ortofonista gli legge le lettere dell'alfabeto ordinandole secondo la loro frequenza d'uso e lui, attraverso il battito di ciglia (simile a quello delle ali di una farfalla) indica quale lettera vuole usare. In questo modo riesce a comporre parole, poi frasi facendosi comprendere e con questo metodo riesce a dettare alla redattrice il suo libro.

    5) Quale personaggio ti ha maggiormente colpito?
    Mi ha colpito sicuramente il protagonista, che non si è arreso, è andato avanti e da questa sua difficilissima situazione ha ricavato un modo nuovo di vedere la vita e di viverla. Mi ha colpito l'ortofonista, che ha mostrato grande dedizione per il suo lavoro e molta umanità verso il suo paziente, riuscendo a ridargli la voglia di vivere che sembrava aver perduto. Mi ha anche colpito, ma in negativo, la sua fidanzata che non è mai andata a trovarlo in ospedale perchè non voleva vederlo in quello stato; è vero, non è facile per nessuno una situazione del genere ma secondo me ha fatto un errore perchè in amore bisogna condividere tutto, anche i momenti più difficili.


    Questo film per me è stato veramente molto forte e sicuramente quest'esperienza, tra tutte quelle vissute al corso, è stata la più difficile in quanto ha toccato mie paure personali. Quando è iniziato il film ero tentata dall'andar via ma poi ho deciso di restare. Sono uscita un paio di volte dall'aula per distrarmi un pò e ammetto di essere tornata a casa abbastanza agitata. In un altro contesto certamente non avrei visto un film del genere ma vederlo in aula mi ha dato modo di mettermi alla prova e sono felice di avercela fatta.
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    Messaggio  roberta silvestro Gio Mag 17, 2012 7:35 am

    Lavoro svolto da:
    Maiorano Rossella
    Pasquariello Anna
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    Silvestro Roberta
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    SCHEDA DISCUSSIONE:"Lo scafandro e la Farfalla"

    1)Mentre guida inizia ad avere un MALORE e successivamente la situazione degenera e si trasforma in ICTUS.Importante è stato l aiuto DEL FIGLIO che con molta FORZA è riuscito a chiedere aiuto...

    2)Il protagonista era UN REDATTORE CAPO DI UNA RIVISTA DI MODA.La sua vita è cambiata radicalmente a seguito dell'incidente.Prima guardava la vita in maniera più SUPERFICIALE dando importanza a cose FUTILI.In seguito è riuscito ad apprrezzare LE PICCOLE COSE come la ricorrenza della festa del papà oppure l' emozione che provava alla semplice vista del mare.

    3)All' inizio si sente FRUSTRATO,e vive la sua vita come un susseguirsi di FALLIMENTI.VORREBBE MORIRE!!Perchè le uniche due capacità che possiede sono IMMAGINAZZIONE E MEMORIA ED UN SOLO OCCHIO PER POTER PENSARE PARLARE E SCRIVERE.Successivamente capisce l'importanza della vita,inizia ad esternare tutto ciò che pensa,scrive un libro e decide di rivedere i suoi figli in occasione della festa del papà.

    4)Il linguaggio del protagnista non è VERBALE,ma VISIVO grazie l'aiuto dell'ORTOFONISTA MOLTO PAZIENTE.Quest'ultima gli insegna come poter comunicare senza l'uso delle parole,ma solo attraverso il movimento dell'occhio.

    5)Ci colpisce maggiormente la ragazza ORTOFONISTA per la sua grande VOLONTà di portare l'uomo in vita.Riesce ad istaurare anche un rapporto stretto,quasi come se fosse una PERSONA DI FAMIGLIA.
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    Messaggio  simona capasso Gio Mag 17, 2012 8:20 am

    SCHEDA DI DISCUSSIONE

    LAVORO SVOLTO DA:
    APICELLA NUNZIA
    CAPASSO SIMONA
    MARTINO IOLANDA

    TITOLO: LO SCAFANDRO E LA FARFALLA

    1)Mentre Jean Dominique guida la sua auto in compagnia del figlio, avverte uno strano malore ossia un “ICTUS” e lo si capisce dal suo modo di parlare, e il bambino ha avuto una grande forza di coraggio, abbandonando il padre per chiamare aiuto.

    2)Il protagonista prima dell’incidente appare come una persona piena di vita, circondato da molte donne le quali diventeranno la sua più grande passione, ma oltre ad esse la sua è una vita che gira intorno al benessere. Mentre dopo l’incidente egli si ritrova circondato solo dalla madre dei suoi figli, dal padre, dal suo più caro amico, dalle terapista e dalla donna che lo aiuterà a scrivere il libro, appare come una persona fragile che vuole abbandonarsi al proprio destino.

    3)Inizialmente la perdita della sua attività motoria e verbale fanno si che lui si abbandoni a se stesso, ma con l’aiuto dell’ortofonista e della logopedista, ricomincia a sopravvivere in quanto esse rappresentano la speranza, e per questo appare come un uomo “RESILIENTE”.

    4)Il suo non è un linguaggio verbale, ma comunica con il battito dell’unico occhio rimastogli, infatti grazie all’intervento dell’ortofonista e della logopedista, egli riesce a comunicare mediante un alfabeto in cui le lettere vengono presentate per il suo uso più frequente. E per questo l’immaginazione e la memoria sono le uniche 2 motivazioni per poter andare avanti. Infatti egli si paragona ad una montagna di ghiaccio, grande e resistente, che con la sua enorme maestosità all’improvviso si frantuma e si sgretola, e per questo egli si sente come un soldato che fa parte di un esercito di storpi.

    5)La figura che maggiormente ci ha colpito è quella del padre di Jean Dominique, il quale bloccato dalla sua malattia rimane inerte di fronte alla situazione del figlio, senza poterlo aiutare.
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    Messaggio  francesca de falco Gio Mag 17, 2012 8:20 am

    JEAN DOMINIQUE BAUBY è un giornalista, era in macchina con suo figlio quando viene colpito da un ictus che lo tiene in coma per 3 settimane e al suo risveglio scopre che il suo cervello non ha nessun collegamento con il sistema nervoso ed è totalmente paralizzato e la scena che mi colpisce è che lui nonostante qst riesce comunque a sostare la macchina senza mettere in pericolo il figlio e il figlio che subito corre x chiedere aiuto. JEAN-DO era un uomo libero ke amava divertirsi e poteva avere tt quello ke voleva , dopo l'incidente si ritrova paralizzato capace di comunicare con il modo attraverso il solo battito di una ciglia ed è proprio l'occhio che diventa la soglia che permette al pesante scafandro del suo corpo di liberare la farfalla del pensiero . Il giornalista pensa , desidera , soffre grida dentro di se ed è un grido in cerca di una bocca che possa tradurlo in suoni e parole e il battito di ciglia si traduce in lettere e le lettere in parole.Questo è un aspetto molto importante , il linguaggio che usa ed è proprio qst linguaggio ke nn gli impedisce di scrivere un libro cn lo stesso nome del film.
    Sinceramente il personaggio ke mi ha colpito di più è proprio il protagonista che nei momenti di abbattimento morale prende coraggio per continuare ad andare avanti evadendo dalla realtà che lo circonda usando la sua immaginazione e la sua memoria ricordando i momenti del suo passato più felici , le cose che avrebbe voluto fare , le persone che ha trascurato di cui ora si pente di non aver trascorso più tempo con loro , fino al litigio con suo padre.
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    Messaggio  nunzia apicella Gio Mag 17, 2012 8:21 am

    SCHEDA DI DISCUSSIONE

    LAVORO SVOLTO DA:
    APICELLA NUNZIA
    CAPASSO SIMONA
    MARTINO IOLANDA

    TITOLO: LO SCAFANDRO E LA FARFALLA

    1)Mentre Jean Dominique guida la sua auto in compagnia del figlio, avverte uno strano malore ossia un “ICTUS” e lo si capisce dal suo modo di parlare, e il bambino ha avuto una grande forza di coraggio, abbandonando il padre per chiamare aiuto.

    2)Il protagonista prima dell’incidente appare come una persona piena di vita, circondato da molte donne le quali diventeranno la sua più grande passione, ma oltre ad esse la sua è una vita che gira intorno al benessere. Mentre dopo l’incidente egli si ritrova circondato solo dalla madre dei suoi figli, dal padre, dal suo più caro amico, dalle terapista e dalla donna che lo aiuterà a scrivere il libro, appare come una persona fragile che vuole abbandonarsi al proprio destino.

    3)Inizialmente la perdita della sua attività motoria e verbale fanno si che lui si abbandoni a se stesso, ma con l’aiuto dell’ortofonista e della logopedista, ricomincia a sopravvivere in quanto esse rappresentano la speranza, e per questo appare come un uomo “RESILIENTE”.

    4)Il suo non è un linguaggio verbale, ma comunica con il battito dell’unico occhio rimastogli, infatti grazie all’intervento dell’ortofonista e della logopedista, egli riesce a comunicare mediante un alfabeto in cui le lettere vengono presentate per il suo uso più frequente. E per questo l’immaginazione e la memoria sono le uniche 2 motivazioni per poter andare avanti. Infatti egli si paragona ad una montagna di ghiaccio, grande e resistente, che con la sua enorme maestosità all’improvviso si frantuma e si sgretola, e per questo egli si sente come un soldato che fa parte di un esercito di storpi.

    5)La figura che maggiormente ci ha colpito è quella del padre di Jean Dominique, il quale bloccato dalla sua malattia rimane inerte di fronte alla situazione del figlio, senza poterlo aiutare.
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    Messaggio  iolanda martino Gio Mag 17, 2012 8:23 am

    SCHEDA DI DISCUSSIONE

    LAVORO SVOLTO DA:
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    TITOLO: LO SCAFANDRO E LA FARFALLA

    1)Mentre Jean Dominique guida la sua auto in compagnia del figlio, avverte uno strano malore ossia un “ICTUS” e lo si capisce dal suo modo di parlare, e il bambino ha avuto una grande forza di coraggio, abbandonando il padre per chiamare aiuto.

    2)Il protagonista prima dell’incidente appare come una persona piena di vita, circondato da molte donne le quali diventeranno la sua più grande passione, ma oltre ad esse la sua è una vita che gira intorno al benessere. Mentre dopo l’incidente egli si ritrova circondato solo dalla madre dei suoi figli, dal padre, dal suo più caro amico, dalle terapista e dalla donna che lo aiuterà a scrivere il libro, appare come una persona fragile che vuole abbandonarsi al proprio destino.

    3)Inizialmente la perdita della sua attività motoria e verbale fanno si che lui si abbandoni a se stesso, ma con l’aiuto dell’ortofonista e della logopedista, ricomincia a sopravvivere in quanto esse rappresentano la speranza, e per questo appare come un uomo “RESILIENTE”.

    4)Il suo non è un linguaggio verbale, ma comunica con il battito dell’unico occhio rimastogli, infatti grazie all’intervento dell’ortofonista e della logopedista, egli riesce a comunicare mediante un alfabeto in cui le lettere vengono presentate per il suo uso più frequente. E per questo l’immaginazione e la memoria sono le uniche 2 motivazioni per poter andare avanti. Infatti egli si paragona ad una montagna di ghiaccio, grande e resistente, che con la sua enorme maestosità all’improvviso si frantuma e si sgretola, e per questo egli si sente come un soldato che fa parte di un esercito di storpi.

    5)La figura che maggiormente ci ha colpito è quella del padre di Jean Dominique, il quale bloccato dalla sua malattia rimane inerte di fronte alla situazione del figlio, senza poterlo aiutare.
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    Messaggio  carmela clemente Gio Mag 17, 2012 10:14 am

    LO SCAFANDRO E LA FARFALLA
    Scheda di discussione

    1)Dinamica dell'incidente accaduto al protagonista. Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    Il protagonista di questo film Jean-Dominuque Bauby mentre guidava l’auto in compagnia del figlio è colto improvvisamente da un ictus. Ciò che ci ha colpito particolarmente è stato proprio l’improvvisorietà dell’accaduto ovvero il fatto che un ictus può colpire chiunque in qualsias luogo e momento.

    2) Riflessione sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.
    Il protagonista prima di avere l’incidente era un capo redattore di una rivista, bello affascinante e pieno di successo. Amava le donne e la bella vita. Dopo l’incidente invece inizia a riflettere sulla sua esistenza precedente susseguita da fallimenti, da donne che non ha saputo amare, da strade che ha intrapreso conoscendone il percorso ma senza mai raggiungere il traguardo.

    3)Reazione all'incidente. E' resiliente?
    A causa dell’incidente Jean Domenique è rimasto paralizzato, vede con un solo occhio con il quale riesce a comunicare . Sebbene all’ inizio non accettando la sua condizione si piange addosso a tal punto che vorrebbe morire, successivamente decide di non compiangersi più perché ha scoperto che grazie alla sua memoria e alla sua immaginazione può evadere dal suo scafandro. Può essere condiserato un esempio di resilienza perhcè nonostante la sua condizione riesce contando sulla propria forza e con gli aiuti degli esperti riesce a scrivere per fino un libro.

    4)Riflessione sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.
    Il protagonista per comunicare con la logopedista e l’ortofonista utilizza il suo occhio, l’unica parte del corpo che può muovere. L’unica cosa che può dire è sì o no attraverso uno o due movimenti delle ciglia. Ciò che ci ha colpito è stat la rabbia di Jean Dominique che non veniva in un primo momento capito dalle dottoresse che lo accudivano.

    5)Quale personaggio ti ha particolarmente colpito?
    Il personaggio che ci ha colpito maggiormente è sicuramente il protagonista, la sofferenza con cui ha saputo inizialemnte della sua malattia di fronte alla freddezza dei medici che a causa dell’ abitudine gli cominicano il suo problema come un qualcosa di “normale”trascurando che dietro a un paziente c’è sempre un uomo con le proprie fragilità, debolezze e la propria sensibilità.


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    Messaggio  Anna Carmela Capasso Gio Mag 17, 2012 10:19 am

    LO SCAFANDRO E LA FARFALLA
    Scheda di discussione

    1)Dinamica dell'incidente accaduto al protagonista. Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    Il protagonista di questo film Jean-Dominuque Bauby mentre guidava l’auto in compagnia del figlio è colto improvvisamente da un ictus. Ciò che ci ha colpito particolarmente è stato proprio l’improvvisorietà dell’accaduto ovvero il fatto che un ictus può colpire chiunque in qualsias luogo e momento.

    2) Riflessione sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.
    Il protagonista prima di avere l’incidente era un capo redattore di una rivista, bello affascinante e pieno di successo. Amava le donne e la bella vita. Dopo l’incidente invece inizia a riflettere sulla sua esistenza precedente susseguita da fallimenti, da donne che non ha saputo amare, da strade che ha intrapreso conoscendone il percorso ma senza mai raggiungere il traguardo.

    3)Reazione all'incidente. E' resiliente?
    A causa dell’incidente Jean Domenique è rimasto paralizzato, vede con un solo occhio con il quale riesce a comunicare . Sebbene all’ inizio non accettando la sua condizione si piange addosso a tal punto che vorrebbe morire, successivamente decide di non compiangersi più perché ha scoperto che grazie alla sua memoria e alla sua immaginazione può evadere dal suo scafandro. Può essere condiserato un esempio di resilienza perhcè nonostante la sua condizione riesce contando sulla propria forza e con gli aiuti degli esperti riesce a scrivere per fino un libro.

    4)Riflessione sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.
    Il protagonista per comunicare con la logopedista e l’ortofonista utilizza il suo occhio, l’unica parte del corpo che può muovere. L’unica cosa che può dire è sì o no attraverso uno o due movimenti delle ciglia. Ciò che ci ha colpito è stat la rabbia di Jean Dominique che non veniva in un primo momento capito dalle dottoresse che lo accudivano.

    5)Quale personaggio ti ha particolarmente colpito?
    Il personaggio che ci ha colpito maggiormente è sicuramente il protagonista, la sofferenza con cui ha saputo inizialemnte della sua malattia di fronte alla freddezza dei medici che a causa dell’ abitudine gli cominicano il suo problema come un qualcosa di “normale”trascurando che dietro a un paziente c’è sempre un uomo con le proprie fragilità, debolezze e la propria sensibilità.


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    Messaggio  eleonora daniele Gio Mag 17, 2012 12:49 pm

    SCHEDA DI DISCUSSIONE
    1)Dinamica dell’incidente accaduto al protagonista. Commenta l’accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    Il protagonista, Jean-Dominique Bauby ebbe un incidente vascolare, celebrale all’età di 43 anni. Mentre era in macchina con suo figlio improvvisamente iniziava ad avvertire un malore e il figlio subito interviene facendo accostare la macchina al padre, scende e corre disperato a chiamare la madre. Però appena arrivano, la donna capisce che non c’era niente da fare, aveva avuto un ictus. Il protagonista si risveglia su un letto di ospedale, dopo essere stato per lungo tempo in coma, si ritrova completamente paralizzato dalla testa ai piedi ed è capace solo di sentire, e il suo cervello è attivo. Purtroppo l’incidente lo ha ridotto in uno stato di sindrome locked-in, avendo come unico mezzo di comunicazione il battito della palpebra del suo occhio sinistro. Il momento che più ci ha fatto impressione è stato quando il protagonista stava accusando il malore.

    2)Prima dell’incidente. Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l’incidente.
    Il protagonista Jean-Do era un redattore capo di una rivista famosa di moda francese "Elle" , era un uomo di successo, viveva nel lusso e si concedeva spesso delle avventure amorose. È un uomo che ha tanta voglia di vivere, che ama i piaceri della vita e soprattutto le donne. Dopo l’incidente Jean pensa, desidera, soffre, grida dentro di sé e riprende con gran fatica la comunicazione con il mondo che lo circonda.

    3)Reazione all’incidente. Esempio: come vive la perdita di autosufficienza motoria. È resiliente rispetto all’incidente.
    Dopo un iniziale sconforto morale, Bauby non si perse d'animo, si fa coraggio per continuare ad andare avanti soprattutto per amore dei suoi figli. Nei momenti di sconforto evade dalla realtà che lo circonda usando la sua immaginazione e la sua memoria, immagina qualunque cosa, qualunque persona, qualunque luogo, ricordando i momenti più felici del suo passato, le cose che avrebbe voluto fare e non ha fatto, le persone che ha trascurato cui ora si pente di non aver trascorso più tempo con loro, di aver dato troppo importanza al suo lavoro e non alle cose veramente essenziali. In questo modo assapora di più le vere bellezze della vita.

    4)Comunicazione aumentativa. Riflessione sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.
    Il linguaggio del protagonista non è verbale. Impara pian piano a comunicare in modo visivo grazie all’aiuto della logopedista e della ortofonista, che sono molto pazienti con lui. Infatti con duri sforzi crea un sistema di comunicazione, un codice alfabetico che gli permette di trasmettere i suoi pensieri e le sue sensazioni a chi gli sta vicino. La prima frase che riesce a comunicare è “voglio morire”. "Lei vuole morire!- risponde la dottoressa, ci sono persone che l’amano. Io la conosco appena ma lei già conta molto per me. Lei è vivo, quindi non mi dica che vuole morire. E’ una mancanza di rispetto, è osceno!" Ma questo è lo sconforto di un momento: Jaen-Dominique riprende gli esercizi e comunica alla dottoressa: "ho deciso di non compiangermi più". Bauby con questo sistema dettò il suo libro ad una redattrice del suo editore, che con molta pazienza annotò, rilesse e riscrisse insieme a lui.

    5)Quale personaggio ti ha particolarmente colpito.
    Il personaggio che ci ha particolarmente colpito è la moglie del protagonista. Appena ha appreso la notizia dell’incidente, subito si è precipitata in ospedale, restando sempre vicino al padre dei suoi figli e accudendolo con grande amore e disinvoltura, nonostante il suo tradimento.

    "Anche l'immobilità è fonte di gioia". Jean-Dominique Bauby
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    Messaggio  carmela accurso Gio Mag 17, 2012 12:51 pm

    SCHEDA DI DISCUSSIONE

    1)Dinamica dell’incidente accaduto al protagonista. Commenta l’accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    Il protagonista, Jean-Dominique Bauby ebbe un incidente vascolare, celebrale all’età di 43 anni. Mentre era in macchina con suo figlio improvvisamente iniziava ad avvertire un malore e il figlio subito interviene facendo accostare la macchina al padre, scende e corre disperato a chiamare la madre. Però appena arrivano, la donna capisce che non c’era niente da fare, aveva avuto un ictus. Il protagonista si risveglia su un letto di ospedale, dopo essere stato per lungo tempo in coma, si ritrova completamente paralizzato dalla testa ai piedi ed è capace solo di sentire, e il suo cervello è attivo. Purtroppo l’incidente lo ha ridotto in uno stato di sindrome locked-in, avendo come unico mezzo di comunicazione il battito della palpebra del suo occhio sinistro. Il momento che più ci ha fatto impressione è stato quando il protagonista stava accusando il malore.

    2)Prima dell’incidente. Riflessioni sulla personalità del protagonista prima e dopo l’incidente.
    Il protagonista Jean-Do era un redattore capo di una rivista famosa di moda francese "Elle" , era un uomo di successo, viveva nel lusso e si concedeva spesso delle avventure amorose. È un uomo che ha tanta voglia di vivere, che ama i piaceri della vita e soprattutto le donne. Dopo l’incidente Jean pensa, desidera, soffre, grida dentro di sé e riprende con gran fatica la comunicazione con il mondo che lo circonda.

    3)Reazione all’incidente. Esempio: come vive la perdita di autosufficienza motoria. È resiliente rispetto all’incidente.
    Dopo un iniziale sconforto morale, Bauby non si perse d'animo, si fa coraggio per continuare ad andare avanti soprattutto per amore dei suoi figli. Nei momenti di sconforto evade dalla realtà che lo circonda usando la sua immaginazione e la sua memoria, immagina qualunque cosa, qualunque persona, qualunque luogo, ricordando i momenti più felici del suo passato, le cose che avrebbe voluto fare e non ha fatto, le persone che ha trascurato cui ora si pente di non aver trascorso più tempo con loro, di aver dato troppo importanza al suo lavoro e non alle cose veramente essenziali. In questo modo assapora di più le vere bellezze della vita.

    4)Comunicazione aumentativa. Riflessione sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.
    Il linguaggio del protagonista non è verbale. Impara pian piano a comunicare in modo visivo grazie all’aiuto della logopedista e della ortofonista, che sono molto pazienti con lui. Infatti con duri sforzi crea un sistema di comunicazione, un codice alfabetico che gli permette di trasmettere i suoi pensieri e le sue sensazioni a chi gli sta vicino. La prima frase che riesce a comunicare è “voglio morire”. "Lei vuole morire!- risponde la dottoressa, ci sono persone che l’amano. Io la conosco appena ma lei già conta molto per me. Lei è vivo, quindi non mi dica che vuole morire. E’ una mancanza di rispetto, è osceno!" Ma questo è lo sconforto di un momento: Jaen-Dominique riprende gli esercizi e comunica alla dottoressa: "ho deciso di non compiangermi più". Bauby con questo sistema dettò il suo libro ad una redattrice del suo editore, che con molta pazienza annotò, rilesse e riscrisse insieme a lui.

    5)Quale personaggio ti ha particolarmente colpito.
    Il personaggio che ci ha particolarmente colpito è la moglie del protagonista. Appena ha appreso la notizia dell’incidente, subito si è precipitata in ospedale, restando sempre vicino al padre dei suoi figli e accudendolo con grande amore e disinvoltura, nonostante il suo tradimento.

    "Anche l'immobilità è fonte di gioia". Jean-Dominique Bauby
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    Messaggio  Stefania Scafati Gio Mag 17, 2012 2:27 pm


    SCHEDA DI DISCUSSIONE "Lo scafandro e la farfalla"

    1)Il protagonista, Jean Dominique, viene colpito da un ictus mentre si trova in auto con suo figlio. Naturalmente, la prima cosa che mi ha colpito è stato il fatto che Jean Dominique si accorge che qualcosa non va e accosta l’auto sul ciglio della strada, evitando così un’ulteriore tragedia che avrebbe potuto coinvolgere anche suo figlio.
    2)Prima dell’incidente, il protagonista è un uomo affermato, di successo, caporedattore della nota rivista “Elle”. Jean Dominique è un uomo colto, amato dalla sua famiglia che vive la sua esistenza con superficialità, prestando importanza alle cose futili della vita.
    Dopo l’incidente, scopre una realtà del tutto diversa: questo stato vegetativo gli consente di riflettere sulla sua vita vissuta, rimpianti e rimorsi, rendendosi conto che fino a quel momento aveva vissuto da cieco.
    Jean Dominique, nonostante la sua situazione è ancora un uomo che prova emozioni, che ricorda, che immagina, un uomo che soffre ma che lotta comunque. E questo è ammirevole.
    3)Jean Dominique, dopo l’incidente e quindi dopo aver saputo che il suo corpo non risponde più agli stimoli del sistema nervoso centrale, ha dei momenti in cui prova orrore per se stesso, in cui vorrebbe arrendersi, ma questi episodi terminano nell’attimo in cui decide di riprendere in mano la sua vita, di dedicarsi a ciò che precedentemente aveva ignorato, di cogliere ciò che gli era sfuggito.
    Sono frequenti, infatti, i momenti tristi, in cui sembra voler arrendersi, alternati invece a situazioni di resilienza accompagnata da ironia.
    4)Devo ammettere che prima di vedere questo film, non avevo mai pensato a come una persona nella condizione del protagonista, potesse comunicare ed esprimersi. Il linguaggio (non verbale) utilizzato non è sicuramente semplice, bisogna infatti, leggere ogni lettera molto lentamente, e nello stesso tempo c’è la necessità di prestare molta attenzione ai battiti di ciglia del protagonista; ma al tempo stesso, questa forma di linguaggio è straordinariamente fondamentale, per consentire a queste persone di comunicare con il mondo.
    Sono rimasta sbalordita quando ho saputo che il film è tratto dal libro “scritto” dal protagonista; è stato molto emozionante sapere cosa pensava Jean Dominique, conoscere le sue sensazioni e i suoi stati d’animo.
    5)Non c’è stato un solo personaggio che mi ha colpito: ognuno infatti, a modo suo, mi ha trasmesso qualcosa. Innanzitutto, l’ortofonista è sicuramente uno di questi: all’inizio prende il caso di Jean Dominique come una sorta di sfida, deve permettere a questa persona di recuperare alcune funzioni, quali il movimento della testa e tornare a deglutire, in modo che possa tornare a mangiare. Successivamente, invece, si nota come la donna si affezioni al protagonista, lo prende a cuore, capisce la situazione di disagio che sta vivendo e tenta di aiutarlo il più possibile. Mi ha colpito molto la scena in cui Jean Dominique le dice di voler morire e la donna, adirata, afferma che lui è importante per molte persone, per la sua famiglia, sostenendo che ciò che ha detto è un’offesa alla vita.
    Mi ha colpito anche la moglie di Dominique in quanto, nonostante sia stata tradita, dai suoi occhi e dalle sue azioni, traspare quel sentimento profondo che è l’amore, che va oltre alle bugie e ai tradimenti.
    Infine, ovviamente, il protagonista è collocato sicuramente tra i personaggi che hanno suscitato il mio interesse. Mi ha davvero colpito la sua forza, la sua caparbietà, la sua resilienza e il suo amore, nonostante tutto verso la vita.
    Mi ha colpito molto una frase: “Ho appena scoperto che oltre il mio occhio ho altre due cose che non sono paralizzate: l’immaginazione e la memoria. L’immaginazione mi permette di evadere dallo scafandro. Questa è certamente una delle frasi più significative del film, in quanto dimostra che il protagonista decide di andare avanti con la sua vita e di non compiangersi più.
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    Messaggio  alessandra sbrizzi Gio Mag 17, 2012 2:46 pm

    Il protagonista del film,Jean-Dominique, viene colpito da un ictus e da una rarissima sindrome che gli impedisce di muovere qualsiasi parte del corpo che non sia il suo occhio sinistro che diviene l'unico suo modo per comunicare. La sua vita, prima mondana e facile, cambia radicalmente e cosi anche la visione che ha di essa. La voce narrante all' interno del film ci permette di conoscere i pensieri di questo uomo, di appena 43 anni, e di comprendere in pieno la sua sofferenza e i rimorsi che ha per non aver vissuto la sua vita in pieno, godendo della gioia di poter coccolare i suoi figli. Ingegnoso è il metodo che gli permette di comunicare e, addirittura, di scrivere un libro, tale metodo riesce a sfruttare in pieno l'unica abilità rimasta a Jean-Dominique permettendogli di comunicare con il mondo e facendolo sentire meno prigioniero del suo "scafandro". Ovviamente, appena resosi conto della sua triste situazione il protagonista sprofonda nello sconforto ed il suo unico desiderio è quello di morire poi, grazie all'aiuto dei medici, della moglie, dei figli e della donna che lo aiuterà a scrivere il libro riuscirà ad attingere a tutte le sue forze per tentare il difficile percorso di miglioramento. Usando la sua immaginazione e la sua memoria il protagonista riesce ad evadere dalla sua situazione, ricordando i momenti felici e rimpiangendo le cose che non avrà più la possibilità di fare e che si pente di non aver fatto. I personaggi che ci hanno colpito di più sono stati quello della moglie, presente e compassionevole anche dopo essere stata lasciata sola con tre figli da un marito adultero e la donna che lo aiuta a scrivere il libro che presenta dedizione e amore non solo per il suo lavoro ma allo stesso Jean-Dominique.

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    film Scafandro e la farfalla (chiude il 23 mag) - Pagina 2 Empty SCHEDA DI DISCUSSIONE: "Lo Scafandro e la farfalla"

    Messaggio  ascione ass Gio Mag 17, 2012 2:47 pm

    SCHEDA DI DISCUSSIONE
    “Lo scafandro e la farfalla"
    1. Dinamica dell'incidente accaduto al protagonista. Commenta l'accaduto evidenziando i punti che ti hanno colpito.
    2. Riflessione sulla personalità del protagonista prima e dopo l'incidente.
    3. Reazione all'incidente. E' resiliente?
    4. Riflessione sul linguaggio utilizzato dal protagonista per comunicare.
    5. Quale personaggio ti ha particolarmente colpito?

    Ciò che maggiormente ci ha colpito è la determinazione del protagonista e la sua resilienza. Grazie alla capacità delle persone che lo assistono riesce a comunicare tramite il battito delle palpebre del suo occhio sinistro, unico contatto con il mondo esterno in maniera sempre più efficace facendo diventare questo sistema il suo metodo per comunicare ed esprimere così le sue emozioni iniziali di rabbia e man mano sempre più positive.
    Difatti è proprio tramite questo battere di palpebra che comunica la sua voglia di morire facendo infuriare una delle dottoresse che poi si mostrerà determinante nel suo percorso di degenza. E’ proprio dopo la shock iniziale che infatti deciderà di non compiangersi più mostrando la sua grande forza d’animo; utilizzando come ancora di salvataggio la memoria e l’immaginazione, che lui definisce le uniche parti non paralizzate che gli restano e che gli permettono la fuga da ciò che lui definisce il suo “Scafandro”.
    Il suo cambiamento più grande sarà nel rapporto con i figli ai quali prima non dedicava il tempo necessario ed ora invece la difficoltà nel rapporto con loro diventa la sua pena maggiore e il non poter essere per loro un padre normale , sin dai piccoli gesti come una carezza tra i capelli, gli provoca tanto dolore, compensato però dalla gioia di vederli vivere. E’ dunque proprio il protagonista il personaggio che più emoziona poiché il suo impegno nel gesto ad esempio di scrivere il libro nonostante il suo deficit verbale denota la sua voglia di continuare a vivere diventando così da “scafandro” … “farfalla”.

    Carmen D'Alessio
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    Messaggio  carmela aversano 88 Gio Mag 17, 2012 2:53 pm

    1)Il protagonista del film, Jean-Dominique, ex caporedattore di "Elle France" a seguito di un improvviso ictus, racconta come sia cambiata la sua vita, dopo essersi risvegliato da un coma che gli ha deteorato tutte le funzioni motorie, lasciandolo in una condizione che la medicina chiama locked-in. L'unica parte del corpo che è in grado di muovere è la palpebra dell'occhio, grazie alla quale è riuscito a scrivere un romanzo in cui ha raccontato il suo mondo interiore.
    2)Jean-Dominique prima del suo incidente conduceva una vita frenetica per il suo lavoro, che non gli permetteva pause: continue interviste, servizi fotografici, una ruota che non riusciva a fermare. Lo "stop"arriva bruscamente:un ictus poi il coma, dal quale si è risvegliato con il cervello intatto, ma un corpo che non rispondeva più. Passa così da una vita frenetica ad un letto in una clinica. La sua vita cambia radicalmente. Il desiderio di abbracciare i suoi figli, di baciare sua moglie sono desideri che non potranno avverarsi. Ma la mente non smette di far crescere tali desideri e crede in un cambiamento. Quindi la speranza, i desideri, la voglia di esprimersi sono per Jean-Dominique, il suono che accompagnano la sua vita.
    3)Jean-Dominique, una personalità cinica e superficiale, colpito dalla sindrome di locked-in, si ritrova immobile, imprigionato nel suo corpo. L'impeto con la realtà è ovviamente negativo: era un caporedattore di un importante rivista, pieno di sè, stimato e invidiato. Dopo l'incidente non riesce ad accettare il pietismo e la compassione che gli vengono dati. Esprime così a suo modo la volontà di morire rifiutando tutti gli stimoli che gli vengono proposti, dagli operatori.A seguito dell'incidente la personalità di Jean-Dominique cambia radicalmente, costretto a guardare il mondo da un'altra prospettiva riesce a dare più valore alla piccole cose e a trovare l'essenza più profonda della vita. La sua esperienza continua attraverso il suo occhio sinistro con l'immaginazione come quella di uno scafandro e il suo desiderio di morte si libera trasformandosi in farfalla.
    4)Poichè gli unici sensi a cui può far riferimento sono l'udito e la vista, Jean-Dominique può comunicare solo attraverso un occhio: chiuderlo una solo volta, mentre l'ortofonista pronuncia le lettere in una cronologia pronuncia le lettere in una cronologia precisa, vuol dire sceglierla. Seppure sia un metodo che richiede molta pazienza, fatica e determinazione è l'unico disponibile e vale la pena ricavare il più possibile da una disabilità.
    5)Ci ha particolarmente colpito l'ammirevole, commuovente ed esemplare personaggio dell'ortofonista, la quale ha investito tutta la sua grinta, la sua passione per il suo lavoro nell'aiutare Jean-Dominique a combattere per ritrovare una minima speranza. Il suo è stato sopratutto un sostegno umano, nonostante fosse il suo primo lavoro ha mostrato con competenza, umanità e dedizione, qualità necessarie e fondamentali in un lavoro così delicato e difficile. Pur non essendo mai apparso, un'altro personaggio di notevole rilievo è la compagna di Jean_Dominique la quale non è mai andata a trovarlo.L'apparente indifferenza cela in realtà la paura di affrontare una realtà tanto dolorosa come la disabilità.

    Questo lavoro è stato svolto da: ROBERTA NARICI, AVERSANO CARMELA, ADRIANA DE ROSA
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    Messaggio  Adriana De Rosa Gio Mag 17, 2012 2:54 pm

    1)Il protagonista del film, Jean-Dominique, ex caporedattore di "Elle France" a seguito di un improvviso ictus, racconta come sia cambiata la sua vita, dopo essersi risvegliato da un coma che gli ha deteorato tutte le funzioni motorie, lasciandolo in una condizione che la medicina chiama locked-in. L'unica parte del corpo che è in grado di muovere è la palpebra dell'occhio, grazie alla quale è riuscito a scrivere un romanzo in cui ha raccontato il suo mondo interiore.
    2)Jean-Dominique prima del suo incidente conduceva una vita frenetica per il suo lavoro, che non gli permetteva pause: continue interviste, servizi fotografici, una ruota che non riusciva a fermare. Lo "stop"arriva bruscamente:un ictus poi il coma, dal quale si è risvegliato con il cervello intatto, ma un corpo che non rispondeva più. Passa così da una vita frenetica ad un letto in una clinica. La sua vita cambia radicalmente. Il desiderio di abbracciare i suoi figli, di baciare sua moglie sono desideri che non potranno avverarsi. Ma la mente non smette di far crescere tali desideri e crede in un cambiamento. Quindi la speranza, i desideri, la voglia di esprimersi sono per Jean-Dominique, il suono che accompagnano la sua vita.
    3)Jean-Dominique, una personalità cinica e superficiale, colpito dalla sindrome di locked-in, si ritrova immobile, imprigionato nel suo corpo. L'impeto con la realtà è ovviamente negativo: era un caporedattore di un importante rivista, pieno di sè, stimato e invidiato. Dopo l'incidente non riesce ad accettare il pietismo e la compassione che gli vengono dati. Esprime così a suo modo la volontà di morire rifiutando tutti gli stimoli che gli vengono proposti, dagli operatori.A seguito dell'incidente la personalità di Jean-Dominique cambia radicalmente, costretto a guardare il mondo da un'altra prospettiva riesce a dare più valore alla piccole cose e a trovare l'essenza più profonda della vita. La sua esperienza continua attraverso il suo occhio sinistro con l'immaginazione come quella di uno scafandro e il suo desiderio di morte si libera trasformandosi in farfalla.
    4)Poichè gli unici sensi a cui può far riferimento sono l'udito e la vista, Jean-Dominique può comunicare solo attraverso un occhio: chiuderlo una solo volta, mentre l'ortofonista pronuncia le lettere in una cronologia pronuncia le lettere in una cronologia precisa, vuol dire sceglierla. Seppure sia un metodo che richiede molta pazienza, fatica e determinazione è l'unico disponibile e vale la pena ricavare il più possibile da una disabilità.
    5)Ci ha particolarmente colpito l'ammirevole, commuovente ed esemplare personaggio dell'ortofonista, la quale ha investito tutta la sua grinta, la sua passione per il suo lavoro nell'aiutare Jean-Dominique a combattere per ritrovare una minima speranza. Il suo è stato sopratutto un sostegno umano, nonostante fosse il suo primo lavoro ha mostrato con competenza, umanità e dedizione, qualità necessarie e fondamentali in un lavoro così delicato e difficile. Pur non essendo mai apparso, un'altro personaggio di notevole rilievo è la compagna di Jean_Dominique la quale non è mai andata a trovarlo.L'apparente indifferenza cela in realtà la paura di affrontare una realtà tanto dolorosa come la disabilità.

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    Messaggio  Roberta Narici Gio Mag 17, 2012 2:55 pm

    1)Il protagonista del film, Jean-Dominique, ex caporedattore di "Elle France" a seguito di un improvviso ictus, racconta come sia cambiata la sua vita, dopo essersi risvegliato da un coma che gli ha deteorato tutte le funzioni motorie, lasciandolo in una condizione che la medicina chiama locked-in. L'unica parte del corpo che è in grado di muovere è la palpebra dell'occhio, grazie alla quale è riuscito a scrivere un romanzo in cui ha raccontato il suo mondo interiore.
    2)Jean-Dominique prima del suo incidente conduceva una vita frenetica per il suo lavoro, che non gli permetteva pause: continue interviste, servizi fotografici, una ruota che non riusciva a fermare. Lo "stop"arriva bruscamente:un ictus poi il coma, dal quale si è risvegliato con il cervello intatto, ma un corpo che non rispondeva più. Passa così da una vita frenetica ad un letto in una clinica. La sua vita cambia radicalmente. Il desiderio di abbracciare i suoi figli, di baciare sua moglie sono desideri che non potranno avverarsi. Ma la mente non smette di far crescere tali desideri e crede in un cambiamento. Quindi la speranza, i desideri, la voglia di esprimersi sono per Jean-Dominique, il suono che accompagnano la sua vita.
    3)Jean-Dominique, una personalità cinica e superficiale, colpito dalla sindrome di locked-in, si ritrova immobile, imprigionato nel suo corpo. L'impeto con la realtà è ovviamente negativo: era un caporedattore di un importante rivista, pieno di sè, stimato e invidiato. Dopo l'incidente non riesce ad accettare il pietismo e la compassione che gli vengono dati. Esprime così a suo modo la volontà di morire rifiutando tutti gli stimoli che gli vengono proposti, dagli operatori.A seguito dell'incidente la personalità di Jean-Dominique cambia radicalmente, costretto a guardare il mondo da un'altra prospettiva riesce a dare più valore alla piccole cose e a trovare l'essenza più profonda della vita. La sua esperienza continua attraverso il suo occhio sinistro con l'immaginazione come quella di uno scafandro e il suo desiderio di morte si libera trasformandosi in farfalla.
    4)Poichè gli unici sensi a cui può far riferimento sono l'udito e la vista, Jean-Dominique può comunicare solo attraverso un occhio: chiuderlo una solo volta, mentre l'ortofonista pronuncia le lettere in una cronologia pronuncia le lettere in una cronologia precisa, vuol dire sceglierla. Seppure sia un metodo che richiede molta pazienza, fatica e determinazione è l'unico disponibile e vale la pena ricavare il più possibile da una disabilità.
    5)Ci ha particolarmente colpito l'ammirevole, commuovente ed esemplare personaggio dell'ortofonista, la quale ha investito tutta la sua grinta, la sua passione per il suo lavoro nell'aiutare Jean-Dominique a combattere per ritrovare una minima speranza. Il suo è stato sopratutto un sostegno umano, nonostante fosse il suo primo lavoro ha mostrato con competenza, umanità e dedizione, qualità necessarie e fondamentali in un lavoro così delicato e difficile. Pur non essendo mai apparso, un'altro personaggio di notevole rilievo è la compagna di Jean_Dominique la quale non è mai andata a trovarlo.L'apparente indifferenza cela in realtà la paura di affrontare una realtà tanto dolorosa come la disabilità.

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    Messaggio  MAURIELLO JESSICA Gio Mag 17, 2012 3:43 pm

    Ho deciso di assemblare i cinque punti e creare un discorso unico.

    Abbiamo preso visione del film “Lo scafandro e la farfalla” basato sull'omonima monografia di Jean-Dominique Bauby, in cui l’uomo descrive la sua vita dopo aver avuto un ictus all'età di 43 anni, che lo ha ridotto in uno stato di sindrome locked-in(sindrome del chiuso dentro).
    Per descrivere nei dettagli la dinamica dell’incidente ho rivisto questa scena del film e ho notato come il tempo nuvoloso ,i colori scuri sono gli unici elementi che fanno presagire che presto accadrà qualcosa di brutto perché il clima amorevole ,divertente che si instaura tra padre e il figlio maggiore irradia tanta luce. Essi sono in macchina e stanno andando al cinema e improvvisamente le labbra dell’uomo iniziano a muoversi in modo strano,la lingua inizia a rotearsi,i suoni pronunciati diventano incomprensibili;intanto sale l’ansia del ragazzo che quasi del tutto impietrito osserva la scena senza sapere che da li a poche frazioni di secondo il corpo del suo papà si sarebbe irrigidito per sempre. Mentre una donna chiamata dal bambino soccorre l’uomo il suo primo pensiero è rivolto al cinema presso il quale si stava recando con suo figlio e la sua unica preoccupazione è quella di rimandare la visione del film al giorno seguente…eppure quel giorno non è mai più arrivato.
    In realtà le scene del film si susseguono attraverso l’alternarsi del piano del presente con quello del passato e la specificità del film si riscontra nel fatto che noi osserviamo attraverso gli occhi dell’uomo ,pensiamo ciò che lui pensa,sentiamo ciò che lui sente proviamo emozioni attraverso le sue emozioni.
    L’uomo,prima dell’incidente,è affascinante,ha una personalità estroversa,è amante delle belle donne,affermato professionalmente come caporedattore,poco presente per sua moglie e i suoi tre splendidi bambini, come lui stesso ha pensato”era cieco e sordo e gli serviva la luce dell’infermità per vedere la sua vera natura”.
    In seguito quando si sveglia dal coma ha inizialmente l’affanno ma è relativamente tranquillo,poi inizia ad agitarsi quando si accorge che lui parla (nella sua mente) ma nessuno può ascoltarlo;cerca ,dunque, di tranquillizzare se stesso e almeno inizialmente è speranzoso che presto riprenderà l’uso della parola fino a quando il medico in modo molto schietto gli spiega che è stato colpito da una sindrome molto rara che gli dava la possibilità di capire e pensare ma che gli aveva paralizzato il corpo. Frustrato per l’accaduto cerca di rievocare alla mente ciò che gli è successo e inizia a provare numerosi rimpianti per essere stato assente con la sua famiglia consapevole di non poter più rimediare agli errori fatti.
    Dopo un periodo di smarrimento inizia a fare riabilitazione e comprende che nonostante sia paralizzato completamente le uniche due cose che ancora possedeva erano:LA MEMORIA E L’IMMAGINAZIONE.
    Partendo da questa consapevolezza decide di scrivere un libro in cui non aveva limiti spazio-temporali, in cui poteva immaginare di alzarsi ,camminare e farsi il bagno.
    Poiché l’unica parte del corpo che poteva muovere lui che era immobilizzato in uno scafandro era la palpebra dell’occhio sinistro (il ci movimento riproduce il battito delle ali di una farfalla)utilizzava questo muscolo per comunicare all’esterno:un battito significava si,due battiti significava no,l’occhio chiuso per un pò stava a significare conferma. Durante questo percorso è stato affiancato da operatrici molto professionali e attente in particolare una logopedista ed una ortofonista che lo hanno aiutato con tanto amore e attenzione. Per comunicare utilizzava un alfabeto in cui le lettere erano state poste in ordine di frequenza nelle parole;è straordinario notare come soltanto attraverso l’utilizzo del movimento del suo occhio sinistro abbia scritto un libro di due volumi e questo splendido risultato si spiega attraverso la sua grande resilienza e voglia di vivere.
    In questi momenti cosi difficili è la sua vera famiglia a stargli vicino a sostenerlo:il padre che lo chiama a telefono e al quale poco tempo prima aveva rasato la barba prendendosi cura di lui e che durante la telefonata piange disperato e nota come entrambi ormai si trovano nella stessa situazione poiché lui era imprigionato,a causa della sua disabilità,nel suo appartamento e il figlio nel suo corpo;suo figlio che gli asciuga la saliva che esce dalle labbra e si prende cura di lui quasi come se il ciclo si ripetesse;l’amico che non pensava si preoccupasse per lui poiché quando era stato liberato dopo essere stato preso in ostaggio a Berut lui n modo menefreghista non si era degnato nemmeno di una telefonata;e sua moglie che con la sua grande forza,mettendo da parte la propria dignità di donna continua a stargli vicino ,ad amarlo,non lo abbandona,gli offre la possibilità di vedere i loro bambini pur consapevole che il suo uomo,il padre dei suoi figli abbia un amante che si limita a telefonarlo e a dirgli che non gli farà mai una visita perché non ci riesce. Eppure è in questi momenti che bisogna raccogliere tutta la forza che sta in noi e lottare come ha fatto sua moglie la cui personalità mi ha colpito particolarmente,perché è semplice stare accanto ad una persona quando non ci sono difficoltà,quando si condividono solo momenti belli insieme mentre e molto più difficili non scappare quando sembra che non ci sia via di uscita…credo che quella della moglie sia stata una grande prova di amore mentre considero abominevole l’atteggiamento dell’amante che evidentemente stava con lui solo per i soldi ,per condurre una vita sfarzosa e divertirsi.
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    Messaggio  Miryam Polidoro Gio Mag 17, 2012 4:23 pm

    Lavoro svolto da Polidoro Miryam e Manzoni Simona
    1. DINAMICA DELL’INCIDENTE ACCADUTO AL PROTAGONISTA
    Jean Dominique un giorno tornò a casa con l’auto nuova e decise di andare a fare un giro con il figlio. Improvvisamente, mentre chiacchieravano, il padre non riuscì più a parlare, disse al figlio :”sta iniziando a piovere, accostiamo”, appena accostò l’auto la bocca si distorse verso sinistra: gli era venuto un ictus.
    2. PRIMA DELL’INCIDENTE: RIFLESSIONI SULLA PERSONALITA’ DEL PROTAGONISTA PRIMA E DOPO L’INCIDENTE
    Il protagonista prima dell’incidente era un redattore capo rivista del giornale di moda “En”, aveva una vita libera e spensierata, passava di donna in donna e, preso dalla sua mania di libertà, trascurava la moglie e i figli. Dopo l’incidente passa radicalmente dall’estrema libertà all’essere prigioniero nel suo corpo, come se stesse in uno scafandro e realizza che ormai non potrà più recuperare e rimediare per aver perso tempo prezioso, realizza che in realtà prima era cieco e sordo e con rammarico afferma che gli serviva la luce dell’infermità per capire la sua esistenza.
    3.REAZIONE ALL’INCIDENTE
    Quando scopre di aver perso l’autosufficienza motoria inizialmente Jean non è resiliente, infatti non vuole vedere i figli, piange e dice alla sua ortofonista di voler morire, successivamente decide di non compiangersi mai più, poiché capisce di aver paralizzato il suo corpo ma non l’immaginazione e la memoria, che la usa per evadere dal suo “scafandro” immaginandosi in qualunque parte del mondo bello e affascinante. Inizia così a scrivere un libro, diventando resiliente e ricomincia anche a rivedere i propri figli.
    4.COMUNICAZIONE AUMENTATIVA
    Il protagonista è paralizzato in tutto il corpo, non riesce nemmeno ad ingoiare, riesce soltanto a muovere l’occhio sinistro. Così userà questo per comunicare: sbattendo una volta la palpebra dice si, due volte no. L’ortofonista gli dice le lettere dell’alfabeto nell’ordine della frequenza con cui vengono usate, quando arriva alla lettera che interessa al paziente per formulare la frase sbatte una volta gli occhi per fermarla, quando la parola finisce egli sbatte le palpebre due volte, mentre se sbaglia la parola deve sbattere ripetutamente le palpebre. Con questo tipo di linguaggio il protagonista riesce non solo a comunicare con l’ortofonista e con coloro che vengono a fargli visita, ma addirittura a dettare un libro intero.
    5. QUALE PERSONAGGIO TI HA PARTICOLARMENTE COLPITO?
    Sono vari i personaggi che mi hanno particolarmente colpito: l’ortofonista, che lo sprona a reagire, che ci tiene e si batte per la sua dignità di persona (come quando dice ai tecnici del telefono di rivolgersi direttamente a lui dato che è nella stanza), che lo tratta male quando dice di voler morire, però poi si sente in colpa e si scusa; mi ha colpito l’uomo a cui ha ceduto il suo posto sull’aereo ed è stato prigioniero per 4 anni a Beirut (al posto suo), perché nonostante il protagonista non gli abbia fatto neanche una telefonata quando è tornato, appena ha saputo dell’incidente è corso a sostenerlo e a spronarlo a reagire, dicendogli di aggrapparsi all’uomo che è dentro di lui; mi ha colpito il figlio, che asciuga continuamente la saliva al padre quando gli cola dalla bocca, e la ex moglie, che gli da tutto l’affetto possibile.
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    Messaggio  simonamanzoni Gio Mag 17, 2012 4:29 pm

    Lavoro svolto da Polidoro Miryam e Manzoni Simona
    1. DINAMICA DELL’INCIDENTE ACCADUTO AL PROTAGONISTA
    Jean Dominique un giorno tornò a casa con l’auto nuova e decise di andare a fare un giro con il figlio. Improvvisamente, mentre chiacchieravano, il padre non riuscì più a parlare, disse al figlio :”sta iniziando a piovere, accostiamo”, appena accostò l’auto la bocca si distorse verso sinistra: gli era venuto un ictus.
    2. PRIMA DELL’INCIDENTE: RIFLESSIONI SULLA PERSONALITA’ DEL PROTAGONISTA PRIMA E DOPO L’INCIDENTE
    Il protagonista prima dell’incidente era un redattore capo rivista del giornale di moda “En”, aveva una vita libera e spensierata, passava di donna in donna e, preso dalla sua mania di libertà, trascurava la moglie e i figli. Dopo l’incidente passa radicalmente dall’estrema libertà all’essere prigioniero nel suo corpo, come se stesse in uno scafandro e realizza che ormai non potrà più recuperare e rimediare per aver perso tempo prezioso, realizza che in realtà prima era cieco e sordo e con rammarico afferma che gli serviva la luce dell’infermità per capire la sua esistenza.
    3.REAZIONE ALL’INCIDENTE
    Quando scopre di aver perso l’autosufficienza motoria inizialmente Jean non è resiliente, infatti non vuole vedere i figli, piange e dice alla sua ortofonista di voler morire, successivamente decide di non compiangersi mai più, poiché capisce di aver paralizzato il suo corpo ma non l’immaginazione e la memoria, che la usa per evadere dal suo “scafandro” immaginandosi in qualunque parte del mondo bello e affascinante. Inizia così a scrivere un libro, diventando resiliente e ricomincia anche a rivedere i propri figli.
    4.COMUNICAZIONE AUMENTATIVA
    Il protagonista è paralizzato in tutto il corpo, non riesce nemmeno ad ingoiare, riesce soltanto a muovere l’occhio sinistro. Così userà questo per comunicare: sbattendo una volta la palpebra dice si, due volte no. L’ortofonista gli dice le lettere dell’alfabeto nell’ordine della frequenza con cui vengono usate, quando arriva alla lettera che interessa al paziente per formulare la frase sbatte una volta gli occhi per fermarla, quando la parola finisce egli sbatte le palpebre due volte, mentre se sbaglia la parola deve sbattere ripetutamente le palpebre. Con questo tipo di linguaggio il protagonista riesce non solo a comunicare con l’ortofonista e con coloro che vengono a fargli visita, ma addirittura a dettare un libro intero.
    5. QUALE PERSONAGGIO TI HA PARTICOLARMENTE COLPITO?
    Sono vari i personaggi che mi hanno particolarmente colpito: l’ortofonista, che lo sprona a reagire, che ci tiene e si batte per la sua dignità di persona (come quando dice ai tecnici del telefono di rivolgersi direttamente a lui dato che è nella stanza), che lo tratta male quando dice di voler morire, però poi si sente in colpa e si scusa; mi ha colpito l’uomo a cui ha ceduto il suo posto sull’aereo ed è stato prigioniero per 4 anni a Beirut (al posto suo), perché nonostante il protagonista non gli abbia fatto neanche una telefonata quando è tornato, appena ha saputo dell’incidente è corso a sostenerlo e a spronarlo a reagire, dicendogli di aggrapparsi all’uomo che è dentro di lui; mi ha colpito il figlio, che asciuga continuamente la saliva al padre quando gli cola dalla bocca, e la ex moglie, che gli da tutto l’affetto possibile.

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